The Classifica 65 – …reach out, and touch Papi

“Ke figata eravamo a 1 party da 1 tipa è arrivato Franceskini” (…mmmh) (no. Non ci siamo)

“Raga ierisera alla festa d Kikka Kukki e venuto D Pietro….. mitico ;-) ” (…no. Non può funzionare)

“Ahahaha nn 6 venuta alla fst di Naoma e sai ki e venuto: Emanuele Phili, il re !!!! Belloooooo” (…ecco, vedete? Questo suona bene) (ma si sono fatti fregare anche lui, maledizione) (e va bene, speriamo che almeno Marco Carta abbiano il buon senso di candidarlo prima che ci pensino gli uomini di Papi) (che poi, arrivare a quell’età e farsi chiamare come Enrico Papi)

Bene, questo per quanto riguarda la bruta cronaca. Veniamo ora alla sporca decina. Rispetto alla settimana scorsa una sola novità in top 10. I Depeche Mode, come ampiamente prevedibile, al n.1. Slitta fuori l’EP di Pino Daniele (gli aveva detto fin troppo bene), mentre gli altri tendenzialmente scalano di una posizione: i più venduti restano i giovani melensi di Amici: Alessandra Amoroso (n.2), Valerio Scanu (n.3), Renato Zero (n.4), Luca Napolitano (n.5). (…Renato Zero lì in mezzo ci sta proprio bene, ad honorem amico di Amici. Come ebbe a proclamare, del resto, “Il più fico amico è chi resisterà”) (ecco, quando uno scrive liriche così trionfalmente brutte io mi auguro che non muoia mai, ché se da vivo mi tocca sentire che è un artista popolare di immenso spessore, da morto me lo deandreizzano in un attimo). Comunque, veniamo ai Depeche Mode. Per me, uno dei dieci gruppi per cui vale la pena vivere. Ma detto questo, fatevi da parte: prendo il machete come Martin Sheen e mi avvento su Sounds of the Universe.

Allora: togliamo di mezzo Wrong. Brano che pulsa della stessa angoscia di sfigato di provincia arrabbiato con Dio che Martin Gore si porta dietro da sempre, nonostante trent’anni di successo mondiale e credibilità crescente (caso raro). Wrong va isolata dal disco, è un lampo come certe giocate di Baggio o di Savicevic che andavano isolate da 90 minuti inconcludenti. Fosse per me, Wrong basterebbe a giustificare il 2009 dei Depeche Mode, perché a me gli album non interessano più. Ma che devo fare!, a tanta gente interessano ancora, tapini – e ai fans dei Depeche Mode interessano parecchio, perché i DM sono pur sempre grandi facitori di album. Mai si sente dire “Personal Jesus è un capolavoro”, o “Never let me down again, beh è proprio bella”: si discute di Violator o di A broken frame – e d’altronde per quanto mi riguarda pochi dischi degli ultimi due decenni mi mettono in soggezione quanto Songs of faith and devotion. La stessa tensione dall’inizio alla fine, non un riempitivo. Tanto che la dea Nemesi, che segue intenta il rock’n’roll, è intervenuta come fa spesso dopo dischi così ambiziosi (da The Wall dei Pink Floyd a Grace di Jeff Buckley), e il gruppo è esploso, bum.

Rimesso in piedi in qualche modo, è diventato una griffe. Ancora capace di momenti sinceramente inquietanti (da Barrel of a gun al nuovo singolo), ma più cauto, più lontano dal fuoco. Ecco, la quasi totalità dei brani di Sounds of the universe è tiepida, seduta e sedata, composta e interpretata da due (…facciamo tre, d’accordo) uomini cui non si può chiedere di più dopo che hanno creato uno stile inconfondibile, attraversato con coerenza e capacità ricettiva tre decenni (perché piantiamola con ‘sta storia del synth-pop: I feel you è più rock’n’roll degli ultimi vent’anni di Rolling Stones e di Bruce Springsteen), e ottenuto il rispetto persino della critica più stronza, cioè i 50enni italiani di sssinistra, che sui DM davano il meglio della propria spocchia, concludendo che papà Bob Dylan era sempre il migliore. Anche il mio senpai, Riccardo Bertoncelli, aggredito in proposito dal sottoscritto, irrispettoso kohai, ha tagliato corto: “Non mi intrigavano proprio, questione di imprinting – quindi non li ho ascoltati. Però non mi sembra di averne mai detto male”.

