Rauchen(*) macht frei

Ho vissuto e lavorato per anni in uffici dove i dipendenti erano in maggioranza fumatori. Entrando in quegli ambienti alle nove del mattino, trovavo una nebbia azzurrognola già stagnante. Si chiese la cortesia di limitare le sigarette, almeno al mattino e si continuò a chiederlo per parecchi mesi: nessun cambiamento. Gli amici colleghi a cui facevo notare la cosa, reagivano con sorpresa dicendo cose tipo: “cavolo scusa, non mi sono reso conto…” e spegnevano all’istante. Dopo più di un anno così, la direzione decise di proporre la “zona fumatori”. Ovvero: la saletta “relax”, che non aveva nessuna separazione fisica dagli altri ambienti e che da quel momento divenne off-limit per chi non fumava. Inoltre venne assegnata ai tabagisti la metà dell’open-space. Il quale non aveva alcuno schermo a proteggere l’altra metà. Era, diciamo così, la coraggiosa affermazione di un concetto. Dopo altri mesi, la direzione fece apparire timidi cartelli col divieto di fumo. Nulla. Chi del resto, dopo una serie di discussioni, richieste cortesi e sbottamenti con sfanculata, era diposto a inimicarsi i tre quarti dei colleghi, incaponendosi a far rispettare il divieto? Riprese piede la rassegnazione. Agli occhi arrossati, ai vestiti puzzolenti. Al passare dall’ufficio nebbioso alla tavola calda ugualmente maleodorante.
Un non fumatore tollerante come me, continuava a limitarsi a chiedere: per favore, almeno NON mentre mangio, grazie. E le cose sono andate avanti così fino a che ho frequentato quel mondo.


Evitando per anni di polemizzare con chi fuma: cercavo di avere comprensione verso i portatori di un’evidente disturbo, verso chi ha problemi a contenere una propria debolezza. Non potevo pensare che tutte quelle persone che stimavo e apprezzavo sotto mille aspetti, diventassero volontariamente dei prevaricatori, no: doveva essere una patologia. Provate a metterla su questo piano, ripensate all’orrore negli occhi di certi vostri amici davanti ad uno sciopero dei tabaccai e vedrete che il dialogo potrà riprendere.
Ed eccoci a questa legge. Non desiderata e non sostenuta da gente come me, cioè adulta e convinta che proibizioni di questo tipo non possono modificare pieghe culturali compresse da decenni di avvallo totale. Però un piccolo disagio lo devo esprimere: quello di sentirmi paragonato, dopo anni e anni di pazienza, ad un totalitarista brutale. Amici, non potete trattarmi così. Mettete da parte le statistiche sul fumo passivo: voi state discutendo di libertà. Nei passati 30 anni da cittadino adulto, in molti, moltissimi casi, la mi unica libertà è stata quella di scegliere fra una stanza dove soffrivo (lo potete accettare questo? Che, al di là di ogni possibile danno da inalazione passiva, chi non fuma patisce fisicamente questa vostra abitudine? ) e l’alzarmi ed uscire. Lo dico anche a quella persona che per me è come un fratello, che doveva smettere se si fosse verificato un fatto molto importante ma che poi, anche davanti all’esito positivo di quella vicenda non l’ha fatto: davvero sono io quello che non rispetta i diritti degli altri? Te lo dico sorridendo, anche perchè pure tu sei uno che cerca di praticare la tolleranza nella vita: non ho mai pensato, tutte le volte che mi facevi scegliere fra una congestione da finestra spalancata in inverno e la camera a gas del tuo ufficio, che mi stessi imponendo uno di quegli esperimenti di resistenza umana tipo Dr. Mengele :-) Forse chi fuma dovrebbe provare a ribaltare il proprio punto di vista: pensate ai decenni di tolleranza che vi sono stati accordati e pensate al cattivo uso che molti di voi ne hanno fatto.
Davanti a certe esagerazioni di questi giorni, verrebbe da reagire con uguale veemenza: miei cari, facciamo un po’ per uno? Un secolo di prevaricazione a testa, che ne dite? Adesso tocca a voi. Purtroppo anche i miei amici più spiritosi, se fedeli del Gran Monopolio di Stato, su questo argomento perdono ogni capacità autoironica.
Allora, dimensionandolo alla portata di questo piccolo problema, mi limito ad un rantolo personale, quello di un non-fumatore consapevole che è da un pezzo che il bue dà del cornuto all’asino, o che Berlusconi dice i media sono in mano ai comunisti. Al mondo capovolto ci si abitua, persino a sedersi sul lampadario swarowsky. Ma per favore, togliete quella icona con la bandiera nazista.

(*) grazie alla gentile precisazione di Fabrizio, ora il titolo è tutto in tedesco. ;-)

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50 Commenti

  1. “io voglio che vengano a romperli, a chiedere se per favore spegnere la sigaretta !
    E voglio sbuffargli in faccia legittimamente il fumo!
    Ero Jekill e mi hanno fatto bere la pozione come fosse olio di ricino: buon per loro…” condivido pienamente! Anch’io ho sempre rispettato il prossimo e prima di accendere una sigaretta ho SEMPRE chiesto il permesso. E lo stesso hanno fatto la gran parte dei miei amici fumatori. Ma dopo questa valangata di integralismo a cui stiamo assistendo, in qualunque luogo in cui sarà consentito fumare mi sentirò legittimato a sbuffare il fumo in faccia agli altri. Col cazzo che chiederò più il permesso!

