Tristezzaaaa, per favore vai viaaaaa

Sapore di mare 2: un anno dopoLa domanda è venuta fuori parlando (leggi: cazzeggiando) con la C.T.D.R. (Critica Televisiva Di Riferimento): oggetto della discussione era la riproposizione in terza serata di “Sapore di mare”, avvenuta non mi ricordo più su quale rete qualche giorno prima.
Ora, io non so voi, ma c’è una scena, in “Sapore di mare 2” (che peraltro è già triste di suo, e mica per niente una delle canzoni della colonna sonora è la Bibbia delle pene d’amore “Ritornerai” di Bruno Lauzi: “Ti senti sola / con la tua libertà / ed è per questo / che tu ritornerai”) che, per quanto mi riguarda, è la più straziante della storia della cinematografia mondiale. C’è questo Gianni, faccia occhialuta da secchione, che sta da tre anni con Selvaggia (Isabella Ferrari). Anzi: quella sera cade proprio il loro anniversario. Selvaggia vuole uscire: vorrebbe festeggiare facendo l’amore con lui per la prima volta, ma Gianni, inaspettatamente e senza alcun valido motivo, si nega e poi si eclissa. E’ a quel punto che colpisce il corvo Fulvio (Massimo Ciavarro): la consola con parole dolci, fingendo di capirla, biasimando il fidanzato che non la merita, come solo gli uomini sanno consolare una ragazza quando han voglia di trombare. E finisce che se la tromba. Lì, sulla spiaggia, dietro ad una barca. E ad amplesso inaugurale terminato accade l’irreparabile: Selvaggia è pronta a rivestirsi, quasi sicuramente pentita di quel che ha fatto, ma alza gli occhi e vede Gianni, Gianni che era lì e ha visto tutto (o per lo meno quel che c’era da vedere per capire), Gianni in piedi, con le lacrime agli occhi, e tra le mani una torta con il numero “3” che fa capolino dalle candeline accese.
E non rompete i coglioni con il cinema d’autore, almeno per questa volta: è una scena che vale almeno dieci LarsVonTrier, e alla fine non ti viene nemmeno da vomitare per la telecamera a spalla.

Stavamo parlando di “Sapore di mare 2” e di “Ritornerai”, io e la C.T.D.R., dicevo, quando sorge spontanea una domanda: qual è il verso più triste mai scritto in una canzone?
Io ho iniziato e subito dovuto smettere, altrimenti questo post sarebbe stato più aggiornato di Wikipedia. Ne volevo fare una classifica, à la “31 songs”, ma davvero la lista è così provvisoria e incompleta che non ne vale la pena. Se desiderate, si accettano contributi.

Per quanto mi riguarda parto dalle più tragiche seppur poetiche, e allora non si può prescindere dalla Stefania morta di parto raccontata da Francesco Guccini in “Venezia”:

“Stefania affondando, Stefania ha lasciato qualcosa:
Novella Duemila e una rosa sul suo comodino,
Stefania ha lasciato un bambino.”

oppure – per rimanere più o meno sullo stesso tema – dall’autobiografia “Spark” di Tori Amos, scritta in seguito ad un aborto spontaneo che la porta a mettersi in discussione come madre:

“She’s convinced she could hold back a glacier
But she couldn’t keep Baby alive
(“Era convinta di saper fermare un ghiacciaio
ma non è riuscita a tenere vivo il suo bambino”)

al punto di arrivare a credere che sia tutta colpa sua e dei suoi iniziali tentennamenti:

You say you don’t want it / again and again
but you don’t / don’t really mean it.”
(“Dici che non lo vuoi, / lo ripeti e lo ripeti,
ma tu no, / non ci credi veramente”)

Poi, ecco, come in qualsiasi cosa nella quale sia implicata una nota musicale, non possono mancare i quattro ragazzi di Liverpool e l’epitaffio in occasione di una di quelle morti di cui nessuno si accorge:

“Eleanor Rigby, died in the church
and was buried along with her name,
nobody came.”
(“Eleanor Rigby è morta nella chiesa
ed è stata sepolta assieme al suo nome,
Nessuno è venuto.”)

Poi si passa al tema “amore”, e qui la diga crolla.


E’ un’escalation di tradimenti e amori inghiottiti dal tempo che parte dal Lucio Battisti fiducioso e incredulo di “Non è Francesca”:

“Lei è sempre a casa che aspetta me, non è Francesca…
Se c’era un uomo poi, no, non può essere lei…”

passa per il soldato raccontato da Claudio Baglioni che torna a casa in licenza e si appresta a fare una sopresa alla fidanzata, mentre lei lo previene e si fa beccare al mercato in dolce compagnia, e lui, lui tra incazzatura e pianti ci mette più o meno sei canzoni prima di arrivare (senza crederci per primo, o almeno si ha questa impressione) alla proposta del compromesso:

“Io ti voglio quanto ti voglio
e non me ne importa niente / di ciò che hai fatto
se ci sei stata a letto / tanto il tempo aggiusta tutto…”

torna a Lucio Battisti e all’innamorato pentito di “Fiori rosa fiori di pesco” che, da bravo uomo, non ci mette mai una pietra sopra e, dopo un anno, va a trovare la propria ex a casa sua, convinto che magari alla fine butta bene, ma ci trova una lei imbarazzata e un uomo in accappatoio:

“Scusa, credevo proprio che fossi sola
credevo non ci fosse nessuno con te
oh scusami tanto se puoi
signore chiedo scusa anche a lei”

e termina (ma che termini qui, l’abbiamo già spiegato, rappresenta solo un artifizio letterario) con “For no one”, i soliti Beatles e Paul Mc Cartney in particolare, alle prese con una storia che si trascina da tempo nella totale inconsapevolezza, da parte dell’elemento maschile della coppia, di trovarsi al cospetto dell’inevitabile fine:

“She wakes up, she makes up, / she takes her time
and doesn’t feel she has to hurry, / she no longer needs you.”
(“Lei si sveglia, si trucca, / si prende il tempo che le serve
e non sente il bisogno di fare in fretta, / non ha più bisogno di te”.)

Poi ci sono quelli che se ne sono fatta una ragione, anche se si capisce che c’è voluto del tempo, come il Guccini di “Farewell”:

“Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale. […]
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.”

quelli che se la prendono, come Robbie Williams in Sexed Up:

“Why don’t we talk about it? / I’m only here don’t shout it
Give ‘em time, we’ll forget / Let’s pretend we never met”
(“Perché non ne parliamo? / Sono qui, non gridare
Avremo tempo per dimenticare / Facciamo finta di non esserci mai incontrati”)

e chi invece ricorda stronzeggiando in compagnia del nuovo ganzo, come la Giulietta di Mark Knopfler & Co.

“You promised me everything, you promised me thick and thin, yeah
Now you just say “oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him”
(“Mi avevi promesso tutto, mi avevi promesso mari e monti,
Adesso dici solo, oh Romeo, sì, sai, quello con cui ho avuto una storia”)

Ma la peggiore, quella più straziante e ingiusta (nei confronti di sé stesso, sia chiaro) e atroce e penosa l’ha scritta Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti. Chi conosce la travagliata storia d’amore con la compagna capirà perché; gli altri possono ripassare sulle vecchie annate di “Novella 2000”.
La si ascolta in “Tanto³”, ed è una di quelle ti lascia lì, indeciso su come comportarti: consolarlo con una mano sulla spalla o, come si fa con i cavalli feriti, sparargli, così soffre meno?
Già, la frase:

“- E lei ti ama? – A suo modo.”
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50 Commenti

  1. @Cannonball: mi sfugge la citazione, ma la trovo molto pertinente (::vergogna::)

    @astolfo: hai ragione, quella canzone è tristisssssma e mi fa venire in mente “C’era un ragazzo…”

  2. Se poi iniziamo a metterci le canzoni di impegno civile:

    “September ’77
    Port Elizabeth weather fine
    It was business as usual
    In police room 619
    Oh Biko, Biko, because Biko
    Oh Biko, Biko, because Biko
    Yihla Moja, Yihla Moja
    -The man is dead”

    (Biko – Peter Gabriel)

  3. “Where have all the flowers gone,
    long time passing?
    Where have all the flowers gone,
    long time ago?
    Where have all the flowers gone?
    Gone to young girls, every one!
    When will they ever learn,
    when will they ever learn?

    Where have all the young girls gone,
    long time passing?
    Where have all the young girls gone,
    long time ago?
    Where have all the young girls gone?
    Gone to young men, every one!
    When will they ever learn,
    when will they ever learn?

    Where have all the young men gone,
    long time passing?
    Where have all the young men gone,
    long time ago?
    Where have all the young men gone?
    Gone to soldiers, every one!
    When will they ever learn,
    when will they ever learn?

    And where have all the soldiers gone,
    long time passing?
    Where have all the soldiers gone,
    long time ago?
    Where have all the soldiers gone?
    Gone to graveyards, every one!
    When will they ever learn,
    when will they ever learn?

    And where have all the graveyards gone,
    long time passing?
    Where have all the graveyards gone,
    long time ago?
    Where have all the graveyards gone?
    Gone to flowers, every one!
    When will they ever learn,
    oh when will they ever learn?

    Where have all the flowers gone?
    Long time passing.
    Where have all the flowers gone?
    Long time ago.
    Where have all the flowers gone?
    Young girls picked them, every one.
    Oh, when will they ever learn?
    Oh, when will they ever learn?”

    (Where are all the flowers gone? – Joan Baez)

  4. Empty spaces,
    what are we living for
    Abandoned places
    I guess we know the score
    On and on
    Does everybody know
    what we are living for?

