Nuovi eroi. Dopo Mangano, Tartaglia

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Berlusconi sfregiato da un disturbato mentale. Di Pietro, venerdì, l’aveva previsto.

Conosce bene i suoi elettori.

Quando si dice la coda di paglia. Peter Gomez e Marco Travaglio, qualche minuto fa, hanno scritto sul loro blog: «Da parte nostra, assicuriamo che andremo avanti come sempre».

E chi gli aveva detto niente? O forse si sentono tirati in ballo per la faccenda del celebre «clima d’odio» e cose del genere?

Antonio Di Pietro, invece, l’abbiamo visto: scambia per pericoli i suoi desideri e paventa scenari foschi nei quali sguazzerebbe: grida «al fuoco» quando ha ancora i cerini in mano. Venerdì ha detto: «C’è un clima da scontro di piazza, il governo è sordo alle richieste dei cittadini e se non si assume responsabilità ci potrebbe scappare l’azione violenta». Poi, dopo una moderata reazione di Maurizio Gasparri (che aveva detto «Di Pietro è fuori da una condizione di lucidità mentale») ha controreplicato: «Mi accusano di sobillare la piazza quando ho solo lanciato l’allarme del rischio concreto che milioni di cittadini esasperati facciano saltare il banco».

Il rischio. Il desiderio, appunto. E’ da sei mesi che l’italiota dei valori presagisce catastrofi così da poter dire di averle previste. Sue parole del 17 luglio scorso: «Saremo protagonisti dell’autunno caldo… saremo nei consigli di fabbrica  e nelle piazze in difesa dei cassintegrati e dei lavoratori…. Credo che potrebbero tornare sia le Brigate Rosse pilotate che quelle non pilotate, entrambe criminali». In realtà l’autunno è stato caldo per via del clima, e di ritorni delle Brigate Rosse, incrociando le dita, non si ha notizia: a parte i 17 rinvii a giudizio chiesti dal pm Ilda Boccassini alla fine dell’ inchiesta sulle cosiddette nuove Br.

Un altro delirio fu questo: «Dall’inchiesta di Palermo mi aspetto molto… si potrebbe riscrivere la storia italiana per quanto riguarda i grandi omicidi di mafia… soprattutto per quanto riguarda il grande riciclaggio di persone di oggi». Si aspettava molto. Ha avuto poco.

Intanto, com’è noto, le folle ha continuato a invocarle: «Il 5 dicembre scendiamo in piazza contro il governo, chi non sarà con noi sarà alla stregua del governo Berlusconi» disse cercando di mettere cappello su tutto, more solito. Ma tutte queste sono cose che si sanno, non ci sarebbe da occuparsi del parolame dipietresco se non servisse per azzardare addirittura un ragionamento.

Vediamo. Copiatore professionista, è probabile che Di Pietro abbia cogitato l’uscita sugli scontri di piazza dopo aver sbirciato l’inchiesta di copertina che il Venerdì di Repubblica pubblicava appunto venerdì: «L’italia che non ci sta», una sintesi ossia del Rapporto «Gli italiani e lo Stato» curato da Ilvo Diamanti.  Gli ingredienti forniti dal politologo, cucinati da Repubblica, in sostanza si traducevano nel titolo «Rabbia, sfiducia e vergogna, il Paese torna in piazza» e dettagliavano la crescente tendenza di svariatissime categorie sociali, provate dall’emergenza economica, a partecipare a manifestazioni di protesta: ciò che Di Pietro teme e desidera, come detto. Ma a leggere bene il rapporto – Di Pietro si sarà limitato a guardare le figure – emerge chiaramente che le categorie politiche e sociali che appaiono più motivate e scendere in piazza appartengono comunque al serbatoio dell’opposizione  dintorni, quindi a una porzione di Paese che tende comunque a scendere in piazza a fasi alterne. Da qui l’inganno: perché se cresce la voglia di piazza, ma rimane intatta la fiducia nel governo – il che è sostanzialmente vero, siano o no esatte le stime berlusconiane – è chiaro che la pulsione de «l’Italia che non ci sta» resta comunque interna alla sinistra, diversamente dalla cosiddetta maggioranza silenziosa che in piazza non ci scende tradizionalmente mai: anche se la crisi, invero, pesa anche su di essa.