  2. Sapu, a me sono capitati sia fumatori educati, che chiedevano il permesso di accendere una sigaretta anche nella carrozza fumatori, sia quelli maleducati, che alla cortese richiesta di rimandare la sigaretta di cinque minuti (il tempo di finire il panino che stavo mangiando), mi rispondevano “io pago le tasse e non devo rispondere di niente a nessuno e faccio quello che voglio”.
    Quindi se questa legge ti fa (a mio avviso giustamente) incazzare, perche’ te la prendi con chi non fuma? Alla fine, se c’e’ qualcuno che la accoglie favorevolmente e’ per colpa di quella seconda categoria di fumatori, che apertamente ti dicono che continueranno finche’ la legge non glielo vieta. Essi piu’ propriamente meriterebbero i tuoi strali, ed invece minacci di voler entrare a far parte delle loro schiere…

  3. P.S. io sono un fumatore (sporadico) della prima categoria, non avevo bisogno di una legge per comportarmi civilmente e non sara’ una legge a farmi smettere di farlo.

  4. Giulia, non esagerare per favore! Per caso i bar della tua città sono due metri per due che tutti ti sbuffano il fumo in faccia? Ma dai!

  5. Esattamente, Meno di Zero. I bar, qui, sono baretti piccoli. Mentre aspetti i caffè al banco o il panino, riesci a respirare l’equivalente di mezzo pacco di sigarette. Nessuno, ripeto, nessuno si pone il problema del fastidio a me o ad altri non fumatori presenti: tutti accendono la loro paglia in tranquillità, sbuffando il fumo dove capita. Non sto esagerando affatto: anzi, casomai ti parlo solo delle situazioni al limite tollerabili, per non parlarti di altre ben più gravi.

    Per questa mancanza di civiltà diffusa credo che un divieto sia necessario. Perché non ci sono solo gli educati, anzi, a dirla tutta, quassù gli educati proprio non esistono. E non mi pare che a Roma, dove mi trovo spesso e volentieri, la situazione sia diversa: non mi sono mai sentita domandare “Dà fastidio se fumo?”, nemmeno dagli amici fumatori.

  6. Meno di Zero: mica occorre che tutti sbuffino, basta solo quello seduto al tavolo attaccato al tuo! Quello che non capisco e’ perche’ non vogliate ammettere che ci sono anche fumatori rompicoglioni e strafottenti. Io non ho difficolta’ a constatare che ci sono non fumatori talebani, ottusi e rompicoglioni…

  7. Appunto.
    Va aggiunto che non sono il tipo di persona che va in giro a chiedere agli altri di spegnere le sigarette. Ho tollerato il fumo altrui pressoché in silenzio per buona parte della mia vita, facendo pacate rimostranze solo in casi estremi (tipo: macchina chiusa e tizio sul sedile davanti che fumava a catena Marlboro rosse, senza minimamente chiedere se desse o meno fastidio). Visto che i fumatori in genere non mi hanno usato pari tolleranza, a questo punto mi sta bene che intervenga una legge ad impedire loro di appestarmi.

    Fermo restando che sono cosciente dell’esistenza di problemi parecchio più gravi: per cui mi pare anche sciocco fare crociate a favore del fumo. Fumate quanto vi pare, ma lontano da me. E adesso magari torniamo a preoccuparci di cose più serie.

  8. certo certo che va bene non infumichire i poveri non fumatori, ed io odio se al ristorante mi fumano di fianco mentre mi arriva il piatto fumante tanto agoniato, e poi il cattivo odore dei vestiti, i polmoni dei bambini, e quei locali dove la mancanza di un buon impianto d’aspirazione fa venir le lacrime anche a noi fumatori. Tutto giusto. Ma la legge mi sta un po’ sulle scatole per la ventata di integralismo che ha portato. Un’americanata. Che come al solito faremo all’italiana:male. E poi, la volete la verità:l’idea che alle 2 del mattino, ballando i white stripes forsennatamente, dopo qualche bicchiere di porto, con la testolina un po’ leggera e la bocca impastata di musica&stanchezza&saliva altrui io non mi possa fumare una sigaretta, MI HA GETTATO NELLO SCONFORTO! E si che fumo poco, ma il gusto di quelle sigarette di troppo ballando ubriaca…perdonatemi la superficialità, ma saranno un grande rimpianto. R.I.P

  9. Appunto Valentina. Dici benissimo. Comprendo benissimo i diritti dei non fumatori e io, lo ripeto, ho sempre chiesto loro il permesso prima di accendere una sigaretta. Ma questa legge è un’AMERICANATA odiosa. Ci costringe ad uno stile di vita di plastica, a un non vivere. Va bene per il ristorante: chi mangia ha diritto di gustare il cibo senza respirare il fumo delle sigarette altrui. Ma non è naturale stare di notte in un locale a bere qualcosa con gli amici senza potersi accedendere una sigaretta. I fumatori, e di questo ne sono certo, frequenteranno molto meno i locali post-cena. E saranno proprio queste strutture a soffrire di più, altro che i ristoranti!

