Nuovi eroi. Dopo Mangano, Tartaglia

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Berlusconi sfregiato da un disturbato mentale. Di Pietro, venerdì, l’aveva previsto.

Conosce bene i suoi elettori.

Quando si dice la coda di paglia. Peter Gomez e Marco Travaglio, qualche minuto fa, hanno scritto sul loro blog: «Da parte nostra, assicuriamo che andremo avanti come sempre».

E chi gli aveva detto niente? O forse si sentono tirati in ballo per la faccenda del celebre «clima d’odio» e cose del genere?

Antonio Di Pietro, invece, l’abbiamo visto: scambia per pericoli i suoi desideri e paventa scenari foschi nei quali sguazzerebbe: grida «al fuoco» quando ha ancora i cerini in mano. Venerdì ha detto: «C’è un clima da scontro di piazza, il governo è sordo alle richieste dei cittadini e se non si assume responsabilità ci potrebbe scappare l’azione violenta». Poi, dopo una moderata reazione di Maurizio Gasparri (che aveva detto «Di Pietro è fuori da una condizione di lucidità mentale») ha controreplicato: «Mi accusano di sobillare la piazza quando ho solo lanciato l’allarme del rischio concreto che milioni di cittadini esasperati facciano saltare il banco».

Il rischio. Il desiderio, appunto. E’ da sei mesi che l’italiota dei valori presagisce catastrofi così da poter dire di averle previste. Sue parole del 17 luglio scorso: «Saremo protagonisti dell’autunno caldo… saremo nei consigli di fabbrica  e nelle piazze in difesa dei cassintegrati e dei lavoratori…. Credo che potrebbero tornare sia le Brigate Rosse pilotate che quelle non pilotate, entrambe criminali». In realtà l’autunno è stato caldo per via del clima, e di ritorni delle Brigate Rosse, incrociando le dita, non si ha notizia: a parte i 17 rinvii a giudizio chiesti dal pm Ilda Boccassini alla fine dell’ inchiesta sulle cosiddette nuove Br.

Un altro delirio fu questo: «Dall’inchiesta di Palermo mi aspetto molto… si potrebbe riscrivere la storia italiana per quanto riguarda i grandi omicidi di mafia… soprattutto per quanto riguarda il grande riciclaggio di persone di oggi». Si aspettava molto. Ha avuto poco.

Intanto, com’è noto, le folle ha continuato a invocarle: «Il 5 dicembre scendiamo in piazza contro il governo, chi non sarà con noi sarà alla stregua del governo Berlusconi» disse cercando di mettere cappello su tutto, more solito. Ma tutte queste sono cose che si sanno, non ci sarebbe da occuparsi del parolame dipietresco se non servisse per azzardare addirittura un ragionamento.

Vediamo. Copiatore professionista, è probabile che Di Pietro abbia cogitato l’uscita sugli scontri di piazza dopo aver sbirciato l’inchiesta di copertina che il Venerdì di Repubblica pubblicava appunto venerdì: «L’italia che non ci sta», una sintesi ossia del Rapporto «Gli italiani e lo Stato» curato da Ilvo Diamanti.  Gli ingredienti forniti dal politologo, cucinati da Repubblica, in sostanza si traducevano nel titolo «Rabbia, sfiducia e vergogna, il Paese torna in piazza» e dettagliavano la crescente tendenza di svariatissime categorie sociali, provate dall’emergenza economica, a partecipare a manifestazioni di protesta: ciò che Di Pietro teme e desidera, come detto. Ma a leggere bene il rapporto – Di Pietro si sarà limitato a guardare le figure – emerge chiaramente che le categorie politiche e sociali che appaiono più motivate e scendere in piazza appartengono comunque al serbatoio dell’opposizione  dintorni, quindi a una porzione di Paese che tende comunque a scendere in piazza a fasi alterne. Da qui l’inganno: perché se cresce la voglia di piazza, ma rimane intatta la fiducia nel governo – il che è sostanzialmente vero, siano o no esatte le stime berlusconiane – è chiaro che la pulsione de «l’Italia che non ci sta» resta comunque interna alla sinistra, diversamente dalla cosiddetta maggioranza silenziosa che in piazza non ci scende tradizionalmente mai: anche se la crisi, invero, pesa anche su di essa.

