Le canzoni della Mala

Baustelle - La MalavitaOra che il rinomato sito russo li ha resi scaricabili (su iTunes c’erano già, ma vuoi mettere un sito russo?), e che del loro maggiore successo è stata fatta una suoneria per cellulari, si può tranquillamente affermare che i Baustelle non siano più da annoverare esclusivamente al rango di “gruppo che piace ai blogger”.

Qui, pur apprezzando oltremodo, non se ne è mai parlato, se non altro perché lo facevano già tutti gli altri.
Però tengo a dire che il verso

“Emotivamente instabile,
viziata ed insensibile,
il professore la bollò,
ed un caramba la incastrò
durante un furto all’esselunga,
pianse e non le piacque affatto”

(Baustelle, “La guerra è finita”)

è pura poesia.


LA GUERRA E’ FINITA
(Baustelle)
Vivere non è possibile,
lasciò un biglietto inutile,
prima di respirare il gas,
prima di collegarsi al caos,
era mia amica era una stronza
aveva 16 anni appena.

Vagamente psichedelica,
la sua t-shirt all’epoca,
prima di perdersi nel punk,
prima di perdersi nel crack,
si mise insieme ad un nazista
conosciuto in una rissa…

E nonostante le bombe
vicine, la fame,
malgrado le mine,
sul foglio lasciò
parole vere di vita:
“la guerra è finita,
per sempre finita,
almeno per me”

Emotivamente instabile,
viziata ed insensibile,
il professore la bollò,
ed un caramba la incastrò
durante un furto all’esselunga,
pianse, non le piacque affatto…

E nonostante le bombe
alla televisione,
malgrado le mine,
la penna sputò
parole vere di vita:
“la guerra è finita,
per sempre finita,
almeno per me”

E nonostante sua madre
impazzita e suo padre,
malgrado Belgrado,
l’America e Bush,
con una Bic profumata
da attrice bruciata
“la guerra è finita”,
scrisse così…

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50 Commenti

  1. Gran disco, non c’è che dire… Non dimentichiamoci però de “I provinciali”: Morire la domenica / Chiesa cattolica / Estetica anestetica / Provincia cronica. E pure Cuore di tenebra merita un occhio di riguardo…

    Ma le mie preferite in assoluto sono Gomma e La Canzone del parco (in “Sussidiario illustrato della giovinezza”).

  2. Gianluca, la mia ragazza mi ha assemblato la suoneria della Guerra E’ Finita il giorno dopo che ho avuto il disco… senza prendere una lira da quegli stronzi dei servizi on demand! questa è autoproduzione! DIY! (e lo stesso fece con Arriva Lo Ye Ye nel maggio 2003…)

    Il Nulla è giusto la canzone preferita dai non baustelliani. Bella forza, scoprirli adesso.

  3. e che si sarebbe di male a scoprirli adesso? non è che il disco si autodistrugge dopo trenta secondi se uno non ha visto il primissimo concerto della band alla sagra della sugna cotta di gravella sul ripitone, basta aver visto l’ultimo sabato scorso al circolo degli artisti… comunque io amo “un romantico a milano” e “la guerra è finita”. sono baustelliano? non sono baustelliano? chi lo sa…

  4. A me piace anche “la ballata della ragazza call-center” dall’album “contributo sereno all’autodeterminazione erotica”

  5. A me faceva impazzire anche “La moda del lento”, il disco precedente…
    C’erano attimi di pura poesia
    “…e quando tu mi lascerai, io mi innamorerò di cose più importanti…”

  6. x Enver: quel “noi baustelliani”, e “scoprirli adesso” fanno davvero ridere. Dopo che hai visto il video su Mtv hai scritto a qualche giornale lettere del tipo “i baustelle si sono venduti, sono diventati commerciali, sono dei servi delle major” eccetera eccetera?

  7. no, non l’ho fatto. non è la major a fare commerciale una band che ha fatto un gran disco al livello del suo precedente, ma l’allargamento della sua soglia di pubblico ai casuali, agli occasionali, ai televisivi (detta come la direbbe De Lollis). Ebbene sì, sono un indiesnob. Ma i miei 5 anni coi baustelle, chi è arrivato adesso non li può nè sapere nè avere. Un singolo diventa un consumo, un panino di 3’12” fra un Vasco e un 50 Cent. E io questo non lo accetto. Non quando si tratta dei baustelle, o degli Offlaga Disco Pax. C’entra niente la major, c’entrano tanto i media e il target di pubblico. E’ una questione antropologica.

