Tristezzaaaa, per favore vai viaaaaa

Sapore di mare 2: un anno dopoLa domanda è venuta fuori parlando (leggi: cazzeggiando) con la C.T.D.R. (Critica Televisiva Di Riferimento): oggetto della discussione era la riproposizione in terza serata di “Sapore di mare”, avvenuta non mi ricordo più su quale rete qualche giorno prima.
Ora, io non so voi, ma c’è una scena, in “Sapore di mare 2” (che peraltro è già triste di suo, e mica per niente una delle canzoni della colonna sonora è la Bibbia delle pene d’amore “Ritornerai” di Bruno Lauzi: “Ti senti sola / con la tua libertà / ed è per questo / che tu ritornerai”) che, per quanto mi riguarda, è la più straziante della storia della cinematografia mondiale. C’è questo Gianni, faccia occhialuta da secchione, che sta da tre anni con Selvaggia (Isabella Ferrari). Anzi: quella sera cade proprio il loro anniversario. Selvaggia vuole uscire: vorrebbe festeggiare facendo l’amore con lui per la prima volta, ma Gianni, inaspettatamente e senza alcun valido motivo, si nega e poi si eclissa. E’ a quel punto che colpisce il corvo Fulvio (Massimo Ciavarro): la consola con parole dolci, fingendo di capirla, biasimando il fidanzato che non la merita, come solo gli uomini sanno consolare una ragazza quando han voglia di trombare. E finisce che se la tromba. Lì, sulla spiaggia, dietro ad una barca. E ad amplesso inaugurale terminato accade l’irreparabile: Selvaggia è pronta a rivestirsi, quasi sicuramente pentita di quel che ha fatto, ma alza gli occhi e vede Gianni, Gianni che era lì e ha visto tutto (o per lo meno quel che c’era da vedere per capire), Gianni in piedi, con le lacrime agli occhi, e tra le mani una torta con il numero “3” che fa capolino dalle candeline accese.
E non rompete i coglioni con il cinema d’autore, almeno per questa volta: è una scena che vale almeno dieci LarsVonTrier, e alla fine non ti viene nemmeno da vomitare per la telecamera a spalla.

Stavamo parlando di “Sapore di mare 2” e di “Ritornerai”, io e la C.T.D.R., dicevo, quando sorge spontanea una domanda: qual è il verso più triste mai scritto in una canzone?
Io ho iniziato e subito dovuto smettere, altrimenti questo post sarebbe stato più aggiornato di Wikipedia. Ne volevo fare una classifica, à la “31 songs”, ma davvero la lista è così provvisoria e incompleta che non ne vale la pena. Se desiderate, si accettano contributi.

Per quanto mi riguarda parto dalle più tragiche seppur poetiche, e allora non si può prescindere dalla Stefania morta di parto raccontata da Francesco Guccini in “Venezia”:

“Stefania affondando, Stefania ha lasciato qualcosa:
Novella Duemila e una rosa sul suo comodino,
Stefania ha lasciato un bambino.”

oppure – per rimanere più o meno sullo stesso tema – dall’autobiografia “Spark” di Tori Amos, scritta in seguito ad un aborto spontaneo che la porta a mettersi in discussione come madre:

“She’s convinced she could hold back a glacier
But she couldn’t keep Baby alive
(“Era convinta di saper fermare un ghiacciaio
ma non è riuscita a tenere vivo il suo bambino”)

al punto di arrivare a credere che sia tutta colpa sua e dei suoi iniziali tentennamenti:

You say you don’t want it / again and again
but you don’t / don’t really mean it.”
(“Dici che non lo vuoi, / lo ripeti e lo ripeti,
ma tu no, / non ci credi veramente”)

Poi, ecco, come in qualsiasi cosa nella quale sia implicata una nota musicale, non possono mancare i quattro ragazzi di Liverpool e l’epitaffio in occasione di una di quelle morti di cui nessuno si accorge:

“Eleanor Rigby, died in the church
and was buried along with her name,
nobody came.”
(“Eleanor Rigby è morta nella chiesa
ed è stata sepolta assieme al suo nome,
Nessuno è venuto.”)

Poi si passa al tema “amore”, e qui la diga crolla.