In parole povere: a scendere in piazza è sempre lo stesso pezzo di Paese. Di Pietro dovrebbe saperlo bene, oltretutto: anche ai tempi di Mani pulite, quando da magistrato aveva un favore dell’opinione pubblica oscillante dal 90 al 95 per cento (anni 1992-1993) a manifestare davanti a Palazzo di Giustizia era perlopiù l’Italia gruppettara di sinistra (pur mascherata da «società civile»)  e al limite quella post-fascista in comunione d’intenti: mai, di converso, scese in piazza  il celebre centro del Paese, quello che la rivoluzione, nello stesso periodo, la fece davvero: ma la fece nelle urne.

Uno scenario, questo, che per questo governo potrebbe anche sembrare rassicurante. La celebre «maggioranza degli italiani» o «gli italiani» sono espressioni care anche al centrodestra, ma la moderazione del Paese appunto moderato, vista di spalle, palesa tuttavia un rischio: che il proscenio de «l’Italia che non ci sta» resti permanentemente occupato da chi – come fa Di Pietro, o fa lo stesso Gruppo Espresso – tende come visto a definirsi «L’Italia» e basta, intesa come la sua parte migliore e decisiva. La piazza, in certa misura, è di chi se la prende. Il governo, nelle intenzioni, anche. Insomma, «L’Italia che non ci sta», chiassosa minoranza travestita da maggioranza, è da sempre l’antipasto di ogni possibile ribaltone. A di Pietro interessa questo, è chiaro.

Detto questo, la quantità di sciocchezze sparate ogni giorno da Antonio Di Pietro produce un effetto quasi narcotico, un ronzio di fondo, come per una zanzara cui si finge di abituarsi dimenticando che le peggiori pandemie della Storia le hanno diffuse proprio i ditteri, i succhiatori di energie altrui. L’abitudine a un personaggio che ci ammorba quotidianamente con le sue tattiche da marciapiede fa dimenticare che una strategia di fondo Di Pietro tuttavia ce l’ha, anche se molti fingono di non vederla: i media danno risalto a ogni sua sparata come se esporla corrispondesse al tempo stesso a una sua relativizzazione, a una forma di controllo, come si fa con un cane che lasci abbaiare perché almeno sai che non ti morderà. Ma è un errore. E pure frequente, in Italia. Di Pietro è un personaggio che farebbe qualsiasi cosa e che infatti la sta facendo, pur mimetizzato dal suo sciocchezzaio di contorno e dal suo essere tutto e niente: grillino, politico, magistrato, ministro, reazionario di destra, movimentista di sinistra, spregiudicato compilatore di liste locali, tutto. Di Pietro, un passo alla volta e spalleggiato da una discreta compagnia di giro, punta allo sfascio di ogni baluardo di riferimento, all’inasprimento di ogni conflitto istituzionale, alla delegittimazione progressiva degli ultimi basamenti da noi ritenuti intoccabili: per esempio – assai più di Berlusconi – la Presidenza della Repubblica.

Il resto, ossia le più elementari dinamiche democratiche, cerca di svuotarle di significato da anni: è lui ad ergersi a personificazione e presidio del contrasto tra magistratura e politica, è lui ad accodarsi ai balordi che straparlano di dittatura e fine della democrazia (si accoda perché lui non inventa mai: copia, si impossessa, succhia appunto le energie altrui) ed è lui a spiegare che va tutto male, che il peggio è sempre alle porte, che c’è disinformazione e plagio delle coscienze. Gianni Baget Bozzo, che è morto ma che è uno dei pochi che comprese da subito, circa un anno e mezzo fa scrisse questo:

«Che cos’è il partito giustizialista che Di Pietro sta costruendo? È un partito che tende a dimostrare che la democrazia è essenzialmente corrotta e il corpo elettorale sbaglia. Che ci vuole un altro potere per guidare il Paese sulla via della salvezza e che il voto degli elettori deve essere presidiato da un partito dell’ordine. Il tema che lo Stato non possa essere affidato alla democrazia è la tesi fondamentale del pensiero reazionario. Se un popolo sente frustrato il bisogno fondamentale di sicurezza, se non riesce a ottenere con il suo voto ciò che pensa gli sia dovuto, si ha la crisi della democrazia. E Di Pietro mira proprio a questo, a mostrare che un corpo elettorale capace di dare la maggioranza a Berlusconi è un popolo immaturo, il cui voto va corretto in modo adeguato. Bisogna dimostrare che il popolo ha torto e che Berlusconi deve andarsene».