Bene, cari amici – amici è bello, amici è tutto, è l’eternità – io come potete agilmente dedurre li ho ascoltati, e posso dirne male. Sounds of the universe è un brodino, è il conforto per noi malati della voce di Gahan e dei tre malmostosi giri armonici preferiti da Gore. Ma è anche un passo (falso) indietro verso gli anni Ottanta, come se la perenne persistenza di quel decennio abnorme gli avesse fatto dire: “Beh, ma noi se non altro abbiamo titolo per rivisitarli”. Ma mondo Gazebo, chi ne ha bisogno? Non siamo veramente tutti saturi di revival, dal ritorno di feudalesimo e monarchia in questo beato Paese ai mille anniversari da celebrare, dal futurismo al muro di Berlino a Woodstock? Lo stiamo vedendo, quanto gli anniversari ci portano a superare il passato. La Gazzetta dello Sport e Libero come Minoli in Rai (e ReteQuattro, ineffabilissima) continuano a regalarci documenti sul fascismo – mmmh, non ci basta mai, just can’t get enough. E sono sempre passi indietro, proprio come quando i Depeche Mode alla fine dei concerti danno il contentino di Just can’t get enough. Bisognerebbe avere il coraggio di lasciare lo stadio quando arrivano a quel momento che peraltro non gli appartiene, così come bisognerebbe avere il coraggio di dire che Sounds of the universe è deludente. Ma bisognerebbe anche dire che l’era degli album è finita, che oggi un gruppo vecchio o nuovo può e secondo me deve fare due pezzi buoni ogni anno, invece che due buoni e dieci riempitivi, chiamati album, ogni tre anni. Siamo nell’epoca del file mp3, del corto su youtube, di twitter, del pezzo breve sul blog (…non le mie articolesse torrenziali, ovviamente – dehehihohu). Il romanzo, il filmone da tre ore, l’album possono piacere. Ma credete ancora che siano LA forma necessaria e più intensa di espressione artistica?

Wrong.

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39 Commenti

  1. Sarà la macchina del video, sarà il clima claustrofobicamente senza uscita, ma non riesco a non pensare ai Radiohead ascoltando Wrong…
    Il che vuol dire che mi piaciucchia, non originalissimo, ma carino. Tanto che ero quasi intento ad acquistare l’album, ma dopo averti letto e già condividendo la teoria dell’album… lo comprerò lo stesso per cercare di smarcarmi dal “madeddu pensiero”, un pensiero che vuole solo omologare le masse e fare di tutti noi degli yes man.
    P.S. qualcuno sa a chi si riferisse il Papi circa i parlamentari malvestiti e maleodoranti?

  2. nell’85 se in un contesto ricco di personaggi che si bullavano facendo finta di intendersi di musica colta(anche se in realtà leggevano solo Rockstar.E di nascosto tuttifrutti e il mucchio)sospiravi un apprezzamento sui DM venivi automaticamente relegato nella casta dei paria.Gli stessi personaggi precedentemente menzionati oggi puoi trovarli ancora a piede libero dietro a una consolle,di solito minchionando un variegato pubblico postmoderno con escursioni houseo nel Big Beat,che non possono non lasciati indifferente

  3. Sottoscrivo la soggezione per “Songs of Faith and Devotion” ed il giudizio tiepido per l’ultimo album.
    Alan Wilder mi manchi!

