50 Commenti

  1. No, io no.
    Lo decidi tu, quando voti Calderoli. Se lo voti.
    Cosa vuoi esattamente? Stai votando un politico o un buffone?

  2. Quindi, votandolo, gli vieterei di fare [nel caso specifico: riprendere] della satira. Limiti, appunto.
    Grazie.

  3. Scusate se intervengo, ma Lorenzo, ziocane, e’ ovvio che un politico, tanto piu’ un ministro, abbia dei limiti che non sono invece imposti a un comico, o a uno qualunque di noi aggiungerei; e’ talmente ovvio che hai rotto le palle.

  4. Leggo su Repubblica.it dei blog che mi avrebbero ” smascherato “: la mia battuta su Ferrara si ispira a una celebre battuta di Bill Hicks. Hicks in realtà si ispirava a sua volta a Rabelais, e quando lo accusavano dicendo che la sua non era satira, Hicks replicava:-Neanche Rabelais è satira?- Memore del suo insegnamento, così ho fatto io: a chi ha chiuso il mio programma perchè la mia non era satira, adesso posso dire:- Neanche Hicks e Rabelais sono satira?- :-)

    By Daniele Luttazzi

  5. i numeri della battuta di Luttazzi sono sottostimati
    i soldati americani morti in Iraq si sono sucidati una volta a casa, un numero doppio rispetto ai morti sul campo; non sono vittime?

    l’ultima stima sugli iracheni morti, asseverata dal Foreign Office, dice oltre un milione di morti

    Facci è un troll che attira troll
    don’t feed trolls e vivrete felici

  6. Questa intervista a Luttazzi (su La Stampa) è di prima del fattaccio.
    E’ vero delirio di onnipotenza.

    ***
    “IO, OSCURATO. DIETRO C’È UN DISEGNO PRECISO: VOGLIONO DISINNESCARMI. PAOLINI HA FATTO IL 5.6% E TUTTI L’HANNO CELEBRATO, IO FACCIO IL 6% A MEZZANOTTE E NESSUNO MI CONSIDERA”…

    Andrea Scanzi per La Stampa

    Due milioni e mezzo di ascoltatori nonostante l’orario (il sabato dalle 23.30 a 0.30 su La7). Decameron, il programma con cui Daniele Luttazzi è tornato in tv sei anni dopo l’ukase bulgaro, è un piccolo caso. I giornali, però, ne parlano poco. Un po’ è per decisione dell’autore (questa è la sua prima intervista), un po’ per «un disegno preciso».

    Perché il riferimento a Boccaccio?
    «E’ il libro che ha fondato la cultura laica italiana, autonoma da quella religiosa: un’esigenza oggi primaria, in un paese in cui pullulano anatemi papali, teodem e teocon. C’è poi il rimando alla peste. Boccaccio scrisse il Decameron durante la peste fiorentina del 1348, immaginando dieci ragazzi nascosti in campagna per raccontarsi dieci novelle. Ogni puntata si rifà a una novella. Un esempio? Nella prima lui affrontava la corruzione del clero, io ho parlato della pedofilia nella Chiesa, con un chiaro riferimento a Marcinkus».

    Qual è la «peste» attuale?
    «Il pensiero guerrafondaio-reazionario. Michel Foucault parlava del meccanismo di controllo dello stato sul cittadino: individuava un “modello lebbra”, che comportava l’allontanamento del contagiato, e un “modello peste”, che contemplava il suo controllo. E Marshall McLuhan aveva immaginato che, nell’età elettronica, il “lavoro” principale del potere sarebbe stato il controllo totalizzante sui cittadini. Si perde la libertà, a decidere è una oligarchia. E ogni tanto ci illudono con la nascita di un Partito Democratico».

    Sesso, politica, morte, religione: i temi della (sua) satira.
    «La satira è un genere che usa come tecnica la riduzione al corporale, per ottenere un rovesciamento di senso. Nei secoli scorsi faceva parte dell’oscillazione dell’immaginario tra sacro e profano. Oggi esiste solo il sacro».