In parole povere: a scendere in piazza è sempre lo stesso pezzo di Paese. Di Pietro dovrebbe saperlo bene, oltretutto: anche ai tempi di Mani pulite, quando da magistrato aveva un favore dell’opinione pubblica oscillante dal 90 al 95 per cento (anni 1992-1993) a manifestare davanti a Palazzo di Giustizia era perlopiù l’Italia gruppettara di sinistra (pur mascherata da «società civile»)  e al limite quella post-fascista in comunione d’intenti: mai, di converso, scese in piazza  il celebre centro del Paese, quello che la rivoluzione, nello stesso periodo, la fece davvero: ma la fece nelle urne.

Uno scenario, questo, che per questo governo potrebbe anche sembrare rassicurante. La celebre «maggioranza degli italiani» o «gli italiani» sono espressioni care anche al centrodestra, ma la moderazione del Paese appunto moderato, vista di spalle, palesa tuttavia un rischio: che il proscenio de «l’Italia che non ci sta» resti permanentemente occupato da chi – come fa Di Pietro, o fa lo stesso Gruppo Espresso – tende come visto a definirsi «L’Italia» e basta, intesa come la sua parte migliore e decisiva. La piazza, in certa misura, è di chi se la prende. Il governo, nelle intenzioni, anche. Insomma, «L’Italia che non ci sta», chiassosa minoranza travestita da maggioranza, è da sempre l’antipasto di ogni possibile ribaltone. A di Pietro interessa questo, è chiaro.

Detto questo, la quantità di sciocchezze sparate ogni giorno da Antonio Di Pietro produce un effetto quasi narcotico, un ronzio di fondo, come per una zanzara cui si finge di abituarsi dimenticando che le peggiori pandemie della Storia le hanno diffuse proprio i ditteri, i succhiatori di energie altrui. L’abitudine a un personaggio che ci ammorba quotidianamente con le sue tattiche da marciapiede fa dimenticare che una strategia di fondo Di Pietro tuttavia ce l’ha, anche se molti fingono di non vederla: i media danno risalto a ogni sua sparata come se esporla corrispondesse al tempo stesso a una sua relativizzazione, a una forma di controllo, come si fa con un cane che lasci abbaiare perché almeno sai che non ti morderà. Ma è un errore. E pure frequente, in Italia. Di Pietro è un personaggio che farebbe qualsiasi cosa e che infatti la sta facendo, pur mimetizzato dal suo sciocchezzaio di contorno e dal suo essere tutto e niente: grillino, politico, magistrato, ministro, reazionario di destra, movimentista di sinistra, spregiudicato compilatore di liste locali, tutto. Di Pietro, un passo alla volta e spalleggiato da una discreta compagnia di giro, punta allo sfascio di ogni baluardo di riferimento, all’inasprimento di ogni conflitto istituzionale, alla delegittimazione progressiva degli ultimi basamenti da noi ritenuti intoccabili: per esempio – assai più di Berlusconi – la Presidenza della Repubblica.

Il resto, ossia le più elementari dinamiche democratiche, cerca di svuotarle di significato da anni: è lui ad ergersi a personificazione e presidio del contrasto tra magistratura e politica, è lui ad accodarsi ai balordi che straparlano di dittatura e fine della democrazia (si accoda perché lui non inventa mai: copia, si impossessa, succhia appunto le energie altrui) ed è lui a spiegare che va tutto male, che il peggio è sempre alle porte, che c’è disinformazione e plagio delle coscienze. Gianni Baget Bozzo, che è morto ma che è uno dei pochi che comprese da subito, circa un anno e mezzo fa scrisse questo:

«Che cos’è il partito giustizialista che Di Pietro sta costruendo? È un partito che tende a dimostrare che la democrazia è essenzialmente corrotta e il corpo elettorale sbaglia. Che ci vuole un altro potere per guidare il Paese sulla via della salvezza e che il voto degli elettori deve essere presidiato da un partito dell’ordine. Il tema che lo Stato non possa essere affidato alla democrazia è la tesi fondamentale del pensiero reazionario. Se un popolo sente frustrato il bisogno fondamentale di sicurezza, se non riesce a ottenere con il suo voto ciò che pensa gli sia dovuto, si ha la crisi della democrazia. E Di Pietro mira proprio a questo, a mostrare che un corpo elettorale capace di dare la maggioranza a Berlusconi è un popolo immaturo, il cui voto va corretto in modo adeguato. Bisogna dimostrare che il popolo ha torto e che Berlusconi deve andarsene».

