L’avete voluto il Parlamento?

Diciamo la verità: che la maggioranza sia finita in minoranza a margine di voti importanti è discretamente scandaloso. Se è vero che i capigruppo della Pdl vogliono far sborsare ai parlamentari dieci euro per ogni assenza, beh, allora dieci euro sono pochi. Però diciamo la verità: non ha tutti i torti Nicola Cristaldi di An quando dice che un parlamentare deve rispondere solo alla Costituzione e ai regolamenti, e non ha torto neppure quando dice che l’assenza, in fondo, può essere un dissenso verso un provvedimento che non piace. Non ha torto neppure Luca Barbareschi di An quando lamenta che «il partito ci vuole come tanti soldatini senza testa, ci dicono via sms quando e che cosa dobbiamo votare».

Ma allora diciamola tutta, la verità: il Parlamento non è più quello che era, oggi i parlamentari hanno una funzione tecnica che nella maggior parte dei casi è spingere un bottone; le personalità indipendenti sono solo un impiccio, e servono persone fedeli e magari di star sedute per ore. I principali criteri di selezione, sia a destra che a sinistra, sono stati affidabilità complessiva, sperimentata accondiscendenza e, se donne, anche una certà beltà. E’ vero: certe decurtazioni da soldatini, nel Parlamento di un tempo, sarebbero state improponibili. Ma è anche vero che molti odierni parlamentari, nel Parlamento di un tempo, diciamo la verità, non ci avrebbero messo piede. 

(Il Giornale, 1 novembre 2008)

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35 Commenti

  1. Bravo. La questione è se un eventuale ritorno alle preferenze risolverebbe la questione.

  2. È un discorso complesso. Mi vengono in mente cose a caso.
    Che la maggioranza (di oggi come di ieri) finisca in minoranza, vista la scelta di persone affidabili e accondiscendenti, è un fatto scandaloso e senz’altro meritevole di multa. Da tempo il parlamento ospita veri miracolati dalla politica, gente civetta pescata a caso per raccogliere consensi, il cui personale dissenso conta quasi zero ai fini della governabilità del Paese.
    Nel Parlamento di un tempo, fino a neppure tanto tempo fa, le cosiddette personalità indipendenti, per vari motivi, sono state fonti di crolli di maggioranze se non di governi e poi hanno cambiato casacca in vista di un qualche upgrading. E questo in un contesto multipartitico caratterizzato da alleanze estremamente instabili. Prova ne è che nella storia i governi italiani sono sempre durati pochissimo.
    Molte delle rare vere personalità indipendenti hanno fatto e fanno parte dei governi, e se hanno avuto disparità di vedute le hanno discusse in CDM o coi vertici di partito.
    Più in generale, il discorso che le *personalità indipendenti* siano un impiccio è puramente teorico (fa il paio con discorsi tipo: quello è un vero liberale, coerente, un laico, un anti qualcosa o un pro qualcosa e varie altre etichette), semplicemente per il fatto che in quell’ambito c’è penuria di personalità non solo puramente autorevoli (che son tutti bravi a scrivere gli editoriali), ma anche capaci di gestire lo Stato.

  3. Chissà chi ha portato la fatua beltà in Parlamento.
    Chissà chi ha portato gli odierni parlamentari che un tempo in Parlamento non ci avrebbero messo piede in Parlamento.
    Chissà.

  4. Per me Facci ha in mano tutti gli elementi ma non riesce mai a tirare una conclusione. E’ come se si rifiutasse di vedere la realtà; oppure vorrebbe ma non può. Mi ricorda quei fascisti (per carità l’esempio è preso a caso per analogia) che pur vedendo tutte le storture del regime, tutte le porcate e in effetti non essendo mai d’accordo con Mussolini, non riuscivano a dire niente contro di lui e la dittatura: mestolavano intorno senza arrivare al dunque.
    Bah.

  5. Insomma non è che pure a sinistra abbiamo mai avuto stì statisti…è che le nostre sono gnocche tristi e un po’ frigide questo è il vero problema

  6. Facci, hai scritto “diciamo la verità” 4 volte. Non essere ridicolo!
    Tu scrivi sul Giornale, quei “diciamo la verità” non hanno nessun senso in un tuo articolo.
    Penosissimo.

