Succedono più cose in cielo e in terra (che nel tuo blog, Camillo)

Noto che va di moda spulciare Repubblica, e chi sono io per sottrarmi. Purtroppo non ho niente di fresco: mi tocca presentarvi un mio vecchio amico, Frankie.

Il mio amico Frankie (nella foto cliccabile qui a destra) è un fenomeno. Della natura? No.
Questa foto lo ha immortalato a Genova, il 20 luglio del 2001. La foto è ancora nell’archivio delle “Gallerie fotografiche” del sito di Repubblica. Titolo: Genova nel dramma.

Sapete, le molotov avvistate a Genova sono state piuttosto rare. Due le hanno usate i poliziotti; una terza è quella in mano a Frankie. Una molotov molto particolare: è vuota. Il mio amico Frankie è un mago.
Malgrado sia vuota, la bottiglia sprigiona una fiamma impressionante. Fiamme così, nelle foto, è raro vederne. Negli scatti al volo dei reporter, praticamente impossibile. Ma il mio amico non conosce l’impossibile. Una fiamma così avrebbe già dovuto bruciargli la maglietta, ma il mio amico Frankie è pure ignifugo. Non solo la maglietta non prende fuoco, ma non viene nemmeno illuminata dalla fiamma.

Insomma, ci sono vari elementi che mi spingono a dire che il mio amico Frankie è un tipo fuori dal comune. Se ingrandiamo la foto scopriamo che intorno a lui gli oggetti perdono la loro consistenza, diventono sfuocati, un’aureola di pixel lo circonda. Nella sua mano sinistra, Frankie stringe qualcosa d’invisibile, forse un talismano che gli consente di apparire e scomparire a suo piacimento nella folla, brandendo molotov vuote e fiammeggianti, a maggior scorno delle forze dell’ordine. In un’altra foto (dell’Ansa) lo ritroviamo in un altro quartiere, con la medesima molotov in mano e il medesimo sprezzo del calore. Addirittura, indossa una giacca di jeans, indumento curioso per quei giorni (a Genova, vi ricorderete, facevano 30° all’ombra), che conferma l’idea di una persona eccezionale, fuori dagli schemi.

Insomma, il mio amico Frankie è davvero un fenomeno. Della natura? No. Di Photoshop.
Tutto questo era evidente già allora, quando l’”anarcociclista Mentos scrisse alla giornalista Loredana Bartoletti di vergognarsi, dimostrandogli che un fotomontaggio così si realizza in 20 minuti.
Sono passati due anni, ormai. La foto è ancora lì. Non mi risulta che nessuno alla Repubblica (o all’Ansa) abbia chiesto scusa. Non mi risulta che nessun altro giornale abbia smentito Repubblica su questo punto (men che meno il Foglio), ma in realtà ho solo poca voglia di cercare negli archivi, sono un blog amatoriale, io.

Bene così? Veniamo a Camillo. Continua a dire che al Museo di Bagdad non è successo niente. Chissà, forse a furia di ripeterlo diventerà vero.
Devo dire che non capisco tutto questo improvvisa passione per le civiltà mesopotamiche. Ma se è vero che i danni sono contenuti, io sono il primo a esserne contento.
Mi sta bene che le indagini (dell’esercito americano) stiano ridimensionando i danni al Museo. (È ancora consentito però prendere con le molle le informazioni che provengono direttamente da un esercito invasore?)
Mi sta anche bene se qualcuno cerca di tirare le notizie dalla sua parte e dire che “Non è successo niente”. Per me è propaganda, ma si è liberi di farla.

Quello che sinceramente non capisco è il link.
Perché scrivere “Non è successo niente” e lincare articoli in cui ognuno può leggere che effettivamente è successo qualcosa? E non è qualcosa di poco conto. 3000 manufatti spariti, di cui 47 sono definiti “main exhibition items”. Stavolta anche Camillo ha avuto il buon senso di farlo presente, ma per lui si tratta di “solo” 47 pezzi. È una questione di punti di vista. Se domani sparissero 47 pezzi dagli Uffizi potrebbe anche cadere il governo. Però non è questa la cosa importante.