    The Queen, The Show Must Go On

  5. Per restare sul bucolico, a me ha sempre fatto venire il magone questa:

    Paese mio che stai sulla collina, disteso come un vecchio addormentato, la noia l’abbandono sono la tua malattia, paese mio ti lascio e vado via

  6. imbarazzo della scelta… hanno già detto “for no one” e, mi viene da piangere solo a scriverlo, “the last days of our acquaintance”…
    nel dubbio mi sparo tre italiani!

    “Quando in anticipo sul tuo stupore
    verranno a crederti del nostro amore
    a quella gente consumata nel farsi dar retta
    un amore così lungo
    tu non darglielo in fretta
    non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
    le tue labbra così frenate nelle fantasie dell’amore
    dopo l’amore così sicure a rifugiarsi nei “sempre”
    nell’ipocrisia dei “mai”
    non sono riuscito a cambiarti
    non mi hai cambiato lo sai…” (de andrè)

    “Facile risponderti che
    Puoi prenderti tutto
    Quello che vuoi
    Mi hai soltanto strappato un po’
    Di silenzio
    Soltanto strappato un po’
    Di silenzio
    Hai soltanto sprecato
    Il tuo nobile fiato…” (carmen consoli)

    “Il mio mestiere fu cercare il tuo amore
    fino nel fuoco delle montagne
    il mio destino scordare il tuo amore
    sotto il peso delle montagne
    Il mio mestiere fu cercare il tuo amore
    fino nel fuoco delle montagne
    il mio destino scordare ogni amore
    sotto il peso delle montagne.” (fossati)

    e ci mettiamo pure un guccini d’annata, crepi l’avarizia!

    “Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni e ai mesi un qualche senso.
    La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso”

  7. mi guardava rassegnato
    con la lingua di chi spera
    di chi sa che è prenotato
    sulla sedia di lillà

    (alberto fortis)

  8. Chiudo la trilogia dell’emigrante con questo omaggio alla mia terra:

    Ma se ghe pensu alûa mi veddu-u mâ/
    veddu i mæˆ munti e a ciassa d’a Nunsiaa/
    riveddu u Rîghi e me s’astrenze u cœˆ/
    veddu a lanterna, a câva, lazu u mœˆ/
    riveddu aa seja Zêna ‘nlyminaa/
    veddu la a fûxe e sentu franze u mâ/
    e alûa mi pensu ancun de riturnâ/
    à pôsâ e osse duv’ho mæˆ madunaa.

    (Ma se ci penso allora vedo il mare
    vedo i miei monti, la piazza dell’Annunziata
    rivedo Righi e mi si stringe il cuore
    vedo la Lanterna, la Cava, laggiù il molo.
    Rivedo, la sera, Genova illuminata
    vedo la Foce e sento frangere il mare
    allora penso ancora di tornare
    a posare le ossa dove mia madre mi ha donato)

    Anche se da queste parti si considera più triste il primo verso della canzone:

    U l’ea partiu senza na palanca

  9. “I just can’t fit
    Yes, I believe it’s time for us to quit
    When we meet again
    Introduced as friends
    Please don’t let on that you knew me when
    I was hungry and it was your world.”
    (B.Dylan)

  10. C’è anche chi piange a sentire l’inno nazionale.

    “Dall’Alpi a Sicilia ovunque è Legnano”

    Giuro, ho visto Calderoli che piangeva mentre l’ascoltava…

  11. io voto per Dylan e la sua traduzione degregoriana

    “She might think that I’ve forgotten her, don’t tell her it isn’t so.”

    “..e se crede che l’abbia scordata, non dirle che non è così”

  12. Angela, Angela, angelo mio
    io non credevo che questa sera
    sarebbe stato davvero un addio,
    Angela credimi, io non volevo.

    Angela, Angela, angelo mio
    quando t’ho detto che voglio andarmene,
    volevo solo vederti piangere,
    perché mi piace farti soffrire.

    Angela, Angela, angelo mio
    ma tu stasera invece di piangere
    guardi il mio viso in un modo strano
    come se fosse ormai lontano.

    Ti prego, Angela, no, non andartene
    non puoi lasciarmi quaggiù da solo
    non è possibile che tutto a un tratto
    io possa perderti, perdere tutto.

    Volevo farti piangere
    vedere le tue lacrime
    sentire che il tuo cuore
    è nelle mie mani.

    (Luigi Tenco, Angela)
    ps: poche cose, nella vita, struggenti come le canzoni di Tenco.

  13. “And so it is / Just like you said it would be / Life goes easy on me / Most of the time…”

    (Damien Rice. I titoli di testa e coda di “Closer” mica per niente)

  14. ‘…Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
    come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
    i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
    i tuoi occhi assunti da tre anni
    i tuoi occhi per loro,…’

    Verranno a chiederti del nostro amore – F.De Andrè

  15. Pensavo di essere l’unico fesso a trovare commoventi certe sequenze di Sapore di Mare.

    Oltre alla scena descritta da Gianluca, trovo estremamente struggente l’incontro tra i due, parecchi anni dopo, dove il tempo inesorabile li ha segnati nell’aspetto, ma non ha cancellato i sentimenti, dove si percepisce il rimpianto per quello che avrebbe potuto essere stato.