  4. Sulla questione album, tendenzialmente composti da “2 good song and 10 rubbish ones” ( cit., anche, RadioHead : youtube.com/watch?v=Vzm50HemNeM
    min 7:46; ma insomma, sfido a trovare una persona che non fosse mai giunto a constatarlo autonomamente)
    mi parrebbe anche superfluo esprimere l’ esser d’ accordo.
    A quanto pare i Discografici ritengono che ormai non resti loro che aggrapparsi con le unghie al(/ai) feticismo(/feticisti) dell’ album (oltre che ai fanatici). Magari han pure ragione, il sottoscritto effettivamente è troppo “distaccato” dalla questione per dare con una minima autorevolezza e onestà, una qualunque critica costruttiva su quale strategia sarebbe il caso di utilizzare in tal senso; certo è che data l’ evoluzione (e la mutazione) tecnologica ormai avvenuta, vien anche un po’ da ridere che permanga tale costume, ma tant’è..
    ———————————————————–
    “Il pericolo di essere liberi”, debuttando in posizione 27, parrebbe manifestare che siam di fronte ad un novello AramFlop, temo quello definitivo per velleità in grande del quartetto salentino. BTW mai titolo fu più profetico per ammiccare ad una probabile rescissione del contratto da parte della propria major.
    Addirittura l’ anno scorso con il tanto vituperato album ChiAramente (composto dall’ indimenticato “chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere” e varie cover eseguite durante il programma) almeno entrarono in 9°,vabbé che era luglio, per poi scendere di buon passo. La Sony sarà felicissima di come fosse andato a cadere l’ investimento obbligato dei 300K (anche se qualche dubbio, “sicuramente infondato”, che vi abbian speso veramente tale cifra, sarei quasi portato a riporlo).
    Piccola considerazione personale : “suvvia, me spiace raga, ma l’ ho sempre pensato che fuori dal contesto di X-Factor aveste troppe carenze strutturali”, ad es. all’ opposto dei BSOD che QUANTOMENO in “logistica” son evoluti.
    Ad ogni modo anche per quelli che sembrano “svoltare” grazie alla partecipazione al programma, la correlazione tra successo discografico e decorso temporale per tutti i “former X Factoriani” è abbastanza impietosa:
    en.wikipedia.org/wiki/The_X_Factor_(UK)#Albums
    en.wikipedia.org/wiki/Top-selling_American_Idol_alumni
    (Per varie ragioni presi la briga di spippolare solo su US e UK, che vabbè dilettarsi a cazzeggiare osservando certe tendenze, ma il gaudio dato non compenserebbe una ben ulteriore perdità di tempo; sarei stato tentato di farlo giusto per dispetto a Diamonddog :P )
    “Attendiamo trepidanti il 2° di Leona Lewis”, che ad oggi potrebbe esser un po’ la prova del 9.
    Tali dati non so se escludano che possa aver luogo una “carriera dignitosa” a lungo termine, probabilmente per molti già entrare in top10 (o roba similare) una volta nella vita è già tanto e il potenziale guadagno a breve termine può valer la candela, ma tendenzialmente ha sempre luogo un salto dello squalo già al primo disco.
    Non si è ancor ben capito per cosa dovrebbe esattamente stare l’ X, però, ad oggi, dire che valga sempre grossomodo xy=k
    (in cui uno degli assi indica gli anni passati, l’ altro le copie vendute).

  5. Ehi Kluz, peace.
    Non ce l’ho con te, anzi ti trovo coraggioso e determinato.
    Solo che non capisco di cosa parli, ma è un minus mio.

    Paolo.
    Sui Depeche siamo totalmente allineati.
    Su SOFAD di più.
    E’ probabilmente tra i dieci (vabbè venti dai) migliori dischi di sempre.
    Ne ho due copie. Una intonsa per sostituire la prima quando non ne potrà più.
    Però ULTRA mi aveva fatto sperare in un ritorno più maestoso.
    Ma forse hai ragione tu, basta parlare di album, anche se sai la novità (ehi negli anni ’40 Cole Porter e Irving Berlin scrivevano canzoni, mica album).
    Grande WRONG. Punto.
    Non comprerò il CD intero, grazie alla tua onestà intellettuale.

  6. oltretutto chulo in spagnolo vuol dire “magnaccia”, papi chulo è perfetto….appalusi ad andrea poulain :)

  7. Io quello che non riesco a tollerare di Gahan è che è un fico. O è considerato tale. Siccome me lo ricordo prima, non mi va giù.