Come? In qualsiasi-modo-possibile. Ecco perché non gli importa niente di sputtanare il Paese con le sue uscite puerili sparate sull’Herald Tribune in coincidenza con un momento in cui la parte sana del Paese tifava appunto per il Paese, non per mezzo voto in più da guadagnare tra gli imbecilli. Il che guida e motiva ogni sua uscita, compresa questa su Berlusconi che è lui che «istiga». I disturbati mentali.

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50 Commenti

  1. Quello che dovresti chiederti, Facci, è come è possibile che uno possa avvicinarsi al Pres. del Cons. e mollargli un pugno in faccia. Il servizio di sicurezza? E se quello invece avesse avuto una pistola? E’ consigliabile che una persona che suscita sentimenti così polarizzati come SB faccia i bagni di folla, permetta a chiunque di portarglisi a tiro? Tra la folla qualche folle lo si trova sempre. Ma invece eccoti qua a dire in sostanza che il mandante è Di Pietro…. ma và a ciapà i ratt, và… il mandante è Silvio, perché chi vuole la guerra civile alla fine l’ottiene.

  2. alla fine la colpa è del trio DiPIetro-gomez-travaglio…

    ps
    hai dimenticato Grillo

    pps
    a kennedy andò peggio

  3. Ma allora babbo natale esiste! berlusconi ha avuto in regalo la guerra civile che voleva, sFaccimm’ ha avuto una scusa per servire il suo padrone tirando dentro Di Pietro e Tavaglio in questa storia, e io ho avuto in regalo le immagini del tappo con laccia fracassata!
    Mi leggi nel pensiero eh, Santa? E fatto in anticipo è ancora più bello, grazie! :)))

  4. Interessante come sempre FF. Mai apprezzato Di Pietro, Travaglio, etc. Mi dispiace che alcuni dei miei amici abbiano votato IDV, perche`temo che ne resteranno delusi.
    Berlusconi e`finito, ormai, e non a causa della magistratura o della inesistente opposizione di sinistra. Il centro di cui parla FF sta per cambiare cavallo, come ha affermato con sicurezza Casini (i democristiani parlano solo quando sanno, essendo appunto espressione e parte della maggioranza silenziosa).
    La sicurezza di SB ha fatto un errore grave. Dopo il cavalletto, si poteva pensare ad una mira un po`piu`precisa. per fortuna l`Italia non e`gli USA, se no SB tornava dal comizio in una scatola da scarpe.
    Nel quadro degli eventi che si vanno delineando da alcuni mesi (probabilmente accelerati dalla pressione informativa del gruppo Repubblica) la lotta per la successione e`abbastanza chiara. Rimane da piazzare Rutelli, e non e`chiaro quanto La Russa, Gasparri, etc si tireranno indietro o salteranno di nuovo sul carro del vincitore). La data? Non sono sicuro, ho sbagliato di quasi un mese la previsione sulla morte dello scorso papa, quindi non mi ritengo attendibile. Diciamo 3-4 mesi, il tempo per finire i preparativi e riempire di regali confindustria e co.

    Ovviamente credo che chi parla di rischio dittatura di SB sia fuori strada, si tratta solo di una brutale cancellazione delle conquiste sociali e lavorative degli anni `70.

    Saluti

  5. comunque Pietro ha ragione, la colpa è solo del servizio di sicurezza, ma un po’ bisogna capirli, di solito gestiscono delle troie, ups, volevo dire escort, alle folle non ci sono abituati…
    anche un “malato di mente” sa che non avrebbero dovuto farlo avvicinare a quella transenna :)))

  6. Secondo me ha già commissionato un sondaggio per sapere quanti voti gli frutterà quest’ “atto di terrorismo” (Umberto Bossi dixit).

  7. E’ malato di mente e vota PD. sFaccimm’, mi sa che ti è andata male… :)
    Però dai se indagate meglio magari si scopre che suo padre ha una copia del Fatto Quotidiano in casa! Io se fossi in voi approfondirei eheheh

  8. e se fosse un fanatico cristiano che ha voluto vendicar l’onore di Boffo e della santa chiesa?
    oltre al duomo aveva anche un crocifisso in tasca…

    VScheroz, ma…. vedi Facci che per colpa dell’ossessione ti perdi delle belle occasioni per farti notare e per produrre ipotesi originali che sarebbero apprezzatissime a Libero e dintorni?