    O sempre a proposito di Sapore di mare (ma non ricordo se lo stesso), mi è sempre parsa tristissima la scena finale di Jerry Calà, che avvicinato da un’adorante Marina Suma, nemmeno la riconosce e se ne va ridacchiando abbracciato a due mignottoni, dopo che anni prima lui, figlio di papà ha fatto di tutto, riuscendovi, per sedurre lei (leggi trombare), proletaria ed ingenua.

    Ma ogni volta, porca puttana, ho letteralmente il magone, quando rivedo quel maledetto di David Gilmour attaccare l’assolo di Comfortably Numb al Live8. Quella sera i “vecchietti” hanno polverizzato tutti.

  16. …poi giuro che la smetto, eh? (Forse…)

    Lui : Eravamo fidanzati, poi, tu mi hai lasciato, senza addurre motivazioni plausibili…

    Lei: Non e’ vero, tu non capisci l’universo femminile, la mia spiccata sensibilita’, si contrappone al tuo gretto materialismo maschilista…

    (Elio e le Storie Tese, Cara ti amo)

    e poi:

    E quella volta, una domenica di ottobre, già l’autunno ci moriva addosso e io fumavo sigarette amare, e tu come uno specchio rotto riflettevi quell’immagine sbiadita del ricordo del frammento del brandello del profumo di quell’angolo d’estate e mi dicesti: “Voglio vivere la vita come un alito di vento che, inseguito dall’aurora, già racchiude le speranze di un domani tutto mio che mi appartenga, e come donna accarezzare nuovi scampoli d’assenza”, io dicevo “Sì capisco, vuoi gli scampoli d’assenza” ma pensavo: “Puttana”.

    (Claudio Bisio, Rapput), che potrebbe averla scritta Facci e invece no, è del Rocco Tanica.

  17. le canzoni citate fin’ora uniscono alla tristezza la poesia dei testi, la meraviglia della melodia. nessuno fin’ora ha citato “brandy’s smile”, una tristezza seria, autentica, vissuta, con le prove. storie inventate o lette non possono competere con questa.

  18. @THE WALL:
    Anch’io trovo struggente la scena che citi, rovinata solo dalla presenza di una giovanissima (ed orribile) Alba Parietti nel ruolo di una delle due mignottone.

  19. Canzone straziante del piccolo genio svedese Stina Nordenstam, So This Is Goodbye.

    So this is goodbye,
    So this is how you say it
    These are the words
    It’s the voice you’re using
    It’s the picture you’ve seen

    So this is goodbye,
    So this is how you say it
    This is the time it takes you
    Didn’t take you a lot, now did it?
    Didn’t hurt you a lot, now did it?

    So this is goodbye,
    So this is how you spell it
    Where you place it in your mouth
    What happens if I didn’t hear you?
    What happens if it wasn’t serious?

    Well I was around
    Maybe it was you I came to see
    Maybe it was you who invited me
    I remember your eyes were on me
    I remember your eyes were on me

    Goodbye

  20. aaaaaaaaaaaaaaaaaah! ha ragione violetta! damien rice! closer! come non averci pensato! AAAAAAAAAAAAAAH!
    e allora ci metto pure keren ann, che a me strugge tantissimo:
    “Don’t say a word,
    here comes the break of the day
    And wide clouds of sand raised
    by the wind of the end of May”

  21. Cercavo in te
    la tenerezza che non ho,
    la comprensione che non so,
    trovare in questo mondo stupido…

  22. premetto che poi la pianto, aggiungo “mad world” dei tears for fears, preferibilmente in versione “donnie darko” di gary jules:
    “Hide my head I wanna drown my sorrow
    No tomorrow
    No tomorrow
    And I find it kind of funny
    I find it kind of sad
    The dreams in which I’m dying are the best I’ve ever had…” etc. etc.

  23. Everybody Hurts
    (R.E.M.)

    When the day is long and the night, the night is yours alone,
    when you’re sure you’ve had enough of this life, well hang on.
    Don’t let yourself go, everybody cries and everybody hurts sometimes.

    E a proposito di tristezza:
    Per questo canto una canzone triste/triste triste triste/ triste come me/
    E non c’è più nessuno/che mi parli ancora un po’ di lei/ancora un po’ di lei… (Ivan Graziani)

  24. Un verso di una canzone dei Pavement – “I trust you will tell me if I am making a fool of myself” – mi ha sempre preso malissimo.

    Capita a tutti di affidarsi a una persona amata per essere presi in castagna in caso ci si facciano troppe idee positive sul futuro.

  25. Direi che la palma dello strazio nella mia classifica personale va a Jacques Brel, “Ne me quitte pas”. Meravigliosa e terribile. La chiusa è talmente disperata da non lasciare scampo.

