Save Private Silvio

Questa lunga e sofferta annata 2007/2008, non vorrei che terminasse senza che io abbia sciolto almeno un cantico agli eroi tranquilli del nostro tempo, i difensori della privacy che ci hanno difeso, per un anno intero, dalla morbosità impicciona della stampa schifosa e dei blog maldicenti.

Sto pensando a chi ha avuto il coraggio di non intervistare più Azouz quando lui stesso stava cercando di defilarsi, a chi ha subito cancellato le foto delle gemelline di Garlasco da ogni archivio, evitando loro, in un momento delicato della loro crescita, una brutta figura molto difficile da metabolizzare.

Sto pensando ai politici, agli opinionisti, che quando un cronista bavoso ha provato ad appoggiare un microfono al citofono della vedova e dell’orfano, hanno fermamente protestato, hanno scritto e detto parole di fuoco, ottenendo così che i nostri tg si liberassero di quel pietismo da terzo mondo.

Sto pensando a chi ha fatto il possibile, in tv e sui giornali, per difendere l’immagine di privati cittadini come Meredith, Amanda, Raffaele, Rudy, evitando che ai loro nomi fossero associate le immagini goliardiche che pure erano reperibilissime su Internet.

Grazie, veramente. Senza di voi Azouz, Amanda, le gemelle Cappa, oggi non sarebbero più privati cittadini, ma involute celebrità. Il vostro impegno quotidiano ha migliorato sensibilmente l’opinione pubblica italiana. E anche voi ne avete guadagnato in credibilità.

E oggi che difendete Berlusconi, barbaramente attaccato nella sua privacy, sappiamo che lo fate senza secondi fini, esattamente come avete difeso Azouz, Meredith, Sollecito. Perché per voi non c’è differenza tra uno studente sfigato e il proprietario di tre canali televisivi. Che tu sia leader dell’opposizione o magrebino con precedenti penali, che tu stia facendo boccacce alla webcam o mercanteggiando favori sessuali in cambio di un voto di sfiducia, la tua privacy è sacra, e santo, santo, santo è chi la difende.

Buone vacanze, piccoli grandi eroi. Io mi sento veramente al sicuro, con gente come voi su tutti i canali e i giornali. So che posso scrivere quel che voglio, e che nessuno lo userà contro di me. So che se, un indomani, io fossi indagato per una cosa che non ho commesso, voi vegliereste sulla cache di google, affinché qualcuno non ci peschi cose che imbarazzerebbero un innocente. So che qualora saltasse fuori un’intercettazone piccante di una mia telefonata, voi mi difendereste con la stessa olimpica serenità con cui difendete Berlusconi, perché dopotutto c’è una cosa in cui io e Berlusconi siamo veramente uguali, e non è la statura, no, ma è la legge. Che è incredibile, se ci pensi, eppure è così. Io e lui, davanti al giudice, uguali. Che sensazione strana.

Vien voglia di non pagare più le multe. Andranno bene in prescrizione, prima o poi.

(Riveduto e corretto, neanche tanto).

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12 Commenti

  1. Sì, concordo. La privacy e il rispetto verso il cittadino comune dovrebbero essere difese dai media come lo sono, in maniera sacrosanta, verso il Presidente del Consiglio.

  2. poche storie, i favori sessuali per lavorare in tv sono preistoria 1.0.

    io attendo con ansia le intercettazioni delle mail delle (solite 4) blogstarz che si promettono favori sessuali in cambio di un link utile a Blogbabel.

    quel giorno sì che saremo entrati davvero nel 2.0

    (sempre grande, tu)

  3. evviva la privacy di farsi gli affaracci propri. Che brutto quando ti scoprono con le mani nella marmellata: impiccioni invidiosi maledetti

  4. Qualcuno faccia l’uomo e pubblichi le finte intercettazioni.
    Per dimostrare (o meno) se esiste ancora la libertà di satira in italia.