E’ un’escalation di tradimenti e amori inghiottiti dal tempo che parte dal Lucio Battisti fiducioso e incredulo di “Non è Francesca”:

“Lei è sempre a casa che aspetta me, non è Francesca…
Se c’era un uomo poi, no, non può essere lei…”

passa per il soldato raccontato da Claudio Baglioni che torna a casa in licenza e si appresta a fare una sopresa alla fidanzata, mentre lei lo previene e si fa beccare al mercato in dolce compagnia, e lui, lui tra incazzatura e pianti ci mette più o meno sei canzoni prima di arrivare (senza crederci per primo, o almeno si ha questa impressione) alla proposta del compromesso:

“Io ti voglio quanto ti voglio
e non me ne importa niente / di ciò che hai fatto
se ci sei stata a letto / tanto il tempo aggiusta tutto…”

torna a Lucio Battisti e all’innamorato pentito di “Fiori rosa fiori di pesco” che, da bravo uomo, non ci mette mai una pietra sopra e, dopo un anno, va a trovare la propria ex a casa sua, convinto che magari alla fine butta bene, ma ci trova una lei imbarazzata e un uomo in accappatoio:

“Scusa, credevo proprio che fossi sola
credevo non ci fosse nessuno con te
oh scusami tanto se puoi
signore chiedo scusa anche a lei”

e termina (ma che termini qui, l’abbiamo già spiegato, rappresenta solo un artifizio letterario) con “For no one”, i soliti Beatles e Paul Mc Cartney in particolare, alle prese con una storia che si trascina da tempo nella totale inconsapevolezza, da parte dell’elemento maschile della coppia, di trovarsi al cospetto dell’inevitabile fine:

“She wakes up, she makes up, / she takes her time
and doesn’t feel she has to hurry, / she no longer needs you.”
(“Lei si sveglia, si trucca, / si prende il tempo che le serve
e non sente il bisogno di fare in fretta, / non ha più bisogno di te”.)

Poi ci sono quelli che se ne sono fatta una ragione, anche se si capisce che c’è voluto del tempo, come il Guccini di “Farewell”:

“Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale. […]
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.”

quelli che se la prendono, come Robbie Williams in Sexed Up:

“Why don’t we talk about it? / I’m only here don’t shout it
Give ‘em time, we’ll forget / Let’s pretend we never met”
(“Perché non ne parliamo? / Sono qui, non gridare
Avremo tempo per dimenticare / Facciamo finta di non esserci mai incontrati”)

e chi invece ricorda stronzeggiando in compagnia del nuovo ganzo, come la Giulietta di Mark Knopfler & Co.

“You promised me everything, you promised me thick and thin, yeah
Now you just say “oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him”
(“Mi avevi promesso tutto, mi avevi promesso mari e monti,
Adesso dici solo, oh Romeo, sì, sai, quello con cui ho avuto una storia”)

Ma la peggiore, quella più straziante e ingiusta (nei confronti di sé stesso, sia chiaro) e atroce e penosa l’ha scritta Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti. Chi conosce la travagliata storia d’amore con la compagna capirà perché; gli altri possono ripassare sulle vecchie annate di “Novella 2000”.
La si ascolta in “Tanto³”, ed è una di quelle ti lascia lì, indeciso su come comportarti: consolarlo con una mano sulla spalla o, come si fa con i cavalli feriti, sparargli, così soffre meno?
Già, la frase:

“- E lei ti ama? – A suo modo.”
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49 Commenti

  1. Così al volo tre citazioni dei Counting Crows:

    Da “Round Here”:

    She says “It’s only in my head”
    She says “Shhh, I know it’s only in my head”
    But the girl in car in the parking lot
    says “Man you should try to take a shot
    can’t you see my walls are crumbling?”
    Then she looks up at the building
    and says she’s thinking of jumping
    She says she’s tired of life
    she must be tired of something

    Da “Anna Begins”:

    This time
    when kindness falls like rain
    It washes me away and Anna begins
    to change my mind
    And every time she sneezes
    I believe it’s love
    and oh Lord…. I’m not ready
    for this sort of thing

    e da “Raining in Baltimore”:

    There’s things I remember
    and things I forget
    I miss you I guess that I should
    Three thousand five hundred miles away
    But what would you change if you could?

    Lacrime gratis e fazzoletti a pagamento.

  2. Concordo che quella del Lorenzo sia la più straziante.
    Ma quella degli U2 sulle vigorsol non è da meno:
    Did I disappoint you
    Or leave a bad taste in your mouth
    You act like you never had love
    And you want me to go without

  3. “Non perderti per niente al mondo
    lo spettacolo d’arte varia
    di uno innamorato di te”

    perché è chiaro che lei non ci pensa proprio a ricambiare e siede sul divano con un cartoccio di pop-corn mentre lui si inventa per lei il più triste degli show.

