Fumo negli occhi /3

Filippo FacciQuesto stracazzo di libro di Filippo Facci che è titolato “Fumo negli occhi. Le crociate contro il tabacco e altri piaceri della vita” (Biblioteca di via Senato Edizioni ben 14 euro, da comprare sennò vi reincarnerete in Ave Ninchi) è finalmente uscito e non stiamo più a menarla troppo.
Anzì sì. Beccatevi l’intera e copiosa appendice del libro, ovverossia la faticosissima trascrizione della Puntata di Ottoemezzo andata in onda su LaSette il 29 maggio 2003 e condotta da Giuliano Ferrara e Luca Sofri. Qualcosa di semplicemente spassoso, oltrechè istruttivo. Presenti in studio: il presidente dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini, il presidente della Società Italiana di Tabaccologia Giacomo Mangiaracina, il presidente di Forces Italia Gian Turci, la giornalista Barbara Palombelli e poi addirittura Filippo Facci – che poi sono io che scrivo, cucù.
Cap. 1Vietato Puzzare
Cap. 3Vietato Fumare (parte I)
Cap. 4Vietato
Append.Ottoemezzo sul fumo (puntata trascritta)
Cap. 2Vietato Mangiare
Cap. 3Vietato Fumare (parte II)
Cap. 5Requisitoria

  • GIULIANO FERRARA: Buonasera. Parliamo del fumo, del divieto di fumo, del problema del fumo. Però parliamo anche del casco, dell’obbligo di casco e, forse, di un futuro obbligo delle diete. Vi dico subito come la penso. Io penso che lo Stato dovrebbe dire ai fumatori: “Rispettate chi non fuma, chi non ama il fumo e, per il resto, fate quello che volete laddove fumare sia consentito”. Lo Stato dovrebbe dire: “Mettetevi il casco, che è meglio, perchè, se cadete dal motorino, potete farvi male alla capoccia”; e non dovrebbe dire: “Per legge è obbligatorio portare il casco”. E lo Stato dovrebbe dire: “Fate la dieta, sennò diventate un bidone come Giuliano Ferrara; questa sarebbe una buona campagna di pubblicità. E invece lo Stato, progressivamente, passo dopo passo, vuole imporre l’idea di uomo col casco integrale, che non fuma, che fa la dieta, magari che non beve e magari che non legge libri pericolosi: perchè poi, alla fine, finisce così. Lo Stato diventa etico e ti dice quello che devi fare…
  • LUCA SOFRI: Ma una volta che lo Stato dice, come tu hai detto adesso, “Rispettate chi non fuma”, come fa a garantirsi che tu rispetti chi non fuma?
  • FERRARA: Si garantisce stabilendo che in certi posti si fuma e in certi altri no…
  • SOFRI: Ah…
  • FERRARA: …ma non fa una campagna devastante contro i fumatori, contro i genitori che fumano in presenza dei figli, non si inoltra…
  • SOFRI: Beh, è esattamente quello di cui tu hai parlato: avere rispetto per gli altri quando si fuma, quindi…
  • FERRARA: Sì, ma… voglio dire, ripeto: non fa… Ma perché sei così… scioccamente…?
  • SOFRI: Scioccamente?
  • FERRARA: … sì… sabotatore? Stavo facendo un discorso, ti sembrava troppo bello e l’hai voluto interrompere. Basta, non parlo più.
    Allora. ‘Stasera c’è Barbara Palombelli, giornalista, che discute con noi delle libertà che non piacciono ai giovani co-conduttori delle trasmissioni de La 7. Poi c’è Giacomo Mangiaracina, che è un professorone – tabaccologia è la sua specialità – coordinatore del Comitato Tabagismo e Dipendenze… uhm… Tossiche, immagino, del Comune di Roma e presidente della Società Italiana di Tabaccologia: un antifumo rigoroso.
    Poi, a Genova, abbiamo, invece, Gian Turci, presidente di una associazione, di quelle non governative, senza scopo di lucro, che invece vuole promuovere la libertà di fumare e alimentarsi e godere la vita senza restrizioni pretestuose. Tra virgolette, va annotato che Gian Turci ha vissuto veticinque anni in Canada e quindi, ovviamente, è diventato un nemico del salutismo, visto il… come dire… il codice di rigore che una società come quella canadese – David Crockett, le foreste, la natura e tutte quelle palle lì – vuole imporre.
  • SOFRI: In Canada hanno appena depenalizzato molto l’uso delle droghe leggere, tra l’altro.
  • FERRARA: Bene, adesso poi sulle droghe ti voglio sentire, a te, vecchio drogato. A Milano abbiamo, invece, una coppia che se non litiga ci dà una delusione: a sinistra dei vosti teleschermi… no, a destra… beh, al centro c’è Silvio Garattini, che è un celebre esperto, direttore dell’Istituto Mario Negri e insomma farmacologo, un uomo che di dipendenze tossiche se ne intende molto. Oh, preciso: il fumo è una orrenda dipendenza. Posso garantire personalmente. E poi abbiamo Filippo Facci, che finge di accendersi una sigaretta e che è uno scrittore, un giornalista, lavora per Il Giornale, e va scrivendo in giro cose molto divertenti e ficcanti sulla mania di imporre alla gente come deve vivere. Professor Garattini?