Infatti, diciamocelo: a noi (a me, a Camillo, a voi tutti) interessa veramente qualcosa delle opere del Museo Nazionale? Abbiamo intenzione di visitarlo in breve? No.
Quel che davvero ci interessa, quello su cui stiamo litigando, è la condotta di un esercito invasore. Alcuni pretendono che gli americani siano stati integerrimi, un vero esercito liberatore che porta la democrazia sulle baionette e ammazza solo quand’è assolutamente necessario, restituendo a un popolo la sua dignità, la sua libertà, la sua cultura.
Altri (come me) dubitano. Per partito preso, ma anche per una questione di educazione: mai prendere nulla per oro colato. Né repubblica, né un’indagine militare, né niente.
Ora, tutti sapevano che il Museo Nazionale era a rischio. La domanda è una sola: il democratico esercito americano si è o non si è adoperato per evitare il saccheggio?

La risposta è chiara: no. L’esercito americano aveva altre priorità.
“Oh bella”, dite voi, “E come fa a esserne così sicuro?”
Lo so… perché ho letto l’articolo lincato da Camillo! E guardate un po’:

Many archaeologists blame U.S. forces, saying they failed to protect the institution in central Baghdad when they captured the city April 9.
U.S. military commanders have rejected the charges, saying the museum was not on the list of sites their troops were ordered to secure upon entering the city.

Tutto qui. Poi, fortunatamente, il saccheggio non è stato così devastante come si temeva: ma non grazie agli americani. Loro avevano una lista, e nella lista il Museo non c’era. Il Ministero del Petrolio, sì. La pagliacciata della statua di Saddam, sì. Il Museo Nazionale, no. Se la maggior parte dei tesori sono stati salvati, è stato grazie alla cura degli iracheni. O alla loro avidità (avevano già imboscato gli oggetti migliori). O alla loro pigrizia. Comunque, non alle forze USA Che dovevano restituire la libertà, la dignità, la cultura, ma nel momento in cui il Museo era assaltato avevano altro da fare.
E tuttora continuano ad avere altro da fare: ci sono in Iraq vari siti archeologici non protetti che continuano a essere saccheggiati. Come faccio a saperlo? Beh, non ci crederete, ma… ho letto l’altro articolo lincato da Camillo (il trucco è leggere il fondo, lui di solito cita la prima parte. Per lo stesso motivo, non leggerà mai queste mie parole).

Although the museum collections are now secure, there are widespread reports that looting has intensified at some of the most important but unprotected archaeological sites in Iraq, including the buried cities of Uruk, Larsa and Fara.

Sapete che da quando leggo Camillo ho sempre più motivi per sparlare degli USA?
Lo so, dovrei smetterla.

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50 Commenti

  1. Hanno altro da fare, sti brutti ceffi di americani

    Lo sapevo che non mi faceva andare a letto!Dovevo immaginare che non dovevo andare in giro per blog a certe

  2. A cosa si pensa dopo che si viene liberati da un pazzo sanguinario che ti ha tenuto il collo schiacciato tra torture e gas nervini a go go ? All’acqua? A mangiare? Alla libertà riconquistata quando non ne avevi più speranza? Al gas per cucinare che mancava grazie a certi giochetti di qualche paese pacifista dell’ Onu? A cercare i tuoi amici e i tuoi figli nei sotterranei di Baghdad, che magari qualcuno è ancora vivo? Niente di tutto questo! Ai pezzi mancanti dal museo, che diamine!

  3. Questo Leonardo senza dignità di cognome si diverte a fare le pulci a Camillo, blog senza dignità di cognome anch’esso ma attribuibile a una persona in carne e ossa. Cioè a me. Io ne sono felice. Non è il solo del resto. Mi divertono questi tipi, specie quando sostengono tesi smentite dai fatti e buone soltanto per ila prossima sceneggiatura di Matrix. Bene. S’è scoperto che i milioni di articoli sul saccheggio al museo (a poposito guardatevi repubblica) sono carta straccia. Al museo non è successo niente. Sono stati rubati, forse, 47 pezzi. Non di gran valore, peraltro. Sennò Saddam li avrebbe messi al sicuro prima, insieme con gli altri che s’era preso. Ora, grazie, agli invasori, torneranno ad essere esposti i 167 mila pezzi che Saddam s’era infrattato. Non ce ne frega niente, del resto. E nessuno ha detto che gli americani hanno fatto bene a non avere nella lista dei luoghi da custodire il museo (quanto al ministero del petrolio che minchia c’entra? da quando il petrolio è chiuso nei cassetti del ministero?). Ce ne frega soltanto che tutto il casino fatto sui saccheggi, difeso da alcuni blogger quasi fosse la prova dell’avidità americana, era… come dite voi blogger? Ah, sì, dite: Fuffa. In alcuni casi fuffa senza dignità di cognome.