    Lei teorizza molto. Non c’è il rischio di ridere poco e parlare a una nicchia?
    «L’autore satirico può proporre solo ciò che fa ridere lui, sperando che anche altri ridano. Non mi sono mai preoccupato del pubblico, il mio tipo di satira ha anticipato in Italia l’ondata dei Southpark, Simpsons, Borat. La satira deve sempre spostare in su l’asticella. Come diceva Georg Lichtenberg, “Più si conosce l’umorismo, più si diventa esigenti in finezza”».

    Però la accusano di essere volgare, di non far ridere, di rovesciare bile.
    «Dire che non faccio ridere è una calunnia che mi danneggia, può considerarsi come reato, perché se uno spettatore ignaro ci crede poi non viene a vedermi. Nei miei spettacoli ridono di continuo, per due ore e mezzo. Rovescio bile? I monologhi di Decameron sono la “versione poetica”, ne avevo altri ben più duri. Ho cercato di sublimare una rabbia personale profonda, derivata dai soprusi subiti: capisco la famiglia Biagi, quando afferma che la morte di Enzo è legata al diktat berlusconiano. Tutti i grandi satirici sono stati accusati dai tromboni di volgarità: Aristofane, Terenzio, Ennio, Boccaccio, Ruzante, Sterne, Molière. Sono in buona compagnia, un nano sulle spalle dei giganti».

    Del suo Decameron si parla poco.
    «Non mi colpisce la mancanza di applauso, ma l’incompetenza dei critici. Stanno sottovalutando un programma complesso, dove faccio tutto io, dai testi ai jingle, dalle scenografie alle didascalie. Se i critici non lo capiscono, significa che si meritano i reality e la tv-spazzatura. Dietro c’è un disegno preciso: l’oblio. Vogliono disinnescarmi. Marco Paolini ha fatto il 5.6% di share e tutti l’hanno celebrato, io faccio il 6% a mezzanotte di sabato e nessuno mi considera. Nella seconda puntata ho ricordato l’ipocrisia di tutti gli impuniti che, dopo avere accettato l’ukase ai danni di Biagi, hanno ricordato il “giornalista libero”. Vespa, Mimun, Casini, Fini: quando agisci così, ti fai molti nemici».

    A La7 come si trova?
    «Ho carta bianca, ci ritrovo lo spirito pluralista della Raidue di Freccero. Posso parlare liberamente degli scandali di Telecom e Tronchetti Provera».

    Grillo le ricorderebbe che, per Telecom, ha fatto uno spot.
    «Era sul 187, un nuovo servizio per i clienti. Non ho nulla contro la pubblicità, l’ha fatta anche Woody Allen. Non sono un luddista come Grillo».

    La stupisce che di Grillo non si parli più?
    «Quando porti al parossismo la protesta, è nell’ordine delle cose che poi ci sia il riflusso. Su Grillo ho eccezioni sul cosa e sul come. Dopo il V-Day è scivolato spesso, ad esempio sui romeni».

    Dopo l’omicidio di Roma, Veltroni ha detto le stesse cose.
    «Bisogna distinguere tra il Veltroni politico, che ha idee sensate sul sociale, e il Veltroni privato, che si è lasciato sfuggire uno sfogo “quasi” razzista. Ci sono molte cose che non mi piacciono di questo governo, a partire dalla missione in Afghanistan tuttora mascherata come “di pace”. Vado però controcorrente, dicendo che Prodi è lento ma sta governando bene. Mi piacciono il ministro Ferrero, la finanziaria e le leggi su falso in bilancio e class action».

    Su Youtube c’è un suo monologo del 1988. Quanto è cambiato da allora?
    «Doc di Gegè Telesforo: la mia prima cosa in tv. Il modello era Woody Allen, più umorismo che satira. Al di là dell’apparente timidezza, c’erano battute di una durezza inaudita. Si vedeva ciò che sarei diventato dopo anni di studi. L’altro giorno ho guardato un filmino familiare, avevo 4 anni, a un certo punto reagisco a mio zio: la mimica era quella di adesso. Creavo già attrito».

