15 righe, 900 battute

Al direttore – Confesso a lei, e solo a lei, l’estremo disagio provato di questi tempi leggendo la rubrica delle lettere sul suo giornale. È sempre stata un circorfei di varia umanità, sfogo inutile di frustrazioni bulimiche per uomini poco avvezzi allo shopping estremo, ma almeno si poteva ridere di gusto. Ora mi riesce estremamente impossibile, quasi difficile direi.
Passi l’eccentrico Dott. Castaldi, logorroico e confuso ma incomprensibilmente figo. Passi Crippa, ciellino dalla battuta scaduta e dal crocifisso in esposizione permanente, ma Boncompagni no per dio, non l’anziano clone di sé stesso rintronato come un divano logoro di natiche ormai passate di stagione, non me lo doveva mettere proprio lì, all’apertura della quarta. È di scarsa sostanza dissacratoria.
Or dunque passerei alla proposta, mutuandola dalla devozione calciofila riservata al fuoriclasse che si ritira a far altro: uno spazio bianco firmato Mattia, che resti per sempre a memoria della sua incredibilità.
Ci pensi, direttore, non vorrei sentirmi in obbligo di inondarle la buca con carta straccia sporcata da me ogniqualvolta sentissi il bisogno di un sorriso.
Ursula – via internet

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29 Commenti

  1. ora che è finito sex and the city c’è finalmente il tempo di occuparsi dei problemi veri della vita. In realtà G.B. sta lì sul Foglio solo per rivaleggiare (con colpevole ritardo) con le perle di saggezza di Mogol sul Riformista.

  2. Al direttore – Lei è un adorabile furbacchione, sono incantato. Ben sapendo dell’enormità cumulata da Mattia Feltri e che comunque quel mitico cantuccio in quarta pagina sarebbe sembrato a tutti come odiosamente usurpato, quand’anche lei l’avesse affidato a una commista quintessenza di Confucio, Shakespeare e Groucho Marx, lei ha pescato nel peggio del peggio e v’ha tirato fuori il meglio: Gianni Boncompagni. Della qual scelta invece io personalmente mi congratulo per una mia vecchia simpatia per quello, tutta istintiva. Immagino come lei si starà divertendo, ora, a leggere l’afflitta e indignata protesta che le sarà piovuta nella posta, povero dottor Casotto! O forse no. Dopo quattro o cinque e-mail tutte eguali – l’auricolare di Ambra, Raffa e il vaso dei fagioli, “ah, direttor mio, io l’avrei curata gratis quella rubrichina e invece lei l’affida a quello…”, ecc. – avrà tirato uno di quei notori sbuffi annoiati dei suoi, per la conferma (se ce ne fosse stato bisogno) che, quando scrive, il lettore è quasi sempre peggio dello scrittore, quando legge. Si magna licet.
    Luigi Castaldi, Napoli

  3. Scusate la camarilla, ma sono dieci minuti che rido grazie a QP e volevo ringraziarlo (senza nessun riferimento alla persona di Castaldi, per carità). L.

  4. Gentile Luca (Casarini? Sofri? Cordero di Montezemolo?), e chi s’offende? E’ da una vita, dai tempi del liceo, che conosciamo bene ‘sti fessacchiotti che con i doppi sensi di certe parole latine ci fanno le battute grasse e gli altri fessacchiotti che ci fanno sopra, da due banchi dietro, risate ancor più grasse. Pensi che anche in V ginnasio mi capitò qualcosa del genere: su un mio “cum magna pompa”, Salvatore Impagliazzo (che con le sue sole forze è diventato scaricatore di porto) sparò un davvero divertente sproposituolo che fece quasi avere un crepacuore di risate a Mimmo Colella (che, se non era per il padre che di lì a poco l’avviò a costruire profilati, adesso chissà dov’era). Dunque, come vede, ci sono abituato come quello, all’Eterno Ritorno. Saluti in famiglia.

  5. Gentile NRS, le rispondo solo questa volta perchè mi fa molto, ma molto ridere, penso che l’anno prossimo un posto allo Zelig, al fianco di Bisio non possa negarglielo nessuno. In quanto al suo preambolo: Come il cavaliere unto necessita solo di un bravo lavasecco e un sapone delicato alla glicerina (fanno miracoli con l’unto).
    Cordialità

  6. Gentile NRS, le rispondo solo questa volta perchè mi fa molto, ma molto ridere, penso che l’anno prossimo un posto allo Zelig, al fianco di Bisio non possa negarglielo nessuno. In quanto al suo preambolo: Come il cavaliere unto necessita solo di un bravo lavasecco e un sapone delicato alla glicerina (fanno miracoli con l’unto).
    Cordialità

  7. Gentile QP,
    è imbarazzante per me rivolgermi a due consonanti. Sono certo che la persona che abbondantemente esse due riassumono non valga più di quelle, ma questa in se stessa non mi pare una ragione per volergliene, e non gliene voglio. Lei dev’essere di certo un poveraccio. Che faccio, tratto male un poveraccio? Davanti a tutti? Non starebbe bene. Una sola cosa: ripassi ortografia e punteggiatura.

  8. Che farci, quando qualcuno è Nato Rincoglionito Semplicemente, non si può che adeguare alla sua sorte. Noi, pietosi, dobbiamo accettare, in fondo, in quelle condizioni ha tutto il diritto di dire: Non Rompete Sticazzi.
    L’ometto in questione ha un destino segnato nel nome: Non Reggo Sessualmente, e quando parlo Non Rutto Solamente.
    Io, dal canto mio vorrei leggerlo, ma Non Riesco. Stitica, sono.

  9. Dio, Natalino! E’ principe anche lei, a quanto vedo! Permetta, non credo che siano questi i modi giusti. Qua stiamo in rete, è tutto virtuale, dovrebbe sapere. Qua in rete, i nostri cazzi sono tutti di 35 cm, le nostre librerie son tutte sterminate, siamo tutti belli, bravi, ricchi e intelligenti. QP e Proserpina confondono il web con la realtà, non faccia anche lei la stessa cosa, la scongiuro. Mi sono informato: si tratta di due poveracci senza un soldo e senza un’idea. Fraternamente, Natalino, rientri in se, esca da quella paranoia telematica che è la stessa di quelli. E, visto che si trova a uscire, si porti appresso pure QP e Proserpina: gentilmente, me li posa nel cassonetto.

  10. Natalino guardi meglio, Berlusconi è pelato, ma le doppie punte in testa ce l’ha, e come se ce l’ha!

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