  4. D’accordo con il Rocca Christian. Quasi su tutto. Soprattutto con la chiusa finale. Dovrò decidermi una buona volta a rivelare il mio nome. Prima mi farò assumere da un giornale però. non si sa mai.
    Fuffa che caldo!

  5. Mi pare buffo che Leonardo finisca con l’ammettere che il saccheggio non è stato così devastante (tesi di Rocca) ma decida che il punto fondamentale è che non sia merito degli americani.

    Come se mi accusasse di avergli rubato la macchina, poi si scopre che ce l’aveva in garage e a me dice “vabbè, ma non è mica merito tuo se non me l’hai rubata”.
    Ma chissenefrega, questa storia ha ormai rotto le palle.
    Volevo segnalare quello che è l’errore generale nel suo intervento, e cito: “infatti, diciamocelo: a noi (a me, a Camillo, a voi tutti) interessa veramente qualcosa delle opere del Museo Nazionale? Abbiamo intenzione di visitarlo in breve? No. Quel che davvero ci interessa, quello su cui stiamo litigando, è la condotta di un esercito invasore”.
    Scordatelo: quel che davvero ci interessa è averla vinta, nel nostro piccolo piccolo. Segnare il punto. Dire “a-ha!”. “Cicca, cicca, cicca”. Così, quando succede qualcosa di buono, ci viene un gran malumore. L.

  6. D’altra parte non erano in molti a sperare che le cose andassero male? Alcuni non lo avevano anche confessato apertamente? Ovvio che il loro malumore sia direttamente proporzionale al buonumore di un paese liberato e restituito alla sua dignità (opere d’arte comprese). Per fortuna a volte arrivano gli “invasori”.

  7. No, Luca, leonardo non ammette quello che dici tu. DIce che sono spariti 3000 pezzi di cui 47 importanti, che nella traduzione di Rocca diventano 47 (è sempre un problema di traduzione, con Rocca). La storia che ha rotto le palle, è quest’abitudine di tradurre a proprio uso qualunque idiozia pur di difendere una posizione sempre più ridicola, quella sulla giustezza dell’invasione americana. Che poi proprio Camillo sia così permaloso quando vengono a fare le pulci a lui, lui che le fa per professione ad una parte sola, è tutta da ridere.

  8. Io in realta’ non capisco dov’e’ lo scandalo. Sia nel come Repubblica ha trattato l’argomento, sia nel fargli le pulci. Insoma, noi si sa che idee politiche ha il boss di Repubblica, e si sa che idee ha il boss (pardon, la moglie del boss) del Foglio. E, per dirla alla Brera, i giornalisti hanno sempre un boss; scrivono cio’ che il boss vuole o permette. That’s it.
    Nel caso in questione, Rocca ha evidentemente ragione. E non gli si puo’ negare un certo stile US, che puo’ piacere o no (ops, a parte le questioni sull’antitrust e sul falso in bilancio… li’ gli US non sono cosi’ belli :)) )

  9. Il problema (o lo scandalo), Fabrizio, è quello dell’onestà dell’informazione (compresa quella che passa per i blog). Si montano false notizie che poi vengono smentite dai fatti. Su queste false notizie si costruiscono tesi e si alimentano pregiudizi. Quando si dimostra che la realtà è un’altra chi aveva coatruito tesi e pregiudizi invece di riconoscere il suo errore continua ad alimentarli. L’errore è ormai lampante. La realtà è ormai chiara. Ma il danno è fatto perchè nell’opinione pubblica è passato un messaggio disonesto (non di parte, nota bene, perchè si può essere di parte e onesti, ma disonesto). Questo è lo scandalo Fabrizio. Un saluto.