  4. Voto per Nick Cave, “Black Hair”, la canzone intera:
    Last night my kisses were banked in black hair
    And in my bed, my lover, her hair was midnight black
    And all her mystery dwelled within her black hair
    And her black hair framed a happy heart-shaped face

    And heavy-hooded eyes inside her black hair
    Shined at me frome the depths of her hair of deepest black
    While my fingers pushed into her straight black hair
    Pulling her black hair back from her happy heart-shaped face

    To kiss her milk-white throat, a dark curtain of black hair
    Smothered me, my lover with her beautiful black hair
    The smell of it is heavy. It is charged with life
    On my fingers the smell of her deep black hair

    Full of all my whispered words, her black hair
    And wet with tears and good-byes, her hair of deepest black
    All my tears cried against her milk-white throat
    Hidden behind the curtain of her beautiful black hair

    As deep as ink and black, black as the deepest sea
    The smell of her black hair upon my pillow
    Where her head and all its black hair did rest
    Today she took a train to the West
    Today she took a train to the West
    Today she took a train to the West

  5. This mortal coil:

    Now the winter’s drowning close/ the days are getting older / i can tell you by your face/ that your heart is getting colder

    e non sono solo le parole è tutta la canzone che mette tristezza. Per non parlare di “Orpheus” di Daviv Sylvian

  6. Io voto per “Poster” dei Pooh. Tutta: dalla prima all’ultima strofa, un magone come se ne sono provati pochi.

  7. @Fabrizio, su “One” degli U2: c’è qualcun altro oltre a me che pensa che quella canzone parli della riunificazione della Germania?

  8. La fine dell’amore come a causa di un terremoto, e la costruzione miseramente si sfascia:

    E tutto ció mi meraviglia/tanto che se finisse adesso/lo so io chiederei/che mi crollasse addosso/Si.

    Ivano Fossati

    @Tommaso: ‘Poster’ dei Pooh?

  9. e che dire di “Son morto ch’ero bambino, son morto con altri cento, passato per un camino
    e ora sono nel vento” (AUSCHWITZ – Guccini o anche Equipe84)?!

  10. Penso che le parole più dolorose, laceranti e strazianti mai scritte in una canzona siano quelle che usa Fabrizio ne “la canzone di Marinella”.
    Prima tutta la gioia di un incontro inaspettato con un principe azzurro disceso dal cielo come un angelo dalle ali d’oro (un re senza corona e senza scorta/bussò tre volte un giorno alla sua porta
    bianco come la luna il suo cappello/
    come l’amore rosso il suo mantello/
    tu lo seguisti senza una ragione/
    come un ragazzo segue un aquilone), una gioia infinita (c’era il sole e avevi gli occhi belli) un amore atteso troppo a lungo che esplode in una passione raccontata da parole ineguagliabili (“furono baci furono sorrisi/
    poi furono soltanto i fiordalisi/
    che videro con gli occhi delle stelle/
    fremere al vento e ai baci la tua pelle)per poi arrivare alla tragedia e all’impossibilità di credere che la morte ti possa portare via una così bella (lui che non ti volle creder morta/
    bussò cent’anni ancora alla tua porta).
    Non so cosa gli passasse per la testa in quel momento, ma Fabrizio in questa canzone ha veramente dato un significato nuovo alla parola “dolore”.

  11. Oddio, la riunificazione? Non ci avevo mai pensato.
    Ma allora la voce narrante fa la la parte della ddr o quella della fdr?

  12. Un’altra citazione di Fabrizio de Andrè, di cui cito una parte di “La guerra di Piero”, una delle canzoni che credo trasmetta veramente molto bene il dramma (odierno ahimè!!) della guerra.

    “e mentre marciavi con l’anima in spalle
    vedesti un uomo in fondo alla valle
    che aveva il tuo stesso identico umore
    ma la divisa di un altro colore

    sparagli Piero , sparagli ora
    e dopo un colpo sparagli ancora
    fino a che tu non lo vedrai esangue
    cadere in terra a coprire il suo sangue

    e se gli sparo in fronte o nel cuore
    soltanto il tempo avrà per morire
    ma il tempo a me resterà per vedere
    vedere gli occhi di un uomo che muore”

  13. ma come piove bene su gli impermeabili/…/ e non sull’anima
    P.Conte – Gli impermeabili

