The Day After

Io mi sto riprendendo dalla quarantotto ore di immersione mediatica e, come avrete intuito, anche il server – sotto il peso di contatti che arrivano da tutto il mondo – non si sente tanto bene.
Col tempo, tutto tornerà alla normalità, sottoscritto compreso.

La cronaca, a più tardi.

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50 Commenti

  1. Ciao,
    ho letto un tuo vecchio post sul Cantiere navale di Donoratico.

    Come è il mare li davanti?
    Volevo portare la famiglia e mi chiedevo se ne valesse la pena.

    Grazie

    Guglielmo

  2. tornare alla normalità tu? mah.
    mi accontenterei già che il server non facesse come l’Albero Cannibale scnhulziano.

  3. Si, va beh, sei bravo. Ora però hai un po’ rotto il cazzo con ‘sta storia, pallone gonfiato che non sei altro.

  4. Ottimo Neri. Onore al merito.
    Ora però tieni gli occhi aperti chè il sottobosco giornalistico, il nido di crotali che hai pestato, ti starà addosso.

  5. Ma chi, meglio di Macchianera, poteva smacchiare le pecette nere? (Lo so questa battuta potevo risparmiarmela, ma non ho resistito. Quando mi ricapita?)

  6. Io so solo che stamattina la mia ragazza mi ha svegliato urlando che al TG5 c’era il Neri, pensavo che lo avessero arrestato.

  7. Mi piacerebbe leggere il tuo articolo sul riformista, ma non ho alcuna intenzione di comprarlo (ci mancherebbe altro!). Che fai, lo metti?

  8. Bravo Gianlù, xxxxxxx xx xx xxx e pensare che xxxx xx xxx ma comunque xx xxx xx xxxxxx!!! Tu che ne dici?

  9. Tanto per completare l’informazione su questa vicenda (e non per togliere primati a nessuno, sia ben chiaro), lo studente greco che ha dato “l’allarme” alle agenzie e di cui ha parlato l’Ansa ha un nome, un cognome e una faccia: si chiama Yannis Parasyris e oggi lo ha intervistato un giornale locale di Bologna, “Il domani”.

    Al MacchiaNeri l’onore e il merito di avere reso pubblico SUBITO il rapporto svelando il trucchetto, mentre indymedia ha semplicemente copiato e incollato il testo decrittato senza spiegare il come e il perche’, tanto che a loro non ha creduto nessuno. Gianluca Neri gode invece di attendibilita’, perche’ e’ giornalista, scrittore e autore, oltre che blogger…

    E sempre per aggiungere un’informazione a chi parla di mazzata per i giornalisti, che il primo maggio “dormivano” mentre blogger e studenti di medicina “lavoravano”, ricordo che per contratto nazionale, nonche’ per calendario, il primo maggio e’ festa del lavoro, e nessun giornalista della carta stampata (assunto con tutti i crismi) e’ obbligato a lavorare (i giornali il 2 maggio non escono, guarda caso). Diverso il discorso per le agenzie, le radio, le tv e… i co.co.pro.

    Per la precisione. E di nuovo complimenti a Neri.

  10. Grazie Latifah, perché quando si parla di giornalisti, si pensa sempre a quello col gilet caccia&pesca che sta sulla notizia 24 ore al giorno. Ci sono migliai e migliaia di giornalisti. Ma se provi a spiegare che non indossano il gilet caccia&pesca, non tutti, il mondo intero ti guarda strano.
    grazie ancora

  11. Latifah: certo che nessun giornalista è *costretto* a lavorare il primo maggio. D’altra parte, se c’è qualche volontario (e Corriere e Repubblica online aggiornavano le loro pagine…) a questo punto il lavoro deve farlo, esattamente come doveva farlo Ansa. Insomma, se Stampa o Messaggero non hanno scritto nulla non c’è nulla da lamentarsi, ma per gli altri un po’ di attenzione in più non sarebbe stata male.