  10. Ah okkei. Allora l’unica differenza e’ che tu credi esista l’informazione. Io credo che esista solo la propaganda, Göbbels docet. Ognuno ci mette del suo e modifica “a piacere”. Vedi, 10 anni fa, alla prima elezione del nano, ero terrorizzato; perche’ c’erano solo la TV e i giornali, con la netta preponderanza della prima. Ora non sono piu’ preoccupato. Possono fare tutta la propaganda che vogliono, io le info me le vado a prendere dove stanno… E piano piano lo faranno tutti. E mediamente ha piu’ da perdere l’Emilio nazionale che Ezio Mauro.

  11. Vedete Goebbels dappertutto. Poi, dove c’è davvero, girate la testa dall’altra parte. Fantastici.
    Chiudo qui.

  12. Io ho scritto “Göbbels docet”. Non e’ che lo vedo dappertutto. Lui aveva solo capito, e se hai letto Speer lo sai, la natura intrinseca della comunicazione “da pochi a molti”. Punto. Il problema e’ in ogni giornale, tv o radio. E ho scritto che il web e’ un’altra cosa, dal punto di visto “produzione-consumo” dell’informazione. E cosi’ come e’ giusto dire che Rep. ha preso due toppe notevoli, bisogna altresi’ dire che l’Emilio le prende ogni giorno. Senza scandalo. E’ cosi’.

  13. Toccare Leonardo (che ha dignita’ di un nome, un cognome ed una magnifica presenza) e’ un po’ come sparare sui soldati ONU per far dispetto a Bush. Soprattutto quando fa le pulci cosi’ bene. SPACCALI LEOOOOOO!

  14. Rolli, il post di Leo non riguarda cosa hanno voluto fare gli iracheni liberati: penso anch’io che i reperti archeologici occupassero un posto abbastanza basso nella loro scala di priorità. Il punto riguarda ciò che ha voluto fare l’esercito USA, il quale dichiara che aveva una lista di obiettivi da occupare e difendere, ed il museo non stava tra questi. Ora, l’esercito USA è arrivato a Baghdad in condizioni di soverchiante superiorità, ed una cinquantina di marines messi a guardia del principale luogo dove si conserva la memoria del paese che si occupa, dichiarando di volergli restituire la libertà e l’onore, non sembra – agli occhi di un profano – uno sforzo così titanico. Detto questo, ed a costo di sembrare un bel po’ paraculo, temo che entrambi i contendenti abbiano un po’ ragione ed un po’ torto, e temo che abbia davvero ragione Luca: ci interessa solo aver ragione, o gridare un pochino più forte dell’avversario per avere l’impressione di aver ragione. Deprimente, ma è così.

  15. E’ curioso che alcuni dei più accaniti ultras americomani pretendano di insegnare ad altri l'”onestà dell’informazione” specialmente mentre cominciano a mettere le manine avanti (vedi rocca) sulla questione delle WMD. Che stiano tranquilli, che non si preoccupino di salvarla, tanto la faccia l’han già persa da tempo. E poi lo sappiamo che cascano sempre in piedi.

  16. mmh… be’, le due fotografie potrebbero essere un miracolo di photoshop, certo. ma perché vi ostinate a difendere gente che a genova andava in giro con il volto coperto?! gente che manifesta in modo tranquillo e pacifico ha bisogno di nascondersi il viso x non farsi riconoscere? mah.

  17. Intervengo solo per fare un po’ di pulizia. (1) La questione del mio cognome è irrilevante, perfino il mio cognome è irrilevante; (2) io non ho mai “sperato che le cose andassero male”, non mi sembra di aver nemmeno mai fatto propaganda coi 170.000 pezzi rubati; per questo mi infastidisce che qualcuno con dignità di cognome si permetta di fare propaganda perché i pezzi sono “solo” 47. (3) Ho senz’altro meglio da fare che segnare i punti contro Camillo, ma una sera al mese è divertente. (4) Sono contento se Saddam Hussein è stato sgomberato dell’Iraq; non mi piace il metodo, non mi piace la supremazia USA, non mi piace la propaganda in america e soprattutto nel nostro piccolo protettorato; (4) io vi raccatto una bufala di repubblica e voi mi ringraziate così…. ingrati.