    Ah, e guardate che a Papi Ciulo in rete ci abbiamo pensato a frotte, tra ieri e oggi, non per fare il malmostoso, eh.

  8. No PM no, maledizione!!! Già oramai la soglia media di attenzione e concentrazione dell’uomo moderno si è maledettamente assottigliata per cause varie sulle quali non ti tedio e tu mi dici che è meglio tagliare anche gli album e limitarsi a far uscire solo qualche singoluccio qua e là? Di questo passo si farà l’elegia della sveltina e dell’ejaculatio precox, si dirà che le partite di calcio dovrebbero durare 15 minuti, che i governi dovrebbero restare in carica tre mesi…. (mmmm sì ok questo te lo concedo, andrebbe anche bene, soprattutto con quelli di Papi Chulo!). Insomma interveniamo sulla qualità dei CD e non potiamone la lunghezza per manifesta inferiorità!!! No?

  9. Io trovo insopportabile leggere ovunque che i DM sono “un gruppo anni Ottanta”. Già negli anni 80 facevano molte cose che non suonavano strettamente “anni 80”. Comunque allora voglio leggere anche che Bruce Springsteen è un rocker anni 70 e i Green Day un gruppo anni 90 e Peter Gabriel un musicista anni 80. Senza contare che a questa stregua i Beatles sono veramente solo e soltanto un gruppo anni 60.

  10. A me l’ album, in fondo, non dispiace.
    Ci si lamenta del suond alla Depeche Mode.
    Ma se non possono farlo loro, chi dovrebbe ? :­¬)
    Avrei preferito comunque leggere una recensione delle canzoni..piuttosto che nominare unicamente wrong, e poi lasciare il resto del commento dell’ album, come un minestrone senza sapere neanche gli ingredienti di cui è composto ( le canzoni )

  11. @Monica: alla parete vicino alla mia scrivania, con sommo disappunto del capo, tenevo appiccicato un foglio con scritto: “J’adore Martin Gore”. Ce l’ho tenuto per tutti gli ’80 e i ’90 e ancora non mi sembra fuori moda.

  12. Parole come pietre scolpite nella roccia. Questo è il significato di questo post. Meraviglioso. Ho odiato leggerlo perché hai scritto tutto quello che pensavo e che non sarei mai riuscito a mettere dignitosamente scritto in un post.
    Mi onoro d’esserti amico in questo momento!!! Chapeau!!!

  13. il sound depeche mode fa cacare punto. Non è nè carne nè pesce, una via di mezzo tra la plastifica e l’elettricità, fa cacare punto. Le canzoni che scrivono talvolta sono belle, ma le apprezzo solo se le rifà qualcun altro con un altro arrangiamento e un altro suono (tipo Johnny Cash di Personal Jesus). I Depeche Mode fanno cacare negli 80 nei 90 e nei 00.

    @diamonddog kluz si diverte e ci prende tutti per il culo mi sa :-)

  14. approposito, tento una crasi e chiedo: sentito dall’ep ‘just to get enough’ dei dm rifatta dai tbsod col rock dentro?

  15. Caro Madeddu,

    non ho ascoltato l’ultimo disco dei Depeche e dopo la tua recensione ne ho ancora meno voglia. Wrong non mi sembra un gran che: la solita (martellata) “Gregorian Song” dei DM.

    Sugli Stones però…i Depeche Mode hanno iniziato che i Rolling avevano già finito e vediamo quello che combinano Gahan e soci nei prossimi vent’anni. I feel you vince sicuramente un Gran Prix ma la produzione media, ovvero il campionato costruttori, mi pare che lo vincano ancora i due gemellini di Dartford che tra tour, album (Steel Wheels e Love is Strong), live (Stripped) hanno continuato a fare quello che sanno fare, dimostrando agli altri dinosauri del rock che andare avanti a suonare senza fermarsi è molto meno patetico che ritirarsi e poi rientrare pieni di ruggine.

    Sui Depeche ho la stessa impressione che sugli U2, che ormai suonino come una ruota che si sgonfia…

  16. Per me sei sempre una sorpresa eccezionale come un “paparino” che ti fa un’improvvisata per la tua festa di compleanno.
    Posso chiamarti “papi” e venire a trovarti per cantare insieme le canzoni dei DM?

