Presunti giornalisti che dovessero vendersi alle aziende.

Argomenta Alessandro Longo che mentre i Giornalisti sono in qualche modo protetti dal fascino perverso del business poiché devono rendere conto alle proprie redazioni, non così i blogger. I blogger, stante il fatto che son dei morti di fame, c’è il rischio che se gli regali un telefonino oppure gli paghi un viaggio a Cortina per assistere alla presentazione di un computer, finiscano a parlar bene di quel telefonino o di quel computer per gratitudine, senza vera convinzione.

Well, allow me to disagree.

I giornali, che io sappia, vivono di due cose: il prezzo di copertina pagato dai lettori ed il prezzo delle inserzioni pagate dal business. Questo significa, semplificando, che lo stipendio dei giornalisti è pagato per il 50% da chi li legge e per il 50% da chi compra spazi pubblicitari sui loro giornali. In che modo le Redazioni sarebbero un buon cappello protettivo contro le ingerenze di questa o quella azienda inserzionista? I blog, al contrario, vivono solo ed esclusivamente della loro credibilità, il trip edonistico di “avere dei lettori” dura solo fino a quando i lettori credono nel blogger, dopo è l’oblio.

Naturalmente ogni uomo ha un prezzo ed i blogger, anzi le “presunte blogstar” non fanno eccezione. Senonché, io sospetto, il prezzo da pagare per convincere qualcuno a giocarsi il suo hobby preferito è parecchio più alto di quello da pagare per convincere qualcuno a mantenere intatto il suo stipendio.
Certo che esiste una cifra in cambio della quale sono disposto a smettere per sempre di suonare la chitarra o di avere un blog onesto, ma quella cifra è espressa in euro, non in telefonini, biglietti d’aereo e pasticcini. Ed è piena di zeri prima della virgola.

Questo significa che l’investimento che il business dovrebbe fare per comprarmi è totalmente sproporzionato al ritorno che potrebbe averne. Questo significa, inoltre, che Alessandro Longo può stare tranquillo: continueranno a cercare di comprarsi lui.

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8 Commenti

  1. Parla per te! Io, se qualcuno mi vuole mi svendo anche a saldo con pagamenti rateali a partire da gennaio 2008 :-)
    Comprami, io sono in vendita e non illuderti….

  2. La differenza tra blogger e giornalista è che il blogger è disposto a parlare bene di un prodotto PRIMA che glielo regalino, ad un giornalista non succede più. Chiaro il messaggio subliminale? :-)

  3. I bloggers, quelli a grande tiratura, quelli a piccola, infima, o quelli a edizione limitata, sono un manipolo di mille anime chiuse in un rifugio antiatomico col canale satellitare. Siccome è buio credono di essere più numerosi ma s’imbattono sempre in loro stessi. Si ossequiano, si complimentano, si leccano, insomma si recensiscono e poi passano al successivo, già noto.

  4. Mettiamola così: i markettari delle aziende non capiscono un cazzo dei meccanismi della rete e credono che i lettori/frequentatori della blogosfera siano gli stessi idioti che guardano la TV demenziale. E’ chiaro, non hanno capito un cazzo.Vorrebbero applicare vecchie formule a nuovi strumenti. Ripeto che magari non hanno afferrato bene il concetto. Chi frequenta gli anfratti della rete è, in buona parte, vaccinato, sveglio e scafato. Inventatevi, voi markettari, qualcosa di nuovo se volete vendere i frigoriferi al polo nord. Con molti di noi (la maggioranza) i vostri “strumenti” sono spuntati.

  5. un giorno vorrei capire la psicologia dei reporter delle radio bancarie che continuano a emanare notizie subliminali mentre provo a incassare qualche banconota senza farmi mangiare la carta

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