  18. Giustissimo quello che dici catseye. La denuncia non è in difesa dei lancia-bombardieri molotov; la denuncia è in difesa al diritto di avere un informazione “perlomeno” corretta, sia propaganda o meno. Questo fotomontaggio non è un esempio di informazione corretta.

  19. E i libri della Biblioteca Nazionale? E gli scavi in tutto il territorio iracheno? Questi ve li dimenticate? L’UNESCO aveva lanciato l’allarme già a febbraio: “Non possiamo stabilire il grado di rischio sito per sito, perche’ ovviamente non sappiamo quale sarà la portata dei bombardamenti – aveva detto lo specialista dell’Iraq alla direzione del Patrimonio mondiale dell’Unesco, Giovanni Boccardi – ma un altro conflitto armato non potra’ che innescare un nuovo periodo di incertezza e di abbandono dei siti e dei musei iracheni. Basti ricordare quel che e’ successo dopo il 1991 quando i musei, non solo quello di Baghdad, ma anche quelli di Kufa, Amara, Bassora nel Sud, e di Kirkuk nel Nord, sono stati devastati e saccheggiati. Migliaia di oggetti, provenienti anche da centinaia di scavi selvaggi, sono stati esportati e rivenduti a collezionisti”. L’America sapeva bene che il Museo era zona a rischio, che i siti archeologici erano zona a rischio, ma – siamo sinceri – se n’è fregata. Anzi, non è vero. Ci ha pensato. Dopo, quando il danno era già stato fatto e s’è fatta nel fare affermare a Robert Mueller (FBI) che sarebbero stati impiegati agenti per il recupero dei reperti
    saccheggiati nella capitale e nelle altre città irachene, puntando soprattutto ai mercati neri londinesi, dove di solito finiscono questi reperti.
    Ora, io dico, non mi interessa QUANTI oggetti siano stati rubati, mi basta anche solo uno, magari risalente alle civiltà di Ninive, Ur e Babilonia, per indignarmi del trattamento che è stato offerto al Museo da parte di chi invece aveva il compito morale di vigilare. Quando in mezzo ci sta l’arte, scusate, non esiste partito, ideologia, e cazzi vari che tengano. Bisogna solo vergognarsi di dire “solo tot pezzi” o peggio “questa storia ha ormai rotto le palle”. Anche un solo pezzo di storia ben vale mille discussioni, ma soprattutto vale mille critiche contro chi non ha fatto nulla per proteggerlo.

  20. Stiamo ancora tirando fuori i cadaveri della Seconda Guerra Mondiale dagli archivi e Voi pretendete di avere la Verità su qualsiasi cosa in Iraq mentre c’è un esercito di occupazione sul posto…ingenui…bambini!!!

  21. Secondo me, questa volta, ha ragione Rocca. C’era stato il timore, anche a causa di stampa strillona, che qualcosa di molto grave fosse successo al museo, cosi’ non solo non e’ stato, ma a quanto sembra sono stati anche recuperati altri tesori nella villa di Saddam. Meglio cosi’ no?!? Non capire questo, e continuare a sottilizzare su 30, 47 o 1000 significa per me solo voler dimostrare d’aver ragione per forza.
    ciao simone.

  22. Io continuo solo a contare gli interventi a difesa dell’oltraggiato CAMILLO, pulzella denudata e depredata dell’onore manco se lo fossero violentato tutte le guarnigioni di Saddam… invece che all’omoidentita’ tra Camillo e Leonardo comincio a credere a quella tra tutti-i-blog-che-parlano-di-camillo e Camillo…

  23. Pulzella oltraggiata, Camillo? Ma no! La questione è meno psicologica di quanto non appaia: Camillo tratta argomenti su cui convergono alcuni blogger ( succede, non è una cosa strana: con Leonardo, con Neri, con Vattelapesca…identità di vedute, si chiama ); Leonardo si industria a dimostrare che costui manipola l’informazione e che quindi chi lo segue o è un manipolatore a sua volta oppure un merluzzo tonto che abbocca all’amo. Ovvio che questi intervengano a dimostrare che non sono nè merluzzi, nè manipolatori e con loro che non lo sia Camillo. Anche perchè se lo fosse non lo leggerebbero. Se attaccassero ripetutamente e faziosamente il Neri o Leonardo, personalmente interverrei. E’ che non accade :rolleyes:

  24. Il problema è sempre quello. Per certi cervelli sopraffini se c’è qualche magagna nel mondo è colpa degli Americani. L’opera di convinzione è inutile. Forza Camillo, “non è successo niente”

  25. Il problema è sempre quello. Certi cervelli sopraffini sono convinti che dietro ogni magagna ci siano gli U.S.A. Problema non risolvibile. Forza Camillo, “non è successo niente”.