  • GIACOMO GARATTINI: Sì?
  • FERRARA: Senta, togliamo subito di mezzo questa questione, anche se è antigiornalistico quello che dico: cioè, il fumo fa male, d’accordo; diciamo anche che il fumo passivo fa male, che è un accordo già più sofferto; ammettiamo che la scienza offra dati incontrovertibili, incontestabili e che sia in grado, veramente, di offrirci un po’ di settimane o mesi o anni in più da vivere se noi Le diamo retta; e ammettiamo che la scienza dica univocamente queste due cose: il fumo fa male e anche il fumo passivo; e ammettiamo che debba portare un casco, si debba mangiar sano, ammettiamo tutto. Ma è possibile farlo nel modo che dicevo prima, cioè senza colpevolizzare i genitori che fumano, senza imporre l’idea etica di figli, che sono dei minori, cioè sono uno status giuridico, prima che carne della carne dei loro genitori? E’ possibile fare una campagna antifumo decente, non all’americana, insomma, una guerra non all’americana – lo dico io che le guerre americane le apprezzo, ma non questa – è possibile o no? Mi sembra che il Ministero della Sanità, con la Sua importante consulenza, sia avviato nell’altro senso: una guerra di valori contro chi fuma.
  • SILVIO GARATTINI: Bah… mi sembra che fino ad oggi le cose stiano esattamente in modo contrario: cioè, la propaganda l’ha sempre fatta chi vende il tabacco – non bisogna dimenticare che questo è un grandissimo business – e la propaganda è stata fatta in modo diretto fino a quando è stato possibile – ed è ancora possibile in molti Paesi europei – ed è stata fatta in modo indiretto, inventando molti tipi di attività che nulla hanno a che fare con il tabacco pur di lanciare il nome e pur di far conoscere che esistono le sigarette e di renderle in qualche modo attraenti. Basti pensare alla Formula 1 e ad altri mezzi attraverso cui si fa la propaganda. Quindi direi che finora lo Stato è stato molto in una posizione completamente passiva. Sono poche le informazioni che sono circolate. La maggior parte della gente forse sa che il fumo fa male oggi: lo ha ammesso anche il presidente della Philip Morris, che ha chiesto scusa addirittura per produrre questi prodotti. E però la gente forse non sa a sufficienza quanto faccia male e quanto questa cattiva abitudine di vita possa far male anche a quelli che stanno vicini. Voglio ricordare, ad esempio, il problema dei bambini. I bambini che sono in casa di genitori che fumano hanno tutta una serie di problemi che vanno da un aumento degli attacchi di asma a bronchiti, a otiti – per dire solo le cose che sono più comuni e che si vedono in tempi brevi. Non vedo, per esempio, quale sia il diritto di un genitore di indurre malattie al suo bambino per il semplice fatto che lui ha questa abitudine di vita. Nessuno, ovviamente, è dalla parte del proibizionismo che non ha grande possibilità di avere successo. Però credo che sia assolutamente logico che si cerchi di evitare, per esempio, che dei bambini, o anche altre categorie…
  • FERRARA: E le patatine fritte, professor Garattini?
  • GARATTINI: Come?
  • FERRARA: Le patatine fritte?
  • GARATTINI: Beh, le patatine fritte sono un altro aspetto che, diciamo, rappresenta un cibo che è simpatico se fa parte di una varietà di cibi. Se invece diventa l’unico cibo che si assume anche per quello credo che sia utile dare un’informazione: che non sia molto utile, e che non faccia bene alla salute.
  • SOFRI: Professor Garattini, mi perdoni perchè lei mi alza la palla per fare delle obiezioni alle premesse di Giuliano Ferrara. La questione casco è una questione che non ha niente a che fare con la questione sigarette. La questione casco non coinvolge il prossimo rispetto a chi è obbligato a mettere il casco; il fatto che lui l’abbia o non l’abbia…
  • FERRARA: …allora. Incameriamo: sei contro il casco, l’obbligo di casco?
  • SOFRI: Umpf… non so, non ho una posizione sul casco.
  • FERRARA: Eh, ma non hai mai una posizione… Luca…
  • SOFRI: …no, ce l’ho una posizione…
  • FERRARA: E’ un anno che siamo qui, e non hai una posizione…
  • GARATTINI: …se vogliamo mantenere il discorso nell’ambito del fumo, che credo sia l’argomento principale di discussione, è chiaro che qui… la posizione logica, credo di buonsenso, che bisogna avere, è cercare di dare il più possibile informazioni perchè il fumatore sappia che quello che non giova alla sua salute; e quando dico non giova uso un eufemismo, perché i danni da fumo sono dei danni catastrofici. Il fumo è certamente il primo nemico della nostra salute. Se mi chiedete di nominare un altro elemento, un fattore di rischio che sia di questa portata, io non lo conosco. Ne conosco molti ma che hanno una portata molto minore del fumo. Ma il problema, poi, diventa un problema sociale nel momento in cui il fumatore reca danno al non fumatore, a chi…
  • SOFRI: Sì, ma la cosa che volevo dire io, Garattini… Lei ha ragione a volerla tenere sul fumo ma, diciamo, capita che si estenda la questione per proporla come una battaglia di libertà. La battaglia di libertà è, eventualmente, la libertà delle persone che possono chiedere di non voler stare in posti dove c’è gente che fuma, quella è la battaglia di libertà. Mentre non è una battaglia di libertà, diciamo, il richiedere di poter fumare dove e come uno vuole. Naturalmente il proibizionismo assoluto non ha senso, però le limitazioni che consentono la libertà dei non fumatori mi sembra che abbiano molto senso.
  • GARATTINI: Certo, è come…
  • FERRARA: Sentiamo Facci, sentiamo….
  • GARATTINI:… è come invocare la libertà di mantenere la schiavitù…
  • FERRARA: …sì, vabbè, voi fate finta di non avere sentito quello che ho detto prima. Il problema non è la libertà dello Stato di dare l’informazione che crede, e di dire che questa informazione è assoluta e ha un valore perentorio perchè informazione della scienza è che fumare fa morire. Lo Stato faccia quello che vuole. Se lo vuole dire, lo dica; poi c’è un governo, poi ne verrà un altro, poi c’è un altro ministro della sanità, cambiano le idee: il fumo cent’anni fa era considerato ottimo per le gestanti, oggi invece, vabbè… Non è questo il problema. Il problema è che lo Stato, oltre a questa informazione e oltre a divieti coi quali io concordo, di buona educazione, ripeto, come ho detto all’inizio – non dare fastidio a chi non ama il fumo e, per questo, non puoi fumare in questi posti, in questi altri posti – oltre a questo, lo Stato deve metterci un dippiù: e cioè, l’allarmismo e la colpevolizzazione fin nel privato, fin nell’educazione dei figli dei fumatori. Su questo, dopo aver sentito l’opinione di Garattini, sentiamo l’opinione di un libertario, di Facci.
  • FILIPPO FACCI: Ma io mi trovo [tossisce] in gran difficoltà, Giuliano, perchè io non accetto neanche i postulati…
  • SOFRI: Hai un po’ di tosse per via delle sigarette, sento.
  • FACCI: Dài, non costringermi a essere arrogante come te. Allora, io mi trovo in grande difficoltà perché non accetto neanche il postulato di tutto questo discorso: la frase “posto che il fumo faccia male” andrebbe spiegata. Ritengo che sia sufficiente avere una passione per questo argomento e saper maneggiare sentenze e studi per arrivare alla conclusione che il quanto il fumo faccia male, insomma, sia piuttosto ed essenzialmente da dimostrare; ma, soprattutto, che sia assolutamente ancora oggi serissimamente confutabile – magari non da me – anche che che il fumo passivo faccia male. Cioè…
  • FERRARA: Mah…
  • FACCI: Io dico subito: non accetto questo postulato. Io da anni colleziono studi che dimostrano – e sono serissimi, sono americani anche quelli – come sia tutta da vedere la maniera in cui ci sia un’incidenza negativa del fumo sulla salute o, perlomeno, che sia paragonabile ad altre cose di cui nessuno parla. Ritengo che nella campagna contro il fumo ci sia – e forse, in questo, ho abitato in un altro paese fino ad oggi – una sproporzione negativa nel dipingere questi fumatori come capostipiti di una causa di mortalità per il prossimo, oltreché per se stessi. Soprattutto, ritengo che non sia neanche vero – come diceva Luca Sofri – che la questione sia da porre nei termini di dare fastidio al prossimo; cioè, ogni volta che si manifesta un fanatismo – e, secondo me, di fanatismo si tratta – si antepone un altro fanatismo; c’è una crescita – Garattini lo sa bene – del fumo diffuso tra i giovanissimi. Personalmente ritengo che la causa sia legata al proibito, a questo ritorno della demonizzazione della sigaretta: e difatti le sigarette non sono mai state buone come negli ultimi anni, da quando c’è questa campagna che, a mio avviso, è più etica che scientifica e finirà come sempre finiscono i trend d’oltreoceano. Magari Gian Turci, dopo, ci parlerà di quel che succede in Canada da questo punto di vista: le sigarette sono come tutte le cose, fanno male in eccesso; io fumo eccessivamente, non mi stimo per questo, vorrei fumare meno e farmelo diventare un piacere della vita. Ma finirà che ci saranno altre campagne. Al di là del casco. ci sarà la questione del sovrappeso, ci sarà la questione dell’alcool, ci saranno tutta una serie di questioni atte a dimostrare, ossessionato com’è l’Occidente dall’esorcismo della morte, che in fin dei conti, accidenti: si muore perché si vive, e quindi bisogna, da questo punto di vista…
  • SOFRI: Facci, lei ha ragione, ma io ho un dubbio. Se una cosa che viene proposta come sbagliata e diseducativa alimenta che si vìoli quel divieto, questa imposizione, Lei dice: se stabiliamo che è moralmente riprovevole, eccetera, e mettiamo tutta quest’aria di cattiveria e sgradevolezza intorno al fumo, i ragazzi fumeranno di più per violazione di questo…
  • FACCI: Esattamente.