  7. Mi dissocio dalle ulteriori considerazioni di “Puormoi” , però convengo che anche a me è venuto l’ interrogativo su quale fosse la conclusione.
    Limitarla alla bassa caratura della classe politica odierna rispetto a quella passata , o roba affine, mi pare riduttivo . Oddio , per valutare concretamente lo scenario dei politici della prima repubblica etc. son troppo giovane , ma azzarderei ad avere qualche dubbio .

    Quello che però fa venire maggiormente un attacco di bile è il titolo : no , veramente non l’ ho voluto “il parlamento” .

  8. @Facci
    Vale la considerazione che il Parlamento ha perduto la sua natura e funzione “poichè ci vive dentro gente che è lì come miracolata” e deve rispondere al “Miracolatore di turno”
    detto ciò questi che ci campano ( e molto bene visti gli stipendi più i bonus o le prebende che dir si voglia)
    come fanno a riformare se stessi o a darsi regole precise ( e di decenza)? fa ridere la cosa ( come tutte le cose italiane) cioè dovrebbero mettere lo stop a “ciuca e baraca” o al bengodi di cui beneficiano?
    quanto all’articolo di Facci ( che non conosco) si fa domande o considerazioni alle quali probabilmente lui aspetta che qualcuno dia delle risposte… ma lui non è capace di tirare le conclusioni?
    il suo articolo ha il sapore di molti sermoni di certi preti di campagna che “pontificano” per tutti ma se gli chiedo “qual’ è il pensiero personale” o si trovano a disagio o cercano di intortarmi con le solite cose trite e ritrite

  9. Tu invece hai argomentato in maniera completa e ineccepibile. “Ciuca e baraca” cos’è? Un termine tecnico?

    Che noia.

  10. Diciamo che molte cose stanno mostrando il volto. Una di queste è il potere, che fa sempre schifo, sempre ha fatto schifo, ma nei secoli si è ammantato di giustificazioni mistiche dall’alto (re guaritori, diritto divino) o mistiche dal basso (popolo, classe operaia).

    In realtà è sempre oligarchia, e nell’Italia degli ultimi dieci anni è oligarchia disgiunta dalla cittadinanza.

    Tu chiamalo, se vuoi, basso impero.

    http://ghostwritersondemand.splinder.com/

  11. vero. colui che paga facci poi ha scelto i suoi sudditi parlamentari tra i suoi dipendenti (avvocati in primis) oppure ha fatto direttamente il casting. altri invece li ha presi dal suo studio fiscale (tremonti)
    se facci non è stato scelto… beh la cosa penso dipenda solo dalla sua beltà.

  12. Perché non fare un sistema all’americana, maggioritario uninominale secco? Poi rendiamo trasparenti tutti i voti parlamentari, così quando ci saranno le elezioni:
    1) il politico locale sarà responsabile delle scelte che ha fatto, delle assenze, ecc. davanti a chi l’ha votato
    2) si voterà la persona, non il partito: il che dovrebbe spingere a evitare paracadutati e paraculati
    3) le campagne elettorali locali saranno più sui voti sui provvedimenti, piuttosto che scimmiottare slogan nazionali.

    E, guardacaso, in Italia quando doveva esserci il maggioritario l’hanno allungato nel Mattarellum, salvo poi eliminarlo col golpe del Porcellum. Ora, ovviamente, si parla solo ed esclusivamente di proporzionale.

  13. @SG
    “ciuca e baraca” è milanese italianizzato per indicare “festa sempre e comunque”
    adesso è più chiaro?

  14. Filippo Facci The best italian journalist……………..ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!aah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!ah!, Ma questa è satira o sono insulti?

  15. La legge elettorale è il Male assoluto.
    E vogliono ripeterlo pure per le Europee (perché al Capo non sta bene che qualche elettore possa scegliere di mandare su qualcuno che non sta bene a mano a lui).
    Concordo sul maggioritario secco, o almeno al doppio turno. Se proprio non si può evitare, aridatece almeno le preferenze, che cazzo. Se qualcuno poi voterà la Carfagna potremmo rifarcela con lui, e non con i pruriti del Capo.

  16. Virginia, ancora non ti sei battuta il petto per come è stata selezionata la ministra delle Pari Opportunità. Se vuoi ti ripesco il commento nel quale ti chiedevo, molto prima che scoppiasse lo scandalo, se ti saresti scandalizzata in un caso così. A proposito di selezione di classe dirigente.