  12. Complimenti e grazie.
    Ho un blog da poco più di un mese e ci metto sempre molto a spiegare cos’è un Blog ai miei amici che non lo sanno. Il tuo scoop ha fatto in modo che mi chiamassero in molti:
    “ho sentito la parola blogger e ti ho chiamato”
    “Adesso ho capito”
    :D

    Ciao!

  13. Grazie per averlo messo in quel posto a quegli arroganti del pentagono e dell’amministrazione Bush.

  14. Dal Manifesto:

    Professione blogger
    Gianluca Neri, freelance, ha tolto il velo sui segreti Usa
    FRANCESCA LONGO
    Il mondo dei blogger non può che esultare. In rete si conoscono quasi tutti, indipendentemente dal nick scelto, vivono ventiquattr’ore su ventiquattro, insultare o gratificare è all’ordine del giorno. Lo stesso vale per il micropianeta dei giornalisti, non quelli di fama conclamata, quelli che operano nelle segrete delle redazioni, nel pianetino dei freelance, nelle oscurità delle province. Bene, questo mix diabolico ha dato vita a una guerra che, come risultato, ha portato alla più grande beffa che la prima potenza informatica del mondo, gli Stati uniti, potesse subire: la decrittazione totale del dossier della commissione d’inchiesta statunitense sul caso Calipari (pubblicato con pecette sul sito americano della difesa in Iraq) e la conseguente consegna (verso le 16 del pomeriggio del primo maggio) del testo non secretato alla magistratura italiana. Ma vediamo di ricostruire le varie tappe. Verso l’una e 25 del primo maggio un blogger, studente greco a Bologna, pare abbia scoperto che il testo della relazione messo in rete, in formato Pdf e con le sue brave pezze nere a mo’ di censura, è assolutamente leggibile nella sua completezza se solo viene copiato e incollato in formato Word. Lo studente invia mail all’Ansa, telefona in giro ma nessuno se lo fila. E il bello è che nessuno si perita nemmeno d’avvisare gli Stati uniti!

    Alle 8 del mattino, il blogger milanese Gianluca Neri (un passato a Cuore, una rubrica sul Riformista, già fondatore del sito Clarence, oggi testi per Camera Caffè e un blog tutto suo, http://www.macchianera.net) prova a passare il testo dal formato Pdf al doc. «Non speravo tanto, era vero». A quel punto comincia a telefonare a tutti i giornalisti che conosce (alle 8 e 45 anche a Guia Soncini, come la stessa ammette): ma è il primo maggio, il 2 i giornali non escono e tutti tengono, giustamente, a una vita privata. Tranne chi è messo a fare la guardia al bidone nelle agenzie e quelli che lavorano nelle redazioni on line. Oltre, ovviamente, ai freelance. Neri, previa consultazione con avvocato («Loro lavorano anche il I° maggio»), mette sul suo blog il dossier decrittato.

    L’Ansa (bersagliata da telefonate e mail di blogger) lancia poco dopo mezzogiorno la notizia che il testo segreto è un segreto di Pulcinella. Viene immediatamente ripresa da Repubblica.it e dal Corriere.it. Quest’ultimo ha l’accortezza di linkarsi al blog Macchianera, senza citare Neri (a cui va il merito di essere stato il primo ad avere il coraggio di rendere pubblico il documento, non perché hacker ma semplicemente perché la cosa è assolutamente legale). Ma ormai la frittata è fatta.

    L’agenzia Apcom rilancia dopo le tre del pomeriggio il nome dell’autore del più divertente smascheramento della prima potenza informatica del mondo e Gianluca Neri viene contattato subito da radio e televisioni: la notizia c’è tutta, quella di un blogger che rende pubblico ciò che nemmeno lo stato italiano è riuscito ad ottenere: il rapporto integrale americano sulla morte di Calipari.