    Ne me quitte pas
    Il faut oublier
    Tout peut s’oublier
    Qui s’enfuit déjà
    Oublier le temps
    Des malentendus
    Et le temps perdu
    A savoir comment
    Oublier ces heures
    Qui tuaient parfois
    A coups de pourquoi
    Le coeur du bonheure
    Ne me quitte pas

    Moi je t’offrirai
    Des perles de pluie
    Venues de pays
    Où il ne pleut pas
    Je creuserai la terre
    Jusqu’après ma mort
    Pour couvrir ton corps
    D’or et de lumière
    Je ferai un domaine
    Où l’amour sera roi
    Où l’amour sera loi
    Où tu seras reine
    Ne me quitte pas

    Je t’inventerai
    Des mots insensés
    Que tu comprendras
    Je te parlerai
    De ces amants-là
    Qui ont vue deux fois
    Leurs coeurs s’embraser
    Je te raconterai
    L’histoire de ce roi
    Mort de n’avoir pas
    Pu te rencontrer
    Ne me quitte pas

    On a vu souvent
    Rejaillir le feu
    De l’ancien volcan
    Qu’on croyait trop vieux
    Il n’est paraît-il
    Des terres brûlées
    Donnant plus de blé
    Qu’un meilleur avril
    Et quand vient le soir
    Pour qu’un ciel flamboie
    Le rouge et le noir
    Ne s’épousent-ils pas?
    Ne me quitte pas

    Je ne vais plus pleurer
    Je ne vais plus parler
    Je me cacherai là
    A te regarder
    Danser et sourire
    Et à t’écouter
    Chanter et puis rire
    Laisse-moi devenir
    L’ombre de ton ombre
    L’ombre de ta main
    L’ombre de ton chien
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas

    Ve la traduco così veloce:

    Non mi lasciare
    bisogna dimenticare
    si può dimenticare tutto
    tutto ciò che già fugge
    dimenticare il tempo
    dei malintesi
    e il tempo perduto
    a sapere come
    dimenticare queste ore
    che uccidevano forse
    a colpi di perché
    il cuore della felicità
    non mi lasciare

    Ti offrirò
    perle di pioggia
    venute da un paese
    dove non piove mai
    scaverò fino in fondo alla terra
    fin dopo la mia morte
    per poter coprire il tuo corpo
    d’oro e di luce
    creerò un regno
    dove l’amore sarà re
    dove l’amore sarà legge
    dove tu sarai regina
    Non mi lasciare

    Creerò per te
    parole senza senso
    che tu sola comprenderai
    ti parlerò
    di quegli amanti là
    che hanno visto due volte
    i loro cuori infiammarsi
    ti racconterò
    la storia di quel re
    morto per non averti più
    potuta reincontrare
    non mi lasciare

    Si è visto spesso
    ridestarsi il fuoco
    di quell’antico vulcano
    che si credeva troppo vecchio
    non sembrava
    che terre bruciate
    potessero dare più grano
    di un miglior aprile
    E quando viene sera,
    sotto un cielo fiammeggiante
    il rosso e il nero
    non si uniscono, forse?
    Non mi lasciare

    Non piangerò più
    non dirò più una parola
    mi nasconderò là
    a guardarti
    danzare e sorridere
    e a sentirti
    cantare e poi ridere
    lascia che io diventi
    l’ombra della tua ombra
    l’ombra della mano
    l’ombra del tuo cane
    non mi lasciare
    non mi lasciare
    non mi lasciare
    non mi lasciare

    Poi, c’è “Summertime” di Gershwin (più melanconica che triste), uno dei miei cult. Consiglio cantata da Ella Fitzgerald o Billie Holiday. O da me, quando la sera prima non ho ecceduto in abbondanti libagioni e sigarette (ahem!;o))))

    Summertime
    and the livin’ is easy
    Fish are jumpin’
    and the cottons are high
    Oh your Daddy’s rich
    and your ma is good lookin’
    So hush little baby,
    baby don’t you cry

    One of these mornings
    You’re gonna rise up singin’
    Then you’ll spread your wings
    And take to the sky
    But till that morning
    There’s nothin’ can harm you
    With your daddy and mammy
    mammy standin’ by
    Don’t you cry

    E sempre di Billie Holiday, (ma è Lewis Allen, stupenda anche cantata da Sting) la dolente “Strange Fruit”:

    Southern trees bear
    strange fruit,
    Blood on the leaves
    and blood at the root,
    Black bodies swinging
    in the southern breeze,
    Strange fruit hanging
    from the poplar trees.

    Pastoral scene of the gallant south,
    The bulging eyes
    and the twisted mouth,
    Scent of magnolias, sweet and fresh,
    Then the sudden smell of burning flesh.

    Here is fruit
    for the crows to pluck,
    For the rain to gather,
    for the wind to suck,
    For the sun to rot,
    for the trees to drop,
    Here is a strange
    and bitter crop.