  7. Ti stupisci di uno che, per dirla con le tue parole, ha lo stomaco di ferro?
    Di uno che (nella censura) si paragona a Terenzio e a Moliere? A chi si deve paragonare, a me?

    Comunque a me non freghi, non perché io sia furbo, ma perché a me Luttazzi non piace, e la tua operazione per screditarlo è fin troppo maldestra.

    Chiunque poteva alludere al tuo bizzarro curriculum il giorno della tua epurazione tascabile. Eppure non lo abbiamo fatto.

    Qua il problema è la censura.

    Ciao. Sei pessimo.

  8. Certo il massimo a cui può ispirarsi Facci è lo spione della Cia Ferrara,che altre persone abbiano come modelli il Boccaccio o persone straordinarie e libere come Lenny Bruce o Woody Allen lo sconcerta.Lo chiama delirio di onnipotenza,il tuo Facci è solo delirio.

  9. Parafrasando una battuta di Luttazzi su Elio Vito:
    Facci sembra una di quelle cose che scappano quando sollevi una pietra.

  10. bello vedere Facci che s’adopera per cercare di screditare Luttazzi… e invece scredita sempre più se stesso, se mai sia possibile farlo ulteriormente. Non se ne fa una ragione che Luttazzi sia troppo in alto per lui…

  11. Ho postato un’intervista di Luttazzi e continuate a parlare di me.
    Siete da psicoanalisi.

  12. Hai postato e commentato, bello.

    E io di certo non ti sto psicoanalizzando, ma giudicando disonesto che giustifica la censura per motivi personali o faziosi.

  13. virginia, i poster della mia cameretta, ammesso che ci siano, sono meravigliosamente cazzi miei. tu continua pure a fare il maggiordomo, che lo fai bene…

  14. BELLISSIMO!! Merita un posto nella letteratura italiana accanto a Dante, Boccaccio, etc., e ai grandi contemporanei come Moravia o Sciascia!!!

  15. Luttazzi e originalità?

    Oggi Repubblica mette in risalto la notizia che Luttazzi ha copiato la battuta su Ferrara dal comico americano Bill Hicks. Mi sembra che Repubblica arrivi a questa conclusione con una ventina d’anni di ritardo.
    Tutti sanno che Luttazzi copia ed è egli stesso a riconoscerlo, a dire di guardare tutti i programmi di satira americani per riproporli in Italia.
    Luttazzi non ha nemmeno il cognome di originale!
    Concedemi questa battuta per dire che chi conosce autori e artisti quali David Letterman, Bill Maher, Jon Stewart, Chris Rock, Richard Pryor, Lenny Bruce, Jay Leno, George Carlin, Eddie Murphy, Jerry Seinfeld, Robbie Williams, Larry David, ecc., sa benissimo quanto Luttazzi copi da loro.
    Se questo sia un reato non lo so, ma che Repubblica venga a dire che è una scoperta, mi sembra eccessivo.
    In America copiare battute da altri comici è un atto particolarmente disonorevole e sorgente di diverbi accesi, malmenamenti e citazioni in giudizio!
    Luttazzi in realtà sarebbe perfetto come head writer di uno spettacolo di satira e dovrebbe trovare un front man degno che possa dire le sue battute, in modo da renderle veramente divertenti … ma questo è un altro discorso.

    Quanto alla questione della chiusura del programma, mi sembra una presa di posizione assurda.
    Il Direttore avrebbe giustamente dovuto prendere le difese di Ciccio Ferrara e richiamato ad un minimo di buon gusto Luttazzi, ma si sarebbe dovuto fermare qui.
    Quanto a Luttazzi, è vero che la volgarità è accettabile nella satira, però certo non è necessaria.
    Si può essere estremamente diretti, espliciti, ironici, satirici e pungenti anche senza volgarità, certo questo richiede un po’ più di originalità e una ricerca raffinata della battuta.
    Avere libertà di espressione, non vuol dire necessariamente doverne abusare.
    Infine, la battuta di Hicks/Luttazzi obiettivamente non faceva ridere, però il messaggio contenuto era corretto: Ferrara ha avvallato le guerre di Berlusconi.