Come? In qualsiasi-modo-possibile. Ecco perché non gli importa niente di sputtanare il Paese con le sue uscite puerili sparate sull’Herald Tribune in coincidenza con un momento in cui la parte sana del Paese tifava appunto per il Paese, non per mezzo voto in più da guadagnare tra gli imbecilli. Il che guida e motiva ogni sua uscita, compresa questa su Berlusconi che è lui che «istiga». I disturbati mentali.

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48 Commenti

  1. Per quanto l’articolo di Facci possa piacere o meno (poco, personalmente, ma non credo di dover giustificare un’opinione polarmente opposta alla sua) , ha sicuramente azzeccato un punto:
    Nel bene o nel male chi nel futuro si permetterà di esercitare una qualsivoglia critica nei confronti di Berlusconi,che sia di tipo reale e motivata,o di parte e qualunquista, si ritroverà appiccicato l’etichetta del “Tartaglia di turno”.
    Qualcosa di molto simile all’espressione americana “Think of the Children”, per intenderci: “Come? sei contro berlusconi? vorresti tirargli una statuetta anche tu per caso?”

    Attenti a non attaccare un politico, potreste farne un martire.

  2. caro Piti,
    mi sono sciroppato 91 commenti prima di leggere qualcosa di intelligente,ma mi sembra che rispondere a certi personaggi sia davvero sterile e avvilente.Il confronto democratico rimane ormai in Italia solo un esercizio di stile, comunque apprezzo la tua buona volontà.

  3. quante storie…alla fine trattasi di psicolabile che odia Berlusconi.
    E fine.
    tutti a fare la gara a chi ce l’ha più grosso a chi è più violento…
    quel Tartaglia è mentalmente disturbato e finita li.
    signori di Tartaglia in giro ce ne sono tanti, e colpiscono anche le persone comuni, lo sapete ??
    I pazzi ci sono ovunque, i vandali pure.
    Quando sfasciano il David di Michelangelo o la Fontana di Trevi, per dire, chi si sogna di dare la colpa del gesto a DiPietro o Berlusconi ?
    Basta con sta storia di doverlo avvicinare a questo o a quell’altro …
    fatela finita e cominciate a ragionare

  4. Man on the moon, scusa se te lo dico in francese, ma che cazzo c’entra con quanto successo al berlusca?

  5. Travaglio sul blog di BG:
    “E’ stato un atto di violenza, la vista di una persona con la faccia fracassata e insanguinata è una vista, per quanto mi riguarda e spero anche per voi, disgustosa e preoccupante, non c’entra niente quello che si pensa del Presidente del Consiglio, non è quella la fine politica che gli può augurare una persona sana di mente e, una persona sana di mente, ovviamente si augura che Berlusconi venga sconfitto dai cittadini nelle urne…”

    Questo non e’ dare del malato di mente a chi vota Berlusconi?
    Si, certo e’ una battuta…Ma del resto MT e’ un comico no?
    Ecco qui il motivo per cui Berlusconi continuera’ a vincere per i prossimi 1000 anni.
    Chissa’ quand’e’ che si capira’ questa cosa.

  6. Giovanna, ma sei analfabeta di ritorno?
    prova a rileggere togliendoti gli occhiali iniettati di sangue.
    e’ ovvio che la persona sana di mente che si augura…
    e’ una persona sana di mente che non e’ daccordo con berlusconi, non e’ che bisogna scrivere per forza tutto-tutto sempre-sempre

  7. cos’è Giovanna, prendevi quattro in “analisi del testo” a scuola? Travaglio dice che le persone sane di mente si augurano di batterlo alle urne, non con le statuette. Non dice e non fa intendere mai che chi vota Berlusca sia psicolabile.
    Sicura di saper leggere?