  • SOFRI: Allora le chiedo, però: questo non implica che, dunque, qualsiasi imposizione e qualsiasi educazione a cose migliori nei confronti dei ragazzi sia sbagliata perché viene violata? Che noi non dovremmo più dire ai ragazzi di non picchiarsi coi loro simili, di non essere razzisti con i loro simili, di non essere…
  • FACCI: Perdonami Luca, ma io non ho parlato di educazione da questo punto di vista: io ho parlato di ossessione. Non voglio prolungare il discorso, ma se io avessi un figlio e dovessi educarlo gli direi: vuoi fumare? Guarda, io ti sconsiglio di farlo perché in fin dei conti la maggior parte delle volte diventa un vizio, le sigarette non te le gusti neanche, è così quasi per tutti. Ma se tu riuscissi, ragazzo mio, a fumare quattro o cinque sigarette al giorno, non dovresti neanche dar retta a tutti coloro che ti porteranno pile di studi così per dimostrarti che morirai prima: non è vero. Se userai buonsenso – e usalo anche nell’educazione, nel chiedere ‘posso fumare?’ quando vai a casa di qualcuno, ‘c’è un posto dove posso fumare o infastidisco?’ se sarai a convivio con qualcuno – allora ti assicuro che con il famoso buonsenso, che mi sembra stia sparendo… così come però c’è anche un cattivo senso di ritorno, attenzione: perché ci sono i medici che fumano negli ospedali, e con quelli sì bisogna incazzarsi, ma non coi medici in generale come ha proposto Garattini che li vorrebbe espulsi dall’Ordine solo perchè fumano. Ecco, questo fa parte di un tipo di fondamentalismo che, mi perdoni per il termine, io combatterò fino alla morte: per fumo o per altre cose.
  • FERRARA: Un momento, ho una domanda un po’ filosofica per Barbara Palombelli, che è questa…
  • BARBARA PALOMBELLI: Sì, mi interessa di più l’idea dell’ossessione, che vorrei andare un po’… più a fondo su quella…
  • FERRARA: sì… ecco, ma nell’ossessione, secondo me, c’è un punto: il tossico-dipendente nella nostra cultura – ed è anche un fatto anche di civiltà – è considerato vuoi un sognatore, uno che reagisce in modo deviato a una spinta aggressiva nei suoi confronti della società; vuoi un malato, una persona che ha un disagio, spesso un disagio di tipo sociale…
  • PALOMBELLI: Ma tossico-dipendente da droghe?
  • FERRARA: Sì, sì, tossico-dipendente da droghe pesanti, quello che si buca con l’eroina, quello che si fa di cocaina fino a rovinarsi il naso: è, cioè, un po’ la mascotte, il simbolo di un nostro impietosirci; invece il fumatore è un mascalzone. Perché?
  • PALOMBELLI: Mah, intanto perchè noi abbiamo dimenticato che esiste il libero arbitrio, che peraltro è previsto anche dai sacri testi cristiani e nella Bibbia. Quindi, perfino il Creatore ci ha lasciato liberi di, anche di, buttare la nostra vita, e quindi ci vuole grande rispetto per chiunque se la viva. Noi viviamo in un modello culturale dove cerchiamo di vietare tutto. Con scarsi successi, perchè i ragazzi che portano il casco ordinati, poi, la sera, si ritrovano vicino ai ponti, e, per avere quell’emozione – che tutti cerchiamo a quindici, diciassette, diciotto anni – si lanciano con certi elastici e purtroppo, ogni tanto, ci sono degli incidenti. Cioè, io non credo che uno Stato riesca a cambiare un modello culturale fino a proibire tutto, perché questo non solo intristisce e avvilisce una cultura, ma la svuota di quelle che sono tutte le emozioni. E’ chiaro che bere alcool fa male, fa male tutto. Io mi ricordo un amico che non c’è più, che era il direttore del Regina Elena, uno dei massimi oncologi italiani. Gli domandai: “Che cosa è cancerogeno, cosa dobbiamo fare – tu che sei uno scienziato – per evitare il cancro?”. Dice: “Non possiamo fare nulla, perchè la prima cosa che facciamo la mattina quando ci facciamo la doccia, l’acqua con cui ci stiamo lavando, è un’acqua che sicuramente è passata attraverso discariche, sicuramente contiene elementi cancerogeni. Il latte, con cui si fa colazione, è sicuramente… ha dentro degli ormoni, delle cose che ci fanno male…”.
  • SOFRI: Però, forse, uno meno ne fa e meglio è, no?
  • PALOMBELLI: …il granturco che prendiamo è sicuramente transgenico; e mi faceva la cronaca della giornata… cioè tutto ci fa male… insomma la misura è importante…
  • SOFRI: Ah, ho capito, allora spariamoci un colpo la mattina…
  • FERRARA: Ma no… Ma viviamo tranquilli…
  • SOFRI: Cosa significa? Uno meno ne fa…
  • PALOMBELLI: No, ma viviamo in modo più leggero, viviamo in modo più leggero…
  • SOFRI: …meno ne fa e più sta…
  • GARATTINI: State mescolando delle cose che non hanno nessun rilievo…
  • PALOMBELLI: No, non è vero, perchè… guardi professore…
  • GARATTINI: … i ragazzi che si buttano dal ponte con l’elastico sono certamente pochissimi, la percentuale di fumatori …
  • FACCI: Io faccio tutte e due le cose.
  • GARATTINI: … è ancora del 30 per cento…
  • SOFRI: Ma la percentuale di gente che non è morta perchè portava il casco è alta. Cosa volete sostenere? Che il casco non serve a niente?
  • PALOMBELLI: Che non possiamo proteggere una società da tutto!
  • SOFRI: Ma non da tutto! Difatti nessuno la protegge da tutto. Proteggiamola da alcune cose. La possiamo proteggere da alcune cose.
  • PALOMBELLI: Poi andremo a cercare un’altra cosa…
  • SOFRI: No! La possiamo proteggere dagli incidenti stradali…
  • FERRARA: Scusate, ma non potete dirci come dobbiamo vivere; proteggere è un’altra cosa, mettete un guard-rail…
  • SOFRI: Ma basta con queste frasi epocali, “dirci come dobbiamo vivere”
  • FERRARA: Ma quale epocali…
  • SOFRI: Allora non ti dico nemmeno che non puoi sparare alla gente per strada, perché significa dirti come devi vivere…
  • FERRARA: Che c’entra, ma che vuol dire? Ma che esempio è?
  • SOFRI: Ti posso benissimo dire come devi come fare in modo da non molestare il prossimo e le libertà del prossimo, posso benissimo fare in modo che nella nostra società le persone si facciano meno male e muoiano di meno.
  • FERRARA: Questo lo abbiamo già accertato; siamo tutti d’accordo…
  • PALOMBELLI: Ma in Italia si pensa, si fa l’errore di pensare che togliendo il porto d’armi le persone non si uccideranno più, quando la maggior parte delle persone si uccidono con un coltello che si trova in tutti i cassetti di tutte le cucine italiane.
  • FERRARA: Palombelli, siccome ‘stasera Sofri non mi è simpatico, può chiedergli se è proibizionista o antiproibizionista sulle droghe leggere?
  • PALOMBELLI: Eh… allora…
  • SOFRI: Non sono proibizionista su niente, nemmeno sul fumo.
  • FERRARA: Ecco, e allora di che stiamo a discutere! Di che stiamo a discutere…
  • PALOMBELLI: Ma in fatto di casco…
  • SOFRI (a FERRARA): Perchè, ti sembra una società proibizionista questa? La nostra ti sembra una società proibizionista? C’è il proibizionismo?
  • FERRARA: ma di che stiamo a discutere, su! Dài! Spinelli va bene perché è socialmente chic, fumare…
  • SOFRI: E invece fumare ti è vietato? Quando l’hai fumata l’ultima? L’avrai fumata cinque minuti fa. Ti è così vietato? Non mi sembra.
  • FERRARA: Ma che, devo dire a te quando fumo le sigarette?
  • SOFRI: Appunto! Non mi sembra che tu abbia tutti questi problemi.
  • FERRARA: ‘A pischello! ‘A pischello!
  • FACCI: Vogliamo intervenire!
  • FERRARA: Mandiamo la pubblicità, che è meglio, piuttosto che sentire questa roba.
  • FACCI: Vogliamo intervenire!
  • FERRARA: No! Un momento. C’è la pubblicità! Spero delle sigarette…
  • (pubblicità)
  • FERRARA: E’ il momento del tabaccologo: il nostro gradito ospite Giacomo Mangiaracina. Ci dica lei, che è un nemico del tabacco perché lo conosce…
  • SOFRI: …direttore della rivista che si chiama Tabaccologia.
  • FERRARA: Eccola là…
  • MANGIARACINA: Sì, bah. Io ho sentito delle parole che intanto non mi piacciono affatto in questo contesto. Si è parlato del fumo come vizio, si è parlato dei fumatori peccatori, di riabilitazioni, insomma, di qualcosa che rasenta il moralismo, anzi, mi sembra un bieco moralismo che noi aborriamo, che personalmente non condivido affatto…
  • FERRARA: Questo mi fa piacere.
  • MANGIARACINA: Perché oggi noi, ecco, visto che siamo contro tutti i moralismi… diciamo che questo tipo di approccio non mi piace, non ci piace. Quello che noi vogliamo definire sono delle situazioni oggettive. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che il tabagismo è la prima causa di mortalità rimuovibile al mondo. Rimuovibile significa che abbiamo altri problemi: abbiamo l’inquinamento, che è devastante. Però per fare una politica anti-inquinamento ci vogliono 30 anni, 50 anni, per rimuovere il problema del tabacco, forse, se usiamo un certo approccio – quindi l’informazione, quindi l’educazione, eccetera – forse riusciamo a ridurre la quantità dei fumatori; e già questo è un successo. Purtroppo ci scontriamo con situazioni altrettanto devastanti.
  • SOFRI: Ma oggi si fuma di più o di meno?
  • MANGIARACINA: Oggi si ricomincia a fumare di più! Se il trend, se la tendenza…
  • FERRARA: Ma dove, scusi? In America si fuma di meno.
  • MANGIARACINA: Allora, dunque, nel 2001 abbiamo avuto la constatazione che addirittura le ragazze fumatrici hanno superato i ragazzi fumatori…
  • FERRARA: Ma dove?
  • MANGIARACINA: In Europa…
  • FERRARA: …che le ragazze abbiano superato… ma non è ancora dimostrato che si fuma di più…
  • PALOMBELLI: Scusi, questo dimostra che i divieti aumentano…
  • FERRARA: Le ripeto, in America è caduto il numero dei fumatori verticalmente…
  • MANGIARACINA: …questo dimostra che sicuramente dobbiamo mettere in discussione le campagne che abbiamo fatto…
  • PALOMBELLI: Ah!
  • MANGIARACINA: … gli approcci che sono stati fatti, I cosiddetti interventi educativi nelle scuole; io sono il primo critico, anzi, la Società di Tabaccologia è nata per vigilare sulle cretinate che sono state commesse fino ad ora. Dal ’94 noi sappiamo che i metodi per smettere di fumare li abbiamo seppelliti, non esistono più neanche i metodi: esiste la terapia del tabagismo che è tutta un’altra cosa. Perché? Perché a livello internazionale esistono delle codifiche ormai accettate universalmente che ci dicono che il tabagismo è una dipendenza – l’ha detto pure lei – e quindi concordiamo su questo. Allora, se è una dipendenza, se è una patologia da dipendenza, va curata. Allora dobbiamo provvedere a formare chi cura…