  10. davvero! tra l’altro nei locali dove vado io vedo davvero tutti fumare. Sono curiosa di fare il primo test venerdi. Ti immagini a metà concerto, pogando, uscire per fumare tutta sudata? Minimo mi viene la polmonite, così sirchia mi deve ricoverare lo stesso. Racciamo che non si fuma dappertutto ok. Ma lasciatemi i locali dello sballo, please!?? E tutti i locali dove c’è cannabis libera? Mi pare che il divieto parli di sigarette…;-)
    Adesso smettò sennò sembro la tabagista-alcolizzata-drogata della compagnia.
    SALVIAMO LA SIGARETTA DA POGO SBALLATO. Sembra una cazzata. Lo è estremamente. Ma mi uccide…

  11. Mi ricordo che durante lo scipero dei tabaccai i miei amici fumatori facevano cose folli tipo 40 Km fuori città per rastrellare qualsiasi forma di tabacco rimasta a giro. Non direi che in questo dimostrassero una gran forza di volontà.

    Nonostante ciò non riesco a credere che non gli riesc di stare seduti per qualche ora limitandosi a bere, parlare e masticarsi una gomma. Insomma, secondo me i pub ed i locali possono vivere benissimo. In caso contrario si selezionano le persone prove di volontà dalle altre, ed è un risultato anche questo.

  12. davvero! tra l’altro nei locali dove vado io vedo davvero tutti fumare. Sono curiosa di fare il primo test venerdi. Ti immagini a metà concerto, pogando, uscire per fumare tutta sudata? Minimo mi viene la polmonite, così sirchia mi deve ricoverare lo stesso. Facciamo che non si fuma dappertutto ok. Ma lasciatemi i locali dello sballo, please!?? E tutti i locali dove c’è cannabis libera? Mi pare che il divieto parli di sigarette…;-)
    Adesso smetto sennò sembro la tabagista-alcolizzata-drogata della compagnia.
    SALVIAMO LA SIGARETTA DA POGO SBALLATO. Sembra una cazzata. Lo è estremamente. Ma la nostalgia già mi uccide…
    (nel caso qlcn se lo chiedesse, lo so che fumare non fa bene. Ma la vita è già così piena di sofferenze…)

  13. Cioè: in pratica i fumatori preferiscono stare a casa piuttosto che uscire la sera e fumare di meno?
    Bravi! Questa si chiama qualità della vita.
    Eppure, al cinema ci siete sempre andati, anche a vedere film lunghi, senza battere ciglio.
    Il problema, quindi, è l’esistenza del divieto, non il fatto di vivere più o meno bene. Un fumatore sa benissimo che fumando un po’ meno si sente meglio.
    Sarò curiosa di vedere in quanti si chiuderanno in casa il sabato sera, a fumare ingrugniti mentre quelli che possono stare tranquillamente senza sigarette escono e si divertono.
    Non posso che essere contenta di appartenere alla seconda categoria.

  14. Vorrei solo dire che tutti quei “problemi più importanti” delle crociate a favore del fumo sono ben più importanti anche di quelle CONTRO il fumo.
    Che poi non si capisce come mai trent’anni fa, quando si poteva fumare praticamente ovunque e i fumatori erano tre volte quelli di adesso, non si sentivano tutte queste lacrimevoli storie di occhi rossi e golfini puzzolenti. Adesso, da qualche anno a questa parte, non si sente altro.
    Io continuo solo a ripetere una cosa: ben venga la legge, se con questa i fumatori la piantassero di rompere le balle. Peccato che non sia così.