    Saluti

  16. Robbie Williams?
    ommaigod.
    Magari è un caso di omonimia e non ne sono a conoscenza. Forse era Robin…
    Fa che sia lui.

  17. quest’ultimo battutone, toglie sia il gusto che il bisogno di mandarti a cagare: ci pensi da te.

  18. scusate ma stiamo scherzando?
    rispondere a facci?

    la voce del “padrone cacato in bocca”
    lui stesso peto della notizia
    lui che conosce i “fatti”!

    con uno cosi’ non si conversa,
    la satira e’ inutile
    lui E’ satira del giornalismo

    Scusa Fili’,
    non te la prendere sul personale,
    non e’ colpa tua.
    e’ che ti disegni cosi’

  19. Da anni, Luttazzi organizza una “caccia al tesoro”: dissemina qua e là indizi e citazioni di comici famosi, e i fan devono scoprirli. All’inizio questa cosa gli serviva come escamotage per dare dell’ignorante a chi lo attaccava sostenendo che la sua non era satira nè faceva ridere: poi i soloni facevano un esempio e quasi sempre il brano che non li faceva ridere era di un comico famosissimo: Bruce, Carlin, Hicks. ( Famosissimo per tutti, tranne che per loro! )

    La cosa col tempo è diventata una strizzatina d’occhio ai fan. Una complicità fra appassionati di comicità, come nel jazz quando Fred Hersch inserisce in una improvvisazione una frase di Monk: chi se ne accorge entra a far parte di un circolo di eletti.

    Il premio simbolico è un libro di Luttazzi o un suo cd con autografo commemorativo della vincita.

    Il tema della caccia di quest’anno era Chris Rock: vinta sei giorni fa da Davide Prevarin di Caorle.

    Altri indizi restano ancora nascosti. Quindi, buona caccia!

    Fa il hahahahahah..GIOR…Hahahaha..NA..hahaha..LISTA.Hahahahahaah…

  20. M, hai sbagliato indirizzo. A contestare l’esistenza dei limiti della satira e a negare che c’è chi può farla e chi non può è Leo, non io.
    Saluti.

  21. Lorenzo, continua a sfuggirti il problema.

    Che non è la satira. E’ la politica.

    Se mi dici che Calderoli ha diritto di farla perché è un buffone, sono d’accordo con te. Libero Calderoli, libero Luttazzi.

  22. Io non dico. Sei tu che dici che la satira non ha limiti, e poi ne elenchi una serie. Deciditi.

  23. Comincia a essere imbarazzante.
    La satira, per quel che ne so, non ha limiti, o se li ha non mi interessano.

    La politica, invece, di limiti dovrebbe averne.

    Un buffone può fare quel che gli pare.
    Un politico non dovrebbe fare un buffone.

    E’ chiaro così?

  24. Leo ti suggerisco la mossa del cammello. Abbandona, per manifesta superiorita’.

    Complimenti per il post sull’argomento, sul tuo blog, davvero bello e condivisibile.

    Avrei aggiunto solo un paio di righe sull’ineffabile Aldo Grasso, che dice che in questo paese manchiamo di spirito di appartenenza ed etica aziendale. L’Italia, il paese delle conventicole e delle parrocchiette, manca di spirito di appartenenza. Meraviglioso.

    E aggiunge che non si puo’ attaccare una persona con cui si lavora. Chiaro, se un polizziotto vedesse un collega commettere un reato, acqua in bocca. Se un giornalista scoprisse che un suo collega lavora per i servizi segreti invece che per i suoi lettori, muto. Complimenti.

