…e l’atomica, contro l’AIDS, funziona!

Apro un post nuovo (e potrei farne a meno), perché effettivamente quello sull’anoressia, che è molto interessante, sta precipitando in una deriva pro/anti fumo (e quindi, presto o tardi, pro/anti Facci).

Forse è stata colpa mia. A un certo punto della discussione qualcuno (non ricordo nemmeno il perché) ha affermato questa cosa:


“Lo sai per esempio che risulta che i fumatori si ammalano di Alzheimer in percentuale molto inferiore ai non fumatori?”

Ebbene, io non lo sapevo; ma a naso fiutavo la stronzata.


Però non l’ho detto, perché sono un tipino educato. Ho solo detto che attendevo fonti attendibili. Nel frattempo temevo che si trattasse di un’estrapolazione viziata di dati statistici: è chiaro che molti tabagisti non fanno in tempo ad ammalarsi di Alzheimer perché muoiono prima di cancro ai polmoni. O alla pelle. O di infarto. Da questo punto di vista, non c’è dubbio che il tabagismo ci risparmi un sacco di spese mediche; ma allora perché non provare rimedi ancora più sicuri come, che so, l’eroina o la Jihad islamica? Conoscete eroinomani o kamikaze islamici che soffrano di Alzheimer? Io no. In attesa di fonti attendibili, fidatevi.

Va be’, scherzi a parte, aspettavo fonti attendibili e le fonti attendibili sono arrivate subito: mi è stato citato il British Journal of Pharmacology (senza specificare numero o annata) e il New Scientist del 9 ottobre 1993. Ok, quindi non è una battuta. Probabilmente non è neanche un’estrapolazione viziata. E’ una teoria. Chiedo scusa, sono il solito malfidato.

Prima di fare pubblica ammenda, però, faccio una cosa. Vado su google. Se fossi un esperto di queste cose saprei rintracciarli io, i link negati, ma non ne so niente, per cui faccio la cosa più banale del mondo. Digito alzheimer smoking. Et voilà (sento già qualcuno: “google non è la bibbia, studia, cresci, chiedi in giro, leggi i miei libri”; ok, però non ho tutto tempo. Ho solo mezz’ora).

Il primo risultato è una pagina che ‘sembra’ seria, ma senza bibliografia, che cita due esperimenti nei Paesi Bassi: nel 1998

, a prospective study from Erasmus Medical School in the Netherlands, showed that smokers were twice as likely as those who never smoked to develop dementia associated with Alzheimer’s Disease.

E un altro esperimento dello stesso laboratorio, nel 2004…

showing that year to year, the rate of mental decline was significantly worse among those who smoked. In fact, they could even measure a difference between individuals who had smoked in the past, but since quit, and those who had not smoked their entire adult lives. The study was much larger than previous studies, involving almost 10,000 people over 65 years old.

Il secondo risultato è l’abstract di un articolo della Reuters, il cui originale però non è accessibile. Il tono è abbastanza perentorio: “Smoking does not prevent Alzheimer’s, study concludes” (devo tradurre? “Uno studio conclude che fumare non previene l’Alzheimer”). E’ il risultato del lavoro di due ricercatori californiani. Che naturalmente non sono la Bibbia neanche loro, ma… siete sicuri che su questa idea del fumo anti-Alzheimer ci sia un vero consenso scientifico?

Il terzo risultato è un articolo della BBC. Che non è la Bibbia: è semplicemente la BBC. E titola: Smoking may double the risk of Alzheimer’s (Devo tradurre? Se fumi hai il doppio di possibilità di soffrire di Alzheimer). L’articolo dà conto di una ricerca condotta a Rotterdam; probabilmente è la stessa citata nel primo sito.

Il quarto risultato, infine, assicura che il fumo previene l’alzheimer; ma a parte la mia diffidenza un po’ idiosincratica per i file in pdf e i siti dai nomi evocativi come tobaccofreekids, c’è da dire che la bibliografia risale al 2000. La ricerca olandese è del 2004. Gli articoli che mi avete citato voi dinosauri, risalgono al 1993. 13 anni fa. Di positivo c’è che siete ancora vivi, brutte ciminiere.

Ma non è detto che non vi stiate ammalando di Alzheimer. Anzi, tutto sommato le possibiltà che vi stiate ammalando di Alzheimer sono abbastanza elevate. E questo spiegherebbe perché prima di dire sciocchezze non abbiate provato a fare una ricerchina su google. Una cosina semplice, di quelle che fanno i bambini in prima media. Io ci ho messo tre secondi. A scorrere i quattro articoli, dieci minuti. C’è anche da dire che non fumo.

Questo post si sarebbe anche potuto evitare, ma cercate di capirmi. Io ho una mamma, che ha paura (come tante) di ammalarsi di Alzheimer. Se un giorno capitasse in questo sito, molto ben indicizzato, potrebbe (tra le varie oscenità e il mio nome) assumere che persone degne di fede sono convinte, perché lo hanno letto su pezzi di carta molto prestigiosi, che fumare aiuta. Per cui, se stai leggendo, per favore, mamma, smetti. Non fidarti di questa gente. Si attaccano a ogni sciocchezza, proprio come i tossici per giustificare la loro dipendenza. Lascia perdere. Io ti dico che secondo me il fumo raddoppia le possibilità di ammalarsi di Alzheimer. Voi qua sotto dimostratemi il contrario.

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50 Commenti

  1. Facci, mettici uno smiley ogni tanto, almeno si capisce che scherzi.
    “lo uso come palestra… maccaroni m’hai provocato e mo’ me te magno”
    :)

  2. Murmur, non vorrei rifarmela con te che sei solo l’ultimo arrivato a spalare merda su chi non la pensa come Leo, quindi cercherò di dirti in modo tranquillo e senza offenderti (ma mi prudevano le mani – apprezza lo sforzo) che io non fumo. Anzi, peggio: sono un ex.

  3. Murmur, l’esercito più potente del mondo è ormai da un bel po’ quello dei non fumatori. Stai un po’ indietro.
    Le sigarette costano sempre di più, il fumo è inibito in quasi tutti i locali pubblici, si fuma meno (sigarette, spinelli non so. Né mi metto a fare ricerche in merito). Addirittura, in molti GP di formula1 è proibito da tempo esporre pubblicità e sponsorship di tabaccai.
    Piantiamola con le crociate contro le multinazionali, su. Anche Grisham non ne scrive più nei suoi romanzi.
    Fumare fa male. Punto.
    Aggrapparsi a ricerche variamente autorevoli che prospettano una protezione da alcune malattie per giustificare un vizio personale è un po’ infantile.
    Noi fumatori siamo perfettamente consapevoli degli effetti negativi del fumo, su di noi e su chi ci sta vicino. Montagne di film, campagne, politiche e quant’altro sono stati profusi sul tema.
    Quindi, chi non fuma sta dalla parte della ragione.
    Ma non chi, come Leo e altri aspiranti Dr. House, che la buttano sulla competizione a chi cita più fonti dal net.
    A me, piuttosto, fa un po’ ridere il fatto che molti dei talebani antifumo siano poi dei grandi libertari della libera canna no limits.
    Qualcuno mi spiega questa contraddizione, per favore, senza ricorrere a studi trovati, dopo peritosi search, sugli effetti benefici delle canne?

  4. Non mi risulta che se ti trovano con 1000 mg di nicotina in tasca tu rischi la galera.. per fortuna i tabagisti non sono trattati cosi` male. Non ancora, almeno.

  5. Bè…Signori! Avete costruito una polemica su un “piccolo” errore di fondo (in termine tecnico scientifico un “Bias”). Gli studi a cui fa riferimento Facci sono sugli effetti della nicotina! Il fumo di sigarette, quello che fa morire 2 milioni di persone l’anno di cancro, non è solo nicotina. I prodotti della combustione sono cancerogeni al 100%, non certo la nicotina. Quindi chi si vuole proteggere dall’Alzheimer si spari fiale di nicotina in vena e non rompa i coglioni.
    Dite la vostra che ho detto la mia…senza nulla a pretendere!