  5. Ok, faccio io l’uomo, per fare il Satiro Libero…sai che goduria, altro che intercettazioni!!
    Sarebbero i boschi a a parlare di ministre e ruscelli, aquile e colombe, aurore e primavere, gel(so)mini e lillà, gramigne, primule e carfagne…

  6. Albionese: “Qualcuno faccia l’uomo e pubblichi le finte intercettazioni.”

    —-

    Quella finta tra Berlusconi e Confalonieri sulla Carfagna non ce l’ho, ma in compenso ho quella tra Zio Paperone e Archimede Pitagorico su Brigitta:

    Si è scatenato un vero e proprio dramma intorno alla sottile linea calda istituzionale. Frotte di paperopolesi infervorati, dopo aver sentito/guardato/letto del succhiogate si sono fiondati sull’internets, i pantaloni slacciati e la manina tremante, alla ricerca di “brigitta pompino zio paperone”, “intercettazione pompino zio paperone” e via googlando. Figurarsi se fosse venuta fuori l’esistenza di un sextape – gli emuli porno di Youtube avrebbero dovuto chiudere i battenti a causa di un’intera nazione che dispiega la sua sgangherata potenza di ricerca.

    Oh, la prurigine, che bella cosa! Non ci siamo mai mossi dalla commedia erotica alla paperina. E’ quest’ultima che si è spostata, infatti – dal cinema all’aula parlamentare, tra festini a base di coca (in attesa che i parlamentari scoprano l’iDoser, ça va sans dire), viados-tour e fellanti ministeri senza portafoglio. Ora che il gruppo l’Eco di Paperopoli, insieme ad altre redazioni, si è calato le braghe di fronte al padrone, finalmente c’è la certezza che nulla verrà pubblicato – una gustosa anteprima di quello che avverrà in futuro dopo il varo della legge-cancella-intercettazioni: il villaggio del ricatto globale.

    Bene, cioè male. Non tutto è perduto, però: a questo punto subentriamo noi. Eh già. Grazie ad un eroico anonimo, che rimarrà tale per ovvi motivi di sopravvivenza, siamo riusciti a venire in possesso di uno dei verbali di trascrizione, tutto nudo e tutto caldo, supersegretissimo. Fatene buon uso, magari per estorcere pacatamente e serenamente il vicino, la suocera, il provider o i genitori che non vi danno i soldi per commettere reati finanziari ed entrare in Parlamento. Ma non ditelo troppo in giro, mi raccomando.

    VERBALE: di trascrizione di conversazioni telefoniche in arrivo ed in partenza sull’utenza avente il numero XXX XXXXXXX in uso a Archimede, come da decreto del 12.2.2008 emesso dalla Procura della Repubblica di Paperopoli.

    LEGENDA

    S.P. = Segretaria di Paperone

    A. = Archimede

    P. = Paperone

    23.04.2008 / Durata: 8:49 minuti

    A: Pronto?

    S.P.: Si, segreteria…

    A: Eh, sono io.

    S.P.: Ah! Le passo subito Paperone. Arrivederci, stia bene.

    A: Anche lei, grazie.

    (Secondi di attesa)

    P.: Carissimo! Come va?

    A: Ciao, eh…non propriamente, diciamo, ecco…

    P.: Non mi…ci sono…hai altri problemi?

    A: Si, purtroppo guarda…è una cosa che…

    P.: Già ma..e, e..vedrai che poi sistemiamo no? Si, si, si…Ora che abbiamo vinto di nuovo, insomma, non…c’è relativamente da preoccu…non avremo più problemi, li evitiamo ancora (omissis)…

    (2:37 minuti di conversazione non rilevante)

    A: Vabbè…parlando di cose serie…la squadra di governo è pronta..dico c’è già..ci sono accordi, robe fatte?

    P.: Mah…da noi tutto liscio…c’è la Banda Bassotti che rompe i coglioni, come al loro solito…lavoreremo di composizione…troviamo questa intesa sempre su quelle cazzate del federalismo, la sicurezza eccetera, gli arabi…

    A.: E le donne? (risata)

    P.: Cosa..?

    A: (risata) Come cosa?

    P.: Beh…sinceramente di sicure da parte mia ce ne sono due…in particolare una…

    A.: Mi chiedo il perchè?

    P.: Senti, lascia perdere questo argomento…che, che…chè l’ultima volta, ieri, è stato un macello…un disastro salvato a metà…una mezza vergogna che spero…che lei non vada in giro e, e…ecco chiuda la bocca sennò mi rovinano, mi rovinano.

    A.: Gliela chiudi te la bocca sennò, giusto? (risate)

    P.: (Risate fragorose)

    A.: (Risate) Dai dimmi a me almeno, no?

