Robin Hood tiene famiglia

Era solo questa estate, ma sembra passato un secolo.

Tra Giugno e Luglio, l’impennata dei prezzi dei carburanti portava il nuovo Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ad attaccare i super profitti dei petrolieri ed imporre una tassa specifica, la Robin Tax, da redistribuire ai poveri. Tra i colpiti dalla tassa, che dovrebbe fornire circa 5 miliardi di Euro, anche il campione nazionale dell’energia petrolifera: l’ENI. L’argomento? I super utili della Società che hanno sfondato nel 2007 i 10 miliardi di euro. Troppi secondo il ladro gentiluomo Tremonti.

Quella stessa ENI che oggi ci viene raccomandata da Berlusconi per l’acquisto, allo scopo di non far crollare le quotazioni e, con esse, anche la capitalizzazione dell’azienda (circa il 30%) in mano al Tesoro. Argomento per comprare ENI? Lo stesso di Tremonti di Giugno-Luglio: i super-profitti che saranno superiori ai 10 miliardi di Euro anche per il 2008 che vengono usati per ingolosire gli italiani in cerca di extra rendimenti.

E Robin Hood? Che fine ha fatto?

Tiene famiglia anche lui.

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15 Commenti

  1. Felice : beh “consigliare pubblicamente” non è un reato . Però una cosa è se lo fa un qualunque analista finanziario , economic adviser etc. , un ‘ altra se lo fa un presidente del consiglio (ricordiamo anche le dichiarazioni su Alitalia etc a inizio 2008)

    Sulla intelligenza della proposta Robin Tax sorvoliamo .
    Ma del resto che ti vuoi aspettare da uno che aveva manifestato in maniera del tutto convinta l’ utilità di introdurre dazii .
    Tra l’ altro non erano la coalizione della “Libertà” ?

  2. La crisi economica ed i “consigli” di Silvio,coprono le porcate di Tremonti.

    Qualcuno ha scritto che Silvio Berlusconi abbia invitato a comprare azioni Eni Enel e Mediaset.
    Questo sarebbe avvenuto alla conferenza stampa della sera dell’8 ottobre dopo il consiglio dei ministri straordinario.
    Diciamo che non è stato proprio diretto.Non ha detto “comprate”,ma è più un “suggerimento”
    Bisogna ammetterlo è furbo.
    Non lo dice chiaramente,fa i tre nomi come esempi di aziende che producono la stessa quantità di utili,anche durante questo crollo.Questo è il testo:
    “…altro discorso è il discorso della borsa,che in questo momento sta procedento nella direzione opposta a quella della crisi del ’29.
    La crisi del ’29 si era prodotta… perchè c’erano delle società …che non erano del valore dei titoli rappresentati in borsa e quindi una società che valeva 100 era stata trattata a 1000,quindi a un certo punto ci si accorse che…e tutto crollò.
    In questo momento noi siamo nella situazione esattamente opposta,ci sono società che valgono 100 e che il mercato stima meno di 100…Io ho l’esempio di tante società…stamattina abbiamo visto i corsi di borsa di Enel,Eni,Mediaset eccetera,società che hanno…che continuano a guadagnare,come guadagnavano prima,che non hanno riduzione di utili,e che quindi hanno il valore che avevano qualche tempo fa.
    E’ un momento,diciamo così,di “bolla speculativa all’incontrario” che rientrerà sicuramente…nessuno di noi può dire in quanti mesi,ma certamente il mercato tornerà a valutare le aziende secondo la loro capacità”.

    Possiamo dire che non sia proprio un “consiglio per gli acquisti”,ma siamo lì.

    Ritengo sia più interessante,quello che dice Tremonti riguardo ad un’eventuale intervento dello stato,che lui esclude:

    “…noi impediremo che una banca, una sola banca sistemica o non sistemica,qualsiasi banca fallisca.E se c’è dietro lo stato,nessuna banca fallisce.
    All’opposto il nostro obbiettivo è quello di intervenire se necessario e di guadagnarci all’uscita, perchè tutte le volte che i governi sono entrati hanno stabilizzato la banca consentito il passaggio da una fase difficile ad una fase normale e hanno portato a casa dei soldi per i contribuenti.
    Come è fatto questo decreto, è molto semplice,c’è una norma che coordinata con la banca d’italia prevede una garanzia pubblica sulle…la sigla è:E.L.A. Emergency Line Assistance,ed è un meccanismo per dare Italia su Italia soldi alle banche che ne hanno bisogno.
    C’è un meccanismo che modifica l’ingresso eventuale dello stato nelle banche.
    Pere essere chiari,può essere che una banca va benissimo…noi siamo più contenti di lei.
    Può essere che una banca abbia una capitalizzazione non sufficiente…allora quella banca contatta la Banca d’Italia,oppure viceversa,può essere che la Banca d’Italia ritenga che la capitalizzazione di quella banca non è sufficiente,dato i tempi che stanno…che stiamo vivendo.
    Ebbene, guardano le carte, se ritengono che è necessario più capitale e quel “più capitale” non lo mettono gli azionisti o il mercato,lo mette il governo.
    Lo mette il governo,quel capitale in una logica che non è di nazionalizzazione ma di supporto.
    Quel capitale è sterile ai fini del potere,non vota,non determina,si garantisce solo…nel senso che,e questo è un’ impegno preso in europa,dall’europa,da tutti,non si da il denaro dei contribuenti a chi ha sbagliato
    Ma fatta questa scelta si affida il denaro del contribuente,in un caso in cui è necessario mettere il denaro del contribuente,la gestione della banca resta comunque assolutamente privata.
    Nessun governo,certamente non il nostro governo,ha interesse a entrare nelle banche,esattamente l’opposto.
    Entriamo se necessario se la banca e banca d’italia ritiene necessario,se no, non entriamo.
    E in ogni caso lo facciamo temporaneamente e neutralmente….”

    Poi fa un resoconto in breve dei comportamenti di altri governi europei, dopo di chè,continua:

    “Abbiamo un solo obbiettivo vero,non è tanto salvare le banche,non crediamo che sia necessario,si salvano da sole,ma consentire che le banche siano così forti e così “liquide” da continuare a servire liquidità all’economia,alle imprese”.

    Chi ha sbagliato non merita i soldi dello stato,ma se siamo costretti,non interverremo minimamente nella gestione della banca.

    Quindi “lo stato”, NOI che paghiamo le tasse, ci mettiamo solo i soldi,confidando che le banche si autoepurino.
    Aspetta e spera.

  3. senza considerare che dopo il suggerimento l’Eni è andata giù
    se c’è recessione crollano anche i consumi di carburanti, il prezzi del petrolio non hanno perso tanto meno delle borse

    l’economia giapponese, non si era ancora ripresa dall’ultima crisi, 19 anni, i listini prima di questa crisi avevano recuperato solo il 70% dell’indice precipitato quasi venti anni fa

    quindi, anche se le borse risaliranno, ci sono due variabili pesanti da non trasscurare: quanto e in quanto tempo

    perchè è ovvio che un investimento azionario non può essere fatto in prospettiva ultradecennale

  4. è anche ovvio, però, che un’economia come quella occidentale non permette il protrarsi di un livello/borse così basso per un tempo misurabile in settimane, tantomeno in anni, figuriamoci pluri.

    Il che significa che o il mondo finisce domani, o è abbastanza matematico che non solo quelle tre società ma tutto il sistema delle spa troverà il modo di riportare tutto alla normalità.
    Normalità che paragonata ai livelli di oggi sarà quel ‘rialzo’ che lui potrà sbandierare come previsto e suggerito e che non mancherà di presentare come prova del suo essere il migliore anche in quel campo.

    Quando in realtà che le borse presto si rialzeranno lo dice la semplice logica, non serve un fine economista.

  5. Dopo i post di Jonkind e i commenti che raccoglie, il mito di Maria Bartiromo è seriamente offuscato e si capisce perchè siano in strada migliaia di Merrill, Lehman, Goldman, Morgan, Bear ecc.
    Una massa di ignoranti strapagati. Viva il mitico conto della serva, aggratis.

  6. Considerando che la borsa,nel mese di settembre,aveva perso dai 20 ai 50 punti percentuali,rispetto all’inizio dell’anno…

  7. “Una massa di ignoranti strapagati.”

    Virgì vabbé rosicare perché i soldi del bonus annuale di un trader di crediti a Londra probabilmente non li vedrai in tutta la vita (oh se poi li vedrai buon per te!), ma eviterei le generalizzazioni sciocchine.

    La Robin Hood Tax chiunque avesse mai sentito anche solo lontanamente parlare del concetto di domanda inelastica aveva capito essere una fregatura, perché far venire in mente certe idee al Ministro dell’Economia?

  8. azz! l’ENI ha guadagnato, quindi oggi troverò la benzina AGIP un po’ meno cara. In fondo se mi tocca dare una mano nei periodi grami loro la daranno a me quando le cose vanno bene.
    A parte gli interisti che hanno già riscosso i dividendi negli ultimi due anni di ricavi enormi nel settore petrolifero.

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