  8. x enver: ma guarda che nessuno ti tocca i tuoi cinque anni duri e puri con i baustelle. è che uno a volte si distrae, ha altro da fare, perde il filo, si occupa d’altro e capita che si perda le cose buone che la nostra indie discografia ci regala. ognuno di noi ha ricordi romantici dei concerti semivuoti delle band che amavamo e conoscevamo in quattro gatti (che so, per me, i primissimi concerti dei disciplinatha, ustmamò, marco parente etc. etc.) ma se un giorno in italia, ad esempio, qualcuno più di quindici persone ascoltasse cat power forse sarei contento (pensando tra me e me “io sono dieci anni che lo dico, cazzo!”). ma qualcuno ha chiesto ai baustelle quanto fossero più contenti quando li ascoltavi solo te e i tuoi amichetti? è il mercato, bello e la nicchia piace molto più a noi ascoltatori che a chi la musica la fa e la deve, per forza di cose, far sentire. a presto

  9. Dipende.
    Il rischio di un “effetto Litfiba” è sempre in agguato.
    E se nell’88 fossero esistiti i blog si sarebbe forse discusso di se e come l’acquisizione di una certa notorietà avrebbe influito su Ghigo & Piero, reduci dal loro capolavoro 17 Re….

  10. io vorrei che una band fosse ascoltata da tutto il pubblico cui è per sua natura è destinata. indie o no. certo non dai fan del blasco, della pausini, di gigi d’alessio, dei collanoni rapper americani, dell’arrenbì, di tiziano ferro. perché di baustelle non capirebbero niente, e si fermerebbero al gancio canticchiabile. ripeto, questione antropologica, di qualità. Fede, la faccenda è più complessa, riguarda l’opera e il suo significato, che non può essere solo quello di fare dei soldi (altrimenti i Bau avrebbero scelto la strada più difficile). Non credo alle scommesse evangelizzatrici sulla qualità, io mi do da fare proponendo sul blog, in rete e su carta le cose più fighe e nascoste che mi pare di sentire e che mi càpitano sottomano, ma mai penserei che i messaggiatori di All Music o The Club lascino un commento “bella rega qst bau sn troppo 1 figata”. Ecco, io vorrei che questo si fosse evitato. Per molti, ma non per tutti, cazzo (sinistrese).

  11. quindi, per finire, non mi riferivo a coloro che seguono le varie scene indipendenti (o se ne lasciano contagiare) e per i più svariati motivi non erano ancora entrati in contatto con quel mondo (anche se mi pare strano, dato il forte successo di critica dei primi due dischi). ma a coloro, tanti, troppi purtroppo, che accedono grazie al più massificante e generalista dei media (che può essere nche la radio fm), che rende un brutto servizio alle proposte di qualità impastonandole assieme allo sterco. Ripeto, se volevano vivere di musica scrivevano le canzoncine melense di Ferro, e questo vale anche per gli augusti nomi che hai citato tu, dei quali sono stato ascoltatore e sostenitore nella prima pubertà

  12. Ma chi sono questi neanderthaliani? Ma li avete ascoltati anche, oppure avete solo letto il testo*? Dio mio, è una cosa indicibile. Mai sentita gente che ha così poco rispetto per la musica che suona.

    *Che poi, pure quello: “Emotivamente instabile / viziata ed insensibile / il professore la bollò /ed un caramba la incastrò”. Ambarabà ciccì coccò.

  13. Gianlu’, mi piaci quando ti Wittgensteinizzi.
    Ti ho bruciato nel giugno 2004, citandoli nel mio racconto per l’altra antologia (non questa qua a fianco).
    Con una canzone del primo album, per giunta.
    Gne gne gne.

    (… deve essere la spilletta “Indieshit!” che indosso oggi, non c’e’ altra spiegazione.)

  14. Magari i Baustelle puntavano al pubblico vasto e casuale, magari non sanno che farsene di un pubblico colto, snob, che non parla di te in giro perchè teme di essere confuso in una massa, quale che sia. Se così non fosse non avrebbe scelto la Warner Music per fare questo disco, non trovi? Forse i tuoi cinque anni con i Baustelle sono stati tempo sprecato.