    P.: Si, dai…se non te le dico io a te queste cose…Praticamente ero a Palazzo Paperioli…tra una riunione e l’altra, una rottura di palle indicibile e, e, e, cioè, mi è venuta questa particolare voglia e avevo un bre…una pausa, un’oretta di buco…(Voce sovrapposta)

    A.: Buco…in tutti i sensi eh! (risate) (versi gutturali)

    P.: …mi è venuta, ti dicevo, e…(risate) si, si, in tutti i sensi…allora ho fatto chiamare Brigitta…e le dico di venire dove sa lei, tempo cinque…dieci minuti è la nell’ufficio…non c’è n’è per nessuno proprio, zero chiamate, non ci sono per nessuno!…lei diciamo comincia a toccarmi il cazzo quando tiriamo un bel limone…e poi insomma fa in fretta, si inginocchia e comincia a sbottonarmi ma c’è qualcosa…quel problema solito che non mi si drizza, puttana eva, lei continua ma niente…prova anche a leccare le palle ma nulla…è tutto floscio…da vecchio proprio…

    A.: Porca troia! Cosa hai fatto? Che quella mica…non poteva restare a bocca asciutta…come tutte le altre volte, no? Ma c’avevi il farmaco, là…il (incomprensibile) che usi di solito…o quello nuovo?

    P.: No…quello vecchio ormai, l’alprostadil…non funzionava…tempo due minuti e ci voleva non so…neanche il padre eterno ci riusciva a tirarlo su di nuovo…comunque ti dico, ero in ufficio di fretta…la mattina sono partito dal deposito presto…non ho portato dietro quello nuovo, il cialis…cosa fare cosa non fare con questo pompino che…la cosa drammatica sai qual’è?

    A.: No, dimmi…

    P.: che, che, che tu sei lì, con la figa pronta…che è la ad annusarti le palle praticamente…magari ci sta la ciulata dopo…perchè no?….e insomma non va proprio, non ci riesci….cioè, psicologicamente ti esplode, poi non arriva…è come, credo, per una serie di deduzioni che si devono per il rispetto della logica…dell’intelligenza che, che, è, è,…è come (incomprensibile) con uno senza braccio che crede di averlo ma non riesce a…muovere…non può muoverlo perchè non cel’ha!

    A.: Capisco…ma sai, Paperone, sai…alla nostra età dico…non si è più dei ragazzi…

    P.: Eh…

    A.: E’ anche normale avere questo tipo…questi problemi…

    P.: Guarda, preferivo farmi di nuovo il Klondike che non riuscire a farmelo succhiare dalla Brigitta…che cazzo! (risate)

    A: (risate) Già…magari ancora facciamo il processo X…

    P.: O quello dello stragi…

    A.: …Ancora meglio! Che se non c’avevamo quegli stronzi dei democristpaperi…baciapile maledetti con le loro…le loro grandi pretese democratiche…andassero a fare….bah…poi com’è finita? No ma scusa…le altre volte riuscivi scusa?

    P.: Si, si, si, alla grande…è proprio…ogni tanto mi stancavo perchè quella se inizia mica la fermi eh, ’sta strappona!

    A.: Ma si vede, si vede! Anche un esterno…dall’esterno dico che si vede! Il paese intero, eh!

    P.: Tornando a bomba…ti dicevo che ho dovuto chiamare…una cosa imbarazzante perchè di solito sai che mi porto dietro qualche pastiglietta…magari tac, vedi che c’è un’attricetta da piazzare…da mettere in qualche pertugio e anche tu devi metterglielo…e trac…serve sempre…ma ’sto giro niente, non pensavo finchè non è venuta questa voglia…e ho saputo che la Brigitta era a Paperopoli e mi dico: perchè no?…ho dovuto chiamare la segretaria, una cosa che non ti auguro…imbarazzante al massimo proprio…e dopo quindici venti minuti è arrivato il miracolo…

    A.: E cosa hai fatto nel frattempo?!

    P.: Ma niente, qualche palpatina sulle tette…il culo…qualche sditata…si era rasata questa volta eh!

    A.: Ebbrava la Brigitta! (risate) Poi, dai, finisci di raccontare, che mi fai stare così senza finire?

    P.: Ti sto dicendo…ti sto dicendo…e poi, e, e, e ecco…insomma in qualche attimo è tornato come quando avevamo venti anni…come eravamo venti anni fa…non drittissimmo ma si poteva fare…

    A.: Yes, we can! (risate)

    P.: (risate) …poi alla fine ha anche ingoiato…ovviamente…le è andato anche un pò nell’occhio (risate) e sul tailleur…quello color panna sai, che si mette spesso…ma comunque solo pompino che non c’era il tempo più per, per…niente scopata, cazzo, mi era venuta una voglia…il solo pensiero di dovermi incontrare di lì a poco con Rockerduck e altri guarda…vuoi mettere…il pompino della Brigitta che oh…è brava forte…e vedere la faccia là di Rockerduck…dimmi te…

    A.: Li fa meglio la Brigitta, no?