  26. Per Luca: parla per te, non siamo tutti gente da “cicca, cicca, cicca”. A molti di noi ciò che unicamente preme è capire dove sta la verità e non le scaramucce verbali finalizzate all’esibizione delle proprie conoscenze e virtù dialogiche. Di questo, credimi, che la maggior parte della gente con il cervello e la coscienza che funzionano ne ha semplicemente le palle piene. Sui blog come altrove. Dette da uno che fa il tuo mestiere, e con così tanta visibilità, certe frasi fanno particolarmente tristezza.

  27. Scusa, Squonk, mi eri sfuggito. La netta superiorità americana è teconologica, se vuoi anche di numero, ma relativamente nel senso che tenere sotto controllo l’ Iraq, che è vastissimo, popolosissimo e incasinatissimo non è esattamente una passeggiata. Leonardo non vuole far capire che il museo o altro non sono stati protetti sufficientemente; Leonardo vuole dire che gli angloamericani sono degli invasori e che Rocca manipola l’informazione, sostenuto da quattro “blog propaganda fai da te”. E vuole farlo il più pubblicamente possibile, prova ne sia che mette il post qui. Non viene a cercare verità, Leonardo, perchè è il primo ad ometterle, evitando accuratamente di dire che gli americani rendono agli iracheni ciò che il loro governo gli aveva saccheggiato. Ha un solo scopo: trovare qualsiasi cosa che non vada, minimizzare o censurare qualsiasi altra fatta bene, sputtanare ( impresa titanica ) la credibilità di Rocca. Lo dice lui stesso: “da leo
    • Precisamente, due pesi e due misure. E spiego il perché. Questo è un confronto asimmetrico. Se criticassi Rocca per le sue idee non sarei molto convincente, perché Rocca (in quanto giornalista) è una fonte autorevole, io no. Allora devo fare un’altra cosa: mettere in discussione la sua autorevolezza. “. E’ una missione, evidentemente. La sua piccola guerra personale.

  28. Rolli, può essere che tu abbia ragione. Sarà che ho passato un pomeriggio in allegria al party organizzato da Herr Effe (grazie per essere venuta), ma ammetto una umana stanchezza. La stanchezza di vivere in un paese dove nessuno, io per primo, ha il coraggio di dire “ho sbagliato”. Diciamocelo: Leo non è perfetto, e Rocca neppure. Ogni tanto hanno ragione, ed ogni tanto hanno torto, come tutti gli umani. Ma fanno fatica (come faccio fatica io, ripeto) ad ammetterlo. Detto questo, non fosse altro che per una questione di “ruolo sociale”, se una volta lo facesse Christian Rocca, farebbe un figurone, oltre che una cosa buona e giusta. Scusa, Rolli, e scusate anche voi che state perdendo tempo a leggere: dovrei forse scrivere di politica. Ma, anche oggi, abbiamo tutti dato un altro – cattivo – esempio di cos’è la politica in Italia. Senza distinzioni di parte, lo scrivo per la seconda volta, a costo di suonare, per la seconda volta, molto paraculo.

  29. io penso che in effetti la questione delle opere d’arte in una situ come questa passi in secondo piano…
    penso però anche che in un mese gli usa hanno risolto una questione che si trascinava da tantissimi anni…
    penso però anche che l’onu ha avuto tantissimi anni per cambiare la situazione e non ha fatto una bella cippa di nulla…
    penso anche che saddam hussein li dove stava lo hanno piazzato gli usa, secoli fa…
    penso che avrei preferito che saddam non ci fosse mai stato messo, là…
    penso che avrei preferito che in tutti questi anni l’onu avesse fatto quello che doveva fare invece di girarsi i pollici…
    penso che non si può parlare QUI di guerra umanitaria e ignorare TUTTE LE ALTRE dittature e tutte le altre guerre tra capponi…
    penso che, come disse brecht, alla fine delle guerre tra vincitori e vinti a scontarla sono sempre i poveracci di qualunque parte…
    penso che tutti quelli che stanno a capo di una multinazionale dovrebbero passarsi una mano sulla coscienza e pentirsi dei propri peccati e penso che non lo faranno mai perché se sono arrivati fin li non torneranno certo indietro…
    penso che queste nike ai piedi mi stanno proprio da dio, con tutto che fa un caldo della madonna (certo che i bimbi cinesi lavorano proprio bene, altro che quelli napoletani!)!!!