  15. Buonasera. Ho scritto il seguente articolo per Il Giornale. Se interessa a qualcuno.

    ***

    Peggio di una legge ingiusta c’è una legge che non funziona: ed è questo il destino del provvedimento meno politico e più ottusamente tecnico che questo governo abbia mai prodotto – a parere di chi scrive. Nel paese del dell’accomodamento all’italiana, il Paese delle norme non scritte che superano quelle scritte, d’un tratto ti appare la legge antifumo più dura d’Europa: un genere di campagna improbabile che seguiterà a trionfare nei paesi protestanti ma che è destinata a fallire qui nel suk latino, laddove si troverà sempre una mediazione affinchè si possa seguitare a peccare senza infastidire troppo, se possibile. Ed è assolutamente possibile: l’unico aspetto buono della nuova legge, infatti, è che consentirà finalmente di applicare quella vecchia, consentirà di trasformare il celebre “vietato” in quel “severamente vietato” senza il quale in Italia primeggia sempre lo scherno dei maleducati. Ora, forse, non si fumerà effettivamente più in scuole e ospedali e uffici pubblici, nei luoghi in cui insomma potevano scorrazzare impuniti non tanto i fumatori, quanto i maleducati; ora, forse, la divisione tra fumatori e non fumatori nei ristoranti sarà una cosa più seria, per quanto tra un po’ di tempo – vedrete – già la medesima si emenderà dalle pretese maniacali connaturate a questa legge: per esempio le volumetrie calcolate per millimetro cubo, le porte automatiche, soprattutto una velocità di riciclo dell’aria da fare invidia alla Bora di Trieste.
    Il resto l’abbiamo visto ieri, nel giorno in cui esordiva la legge: un gruppo di scalmanati, per esempio, si è messo bellamente a violarla alla stazione Termini; hanno sfumacchiato davanti a un binario e poi in un bar e infine davanti al comando dei Carabinieri, naturalmente con educazione: niente da fare. La Benemerita ha multato solo Giordano Bruno Guerri – ce l’ha fatta, ma avrà fumato ottanta sigarette – mentre per gli altri, dopo insistenza, veniva fornita una risposta che suonava via via ineccepibile, giusta, per nulla scherzosa: “Abbiamo cose più serie da fare”. Ed era indubbio. A un certo punto si sono visti quattro carabinieri che trascinavano una signorina mezza indemoniata: aveva fumato? No, aveva compiuto reati appunto più seri, per quanto fosse una tossicodipendente a sua volta. Ecco, ora si applichi questo schema al Paese tutto, dove le forze dell’ordine hanno effettivamente cose più serie da fare e reati ben più urgenti, purtroppo, da prevenire e reprimere.
    Ma fosse tutto qui. In teoria, da ieri, qualsiasi studio professionale anche composto da una persona sola – che stia perlopiù da sola, tipo un avvocato o un commercialista o un architetto – non dovrebbe mai più fumare nel proprio ufficio: in quanto titolare di “luogo aperto a utenti”. Questo anche se gli utenti fossero uno al mese. Che può fare allora il titolare, andare sul pianerottolo? Neanche: la nuova legge lo vieta, come lo vieta in tutti i ballatoi, scale, androni, ovviamente ascensori: e vi pare una legge possibile e probabile, questa? Prendete anche i treni, laddove hanno eliminato qualsiasi carrozza fumatori come non accade neppure in Svizzera: oggi il tabagista che non avesse voluto violare la legge – chiudendosi nella ritirata – poteva almeno sostare brevemente sul marciapiede delle stazioni di transito: ora non più. Nelle stazioni – ci spiegava ieri un funzionario – è proibito fumare anche lungo le banchine. Si parla di stazioni o di aeroporti che non hanno riservato ai fumatori neppure la microscopica saletta che è presente in tanti altri paesi europei: nazioni dove fumare non è mai stato severamente vietato, ma solo vietato. Dove andranno i fumatori italiani? In casa propria, forse. E i circoli privati? Impossibile: la legge proibisce il tabacco anche in quei circoli in cui i soci si accordassero con voto unanime. E fine faranno, dunque, i club della pipa, i club del sigaro d’ispirazione anglosassone? Non potranno esistere più. Soluzione: affittare una sala per organizzare una festa privata in cui decidere, previo accordo con gli ospiti, di tollerare il fumo. Illusione. Non si può. Questa è, anche, la legge Sirchia. Dopodichè potremmo parlare del clima di divisione sociale che in cui prosperano tipicamente i cretini: tipo le neo ronde antifumo, quelle che a Napoli che si sono armate di estintori per esigere un rispetto poliziesco in bar e ristoranti, un puntiglio fanatico che potrebbero riservare, forse, a quell’80 per cento di loro conterranei che non usa le cinture di sicurezza. Napoli del resto è un concentrato d’italianità, e solo a Napoli, del resto – quando la legge entrava in vigore alla mezzanotte di domenica – potevano multare un ragazzotto alle 00.01.
    Un ultimo e inevitabile e personale appunto, purtroppo, va rivolto al vertici del Ministero: perché non è possibile che ogni obiezione alla nuova legge ogni volta venga bollata come un asservimento alle multinazionali del tabacco. Non è giusto. Se la politica è l’arte del possibile, lo scontentare giocoforza una minoranza – tali sono i fumatori, piaccia o meno – non implica per forza uno sprezzo nei loro confronti: si parla pur sempre di quasi metà della popolazione italiana adulta. Io ringrazio sinceramente il Giornale per avermi consentito, ultimamente, di esprimere le mie opinioni in piena libertà su questo argomento peraltro non facile; ma è anche vero che ho esaminato personalmente 124 studi sul fumo passivo e che ci ho scritto addirittura un libro, sicchè chiedo il permesso, ancora una volta, di ripetere quanto ebbi a rilevare: che la sostanziale innocuità del fumo passivo è un’evidenza scientifica, non un’opinione.Non occorre essere dei luminari per rilevarlo. Chi nega questo, non di rado, fa ideologia a vantaggio di una legge che potrebbe essere sacrosanta anche senza doverci spaventare: senza dover trasformare, cioè, il fumatore in un potenziale assassino.Non è un’accusa da poco. Dopodichè, se il lettore vuol pensare ch’io sia divenuto il burattino di una multinazionale, che dire: non potrò impedirglielo.

  16. Allora. Se mi dite che la legge è esagerata, ci può stare. Sono la prima a dire che per certi versi è addirittura dannosa.

    Quello che trovo ridicolo è il tentativo di giustificare l’opposizione sulla base di ragionamenti come: “Ci vogliono costringere a una vita di plastica” oppure “Ci vogliono togliere la libertà di fumarci una sigaretta in santa pace”, come se fumare non fosse un vizio fastidioso, ma una paradisiaca abitudine, per tutti.