  6. di tutte le pagliacciate che tornano a infestare i media con periodicità solitamente divertente(per gli appassionati del genere)con un vigore che De carlo ben descrisse in “tecniche di seduzione”(“stavo lavorando a un collage di interviste telefoniche sul declino dei seni grossi(..).Solo pochi mesi prima mi avevano fatto mettere insieme un servizio del tutto simile dove si sosteneva che le forme opulente dominavano ovunque,con un giro del tutto simile di opinioni di personaggi della cultura e dello spettacolo interpellati a conferma,una selezione del tutto simile di famose donne nostrane e americane citate ad esempio.A stare lì dentro il mondo intero sembrava fatto di cicli incredibilmente ravvicinati,dove ragioni e comportamenti e immaginazioni e opere e valori e istinti si inabissavano e riemergevano per poi riinabissarsi senza ragione apparente.Quasi ogni settimana c’erano nuovi tenui sintomi da mettere in risalto e generalizzare fino a farli sembrare una tendenza destinata a travolgere tutto;i nostri archivi erano pieni di fotografie e nomi e numeri di telefono in grado di confermare la più debole delle deduzioni”)quelle sulle presunte certezze oncologiche,diagnostiche e terapeutiche,sono quelle che mi fanno più incazzare.Esco,vado a comprare le sigarette

  7. Purea di nicotina con struffole stufate e plissé di spripinzini

    Ingredienti per quattro persone in predicato di ammalarsi di tante belle cose della vita

    nicotina q.b. (un camioncino)
    struffole sfuse
    spripinzini della casa

    preparate il purè di nicotina con una ruspa da giardino, plissettate gli spripinzini e struffolate il resto. Servite caldo, appena acceso.
    se vi avanza un po’ di purea spalmatevela sul corpicino, fateci un decotto, dei suffimigi, sporcate in giro.

    (tratto dalla rivista “Scienze e vita vissuta, ‘orcocan” editori amari)

  8. Buongiorno, sono un’esperta, mi sono occupata di letteratura scientifica per anni e di studi sul fumo ne ho letti a iosa. Non parteggio e non mi schiero, dico solo quello che so.
    1) Il fumo favorisce un sacco di malattie, in particolare i tumori (non solo al polmone) e l’infarto cardiaco
    2) Il fumo sembra prevenire l’alzheimer: di studi su questo argomento ne esistono tanti ma nessuno degli autori si è mai sognato per questo di consigliare di fumare. Rilevare che statisticamente i fumatori hanno una probabilità minore di ammalarsi di alzheimer significa che qualcosa contenuto nelle sigarette (quasi certamente la nicotina) possa avere un effetto benefico sul cervello, e quindi che ci si potrebbe ricavare un farmaco.
    3) Fumare per prevenire l’alzheimer è un’assurdità che nessun medico si sognerebbe mai di consigliare visti gli effetti collaterali.

    Considerazione generale per i non esperti: qualsiasi droga (non solo la nicotina, ma anche l’eroina, la cocaina, l’ecstasy e compagnia bella) ha degli effetti positivi per il semplice fatto che ha degli effetti. Anzi: quasi tutte le droghe (potrei dire tutte) prima di diventare tali erano considerae sostanze dalle grandi potenzialità terapeutiche (non dimentichiamo che il termine DRUG in inglese significa contemporaneamente “farmaco” e “droga”). Il fatto che i danni, e soprattutto il pericolo della dipendenza, siano molto maggiori dei rischi ha portato alla loro eliminazione dal prontuario farmaceutico (talvolta non del tutto: vedi la morfina, potentissima contro il dolore). In conclusione: non deve affatto stupire che una sostanza considerata una droga abbia anche degli effetti “farmacologici”. Piuttosto diffidate di tutte quelle sostanze che “sicuramente male non fanno”, perché se davvero non possono fare male in alcun modo, è assodato che non possano neanche fare bene in alcun modo.

  9. Consiglio per il Vostro interesse di chiudere qui la discussione, e tutto sara’ dimenticato, in caso contrario…… risolvero’ il problema in modo drastico.
    E sapete che ne sono capace!

  10. E’ arrivata l’esperta, Ma allora, se la mette giù dura, con qiel tono di sufficienza e un filo pedagogico, sono un esperto anch’io. Ci ho scritto un libro, e mi sono documentato per anni.

    Allora. In termini generici non c’è studio che possa dimostrare che “il fumo provoca malattie cardiovascolari” come c’è scritto sui pacchetti.
    La ricerca più importante del mondo sul tema dimostra semmai che non esiste correlazione apprezzabile: per gli uomini il rischio arriva a 1.3 (minimo: 2.0) fumando due pacchetti al giorno. Un’altra nota ricerca (se vuoi te le cito, le ricerche) ha evidenziato addirittura che i non fumatori hanno una frequenza di infarti più alta dei fumatori: ma molte ricerche lasciano il tempo che trovano. Vero è, in età avanzata e dopo milioni di sigarette, che il fumo può favorire la calcificazione dei vasi sanguigni e comportare disturbi circolatori alle gambe: trattasi delle cosiddette “gambe del fumatore”, conseguenza del restringimento e dell’occlusione delle arterie con evidente dolore nel camminare. Un forte fumatore che abbia questo problema farà bene a calare sotto una soglia di sicurezza, come del resto altre malattie della senescenza potranno richiedergli di fare circa altri piaceri della vita, tipo bere e mangiare smodatamente. E’ anche vero, passata una certa età, che ogni autentica emozione – del sesso neppure parliamo – può favorire un angina pectoris, insomma un infarto: non pare il caso, tuttavia, per scongiurare la morte, di smettere di vivere.

    Poi, ecco, c’è la questione dei tumori ai polmoni. C’è un fatto: la maggioranza di essi viene a fumatori, su questo non c’è dubbio. Secondo alcuni è colpa dei depositi di catrame che dopo parecchi anni di tabagismo – e fumando in maniera spropositata, siamo sempre lì – può appunto condurre al tumore. Le citate quantità di fumo tendono a distruggere il sistema di filtraggio che difende i polmoni dalle varie polveri e sostanze tossiche, dunque li rendono più esposti a smog e varie sostanze inquinanti che alla lunga possono appunto portare al tumore. La classica tosse dei forti fumatori deriva da questo cattivo filtraggio che pure può condurre a bronchiti croniche o a enfisemi. Ma, detto così, equivale a dire che bere alcolici porta alla cirrosi epatica o al delirius tremens. Anzitutto bisognerebbe anche dire che l’età media delle persone colpite da tumore ai polmoni è di 72 anni, età nella quale il cancro uccide un terzo delle persone in generale: il solo fatto di appartenere al genere umano – è una statistica anche questa – comporta il 33 per cento di probabilità di avere un tumore prima o poi. Senza, avventurarsi in terreni troppo impervi, occorre inoltre ricordare che l’aspettativa di vita in Occidente è incredibilmente salita e che di conseguenza, complice la crescita zero, vi sono sempre più persone anziane che tristemente contribuiscono alla suddetta media. A questo andrebbe aggiunto che la diagnosi dei tumori in passato era probabilmente sottostimata – sicchè ora svetta – anche perché si tendeva a liquidare gli smagriti e i tossosi come dei tubercolotici finali, soprattutto se fossero stati dei poveracci da seppellire senza troppe cerimonie. Infine, nota curiosa, non mancano studi che basandosi su una comparazione di settantacinque ospedali hanno verificato che il 33 per cento dei casi diagnosticati come tumori ai polmoni erano in realtà qualcos’altro, mentre il 46 per cento dei casi diagnosticati come qualcos’altro erano in realtà tumori ai polmoni. Rileggete la frase.

    La maggioranza dei malanni sinora citati, genericamente, viene ammessa anche dalle multinazionali del fumo in maniera automatica e acritica: come visto, mantengono mediamente una politica insopportabile che le porta a convenire su qualsiasi allarmismo – fondato o meno – che le varie autorità sanitarie chiedan loro di condividere. Che gli frega. I dati di vendita intanto sono a mille.

    Tornado al senso delle proporzioni, un paragone col vino è pertinente e così pure non lo è. Il famoso bicchiere di vino al giorno – quello che non fa mai male, posto che tutto fa male – potrebbe equivalere in effetti a meno di dieci sigarette quotidiane, ma poi i rapporti cambiano. Venti sigarette non equivangono a due bicchieri di vino: ma almeno a tre. E così via. Allo stesso modo funzionano le incidenze del fumo sul tumori al polmone: se venti sigarette comportano un rischio dieci mentre quaranta sigarette comportano un rischio venticinque mentre dieci sigarette un rischio quattro.