  25. Oh certo, è proprio lo spirito d’appartenenza a mancare nel nostro Bel Paese, potremmo esportarlo per la sua abbondanza. Daniele Luttazzi è andato in onda per cinque settimane nell’indifferenza generale nonostante ogni settimana menasse come un fabbro da par suo e gli ascolti fossero arrivati al 6% (non soltanto all’esordio) dopo le 23.30 su una rete mal ricevuta come La7. Che traducesse e riadattasse testi americani a me non frega nulla per esempio, perché non conosco gli originali. David Letterman l’ho visto tre volte in vita mia, chi lo accosta tendenziosamente a Luttazzi probabilmente manco quelle. Viceversa chi conosce gli originali da cui secondo la stampa di questi giorni (che non sa più che pesci pigliare e vorrebbe chiudere in fretta la questione) Luttazzi farebbe man bassa, si diverte e riflette ugualmente, perché tutto questo nulla toglie al suo genio creativo, che rimane originale e più articolato di così. Guardandosi intorno in ogni direzione e vedendo il panorama, non viene voglia di rinunciare alla diffusione televisiva del Luttazzi tanto a cuor leggero, soprattutto quando il suo allontamento è accompagnato da una giustificazione così palesemente falsa. A me sembrava un buon segnale che Decameron potesse andare in onda, sebbene in una collocazione così disgraziata, e che semplicemente le persone scegliessero di guardarlo o meno.

  26. Come dice Norma Rangeri(“chi l’ha vista?”):”siamo campioni d’Europa,ma all’incontrario”

    p.s. il problema dello stivale è l’onestà intellettuale contraffatta che ammorba tutti i gangli del potere

  27. La cialtronaggine maggiore è che gente che lecca il culo da anni a Berlusconi,ora accusa Luttazzi di faziosità e volgarità.

  28. Visto il livello di certi giornalisti,ho deciso di far fare al mio cane il corso per giornalista e iscriverlo all’ordine.Tanto pure lui scodinzola al suo padrone.Facci hahahaha..è.haha..un..hahahha gior..hahaha..nali..haha..hahaha…sta.hahahahahhaahaahhahaahahhahahahaahahahahhahahaha.Che paese meraviglioso che è l’Italia.

  29. 13 Dicembre 2007 – Il Foglio

    Il monologo pipì-cacca-vasca-da-bagno-Giuliano-Ferrara che è costato a Daniele Luttazzi la chiusura del suo programma televisivo non è di Daniele Luttazzi, malgrado lui abbia detto di averci “lavorato per un anno e mezzo”. E’ di Bill Hicks, un comico radicale americano (“sono un Noam Chomsky che fa battute del cazzo”, diceva) morto di tumore nel 1994. Ecco il testo originale di Hicks, rilanciato ieri da numerosi blog italiani e riferito in quel caso al conduttore radiofonico di destra Rush Limbaugh: “Non immaginate anche voi il suo corpo grasso in una vasca da bagno mentre Reagan, Quayle e Bush gli pisciano addosso e poi in bocca?”. Hicks fa entrare in scena anche Barbara Bush e la descrive mentre fa cose irriferibili, una delle quali – riferibile per dovere di cronaca e diritto d’autore – è accovacciarsi in prossimità della bocca al giornalista di destra. Il monologo di Hicks non è andato in televisione, come quasi tutte le sue cose più hard. Nel 1993, anzi, una sua altrettanto ruvida performance è stata cancellata dal David Letterman show.
    Visto che ci siamo: il blog 7yearwinter.com ha scoperto che anche il neologismo “giulianone” con cui Luttazzi definisce quel “residuo di sperma e cacca depositato sul lenzuolo dopo un rapporto anale” non è opera di Luttazzi, ma del comico americano Dan Savage che aveva affibbiato alla parola “Santorum”, dal cognome del senatore repubblicano anti gay Rick Santorum, il significato di “that frothy mixture of lube and fecal matter that is sometimes the byproduct of anal sex”.
    Non è la prima volta che Daniele Luttazzi, vero nome Daniele Fabbri, viene colto con le mani nella marmellata dell’ispirazione altrui. Anni fa il modello delle sue trasmissioni, delle sue rubriche, dei suoi sketch, dei suoi tic, delle sue battute era Letterman, ma anche Conan O’Brien. Allora lui negava con risentite lettere a Repubblica, ma l’avvento del satellite e della trasmissione su Raisat dello show di Letterman hanno convinto Luttazzi ad ammettere apertamente la fonte d’ispirazione. Da allora i riferimenti sono diventati comici anglosassoni meno noti al grande pubblico: Bill Hicks, innanzitutto, ma anche George Carlin, l’inglese Eddie Izzard, Lewis Black, Chris Rock, Linda Smith e Steven Wright.
    Luttazzi si difende dalle critiche dei suoi ex fan spiegando che lui in realtà si diverte a organizzare per i suoi seguaci una specie di caccia al tesoro, “disseminando qua e là indizi e citazioni di comici famosi” in modo che i fan più attenti possano scoprirli e divertirsi con lui. Solo che gli esempi sono innumerevoli e non si tratta solo di “indizi e citazioni”, ma di parecchie battute e di interi monologhi ripresi pari pari dall’originale e poi adattati per il pubblico italiano.
    Copiare è un’arte, imitare un po’ meno, ma in ogni caso ciascuno è libero di fare ciò che vuole a patto che le cose si dicano chiaramente e si citino le fonti. Senonché Luttazzi – già consigliere comunale della Dc a Santarcangelo di Romagna, eletto grazie a una piattaforma politica in controtendenza rispetto al suo successivo cammino artistico: risolvere il problema di una fogna a cielo aperto – si imbufalisce quando scopre che qualcuno si ispira a lui. Negli ultimi anni ha scatenato polemiche furibonde contro le Iene e contro Fabio Fazio, colpevoli di aver copiato format televisivi e scenografie da lui, anche se in realtà lui li aveva copiati da Letterman. Lo scontro più rumoroso è stato con Paolo Bonolis, accusato di avergli sottratto questa battuta: “Come si fa a capire quando una mosca scoreggia? Improvvisamente vola dritta”. Luttazzi si indignò per questo e altri furti intellettuali a suo danno. I sodali Marco Travaglio e Peter Gomez, nel libro “Regime”, scrissero che “vista la ferocia e la bellezza delle battute, qualcuno dovrebbe scusarsi con Luttazzi”. O forse dovrebbe essere Luttazzi a scusarsi con il comico George Carlin, il vero autore della battuta “You know how you can tell when a moth farts? When he suddenly flies in a straight line” (in “Napalm & Silly Putty”, Hyperion, 288 pagine, 17 dollari e 90), cioè la stessa identica battuta che l’ex consigliere comunale della Dc sostiene che Bonolis gli abbia scippato.