    I fumatori hanno fatto pratica di inciviltà, e i non fumatori hanno subito più o meno in silenzio. Una legge ci voleva ed è stata fatta: là dove non arrivano l’educazione e il buon senso, tocca far arrivare la legge.

    Quanto ai deficienti armati di estintore, la coglionaggine non è legata alla carenza di nicotina.

  17. Ahh! Facci, ma quale marca di sigarette fumi? Visto che propendi per il fumare perché diritto (ma va.. ha ragione Rob, e che eleganza…), almeno sarai un gourmet… e i sigari? Io, che ho fumato fino all’asma, e che ho smesso e che a volte ne sento la mancanza, intesa appunto come piacere, vorrei far notare che nessuno parla di quello che i fumatori non fanno: assaporare, gustare, odorare, conoscere il tabacco. Si, sembra che faccio l’elitaria ma, ci vogliono 80 sigarette per essere multati? Ma va là, è così che si smette, per esaurimento del gusto, del piacere, per noia della ripetizione. Nessun sano gaudente, e dico sano, di piaceri qualunque, ha mai dato fastidio a nessuno. Non ne ha la brama di fumare per forza; un fumatore sa quando, sa non rompere i maroni, sa comunicare, non prevarica. Il resto: burini e maleducati, rozzi, incolti. Salute.

  18. comunque, grazie a Sirchia, io oggi, per la prima volta in vita mia, ho fumato di meno. una quindicina contro le solite trenta di media. e credo che come me, sia accadduto ad altri che lavorano in pubblici esercizi. non tutti i mali vengono per nuocere.

  19. La legge, in genere, è una grande livellatrice, come la morte. Affidarsi alla buona educazione dei singoli molte volte genera prevaricazioni. Esempi: il tuo capo fuma e tu non ti puoi azzardare a digli di smettere di fumare. I clienti ti appestano il locale di fumo e non li puoi cacciare perché sei solo il cameriere e cosi’ via. La legge, inevitabilmente, per evitare le prevaricazioni va sempre a cozzare contro le libertà di alcuni, magari incolpevoli. Come spiegare il casino tirato su dai fumatori? Basta leggere qui http://zuck.splinder.com/1105389786#3791949

  20. Pintecaboru, avevo già scritto in precedenza l’ovvio biasimo al maleducato che veste i panni del fumatore piuttosto che dell’automobilista deficiente o di quello che elude la coda all’edicola per i biglietti della metro.
    E allora si legifera contro quel maleducato accomunando a lui tutti quelli che maleducati non sono per scomoda scelta ?
    E’ così ?
    Colpirne cento per educarne uno ?!

    Non me la prendo con chi, come Giulia, si vede (vedeva) sbuffare in faccia l’altrui fumo in locali che paiono fumerie d’oppio ritratte da Hieronymus Bosch, con fumatori dai tratti animaleschi e fumatori passivi con occhi sanguinanti.
    Ma è una immagine che, per fortuna o ignoranza, non riconosco e non mi appartiene.
    E, ripeto, mi dispiace.
    Per chi ne soffre soprattutto;
    quindi per chi cerca di non recare disturbo (e non ne reca, non ne reca !) non traendone vantaggio alcuno.
    Neppure un grazie.

    Ma tant’è, da oggi il fastidio ammantato di un igienismo ignorante gode di tutela giuridica: tocca adeguarsi !
    Ma che almeno qualcuno si assuma la responsabilità innegabile di aver creato un male sociale ben più grave del fumo passivo, la responsabilità di aver risolto con prepotenza ed intolleranza un problema che si doveva (si doveva: invece di lanciare vigliacche e malevole occhiate in direzione del fumatore, avere l’onestà ed il coraggio di chiedergli di spegnere la sigaretta) affrontare con la civiltà.

    … per inciso, stasera accompagnando a casa una collega paladina del salutismo e naturalmente sostenitrice di questo Sirchia, mi sono acceso -per la quarta volta in vita mia !- una sigaretta in macchina ed ho (quasi) provato piacere rispondendo al suo acuto’cosa fai, fumi ?!’ con ‘non siamo mica in un locale pubblico…’

  21. Facci,
    forse ce la fai a bloccare il tuo articolo per cambiare la conclusione, e leggerti il 125 studio (grazie a Google Scholar): http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=PubMed&list_uids=9605902&dopt=Citation

    A total of 106 reviews were identified. Overall, 37% (39/106) of reviews concluded that passive smoking is not harmful to health; 74% (29/39) of these were written by authors with tobacco industry affiliations. In multiple logistic regression analyses controlling for article quality, peer review status, article topic, and year of publication, the only factor associated with concluding that passive smoking is not harmful was whether an author was affiliated with the tobacco industry (odds ratio, 88.4; 95% confidence interval, 16.4-476.5; P<.001). CONCLUSIONS: The conclusions of review articles are strongly associated with the affiliations of their authors. Authors of review articles should disclose potential financial conflicts of interest, and readers of review articles should consider authors’ affiliations when deciding how to judge an article’s conclusions.

