Pazza idea

Ci sono molte contraddizioni nella pazza idea delle primarie. Ma facciamole. E’ la prima volta. Non è mai successo che i nomi dei candidati venissero fuori da una consultazione popolare. Male non ci può fare.

Certo, ci sono molte contraddizioni. E non è detto che sia il sistema migliore. Ma è sempre meglio che fare scegliere i candidati alle elezioni ( e quindi in molti casi, gli eletti tout court) dai dirigenti dei partiti. Io, nel mio collegio, sono costretto alle politiche a votare Boato, cioè un candidato di Forza Italia infiltrato nel centro sinistra. L’ho fatto per due volte, protestando in tutte le occasioni possibili, inutilmente. E infine ho deciso che se la cosa si dovesse ripetere, non voterei più. Bisogna ammettere, per quanto sia incredibile e orrendo, che oggi Forza Italia, a forza di sondaggi, sente il polso della sua gente molto di più di quanto non faccia la sinistra. Se non ci fossero i girotondi, le assemblee, le grandi adunate (secondo la questura di roma solo mille partecipanti) il popolo della sinistra non avrebbe mai voce in capitolo. Le primarie forse non saranno il toccasana, non risolveranno tutto, forse – ho paura – saranno anche prese sottogamba dai vari tricicli e dalle varie rifondazioni. Ma chi le prenderà sul serio avrà il mio voto. E una piccola rivoluzione sarà compiuta.

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7 Commenti

  1. Con tutto il rispetto per il leader del PA.PO.PO. ci sono due cose che trovo intollerabili: le primarie dei candidati e il dibattito a sinistra. Le prime non esistono ed è un bene per non aumentare ulteriolmente il dibattito, che andrebbe regolamentato e sospeso un anno prima di qualsiasi elezione.
    O si va compatti o si riprendono i calci in culo.
    E’ statistico.

  2. Il vero dramma è che a sinistra c’è troppa gente che pensa. O almeno crede di saper pensare e di doverlo insegnare ad altri. Sia tra gli elettori che tra la forze politiche. E più pensano più dubbi gli vengono. E alla fine abbiamo un esercito di pensatori con tante idee, molto confuse e mai d’accordo su niente.

  3. nella sinistra non c’é disciplina, come nell’inter.
    Un interista di sinistra.

  4. Non è pazza, anzi è una idea giustissima.
    Non solo, si dovrebbe anche far sì che il candidato sia legato al collegio: per candidarsi in un tal posto si deve essere residenti lì da 5 anni almeno.

  5. Concordo con Panofsky, e guardacaso sono interista di sinistra pure io. Ma i sondaggi per avere il polso della situazione, no, non credo: io e tutti quelli che conosco hanno mentito spudoratamente in caso di sondaggi politici. Così, tanto per farci del male da soli, come la dirigenza della sinistra insomma. Il masochismo è il male principale di questa sinistra, insieme alla voglia di smontare quel che c’è piuttosto che di fare quel che non c’è.

  6. Le primarie non dividono ma uniscono. Le primarie rappresentano un patto di unione. Si dice: andiamo a vedere chi vogliamo presentare alle elezioni e ci impegnamo a votare chi vince secondo il voto popolare. Chiunque vinca. Dirò di più: se dalle primarie venisse fuori il nome di Boato, io lo voterei. Quello che è intollerabile è che si debba votare Tizio solo perché è stato scelto, nominato, pescato da una burocrazia partitica sulla base di un quasi totale disinteresse per “il territorio”. Lo dico per Paolo: si va compatti solo se c’è un patto precedente. Altrimenti inevitabilmente si finisce a ranghi sparsi. Il Pa.po.po. è per le primarie.

  7. A mio modesto avviso, CSF, le primarie possono essere indispensabili negli USA, dove a un vastissimo territorio federale (di larga autonomia) corrispondono diverse esigenze del Popolo. Un allevatore del Montana esprime cose diverse dal barman di Miami. L’altissima astensione alle presidenziali mostra i limiti del sistema: se il mio candidato non partecipa, non vado a votare, con buona pace dei patti d’unione.
    Temo che in Italia possa succedere qualcosa di simile a livello nazionale (a livello locale è diverso), senza considerare il fatto che il Popolo tende a votare il simbolo e che la macchina burocro-partitica farebbe ugualmente man bassa alle primarie.
    E poi: come la mettiamo con i collegi blindati?
    Come la mettiamo con i candidati di prestigio?
    Perdere voti per esprimere le realtà locali, è questo che si vuole?
    Da Berlusconi dobbiamo imparare come si vincono le elezioni. In questo è il più grande di tutti. Chieda a lui se è il caso di fare le primarie.
    In un mondo ideale sarei al suo fianco, Maestro.

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