  • FERRARA: Va curata con il consenso della persona che desidera essere curata, e che desidera…
  • MANGIARACINA: … va formato chi cura, quindi coloro che vengono a procurarci…
  • FERRARA: …e che desidera vivere quella settimana in più che secondo voi…
  • PALOMBELLI: Ma lui sta parlando di chi vuole smettere. Chi vuole smettere ha diritto ad avere la disintossicazione.
  • FERRARA: No, dice che va curata la dipendenza…
  • MANGIARACINA: A me non mi frega niente che la persona, un fumatore possa vivere una settimana…
  • FERRARA: No, perchè Woody Allen dice che poi pioverà sempre…
  • MANGIARACINA: …che quella settimana pioverà a dirotto, va bene, la conosciamo. Però, a noi, a me, personalmente non mi frega niente che uno debba vivere un pochino più a lungo. Quello che, su cui mi batto veramente è la qualità della vita. Significa non essere vecchi a settant’anni, significa avere delle autonomie…
  • FERRARA: Che cosa schifosa non essere vecchi a settant’anni… una cosa orrenda. A settant’anni bisogna essere orgogliosamente vecchi, coi capelli bianchi. Lei non ha questo problema… (Mangiaracina è completamente calvo, ndr)
  • MANGIARACINA: Non ho questo problema.
  • SOFRI (a FERRARA): Lei è incapace di alzarsi dalla sedia…
  • FERRARA: Sarai bello tu a settant’anni…
  • SOFRI: Forse, non fumando…
  • FERRARA: Ma dài, magari uno comincia a pensare, se la smette di muoversi a settant’anni…
  • MANGIARACINA: Allora diciamo una cosa: io ho un piccolo primato da guinness, e diciamolo…
  • FERRARA: Perchè, quanti anni ha? Novant’anni, lei?
  • MANGIARACINA: Cinquantatre anni… ma ho aiutato…
  • FERRARA: E se li porta bene… non proprio eccezionalmente, scusi, eh? Io fumo, ma se mi consente..
  • MANGIARACINA: … allora, ci sono stati 30.000 fumatori che hanno chiesto il mio aiuto, in Italia. E io ho dovuto formare 1.000 operatori, poi altri 30.000 con la Lega Tumori, per cui sono 60.000…
  • PALOMBELLI: Quindi lei disintossica?
  • MANGIARACINA: …che ci hanno chiesto un aiuto, santo Iddio!
  • FERRARA: Ma certo, ma questo vorrei vede’… ma chi è che può impedire a un,oche vuole disintossicarsi…
  • MANGIARACINA: Allora io dico: se una persona vuole fumare sono solo affari suoi…
  • FERRARA: …Bravo…
  • MANGIARACINA: …sia ben chiaro: così come una volta c’era scritto “vietato sputare per terra” e adesso non c’è più, io mi auguro che un domani non ci sia neppure bisogno di dire “vietato fumare”, perché si capisca che è una cosa sconveniente. C’è una legge del ’75 – lo devo dire anche se è noioso, Ferrara
  • FERRARA: No, lo dica, no, non è noioso. Vedo che lei non è noioso in sè.
  • MANGIARACINA: C’è una legge del ’75 che vietava – noi siamo stati orgogliosi perché l’Italia è stata la prima in Europa a fare questa legge – che vietava di fumare nei cinema, nei mezzi di trasporto, negli ospedali, nelle scuole e nei luoghi pubblici, dove c’è pubblico che accede. Bene, gli italiani hanno accettato di non fumare nei cinema, lo hanno accettato. Nessuno si sognerebbe di accendere una sigaretta…
  • PALOMBELLI: Ci fu un calo terribile delle presenze nei cinema…
  • FERRARA: All’inizio.
  • MANGIARACINA: Sì, all’inizio, e poi improvvisamente c’è stata, invece, l’accettazione di questa norma, quindi, una regola.
  • SOFRI: C’era un cinema a via Veneto dove nessuno voleva andare, perché era il primo dove non si fumava.
  • MANGIARACINA: Nessuno si sognerebbe di fumare in un autobus con poche o tante persone, nessuno lo farebbe perché è entrato nel costume della popolazione. Però si continua a fumare negli ospedali. In Italia abbiamo – ha ragione Garattini – dal 30 al 40 per cento dei medici che fuma. E questo è un disastro per noi.
  • FERRARA: Ma perché? l medico, scusi, non è mica un taumaturgo…. il medico è una persona come lei, come me, che ha studiato delle cose, descrive una situazione…
  • SOFRI: Chiedigli come passa la giornata.
  • MANGIARACINA: Ma chi è il medico? E’ un consulente della salute o è anche un educatore?
  • FERRARA: Mah, sa… ci sono dei medici che per esempio dicono, a delle persone che tentano disperatamente di smettere di fumare, e vanno dallo psicoanalista, e vengono da lei, e si rovinano letteralmente la vita perché vogliono smettere di fumare… un madico intelligente può anche valutare che forse è meglio se fumano dieci sigarette al giorno. Può succedere… la vita è strana, curiosa…
  • MANGIARACINA: Noi, quando una persona ci chiede di smettere di fumare, noi abbiamo un colloquio clinico con la persona…
  • FERRARA: Sì. Poi chiuda che dobbiamo arrivare al Canada.
  • MANGIARACINA: E possiamo arrivare anche alla conclusione di dire alla persona: “Guardi che forse è meglio che lasci perdere, per il momento: e magari ci riprovi fra sei mesi, un anno…”
  • FERRARA: Lei è una persona con la testa sulle spalle, sù… siamo completamente d’accordo. Ha detto cose giuste.
  • SOFRI: TurciTurci, appunto, io ho letto che il Canada ha molto depenalizzato il consumo di droghe leggere. E lei cosa ci dice, invece, del Canada?
  • GIAN TURCI: Mah, guardi, io del Canada potrei dirle molto, perché ci sono vissuto per moltissimo tempo: ma penso che più che parlare del Canada – che è una nazione non diversa dagli Stati Uniti per molti modi – sia importante mettere in chiaro come sta l’evidenza sul fumo passivo, perché questa concerne il Canada, concerne gli Stati Uniti, concerne l’Italia eccetera. Perché i fumatori, dappertutto, in questi Paesi, sono o saranno messi alla porta come degli assassini, dei puzzoni e il resto che sappiamo. La situazione è molto semplice e devo dirla tutto di un fiato per due minuti. Ci sono stati 124 studi finora fatti sul fumo passivo, in tutto il mondo e in tutti i tempi: 16 di questi studi hanno fatto vedere un’elevazione di rischio minima di cancro o di malattie cardio-vascolari; 30 di questi studi hanno fatto vedere un beneficio da esposizione in egual misura; i rimanenti 78…
  • FERRARA: No, scusi! Un beneficio in che senso?
  • TURCI: Il beneficio è statistico: cioè, secondo lo studio – e si sta parlando di studi statistici – chi è esposto al fumo passivo sta meglio, ha meno rischio di cancro polmonare, ha meno rischio di malattie cardio-vascolari. Ma finiamo. Gli altri studi addirittura, 78, hanno fatto vedere che si sta allo stesso tempo meglio e allo stesso tempo peggio. Allora…
  • FERRARA: No, anche questa ce la deve spiegare, scusi…
  • TURCI: Ma sì, perché sono i misteri della statistica: nella statistica si muore più di una volta, nella statistica ci sono più di una malattia, nella statistica ci sono molti number one killers secondo chi si ascolta. Se si ascolta un anti-fumo, il fumo…
  • FERRARA: Ho capito, ho capito. Lei sta criticando le verità statistiche.
  • PALOMBELLI: Ma poi i canadesi adesso hanno la Sars. Cioè, bisogna introdurre un elemento di fatalismo. Ciascuno di noi attraversa il suo percorso esistenziale – io ho vissuto mezza vita da fumatrice e mezza da non fumatrice, perché un giorno mi sono stufata, non mi andava più di fumare – però, in entrambi i casi, voglio dire, con fatalismo: perchè, per esempio, a chi come me ha la pressione molto bassa, e chi ha poi bisogno, come molti giornalisti, magari di concentrarsi, a volte una sigaretta… eh… può servire! Quindi, voglio dire… io vorrei domandare al professor Garattini
  • FERRARA: No, però…
  • PALOMBELLI: dobbiamo…
  • SOFRI: Turci…
  • TURCI: mi scusi, però; se ammettessimo che il fumo passivo non fa male ma che sia semplicemente una cosa fastidiosa e sgradevole per le altre persone, non basterebbe…
  • TURCI: Ma ci sto arrivando…
  • SOFRI: … non basterebbe a far sì che sia impedito di fumare di fronte a persone per cui è fastidioso e sgradevole, se non…
  • FERRARA: Ma è già così.
  • TURCI: Sto cercando disperatamente di arrivarci, però vorrei arrivare a un altro punto. Tutti questi studi che hanno fatto vedere l’elevazione di rischio, non hanno neanche provato che il rischio esiste, perché nell’elevazione del 10-15 per cento, ci vuole un’elevazione del 200 per cento, e non andiamo nelle tecnicalità. Quello a cui voglio arrivare io, è che si basano leggi, che vietano l’ingresso ai fumatori nei locali pubblici, su questo tipo di scienza rottame. L’ultimo super studio da 118.000 persone ha dimostrato che non si può provare se il fumo passivo faccia male. E adesso vengo alla Sua domanda: dovrebbe essere il gestore del ristorante o del luogo pubblico o del bar, che è il proprietario di un locale privato e non pubblico – perché sono un libertario anch’io, e con molto orgoglio – a decidere se si stabilisce una politica fumo o non fumo: coloro che non possono accomodare entrambi devono prendere una decisione. Però, a questo punto, si verrebbe a verificare un accomodamento di mercato, in proporzioni esatte tra fumatori e non fumatori; un piccolo disco verde o rosso sulla porta indica a chi entra se si fuma o non si fuma, e, a questo punto, uno, da adulto, prende la decisione…
  • PALOMBELLI: Infatti, come con l’Eurostar… non c’è bisogno di fare…
  • SOFRI: E quindi, secondo lei, è giusto che, per esempio, un condominio voti a maggioranza che in quel condominio non si fuma…
  • PALOMBELLI: … c’è l’Eurostar che dimostra…
  • TURCI: No, assolutamente no, io nel condominio, a casa mia, fumo: perché altrimenti facciamo le pazzie di New York…
  • SOFRI: E in ascensore, in corridoio? E nell’ingresso?
  • FERRARA: Ma in ascensore no, è evidente… sù, Luca… che sono ‘sti sofismi…
  • SOFRI: Non sono sofismi.
  • FERRARA: Andiamo…
  • SOFRI: Voglio capire se siamo d’accordo a evitare il fumo ovunque ci sia qualcuno che non lo vuole…