    Segue “Lilì Marleen”, di Norbert Schutz (1915). Celebre per quella cantata da Lale Andersen e da Marlene Dietrich (vi metto la mia traduzione dopo, dovrebbe essere giusta… il mio tedesco è elementare)

    Vor der Kaserne
    Vor dem großen Tor
    Stand eine Laterne
    Und steht sie noch davor
    So woll’n wir uns da wieder seh’n
    Bei der Laterne
    wollen wir steh’n:
    Wie einst Lili Marleen (2)

    Unsere beide Schatten
    Sah’n wie einer aus
    Daß wir so lieb uns hatten
    Das sah man gleich daraus
    Und alle Leute soll’n es seh’n
    Wenn wir bei der Laterne steh’n
    Wie einst Lili Marleen. (2)

    Là dove c’è la caserma
    davanti al portone
    c’era un lampione
    e se c’è tutt’ora
    allora ci rivedremo
    quando staremo accanto a quel lampione
    come un tempo, Lilì Marleen

    Le nostre ombre s’incontreranno
    diventeranno un’ombra sola
    perché il nostro amore non è finito
    e nessuno avrà niente da ridire
    così ognuno starà a guardarci
    mentre staremo sotto quel lampione

    Poi, la magnifica colonna sonora di “Leaving Las Vegas”, da cui estrapolo Sting:

    Angel Eyes

    Have you ever had the feeling
    That the world’s gone and left you behind
    Have you ever had the feeling
    That you’re that close to loosing your mind
    You look around each corner
    Hoping that she’s there
    You try to play it cool perhaps
    Pretend that you don’t care
    But it doesn’t do a bit of good
    You got to seek ‘til you find
    Or you never unwind
    Try to think
    That loves not around
    Still it’s uncomfortably near
    My old heart
    Ain’t gainin’ no ground
    Because my angel eyes ain’t here

    Angel eyes
    That old devil sent
    They glow unbearebly bright
    Need I say
    That my love’s misspent
    Misspent with angel eyes tonight

    So drink up all you people
    Order anything you see
    Have fun you happy people
    You drink and the laugh’s on me

    Pardon me
    But I “gotta run”
    The fact’s uncommonly clear
    Gotta find
    Who’s now “Number One”
    And why my angel eyes ain’t here
    Tell me why my angel eyes ain’t here
    Excusez-moi my angel eyes ain’t here
    Excuse me while I disappear

    E “It’s a lonesome old town” (da accompagnare con un bourbon doppio, please)

    It’s a lonesome old town
    When you’re not around

    I’m lonely as I can be
    I never knew how much I’d miss you
    But now I can plainly see

    It’s a lonesome old town
    When you’re not around
    How I wish you’d come back to me
    How I wish you’d come back to me
    How I wish you’d come back to me
    Lonesome old town
    Lonesome, lonesome old town
    It’s a lonesome old town

    E come non metterci Tom Waits, “Blue Valentine”?

    Blue Valentines

    She sends me blue valentines
    All the way from Philadelphia
    To mark the anniversary
    Of someone that I used to be
    And it feels just like theres
    A warrant out for my arrest
    Got me checkin in my rearview mirror
    And I’m always on the run
    Thats why I changed my name
    And I didn’t think you’d ever find me here

    To send me blue valentines
    Like half forgotten dreams
    Like a pebble in my shoe
    As I walk these streets
    And the ghost of your memory
    Is the thistle in the kiss
    And the burgler that can break a roses neck
    It’s the tatooed broken promise
    That I hide beneath my sleeve
    And I see you every time I turn my back

    She sends me blue valentines
    Though I try to remain at large
    They’re insisting that our love
    Must have a eulogy
    Why do I save all of this madness
    In the nightstand drawer
    There to haunt upon my shoulders
    Baby I know
    I’d be luckier to walk around everywhere I go
    With a blind and broken heart
    That sleeps beneath my lapel

    She sends me my blue valentines
    To remind me of my cardinal sin
    I can never wash the guilt
    Or get these bloodstains off my hands
    And it takes a lot of whiskey
    To take this nightmares go away
    And I cut my bleedin heart out every nite
    And I die a little more on each St. Valentines day
    Remember that I promised I would
    Write you…
    These blue valentines

    Ma soprattutto “Somewhere” (da West Side Story, è di Leonard Bernstein e Stephen Sondheim) che lui canta in modo straziante…

    There’s a place for us
    Somewhere a place for us
    Peace and quiet and open air
    Wait for us
    Somewhere
    There’s a time for us
    Someday a time for us
    Time together with time to spare
    Time to learn
    Time to care
    Someday, somewhere
    We’ll find a new way of living
    We’ll find a way of forgiving
    Somewhere
    There’s a place for us
    A time and a place for us
    Hold my hand and we’re half way there
    Hold my hand
    And I’ll take you there
    Somehow
    Someday, somewhere