    P.: (risate) Carogna…Col culo che abbiamo…Ci intercettano, magari che dici ste cazzate…

    A.: Vabbè…stai tranquillo…chi ha vinto le elezioni?

    P.: Ho capito…ma un conto sono le porcate…ho anche una famiglia…l’onorabilità di fronte ai paperopolesi…poi pensa anche alla Brigitta, poveretta…quella me la distruggono…

    A.: Noi siamo abituati alle cose indegne, effettivamente…alle accuse infamanti…ma una persona normale, voglio dire…

    P.: Vedi, vedi…se esce metti caso il pompino…mi rovinano…perchè finchè è…ti faccio l’esempio…finchè si parla di corruzione, ecco…tanto a nessuno frega un cazzo…detto brutalmente, ma lo sai anche tu…è da tempo immemore che ci conosciamo…

    A.: Si, si, le scopate…quelle mica le perdonano i paperopolesi…ma magari sai…vorrebbero i paperopolesi…i paperopolesi una soubrette se la sognano…la ciulatina con la stelletta della città…con la Brigitta…vorrebbero farsela tutti…

    P.: Figurarsi con un futuro ministro…gnocca!

    A.: (risate) Ecco, lo vedi!

    P.: Vabbè dai…ascolta…ti lascio che devo lavorare per dare un governo a Paperopoli…

    A: Si, si…ti lascio che c’ho anche io due, tre meeting…non vedo l’ora di andare a casa guarda…

    P.: Oh, senti…io dopo quasi quasi me la chiavo di nuovo la Brigitta…

    A.: Ma fai bene! Fai bene!

    P.: Lo so…eccome se lo so!

    A.: Ciao Paperone, ci sentiamo presto, ciao, ciao…grazie.

    P.: Ciao (omissis), ciao, grazie a te…ciao.

  7. Vor dem Gesetz steht ein Turhuter. Zu diesem Turhuter kommt ein Mann vom Lande und bittet um Eintritt in das Gesetz. Aber der Turhuter sagt, dass er ihm jetzt den Eintritt nicht gewahren konne. Der Mann uberlegt und fragt dann, ob er also spatter werde eintreten durfen. `Es ist moeglich, sagt der Turhuter, jetzt aber nicht. Da das Tor zum Gesetz offensteht wie immer und der Turhuter beiseite tritt, buckt sich der Mann, um durch das Tor in das Innere zu sehen. Als der Turhuter das merkt, lacht er und sagt: `Wenn es dich so lockt, versuche es doch trotz meines Verbotes hineinzugehen. Merke aber: Ich bin machtig. Und ich bin nur der unterste Turhuter. Von Saal zu Saal stehen aber Turhuter, einer machtiger als der andere. Schon den Anblick des dritten kann nicht einmal ich mehr ertragen.’ Solche Schwierigkeiten hat der Mann vom Lande nicht erwartet; das Gesetz soll doch jedem und immer zuganglich sein, denkt er, aber als er jetzt den Turhuter in seinem Pelzmantel genauer ansieht, seine grosse Spitznase, den langen, dunnen, schwarzen tatarischen Bart, entschliesst er sich, doch lieber zu warten, bis er die Erlaubnis zum Eintritt bekommt. Der Turhuter gibt ihm einen Schemel und lasst ihn seitwarts von der Tur sich niedersetzen. Dort sitzt er Tage und Jahre. Er macht viele Versuche, eingelassen zu werden, und ermudet den Turhuter durch seine Bitten. Der Turhuter stellt ofters kleine Verhore mit ihm an, fragt ihn uber seine Heimat aus und nach vielem anderen, es sind aber teilnahmslose Fragen, wie sie grosse Herren stellen, und zum Schlusse sagt er ihm immer wieder, dass er ihn noch nicht einlassen konne.

    Questo lo scriveva Kafka decinaia di anni fa.
    C’è poco altro da dire, temo.

  8. polizia postale intervenuta davvero, pare (da Giornalettismo). solidarietà al ragazzino che rischia di pagare tanti soldi. propongo colletta, nel caso.
    uno dei mirror messi su ieri, intanto, è stato cancellato su richiesta dell’autore (per i possibili guai di cui sopra, immagino).

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