  17. Ventomare, a me la Carfagna piace poco. Magari cambierò idea o forse no.
    Quanto a stracciarsi le vesti, lo scandalo e scandalizzarsi, poni questioni un po’ da zia, visto tutto ciò che viene pubblicato su MN.
    Se il tuo intervento sul post si limita alle modalità di selezione della Carfagna, direi che stai un po’ scarso ad argomenti.
    E rifuggo il benaltrismo come la peste, nonostante io abbia capito che qui si parlasse di Parlamento.

  18. Virginia, si è capito solo che non vuoi condannare il pompino come criterio di promozione a ministro.
    Non si è capito se per amor di squadra o per qualche altro oscuro motivo che non riesci a comunicare, ma la svicolata sulla questione da zia la vedono tutti.
    Non ti ho mai letto ammettere una sola sfiga berlusconiana, strano davvero

  19. Ora vi faccio una battuta che mi è tornata in mente guardando l’ultimo commento.. magari non c’entra nulla ma la faccio uguale.
    Occhio perchè è difficile:

    “Smettiamola di parlare di pompini di ministresse per avere chissachè e di intercettazioni; è stato tutto un errore.. in fondo il tale in questione al telefono parlava soltanto di Brunetta e Bocchino.”

    Mi ritiro nelle mie stanze.

  20. Si vede che si è capito male.
    Se mi viene richiesto di berciare alla Carfagna – che non mi piace, tra l’altro, anche per una risposta che ti scrisse – per alimentare ulteriori finezze, qui non ci starei neppure per farlo contro qualunque esponente dell’opposizione.
    Preferisco parlare delle mie critiche alle “sfighe” berlusconiane a utenti altri da quelli che si limitano a commentare i tuoi post con le solite menate sul servo, le meches e peggio. Oltre alle cose simpatiche che mi vengono recapitate con regolarità.
    Per me l’interlocutore conta.

  21. Per me Virginia è una pianta parlante di Facci.

    Firmato
    Un’aspirante creatura clorofilliaca

  22. Oops, mi sono ritrovata a fare il terzo incomodo.
    Vi lascio alle tinte vostre.

  23. “Credi che basti il loft per cuccare?”
    -Sì, se è tinto rosso tiziano.

  24. Virginia, premetto che mi sei simpatica, non so perché, istinto, ma mi sei simpatica. Per esempio, non farei fatica ad invitarti a cena. Sono sicuro che sei una persona gradevole ed intelligente con cui si potrebbe passare una bella serata, per cui mi dispiace vederti fare una fatica terribile, spesso, parlando parlando senza dire niente, solo perché ti trovi costretta a difendere l’indifendibile. Periodi pieni di eufemismi, frasi alla fine vuote, giri di parole, battutarelle. Ma la colpa non è del tuo saper scrivere o della tua intelligenza, è della missione vana che ti sei data: dare un senso all’insensato. Per cui lo scrivere diventa solo una pratica retorica. Le parole sono il contenitore, ma manca il contenuto. Senza contenuto ogni impresa argomentatva è destinata al fallimento. La forza delle parole sta solo nella verità, nello sforzo di disvelamento e comprensione. Tutto il resto è aria fritta, discettare del niente. Dai inossa le tue parole con un po’ di senso disvelatore. Vedrai quanto appariranno più belle e gioiose.

    Sincerely yours
    Massimo

  25. Vado fuori tema consapevolmente: qualcuno ha notato l’involuzione del blog di lexi da quando non ha più il ghost-writer facciano?

  26. bravo facci… Grillo lo urla, da un pò prima di te, tra un vaffa e l’altro.
    Ma Grillo è Grillo..

  27. Niente da fare, ventomare, sei una zia. Risparmiati le dichiarazioni melliflue perché ti trovo sempre ridicolotto con ‘sti tentativi di mostrare una superiorità che sta solo nella tua testa.
    Di-che-cosa stai parlando? Qui c’è un post che parla di una cosa, io ho commentato su quella cosa, arrivi tu con fake annesso e la butti sulla solita paccottiglia antiberlusconiana.
    E fai anche un inutile sproloquietto su contenitore e contenuto, inossamenti e disvelamenti. Non ti sei ancora ripreso dallo sfanculamento universale di Prodi o ricorri anche tu alla prassi di recensire i commenti altrui (ove non insultare) senza accorgerti del vuoto pneumatico che affligge te? Guarda che me li ricordo abbastanza i tuoi deliri di tromboncino monotematico di qualche tempo fa. Mi ci son fatta pure qualche bella risata.
    Di-che-cosa stai parlando?