  17. @numero_6 no no, sono serissssssimo. Ecco, se c’è una colonna sonora adatta al villaggio del Prigioniero, una musichetta infernale e insipida per quelle radio senza interruttore, quella è la musica dei Depeche Mode (che tra l’altro, nel mio dialetto, suona tipo ‘due pesci molli’, e rende l’idea). Viva i kraftwerk e l’elettronica vera:P

  18. Risposte a rebours! @viscontessa: la cosa potrebbe suscitare qualche gelosia, quindi dovremo usare la stessa discrezione dei personaggi cui ci ispiriamo. E direi che flirtare su macchianera è un buon inizio;

    @jonkind: per curiosità: Wrong è solita come Dream on, come Everything counts, come Personal Jesus, come Blasphemous rumours, come Behind the wheel, come Tora! Tora! Tora!, come John the revelator? Io non ho orecchio imparziale, li ho sentiti troppe volte – quindi quale tra questi brani (in my humble opinion piuttosto variegati) si può considerare più “solito”? Però sui Rolling Stones giochi ancora più in casa mia che quando si parla di Depeche Mode, e gli Stones che potevamo considerare al centro del rock’n’roll sono morti nel 1983 probabilmente uccisi dal sostituto del vero Paul McCartney: sono deceduti dopo il doloroso flop di Undercover of the night, ultimo disco con un briciolo (ma proprio un briciolo) di ambizione. Negli anni successivi, se la sono cantata e se la sono suonata. Ok, in teoria è il loro mestiere – ma non ho mai visto un gruppo così seduto sugli allori, né un popolo di fans così devoto da salutare con gioia un disco col fiatone quale fu Vodoo lounge (non a caso tu lo chiami Love is strong, che fu il compitino in 3 accordi accolto come resurrezione).
    No, okay, l’ho visto: i Pink Floyd di Gilmour. Però vabbè, lì proprio c’è stato del cattivo gusto.

    @PepPorno: tua opinione. Rispetto, come si dice in questi casi. Però, oltre a eccepire sul concetto di “sound Depeche Mode” (sulla cui varietà ti rimanderei a quanto ho replicato a Jonkind) ti informo che la versione di Johnny Cash di Personal Jesus in chiave acustica è precisidentica a quella fatta in primis dagli stessi Depeche Mode, la si trovava sul singolo e mi pare nella special edition dell’album. Non sei il solo a trovare originalissima la lettura di Cash, R.I.P., però se a te non ne faccio una colpa, la faccio a tutti i miei colleghi che si sono sdilinquiti senza sapere che non si stava inventando niente.

    @Pres.Belluscone: grazie, ma io sono solo e soltanto amico di Maria De Filippi;

    @Kro: capisco cosa vuoi dire, ma in teoria io non sarei qui a far recensioni dei dischi. In pratica, poi, di alcuni parlo diffusamente, se quei dischi hanno un significato particolare – …detto così sembra che io stia facendo il Depesce in barile (questa battuta è persino sotto la mia media umoristica), ma commentare canzone per canzone non è il mio mestiere, posto che lo sia. Ti posso dire che a me piacicchia la strana Perfect, ma è un parere personale. Come presunto critico, mi preme stare sulle generali e dire, laonde, che in generale 1) troppi pezzi paiono un po’ tirati via dal punto di vista compositivo 2) se i DM hanno scelto di tornare al più vecchio dei loro tanti “suoni”, registro la cosa ma non ne capisco il motivo. Perché allora era più interessante risentire un po’ di rumoracci alla People are people. Diciamo, visto che gli U2 sono entrati in ballo, che se il loro nuovo disco fosse stato un ritorno alle sonorità di Joshua Tree, avrei detto anche a loro: “Ma ragazzi, questo lo avete già fatto, e benissimo. Ora lo state rifacendo, e un po’ peggio. Cui prodest? Non certo a me, che vi amo e vi vezzeggio e vi difendo spazzando in tribuna anche quando fate schifo”.