    Poi, d’accordo, ci sono quelli che io non bevo e non fumo e non bevo caffè, nella speranza che si rifacciano in altri modi. Potrebbero anche decidere di vivere in campagna lontani dallo smog, e mangiare alla contadina lontani dai conservanti: auguri, anche se nessuna ricerca ha mai dimostrato che pescatori o contadini o anche istruttori di golf vivano mediamente più degli urbanizzati.
    Per altre cose nessun dubbio: il fumo ingiallisce i denti, trasforma la voce, invecchia la pelle. Tutto nella giusta scala, al solito: Naomi Campbell è una fumatrice. Claudia Cardinale, da sempre, fuma come una ciminiera e guardatela. Se il futuro è nella genetica, spesso lo è anche il presente.

    Il resto sono terrorizzanti sciocchezze. Lo sono i luttuosi elenchi di tumori in ogni parte del corpo, lo sono tutti gli altri moniti che paventano dall’impotenza alla caduta dei capelli. Gli allarmismi secondo i quali il fumo diminuerebbe la fecondità, e altererebbe le gravidanze, pur avendo un fondamento statistico, andrebbero perseguiti per il terrore e l’isteria che generano sulle donne incinte. Molti medici parlano in buona fede o per sentito dire, altri sono ricercatori pagati a suggestione mediatica: profeti di sciagure atti a dimostrarti che non c’è vita dinamica che presto o tardi non ti porti al creatore, in buona sostanza dei menagrami.

    Per quanto riguarda le tue considerazioni “per i non esperti” (ma senti questa) in questo sito si è già raccontato, per esempio, che la cocaina era nella Coca Cola sino al 1901 e che era reclamizzata proprio per questo: la prendevano i gesuiti in America Latina, la prendevano Pio X e Leone XIII e così pure gli Zar delle Russie, i principi del Galles, i sovrani di Svezia e di Norvegia, Thomas Alva Edison, i fratelli Lumière, persino Sigmund Freud che scrisse L’interpretazione dei sogni assumendo qualcosa come cinque grammi di cocaina al giorno; non parliamo della cocaina elargita agli eserciti canadese e tedesco, degli Anni settanta quando la cocaina era celebrata sul New York Times (pur proibita) e quando a sostenere la liberalizzazione della cocaina e della marjuana non era Bob Marley, ma una lobby in cui primeggiava la Fondazione Ford. Nella classificazione statunitense delle droghe pericolose, datata 1971, la cocaina neppure c’era: è lo stesso anno in cui Peter Burne, lo psichiatra incaricato di dirigere il programma statale per la lotta alla droga, fu visto sniffare pubblicamente a una festa ufficiale con seicento invitati.

    Ciao esperta. Ah, dimenticavo: per qwuanto riguarda l’alzheimer, i medici che consigliano qualche sigaretta ci sono, soprattutto negli Usa. Ma mai ufficialmente.
    Ciao esperta.

  11. Facci:
    “Gli allarmismi secondo i quali il fumo diminuerebbe la fecondità, e altererebbe le gravidanze, pur avendo un fondamento statistico, andrebbero perseguiti per il terrore e l’isteria che generano sulle donne incinte.”
    Secondo Nick Macklon, primario di Ostetricia e Ginecologia dell’Universitair Medisch Centrum di Utrecht (Olanda), solo le coppie che smettono di fumare dovrebbero essere ammesse alla fertilizzazione in vitro: il fumo riduce infatti enormemente le probabilità di successo.
    (Fonte: ANP, 19-10-2006)
    Scusate tanto, ma io se avessi problemi d’infertilità mi fiderei del profeta di sciagure pagato a suggestione mediatica Macklon, autore fra l’altro di ‘The Science behind 25 Years of Ovarian Stimulation for in Vitro Fertilization’ (Endocrine Reviews 27 (2): 170-207), piuttosto che di Inseminator Facci.

  12. (non dimentichiamo che il termine DRUG in inglese significa contemporaneamente “farmaco” e “droga”)

    No esperta, non lo dimentichiamo. Anche perché, in greco, il termine “farmacon” presenta la stessa ambivalenza di significato.

  13. Già che ci sono, posso consigliare il librettino che ho scritto io? Si chiama “Storia d’Italia a rovescio” e non parla di fumo. Però è assodato che previene l’alzheimer meglio del libro di Facci.

    Fine dello spot.

    Ragazzi, mi dispiace di avervi fatto innervosire. Sul serio. La prossima volta, prima di intervenire in una discussione con me (ma anche con altri), assicuratevi di avere ragione.

    Il minimo che si possa dire di Joe, di Vis, di Facci, è che in un singolo momento hanno cercato di accreditare una verità (il fumo previene l’alzheimer) sulla quale non esiste assolutamente consenso scientifico.

    Io non voglio che smettiate di fumare: voglio che smettiate di accreditare sciocchezze pericolose su un sito internet molto visitato. Tutto qui. Non è mica tanto.

  14. Via, basta, ci rinuncio.
    Non vale la pena discutere con chi fa della menzogna il suo unico argomento e ribadisce il solito refrain perché altro non gli è rimasto.
    Non mi ci provo nemmeno a chiedergli di citarmi l’esatta frase di quel “minimo momento” in cui avrei “tentato di accreditare che il fumo protegge dall’alzheimer”. Perché so che non ne avrebbe alcuna possibilità e d’altronde i miei interventi sono lì a dimostrarlo.
    D’altra parte non c’è molto da discutere con chi non ha altre frecce al suo arco che la menzogna e la mistificazione.

    Su una cosa devo darti ragione: mi hai fatto innervosire, non tanto, ma un po’ sì. Di quel nervoso tipico che prende quando credi di stare discutendo con una persona intelligente e invece ti rendi conto che dovevi solo rimanere buono ad assistere all’omelia di un saccente arrogante.
    Vado a tagliarmi i capelli.

    P.S.: Ho già detto che non fumo. Non che questo sia importante di per sé. Solo come ulteriore dimostrazione di come uno che non sa più che dire si attacchi proprio a tutto, non importa se vero o falso.

  15. Joe, il tuo è autolesionismo.

    Scrivi: “Non mi ci provo nemmeno a chiedergli di citarmi l’esatta frase di quel “minimo momento” in cui avrei “tentato di accreditare che il fumo protegge dall’alzheimer”. Perché so che non ne avrebbe alcuna possibilità e d’altronde i miei interventi sono lì a dimostrarlo”.

    Fammi capire: è da tre giorni che tu litighi on line con uno sconosciuto sul… nulla! Perché non hai mai cercato di accreditare che “il fumo protegge dall’alzheimer”! E allora perché hai perso tutto questo tempo?

    1. Intanto io non ho scritto “protegge”; ho scritto “previene”. Coi virgolettati devi starci attentone. Altrimenti qualcuno penserà che sei proprio un po’ disonesto.

    2. E’ abbastanza ragionevole che in una discussione, chi tira fuori l’argomento “i fumatori si ammalano di alzheimer in percentuale minore”, vuole azzardare una correlazione tra fumo e prevenzione dell’alzheimer.

    3. Quando Vis scrisse che i fumatori si ammalano di alzheimer in percentuale minore dei non fumatori, io chiesi una fonte, e tu segnalasti il British Journal eccetera. Qui sotto incollo l’url, ma ho la sensazione che non lo prenderà: http://www.macchianera.net/2006/11/22/io_non_volevo_parlarne_ma.html#comment-592585

    4. In quel singolo momento, tu volevi accreditare che il fumo previene dall’alzheimer. Hai fatto una cosa molto sbagliata e non la devi fare più. Chiunque può passare di qui, leggerla, e farsi una certa idea. Compreso un figlio tuo, se ce l’hai.

    Sei stanco, sei nervoso? Mi dispiace. Succede a chi ha torto. Hai smesso di fumare? Strano, visto che a volte (dico: a volte) dai la sensazione di pensare che potrebbe prevenirti dall’alzheimer.

    Il non-fumatore che a tempo perso fa il lobbista pro-fumo a gratis è peggio di un ateo devoto.