    A chi vuoi che interessi il pippone contro Di Pietro… lascia perdere, anche perché il nesso è indimostrato e tirato per i capelli, robetta…

  9. Sai che mi preoccupi?
    Posso darti un consiglio sinceramente amichevole?
    Dimentica quell’uomo e butta tutti i souvenir contundenti che hai a portata di mano.
    Mi spiacerebbe vederti in cella con Tartaglia.
    Molto più che vedere Di Pietro sanguinante.

  10. E comunque rimaniamo sempre il paese della moda, della creatività, il premier transgender col rossetto non ce l’ha nessuno…

  11. FF scrive “E chi gli aveva detto niente?”

    Emilio Fede pochi minuti dopo il fatto ha detto che è colpa degli “annozeristi”.

    Vedi un po’ te.

    Comunque che FF abbia in odio Di Pietro si sa, ma usare ‘ste cose per attaccarlo…. Bah.
    Anche perché a parte l’incipit il resto mi sembra nella sostanza quel che ha sempre detto.

    Ed in ogni caso se dovessimo prendere come esempio dichiarazioni politiche con eventuali conseguenze da parte di infoiati cittadini non mi pare che il pdl ne uscirebbe benissimo, così a occhio.

    E Di Pietro non sobilla le folle, credo tu lo stia sovrastimando. Il sentimento di forte insoddisfazione è palpabile, fondamentalmente apolitico e poco manovrato.

    Che poi possa essere manovrabile non lo metto in dubbio.

    Però.

  12. Facci mi sento offeso perche’ sono un elettore di Di Pietro e non sono uno squilibrato. Ti ho sempre stimato finora, nei limiti del possibile, da oggi in avanti ti reputo un imbecille. Mi fai rabbia.

  13. “credo che chi parla di rischio dittatura di SB sia fuori strada, si tratta solo di una brutale cancellazione delle conquiste sociali e lavorative degli anni `70. ”

    hai detto niente, hai detto. In pratica si sta cancellando “solo” il fondamento della repubblica italiana, visto che l’art.1 della costituzione è diventato effettivo solo con lo statuto dei lavoratori

  14. Ma in Parlamento non esiste una procedura che si chiama “giurì d’onore” per sanzionare il parlamentare che abusando del suo diritto di parola, ad es., apostrofi come “fascista” un altro parlamentare? Il parlamento deve muoversi, recuperare dignità, non può sempre essere la magistratura a dover aprire un fascicolo per “concorso in Tentato Omicidio”

  15. @Mago in Parlamento non concedono l’autorizzazione all’arresto per mafiosi, camorristi e Previti, fai tenerezza a chiedere un giurì d’onore.

    @Pippo, avevi ragione. Dalla home de Ilgiornale:
    “Incensurato, non fa parte di alcun movimento politico, parlamentare o extraparlamentare, centri sociali o associazioni culturali. Ma se da 15 anni senti dire che Berlusconi è a capo di un movimento fascista, che sta limitando le libertà civili e democratiche del Paese, che è un mafioso, be’ afferri la prima cosa che trovi e gliela sbatti in faccia.”…. (???)

    “…Tartaglia si trovava in un gruppetto di una decina di persone che sbandieravano copie del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. Sicuramente amici visto che apparivano molto interessati alla sua sorte. Non ci vuole molto però a capire che si tratta del gesto fomentato da una campagna d’odio, ma comunque isolato.”

  16. facci, te sei peggio di tartaglia

    guarda che esistono molte forme di violenza, non solo quella fisica

    tu sei un violento, per quello che scrivi, per come ti accanisci

    p.s. cmq sta cosa mette la parola FINE alle speranze di levarci dai coglioni il nanodelinquente

  17. Ognuno ha le sue cose che gli danno fastidio.
    A te danno fastidio le ultime dichiarazioni di Di Pietro, a me quelle di Berlusconi al PPE, che costituiscono un attacco alle istituzioni di portata gravissima.

