Quello che la gente pensa

berlusconirasmussen.gifMa chi è la “gente” a cui si riferisce il Plurinquisito quando asserisce, in piena conferenza stampa: “Pentito io per le affermazioni sui magistrati? Per niente. Io dico quello che pensa la gente”? E’ un abisso semantico, quello in cui è penetrato questo Escobar dell’etere. Intende che lui esprime cose che la gente pensa, solo perché lui non sa cosa pensarne? Intende che lui dà una voce ai pensieri della gente che lo vota? Intende che lui manifesta a parole, dopo anni di condizionamento di massa, Quello che inocula pensieri nella gente? Esemplificativo, il giro di frase ambiguo e malizioso significa tutto e il proprio contrario, pienamente in linea con le dichiarazioni che l’Indagato rilascia quando si presenta in aula tribunalizia. La verità si trova più avanti, nel resoconto dell’animata conferenza stampa, concessa in presenza del sosia di Tiberio Timperi che governa la Finlandia, tale Rasmussen: “Attenti, sono il Duce…”. Ecco, questa volta ha ragione Lui: è proprio quello che la gente pensa. Chi ha altro a cui pensare, quando l’Omino di Burro incontra Rasmussen, sono Veronica e il Massimo Filosofo, che organizzano in queste occasioni profondi seminari.

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5 Commenti

  1. Allora benvenuto a questo “nuovo” strumento al servizio della logica ! Ma senza “la guida di riferimento” (numero 1, 2, 42…) non ve ne accorgevate ?

  2. Yoshi, vuoi mettere i byte risparmiati in: “ehi tipo: 1, 5, 23, 27, 38 e pure 42”? Capace che c’esce pure un terno al lotto (con qualcuno anche un mezzo sistema, va’).

  3. Il commento del Dott. Facci mi sembra tipico di chi straparla e gira intorno, ma ben guardandosi dall’entrare mai nel merito, cioe’ nella sostanza del contendere. Che erano le affermazioni del Dott. Berlusconi. A queste il Dott. Facci minimamente accenna, altrimenti cosa dovrebbe dire? Confermare che godiamo di un premier di abissale ignoranza e strafottenza? Il Dott. Facci non sarebbe neanche originale, in quanto ormai è notorio alla gente (“gente”?!?) che il Dott. Berlusconi la storia italiana l’ha appresa su qualche dispensa o bignamino di altre epoche. L’impressione che ho io (che rientro evidentemente a mia volta tra la “gente”, quella che nomina il Genna e che tanto raccapriccia il Dott: Facci, ma di cui sono fiero). Il “pezzo” del Dott. Facci mi ricorda molto, molto da vicino certe recensioni che andavano di moda nel ventennio, quanto a linguaggio. Per esempio: la “recensione” che ricevette Moravia quando usci’ il suo primo romanzo, “Gli indifferenti” (1929), a firma di Aristide Campanile, su “Antieuropa”. Tante parole, tante offese, tanto nulla.
    Vikkor

  4. Arrivo tardino lo so, però la domanda, cazzo, è da fare. Egregio Sig. Filippo Facci potrebbe dirmi quanti libri ha scritto per la sua casa editrice, la Mondadori? Grazie. Distinti saluti.

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