  16. Leo, sei un piccolo truffatore ballista e recidivo, ed è l’assenza tua di decoro nell’avere palesemente torto che ti fa sfigurare, nion altro. Per come continui palesemente ad attorcigliarti, non vale neppure la pena di polemizzare con te: neppure per riflettere informazioni sugli altri. Chi doveva capire ha già capito. La verità è che ti sei infilato in un post ignorante e hai beccato le bastonate. E ti assicuro, anche perchè mi sei simpatico, che se lo dico io qualcuno ci crede.
    Io e credo nessuno ha mai detto che fumare non fa venire l’alzheimer. L’hai capito? Non è questo il punto. Non parlo da fumatore, l’ho già detto.
    Infine: credo tu abbia un’idea un po’ vaga del “consenso scientifico”. Non è che esiste un congresso mondiale della scienza dove si stabilisce che cosa è e che cosa non è. Esistono migliaia di correnti, scuole, teorie una opposta all’altra, prove e riprove e studi su studi. Quelli seri, ossia non allarmisti, in genere appaiono poco sui giornali. E quelli seri, in maggioranza, dicono che la nicotina è di fatto l’unica sostanza al mondo che si sia dimostrata utile contro l’alzheimer. Ci stanno lavorando. Può darsi che non porti a nulla, può darsi che porti a qualcosa, di sicuro chi ne sa meno di un cazzo, qui, sei tu.
    Ora basta, perchè stai veramente facendo la figura dello scemo e un po’ mi dispiace.

  17. Caro Facci, leggo ora la tua risposta al mio intervento e vorrei replicare. Non credo che definirsi “esperti” significhi automaticamente essere saccenti, può anche voler dire che si ritiene di parlare di un argomento con cognizione di causa. Non sto sposando nessuna tesi a priori, vorrei solo riportare – e non credo a sproposito, mi sembra anzi la sede opportuna – l’idea che mi sono fatta dopo diversi anni che ho bazzicato, per lavoro, tra questo genere di cose.
    Di letteratura scientifica in questo campo ne esiste una marea, penso anzi che il fumo sia uno degli argomenti di cui in medicina si è scritto di più, e quindi necessariamente è stato scritto tutto e il contrario di tutto. I dati che tu riporti, però, sono secondo me viziati dalla tesi che vuoi sostenere (e che non condivido), e cioè che sul fumo si tendano ad amplificare i rischi e a non mettere in evidenza “le cose buone”. Il paragone con l’alcol è poco pertinente perché l’alcol a basse dosi (un bicchiere al giorno) in effetti non fa male e probabilmente fa anche bene, mentre le sigarette fanno male comunque, anche in piccole quantità, anche perché – come giustamente faceva notare qualcuno – il vero danno non viene dalla nicotina (il cui effetto nocivo è sostanzialmente la dipendenza) ma dai vari prodotti di combustione delle sigarette.
    Dissento in particolare sul fatto che gli altri rischi attribuiti al fumo sarebbero discutibili o non provati: il fumo nuoce a moltissimi livelli (sicuramente cuore, vasi, fertilità, tumori in generale…), di studi ne escono a ripetizione e in ogni parte del mondo e allora, a meno di non voler ipotizzare un complotto planetario contro le multinazionali del tabacco (e perché mai?) tendo a credere che le cose stiano davvero così. Posso tuttalpiù arrivare a pensare che alcuni rischi siano sovrastimati, perché è talmente assodato che il fumo nuoce a tutto l’organismo che può esserci la naturale tendenza a vederlo più colpevole di quello che è. Ma non che questi rischi siano inventati.
    Sulla questione della droga, forse sono andata un po’ fuori tema, ma era solo uno spunto di riflessione: non deve stupire che la nicotina possa fare anche bene perché TUTTE le droghe (e non solo la nicotina!), in casi selezionati, fanno bene, e spesso anche MOLTO bene. Tu citi la cocaina, ma che dire allora dell’eroina lanciata dalla Bayer come “eroico” medicinale contro la tosse (oltre che eccezionale antidolorifico)? O dell’ecstasy somministrata dagli psichiatri americani per favorire l’empatia con i pazienti? E’ singolare, tra l’altro, che in italiano l’ambivalenza originaria della parola “farmaco” non sia stata mantenuta. Forse c’è da riflettere anche su questo.
    Tornando a quanto scrivi, trovo inutile riportare i soliti singoli casi eccezionali (naomi campbell fumatrice e bellissima, o claudia cardinale, o anche gli stessi medici che consigliano – chissà perché non ufficialmente – ai loro pazienti di fumare): proprio perché casi eccezionali confermano la regola.
    Non mi sogno di entrare in competizione con te (tra l’altro ti leggo sempre qui su macchianera, e spesso mi piaci anche) ma permettimi almeno di esprimere la mia umile opinione (di esperta), che più o meno è questa: il fumo fa male in tantissimi casi, pur tuttavia in qualche caso fa bene. Ti pare una verità sconvolgente che ci stanno colpevolmente tenendo nascosta? A me no, per niente. Anche perché, purtroppo, non c’è modo di sapere a priori se farai parte parte della moltitudine dei danneggiati o della ristrettissima élite dei beneficiati.

  18. La letteratura scientifica (intendo quella delle riviste specialistiche e non quelle di divulgazione) è cosa da addetti ai lavori. Non basta averne letta tanta e averci scritto un libro. Facci non sei un addetto ai lavori e si capisce da quello che scrivi e sopratutto da come lo scrivi. Ti prego abbi il pudore di smettere di discettare su questi argomenti.

  19. Ho un tumore.

    Al polmone destro.

    Secondo 3 medici e 4 oncologi, 100% dovuto al fumo.

    Il prezzo di 15 anni di Camel.

    Facci, fottiti.

  20. Fino ieri mi sarei offerta di accompagnare Joe a tagliarsi i capelli, ma lo avrei accompagnato volentieri ovunque anche se non me lo avesse chiesto, nel tentativo, come lui, di distrarmi da questo post.
    Oggi invece, leggendo le ultime risposte di Leo giustificate per altro dalla necessità di tutelare i molti lettori di questo blog dalle mie affermazione, mi rendo conto che non ho a che fare con un evangelizzatore, un integralista, un massimalista, un fondamentalista, un predicatore, un mistificatore, un qualunquista qualsiasi, ma con una persona incapace di leggere e comprendere, non condividere, ma semplicemente comprendere ciò che legge.
    Un maniaco, un automa, un forma di intelligenza primitiva, una macchina programmata per rispondere automaticamente alla parola “fumo” che inserita casualmente in tutt’altro contesto, la fa suonare come una sirena dei pompieri.
    Questo non è un post, non è una discussione e non è il tentativo di approfondire un argomento, ma un allarme rosso inviato all’umanità intera che correre il rischio gravissimo di rimanere influenzata, abbagliata, ipnotizzata da una supposizione che non può e non deve essere neanche presa in considerazione.
    Mi fanno sorridere tutti coloro che partecipando a questo post si definiscono più esperti di altri esperti (e ognuno in base alle proprie competenze), mi fanno un po’ pena coloro che non basano le loro conclusioni su un ragionamento ma il loro ragionamento sulle conclusioni altrui e mi fanno molta paura gli psicolabili dalle verità assolute, ma rendermi finalmente che l’autore del post è solo un interruttore “on” “off”, mi rassicura molto.
    Ovviamente scelgo “off”, spengo la sirena e me ne vado tranquilla per la mia strada consapevole che è molto più probabile che un essere umano possa convincerne altri cento, piuttosto che una macchina possa dissuaderne anche uno solo.

  21. Mi dispiace dirtelo Facci, Joe e anche a te Viss.
    Ha ragione lui.
    Ha ragione Leo.
    Perchè se tre persone intelligenti, preparate, ottimi ragionatori, polemici il giusto, stan tre giorni dietro alle boiate di questo scatenato vuol dire che non han capito niente, che hanno torto.
    Leo ha ragione.
    Anche quando sostiene che statisticamente è più facile che voi moriate per gli effetti del fumo che non lui per quelli dell’alzaimer.
    Sfido. L’alzaimer attacca le cellule cerebrali.