    Contemporaneamente, dalla periferia italica, il suo nome viene consegnato ad altre agenzie. Ansa inclusa (ma si sa, segnalazione che arriva dalla provincia suscita scarso interesse): cinque ore per trovare un modo per coprire quello che in gergo si chiama `buco’, ma alla fine, senza nome e cognome, salta fuori la storia della paternità dell’idea, lo studente greco. Meglio un’altra agenzia dove si ammette subito candidamente che la questione è spinosa e che decideranno dall’alto il da farsi.

    Va detto che la notte non ha portato consiglio: i blogger si sono azzuffati tra loro accusandosi di manie di protagonismo (del resto chiunque apra un sito al fine di far sapere al grande universo della rete cosa pensa, un minimo di io espanso ce l’ha), Neri è diventato una star dell’informazione, mentre lo studente greco continuerà a dedicarsi al prossimo esame (chiede un «in bocca al lupo» e bisogna concederglielo) e soprattutto nessuno si preoccupa di quanto contenuto nella relazione, solo del modo in cui è stata resa nota. O meglio, chi l’ha fatto. E negli Usa, probabilmente un impiegato della Difesa, che non ha cliccato il tasto opportuno, rischia molto di più di quanto non rischi chi ha ucciso Nicola Calipari.

  15. Va bene. Ora hai finito di masturbarti per i tuoi 5 minuti di fama (extended)? Puoi ricominciare a bloggare per la gioia dei lettori?

    Grazie ;)

  16. Facci, difensore degli oppressi, lei mi manca sui fondamentali. Il mio è un blog per carampane violente e sanguinarie, non pucci pucci

  17. scusa Giamluca, ma qui dice che sei arrivato molto dopo, almeno a stare ai tempi che hai dato tu
    chi troppo in alto volò…

    http://italy.indymedia.org/news/2005/05/784665_comment.php#785024

    Rapporto Calipari; i blogger millantano, i media abboccano come al solito
    by mazzetta Tuesday, May. 03, 2005 at 11:58 AM mail:

    Nel deserto delle competenze la verità si perde.

    Ieri abbiamo assistito al trionfo dei blogger, o meglio di 1 blogger che ha fatto il diavolo a quattro per rivendicarsi lo svelamento del rapporto su Calipari.
    Ovviamente i media, dall’inizio persino increduli di fronte ad altri blogger che pressavano redazioni ed agenzie, non hanno creduto alla cosa, salvo riempire poi i lettori della storia del bloggerista che ha gridato più forte degli altri.
    In realtà il rapporto stava qui:
    http://italy.indymedia.org/news/2005/04/783084.php
    da poco dopo la mezzanotte del primo maggio:
    Rapporto Calipari NON censurato

    by Rihaz Lubojo Sunday, May. 01, 2005 at 12:36 AM

    Quindi la primogenitura, stando agli orari della scoperta dichiarati dagli stessi blogger, spetta a Rihaz Lubojo, o chi si è protetto con questo nick.

    Inutile dire che come i blogger hanno visto questo post, così potevano fare le decine di giornalisti che ogni giorno lurkano indymedia per cercare qualche scorcio diffamante, così attenti ai fotomontaggi sul papa, così sensibili al primo cretino che scrive 10-100-1000, si sono fatti sfuggire questo “piccolo particolare” e poi hanno abboccato all’autoproclamazione del primo che passava.

    Giusto per sottolineare ancora una volta come la stampa nazionale sguazzi nell’approssimazione e nella totale incapacità, incapaci di comprendere quello che c’è oltre il loro naso, incapaci di accedere alla conoscenza perchè troppo ingessata in riti troppo uguali a se stessi e a paure figlie della dipendenza da altri.
    In ogni caso bravi i blogger che han spinto la faccenda, a parte quelii che han fatto a coltellate per vincere la medaglia del primo arrivato dopo, anche se un blogger deve possedere un minimo di egocentrismo per esistere.