  8. @Giovanna
    .. una persona sana di mente, ovviamente si augura che Berlusconi venga sconfitto dai cittadini nelle urne…”

    Una persona che:
    1 è sana di mente
    2 è di centrosinistra
    Si augura che SB perda alle urne

    Una persona che:
    1 NON è sano di mente
    2 è di centrosinistra
    Si augura che SB vada via e basta, in qualsiasi modo

    ecco il succo dell’intervento
    la capisci la differenza ?
    era sottinteso che si riferiva a chi non vota SB.
    perchè se non la capisci è grave …
    …ed ancor più grave è che magari tu possa già votare

  9. comunque Cicchitto (si, il piduista) alla camera ha dato prova di come svelenire il clima politico.
    Alla faccia…

  10. Mi piace assai la pacatezza con cui attaccate persone che non conoscete e che non sapete chi votino.
    Da dove si evince che ho occhiali iniettati di sangue, Dio solo lo sa.
    Come capisco Facci.
    Non vi rendete conto che il veleno che sputate addosso alle persone in questo modo non fa altro che ritorcersi contro di voi.
    Non scendo nell’analisi della frase di Travaglio perche tanto fareste in modo di aver ragione, magari tirando accidenti a mia madre o dando della poco di buono a mia sorella.
    Quindi vi saluto, e non so se ringraziarvi o meno perché grazie a persone come voi Berlusconi sara’ Presidente del Consiglio per chissa’ quanti anni ancora.

  11. gli occhiali iniettati di sangue erano una battuta, se non ti e’ piaciuta mi dispiace.
    ma la tua risposta e’ priva di onesta’ intellettuale, Giovanna.
    Secondo il tuo ragionamento un partito che ha feltri (ma anche facci) come editorialista, non avrebbe futuro.
    non vuoi capire che non erano “attacchi”, ma segnalazioni del fatto che non hai capito una frase.

  12. Aronne, ma quelli che hanno insultato i parenti tuoi, erano del PD o del PDL?
    Com’è che Aledanno e Maroni non provvedono?

    “Insulti e minacce al mercato di Campo dè Fiori, uno dei più famosi di Roma, alla figlia di una commerciante ebrea che da decenni ha un banco sulla celebre piazza a pochi passa da Piazza Navona.

    Secondo il racconto del marito della donna, Ruth Piperno, gli insulti sarebbero arrivati da alcuni ambulanti abusivi ai quali è stata revocata la licenza. «Ebrei di m…, vi cacceremo»: queste le parole che uno degli ambulanti ha rivolto alla signora Piperno. Il problema delle minacce ai «banchisti» regolari di Campo dè Fiori da parte degli abusivi, secondo quanto raccontato da più di un commerciante, si trascina da tempo. «Abbiamo più volte denunciato tutto al commissariato Trevi e al Municipio ma continuiamo a ricevere minacce», dice l’uomo.

    Dopo le minacce e gli insulti l’anziana madre di Ruth Piperno è stata ricoverata in ospedale.
    «Siamo stati costretti a rivolgerci a istituti di sicurezza privati. Ormai viviamo nel terrore e nell’umiliazione». È da mesi che si susseguono insulti razzisti nei nostri confronti. Questa mattina ero andata a prendere un pezzo di pizza e ho incontrato un ambulante abusivo di Campo de Fiori che mi ha sputato contro rivolgendomi minacce e insulti”. A parlare è Laura Piperno, figlia di una commerciante ebrea la cui famiglia è proprietaria da circa 60 anni di un banco a Campo de Fiori.”