  • FERRARA: Fate finire Turci, rapidamente: che poi Milano aspetta di prendere la parola.
  • TURCI: In una sezione di un aereoporto si può benissimo fare una sezione fumatori: e si puo fare nei treni attaccando un vagone, sennò si va a finire come in Canada, dove cercano di portarti via i figli se fumi – ed è successo, e ho avuto un’esperienza personale a questo riguardo, che è inutile parlarne adesso – ed è vietato bere in pubblico perché se sei sul patio di casa tua, e ti fai vedere a bere una birra, tu sei un cattivo esempio per i giovani e ti becchi l’arresto. Lo stesso vale se ti porti una cassetta di birra nel sedile della macchina, perché deve essere nascosta nel bagagliaio…
  • SOFRI: E questo quali gravi conseguenze ha portato?
  • TURCI: Questo ha portato…
  • FERRARA: … rincretinimento, posso dirlo?
  • TURCI: … a uno dei più alti tassi di alcolismo nel mondo…
  • SOFRI: I canadesi?
  • PALOMBELLI: Certo, l’alcolismo…
  • FERRARA: Il rincretinimento è l’alcolismo.
  • TURCI: Cioè, in Canada e negli Stati Uniti e in Inghilterra ci sono tassi dei più alti. Il Canada è una cosa incredibile. Il numero dei fumatori minorenni è quadruplicato, da quando sono cominciati i bombardamenti.
  • SOFRI: Io credo che i tassi di alcolismo della Scandinavia siano più alti di quelli dei Paesi che lei ha detto.
  • FACCI: Che noiaaaa, Sofri
  • SOFRI: Vabbè, se dobbiamo dire delle cose vere… Scusa Facci, allora fammi dire, fammi chiedere una cosa a te e anche a Giuliano Ferrara che siete due persone, diciamo, di una certa certezza delle proprie forze e dei propri mezzi…
  • FERRARA: Eh, invece Luca Sofri
  • SOFRI: Difatti Luca Sofri ci è già arrivato dove vi voglio portare io.
  • FERRARA: Hai solo le idee più confuse.
  • SOFRI: Allora, allora… uno dei motivi per cui io sono molto anti-proibizionista sulle droghe leggere è che liberalizzare le droghe leggere toglierebbe quell’aura di iniziazione a quelli che si fanno le canne, che sembra sempre che facciano delle cose rivoluzionarie e particolarmente, appunto, avanguardiste e carbonare. Il motivo per cui, quindi, sono contrario a qualsiasi proibizionismo anche per le sigarette è anche questo. E mi sembra che in questo state entrando: state entrando in una battaglia libertaria…
  • FACCI: Benissimo, ma io sono d’accordo…
  • SOFRI: …ma rispetto al fatto che non siate capaci di smettere di fumare…
  • FACCI: Ci fate parlare?
  • SOFRI: Allora la domanda è: perché non smettete di fumare?
  • FERRARA: Ma perché non fumi, ogni tanto? Che ti chiarisce le idee?
  • FACCI: Ma fate parlare da Milano?
  • FERRARA: Luca, perchè non ti compri delle Camel? No, un momento, Turci, lei ha parlato e ci ha detto molte cose anche molto interessanti, ma abbiamo due polemisti di razza che aspettano di parlare. Facci!
  • FACCI: Grazie. Allora. Il signore di cui non ricordo il cognome… quello che vigila sulla qualità della mia vita fino ai settant’anni, ha detto che, a suo avviso, la causa numero uno rimovibile di morte sarebbe il fumo. Ecco, mi permetto di non essere d’accordo…
  • MANGIARACINA: Non l’ho detto io, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità
  • FACCI: Ritengo… no, per favore! Siamo qua a Milano isolati…
  • SOFRI: facciamo parlare Facci.
  • MANGIARACINA: Ma non l’ho detto io…
  • SOFRI: Adesso facciamo parlare b.
  • FACCI: Grazie. Ritengo che la prima causa da eliminare sarebbe la mancanza di informazione, di corretta informazione. Per rifarmi a una questione precedente: io sono uno di quei signori che si butta con l’elastico, ma so, per informazione, che c’è meno probabilità di morire buttandosi con l’elastico che andando in automobile, e infatti non ho l’automobile. Da questo punto di vistal’informazione è il dato numero uno, perché permetterebbe, se ci fosse equilibrio e se si allontanasse l’ossessione – e a mio avviso nei confronti del fumo c’è ossessione – di avere più senso di quel che davvero faccia male e che, altrimenti, procedendo per campagne, porta appunto, com’è stato dimostrato da Turci, solo a ossessioni. Turci non ne vuole parlare, però dovrebbe raccontare di quando rischiò che gli portassero via la potestà dei figli in Canada perché dissero ai figli, a scuola: “Di’ la verita, tuo padre fuma”. Parliamo di nazioni – in alcuni stati degli Usa – dove non si può fumare neanche nella propria casa, nel proprio condominio, perché dicono che il fumo passa sotto le porte. Ecco, io ritengo che ci siano delle cause di morte – sostanzialmente tutte quelle, ribadisco, che fanno sì che si viva – che andrebbero gestite con più equilibrio. Luca, probabilmente mi sto sbagliando: ma sono d’accordo con te anche sulla questione delle droghe leggere, perché sappiamo che, dal proibizionismo degli anni ’20 a oggi, creare questo alone di mistero… Stanno facendo risalire la questione per cui il fumo sembra, sembri, una devianza. Il fumo ormai era – e questo stava accadendo negli Stati Uniti – una questione, per dirlo in maniera politicamente scorretta, da portoricani; adesso gli stanno facendo riguadagnare status. Finisco dicendo questo…
  • FERRARA: …Si…
  • FACCI: Poiché l’elemento numero uno è l’informazione, poiché la circolarità e la quantità di informazioni è illimitata ma la nostra capacità di recepirla no, nel momento in cui l’80 per cento delle questioni che riguardano la causalità di un tumore riguardi il fumo, e quasi nessuno sappia preservarsi ad esempio da quanto faccia male il benzene, e infinite altre cose che fanno parte per le ragioni per cui si muore dopo aver vissuto, ecco, questo, a mio modo di vedere, è del tutto negativo. Lo so che l’ho fatta complicata.
  • FERRARA: Bene!. Senza contare che una delle ragioni per cui si muore, per adesso, è nel racconto di un libro molto famoso, la Bibbia. Cioè: forse si muore anche per un disegno imperscrutabile che nessuno scienziato ci riuscirà mai a spiegare. Ma mi rendo conto di essere, in questo, medievale…
  • SOFRI: Però, anche in questo, le statistiche sono controverse.
  • FERRARA: Le statistiche sono controverse… Garattini!
  • GARATTINI: Sì. Beh, intanto bisogna dire che il benzene fa male soprattutto ai fumatori, perché esistono dati molto precisi che mostrano come chi fuma sia molto più soggetto ai danni dell’inquinamento di chi non fuma. Mi sembra che il problema venga trattato in modo aneddottico… Proprio oggi, in occasione della giornata contro il fumo – diciamo alla vigilia della giornata contro il fumo – l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto un comunicato in cui si dichiara, in modo molto preciso, che il fumo cosiddetto di seconda mano, cioè il fumo passivo, fa danni sia per quanto riguarda i tumori sia per quanto riguarda il sistema cardio-vascolare. Poi ognuno interpreta le statistiche come vuole, ma i dati di fatto sono quelli che la stragrande maggioranza dei dati è in favore degli studi fatti bene; perché non basta citare 120 studi, bisogna essere nel campo e saper giudicare quali sono gli studi fatti bene e quelli fatti male. Quelli fatti bene sono dalla parte dell’affermazione che il fumo passivo fa male…
  • TURCI: Ma se son riescono neanche a vedere qual è il rischio… Io ho in mano lo studio…
  • GARATTINI: Io mi domando quale sia…perché il fumatore debba avere l’arroganza di ritenere che…
  • PALOMBELLI: Scusa, Giuliano…
  • GARATTINI: …lui possa fumare dove vuole. Lui può fumare dove vuole e nessuno è contro…
  • TURCI: Io vorrei sapere perchè l’antifumo abbia l’arroganza di vietarlo da tutte le parti, perché è a questo che si vuole arrivare…
  • SOFRI: Ma non è che è vietato da tutte le parti.
  • TURCI: Ma la strada è quella…
  • GARATTINI: Posso parlare? Posso parlare? Cioè, cerchiamo di mettere le cose a posto e di dare ad ogni parola il suo valore: proibizionismo. La legge non proibisce di fumare, la legge dice soltanto…
  • TURCI: Non si può fumare da nessuna parte!
  • FERRARA: Finchè esisteranno i tabaccai non potremo parlare di proibizionismo.
  • SOFRI: Turci, non esiste il mondo di cui parla lei.
  • TURCI: Ma chi sono i non fumatori? Ma chi è lei, o qualunque altro, a dire che io le faccio del male, che non lo può nemmeno provare… ?
  • GARATTINI: Come non lo posso provare? Tutti i dati…
  • TURCI: Non lo può provare!
  • GARATTINI: … e comunque, mi dà fastidio.
  • SOFRI: Turci, mi dà fastidio. Anche se non mi fa male, mi dà fastidio.
  • GARATTINI: Esatto! E lei non ha il diritto di infastidirmi! Io non la infastidisco.
  • TURCI: Bene, allora lei se ne sta al suo posto e io me ne sto nel mio. Ma lei non ha il diritto di infastidire me, perché se io non posso più entrare in un bar, non posso più entrare in una stazione, non importa quanto intorno…
  • GARATTINI: Ma lei entri e non fumi… lei può entrare, basta che non fumi…
  • SOFRI: Ho un suggerimento: sa cosa può fare? Entrare ma non fumare.
  • GARATTINI: …basta che non fumi e lei può entrare, ma non vedo perché io devo subire il fastidio del suo fumo…
  • FERRARA: Ma come sono presuntuosi ‘sti ragazzi… Turci, Turci, Turci, Turci… no, voglio capire una cosa da Turci. Turci, scusi, eh? A me piacciono gli eccessi polemici: ma non è che lei adesso vuole sostenere il diritto di sfumacchiare in faccia a quelli che non amano che gli si fumi in faccia?
  • TURCI: Assolutamente no.
  • FERRARA: Eh, sennò…
  • TURCI: Io sono il primo a non farlo, però il fatto che esista una legge, che esisterà una legge che impedisce in qualunque posto, anche in stazioni enormi o aereoporti enormi, di avere almeno una sezione fumatori, dove io possa essere isolato, una legge che impedisca al piccolo bar sotto casa mia, che non ha scelta, di stabilire che si fuma…
  • SOFRI: Perché non anche una sezione sputatori, allora, scusi?
  • TURCI: Eh?
  • SOFRI: Perché non anche una sezione “sputatori per terra”?