  22. … per inciso, stasera accompagnando a casa una collega paladina del salutismo e naturalmente sostenitrice di questo Sirchia, mi sono acceso -per la quarta volta in vita mia !- una sigaretta in macchina ed ho (quasi) provato piacere rispondendo al suo acuto’cosa fai, fumi ?!’ con ‘non siamo mica in un locale pubblico…’

    … stavo scrivendo, ma si è mangiato una parte: probabilmente una qualche maledizione della suddetta.
    Vabbè, tanto mi è sempre stata un pò sui maroni…

  23. Ok. Se da un lato Facci forte dei suoi 100 e passa studi letti dice che il fumo passivo non fa male e dall’altro Veronesi in prima pagina sul Corsera afferma esattamente il contrario, io a chi devo credere?
    E’ ovvio che sono portato a credere al medico ma questa tenace opposizione di Facci mi incuriosisce e insinua il dubbio nel mio cervelletto. Come faccio a risolverlo?

  24. Pare che, per blog-voto popolare, la legge Sirchia sia giusta perchè ci voleva una legge per far cessare di fumare i maleducati. Io però appartengo (appartenevo?) alla sparuta minoranza degli educati (quindi con Sapu e l’uomo di Pros eravamo almeno tre), ma ho ricevuto lo stesso la mia bella dose di rampogne, e ad oggi pare che sia uno che si può liberamente bersagliare di insulti (Kowalsky et al dixit).
    Visto che questa legge parrebbe nata per arginare i fumatori maleducati, per par condicio potreste fare a noi tre il favore di vietare con una legge di iniziativa popolare i non fumatori maleducati, e multare con uguale rigore chi ti ingiunge di non fumare nei luoghi ove è possibile?
    Se proprio vogliamo dare a questa futura legge un supporto tecnico-scientifico di solidità analoga a quella del fumo passivo, basterebbe rilevare che lo stress (da rottura di scatole, nella specie) è un noto fattore di rischio.
    Grazie e arrivederci.
    Stefano

  25. posso almeno essere un pò giù per il fatto che non potrò trovare un buco fumoso e puzzolente dove scolarmi una birra al frumento in compagnia di una sigaretta, attorniato da uomini e donne che fumano tutti all’unisono? Qui da me la maggior parte dei locali non di figheggio (leggi “dove non trovi figli di papà che ti squadrano come un marziano se entri con le scarpe sportive”) sono simil bettole di 25-30 metriquadrati dove la birra media costa ancora 3 euro e il gestore si guadagna da vivere in un posto che ha costruito perchè lo vuole così, i cui clienti si conoscono tutti e si è una grande famiglia, dove quando è il compleanno di qualcuno tutti gli fanno gli auguri e tutto il localino brinda, e… insomma, mi sento privato della mia seconda casa. I locali per i fighetti avranno i soldi per adeguare la struttura… e magari con la scusa venderanno una media a 6 euro invece che a 4 e cinquanta. E’ ingiusto. I gestori dei locali pubblici dovrebbero essere liberi di mettere il seguente cartello: qua dentro si fuma, entrate a vostro rischio e pericolo. Vi accorcerà la vita, ma sarà molto più divertente.

  26. Sapu: come ho già detto, sono d’accordo con te che questa legge sia pessima, perche’ a farne le spese sono le persone civili da una parte e dall’altra: i fumatori che diventano vittime delle ronde di fanatici (questa cosa di Napoli veramente mi ha fatto venire i brividi), e i non fumatori che diventano vittime delle rappresaglie dei primi. D’altra parte, che argomenti puo’ opporre uno che, gentilmente chiedendo di spegnere la sigaretta come tu suggerisci, si sente rispondere “fumo perche’ non e’ vietato quindi non rompere”? Mi pare umano che questi saluti con gioia l’insorgere del divieto.
    Quanto ai locali serali, sono d’accordo con Ale. Perche’ passare dal “si puo’ fumare dappertutto” al “non si puo’ fumare da nessuna parte”? Si potrebbe applicare il divieto a meta’ dei locali (almeno a Milano ce ne sono abbastanza da offrire scelta per tutti i gusti), e al limite, per equita’ verso gli esercenti, fare a rotazione come i turni festivi delle farmacie… So di ragionare ai limiti dell’assurdo, ma sono convinto che soluzioni piu’ intelligenti, e piu’ consone al “suk latino”, si sarebbero potute trovare!

  27. “ma è anche vero che ho esaminato personalmente 124 studi sul fumo passivo e che ci ho scritto addirittura un libro, sicchè chiedo il permesso, ancora una volta, di ripetere quanto ebbi a rilevare: che la sostanziale innocuità del fumo passivo è un’evidenza scientifica, non un’opinione.Non occorre essere dei luminari per rilevarlo.”

    In questo paragrafo c’e’ tutta la decadenza del “giornalismo” italiano attuale.

    Io ho esaminato le 15 persone che sono passate di qui oggi e, nonostante non ci abbia ancora fatto un libro, chiedo comunque il permesso di riportare quanto da me rilevato: che la stupidita’ di facci e’ un’evidenza scientifica, non un’opinione.

    Adesso un pezzo lo faranno scrivere anche a me?
    (che dite? no, purtroppo non ho alcuna raccomandazione)

  28. Quanto fa figo fumare la sigaretta, eh?
    E quanto fa figo difendere il “sacrosanto diritto di fumare”.
    Tutto figo fa.