  18. Penso che non ci volesse un genio per presagire che prima o poi un gesto sconsiderato si potesse concretizzare. Basta leggere quello che viene scritto da molto tempo sul blog di grillo e il clima di annientamento fisico rivolto al Berlusca dalla ditta Di Pietro-Travaglio.
    Penso che stiano giocando con il fuoco e non si rendono conto che le loro parole sono benzina sul fuoco di un antiberlusconismo nichilista e violento.Basta farsi un giro sulla rete, la beneamata rete (sono dell’opinione che internet non sia la democrazia, ma l’anarchia ) e troverete gente che inneggia al complotto (il berlusca avrebbe organizzato tutto per sembrare una vittima), alla gioia (questo pugno è solo il primo di una lunga serie).
    RImango dell’opinione che il tutto sia il frutto avvelenato di una clima iniziato 15 anni fà quando l’allora gioiosa macchina da guerra della sinistra, incassò una sconfitta inaspettata e soprattutto dal complesso di superiorità della sinistra (e quando ci si sente superiori, ci si sente in diritto di fare e dire qualsiasi cosa).
    La speranza della sinistra è riposta in un sodale di fascisti (Di Pietro, Travaglio, Scalfari sono dei FASCISTI), e quindi da questa melma non può che risalire qualche feccia con due neuroni che vorrà emulare l’anarchico Bresci o Gavrilo Prinzip e celebrare il tirannicidio.
    Questa è ltalia, un paese nel quale i fascisti sono una “trascurabile maggioranza” (E.Flaiano), un paese anomalo, dove i FASCISTI stanno a sinistra (o presunta tale).

  19. Macchianera sei proprio peggiorato. Pubblichi un articolo del quel Destro di Facci e subito dopo una battuta contro Berlusconi. Stai cercando per caso di fare una politica ‘cerchiobottista’, simile al ‘Corriere’ ? Una botta a destra e una a sinistra per dare l’impressione di essere moderato e sembrare obbiettivo ? Questa è l’antitesi della Satira. E voi credete ancora di essere un giornale satirico ? Mah….

  20. questo paese fa già vomitare di suo, non occorre che Facci istighi al vomito.
    buona vomitata a tutti

  21. e quando dei leghisti aggrediscono un Africano o un Rumeno, come mai non la prooduci, la tua sbrodolata sull’istigazione e sui mandanti, facci?

  22. Non è in alcun modo accettabile che il gesto violento di un singolo sia addebitato al cosiddetto “clima di odio” fomentato dall’opposizione politica o ricondotto e omologato al legittimo dissenso dei cittadini che difendono la democrazia costituzionale dai violenti attacchi del presidente del consiglio e degli esponenti del Pdl.

    La solita campagna di manipolazione dei fatti e delle emozioni in tal senso è già iniziata, ma anch’essa va respinta e condannata come una forma di violenza mediatica e politica. Se c’è qualcuno che alimenta un clima di odio, quello è il presidente del consiglio, il quale abusa del potere politico per evitare di essere giudicato in regolari processi, mentendo in pubblico, demonizzando e diffamando gli oppositori scomodi, abusando della posizione dominante nei media, attaccando magistratura e informazione indipendente (come ha fatto anche oggi in piazza) e dimostrandosi così estraneo alla cultura istituzionale e alla democrazia costituzionale.

  23. Di Pietro non lo sbatto, poi leggo Facci e chissà perché mi viene voglia di votarlo. “Punta allo sfascio di ogni baluardo di riferimento, all’inasprimento di ogni conflitto istituzionale, alla delegittimazione progressiva degli ultimi basamenti da noi ritenuti intoccabili”: a me questo ritratto ricorda qualcun altro, non Di Pietro, non so a voi. Interessante anche l’apprezzamento di Baget Bozzo: proprio un bel riferimento intellettuale, uno che sragionava di santità del berlusca. Complimenti a Facci per il tempismo, è la penna più scattante dello schieramento del ns. illustre presidente, il noto campione mondiale di liberalismo.

  24. l’Italia è psicolabile

    beato chi riesce ad andarsene e a lasciarsi alle spalle tutta questa delirante schizofrenia

    non c’è un cazzo da fare, siamo solo degli ultrà
    ci meritiamo i facci, i fede, i minzolini, i ferrara, i feltri

  25. al di là del gesto credo a SB sia andata di lusso…fossimo negli anni 70 probabilmente adesso avremmo i negozi a mezza serranda.

