25 Commenti

  1. CALIPARI: ECCO COME PER CASO HO SCOPERTO GLI OMISSIS
    ROMA – Navigando nella notte sul sito internet di un quotidiano italiano ha trovato il rapporto Usa sulla morte di Nicola Calipari con gli omissis, lo ha evidenziato e copiato su un normale file di testo e, come per incanto, le frasi e le pagine censurate sono riapparse. E’ stato cosi’ che uno studente greco di medicina, da diversi anni a Bologna, ha svelato le frasi cancellate e rivelato la storia degli omissis virtuali. ”Sono un appassionato di informatica, non un hacker, e non vorrei diventare il capro espiatorio di questa storia – precisa lo studente che preferisce mantenere l’anonimato – Diciamo che ho trovato in casa una cassaforte con la chiave infilata, mi e’ bastato girarla per entrare. Era questione di tempo e qualcun altro lo avrebbe scoperto. Mi sono meravigliato di essere stato il primo”.

    Ieri sera lo studente e’ tornato in casa dopo aver preso parte, in chiesa, alle celebrazioni per la Pasqua ortodossa. ”Ho studiato un po’ -dice – poi verso l’una sono entrato in internet per controllare la posta e ho fatto un giro sui siti delle agenzie di stampa e dei quotidiani. Vivo lontano dalla Grecia e mi piace tenermi informato”. Il giovane greco trova il rapporto Calipari con ampie parti oscurate. Quello che succede dopo e’ una faccenda, neanche tanto complessa, di computer, programmi e -sembra- di opzioni di protezione non attivate. ”Il rapporto e’ in formato pdf – spiega lo studente – Con il programma Acrobat ho usato il tasto ‘select’ per evidenziare il testo ed ho visto che apparivano le frasi nascoste dalle strisce nere. In quel modo l’oscuramento e’ inutile dal momento che il documento ha mantenuto le frasi nascoste. E infatti ho copiato il tutto su un file di testo e ho visto il documento integrale”. All’1.25, fatta la scoperta, lo studente avverte tramite mail il quotidiano e l’Ansa della scoperta fatta. Per lui l’ora e’ importante perche’ certifica che e’ stato il primo ad accorgersi della gaffe telematica, ”visto che su diversi blog di internet in molti si attribuiscono il merito della scoperta”. ”Per l’eccitazione non sono riuscito a dormire – dice – All’ inizio pensavo che le parti le avesse oscurate il giornale. Non potevo credere che l’esercito americano potesse aver commesso questo errore. Hanno sbagliato a salvare il documento oscurato. Si sono dimenticati di attivare l’opzione che non consente agli altri utenti di copiarlo”. Stamattina presto riprende a contattare la stampa e racconta di aver telefonato anche alla Farnesina. ”Con la funzionaria che mi hanno passato – dice – abbiamo fatto la procedura insieme, passo dopo passo, e’ rimasta sbalordita”. Sul perche’ abbia deciso di rendere nota la scoperta, lo studente dice: ”ho fatto il mio dovere di cittadino anche se non sono italiano – dice – Lo dovevo alla memoria del povero Calipari. Questa e’ una guerra assurda, come e’ assurdo il modo in cui stanno gestendo l’occupazione. Ora pero’ devo pensare al mio prossimo esame: vorrei che qualcuno mi cercasse per dirmi ‘in bocca al lupo”.

  2. flavia, dubbio giustissimo. Ma segui bene l’orario delle agenzie. Apcom (che parla di Gianluca Neri) ore 15… Ansa (quella che riporti) ore 19…E soprattutto, si tratta di un anonimo greco. anonimo…

  3. intanto complimenti a chi ha scoperto la versione integrale del documento;
    ma la cosa triste e sconsolante è che le nostre istituzioni accettino da un nostro alleato un documento sulla morte di un nostro funzionario pieno di omissis!!!!

  4. Appunto, è quello che ho immediatamente segnalato anch’io nel mio blog appena uscita la notizia ANSA. Fa male Neri ad attirbuirsi TUTTA la paternità della scoperta e c’è la possibilità che la Farnesina abbia ricevuto diverse segnalazioni nello stesso periodo. Il greco se ne sta compresnibilmente al riparo perché è preoccupato per la possibilità di ritorsioni da parte di chissà chi. Neri invece sfrutta al massimo il momento di notorietà, lo pompa, e presto ci farà un libro: “Come ho sputtanato la CIA”. Anzi no, la stampa italiana.