    La cosa che mi fa ridere non è la legge, davvero.
    E neanche il fatto che si sia dovuti arrivare a promulgarla.
    Macché, la cosa che mi fa ridere sono le deliranti opposizioni di certi fumatori, con patetiche rivendicazioni di “sacrosanti diritti” (ma la libertà personale non finiva dove iniziava quella altrui?) e scenette – degne di un bambino dell’asilo, che anzi forse si dimostra più maturo – in stile “se non posso fumare dove cazzo voglio, fumo dove posso in maniera maleducata gnegnegnè”.

    Ora basta, vi prego, basta.
    Siete ridicoli.

  29. Non ho tempo e in genere leggo solo l’ultimo commento. Questa volta e’ capitato quello di gatto nero ( cioe’ un gattaccio appeso ai coglioni che porta anche sfiga ).Tu ridi gatto nero. Anche a me fa ridere questa battaglia un poco stupida nei modi. Pero’trovo ancor piu’ ridicolo questo accanimento contro i fumatori. Non sarei mai andata in piazza a far casino, solo perche’ non credo alle piazze, solo perche’ sono malfidata di natura e mi sentirei usata. Come gli insegnanti che vanno a protestare ( sempre in piazza) perche’ glielo impone il sindacato ( detesto ogni sindacato). MA se vuoi passare una serata a mangiare, parlare e fumare devi essere nel diritto di poterlo fare. Ieri sera mi son goduta il Ministro Giovanardi , brutto e antipatico come pochi( c’era anche Feltri in collegamento, con una pipa non accesa, come sempre). Ecco, parlano. Parlano e ognuno ti vuol portare in piazza, nella sua piazza. Una tristezza. Ancadestra, che non fa guerre, si chiede : il buonsenso dov’ e’? Le fanno tenerezza i fumatori che fanno le guerre. Le fanno tristezza le spedizioni punitive contro di essi. E intanto paga 1200 euro di assicurazione della sua auto all’anno. Un latrocinio. E si chiede perche’ alcune guerre prendano piede e altre no. Perche’ il Tg parla dieci minuti della legge antifumo scattata alla mezzanotte? Perche’ bisogna detestare chi fuma? Perche’ bisogna credere che abbia dei problemi? Perche’qualcuno vuole focalizzare l’attenzione pubblica su questa grande stronzata? Gatto nero mi sei antipatico da morire, perche’ non sei intelligente. La maggioranza delle persone non lo e’. E infatti non si fuma piu’ nei locali. Non so piu’ cosa pensare. Tutto e’ cosi’ americano. Cosi’ stupido.
    Proserpina ha un uomo.

  30. Pensavo che superata l’età adolescenziale la gente fumasse per vizio, per piacere, per abitudine, per debolezza, per noia, per passatempo.
    Mai avrei pensato che la gente fumasse perchè “fa figo”.

    Io fumo e non mi sento figa, dovrò parlarne con il mio analista.
    D’altra parte però non rido neanche così spesso….

  31. Fare all’amore ovvero scopare non fa male alla salute ne’ a quella di chi ti sta vicino.

    Eppure è vietato farlo in luogo pubblico. Perchè nessuno si è mai lamentato?

    ====

    Suonare la grancasssa in appartamento non fa venire il cancro.

    Perchè però se inizio a suonarla alle 4 del mattino i vicini chiamano i carabinieri? Nessuno a me solidale per questa limitazione delle mie libertà?

  32. Gatto Nero, la legge antifumo è stata promulgata il 11/11/1975.

    Non proibisce di fumare. Chi lo vuole lo fa a casa propria, in faccia alla propria moglie incinta, se preferisce.

  33. Pintecaboru, prendo atto del nostro essere in accordo sulla sostanziale inadeguatezza del provvedimento;
    prendo atto che, per te, l’effetto positivo supera quello negativo: su questo siamo totalmente in disaccordo e entrambi con ragione e torto.
    IO chiedo solo che si prenda atto che, da oggi, il fumatore diventa maleducato per precisa, chirurgica volontà dei non fumatori intolleranti ed incivili: tutti incivili i non fumatori, proprio come i fumatori sono tutti maleducati !
    Poi, se qualche non fumatore non si sente incvile, può ben tentare di difendersi dimostrando la propria tolleranza…

  34. Sapu, la tolleranza dei non fumatori è stata dimostrata da anni di silenziosa sopportazione del fumo altrui. Non abbiamo niente da dimostrare. Visto però che non c’è stato verso di trovare un locale in cui l’aria fosse respirabile, non può dispiacere (a una prima, superficiale analisi) che i nostri pranzi e le nostre serate non siano più all’insegna dell’intossicazione. In questi giorni ho una brutta tosse da raffreddamento, e sono piuttosto contenta di non dover respirare fumo di sigaretta quando entro in un locale. Mi bastano le polveri sottili della Ferriera.

    Ci saranno conseguenze negative, ma non per i fumatori (che non possono che guadagnare da un taglio della quantità di sigarette fumate), ma piuttosto per i gestori di piccoli locali, come già detto, che non sempre sono in grado di attrezzarsi adeguatamente, per mancanza di spazio o di risorse.