  15. questo lo lasci decidere a me, magari, eh. Su tali questioni (il pubblico casuale, i referenti, il mantenimento di una linea nonostante il contratto major) sono già intervenuto un anno e mezzo fa nel mio vecchio blog che porta(va) il loro nome, e più di recente nella recensione dettagliata su indiepop.it

  16. ci tengo solo a dire che ‘parlare di loro in giro’ ho parlato pure troppo, alle persono che ritenevo sensibili (tante): dal 2001 al 2003 sono stati fermi su tutti i punti di vista e il ‘lavoro sporco’ del proseguimento della promozione e dell’invito all’ascolto, volontario e per niente remunerato, è toccato a gente come me (certo non da solo). in più ci sarebbe da inserire la questione di date trovate a prezzo pieno anziché “promozionale” (con perdita per la band) dal sottoscritto anziché dalla loro agenzia d’allora (per fortuna oggi è diversa, fra le migliori in Italia).

  17. Grazie e buon viaggio

    Primo concerto per me e Baustelle e forse l’ultimo: tutto sembra indicare che dal mondo “indie” stiano per spiccare il volo verso le classifiche e la celebrità.

  18. no, non l’ho fatto. non è la major a fare commerciale una band che ha fatto un gran disco al livello del suo precedente, ma l’allargamento della sua soglia di pubblico ai casuali, agli occasionali, ai televisivi (detta come la direbbe De Lollis). Ebbene sì, sono un indiesnob. Ma i miei 5 anni coi baustelle, chi è arrivato adesso non li può nè sapere nè avere. Un singolo diventa un consumo, un panino di 3’12” fra un Vasco e un 50 Cent. E io questo non lo accetto. Non quando si tratta dei baustelle, o degli Offlaga Disco Pax. C’entra niente la major, c’entrano tanto i media e il target di pubblico. E’ una questione antropologica.

    terrificante.
    siete invischiati proprio nel consumo che non accettate.
    continuate pure la vostra rivoluzione individuale.

  19. La malavita è il primo lavoro che ho ascoltato dei Baustelle. Mi sta piacendo, parecchio. Ascolto e leggo musica da 20 anni, e i commenti dei fans quando la loro band preferita intravede un barlume di successo sono sempre gli stessi. Che tristezza.

  20. Enver,
    mamma mia quanto sei spocchioso. Sei contento che la musica migliore rimanga appannaggio di pochi eletti altrimenti la stessa fruzione ne viene svilita, poi però magari hai il coraggio di lamentarti che la massa ascolta il Blasco o che alla radio ci toccano Ligabue e la Pausini.
    Io, semplicemente, vorrei che chi sa fare buona musica avesse il successo che si merita.
    E poi, questo atteggiamento paternalistico e presuntuoso di uno che dice che un fan di Vascorossi, per sua stessa natura, non può capire il profondo valore dei Baustelle, mi fa sbellicare dalle risa.

  21. Io li ho scoperti adesso,anche per un fattore di scoperta musicale…ho 18 anni e da uno e mezzo ascolto indie,partendo da afterhours e marlene…
    sono molto bravi,l’ultimo album è stupendo.
    speriamo non cadano nel commerciale.
    la mia preferita è la canzone del parco,presente nel primo album.che canzone,ragazzi…

  22. questo discorso sul necessario decadimento che accompagna un po’ di successo mi pare proprio stantìo e cretino (intendo il concetto, non le persone, ovviamente). Ma possibile che se uno fa della musica buona e piace alla gente deve pensare di aver sbagliato tutto? ma secondo voi a Leopardi sarebbe dispiaciuto diventare un best-seller? o si sarebbe messo a pensare che aveva scritto della roba banale? E Mozart, e Beethoven, che li cercavano tutti?
    Ma godetevi la musica bella, trovateci dentro quello che vi sarebbe piaciuto scrivee voi e che qualcuno ha saputo tirar fuori… e meno seghe mentali!

  23. questo discorso sul necessario decadimento che accompagna un po’ di successo mi pare proprio stantìo e cretino (intendo il concetto, non le persone, ovviamente). Ma possibile che se uno fa della musica buona e piace alla gente deve pensare di aver sbagliato tutto? ma secondo voi a Leopardi sarebbe dispiaciuto diventare un best-seller? o si sarebbe messo a pensare che aveva scritto della roba banale? E Mozart, e Beethoven, che li cercavano tutti?
    Ma godetevi la musica bella, trovateci dentro quello che vi sarebbe piaciuto scrivee voi e che qualcuno ha saputo tirar fuori… e meno seghe mentali!