    @Monica: concordo in pienissimo. Toh, i Rolling Stones – quel gruppo anni ’60! :-D

    @Davide: mmmh. Interessante argomentazione. Ci devo pensare. Posto che c’è chi ha sempre voluto e saputo esprimersi solo a colpi di album (i Led Zeppelin. Un solo singolo nella loro vita). E chi gli album avrebbe forse persino potuto risparmiarseli, ma non per questo è artista irrilevante, non per questo non ha cambiato delle vite cantando (mi verrebbe da giocare il carico: Madonna. Ho sempre pensato a True Blue e Like a prayer come miniraccolte). Ora vado a dormire e ci penso. No, dico sul serio, so di aver ragione ma ho bisogno di un’ispirazione onirica per risponderti. A domani.

    @Kluz: forse sarò a tu per tu con gli Aram sabato, gli girerò le tue osservazioni :-)

    @memedesimo: io direi: Di Pietro e dintorni. Oddio, anche Grillini, eh.

  19. bè, ma allora dovrebbero sempre suonare come in quel singolo, ne guadagnerebbero di certo.

    ps se hai avuto per maestro il grande Bertoncelli allora si spiegano molte cose…

  20. Madé: come se qualcuno potesse non credere, anche per un solo istante, che lei possegga il pelo necessario per farlo faccia a faccia :P
    E comunque giusto a Macchiaradio sappiamo di poter vedere il suo vero “Ritratto”: quello che vota fajitas ecc..
    Scorrendo celermente, proprio ora su YouTube, qualche clip del concerto trentino della combricsola, come non notare che, nell’ eseguire un proprio pezzo live, i 4 suddetti stoccafissi, dietro avean 5 strimpellatori. Per carità, lungi da me, specie qui, valutare la “Musica”, però, cribbio: tutto ciò per una canzognetta? Cavolo, dati i 300K e l’ equipe, 9 persone, ci si aspetterebbe, chessò, che debellino il cancro, anzi no, di più, la calvizie (era ok anche il cialis).
    BTW, CRISI, anyone? Vs. gli Aram, per efficienza, le lampadine ad incandescenza son dei LED,
    vabbé, non per caso vinsero un programma RAI…
    Siam di fronte all’ ennesimo fallimento, manifestante l’ inadeguatezza della nostra classe politica (…e di quel sinistro di Morgano).
    Il quale “di seguito” invece potrebbe aver ragione :
    img14.imageshack.us/my.php?image=juryrod5.jpg

    Non ci cascare, quel Davide lì mi convince proprio poco poco poco.
    Secondo mi l’è uno del SlowFood, facciamoci l’ inganno della cadrega (ovvero all’ultimo lo facciamo mangiare in piedi, in 5min, cosa che lo porterà a dissolversi).
    Effettivamente ci si inbatte nel leggere che la durata negli adulti di un Attention Span di livello medio+ grossomodo si può attestare intorno ad un valore di 15-18’ (5-6 pezzi?EP again?E’ un complotto!); per quanto sian comprensibilmente tematiche molto opinabili, arbitrarie, situazioni molto atte a variabilità and whatever.
    Ad ogni modo devo ammettere che un approccio così di immersione in un album (che sia “concept” o meno), oggi giorno è un tipo di esperienza che personalmente vedo davvero distante.
    Per quanto non sia scritto da nessuna parte, onestamente, tale modalità di fruizione, nella mia testa potrei immaginare al massimo di relegarla alle opere etc. Nel pop (in senso lato), ma anche in molto altro della quotidianità,, l’ egemonia delle tante “porzione singola”, “esperienze monodose” mi ha quasi del tutto assuefatto. Senza entrare nel merito del perchè, come dice Davide, analizzare le cause/conseguenze, costi/benefici ecc. etc. di tale stile di vita, debbo dir di star confortevole così. Magari sbaglio tragicamente , ma fosse già solo per il rischio di ritrovarmi altrimenti poi la dizione di BradPitt, mi arrendo e giuro cieca fedeltà all’ atomizzazione e tutto l’ ambaradan.