  28. Ma di quale fake stai parlando? Il commento c’è e vive insieme a noi negli archivi di macchianera.

    La selezione della classe dirigente è iniziata ad andare a puttane da quando Berlusconi ha iniziato a metterci agenti di publitalia, i suoi avvocati, e che avvocati, le sue veline. Quando a iniziato a fare l’antipolica e denigrare i politici professionisti. Ha ridotto il Parlamento, anche attraverso la legge elettorale “porcata” ad un luogo sempre più secondario. “Il Parlamento” dovrebbe essere il luogo dove si parla pubblicamente dei problemi del Paese. Rispettare il parlamento vuol dire rispettare la democrazia.

    Ma di che parliamo, di uno che considera le manifestazioni propaganda e se ne frega dell’opposizione? E che non ha mai fatto un congresso del partito.
    Ogni tanto qualcuno dei parlamentari cerca di ribellarsi a questa situazione, sentendosi mortificato a fare da premibottone, ma poi gli ricordano che prende più di 10.000 euro al mese e allora gli passa subito la fantasia.

    Capisci, Virginia, quando un luogo viene considerato da declassare lo si riempie con persone di second-rate, e la politica e l’opinione pubblica si costruisce non più nei luoghi deputati ma si fa sempre più dentro le televisioni del “Grande Fratello”, quello orwelliano.

    E il paese va a rotoli con la sua cultura, missione ed economia declassata. Un paese che avrebbe potuto salvare solo Prodi, e lo ripeterò mille volte. Peccato che la sinistra non è stata al suo livello.

  29. Virginia, grande mussa dei P2isti. Le vengono dei pensieri a caso… che gran senso dell’umorismo.
    In Parlamento si discute, mica lo si frequenta in nome della (comoda) governabilità del paese.

  30. Per me il Parlamento è sempre stato affollato da gente impresentabile e Berlusconi ha riammodernato i canoni di impresentabilità per il centrodestra. Ho già detto che rifuggo il benaltrismo come espediente, anche se qui ci starebbe proprio bene. Pare che l’Italia sia la seconda nazione al mondo quanto a numero di parlamentari, senza contare tutta l’immensa fauna che gravita attorno: uno ogni 60.000 abitanti, mentre gli USA ne hanno uno ogni 560.000. Il posto di assessore o anche semplice impiegato in qualche provincia o comune, soprattutto al Sud, è il sogno di tutti gli sfigati che non sono riusciti a combinare nulla nella vita.
    A me la mitica storia delle preferenze sembra un po’ debole ma accetto le obiezioni. Però vi chiedo: quante volte vi siete trovati a dover scegliere nella vostra circoscrizione fra un tot di emeriti sconosciuti privi di uno straccio di curriculum e quindi a crossare il simbolo? E quella è una scelta? Ah ok. La classe politica di questo Paese è di basso livello in assoluto, oltre che folta. Il partito che non fa congressi fa il paio con quello che fa primarie con un solo candidato e ti fa pure pagare per partecipare alla farsa. La storia del pompino come mezzo di promozione (siamo improvvisamente puri) fa il paio col vedersi Vladimir Luxuria, lo sdegno travagliesco per gli inquisiti fa il paio con le belle facce dei vari Caruso. L’improvviso amore per la democrazia parlamentare chissà se esisteva quando quella stessa democrazia si reggeva sul voto in barella di qualche novantenne. Eccetera.
    Ecco, in assenza di una classe politica di una qualche consistenza, mi fa sorridere amaramente il discorso di Facci sulle personalità indipendenti, come se stessimo negli USA, o quelli che largo ai giovani, come se dietro ci fossero centinaia di Tony Blair in attesa.
    Io sono convinta – almeno lo spero – che, emergenze prioritarie a parte, quasi tutti quelli che hanno votato PDL l’hanno fatto per Berlusconi, Lega, Fini, Tremonti e altri 4-5. E che quasi tutti quelli che hanno votato PD l’hanno fatto per Veltroni, D’Alema, Bersani, Finocchiaro e altri 4 o 5. Gli altri contano quanto il due di picche. Che stessero almeno in aula a pigiare un tasto e fare tappezzeria.

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