  • TURCI: Ma se ci fossero 18 milioni di sputatori, forse, varrebbe la pena di parlarne.
  • SOFRI: Guardi una partita di calcio e vedrà quanti ce ne sono.
  • GARATTINI: Questo è un modo di ragionare che veramente è contro ogni buonsenso, è contro ogni buonsenso.
  • FERRARA: No, contro ogni buonsenso, adesso non esageriamo, professor Garattini. Comunque, adesso…
  • GARATTINI: E’ contro ogni buonsenso, perché…
  • FERRARA: Professore, si può essere in dissenso da b quando dice che secondo lui è una violenza contro la sua libertà, per esempio, proibire il fumo nei luoghi pubblici. Si può essere in dissenso, lei è in dissenso, lo Stato è in dissenso…
  • GARATTINI: No, ma io sono in dissenso con un diritto…
  • FACCI: Ferrara, Ferrara
  • TURCI: C’è posto per entrambi.
  • FERRARA: Però, professor Garattini, lei deve anche accettare che si possa fare il ragionamento che ha fatto prima.
  • TURCI: siccome, per esempio, i ristoranti sono luoghi privati, che svolgono una funzione pubblica, se un ristorante stabilisce di essere un ristorante per fumatori la licenza gliela danno, in quel ristorante ci vanno i fumatori.
  • SOFRI: Io sono d’accordo.
  • TURCI: Sì, certo, esatto!
  • GARATTINI: Ma questo non è contrario, non è contrario… la legge non dice questo. La legge non dice che non è possibile…
  • FERRARA: Allora se non vi prendete i figli dei fumatori, se…
  • GARATTINI: I figli dei fumatori, soprattutto se sono bambini, hanno il diritto di essere difesi.
  • TURCI: Da cosa? Da cosa?
  • FERRARA: Ma da chi, ma dove… Ma allora devono essere difesi da tutto… devono imparare un perfetto italiano… ma non esiste, questo… ,
  • SOFRI: Ma non si muore d’imperfetto italiano!
  • FERRARA: Ma che c’entra, i valori della vita non sono solo vivere o morire…
  • GARATTINI: La loro salute! Devono essere difesi per quel che riguarda la loro salute! Perché è una violenza fatta a questi bambini! Una vera violenza!
  • TURCI: Professor Garattini, i figli non appartengono alla Stato.
  • FERRARA: Professor Garattini, la salute non è il segmento fumo, il segmento assunzione di un eccesso di grassi…
  • GARATTINI: Ma parliamo di fumo, non parliamo di altre cose…
  • FERRARA: Ma la salute è un’altra cosa. Se un bambino è ineducato, professor Garattini, a vivere nella strada, finirà sotto una macchina. I genitori distratti che non li tengono per mano, quando li portano a scuola, non li custodiscono come devono…
  • GARATTINI: Dottor Ferrara, non sto dicendo il contrario! E’ lei che sposta l’argomento!
  • SOFRI: Questo è benaltrismo, questo è benaltrismo nella sua forma più classica.
  • GARATTINI: Stìa all’argomento: poi, se vogliamo parlare dei bambini per la strada, parliamo dei bambini per la strada… ma non sposti l’argomento.
  • PALOMBELLI: Allora, io sono d’accordo, naturalmente, col professor Garattini e detesto quando mi fumano in faccia. Tutto ciò premesso, la notizia che saranno proibite in Italia le sigarette di cioccolata mi ha fatto pensare a quell’ossessione di cui si parla questa sera.
  • GARATTINI: Ma dove c’è scritto che saranno proibite le sigarette di cioccolata?
  • PALOMBELLI: No, no, è una norma che sta per essere applicata…
  • FACCI: Ferrara, mi fa dire ancora una cosa?
  • GARATTINI: Magari mangiassero le sigarette di cioccolata, sarebbe molto meglio.
  • PALOMBELLI: Però questa sera ho scoperto un dato allarmante: da quando ci sono i cartelli e il proibizionismo il fumo è aumentato. Sono molto preoccupata.
  • TURCI: Ma infatti, ma infatti…
  • GARATTINI: Non è vero che sia aumentato!
  • FERRARA: Io sono preoccupato…
  • GARATTINI: Non è vero, non è vero!
  • FERRARA: Io sono preoccupato del fatto che il professor Garattini, che è notoriamente una persona intelligente ed esperta, non riesca a capire, o non voglia capire, o pensi che sia meglio far finta finta di non aver capito…
  • TURCI: … bravo…
  • FERRARA: … che c’è una catena di problemi che si legano l’uno all’altro. Sul fumo, e sul diritto a non subire il fumo degli altri, ha perfettamente ragione. Ma non vuole venire sul nostro terreno quando diciamo: non fatene una crociata ideologica!
  • GARATTINI: Ma chi ne fa una crociata!
  • FERRARA: Sennò finisce che criminalizzate anche i grassi, criminalizzate…
  • FACCI: Ma scusi, Ferrara, scusi: la strada è quella! Basta guardare gli Stati Uniti!
  • FERRARA: Lo so che è quella, lo so che è quella…
  • SOFRI: Ma la piantate con ‘sti Stati Uniti?
  • FACCI: Basta vedere che cosa succede lì! Posso dire un’ultima cosa? Il buonsenso dovrebbe risolvere tutto, credo. Ecco: io, sinceramente, di persone a cui dà veramente fastidio il fumo – per gli occhi, fondamentalmente: hanno delle forme di allergie – ne ho conosciute veramente poche. Con tutta questa campagna stanno aumentando. Se io vado a casa di qualcuno e chiedo “posso fumare?”, le persone che mi dicono di no perché hanno deciso che gli dà fastidio sono sempre di più. A queste persone chiedo: “Posso andare sul balcone?” E qualcuno dice: “No, non puoi fumare neanche sul balcone”. E costui è un cretino.
  • SOFRI: Vabbè, è il suo balcone, Facci
  • FACCI: E questo cretino è figlio di questo tipo di campagna.
  • GARATTINI: Ma non è vero!
  • FACCI: Costui non si vuole che io fumi e basta.
  • TURCI: Esatto!
  • FACCI: Costui ha fastidio se io tiro fuori questa sigaretta di plastica che vendono in farmacia e che… non la vuole, non ci deve essere…
  • FERRARA: Si chiamano ossessioni, siamo d’accordo. Un momento, dobbiamo assolutamente mandare la pubblicità. Delle Marlboro.
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  • FERRARA: Allora… la depressione dei non più fumatori. Barbara Palombelli voleva dire una cosa.
  • PALOMBELLI: Io ho notato che alcuni non fumatori, cioè persone costrette a smettere – magari per motivi di salute, soprattutto se grandi, intorno ai sessanta, settant’anni – hanno poi avuto delle depressioni terribili. Le risulta?
  • MANGIARACINA: Noi parliamo di doppia diagnosi, in questo caso. Esiste una correlazione, comunque, fra tabagismo e depressione. E parliamo di doppia diagnosi – e, credo, gli psichiatri sono molto in avanti su questo – cioè nel senso che il fumo serve a sopper… a venire incontro ad uno stato depressivo latente dell’individuo oppure, una volta acquisita l’abitudine al fumo, si sviluppa una personalità di dipendenza…
  • PALOMBELLI: Beh, è una compagnia la sigaretta mica male, eh? Io l’ho avuta per quattordici anni… è quasi come un marito, eh!
  • MANGIARACINA: Il rapporto con la sigaretta è emozionale, non razionale. E’ proprio un rapporto di coppia…
  • FERRARA: Senta, professor Mangiaracina, mi dice che tipo d’uomo vorrebbe forgiare lei, se avesse il potere di farlo?
  • MANGIARACINA: Ma per carità! No, io dico: non si può far venire la sete a chi non ce l’ha, non voglio forgiare nessuno, viviamo in un paese libero – per carità! – e finchè esisteranno i tabaccai non potremo parlare di proibizionismo, mi auguro che continui a non esistere, sono un antiproibizionista convinto e quindi non voglio forgiare nessuno. Però voglio dare una risposta a questi signori quando parlano di scienza spazzatura. Noi possiamo fare tutte le critiche che vogliamo: anche io sono critico, anche nei confronti della scienza, e credo anche Garattini. Di una certa scienza, tutto va vagliato. Però io mi auguro che queste persone non si ammalino mai.
  • FERRARA: Beh, adesso non andiamo sul personale…
  • MANGIARACINA: …perché altrimente dovrebbero fare ricorso a questa scienza che tanto denigrano, perchè, in protocollo scientifico noi utilizziamo…
  • TURCI: La statistica non è scienza.
  • MANGIARACINA: …per validare un intervento sul piano terapeutico, il procedimento è lo stesso che utilizziamo nell’analisi del problema del tabacco… quindi le metodologie sono uguali…
  • FERRARA: La scienza è rispettabile, però lei ammetterà che a volte è presentata in modo perentorio, soprattutto quando si connette al problema – che non è scientifico, ma etico – di dirci quello che dobbiamo fare, come ci dobbiamo comportare. Cioè, il medico che vuole fare di te una persona diversa da quella che sei, non è un tuo amico. Il medico tuo amico è uno che ti descrive e ti rende consapevole dei problemi che hai…
  • SOFRI: Non è un tuo amico, è il tuo medico.
  • FERRARA: … ma non il medico che ti minaccia, il medico che ti mette allarme… il medico che ti impaurisce; così come il medico della bugia pietosa, che è sbagliata… beh, insomma ci vuole equilibrio in tutto, no? O sbaglio?
  • FACCI: Ferrara, a proposito di equilibrio…
  • TURCI: Una cosa ancora sul Canada, molto importante…
  • FERRARA: Un momento. Facci, prego!
  • FACCI: A proposito di equilibrio… Corriere della Sera di poco tempo fa. Allora: notizia di taglio basso che dà conto – parliamo dell’Africa – dei morti in Algeria; notizia, qualche pagina più in là, degli esiti di una carestia sempre nel continente africano; apertura di pagina, qualche pagina indietro, in cui si spiega che una delle emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è prevenire la distribuzione di sigarette e del tabacco nel Terzo Mondo. Ecco: questo tipo di priorità, questo tipo di presentazione delle cose assolutamente folle, a mio avviso, è figlio di una campagna di tipo assolutamente etico e irrazionale: il problema del Terzo Mondo, sul primo quotidiano italiano, è stato evidenziato nella distribuzione e nella possibile contaminazione del tabacco. Se non è una crociata questa…
  • GARATTINI: Ma non è vero, perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità non è vero che…
  • SOFRI: Perché la definisci una crociata e non una questione pratica?
  • GARATTINI: … non è vero che mette come priorità… L’avrà messa il giornale.
  • FACCI: Ah, ho capito…
  • (parapiglia finale, voci su voci, saluti)
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16 Commenti