    Christian Rocca

  30. Rocca, come gli altri suoi colleghi, fa di tutto pur di non parlare del significato culturale delle censure subite da Luttazzi.
    Era già successo nel 2001: volgare e non fa ridere, dicevano.
    Ora, a fronte di ascolti che, evidentemente, non fanno ridere solo gente come Rocca, lo si accusa di copiare.
    D’accordo, dedichiamovi pure una trasmissione, un quotidiano, un blog, un sito, un articolo, ma facciamolo non quando è stato deciso che Luttazzi in tv non ci può più andare per una battuta.
    Altrimenti non lamentatevi se fate la figura della voce del padrone, chiunque esso sia.
    Sembra quasi che la cosa non vi dispiaccia.

    m.

  31. Visto che i Rocca & co. sono così bravi a trovare queste memorabili copiature (tanto da dedicargli interi aticoli), perchè non lo fanno con l’opera omnia di Luttazzi, se ne sono capaci? vediamo cosa riescono a trovare. Quindi Luttazzi, secondo loro, sarebbe così apprezzato e brillante solo perchè avrebbe copiato tutto? Certi accanimenti sono patetici… Luttazzi ha un grande seguito, fa ridere molta gente (provate il contrario se siete capaci) e voi rosicate.

  32. Ma siete ridicoli. Ma cosa, esattamente, non riuscire a capire del fatto che devono essere gli spettatori a decidere cosa, chi e come è volgare? E anche se ci piace che rubi le battute o no?

