Vendemol

EndemolDice chi se ne intende che comprando Endemol, Mediaset si è praticamente pappata anche la Rai. Con l’aiuto di Goldman Sachs e di 2,6 miliardi di euro la holding di Silvio Berlusconi ha infatti acquistato il 75% della società olandese celebre per avere ideato il “Grande Fratello”. L’acquisizione desta particolare preoccupazione in quanto la Rai è legata ad Endemol da un contratto per la fornitura di vari format televisivi, tra cui “Affari tuoi”, “Che tempo che fa” e “La prova del cuoco”.

In realtà nei giorni scorsi i quadri direttivi del biscione si sono fatti in quattro per assicurare che per la Rai non cambierà nulla, che quasi non ci si accorgerà del fatto che alcuni programmi di punta sono in realtà realizzati da quello che fino ad oggi è stato considerato il nemico.
Se ne è avuta la conferma quando, rispondendo alla domanda di un giornalista, il direttore di Rai Educational Giovanni Minoli ha espresso la propria preoccupazione dichiarando che «con un contratto triennale da 90 milioni di euro, la Tv pubblica resta legata a Endemol con un accordo che appare molto favorevole per la casa di produzione e molto oneroso per la Rai, la quale sarà di fatto privatizzata».
Fedele Confalonieri, lievemente stranito, l’ha immediatamente incalzato chiedendo: «E’ davvero convinto della risposta che ha dato?». Quando Minoli ha replicato con un «Sì» deciso, si è sentito rispondere: «La accendiamo?».

Persino il consigliere di amministrazione Rai Sandro Curzi ha fatto sapere attraverso una nota di «non condividere le preoccupazioni da più parti manifestate circa un pericolo di penetrazione nei nostri palinsesti della nostra diretta concorrente». «In ogni caso – ha concluso Curzisaprò dirvi qualcosa di più dopo che ci avranno portati tutti nella stanza delle sorprese».

Il presidente della Commissione Affari Costituzionali Luciano Violante, invece, dopo aver esposto al Parlamento la relazione sul conflitto di interessi, ha affermato che «anche se si tratta di un’operazione di mercato, l’acquisto di Endemol da parte di Mediaset crea problemi delicati, dal momento che il committente della Rai è anche il concorrente». Gli ha prontamente replicato Piersilvio Berlusconi, dichiarando di non ritenere corrette le insinuazioni riguardanti disparità di trattamento tra concorrente e concorrente, dal momento che c’è un notaio che certifica il regolare andamento del televoto.

Rammarico dei vertici di De Agostini, fino all’ultimo in lizza per l’acquisto: «Non volevamo prendere un pacco. Alla fine il “dottore” ci ha convinto, e dentro c’era l’ippopotamo».

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17 Commenti

  1. A mio avviso il grosso problema è che il dreambox costa un filino troppo.
    Altra grossa bega è il fuso orario ed il fatto che il satellite non riesce a beccare le Americhe, l’ oceania etc. a causa della curvatura terrestre : maledetti Parmenide/Pitagora , io avevo votato per la terra piatta…
    Meno male che c’è intenet che offre qualche opportunità oltre ai schifosi blog su blognation.

  2. In tutto questo spunta nuovamente la carenza della nostra legislazione in merito ad anti trust e telecomunicazioni… Credo si possa verificare ciò che già succede con la Telecom che è proprietaria di un’immensa infrastruttura (i cavi) che cede in affitto ad altri provider (voce e/o internet) e però è lei stessa fornitrice di servizi…
    Mi pare che mediaset non approfitterà della situazione allo stesso modo in cui un pedofilo non approfitterebbe dell’illibatezza di una bambina datagli in affidamento!

    Cheers

  3. Scusate l’ignoranza, ma da “uomo della strada” non capisco cosa possa cambiare per noi abbonati RAI. Volete farmi credere che riusciranno a fare una programmazione ancora più brutta di quella attuale? Più reality? Cioè, di cosa ci stiamo preoccupando?

  4. beh, che la tv pubblica dipenda in termini di programmi e contratti da una controllata della tv privata concorrente (la quale, scandalo nello scandalo, è di proprietà di un primario soggetto politico) non mi sembra rassicurante

    poi, è vero che già ora la rai -con rare eccezioni, di solito confinate su raitre- fa cagare, ma in questo modo si accentua la dipendenza dell’informazione di un media, teoricamente di tutti e per tutti, a favore di un soggetto particolare

  5. …ho smesso di capire i programmi RAI quando hanno cambiato i simbolini delle reti e quando hanno sostituito le care annunciatrici con dei manichini parlanti sul divano…

    W Italia 1 (quando non fanno mezz’ora di pubblicità)

  6. Tu hai ragione Piti, ma io continuo a pensare da becero abbonato, a cui importa principalmente che il centinaio di euro che pago non servano solo ad arricchire dirigenti RAI e a mandare avanti il carrozzone statale, oltre al non trascurabile fatto di produrre la monnezza vista fino ad oggi (report e pochi altri programmi esclusi). Ragionerò da “panem et circenses”, ma comincio ad essere stanco di pagare un canone per poi guardare solo Sky. Che Piersilvio ci metta lo zampino, insomma…importa sega.

  7. se si parla di programmi Rai non-spazzatura ne vongono fuori sempre solo 3: Report, Che tempo che fa e Blob. quali altri salvereste?

  8. non sono male certe puntate della “Storia siamo noi”. Si digerisce senza dolori di stomago “Glob, l’osceno del villaggio”. Personalmente, e la cosa immagino che freghi a tutti moltissimo, non reggo più Che tempo che fa. Troppo spuntato Fazio, per dovere e non per limiti personali

  9. Piti, tra l’altro “Che tempo che fa” è un format della Endemol.
    Aggiungo ai programmi fatti bene anche “Correva l’anno”, “Gaia il pianeta che vive” anche se un po’ troppo spettacolarizzato, “SuperQuark”, “Mi manda RaiTre” anche se a volte un po’ troppo bastonatore, “Annozero”, e la Champion’s League.
    Tutta roba che non serve la Endemol.

  10. sì, ottimo “Correva l’anno”40424042

    Non mi dispiace nemmno Il grande talk, disab mattina, quando mi ricordo di accendere il tivì in quel momento

  11. A mio avviso si trascura un particolare: la RAI è piena di validissimi professionisti in tutti i settori. Il problema sono i lacci e lacciuoli della politica. Ai vertici ci mettono teste di legno capaci solo di dire signorsì. I sindacati, tutti, al pari dei politici sono responsabili dell’affossamento di una società che sarebbe in grado, con le sue forze, di far vedere i sorci verdi a qualsiasi concorrente. Se solo la si lasciasse operare in autonomia. Ma come per alitalia la parola d’ordine in RAI è affossare. Affossare per poi vendere ai privati a prezzi stracciati. Che poi la RAI debba acquistare da endemol programmi “chiavi in mano” non l’ha mica ordinato il dottore.

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