  26. L’uomo più commentato d’Italia, da mesi nell’occhio del ciclone, in una piazza piena di sostenitori e di detrattori, si avvicina alle transenne a stringere mani a sconosciuti. E la scorta di un capo di stato sta lì inerme. O è una montatura oppure quest’uomo – quello ferito – non sta bene, ha ragione la moglie, deve prendersi un periodo di riposo, indefinito.
    Quanto al clima di violenza alimentata in questo paese: ieri sera dopo aver assistito a titoli sottopancia che sembrava annunciassero l’esplosione di un conflitto mondiale e un’edizione speciale del Tg5 che non aveva ragion d’essere, la precisazione che i genitori di Tartaglia votano Pd e altre amenità, avrei picchiato la Buonamici con un piatto di Giovanni XXIII

  27. Facci è un uomo senza valori morali. :-(

    E pensare che ieri sera, ho sentito per 5 minuti il commento di un tizio che lavora al Giornale, che ha paragonato berlusca a Moro sottintendendo Tartaglia/brigatista/comunista/opposizione.

  28. Premesso che Di Pietro, Travaglio e Santoro hanno ripetutamente detto, tramite i Media più ascoltati, che Berlusconi è (in sequenza) un ladro, mafioso-stragista, aspirante dittatore e liberticida, ma soprattutto un gran puttaniere, potreste cortesemente ricordarmi un decreto o altro provvedimento del governo o del parlamento in carica degno di tale padre, escludendo quindi la semplice affermazione propagandista di Berlusconi stesso secondo cui i suoi avversari, giudici inclusi, sono comunisti?

  29. Filippo…tu sei come il premier…istighi…ah ah attenzione che qui ce n’e’ tanti di Tartaglia..basta leggere alcuni commenti…un consiglio…curarsi finche’ si e’ in tempo…la rabbia repressa che spinge a fare gesti violenti e’ la stessa che molti covano dentro… qui…

  30. Chè essere definiti comunisti indubbiamente dispiace, ma ladro, mafioso, stragista, dittatore e liberticida mi pare abbastanza grave

  31. Un pazzo ha aggredito Berlusconi.

    Neanche Bono si ferma a firmare autografi ormai… il rischio c’è dalla Beatlesmania dei ’60, lo sanno tutti.
    E dicono di abbassare i toni.
    Ma di chi?

    Berlusconi gridava alla guerra civile in caso di caduta del governo, paventava golpe dei giudici. Pacatamente.

    Bossi diceva “potremmo tirare fuori i fucili” e ora parla di terrorismo. Il suo braccio destro si lamenta di Facebook.

    Ma dove siamo..

  32. da dirsi al leader del principale partito avverso. Questo è il punto: guarda caso i peggio delinquenti sono quelli che ti fregano alle elezioni. Almeno avvertissero prima, facessero sapere quale partito o leader politico può essere scelto fra quelli al di fuori dei loro. Perchè arrivati a questo punto, disperati, ci si potrebbe accontentare di uno qualunque, non voglio fare nomi per non portare sfiga all’eventuale designato

  33. ringrazio di cuore le persone, le situazioni, gli eventi, le circostanze

    che non mi hanno fatto diventare come cinzia

    grazie, grazie, grazie

  34. In riferimento a qualche minaccetta velata comparsa da queste parti, la mia prudente reazione – per non rinfocolare il clima di odio – è fatemi un pompino.

  35. Filippo non istiga, c’è chi istiga molto di più e da molto più in alto, Filippo provochicchia, scribacchia, s’arrabatta per rimaner visibile agli occhi giusti, il problema è in chi ha messo insieme un’enorme macchia di propaganda della quale i Filippi sono solo le ultime ruote del carro, il pericolo non sono certo i Filippi che giocano sui blog a d alzare la polvere

  36. tartaglia non ha mai fatto lo stalliere narcotrafficante a casa del presidente plurindagato mai processato….
    però tartaglia non paga lo stipendio a questo buffone che si fa chiamare giornalista ed invece è solo un lacchè,o menestrello,che dir si voglia.

  37. si mazzetta ma una volta caduto il tiranno sarà ben ora di impiccarne i servi,giusto?
    o come ai tempi dei faraoni,seppellirli vivi tutti nel mausoleo di arcore…
    facci direbbe che lui il capo non l’ha mai potuto soffrire,in un ultimo,indignitoso singulto di riscattarsi la vita.
    Non glielo permetteremo,seppellito come gli altri,anzi un pò piu in fondo—

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