Roma città chiusa

La terza edizione del «Festival del film» diretto da Gian Luigi Rondi, che chiude oggi, ha visto molto apprezzato L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, figlia di Ugo Tognazzi e sorella dell’attore Ricky Tognazzi e del regista Gianmarco Tognazzi, il cui padrino, alla nascita, era Gian Luigi Rondi.

Molto apprezzata, per lo stesso film, anche la vice-regia di Martina Veltroni, figlia dell’ideatore del festival Walter Veltroni, a sua volta figlio del dirigente Rai Vittorio Veltroni, la quale (Martina) aveva già lavorato come assistente alla regia in Caos calmo di Giovanni Veronesi, fratello dello scrittore Sandro Veronesi, autore del romanzo Caos calmo, molto amico (Sandro) di Walter Veltroni, con protagonista (in Caos calmo) il regista e attore Nanni Moretti, sposato con Silvia Nono, figlia del compositore Luigi Nono e sorella di Serena Nono, ex di Massimo Cacciari, la quale (Martina) è stata aiuto regista anche in Parlami d’amore di Silvio Muccino, fratello di Gabriele Muccino, questo dopo aver lavorato (sempre Martina) con Carlo Verdone che è fratello di Silvia Verdone che è moglie e agente di Christian De Sica, figlio di Vittorio De Sica e padre di Brando De Sica, regista 25enne diplomato in California (diversamente da Martina Veltroni, che studia a Manhattan) e fratello di Mariarosa De Sica, sceneggiatrice, il quale (Brando De Sica) al Festival ha presentato il pure apprezzato Parlami di me, film dedicato al padre Christian e scritto anche da Maurizio Costanzo, ex marito di Simona Izzo, doppiatrice e regista assieme alla sorella Rossella Izzo, la quale (Simona) ora è la moglie di Ricky Tognazzi dopo esser stata la compagna di Antonello Venditti con il quale ha avuto un figlio, Francesco Venditti, che è attore e che esordì nel 1996 in Vite strozzate di Ricky Tognazzi, e che avuto un recente successo nella miniserie di Raiuno Amore proibito, interpretata assieme ad Adriano Giannini, figlio di Giancarlo Giannini, e a Claudia Zanella, figlia di sua madre.
La terza edizione del «Festival del film» ha visto anche la gradita presenza di Carlo ed Enrico Vanzina, figli del regista Steno, che hanno presentato un film sul padre esattamente come Brando De Sica, ma diversamente da Marco e Claudio Risi, figli di Dino Risi, che al padre hanno dedicato solo una mostra, mentre Erminia Manfredi, moglie di Nino Manfredi, assieme alla figlia Roberta, produttrice, e al figlio Luca, regista ed ex marito di Nancy Brilli, poi sposata con Massimo Ghini, hanno riproposto (Erminia, Roberta e Luca Manfredi) L’avventura di un soldato di Nino Manfredi. Toccante anche il mediometraggio di Gil Rossellini, figlio Roberto Rossellini, regista del celebre Roma città aperta.  

 

(Il Giornale, 31 ottobre)

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11 Commenti

  1. 1) L’amaca di Serra non ha i commenti.

    2) Non gli ho fatto il verso, gli ho mostrato come in mezz’ora e con una connessione veloce si possa scrivere un pezzo identico sulla parte opposta senza essere un professionista del giornalismo ma solo un blogger qualsiasi nemmeno particolarmente dotato.

    Motivo?
    Per mostrare che se i due pezzi sono identici o sono intelligentissimi entrambi, o sono scemi entrambi e quindi l’utilità di uno solo dei due viene a cadere in entrambi i casi.
    (sempre ammesso che tu sapessi già che anche Veltroni compra attici a Manhattan e non per dare un alloggio all’operaio che gli ha scritto una lettera ieri mattina, ovviamente, lo davo per certo)

    3) A me interessa sapere chi ha fatto un film che ha preso finanziamenti pubblici se quel film i soldi non se li merita, non faccio il ragionamento inverso.
    Quindi il cognome è la seconda informazione che cerco, non la prima, e solo in presenza di inspiegabile finanziamento, quindi nemmeno certo che arrivi a trovarla informazione interessante.

    Tu ..ops…Lei vuole sapere se la figlia di chi si schiera contro “questa italia che non cambia perchè i figli dei notai restano notai” crede di essere diventata aiuto regista perchè è brava?

    C’è Novella2000 per questo.

    4) No, non lo voglio sapere da Facci, ma se lui decide autonomamente di parlare del festival di Roma, quindi di cinema, io mi aspetto che di quello mi parli visto che di spunti ne ha offerti non pochi anche e soprattutto sotto l’aspetto politico e non dell’attico della figlia di Veltroni perché per l’attico, come sopra, c’è Novella2000.

    5) Io non concepisco Facci secondo il mio concetto di Facci, ma secondo quello che lui dice essere il cocnetto di Facci.
    Se secondo il suo concetto i blogger sono merde inutili e poi mi scrive un pezzo da blogger inutile, io mi stupisco sì e se ho lo spazio che sotto l’Amaca di Serra non c’è e ce l’ho per scelta sua, lo dico.

    Gli do della merda mechata?
    A me pare proprio il contrario.

  2. PS:

    “se mai mi capitasse di leggere un’amaca di serra che non mi piace, non mi sognerei mai di fargli il verso con un altro articolo e successivamente di scrivergli due filippiche”

    Se segui Facci con una certa regolarità, saprai da solo che questo è esattamente lo schema delle sue produzioni dell’ultimo periodo riguardanti la sua personale guerra (legittima o meno è giudizio personale) con Travaglio con le quali sta togliendo al suo spazio su Il Giornale robe ben più interessanti con le quali lo riempiva fino a ieri e con le quali ci aveva forse abituati troppo bene fino a quando Travaglio non è diventato il suo incubo personale e lo spazio sul giornale il lettino dell’analista sul quale sdraiarsi per raccontarlo un giorno sì e l’altro pure.

    Se questa è la sua concezione di Facci di oggi, la si replica senza problemi.
    Non capisco perché trecento articoli su Travaglio e le sue vacanze siano giornalismo e due commenti per chiedergli come mai non ha parlato di cina e di gas negli utlimi dieci giorni quando è uno dei pochi che ne ha fatto pregevolissima battaglia fino a undici giorni fa, siano due filippiche senza senso.

  3. di antonello grimaldi cugino di eva grimaldi, sorella del panettiere del fratello del cugino del barbiere di cafu

  4. Dopo tre sgrullate è una pippa.
    Dopo tre stronzate è un articolo di merda.

  5. Ergegio sig. Flacci,
    il suo articolo seppur contenente qualche imprecisione (ormai sono la sua firma n.d.r.) non è affatto male e mi chiedo come mai Novella 2000 non l’abbia ancora pubblicato.

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