    Comunque, dato che è stato citato opportunisticamente il blog 7yearwinter, riportiamo ciò che scrive 7yearwinter al riguardo. Un suo scambio con Luttazzi, proprio

    Ciao daniele sono il “blogger” che avrebbe “scoperto la copia” secondo repubblica e libero, ovviamente non è così. Se vai a leggere il post originale che ho fatto (
    http://www.7yearwinter.com/2007/12/scatmuncher/) ho semplicemente fatto notare come la battuta di Hicks di fine anni ‘80 non avesse
    causato alcun problema a nessuno, sottolineando la differenza di
    accettazione fra la satira nel nostro paese e gli altri.
    Incredibilmente le mie parole di supporto si sono trasformate in “i
    blogger smascherano Luttazzi “ha copiato da un comico USA” cosa che
    non ho mai detto!

    Dato che è impossibile dialogare con questa gente ho usato un po’ di
    ingegno e chiunque si trovasse a clikkare sui loro link al mio blog veniva
    automaticamente rimandato ad un sito di due giovani fanciulle che si
    cagavano in bocca e mangiavano merda.

    Mi sembrava la giusta conclusione alla faccenda, è iniziata nella
    merda e si è conclusa nella merda.

    Con stima e LOAL.

    e la risposta

    Tranquillo, Buck! Sei bravissimo e sai di cosa parli. Quelli invece
    sono esperti nell’arte di intrafottere. Vediamo dove arrivano. Pensa
    però che figura ci fanno adesso Aldo Grasso & Co., prontissimi a
    sostenere, dall’alto della loro saggezza, che la mia non è satira.
    Neanche quella di Bill Hicks o di Rabelais?

    Il tuo detournement digitale è poi un colpo di genio. Complimenti!

    Ciao.

    D

    Adesso continuate a scrivere di ca**ate.

  33. Il Foglio e Platinette sono incredibili.

    Con una mano “condannano” paraculescamente la censura.
    Con l’altra diventano volentieri i patrocinanti di una campagna per screditare Luttazzi.

    Come a dire, per me Luttazzi potrebbe riprendersi la sua trasmissione domani, ma nel frattempo vi dimostro che è un infame, anzi, la mia priorità diventa convincervi di questo.

    Ecco a voi i moderati di questo paese e i loro metodi.

  34. Luttazzi è uno che si scredita da solo. Non c’è bisogno di alcun aiuto esterno.

    Quando, per esempio, si va a dichiarare alla Stampa che

    ” capisco la famiglia Biagi, quando afferma che la morte di Enzo è legata al diktat berlusconiano “,

    si è ampiamente sotto il limite della decenza. Tra l’altro non è neppure originale nelle infamie. Questa, più che dai famigliari, la deve aver appresa durante gli esercizi spirituali con il Cardinal Tonini.

  35. Guarda che è un opinione più volte espressa dalla famiglia, non appurata nel corso di una seduta spiritica. Per l’esattezza lo disse in tv la figlia piccola.

    Mi dispiace dirtelo, ma il Foglio e Platinette non la pensano come te. E neanche tu la pensi come te stesso, visto che ci metti tre secondi a rovesciare nuova merda sul personaggio.

    Questo post è diventato un tiro al bersaglio da fiera di paese.
    Cosa volete? Orsacchiotti o bambole?

  36. Io resto sempre stupita quando uno copincolla cose senza minimamente capire il senso di quello che legge. E poi fa trallallero e marameo pensando di essere un genio.
    Il blogger scrive:“ho semplicemente fatto notare come la battuta di Hicks di fine anni ‘80 non avesse
    causato alcun problema a nessuno, sottolineando la differenza di
    accettazione fra la satira nel nostro paese e gli altri.
    Incredibilmente le mie parole di supporto si sono trasformate in “i
    blogger smascherano Luttazzi “ha copiato da un comico USA” cosa che
    non ho mai detto!”
    Rocca scrive” Il monologo di Hicks non è andato in televisione, come quasi tutte le sue cose più hard. Nel 1993, anzi, una sua altrettanto ruvida performance è stata cancellata dal David Letterman show.”

    E’ stato un autogol clamoroso del blogger che poi si è prostrato dinanzi all’Artista, balbettando qualche scusa. E tutti entusiasti ad applaudire. Uè, la porta giusta sta dall’altra parte.