  21. concordo..delusione a fette dopo l’ascolto..anche perchè il singolo aveva fatto ben sperare !!

    comunque, sempre rispenttando tutte le opinioni, dire che il sound dei DM fa cagare ce vo coraggio.

    Io li ho visti dal vivo tree times e sparecchiano come pochi.
    Pep, di che non ti piacciono, di che non trovano il tuo gusto, ma non ti sbilanciare !

  22. …io intanto sarò a Roma il 16 giugno per vederli e ascoltarli dal vivo…poi se qualcuno preferisce Morgan o marco Carta, faccia pure…

    …si, non è certo un capolavoro di album, forse era meglio il precedente….ma dopo tutti i dischi che hanno fatto, non pretendevo molto di più….

    ….dire che il suono dei DM fa schifo non vuol dire niente….dire che “a me il suono dei DM fa schifo…” di sicuro è più sensato…perchè ognuno ha i suoi gusti….ci sono anche migliaia di persone che amano Gigi D’Alessio…e allora??? a me fa vomitare…e allora?? de gustibus….

    …anch’io li ho già visti in concerto e sono felice di tornarci, perchè mi sono divertito un mondo e dave gahan è un grande sul palco….

    …l’ultimo album non è un granchè forse….non loè neanche quello degli U2 e tanti altri gruppi storici….ma sono nel mio cuore e ci rmarranno per sempre…

  23. Madeddu, Lei – come dire? Rulla. Una sua fotina si può mica vedere? Casomai, dal concupimento di Dave Gahan passo al Suo.
    A tutti gli altri: se per radio da 6 mesi a questa parte riuscite a sentire qualcosa di piu’ vitale di questa benedetta “Wrong”, ditelo. E fate anche il nome della radio.

  24. Dal 1987 anno di “Music for masses” fino al 2005 anno di “Playing the angel” secondo me i DM non hanno sbagliato un colpo ed un album.
    É vero che come ha scritto Madeddu sono essenzialmente un gruppo da grandi singolo, però, i loro albums hanno sempre funzionato e bene pure.
    “Songs of faith and devotion” è sicuramente il loro top.
    A sentire dal vivo “Walking in my shoes” a Roma l’ultima volta mi sono venute le lacrime agli occhi.
    Invece, purtroppo, questo “Sound of the universe” mi prende poco e pochissimo mi da.
    Già la settimana scorsa scrissi che non mi convinceva. Mi ha fatto piacere di leggere che non sono il solo ad aver nutrito dei dubbi.

  25. Va beh, Madeddu. Touché.

    Se non mi ricordo nemmeno il nome dell’album Vodoo Lounge vorrà pur dire qualcosa.

    Però Wrong non mi pare Everything Counts. Ma va detto che i Depeche Mode li ho sempre e solo sfiorati. Mai amati davvero per cui non faccio molto testo.

  26. Comunque resta il fatto che il suono dei DM era Alan Wilder, completamente. Le canzoni le scriveva Gore e Alan Wilder faceva TUTTO il lavoro in studio, spesso da solo con il fonico e il produttore, mentre gli altri tre andavano in giro a sballarsi (anche troppo).
    Fletcher veniva chiamato da Alan “il commercialista (accountant)” e questo è il suo vero ruolo. Vi giuro (non ci crederete) che dal vivo non suona niente, le sue tastiere non emettono suono alcuno, è tutto registrato, tranne qualche campione non musicale, perché non sa suonare. Punto.
    Avreste dovuto vedere l’imitazione che faceva Alan di Fletch davanti a una tastiera…
    Quando Alan se n’è andato, stufo marcio di fare tutto il lavoro circondato da tossici e alcolizzati, gli altri si sono dati una sveglia e han cercato di mettere insieme i cocci, senza evidentemente riuscirci appieno e dovendosi affidare a produttori raccogliticci, perché Flood e Mark Stent non avrebbero mai più lavorato con loro senza Alan.
    E’ ovvio che qualcosa di buono ogni tanto gli viene ancora, ma spesso le cose migliori le fa Gahn adesso (quasi da solo, vedi “Suffer Well”) perché è un po’ più motivato di Maritin (Gore) e Fletch, che son lì a perder tempo e a girarsi i pollici nell’ombelico.
    Una prova del fatto che Alan faceva tutto è che dopo Alan è proprio la voce che ne ha sofferto di più, perché era lui a dirigere il canto di Dave e a preparare le armonie vocali “wagneriane” di Martin, che li avevano caratterizzati fino ad allora (non conto il primo album con Clarke che per me nemmeno sono i DM). Se ci fate caso fino a SoFaD tutte le canzoni sono doppie voci costanti (la seconda spesso è bassissima di livello e per capirla bene bisogna ascoltare i pezzi in mono con un canale in controfase) con armonie pazzesche, dopo normalissime linee melodiche banali, per di più rovinate da un pseudo “bel canto” di un Dave abbandonato a se stesso…
    Per chi voglia saperne di più, molto è qui:
    http://www.recoil.co.uk/editorials/8185/area.html
    e qui:
    http://www.recoil.co.uk/editorials/8698/area.html
    Se mi chiedete come faccio a sapere queste cose, molte sono pubbliche e molte le so perché ho lavorato con loro, per poco, ma ci ho lavorato, all’epoca di SoFaD live.