  1. Grazie della delucidazione Rina. E’ un magazine che non “frequento” :) Perché dovrei aspirare ad una sua intervista, secondo Tommaso? Mah!

  2. Nella società c’è sempre chi difende i subnormali
    perché non si rende conto che i subnormali sono subnormali.
    E la ragione per cui non se ne rendono conto è che sono subnormali anche loro.

  3. Ancora con questa storia del traffico? Oh, lo dice la stessa oms: dipende dal principio di rimovibilità. Io ho due cause d’inquinamento dell’aria. Il costo sociale di combattere la prima (il fumo) è 10, per la seconda (lo smog) è 10.000. Risposta del fumatore: ma lo smog fa più male. Replica dello Stato: e chi se ne fotte! Intanto pensiamo al fastidio che voi tossici date a chi non fuma, e poi pensiamo alle grandi questioni della vita come trovare un modo per spostare le persone senza inquinare. Ci voleva tanto?

  4. Forse, Federico, perché Filippo Facci è stato intervistato da CSF e, così, secondo la la logica di Tommaso, F.F. è un uomo arrivato e altri no.

  5. Però c’è una cosa che mi chiedo da anni: considerando che la nicotina come sostanza psicotropa è piuttosto fiacca, perché il fumatore medio non passa a farsi di qualcosa che non contenga idrocarburi, benzene e ammoniaca? Guardante che le piante di cannabis sul davanzale crescono che è una bellezza.