  14. e che ne dite di questa strofa di “mi ritorni in mente”??
    “un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso
    il nostro amor dissolversi nel vento
    ricordo, sono morto in un momento”

  15. This is the last day of our acquaintance
    I will meet you later in somebody’s office
    I’ll talk but you won’t listen to me
    I know what your answer will be

    I know you don’t love me anymore
    you used to hold my hand when the plane took off
    two years ago there just seemed so much more
    and I don’t know what happened to our love

    today’s the day
    our friendship has been stale
    and we will meet later to finalise the details
    two years ago the seed was planted
    and since then you have taken me for granted

    but this is the last day of our acquintance
    I will meet you later in somebody’s office
    I’ll talk but you won’t listen to me
    I know your answer already.

    (Sinead O’Connor, The last day of our acquaintance)

  16. … è uno di quei post che ti fan rimpiangere gli anni che giravano una o due cassette sempre con le stesse canzoni, che gli emmpitre non c’erano…
    Ma poi la domanda era sul ‘verso più triste mai scritto in una canzone’
    o sul ‘verso (…) in una canzone d’amore’
    Perchè, se è la seconda, allora uno cerca Masini nella playlist e, al 90 pct, ci becca !
    Se invece, la prima,
    “Ricordo il freddo massacrante il giorno che
    perdemmo per sempre i nostri figli
    affamati assetati privati dei nostri vestiti
    ed era come ingoiare vetro
    e ben presto avremmo smesso di parlare
    ben presto avremmo smesso di capire ”
    oppure, visto che qui gira Guccini a secchie,
    “come può l’uomo, uccidere un suo fratello,
    eppure siamo a milioni, in polvere”.
    Forse bisognerebbe intendersi sul triste: cosa c’è di triste se una Ferrari in spiaggia si tromba un Ciavarro invece di un Gianni ?
    Sarebbe triste il contrario…

  17. Who’s that woman on your arm all dressed up to do you harm
    And I’m hip to what she’ll do, give her just about a month or two.

  18. Tre citazioni:

    Ed aspettavo come
    come un cane quando non c’è più
    non c’è più il padrone
    contro il vetro per guardare giù
    (Io no – Vasco)

    lei si muove dentro un altro abbraccio
    su di un corpo che non è più il mio
    e io così non ce la faccio
    (Laura non c’è – Nek)

    il treno è un lampo infuocato
    se si guarda impazziti il convoglio venir
    un momento un pensiero affannato
    e la vita è rapita senza altro soffrir
    la poteron riconoscere soltanto
    dagli anelli bagnati dal suo pianto
    il pianto di quell’ultimo suo amore dovuto abbandonar
    (Ultimo amore – Vinicio Capossela)

  19. “Io dopo di te
    non sono morto né guarito
    ma ci ho provato, era mio diritto
    e non è servito”

    (Ivano Fossati, Vola)

  20. Ok, lo dico, e che poi non mi si tratti male perchè l’ho detto…
    CI VORREBBE IL MARE di MASINI.
    Bona lè.

  21. Ciao, ma è una droga, ma come ti viene in mente di scrivere una cosa così!
    Ora sono qui come una cretina a pensare a quella volta che, merda!, quanto ho pianto che poi a pensarci ora che bei tempi anche se non avevo una lira una macchina un fidanzato ma chissenefrega che erano i tempi che cantavo a squarciagola e sulla spiaggia cenavo con “pizza fredda e birra calda” (op.cit.)…

    Vabbè, allora esagero (che dopo Masini non è mica facile):

    “Ho sbagliato tante volte ormai
    che lo so già
    che oggi quasi certamente
    sto sbagliando su di te
    ma una volta in più che cosa può cambiare
    nella vita mia”.

    E continua (perchè ovviamente lui non è arrivato):

    “E’ cambiato il tempo e sta piovendo
    ma resto ad aspettare
    non m’importa cosa il mondo può pensare
    io non me ne voglio andare”

  22. Anche il primo De Gregori in quanto a tristezza non scherzava.
    Ecco, per esempio, una strofa di “Dolce amore del Bahia”

    “Ieri, ho incontrato la mia formica,
    mi ha detto che, sono pazzo.
    io, con occhiaie profonde
    e un principio di intossicazione.
    Io non ricordo che occhi avevi,
    io non ricordo che occhi avevi,
    l’ultima volta che ti ho insultato,
    l’ultima volta che ti ho lasciato”

  23. “Kappa (dei Mogwai) è l’equivalente musicale dell’impotenza sessuale: gli strumenti preparano il climax per l’esplosione della melodia, ma invece la musica è come trattenuta e la melodia quasi segna da sola la propria condanna.” ok, è strumentale, ma questa descrizione del re dei critichini rende bene l’idea.