  27. Occhio Madeddu, e’ la seconda volta che mi insulti il Boss. Lo sai che noi springstiani siamo come gli elefanti, pronti per il famigerato cimitero, ma ancora con una memoria di ferro. ;-)

  28. I Depeche, negli anni 80 erano il meno peggio dei gruppi commerciali. Ovvero: meglio dei Duran Duran o Spandau Ballet. Ma erano pur sempre un gruppo molto commerciale. Occhio, non mi dispiacevano affatto. Ma, chessò, i Cure (o gli Smiths, o…) erano (e sono) un trilione di volte meglio. Non si può paragonare lo spessore artistico di questi gruppi, perdindirindina! Quindi, OK DM, ma non sono mai stati di serie A. Dignitosissima serie B.
    Come il Brescia.

  29. beh questa sopra mi sembra solo UN PELO eccessiva, se la tiri fuori dagli anni ottanta (insomma diciamocelo, nei novanta i DM stavano ancora migliorando, o quantomeno creando cose nuove, mentre gli smiths si erano sciolti e i cure iniziavano a fare seriamente schifo). la cosa più figa dei DM è che anche quando ti trovi davanti a un disco brutto dei DM non è mai un disco brutto in senso assoluto. no? anche SOTS tutto sommato non è niente di che ma te lo ascolti fino alla fine senza problemi…

  30. Ecco appunto kekko.
    Io non ricordo un gruppo che sia rimasto su livelli così elevati per tutto questo tempo.
    Che sia andato migliorando dopo i fatidici primi tre dischi in cui si suol dire che gli artisti dicano tutto quello che hanno da dire.
    Anche i grandissimi esauriscono le pile in un decina d’anni.
    O meno.
    Che poi debba valere la legge younghiana di is better to burn out than to fade away ecco insomma diciamo che i DM dirazzano di brutto. E meno male.

  31. sta diventando un problema. dopo i coldplay siamo d’accordo anche sui dm…
    finisce che un progetto assieme lo facciamo, vedrai vedrai…
    questa sera passi da pj o yyy?

  32. Non c’entra nulla ma, volevo segnalare che “It’s blitz” degli Yeah, Yeah, Yeahs e “Wolfgang Amadeus Phoenix” dei Phoenix sono i 2 migliori dischi usciti quest’anno. :-)

  33. Mah…avevo delle cose da dire, le ho dette mettendoci anche il suo tempo, e sono quattro giorni che il mio commento è in “moderazione”. Dato che non contiene ne’ insulti, ne’ volgarità, ne’ appigli significativi per intentare cause di diffamazione, mi piacerebbe sapere che sta succedendo, che poi ci si lamenta di facebook…

    (Macchianota: scusa Sderty, conteneva dei link e a volte l’antispam si impunta. Il ponte del 1 maggio ha fatto il resto. Le cose che hai detto sono interessanti e ora sono visibili, un po’ più su)

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