    Ancora una volta la rete diventa sussidiaria e alternativa all’informazione commerciale; ancora una volta la rete è informazione ed il mainstream disinformazione.
    Una situazione penosa, non facile da risolvere, ma che mostra tutti i limiti delle perverse dinamiche che informano quello che un giorno qualcuno ebbe il coraggio di chiamare “quarto potere”.

  18. E meno male che negli ultimi rtre giorni, scoop del Neri a parte, non è successo niente.
    Per esempio non è successo che siano stati assolti gli imputati per la strage di Piazza Fontana e I FAMILIARI DELLE VITTIME COSTRETTI A PAGARE LE SPESE PROCESSUALI.

    Ma l’orgasmo onanistico del Neri coadiuvato dalle mani di tutti i suoi fans è senz’altro più importante…

  19. Un blogger. Il blogger milanese. Io credo che una persona sia altro prima che blogger. GN per quanto lo conosco, e lo conosco un po’ meglio del 90% di quelli che blaterano qui dentro, è stato altro nella sua vita oltre che un blogger. Egocentrico? E allora? Non che capiti a tutti di far fare una figura di merda al Pentagono, nella vita.

  20. Lo dicevo io che l’invidia e’ uomo, altroche’ donna!

    Rinnovo i complimenti a Gianluca, che tra le altre cose, ha fatto cio’ che in america succede da tempo: spaventato i media con un semplice blog.

    Se non sbaglio, da noi i blog sono arrivati con 3 anni di ritardo rispetto alla sopracitata federazione… con 3 anni di ritardo, ecco che anche ai nostri tiggi’ si sente parlare di BLOG.

    Non e’ successo prima perche’ la maggior parte di noi il suo blog lo usa per scrivere testi ironici, testi di canzoni, o boiate varie.

    Gianluca no.

    Vi rode? eccccome se vi rode…

  21. Oggi c’è un articolo nella “Berliner Zeitung” (quotidiano di Berlino) – pure con una foto di Gianluca.

  22. Puffete! Per magia spariti i molti “calipariani” e i pochi “amerikani”. Un “copia-incolla” fortunato e genialoide prende il posto del “fatto in sé”.
    Pochi bloggers, molti cogliones…

  23. L’articolo del Manifesto ricostruisce quasi perfettamente la cronologia degli avvenimenti. Strano, pero’, che abbiano “dimenticato” proprio indymedia… che, in effetti (come avevo scritto nel mio precedente commento, ieri alle 19.30) ha pubblicato l’intero rapporto a mezzanotte e mezza circa, ma sotto nick e senza spiegare come erano state tolte le “pecette”.

    Ripeto: Neri e’ colui che ha dato l’informazione nel modo piu’ completo e corretto, avendone i mezzi, l’attendibilita’ e anche “conoscenze” nelle redazioni. Lo studente greco (che, ripeto, non e’ anonimo, eccolo qua: http://www.parasyris.com/yannis/yannis.htm) ha fatto quello che poteva, come poteva.

    Mau: se la “copertura” in alcune redazioni dei quotidiani on-line e’ risultata un po’ addormentata… in effetti, e’ un problema. Non voglio assolvere nessuno. Loro aspettano l’Ansa, e l’Ansa, prima di riportare la notizia, avra’ fatto le sue opportune verifiche. Conoscendo un po’ di colleghi in quell’agenzia, non mi stupirei che non sapessero neanche cos’e’ un pdf, Acrobat e un blog. Specie lo sfigato di turno il primo maggio… che, comunque, si becca lo stipendio giornaliero maggiorato del 260% (vado a memoria). E le aziende giornalistiche ne tengono ben pochi di redattori a disposizione, con un costo cosi’. I blogger, invece, “lavorano” gratis, 24 ore su 24.

    Gabriella/iprovinciali: io il gilet caccia/pesca ce l’ho nell’armadio… l’ho messo solo in una vacanza nel deserto. C’e’ invece chi lo indossa per sentirsi piu’ giornalista, e’ vero… anche a una comoda conferenza stampa.

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