  5. Povero Giulio! Costretto a farsi riconoscere dalle orecchie del dottor Spock e la gobba di Quasimodo…

  6. Sul Corriere un box con foto e intervista,
    su Repubblica è stato tale Salvatore Schifani di Messina a scoprire tutto.
    Probabilmente è stato un giorno storico per la blogosfera ma proprio la testata che dovrebbe essere più sensibile al mondo dei blog fa finta di nulla…
    Anche in un file di Repubblica Radio si intervista il tizio di Messina…
    misteri….

  7. Mauro è eccezionale, ma questo lo si sa da lungo tempo…Il Neri, invece, è intelligente e anche fortunato nella vita e il suo bel faccione è uscito anche su Il Mattino di Napoli al seguente url – http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view.php?data=20050503&ediz=NAZIONALE&npag=2&file=VINO.xml&type=STANDARD – con spiegazione ‘di come si fa e non si fa’ affiancata http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view.php?data=20050503&ediz=NAZIONALE&npag=2&file=COCA.xml&type=STANDARD

  8. Quale futuro per il formato PDF?
    Scoop a parte, forse gli stati non utilizzeranno più il formato della Adobe perchè non è sicuro. Preso atto della leggerezza (o presunta tale) con cui è stato pubblicato il rapporto dell’esercito Usa sulla nota vicende, vorrei che si prendesse atto di una cosa: il PDF purtroppo non è sicuro per proteggere i documenti. Basta cercare in un motore di ricerca le parole: PDF password decrypt ed ecco centinaia di siti web che propongono la loro versione più o meno gratuita per “grabbare” i famigerati file di testo. Nessuna serratura è inviolabile. L’esercito americano se proprio voleva tenere segreti alcuni passi del proprio rapporto, avrebbe dovuto evitare di scrivere l’indicibile. Se avesse sostituito le “pecette” nere con la parola “omississ” forse si sarebbe risparmiato tanto clamore. Un modo per tenere segreto un documento è quello di obbligare i giornalisti a non divulgarlo interamente. Si prenda il caso della Santa Sede che pubblica dei bollettini stampa il cui testo deve rimanere segreto fino ad una certa scadenza (documenti sotto embargo) facendo affidamento alla deontologia professionale dei giornalisti.
    Lo scoop che ti ha visto protagonista è sicuramente lodevole. Intanto però un agente italiano che lavorava sotto copertura, ora è conosciuto, ha nome e cognome. Magari anche la moglie oggi sa che quando si allontanava dalle mura domestiche, era in “teatri di guerra” a fare il suo lavoro. La colpa a chi può farsi risalire? A chi ha scoperto e divulgato l’arcano oppure a chi ha pubblicato un documento pecettato? Forse si è trattato solo di uno spiacevole episodio di incompetenza di qualche funzionario USA che appunto incompetente non ha protetto il file che stava dando in pasto all’opinione pubblica. Ma se il funzionario Usa è “colpevole” di incompetenza certo i nostri non sono da meno. Quanti magistrati ci sono in Italia? Quanti funzionari di Polizia ci sono in Italia? I servizi segreti hanno scoperto l’arcano prima o dopo del nostro macchianera? E la stampa? I giornalisti che vanno in guerra negli hotel a 5 e 6 stelle sanno utilizzare un PC? Se dall’altra parte dell’oceano sono caproni da quest’altra parte ci sono tanti pecoroni!!! Comunque la pensiate, viva la libertà di pensiero!

  9. Andreotti, DC, Totò Cuffaro. A Ballarò c’è il presitente della Regione Sicilia. E io ho l’orticaria. Perché sono siciliano. E Cuffaro pure. Baciamo le mani Totò.

  10. Grande vignetta, comunque il procedimento per togliere gli omissis da quel PDF è talmente elementare che dibattere su chi lo abbia fatto per primo mi sembra importante esattamente quanto stabilire chi ha scoperto prima l’acqua calda…

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