    Gli U2, con “The Ground Beneath Her Feet”: quando Bono grida
    “Let me love you, let me rescue you
    Let me bring you where two roads meet”

    All my life, I worshipped her
    Her golden voice, her beauty’s beat
    How she made us feel
    How she made me real
    And the ground beneath her feet
    And the ground beneath her feet

    And now I can’t be sure of anything
    Black is white, and cold is heat
    For what I worshipped stole my love away
    It was the ground beneath her feet
    It was the ground beneath her feet

    Go lightly down your darkened way
    Go lightly underground
    I’ll be down there in another day
    I won’t rest until you’re found

    Let me love you, let me rescue you
    Let me bring you where two roads meet
    O come back above
    Where there is only love
    Only love…

    My oh my, My oh my
    My oh my, My oh my
    My oh my, My oh my

    My oh my, My oh my
    My oh my, My oh my
    Let me love you true, let me rescue you
    Let me bring you to where two roads meet

    Let me love you true, let me rescue you
    Let me bring you to where two roads meet

    My oh my, My oh my
    My oh my, My oh my

    Beh, non posso dimenticare neanche la tremenda “Warszawa” di David Bowie, nell’impareggiabile colonna sonora di “Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino”. E’da ascoltare, così non dice nulla, ma giuro che è da brivido.

    So-lavie di-le-jo
    So-lavie di-le-jo

    He-li venco -de-ho
    Chi-le venco de-ho

    Malio

    He-libo se-yo-man
    He-libo se-yo-man

    Malio
    Malio

    Per gli italiani, a parte Guccini, Fossati, De André, Lauzi (ma Gianluca, e allora la chiusa di “La messa è finita”?) mi viene in mente Tenco… il club dei genovesi/astigiani tristi (Astolfo, quando ascolto “Ma se ghe pensu” cantata dai miei amici Luca e Paolo, ci credi che m’intenerisco anch’io?:o)))))).

    “Lontano, Lontano” di Luigi Tenco

    Lontano lontano nel tempo
    qualche cosa
    negli occhi di un altro
    ti farà ripensare ai miei occhi
    i miei occhi che t’amavano tanto
    E lontano lontano nel mondo
    in un sorriso
    sulle labbra di un altro
    troverai quella mia timidezza
    per cui tu
    mi prendevi un po’ in giro
    E lontano lontano nel tempo
    l’espressione
    di un volto per caso
    ti farà ricordare il mio volto
    l’aria triste che tu amavi tanto
    E lontano lontano nel mondo
    una sera sarai con un altro
    e ad un tratto
    chissà come e perché
    ti troverai a parlargli di me
    di un amore ormai troppo lontano.

    Vedrai, vedrai

    Quando la sera
    tu ritorni a casa
    non ho neanche voglia di parlare
    tu non guardarmi
    con quella tenerezza
    come fossi un bambino
    che rimane deluso
    Si lo so
    che questa
    non è certo la vita
    che hai sognato un giorno per noi
    Vedrai vedrai
    vedrai che cambierà
    forse non sarà domani
    ma un bel giorno cambierà
    Vedrai vedrai
    che non sei finito sai
    non so dirti come e quando
    ma vedrai che cambierà
    Preferirei sapere che piangi
    che mi rimproveri d’averti delusa
    e non vederti sempre così dolce
    accettare da me
    tutto quello che viene
    Mi fa disperare
    il pensiero di te
    e di me che non so darti di più
    Vedrai vedrai
    vedrai che cambierà
    forse non sarà domani
    ma un bel giorno cambierà
    Vedrai vedrai
    che non sei finito sai
    non so dirti come e quando
    ma vedrai che cambierà…

  26. Anvedichejedi, se ci mettevi anche gli accordi mi stampavo il commento e mi facevo un canzoniere nuovo.

  27. “una sola e poi smetto!”
    “è l’ultima volta, giuro”
    “ancora!”

    Gianluca spaccia roba buona eh!

  28. anvedichejedi, ti ho immaginata che te le cantavi mentre le scrivevi, piangendo a fontana.. se ci scrivo una canzone, vi batto tutti..

  29. Gianmarco, se fai una ricerchina su google trovi tutti gli accordi e senza troppe difficoltà (siti stranieri, mi raccomando: ho trovato persino tutti quelli di Hair, versioni diverse di Broadway incluse…) Sul jazz c’è veramente di tutto, e per una gershwiniana e coltraniana come me, da leccarsi i baffi…:o))))

    Spad, sono una tenera dal cuore duro… stai attento!;o))) L’ultima volta che ho pianto è stato al cinema con la scena del matrimonio segreto di “Braveheart” (quasi identica al mio, vero), ma ero rimasta vedova da circa due mesi, quindi avevo tutte le attenuanti del caso. Era il lontano 1996… sei avvertito!

