Un riconoscimento

Il tratto è vecchiotto, la composizione imprecisa. Ma se volete avere una netta sensazione di “tempo fermo”, guardatevi questa vignetta sulla questione Israele-Palestina: è di oggi, di cinque, dieci o trent’anni fa?

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11 Commenti

  1. No Borgassilli. Il riconoscimento dalla parte d’israele dell’OLP si celebrava sul prato della casa bianca con una (anzi due) strette di mano, lo stesso OLP che assassinava degli sportivi a Monaco, e ragazzini delle scuole al nord d’Israele, sperando in una pace e risoluzione del conflitto. Ma l’OLP ha fatto vedere di che pasta e’ fatto nel settembre 2000 quando ha dichiarato una guerra nel mezzo di un processo di pace (non parlarmi della camminata di Sharon sulla spianata delle moschee. Chi se ne fregava a suo tempo di quel vecchio politico ormai sull’orlo della pensione). Nessuna vignetta piu’ o meno anti-israeliana potra’ cambiare la storia.

  2. il vecchio politico sull’orlo della pensione era l’icona della destra israeliana ed è sempre stato considerato dai palestinesi il loro peggior nemico (per cause storiche che ben saprai).non contando che ha vinto le elezioni poco dopo,alla faccia del vecchio pensionato. che arafat abbia perso una buona occasione è anche vero, ma per favore sii obiettivo.

  3. Daccordo con TALCAL aggiungo che, se si vuole uscire dalle battute, il problema della pace tra Israele e Palestina sta semmai nel riconoscimento da parte di una minoranza di fanatici, dell’altro popolo, sia esso Israele che Palestina.
    E tra le due minoranze le più pericolose hanno dimostrato essere, per il loro stesso popolo, prima ancora che per l’altro, quelle palestinesi.

  4. d’accordo con camillo nella prima parte, sulla pericolosità di una sola delle minoranze ho i miei dubbi. quella israeliana di minoranza guida il governo.

  5. Ha ragione Grassilli, la vignetta potrebbe essere di cinque, dieci o trent’anni fa. adesso che ci penso la vignetta potrebbe anche essere di sessant’anni fa, e provenire dal Der Stuermer:
    http://www.calvin.edu/academic/cas/gpa/images/sturmer/sturm05.jpg
    Nel senso che il pregiudizio è rimasto lo stesso. Io su Cuore non ho mai visto una vignetta in cui l’israeliano non fosse rappresentato da un grosso e feroce soldato con la stella di david sull’elmetto (a proposito vi risulta che ce l’abbiano davvero, la stella sull’elmetto? a me no). Il palestinese invece (vauro ha fatto scuola)è sempre un bambino con gli occhioni grandi con ramoscello d’ulivo in mano, un uomo magro ed emaciato dalla faccia triste, o un cadaverino. Buoni di qua, cattivi di là. Fosse così semplice per davvero…

  6. Stefano sbagli e alla grande: Sharon non e’ MAI stato l’idolo della destra israeliana, fa parte del suo make-up psicologico. Prima c’era Begin poi Netanyahu che ancora e’ considerato il “Re” del Likud. Poi, lungi da me auspicare un governo di destra in israele (anche per altre ragioni di “semplice” gestione del paese), ma dire che una minoranza pericolosa guida il l’israele e’ un po’ esagerato. Sharon e’ molto piu’ “a sinistra” almeno in quello che dice di quanto non e’ stato Rabin, l’idolo della sinistra europea, ma solo post mortem. Vi racconto un segreto di Pulcinella, che vi vi dara’ anche una chiave per capire i problemi di israele: In pratica non c’e’ nessuna differenza fra Rabin, Netanyahu, Barak e Sharon. Pari sono. Stessa formazione, stesse soluzioni. L’unica differenza sono le loro PR all’estero.
    Detto tutto cio’ – oggi poteva essere uno stato palestinese con capitale Gerusalemme dell’est – tutto era pronto. Arafat ha fatto un’altra scelta – e ha spinto tutti fra le braccia dell’Islam fondamentalista. Complimenti a lui e all’europa che non vuole vedere quello che fa, anche al popolo palestinese.

  7. E rieccoli, ovviamente chi critica le politiche dello stato di Israele è un antisemita: “il pregiudizio è rimasto sempre lo stesso”… In realtà quello che è rimasto l’uguale è l’atteggiamento militare da parte degli israeliani nei confronti degli arabi (e non lo scrivo io, lo scrive Avi Shlaim), è per questo che ci vengono in mente sempre i soldati. E la stella di David non so se è sull’elmetto, ma per certo è sulla bandiera, e sul sigillo di stato, e mi pare ovvio usarla come simbolo dello stato di Israele.

  8. Alessio hai mai letto i giornali arabi? e quelli israeliani? e un libro di storia? Avi Shlaim, per favore! Non vorrei che qualcuno ti dicesse che conosce l’italia guardando il tg di Fede.

  9. Avi Shlaim sarebbe pari a Fede? Punto di vista interessante, visto che “The iron wall” (peraltro l’unico libro di Shlaim che ho letto) mi e’ sembrato un buon lavoro sia sul piano della ricerca storica che su quello dell’analisi critica. Se pero’ mi confermi che il TG4 ora aderisce a standard di quel tipo magari abbandono il mio esilio ibernico e torno in Italia. (nota per Alessio: trovo comunque inneccessario il farsi scudo di un ipse dixit per esprimere un parere ragionevole sull’immutabilita’ dell’atteggiamento israeliano nei confronti della questione araba)

  10. In una democrazia è molto facile trovare voci autocritiche, cari alessio e seipse… Cercate di non dimenticarvelo.

  11. talcat,la mia era ironia. comunque sono d’accordo sullo sbaglio di arafat, era preoccupato per la sua leadership (tuuto il mondo è paese).su sharon icona della destra ho altre informazioni. sta di fatto che anche la politica interna della sinistra israeliana è diversa da quella di sharon.l’hai detto pure tu,il governo israeliano era molto più disponibile alla pace (non ci vuole molto a vedere la differenza tra la situazione di adesso e quella di prima). il risultato di questa politica interventista sta sotto gli occhi di tutti e gli “estremisti” di entrambe le parti stanno diventando, a forza di lutti, la maggioranza.

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