  24. Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire, – spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire…

    la canzone è triste tutta, ma sto verso mi stringe il cuore..

  25. Notturno delle tre di Fossati è la più triste e bella canzone che abbia mai senitto. In merito a Sapore di sale II si trattava di un dramma annunciat:o scusa ma secondo te tra il cesso occhialuto e Massimo Ciavarro versione anni 80 una ragazza chi avrebbe preferito?

  26. Tanto per uscire dall’argomento amore: citerei il maestro Baglioni, “Le ragazze dell’est”.

    “…io le ho viste stringere le lacrime di una primavera che non venne mai / volo di cicogne con ali di cera…”

  27. Basta con i testi d’autore.
    Michele Zarrillo: “e proprio io che ti amo ti sto implorando aiutami a distruggerti.”

  28. la colonna pubblicitaria di google che si trova a destra, si sovrappone all’articolo e nn riesco a leggerlo bene…..ci fa solo a me????

    cmq ecco il mio contributo al tema di oggi:

    Good Company (B.May)

    Take good care of what you’ve got
    My father said to me
    As he puffed his pipe
    and Baby B. he dandled on his knee
    Don’t fool with fools who’ll turn away
    Keep all good company
    Oo Hoo Oo Hoo
    Take care of those you call your own
    And keep good company
    Soon I grew and happy too
    My very good friends and me
    We’d play all day with Sally J.
    The girl from number four
    And very soon I begged her won’t you
    Keep me company
    Oo Hoo Oo Hoo
    Come marry me for evermore we’ll
    Be good company
    Now marriage is an institution sure
    My wife and I our needs and nothing more
    All my friends by a year
    By and by disappeared
    But we’re safe enough behind our door
    I flourished in my humble trade
    My reputation grew
    The work devoured my waking hours
    But when my time was through
    Reward of all my efforts my own
    Limited Company
    I hardly noticed Sall as we
    Parted Company
    All through the years in the end it appears
    There was never really anyone but me
    Now I’m old I puff my pipe
    But no-one’s there to see
    I ponder on the lesson of
    My life’s insanity
    Take care of those you call your own
    And keep good company
    —————————
    Prenditi cura di ciò che hai
    Mio padre mi disse
    mentre tirava una boccata alla sua pipa
    facendo saltellare Baby B. sulle sue ginocchia.
    Non perdere tempo con gli stupidi che se andranno via.
    Frequenta solo buone compagnie
    Oo Hoo Oo Hoo
    Prenditi cura di coloro che senti vicini
    e frequenta buone compagnie
    Sono cresciuto in fretta e anche felice
    I miei buoni amici e io
    giocavamo tutto il giorno con Sally J.
    la ragazza del numero quattro
    E molto presto le chiesi se volesse
    tenermi compagnia
    Oo Hoo Oo Hoo
    Sposarmi e per sempre ci
    terremo buona compagnia
    Ora, certo, il matrimonio è un’istituzione
    Mia moglie e io, i nostri bisogni e nient’altro
    Tutti i miei amici entro un anno
    scomparvero a poco a poco.
    ma siamo abbastanza al sicuro dietro la nostra porta.
    Ho prosperato nella mia modesta attività
    La mia reputazione è cresciuta
    Il lavoro ha divorato le mie ore
    ma quando finivo
    la ricompensa di tutti i miei sforzi era solo la mia
    Compagnia a Responsabilità Limitata
    Mi sono a malapena accorto di Sally mentre ci
    separavamo
    Nel corso di tutti gli anni, alla fine, sembra
    che non sia esistito nessun altro se non io.
    Ora sono vecchio, tiro boccate alla mia pipa
    ma non c’è nessuno a vedermi.
    Rifletto sulla lezione della
    stoltezza della mia vita
    Prenditi cura di quelli che chiami i tuoi
    e frequenta buone compagnie

  29. Questa le batte tutte e vi sfido a trovarne un’altra:
    “Last Kiss”, dei Pearl Jam, è l’equivalente americana di “Canzone per un’amica” di Guccini. Sono due innamorati che hanno un incidente in macchina e lei muore nelle braccia di lui:

    I raised her head, she looked at me and said,
    “Hold me darling just a little while.”
    I held her close. I kissed her our last kiss.
    I found the love that I knew I had miss.
    But now she’s gone, even though I hold her tight.
    I lost my love … my life, that night.