  22. Kamel, se tu davvero avessi un tumore al polmone destro e venissi a offrirlo in pasto al commentario di Macchianera, beh, sarebbe segno che te lo meriti.
    Contevico, il tuo ragionamento avrebbe un senso se partissimo tutti dalla stessa base genetica; ma i fattori ereditari sbaragliano e rendono unico il percorso di ciascuno. E’ per questo che ci sono i 90enni sani che fumano e i 20enni che non fumano ma hanno un tumore.
    Per il resto, a leggere i commenti via via succedutisi di Leo nutro il sospetto che un po’ di alzheimer, insomma, ecco, forse.

  23. Consiglio a tutti, fumatori e non, di sedare per un paio d’ore gli animi andando a vedere “Thank you for smoking”.

  24. Uno dice “a”, l’altro capisce “b” e risponde “c”. Non vi capite per niente e siete anche un tantino irritanti.

  25. Ma uffa.
    E se la scienza si decidesse a consentirci di (mangiare, bere, respirare, fumare, scopare, ecc.) vivere senza eccessivi danni? ‘Sta cazzo di eterna giovinezza, ‘sti Eloi (ehm, no, Eloi, forse meglio di no), ‘sta immortalità, dove diavolo sono?

  26. Facci, non capisco se sei un coglione ignorante o un bastardo intelligente! Ti amo comunque. Ma questo fervore nel difendere posizioni indifendibili con argomenti discutibili? (ho fatto un rap)

    Prendiamo l’articolo del BJP, lo ha letto qualcuno? Non dico che si capisca tutto… ma almeno l’Abstract!

    “The data show that the protection of nicotine is partly via nicotinic receptors. Our
    results suggest that nicotine may be beneficial in retarding the neurodegenerative diseases such as AD.”

    Parzialmente, potrebbe.. termini che mal si addicono alle assolute verita` che qui vengono
    propugnate. Il fatto e` che, in generale, medici e biologi non ne capiscono poi cosi` tanto.
    Per fare un paragone, prendete una persona A che non ne sa nulla di informatica, con le minime
    conoscenze necessarie per scrivere questo blog, B puo` far credere ad A qualunque cosa
    sull’informatica (ed e` quello che in media fanno i rivenditori). Ma si puo` affermare
    tranquillamente che probabilmente anche B non ne sa un molto di informatica. Biologi e medici sono B e noi siamo A. Non che sia colpa loro, l’argomento e` difficile, e qualcosa si deve pur fare. Ma, tanto per dire, un’affermazione del tipo

    “La ricerca più importante del mondo sul tema dimostra[…]”

    Due gran cagate in 9 parole!!! Che cazzo vuol dire la ricerca piu` importante del mondo? E` nel Guinness? Nemmeno il Nobel puo` portarti a dire, “la ricerca piu` importante del mondo”.
    E poi il termine “dimostra”. Cavoli e` azzardato. Al massimo e` un “mostra”!

    Eppure la questione e` semplice. La WHO nel world health report 2003

    http://www.who.int/entity/whr/2003/en/whr03_en.pdf

    ha definito il fumo come prima causa di morte RIMOVIBILE. Ed e` in quel rimovibile che sta il segreto! Perche’ non e` ne la peggiore ne la piu` letale.. e` la piu` rimovibile, e quindi, tradotto, si puo` trasformare in un risparmio per i servizi sanitari nazionali. E` per risparmiare soldi che si sono profusi tutti questi sforzi! Non per il nostro bene, sia chiaro! Su questo Facci ha ragione. Ma la cosa piu` “interessante” e` che la seconda causa RIMOVIBILE di morte e` ‘obesita`! E quindi stanno partendo molte campagne contro
    l’obesita`.. fino a dire che un obeso non ha diritto di essere curato perche’ e` CAUSA
    del suo male. Ne vedremo delle belle.

    Il problema e` il solito, liberta` personale contro necessita` di mandare avanti la baracca.
    Solo che viene meglio (per i media? per i governi? per?) condire il tutto con tratti drammatici
    da fine del mondo.

  27. Ma a Milano non si fa più, l’aperitivo?
    Nel senso che alle sette di sabato sera, perdiana, lo stimato giornalista polemologo Filippo Facci non ha niente di meglio da fare che insultare un signor nessuno che non ha abbastanza soldi per querelarlo?

    Ma perché sono qui, anche stamattina, a doverti ricordare i fondamentali di una discussione? Lo sai che cedere agli insulti è sempre indizio di nervosismo? Devi respirare forte e mandare giù. Se davvero hai ragione, si vedrà anche dalle tue reazioni.

    Ora, il punto è in cima a questo scambio sta un’affermazione di Vis: “i fumatori si ammalano di Alzheimer in percentuale molto inferiore ai non fumatori”. E’ una stronzata, come chiunque può verificare.
    E poi c’è un affermazione mia: “Io ti dico che secondo me il fumo raddoppia le possibilità di ammalarsi di Alzheimer. Voi qua sotto dimostratemi il contrario”.

    Naturalmente tu non hai ancora provato il contrario: hai solo intorbidato le acque citando un sacco di fonti su ricerche sugli effetti della nicotina sull’organismo. Tutti quelli che se ne intendono un po’, qua sopra ti hanno fatto notare che un conto sono ricerche sulla nicotina, un conto è affermare in una discussione che fumare previene l’alzheimer. O che chi fuma si ammala meno di alzheimer. Anzi, io ho citato una ricerca che dimostra il contrario, e tu ti sei ben guardato dal discuterla (non ne avresti, del resto, la competenza).

    Mi pare chiaro, insomma, che qui il truffatore recidivo non sono io. Non posso dire esattamente chi è, perché è uno che minaccia facilmente le querele, però fidati, non sono io.

    Ti do qualche indizio: è una persona che tende a ritornare sempre negli stessi posti, a perdere la calma, a inveire con gli sconosciuti. Tutti sintemi di una bruttissima malattia che i fumatori hanno il doppio di possibilità di contrarre.

  28. Si chiama inversione dell’onere della prova, quello che pretenderebbe Leo: è lui che ha fatto il post, è lui che ha messo lì due ricerchine del cazzo come fonti di prova e ha scomodato l’espressione ‘stronzata’: ma dovremmo essere noi a smentirlo altrimenti significa che ha ragione lui. Tu dici “che secondo me il fumo raddoppia le possibilità di ammalarsi di Alzheimer. Voi qua sotto dimostratemi il contrario”. Ma sei già stato smentito nel metodo. La scienza non è un torneo di ricerche, e non ti conviene che lo sia: perchè la tua tesi ne uscirebbe comunque in terza fila.
    Io sono ilo più calmo di tutti, mi sembra, e per querelarmi, se vuoi, non servono soldi. C’è avvocato d’ufficio. Aggiungici questa: paragonare le ragioni per cui minacciai di querelare e questa cosa qui è da – segnatelo – cretini totali.

    Per il resto, visto che parli a casaccio di doppio delle possibilità”, ti ri-spiego una cosa sola. che non esiste studio realmente serio – è accademia – che consideri rilevante un rischio che risulti inferiore al doppio del normale, ossia del 200 per cento (in gergo: 2.0), se non addirittura del 300 per cento (3.0). Ogni percentuale di rischio inferiore al doppio è considerata debole e insufficiente: e infatti un trucco classico è dire che un rischio va dalla percentuale x alla percentuale y, un po’ come visto pagine addietro per lo studio britannico che associava i tumori all’alimentazione per una percentuale “dal 30 per cento al 70 per cento”.
    Piccola anticipazione: il rischio che associa fumo passivo e tumore ai polmoni è mediamente indicato in 1.19 (19 per cento: come detto la soglia minima sarebbe 2.00) e in teoria non dovrebbe essere neppure preso in considerazione, tanto per chiarire. Ma sappiamo che fa male lo stesso e quindi è al centro di una campagna mondiale. Non lo sono, invece, e giustamente, altri rischi:

    – Uso di reggiseno tutto il giorno e cancro della mammella: indice 12.500 (+12.500 per cento).
    – Lavande vaginali e cancro della cervice: indice 4 (+300 per cento).
    – Stress sul lavoro e cancro colo-rettale: indice 4,5 (+350 per cento).
    – Calvizie in uomini sotto i 55 anni e infarti: indice 1,4 (+40 per cento).
    – Assunzione di olio di oliva e cancro della mammella: indice 1,25 (+ 25 per cento).
    – Vasectomia e cancro della prostata: indice 1,3 (+ 30 per cento).
    – Obesità in donne e morte prematura: indice 1,3 (+30 per cento).
    – Lavoro sedentario e cancro al colon: indice 1,3 (+ 30 per cento).
    – Tre tazze di caffè alla settimana e morte prematura: indice 1,3 (+30 per cento).
    – Peso alla nascita in eccesso di 4Kg e cancro della mammella: indice 1,3 (+30 per cento).
    – Assunzione quotidiana di margarina e malattie cardiache: indice 1,5 (+ 50 per cento).
    – Assunzione di acqua del rubinetto e aborto spontaneo: indice 1,5 (+50 per cento).
    – Uso regolare di collutorio e cancro della bocca: indice 1,5 (+50 per cento).
    – Aborto e cancro al seno: indice 1,5 (+50 per cento).
    – Assunzione di yogurt e cancro delle ovaie: indice 2 (+100 per cento).
    – Assunzione di latte intero e cancro polmonare: indice 2,14 (+ 114 per cento).
    – Obesità in donne non fumatrici e morte prematura: indice 2,2 (+120 per cento).
    – Assunzione di carne rossa e avanzato cancro della prostata: indice 2,6 (+ 160 per cento).
    – Acqua potabile clorata e cancro della vescica: indice da 2 a 4 (da 100 per cento a 300 per cento).
    – Assunzione in eccesso di 12 hot dog al mese e leucemia: indice 9,5 (+850 per cento).

    E’ possibile tutto questo? Statisticamente sì.
    Allo stesso modo, laddove tutto è dimostrabile, persino il sito di Cnn Italia è potuto cadere nell’imboscata dell’ennesimo studio secondo il quale le donne che praticano la fellatio e soprattutto ingoiano lo sperma (almeno una o due volte a settimana) hanno il 40 per cento di probabilità in meno di contrarre un tumore al seno. Era uno scherzo ma ci sono caduti in tutto il mondo.
    La stampa, appunto, tende ad accorgersi molto di rado di quanto certe ricerche siano ridicole e allarmistiche. Fece eccezione il Times, nel 1997, quando rilevò che, se un non fumatore aveva circa una possibilità su diecimila di contrarre un tumore ai polmoni per fumo passivo, le possibilità che il medesimo contraesse lo stesso tumore dall’assunzione di latte o pasta di riso – alimenti diffusi nei Paesi anglosassoni – erano quattro su diecimila, ossia molte di più. Nello stesso periodo ebbe a scrivere l’Economist (45): “Le possibilità di contrarre un tumore a causa delle sigarette sono sovrastimate di almeno quattro volte”. Almeno.
    Ma tutto questo non c’entra niente con la nicotina e sui benefici sull’alzheimer. Gli oppioidi sono usati in medicina, ma nessuno (o quasi) ha in vitato a prendere eroina a scopio terapeutico.
    Comunque, negli Usa, medici che consigliano a persone anziane di fumarsi qualche sigaretta ne esistono (anche i cerotti di nicotina fanno malissimo) ma io non dico nè che sbagliano nè che fanno bene. Ma esistono, e non sono stregoni.
    Ora finisecila, Leo, perchè questo post sta ottenendo tanti commenti solo perchè ci intervengo io (è sempre così) e non certo perchè tu abbia qualcosa da dire.
    Mai fatto un aperitivo in vita mia.

  29. leo sei un cretino totale.

    non esistono studi attendibili che dimostrino che personaggi di fantasia che tirano di coca nel corso di raccontini estemporanei siano correlabili al fatto che facci tiri di coca.

    perchè facci non tira di coca. tutti sanno che facci non tira di coca. anche il povero Falloppio

  30. Caro Facci, so bene che un fico come te non puo` rispondere a uno sfigato come me, ma oggi non ho proprio voglia di lavorare. E` domenica. E tu spari molte piu` cazzate di quante uno, a cui piace un po’ la statistica, possa digerire.

    “Per il resto, visto che parli a casaccio di doppio delle possibilità”, ti ri-spiego una cosa sola. che non esiste studio realmente serio – è accademia – che consideri rilevante un rischio che risulti inferiore al doppio del normale, ossia del 200 per cento (in gergo: 2.0), se non addirittura del 300 per cento (3.0).”

    Questa cosa non ha senso. Quello che si fa in epidemiologia (la statistica dei medici :) ) e` un po’ diverso. Un paio di lavori interessanti:

    The Lancet, Volume 362, Issue 9387 , 13 September 2003, Pages 847-852
    Estimates of global mortality attributable to smoking in 2000
    DrMajid Ezzati PhD, and Prof Alan D Lopez PhD

    Peto R et al. Mortality from smoking in developed countries 1950-2000, 2nd ed. Oxford,
    Oxford University Clinical Trial Service Unit
    (i dati per l’Italia http://www.ctsu.ox.ac.uk/~tobacco/C4180.pdf)

    Ora da lavori seri emergono dati del tipo: nel 2000, fra i maschi italiani di eta` compresa tra i 35 e 69 anni, su 11000 casi di cancro al polmone, 10000 sono attribuibili al fumo, circa il 91%. Punto. Non si sa un CAZZO del rischio!! E` chiaro? Non e` ne il doppio ne la meta`! Non si sa!! Fine. Speriamo si sappia un giorno ma al momento siamo ignoranti.

    Ora due considerazioni:
    1. il motivo per cui e` partita tutta la campagna antifumo e` semplice e un po’ cinica. Dai dati, quei 10000 fumatori che si sono ammalati di cancro, se non avessero fumato probabilmente non lo avrebbero preso, e a me, Stato, sta sul cazzo pagarti le cure! Cosa faccio allora: costringo tutti a smettere, cosi` elimino anche quei 10000 sfigati che sono piu` portati per il cancro al polmone.
    2. e` un tipico vizio dei giornali ragionare al contrario. Il dato del 91% di cui sopra, si trasforma, attraverso la macchina mediatica in: se fumi hai il 91% di probabilita` di prendere il cancro ai polmoni. Come? Scusa? La fanno sempre questa cosa! Per esempio, con la marjuana: il 99% di chi si fa di eroina ha fumato una canna. Risultato: se fumi le canne, molto probabilmente ti farai di eroina. Cosa? Scusa?

    Solo non capisco se questi ragionamenti distorti siano dovuti ad ignoranza e superficialita` o a malafede e furbizia.

  31. @ Bleek
    L’originale è “gli dici a, capisce b e riferisce c” e riguarda chi spettegola. Però è vero che si può adattare anche ad una coppia.

  32. E meno male che mi trovi simpatico.
    Invece, francamente, io non ti trovo così tranquillo. Senz’altro in questa discussione non mi sembri “ilo più tranquillo di tutti” (il classico refuso di chi pesta i tasti con una certa energia).

    Stai cercando di dirmi che stavolta ti posso insultare liberamente e non mi querelerai? Ok, grazie, ma non ti insulto lo stesso. Non ho nessun motivo per farlo: sembrerei nervoso e a disagio.

    Rilassati e rifletti.
    E’ vero che ho fatto una ricerchina del cazzo.
    Io stesso sono stato il primo ad ammetterlo: è una ricerca da bimbo di scuola media.
    Il punto è proprio questo: basta una ricerchina del cazzo sul google per trovare un esperimento scientifico, molto recente, che smentisce la tesi che sta in cima a questo post (i fumatori avrebbero meno possibilità di ammalarsi di alzheimer).
    Questa cazzata, ti faccio notare, non l’hai scritta tu, e nessuno ti chiedeva di difenderla. Ma era molto probabile che finisse così, con tu che insulti a vuoto chi non ti dà ragione.

    Ora, tu puoi continuare finché vuoi con i tuoi dribbling logici, metodologici e farmacologici: il problema è che nel 2004 una ricerca scientifica sulle connessioni tra alzheimer e fumo ha concluso che il fumo “potrebbe” (in effetti è stato usato il condizionale: “may be”) raddoppiare la possibilità di ammalarsi di alzheimer. E tu non hai nessuna competenza né autorevolezza per smentirla. Nessuna. Stai cercando di infilare un canestro a trenta metri da terra. Desisti. E’ puerile.