    Scrivila, che aspettiiiiiiiii???????:o))))))))

  30. “Vigilia di Natale, un giorno come gli altri una tazza di latte caldo e nessun regalo da scartare.
    Auguri professore e felice anno nuovo, d’un tratto un indecifrabile imbarazzo colmava i suoi occhi[…] Gli addobbi per le strade i presepi viventi,d’un tratto un senso di sconforto misto a frustazione, colmava i suoi occhi.
    Ed avrebbe voluto trovare al suo fianco una compagna premurosa ed amabile, ed avrebbe voluto sentire il calore di un altro corpo sotto le coperte…”

  31. can it be that it was all so simple then?
    or has time re-written every line?
    if we had the chance to do it all again
    tell me, would we? could we?
    eh.

  32. I’m not living
    I’m just killing time
    Your tiny hands
    Your crazy kitten smile

    Just, don’t leave
    Don’t leave

  33. Anvedi, cavolo.. vabbè.. il film per cui ho pianto di più è stato “L’incompreso”.. credo che Comencini sia da arrestare per vilipendio al macho..

  34. Last night I dreamt
    That somebody loved me
    No hope, but no harm
    Just another false alarm

    Last night I felt
    real arms around me
    No hope, no harm
    Just another false alarm

    So, tell me how long
    Before the last one ?
    And tell me how long
    Before the right one ?

    The story is old – I KNOW
    But it goes on
    The story is old – I KNOW
    But it goes on

    Oh, GOES ON
    And on
    Oh, goes on
    And on

  35. Chissà qual era la colonna sonora d'”Incompreso”…:o((((((
    … ci sono certi film studiati sadicamente a tavolino per far piangere, vere operazioni di marketing. Quello era una delle tante (e Love Story? … ARGH!!!)

    A proposito di grande tristezza: è un OT, ma oggi a Roma gli universitari sono scesi in piazza e la Santanché ha mostrato loro il dito medio.
    http://www.repubblica.it

    … Noi cosa potremmo mostrarle?:o)))))

  36. Sì, però il verso di Jovanotti rima con:
    “Sei innamorato?” “Credo.”

    Insomma, non è che neanche lui, quando ha scritto il testo, fosse poi così entusiasta.
    “E poi cos’è successo?”
    “RICOMINCIAAAAAAMOOOOOOOOO!”

  37. Bella, ché tuo marito n’è superbo
    Forse, forse tu vuoi che io ci sia
    e aspetti di avere un lampo di follia
    ma già le luci sfumano nell’ombra…

    Paolo Conte – Dal loggione

  38. potrei andare avanti all’infinito, maledizione!
    “creep” dei radiohead, tutta, dall’inizio alla fine…

    “When you were here before
    Couldn’t look you in the eye
    You’re just like an angel
    Your skin makes me cry
    You float like a feather
    In a beautiful world
    And I wish I was special
    You’re so fuckin’ special

    But I’m a creep, I’m a weirdo.
    What the hell am I doing here?
    I don’t belong here.

    I don’t care if it hurts
    I want to have control
    I want a perfect body
    I want a perfect soul
    I want you to notice
    When I’m not around
    You’re so fuckin’ special
    I wish I was special

    But I’m a creep, I’m a weirdo.
    What the hell am I doing here?
    I don’t belong here.

    She’s running out again,
    She’s running out
    She’s run run run running out…

    Whatever makes you happy
    Whatever you want
    You’re so fuckin’ special
    I wish I was special…

    But I’m a creep, I’m a weirdo,
    What the hell am I doing here?
    I don’t belong here.
    I don’t belong here.”

    terrificante!

  39. Oltre ai già citati “Ultimo Amore” di Capossela, straziante dal primo all’ultimo verso e i Radiohead di “creep” devo segnalare anche “The Last Kiss” dei Pearl jam, che riporto per chi vuole angosciarsi in compagnia:

    Oh where, oh where, can my baby be?
    The Lord took her away from me
    She’s gone to heaven, so I got to be good
    So I can see my baby when I leave this world

    We were out on a date in my daddy’s car
    We hadn’t driven very far
    Up in the road, straight ahead
    A car was stalled, the engine was dead
    I couldn’t stop, so I swerved to the right
    I’ll never forget the sound that night
    The screamin’ tires, the bustin’ glass
    The painful scream that I heard last

    Oh where, oh where, can my baby be?
    The Lord took her away from me
    She’s gone to heaven, so I got to be good
    So I can see my baby when I leave this world

    When I woke up, the rain was pourin’ down
    There were people standing all around
    Something warm rollin’ through my eyes
    But somehow I found my baby that night
    I lifted her head, she looked at me and said
    “Hold me darling for a little while”
    I held her close, I kissed her, our last kiss
    I found the love that I knew I would miss
    But now she’s gone, even though I hold her tight
    I lost my love, my life that night

    Oh where, oh where, can my baby be?
    The Lord took her away from me
    She’s gone to heaven, so I got to be good
    So I can see my baby when I leave this world

    ora scusate vado a piangere in un angolo buio

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