  35. Vis: la dimostrazione che passati i 14 anni fumare faccia ancora figo la trovi nel blog del primo commentatore di questo post.

  36. L’anonimo lettore dà dello stupido a Facci, ma lo fa in anonimato. Chi è più stupido tra i due? Mbertini ci presenta uno degli studi più patacca che ci siano in circolazione e se ne vanta. Altri, pur di evitare un fumatore, andrebbero a cena con un fascio. Oscar Wilde che, come tutte le persone intelligenti, non sopportava i divieti, diceva che gli uomini senza il vizio del fumo (e non solo) erano persone molto noiose. Tutto confermato caro Oscar.

  37. Meno di Zero, credevo che solo i quindicenni potessero ancora pensare che il fumo ti rende meno noioso. Credevo che a rendere le persone più o meno noiose fossero altri fattori, ma se lo dice Oscar Wilde sarà sicuramente vero.

  38. Giulia, l’intolleranza dei non fumatori è stata dimostrata, in molto meno tempo, nei commenti di questo post che mi pare siano specchio esemplare della società.
    Trovare locali non fumosi, ti ripeto, per me non è mai stato difficile: più difficile che trovare non fumatori che non provassero un tacito e bilioso fastidio per la sigaretta accesa ad un altro tavolo o addirittura non fumatori che non ti abbiano mai augurato un legittimo e doveroso cancro, ai polmoni ma non solo.
    Tu chiamala tolleranza, o magari prova a chiamarla esasperazione: io invece ero e resto fermamente convinto che l’intolleranza non si estingue con l’estinguersi di un pretesto, ci sono sempre pretesti.
    Personalmente non posso che augurarvi piacevoli pranzi e piacevoli serate in locali finalmente liberi dalla cappa di fumo e magari siti a pochi metri da una strada trafficata o da una qualche industria di fertilizzanti o materie plastiche…

    Meno di zero, credo -ma potrei sbagliare- che Wilde parlasse di uomini senza vizi e stop e, Giulia, non puoi negarlo: una discussione lieve come questa portata avanti da soli bacchettoni, senza viziosi, sarebbe uno strazio !
    Così è innegabilmente molto più divertente…

  39. @ancadestra: aggiungerò “non intelligente” alla lista, dopo “quachero ciabattino”. Ma forse è un doppione, mi hanno già dato dell’ignorante.
    A parte gli scherzi: non posso stare simpatico a chiunque, e me ne farò una ragione.

    Ma non badate alle mie parole: sono quelle di un uomo esasperato, esasperato dal vedere migliaia, milioni di intelligentissime persone comportarsi come dei sostanziali deficienti. E lo dico col massimo rispetto.
    Di fumatori ne conosco, e tanti.
    E non ho alcun problema al che mi fumino in faccia, se me ne chiedono il permesso. Fumo anche io, saltuariamente.
    Quindi non è che abbia qualcosa contro la sigaretta, proprio no. So che fa male, questo sì.
    Quello che mi esaspera è la stupidità nel contrastare una legge che, in un paese piene di fumatori “civili”, avrebbe avuto lo stesso effetto di una legge “Non camminate per strada sulla sola gamba sinistra”.
    Una legge SUPERFLUA, insomma.
    Ma me lo spiegate dove sta il problema?
    Perché io davvero non lo capisco. Tra i fumatori che conosco, la maggior parte – gente terra terra, intendiamoci – se ne è fatta una ragione di questa legge. La trova pure giusta.
    E mi pare normale!
    Mi spiegate quale fantomatico “diritto” vi tolga, a voi fumatori civili, una legge che impedisce di fumare in pubblico sanzionando questo comportamento?
    NESSUNO, perché il fumatore civile – quello davvero civile, non quello “io ero un fumatore civile, ma sta legge mi sta sul cazzo e quindi divento incivile gnegnegnè” – non ci pensa NEANCHE a fumare in un luogo pubblico, pieno di persone, anche perché dovrebbe passare il suo tempo a chiedere ad ogni singola persona il permesso di farlo.

    Quindi le uniche ragioni che mi vengano in mente, per questa esasperante critica all’antifumo che leggo OVUNQUE e che mi ha portato alla nausea, sono queste:
    1)Chi critica è un fumatore “incivile”, e quindi si è sentito colpito dalla legge, anzi, come si dice dalle mie parti “gli brucia”. E secondo me vale per molti anche qui, che magari neanche se ne accorgono.
    2)Chi critica lo fa per una fantomatica “questione di principio”, ed allora lasciatevelo dire: aripijateve! Ci stanno “questioni di principio” ben diverse che non difendere il diritto di intossicare la gente.

    Delle due una, almeno per quanto mi riguarda.
    Ma si sa, sono “non intelligente” e magari mi sfugge qualcosa. Ma se qualcuno mi sa trovare un motivo uno che non sia “ah, ma ci sono anche fumatori civili” (perché la legge non è contro TUTTI i fumatori, ma solo contro gli incivili) o “fumare dove voglio è un mio diritto” (e fumare QUANDO voglio è un mio diritto, non voglio respirare il tuo fumo), beh, che me lo dica, e se lo troverò intelligente lo accetterò.

    (spero di non avere dimenticato nulla…)

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