  13. Mazzetta al di là del fatto che non sono parenti miei, ritengo che chiunque si rivolga in maniera ingiuriosa nei confronti di di ebrei sia una merda e prescindere dal colore politico, lo stesso vale per chi apostrofa con le stesse frasi ingiuriose le persone di colore.
    In questo ti posso dare lezioni di democrazia quando vuoi. Non sono io che scrivo sui blog insulti e minacce contro Israele o i banchieri sionisti – lo dicevano 70 anni fà anche in Germania – leggiti il blog di Grillo e fatti una cultura, sono gli stessi elettori dello sbirro molisano che domenica a Milano sventolavano “Il fatto”.
    Mai il nome di un giornale ha ricalcato lin maniera così precisa lo stato mentale del suo fondatore……

    P.S. Se fossi più acculturato ti ricorderesti che Aronne Piperno era il falegname “giudìo” del Marchese del Grillo.
    Fattelo dire anche da Travaglio o da Pardi.
    A proposito, non sono ebreo, ma il personaggio del falegname mi era molto simpatico.
    Fine del P.S. fuori tema.

    P.S. A differenza di quanto tu possa pensare Berlusconi non è il mio idolo. Grazie a Dio non ho bisogno di idoli.
    Ma nutro compassione verso chi ha eletto a suoi idoli un ex questurino ed un giornalista di cronaca nera della bassa bresciana.

  14. vabbè ma dai in fondo se berlusconi governa altri mille anni alla fine ce li togliamo dai coglioni per sempre i morti di fame che lo votano…
    …finalmente…

    comunque ribadisco che facci è un menestrello piuttosto che un giornalista.

  15. aronne piperno-
    cultura italiota filmografica.
    si suda sui libri,la cultura.
    per me rimarrai per sempre alberto sordi,i magliari.

  16. Eternauta, se solo fossi intelligente un decimo di quanto era intelligente Albertone nostro saresti un premio nobel.
    Ma purtroppo sei rimasto a Nanni Moretti…hai perso una grande occasione.
    Sò di sconvolgerti ma libri ne ho letti assai, sono riuscito anche a leggere per intero Il Capitale di Marx….
    Ma in fondo io sarò sempre uno di quelli che parcheggiano in doppia fila, vero? Beato te…….

  17. “In questo ti posso dare lezioni di democrazia quando vuoi”

    come no, che ne sai?

    è ovvio che quei Piperno non siano parenti tuoi, così come, ti dirò, avevo perfettamente presente a chi fosse ispirato il tuo nick e la sua storia

    era una semplice e facile battuta che sfrutta la coincidenza offerta dalla cronaca

    ” Non sono io che scrivo sui blog insulti e minacce contro Israele o i banchieri sionisti ”

    nemmeno io e nemmeno i dipietrati, quelli sono i nazi e rincoglioniti con il signoraggio e zeitgeist, sapessi che gente… una banda di fascisti e di santoni fai-da-te che che cerca di affascinare i ragazzini travestendosi, bruttissima roba, molto meglio la droga

    da non crederci, eh?

    comunque non ti ho detto che B. sia il tuo idolo, quindi evita di inventarti gli idoli miei e di sventolare presunzioni sul mio conto

    aspetto curioso il commento sulla registrazione di radiopadania, che forse ti sei dimenticato nella foga ;)

  18. ma sei analfabeta di ritorno?
    prendevi quattro in “analisi del testo” a scuola?
    …ed ancor più grave è che magari tu possa già votare

    E questo in soli 7 minuti, badate bene….

    State bene cosi, state…

    Ma sono solo battute, so ragazzi….

    Ricominciamo:una persona sana di mente, ovviamente si augura che Berlusconi venga sconfitto dai cittadini nelle urne…

    A parte il fastidioso “ovviamente”, non si sta forse dicendo in questo modo che solamente dei malati di mente possono volere che Berlusconi sia eletto, o erro forse?
    E non credete che, su questa base, le persone che invece non si augurano che B. sia sconfitto dai cittadini alle urne (e che quindi sono malate di mente, o se volete non-sane di mente) siano probabilmente anche le persone che lo votano?

    Ohibo’

  19. questo blog fa veramente schifo, a parte cinzia e qualcun’altro, gente come voi non dovrebbero esistere in un’Italia libera e demogratica.Comunque vi ringrazio perchè finchè esiste gente come voi, il Pdl governerà aall’infinito.

  20. i media danno risalto al tuo padrone testa di minchia!
    Leggi i giornali esteri invece di spararti le seghe con minzolini.