    Well, where oh where can my baby be?
    The Lord took her away from me.
    She’s gone to heaven, so I got to be good,
    So I can see my baby when I leave this world.

  30. @Fabrizio: quello che parla è la DDR.

    – You asked me to enter but then you make me crawl.
    – will it make it easier on you now you got someone to blame?
    – one blood, one life
    – we’re one but we’re not the same
    – we have to carry each other

  31. Jeff Buckley, “Last goodbye”:

    This is our last goodbye
    I hate to feel the love between us die
    But it’s over
    Just hear this and then I’ll go :
    you gave me more to live for,
    more than you’ll ever know.

    This is our last embrace,
    must I dream and always see your face
    Why can’t we overcome this wall
    Baby, maybe it is just because I didn’t know you at all.

    Kiss me, please,
    Kiss me
    But kiss me out of desire, babe, and not consolation
    You know,
    it makes me so angry ‘cause I know that in time
    I’ll only make you cry, this is our last goodbye.

    Did you say “no, this can’t happen to me,”
    and did you rush to the phone to call?
    Was there a voice unkind in the back of your mind saying,
    “maybe… you didn’t know him at all.”

    Well, the bells out in the church tower chime
    Burning clues into this heart of mine
    Thinking so hard on her soft eyes and the memory
    Of her sighs that, “it’s over… it’s over…”

  32. I wish I could just make you turn around,
    Turn around and see me cry
    There’s so much I need to say to you,
    So many reasons why
    You’re the only one who really knew me at all

    Inutile dire di chi è.

  33. Secondo me (ed anche secondo lui, come da intervista a Luca Sofri su Condor) Lorenzo non ha scritto qualcosa di malvagio.
    In fondo dice solo la verità.

  34. My two cent:

    “…però mi ha aiutato a chiedermi
    s’era giusto essere trattato così
    da una persona che diceva di
    amarmi e proteggermi
    prima di abbandonarmi qui non ho

    nessun rimpianto nessun rimorso
    soltanto certe volte capita che appena
    prima di dormire mi sembra di sentire
    il tuo ricordo che mi bussa
    ma io non aprirò…”

    Nessun Rimpianto
    La Dura Legge Del Gol (1996)

  35. … ma che cosa è cambiato
    dopo che ti ho incontrato?
    Direi non molto.
    Ma che cosa è restato
    dopo che ti ho amato?
    Direi non molto.

    o se si preferisce:

    …What did we do that was wrong?
    we did not know it was wrong!
    Fun is the one thing that money can’t buy…

  36. “So, so you think you can tell/heaven from hell/blue skies from pain?”

    “E allora pensavi di poter separare/i paradisi dall’inferno/ i cieli azzurri dal dolore?”

    Pink Floyd, riferito a Syd Barret dal cervello “cotto” dalla droga.

  37. Goodbye, cruel world,
    I’m leaving you today.
    Goodbye, goodbye, goodbye.

    Goodbye all you people,
    There’s nothing you can say,
    To make me change my mind.
    Goodbye

  38. “thumbing my way” dei pearl jam
    “stolen car” di springsteen
    “let down” dei radiohead
    “la stagione del tuo amore” di de andrè
    ….

  39. Non solo l’amore e la morte rendono certi momenti difficili, anche altre sensazioni piu’ eteree, meno definibili. Raccoss che ne pensi di:

    “When I was a child
    I caught a fleeting glimpse,
    Out of the corner of my eye.
    I turned to look but it was gone.
    I cannot put my finger on it now.
    The child is grown, the dream is gone.”

  40. E ancora la pioggia cadrà… Baglioni

    con bracciate più rabbiose
    il suo corpo trascinò
    e sfidò la nebbia densa
    che pian piano lo abbracciò
    le speranze mezze uccise dalla vita
    tra le onde abbandonò
    non ti amo più …
    non sono tua …
    che cosa vuoi …
    vattene via …
    si aggrappò sfinito al suo dolore
    ed il mare lo ingoiò …

  41. Come diceva il Neri, nella discografia dei cari Scarafaggi si trova un po’ di tutto. A me ha sempre messo una grande stretta allo stomaco “You never give me your money” e “Golden slumber/Carry that weight”.

    “Boy you’ve got to carry that weight and for a logn time”…non c’è bisogno di dire cosa e come ci fa soffrire, perché ne sentiamo già l’intero peso sulle spalle, sempre.

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