  6. Era un gran casino.
    La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato allo yoghurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City,
    e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente.
    La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire.

  7. Ah ok, Rina. Beh, in questo caso allora mi tiro fuori. Non vorrei sembrare presuntuoso, ma per sentirmi “arrivato” pretendo qualcosa di più succulento di un’intervista di un giornalista sul magazine del Corriere della Sera.
    Forte la citazione, Ambrogio.
    Stefano, “invidia del pene” ? Ma non è una dinamica tipica della psiche femminile ? :P

  8. Mi sa che qui qualcuno non ha capito proprio quale fosse l’argomento del dibattito.
    E’ il solito problema del dito, della luna e delle indicazioni che vengono fornite all’idiota.

  9. paolè, vuoi dire l’autopubblicità per un libro fatto per essere venduto a fumatori che vogliono essere tranquillizzati con cazzate?

  10. Forse le aree fumatori negli auroporti mancano per lo stesso motivo per cui, a distanza di anni dalla legge che ne impone l’obbligo, mancano gli accessi per disabili in molti luoghi pubblici.

  11. Calvin! che piacere rivederti, cominicavo a sentire la mancanza delle tue cazzate.
    Meno male che sei tornato, è appena passato uno stormo di asini volanti sul mio giardino e non sapevo con chi condividere questo momento.
    Non ci sono mezzi alternativi per spostarsi senza inquinare, è una risposta davvero strepitosa più o meno come gli asini che volano.
    Tu le fiabe dove le leggi?

  12. Eh già. Vogliamo provare a vietare Milano alle macchine e vedere quanti mezzi pubblici ci vogliono per portare tutti i pendolari a lavoro? Difatti, citando inelegantemente me stesso “il costo sociale di combattere la prima (il fumo) è 10, per la seconda (lo smog) è 10.000”. Mica tutti vano a cavallo.

  13. mens sana in corpore devastato

    Sulle prime le segnalazioni di Facci a sè stesso mi sono sembrate un po’, come dire, autoreferenziali, e ciò mi ha spinto inconsciamente a non leggere subito i tre stralci del libro finora pubblicati dove voi ben sapete.
    Sbagliavo. Sbagliavo di bru…

  14. ……che chiudano i fumatori dentro un ghetto, mi stanno sul cazzo e FF me li fa sembrare, se possibile, ancor più antipatici.

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