  33. Cliccate su google la parola “polonio” che va molto di moda adesso..
    Esce fuori una roba come quella che nel 1980 la statistica di cancri certamente imputati al funo passò da 4X100.000 a 74X100.000 perchè i fertilizzanti usati dai produttori di tabacco assorbivano elementi radiottivi che il calore scideva in varie elementi fra cui il polonio..

  34. Bevo alcolici quando capita,nonostante mezzo semestre trascorso da bimbo in nosocomio per epatite virale di tipo B scoraggiasse a vita simili vezzi.Ho quasi quarant’anni,per dieci ho fumato due pacchetti al dì(spero di aver chiuso solo per questioni economiche,o forse per ritrovare quel minimo di vigore che mi convinca di appartenere ancora alla società degli uomini).Non ho mai fatto colazione.Sono quasi vegetariano,nel senso che,eventualmente ingurgito solo salumi a buon mercato.Quasi mai faccio uso di frutta e verdura.Non ho medico generico da otto anni.E non mi ammalo da venti(durante i quali ho contratto esclusivamente una psicomatica-esantematica tardiva da incazzo prematuro).La scaramanzia mi è estranea.Bevo l’acqua sempre più clorata del rubinetto che fino a una decina d’anni fa transitava pure in un serbatoio di cemento-amianto usuratissimo.Un cliente,responsabile di un centro pubblico di analisi mi disse di stare molto,molto accorto con le acque minerali commercializzate,senza specificare.Quando?non me lo ricordo più(avrò mica l’Alzheimer?)

  35. A Leo non rispondo più perchè il gioco delle tre carte lo fa a fare qualcun altro.
    Rispondo a quell’altro, Deid, ded, non di capisce.Cazzo vuol dire 91 per cento? Se uno ti dice: “Molti studi dimostrano che il rischio di tumore al polmone è maggiore del 30 per cento tra coloro che fumano”, è in cattiva fede: E invece ti dirà, se è in buona fede: “L’incidenza del fumo in un campione di popolazione esaminata è risultato maggiore del 30 per cento tra le persone con un tumore al polmone rispetto alle persone sane”. E’ chiara la differenza? No? Forse è perché la citata ricerca dimentica di menzionare, nel quadro generale, quante probabilità abbia comunque una persona normale di prendersi un tumore al polmone, al netto di tutto questo: fumatrice o meno che sia.
    Per recuperate il senso delle proporzioni si potrebbe sbirciare un’altra celebre ricerca statistica (devo citarvela?) secondo la quale i giovani fumatori hanno quindici volte più probabilità di ammalarsi di cuore rispetto ai coetanei non fumatori; in effetti, secondo i dati di questa ricerca, risultava che si erano ammalati sette giovani su centomila tra coloro che non fumavano e centoquattro giovani su centomila tra coloro che fumavano: e siccome il rapporto tra sette e centoquattro è circa quindici (7×15=104) tutto quadra, e detto così fa spavento.
    Ma in altri termini, rielaborando gli stessi dati e tenendo conto delle medie possibilità che ha una persona normale si ammalarsi di cuore, in fin dei conti significa che un fumatore ha il 99,8 delle probabilità che ha un non fumatore di sfuggire alla morte per problemi di cuore. Chiaro? Non ancora?

    Ora scusate un po’ di belatrismo. Col giochetto delle comparazioni potremmo ricordare che una giornata nel centro di una metropoli corrisponde all’aspirazione di tredici sigarette , che una morte su un milione può essere ricondotta al consumo di carne, una su 500mila a incidenti Ferroviari, una su 250mila al soffocamento da cibo, una su 26mila a incidenti domestici, una su ottomila a incidenti stradali. Oppure potremmo mettere a paragone l’incidenza dell’abbronzatura sui melanomi rispetto a qualsivoglia rischio da tabacco, o meglio: potremmo citare uno dei più famosi e controversi studi sul fumo e ricordare che le possibilità di un non-fumatore di contrarre un tumore polmonare dal consorte, dopo un’intera vita di esposizione in sua conpagnia, sono una su 16.393. In confronto, secondo un altro studio sui rischi della vita moderna, vediamo che le probabilità di farsi male sotto la doccia sono una su millecinquecento, e le probabilità di essere seriamente danneggiati da cuscini e materassi sono una su seicentocinquanta.
    Una vita d’inferno? Mettiamo le scritte sul cuscino? E’ poca roba, in confronto all’annichilimento che dovremmo far nostro se volessimo considerare la spaventosa caterva di studi-spazzatura che i giornali regolarmente amplificano.
    Per intanto qualche altro esempio:

    – Per i possessori di uccellini da compagnia, la possibilità di contrarre tumori polmonari è sette volte maggiore.
    – Le pillole anticoncezionali aumentano il rischio di tumore alla cervice del seno.
    – I profilattici possono provocare tumori alle ovaie o al seno.
    – La fertilizzazione in vitro o le terapie di sostituzione ormonale possono provocare tumori alle ovaie o al seno.
    – Gli uomini con madri che abbiano utilizzato ormoni sono portati a sviluppare il tumore alla prostata.
    – I raggi x possono provocare tumori.
    – Il fluoro dell’acqua può provocare tumori.
    – Vivere vicino a campi elettromagnetici può provocare tumori.
    – Il forno elettrico, il forno a microonde, persino l’aspirapolvere: possono provocare tumori.
    – Tra i farmaci e gli interventi che possono provocare tumori: quelli per abbassare il colestereolo, per aumentare la fertilità, i diuretici, quelli per abbassare la pressione sanguigna, le operazioni chirurgiche al seno, le vasectomie, i trapianti, la vitamina k per i neonati.

    Per le malattie al cuore, oltre al fumo, sono stati identificati circa trecento 300 fattori di rischio. Tra questi:

    – essere uomo
    – essere vedovo
    – essere italiano
    – essere mormone
    – bere molto
    – bere poco
    – bere molto latte
    – bere poco latte
    – essere astemi
    – essere povero
    – essere ricco
    – russare
    – non mangiare carne di sgombro

    Per i tumori ai polmni, per il resto, io ripeto quanto detto sopra. testuale. La maggioranza di essi viene a fumatori, su questo non c’è dubbio. Secondo alcuni è colpa dei depositi di catrame che dopo parecchi anni di tabagismo – e fumando in maniera spropositata, – può appunto condurre al tumore. Le citate quantità di fumo tendono a distruggere il sistema di filtraggio che difende i polmoni dalle varie polveri e sostanze tossiche, dunque li rendono più esposti a smog e varie sostanze inquinanti che alla lunga possono appunto portare al tumore. La classica tosse dei forti fumatori deriva da questo cattivo filtraggio che pure può condurre a bronchiti croniche o a enfisemi.
    Meglio non fumare. Non fumare molto.
    Altrimenti, restando sulle generali, equivale a dire che bere alcolici porta alla cirrosi epatica o al delirius tremens. Anzitutto bisognerebbe anche dire che l’età media delle persone colpite da tumore ai polmoni è di 72 anni, età nella quale il cancro uccide un terzo delle persone in generale: il solo fatto di appartenere al genere umano – è una statistica anche questa – comporta il 33 per cento di probabilità di avere un tumore prima o poi. Senza, avventurarsi in terreni troppo impervi, occorre inoltre ricordare che l’aspettativa di vita in Occidente è incredibilmente salita e che di conseguenza, complice la crescita zero, vi sono sempre più persone anziane che tristemente contribuiscono alla suddetta media. A questo andrebbe aggiunto che la diagnosi dei tumori in passato era probabilmente sottostimata – sicchè ora svetta – anche perché si tendeva a liquidare gli smagriti e i tossosi come dei tubercolotici finali, soprattutto se fossero stati dei poveracci da seppellire senza troppe cerimonie. Infine, nota curiosa, non mancano studi che basandosi su una comparazione di settantacinque ospedali hanno verificato che il 33 per cento dei casi diagnosticati come tumori ai polmoni erano in realtà qualcos’altro, mentre il 46 per cento dei casi diagnosticati come qualcos’altro erano in realtà tumori ai polmoni.
    La maggioranza dei malanni sinora citati, genericamente, viene ammessa anche dalle multinazionali del fumo in maniera automatica e acritica: come visto, mantengono mediamente una politica insopportabile che le porta a convenire su qualsiasi allarmismo – fondato o meno – che le varie autorità sanitarie chiedan loro di condividere.