  37. Un conto è se a dirlo sono i famigliari accecati dal dolore. Un altro se sono degli individui – ma il termine esatto sarebbe ‘sciacalli’ – che approfittano dell’occasione per scagliare la salma sul Nemico.

    Non ho ben capito il mio presunto disaccordo con Platinette, Il Foglio e, soprattutto, me stesso. Ma fa li stess. Capisco che per dei culturi della merda, sia pure satirica e confezionata sulla scorta di illustri predecessori, a volte è inevitabile essere un pò confusi: quando ci si è immersi dentro, diventa difficilissimo distinguere chiaramente cose e persone.

  38. Arcroyal. Lo dico a te privatamente. A me Luttazzi non piace, lo detto non so quante volte, ma detesto la censura.

    Dico che sei esordito dicendo che Luttazzi si scredita da solo, e senza soluzione di continuità, ti sei messo a screditarlo. Questa è la tua contraddizione.

    Dico infine che se Luttazzi riporta qualcosa (magari con scarso gusto da parte sua) che noi accettiamo come plausibile detto dalla sorella, non sta infamando nessuno. Al limite sta parlando a vanvera o memore di un sopruso che li unì.
    Do you remember?

  39. La cosa più significativa rimane comunque il fatto che il coro dei giornalisti alla Rocca o alla Facci è che riesce ad evitare che il centro del discorso rimanga l’unico legittimo, ovvero il problema della censura.
    Onestamente non me ne frega un cazzo se Luttazzi fa ridere, piangere, incazzare o rincretinire, in questo momento. Neppure se copia, cita o inventa. Ora l’unico argomento è capire perchè una rete televisiva possa permettersi di stracciare il contratto con un autore che fa audience, ovvero ascolti, assumendo come pretesto una semplice battuta.
    Cioè il lavoro per cui ha deciso di pagarlo.

    m.

  40. Strangeblog, dinanzi alla povertà di argomenti della “vittima”, resta solo la battaglia contro la censura. Una difesa che non si nega a nessuno, neppure all’ultima delle pornostar.
    Il fatto è che la7 è una TV privata, quotata in borsa come qualsiasi altra azienda, che non si alimenta di quel canone pubblico che giustifica milioni di reazioni in nome del pago e pretendo. E che non è il web, dove ognuno può bestemmiare, insultare o minacciare di morte chi gli pare, stando al calduccio del proprio nick.
    E’ una TV che, condivisibile o meno, ha una sua linea editoriale che mi pare non sia tanto filoberlusconiana. Mi risulta che il solo sotto contratto, oltraggiato da tale titolo, sia proprio Giuliano Ferrara.
    Il comunicato diramato dalla società è stato ampiamente motivato. E anche questo può essere condivisibile o meno.
    Questo per dire che non starei tanto frignare con lo slogan della Censura di regime che miete tanti fedeli sul net. Né mi perderei in fantomatiche divagazioni politiche su Calderoni ed altri baubau.
    Semplicemente, prenderei atto di questa linea editoriale e me ne dissocerei civilmente.
    E poi andrei in qualche teatro off ad ascoltare il mio amato discettare di merda con parole altrui. Pagando, ovviamente.

  41. Bill Hicks ha partecipato a 11 Late Shows dal 1984 al 1993, i suoi testi venivano approvati dalla CBS settimane prima della registrazione. La mannaia cadde per un attacco alle associazioni antiabortiste nella sua ultima partecipazione (“The suspect part of his set may have been his routine about pro-life organizations, where he encouraged them to lock arms and block cemeteries instead of medical clinics”), non la vasca; in Italia, 14 anni dopo, siamo più avanti, La7 non ha neanche avuto bisogno di visionare la puntata dedicata all’enciclica, l’ha bloccata sulla fiducia.

  42. Scusa Virginia, ma perché La7 ha permesso che Giuliano Ferrara venisse oltraggiato anche in replica e podcast? All’Ambra Jovinelli di Roma il 16/12 la 6^ puntata di Decameron è gratis.

  43. Virginia, ma tu lo fai per contratto la bastian contraria? No, perchè non è mica obbligatorio fare una brutta figura. Chi ti costringe?

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