ASSOLUTAMENTE FORSE

Cosa ne pensate delle donne in politica?
E del bugee jumping?
E dello slow food?
Io per esempio non so se essere a favore del panino o del piatto di pastasciutta. Non sono capace di decidermi.
E’ un problema non avere un’opinione su tutto. Su alcune questioni, diciamocelo chiaro e tondo, vorremmo avere il beneficio della sospensione del giudizio. E invece no, non si può.

Negli autobus, nei talk show, nelle sale d’aspetto del dentista, tutti prendono una loro posizione. E la difendono con le unghie e con i denti, con la convinzione dell’esperto.
Cosa ne pensa la “gente” del pollo arrosto?

La bellezza serve per fare carriera?
E sei a favore della doccia o del bagno?
Il gatto è una bestia che si affeziona al padrone o alla casa?
E la violenza negli stadi è lo specchio della violenza nella società?


Boh! Non lo so. Ammetto che un’opinione fondata, difendibile, ferma non ce l’ho.
Non sono capace di dire: assolutamente sì o assolutamente no.

Tempo fa l’Eurispes (Istituto di studi politici economici e sociali) ha detto che soffriamo tutti, specialmente i giovani, di “oblomovismo”.
Oblomov era il protagonista del romanzo di Goncarov. Russo. Anno del Signore 1859.
Era, Oblomov, un giovanotto incapace di prendere posizione, un inerte più che un inetto. Colto, ma assolutamente inadatto alla vita.

Su alcune questioni, lasciano intendere i sociologi dell’Eurispes, bisogna avercela un’opinione e una risoluzione all’azione razionale.
Oblomov era un decadente? Può darsi.
Però, adesso, far passare per scelte decisive l’alternativa tra cravatta o non cravatta, vino o birra, “destra” o “sinistra” (sì, ho detto, “destra” o “sinistra”), beh, mi pare che sia un’offesa all’intelligenza, anche se decadente.
Naturalmente l’analisi Eurispes era molto più articolata., ma, qui, ci serve il paradosso.

Scriveva il poeta irlandese William Butler Yeats: “I migliori non hanno convinzioni mentre i peggiori traboccano di intense passioni”. Credo si riferisse ad altre dispute.
Noi adesso disputiamo di frattaglie e di scarti.
E scambiamo il “Depende” di Jarabe de Palo per il dubbio metodico cartesiano. Sì, perché oltre al dover dire la nostra su tutto e su tutti c’è anche la convinzione che l’unica sospensione del giudizio possibile sia un convinto e democratico relativismo. E’ l’altra faccia della medaglia.

E allora: siamo una società decadente che relativizza?
No, poiché, malgrado tutto… sappiamo essere favorevoli allo slow food e al buon vino.
Ne sono certo.
Anche se, molto spesso… non mi condivido.

P.S. E’ un vecchio post. Addirittura del 2001. Assolutamente vero.

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4 Commenti

  1. E’ bello cambiare idea. Non continuamente, ma ogni tanto è bello. Funge da terapia neurologica.
    Infatti dicesi: “il cretino non cambia mai idea”.
    E’ uno di quei bei detti antichi che non sbagliano.

  2. Mi trovi d’accordo, prendere posizione su una situazione che pretende giudizio a volte può essere la peggiore tra le scelte possibili. La verità è una, tutto il resto lo aggiunge l’uomo nel disperato tentativo di sezionare la realtà per svelarne il meccanismo.
    Non siamo tenuti a dire la nostra su tutto, non viviamo in un talk show, non è indispensabile dar fiato alla bocca perché gli altri si accorgano di noi. Tacere non sempre equivale a mancanza di idee, a debolezza, a timidezza: tacere è un grido quando significa rispetto, perché il silenzio può avere identica dignità di risposta di un sì o di un no, e molte volte contiene in sé una maggiore consapevolezza della domanda.

  3. Scrissi due tre mesi fa: (sul bloggare) “ci fa più grandi, più ambiziosi, più estremi in ogni direzione (visto che non ci è più concesso di non avere un’opinione)”. Saluti in totale sintonia ;)

  4. La teoria della relativita` sostiene che tutto dipende dal punto di vista.. anche la teoria stessa!

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