    Per quanrto il riguarda il problema del welfare, potevano limitarsi a dire: signori, scusate, in tutto il mondo cala la spesa per l’istruzione e per l’assistenza, il welfare è finito, la pacchia pure, dobbiamo ridimensionare la sanità pubblica, dobbiamo sfrondare, tagliare, soprattutto dobbiamo prevenire quelle che in gergo sono chiamate cause di morte rimuovibili (evitabili) mentre sappiamo benissimo quali sono inevitabili: sappiamo, cioè, che l’inquinamento di qualsiasi città del mondo è assai più cancerogeno e dannoso di qualsivoglia sigaretta e caffè e bicchiere di vino e lardo di Colonnata: ciò che ci fa scoprire ogni giorno, insomma, che si muore perché si vive. Ma non possiamo eliminare milioni di motori a scoppio da un giorno all’altro, e inventare l’energia perfetta, pulita, indi riconvertire tanto in fretta – come diceva un tempo la sinistra – il modello di sviluppo. Non subito, cioè. Dateci tempo. Per intanto, signori, fate buon uso di una seria campagna di prevenzione e di informazione che senza terrorizzarvi o trattarvi da imbecilli possa rendervi edotti circa gli squilibri del vostro vivere urbanizzato. Certo, voi singolarmente pensate di essere unici e insignificanti, probabilmente pensate di non essere inseribili in nessun campione statistico: resta che la somma delle vostre unicità sta affollando i nostri ospedali. Dunque le sigarette, le droghe, il vino, il caffè, il cibo, il caschetto non allacciato sui giovinastri: valutate bene, leggete quali rischi e incidenze possano comportare sulla vostra salute e sulle nostre finanze: e ve lo diciamo su basi scientifiche serie, non farlocche e allarmistiche. Ecco, questo è un discorso: ma non è che si possa pretenderlo dai crociati antifumo: sono solo dei poveracci strumentalizzati da chi regge le fila. E chi regge le fila non al è certo interessato alla nostra salute per moralità, è interessato semmai a che a certi nostri stili di vita possano corrispondere dei costi economici e sociali. Gli interessa questo.
    Da che altro potevano cominciare, del resto? In teoria da molte cose, stando ai numeri e alle nocività acclarate. Per essere retorici: le automobili, gli incidenti, i tumori all’apparato respiratorio nelle zone – come si dice – ad alto traffico veicolare. Ma non ci interessa questo discorso. E poi questo è un rischio non rimuovibile, certo: non è che puoi scrivere nuoce gravemente alla salute sul cofano o sulle portiere, non è che puoi promuovere una campagna contro una maggioranza, insomma non è che puoi levare la macchina alla gente: e però hanno pensato di poter levare le sigarette a noi, quattordici milioni di viziosi che peraltro notoriamente – pardon, statisticamente – siamo più simpatici e goduriosi di chi non avrà neppure un’ultima sigaretta da chiedere, quel giorno.

  36. Aspetta un po’, Filippo Facci.
    Molte cose che tu scrivi possono essere condivisibili, ma sono Off Topic. Qui si sta discutendo di un singolo punto: fumare previene o no l’alzheimer?

    Tu non hai ancora detto nulla di chiaro in riguardo, né hai la competenza per farlo. Infatti stai cambiando argomento.

    Adesso, tienti stretto.

    Mentre concionavi sul giornalismo spazzatura che amplifica questa o quella ricerca medica, io ho fatto un altra ricerchina semplice semplice. E ho trovato questo:

    UNA RICERCA D’OLTREMANICA SMENTISCE GLI EFFETTI PROTETTIVI DEL TABACCO NEI CONFRONTI DEL MORBO DI ALZHEIMER
    Il fumo fa soltanto male

    Una firma eccellente e una rivista prestigiosa sfatano uno dei miti che le industrie del tabacco alimentano da una decina di anni su un presunto beneficio delle sigarette. La firma è quella di sir Richard Doll, l’epidemiologo inglese che mise in relazione il fumo con il tumore del polmone, e la rivista è il British Medical Journal. Il mito, alimentato peraltro da diverse ricerche pubblicate negli anni novanta, è che il fumo protegge dalla demenza senile e dal morbo di Alzheimer. Stando ai dati britannici, questa affermazione è falsa. Doll e i suoi colleghi del Servizio di epidemiologia della Radcliffe Infirmary di Oxford, lo affermano con la forza dei numeri. Per giungere alla conclusione, infatti, hanno preso in esame i dati raccolti a partire dal 1951 su quasi 25.000 medici britannici fumatori, deceduti prima del 1999. In tutti questi anni i medici sono stati controllati periodicamente sulle loro abitudini e le condizioni di salute; e i decessi sono stati registrati, così come le cause che hanno determinato la morte.
    L’analisi si è focalizzata sui quasi 500 medici che sono morti per malattia di Alzheimer o per demenza senile, o per i quali queste patologie erano menzionate nel certificato di morte, anche se la causa primaria del decesso era un’altra. Per evitare di compiere errori sistematici di valutazione – per nulla improbabili visto che le malattie di cui si tratta possono essere facilmente confuse fra loro se non si dispone dell’esame istologico – i ricercatori hanno verificato le condizioni di 81 dei soggetti in esame attraverso questionari spediti ai medici che avevano compilato i certificati di morte e al personale ospedaliero che aveva assistito i pazienti nelle ultime fasi della loro malattia. Per valutare l’influenza del fumo sull’incidenza delle patologie, ciascun caso è stato poi confrontato con quattro controlli, costituiti da non fumatori e da ex fumatori. Lo studio conclude: «I nostri dati indicano che l’abitudine di fumare sigarette protratta negli anni non fa diminuire la probabilità di sviluppare la demenza senile o il morbo di Alzheimer». Anzi, proseguono i ricercatori, ammesso che un effetto esista, «questo potrebbe incrementare, anziché ridurre» l’incidenza di queste malattie.
    Ma l’indagine non si ferma qui, perché, consapevoli di pubblicare un risultato che va in controtendenza rispetto alle conoscenze acquisite finora, Doll e i suoi colleghi passano in rassegna gli studi precedenti, mostrando caso per caso quali errori sono stati commessi. Peraltro, come spiega nell’editoriale di commento Carol Brayne, epidemiologa dall’Istituto di salute pubblica di Cambridge, l’effetto protettivo del fumo nei confronti delle malattie in esame ha una sua plausibilità biologica: infatti il morbo di Alzheimer colpisce in particolare il sistema colinergico. E la nicotina è un agonista dei neurotrasmettitori colinergici, tanto da essere impiegata come farmaco per il trattamento di alcune malattie che implicano il malfunzionamento di questo sistema. Tuttavia «questi effetti sono probabilmente di breve durata, e non è stato identificato un meccanismo in grado di spiegare un’azione a lungo termine» scrive Brayne.
    Per gli studi retrospettivi la critica di Doll è che «la demenza senile e il morbo di Alzheimer possono modificare le abitudini relative al fumo». Nella ricerca inglese, invece, i soggetti sono stati seguiti a partire da almeno 15 anni prima di ammalarsi. Il gruppo identifica infine otto studi prospettici che hanno dimostrato negli anni passati un effetto protettivo del fumo nei confronti delle malattie del sistema nervoso centrale tipiche della vecchiaia.
    Gli errori commessi dai ricercatori sono diversi: per alcune di queste indagini il numero di soggetti in esame era troppo piccolo e scarsamente significativo; per altre, invece, il follow up dello studio era troppo breve; altre ancora, infine, non hanno preso in considerazione il sesso, elemento che ha certamente introdotto un errore dal momento che «la demenza senile è più comune fra le donne che fra gli uomini» si legge sul British Medical Journal. Secondo Doll e i suoi colleghi, quindi, l’effetto protettivo del fumo nei confronti del morbo di Alzheimer, riportato in alcuni studi retrospettivi «è in gran parte o del tutto un artefatto».

    Margherita Fronte
    © 2000 Tempo Medico (n. 668 del 3 maggio 2000)

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