  24. questo discorso sul necessario decadimento che accompagna un po’ di successo mi pare proprio stantìo e cretino (intendo il concetto, non le persone, ovviamente). Ma possibile che se uno fa della musica buona e piace alla gente deve pensare di aver sbagliato tutto? ma secondo voi a Leopardi sarebbe dispiaciuto diventare un best-seller? o si sarebbe messo a pensare che aveva scritto della roba banale? E Mozart, e Beethoven, che li cercavano tutti?
    Ma godetevi la musica bella, trovateci dentro quello che vi sarebbe piaciuto scrivee voi e che qualcuno ha saputo tirar fuori… e meno seghe mentali!

  25. ..ma io vi perdono perchè in fondo portate nel cuore sangue che è destinato a seccare.. vivete a morire

  26. ..ma io vi perdono perchè in fondo portate nel cuore sangue che è destinato a seccare.. vivete a morire

  27. ..ma io vi perdono perchè in fondo portate nel cuore sangue che è destinato a seccare.. vivete a morire

  28. Se fossi te
    Sarei magnifico
    Un’orchidea
    L’Oceano Atlantico
    Brigitte Bardot
    Capelli di pensieri neri
    Ora che vivo al Nord
    Ti amo un po’
    Aspiri Marlboro
    Mi sorridi
    Se fossi uguale a te
    Sarei Venere di Milo
    Avessi la bellezza classica
    Che vive in te
    Avessi un giorno o due
    L’eternità
    Della tua immagine nervosa
    Allora io sarei nel vento
    Di sinistri boulevard
    Una ninfea
    Una cometa nera
    Una Jaguar
    Una star………………..vi amo BAU!!!!!!!

  29. caro enver sono fermamente daccordo con te… Anche io ascolto i Baustelle da anni, sono della stessa provicia di Francesco (Montepulciano, Siena) ed io quel gran poeta di Francesco lo conosco pure, è una persona splendida!!! L’importante è essere fieri di noi che conosciamo ed appreziamo i Baustelle da anni, e non ci lasciamo influenzare dalle mode…….

  30. Mi resta un unico mistero:
    “Perchè una ragazza d’oggi può uccidersi?” non viene suonata dal vivo?

  31. io li ho conosciuti casualmente..mi è stato regalato quest’ultimo album e me ne sono subito innamorata!!li trovo veramente poetici,in particolare la voce calda di Francesco…grandissimo!comunque mi trovo assolutamente d’accordo con rodolfo wilcock,anche se devo ammettere che quando li ho visti(a Bottanuco..provincia di Bergamo) mi ha fatto piacere nn dover essere obbligata a pogare per poter vedere qualcosa!!

  32. Io non sono un fan dei Baustelle… ho visto il video e di “la guerra è finita” e mi è piaciuto molto… mi ha intrigato il mix di sonorità allegrante con un con-testo tragico… poi ho scoperto che i Baustelle sono fan di Federico Fiumani e ho capito tutto… per chi (come ho letto sopra) non sopporta che il gruppo abbia accesso ai canali commerciali dico solo una cosa… se non si vogliono vendere non si venderanno… se rimangono loro stessi e artisticamente indipendenti… cosa vi frega se li ascoltano tutti? Se i dischi dei Diaframma fossero primi in classifica io sarei felicissimo… vorrebbe dire che il popolo italiano ha fatto un altro passo verso la comprensione dell’ arte…

  33. Io ho inziato a sentirli da diversi mesi, è il loro modo alternativo e innovativo di fare musica mi ha colpito profondamente. Sono dei grnadi nn c’è ke dire….”dammi una sigaretta…Copenaghen”

  34. baustelle,basterebbero i vostri ritmi molto evocativi e che rendono al meglio le atmosfere crude di malavita che cantate(cronaca nera)a fare di voi dei grandi ma ancor di più lo fa la vostra poesia…nn è da tutti…”ed ogni anno foglie morte cadono…ed ogni anno foglie morte nascono…”

  35. riguardo a quello k dice giacomo…l’ ideale sarebbe,come dice morgan,che i dischi si rifiutino di farsi ascoltare dalle orecchie sbagliate…

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