  21. tutti dicono berlusconi governerà per 1000 anni ancora.
    è gia morto. ciao in culo a tutti.

  22. A me spaventa l’idea che ci siano persone spaventate dall’idea che non ci possa essere un Italia senza Berlusconi

  23. Tre cosette per Facci:
    1) Ilda Boccassini è una toga rossa, giudice comunista che prende ordini direttamente da centri sociali, Cuba e Corea del Nord. Almeno così hanno sempre sostenuto i giornalisti embedded dell’ultradestra doppipopesista, di cui lei fa parte.
    Ora lei spiega che il giudice stalinista rinvia a giudizio i suoi alleati delle Brigate Rosse.
    Ci spiega perché? Ha disobbedito al presidente coreano?

    2) il suo libro è scopiazzato, e male, da “Il Tribuno” di Alberico Giostra, opera di ben altro spessore politico e giornalistico.
    Perché i giornalisti non berlusconiani si rivelano professionalmente migliori dei giornalisti collaterali alla telecrazia populista berlusconiana?
    I registi migliori non sono filoGabibbo, gli scrittori migliori non sono filoGabibbo, i giornalisti migliori non sono filoGabibbo.
    Qual è il settore dove i sostenitori dell’ultradestra televisiva sono più bravi, a parte l’inganno televisivo attuato a reti unificate?

    3) Quando un giornalista come lei, collaterale a Berlusconi, attacca Di Pietro lo rinforza. Visto che per me Di Pietro è un vero pericolo per la democrazia e la moralità pubblica, le consiglierei di parlarne bene.
    Solo così i suoi elettori cominceranno ad avere dubbi sulle sciocchezze di Tonino.

  24. Leggendo i commenti internazionali, sul Times ho letto il commento di un signore inglese che m’è parso il più sintetico e centrato: “Il gesto di un pazzo è riuscito a trasformare un buffone in un martire”. Non credo ci sia altro da aggiungere.

  25. Ma suvvia, Facci, si faccia anche lei un suo esame di coscienza. Con questi articoli e queste strumentalizzazioni direi che il clima d’odio contribuisce a crearlo lei.
    Non posso non concordare con Marco Demmini:
    “I registi migliori non sono filoGabibbo, gli scrittori migliori non sono filoGabibbo, i giornalisti migliori non sono filoGabibbo.
    Qual è il settore dove i sostenitori dell’ultradestra televisiva sono più bravi, a parte l’inganno televisivo attuato a reti unificate?”

  26. Dai, adesso polemiche a parte, Facci è oggettivamente molto bravo.
    Le sua analisi su Tonino sono spesso azzeccate.
    Tonino gli fa paura, e ha ragione!

    Il problema è che se attacchi il populismo di Tonino ma al tempo stesso usi i guanti di velluto con l’altro populista massimo, quello che fa taroccare i Tg come in “1984” di Orwell, allora perdi di credibilità.

    Fai la fine dell’amico/nemico Travaglio: bravi, ironici, un po’ bastardi, ma troppo collaterali. Troppo doppiopesisti.

  27. Dai, adesso polemiche a parte, Facci è oggettivamente molto bravo.
    Le sua analisi su Tonino sono spesso azzeccate.
    Tonino gli fa paura, e ha ragione!

    Il problema è che se attacchi il populismo di Tonino ma al tempo stesso usi i guanti di velluto con l’altro populista massimo, quello che fa taroccare i Tg come in “1984” di Orwell, allora perdi di credibilità.

    Fai la fine dell’amico/nemico Travaglio: bravi, ironici, un po’ bastardi, ma troppo collaterali e, per questo, doppiopesisti.

  28. Peter Gomez e Marco Travaglio, qualche minuto fa, hanno scritto sul loro blog: «Da parte nostra, assicuriamo che andremo avanti come sempre».

    E chi gli aveva detto niente? O forse si sentono tirati in ballo per la faccenda del celebre «clima d’odio» e cose del genere?

    Ma che stai a di???
    Tutti gli hanno dato addosso, tutti i politici del PDL, Bruno Vespa, Cicchitto addirittura IN PARLAMENTO IL GIORNO DOPO!!!!

    ma stiamo scherzando o cosa???

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