  30. Rolli, ti garantisco, sputtanare la credibilità di Camillo non è un’impresa titanica. E non è una guerra mia personale: diciamo che è una scaramuccia che pratichiamo in tanti. Poi sono convinto che il Museo non sia la cosa più importante del mondo (l’avevo anche scritto, mi pare): preferisco litigare su dei reperti che su dei morti. Nel frattempo Camillo ha lincato un articolo che parla del saccheggio del Museo come di una “tragedy”, “Great loss for humanity”. : credo che l’abbia letto anche tu. E lui titola (fanfara in sottofondo): “i pezzi che mancavano sono scesi!”. Il suo attaccamento per ogni singolo pezzo di quel museo ha del commovente.

  31. Leo, Rocca ha scritto quello che avevo detto avrebbe scritto, di cosa ti stupisci ? A lui e alla sua posse della realtà non importa nulla (scrive sul Foglio, è un indizio…). I pezzi mancanti li contano a modo loro (33 anziche’ 3000), un pò come traducono a modo loro l’inglese. Quello che fa cicca-cicca, come dice Sofri, è Rocca. Contento lui contenti tutti, però trovo ridicolo che poi faccia il piccolo censore.

  32. catseye scrive:
    “ma perché vi ostinate a difendere gente che a genova andava in giro con il volto coperto?! gente che manifesta in modo tranquillo e pacifico ha bisogno di nascondersi il viso x non farsi riconoscere”
    perche’ quelli che manifestavano tranquillamente venivano picchiati, gasati e torturati dalla sbirraglia fascista agli ordini di quelle merde che hanno il potere.
    senza giustizia sociale non ci sara’ pace ma guerra allo stato e ai suoi servi.

    berluska non sara’ in tribunale a venir giudicato, ma nelle piazze. e a testa in giu’.

  33. raghi stiamo trascendendo e non mi piace tanto.
    il premier sta sulla punta anche a me ma insomma…
    siamo papaci o no?
    non è la divisa o la carica a distinguere il galantuomo dal pezz8, e questo vale sia in un senso che nell’altro: a genova c’erano quelli indignati contro le multinazionali che governano al posto dei governi e quelli che volevano solo fare casino gratuito come gli ultras che allo stadio lanciano i motorini sul pubblico, quelli che cercavano di limitare i danni e quelli che approfittavano della propria divisa e quelli che stavano li senza la minima idea di come avrebbero dovuto reagire e qualcuno intelligente gli aveva dato un’arma in mano…
    la violenza è violenza sempre, raghi!

  34. e porca miseria EVVIVAAAAAAAA! Sono diventato uno dei “quattro “blog propaganda fai da te”.”… bellissimaaaaaa! Cioe’, cerchiamo di capire, uno che crede ciecamente al primo giornalista sgrammaticato ma patentato che passa incapace di tradurre dall’inglese senza “intepretare” e’ uno snob raziocinante e di prima caratura, io che preferisco leggere e capire (e quindi magari fidarmi di chi non ha ancora leccato culi per diventare giornalista) sono parte dei blog propaganda fai da te… ma si’!!! Amico mio, il blog e’ per sua natura fai date. I giornalisti sono, per loro natura, fatti da altri. Da chi preferisci farti “informare”?

  35. ” Da chi preferisci farti informare ? “Beh, non da te ..ehm..nulla di personale, ma se evinci che i blog propaganda fai da te si riferiscano a te vuol dire, nella migliore delle ipotesi, che non leggi e parli a vanvera. Vatti a leggere il forum di Leonardo ( lo leggo io e non tu? Paradossale ) e così capirai, spero, a chi si riferisce lo stesso Leonardo ( la frase era sua ). Fossi in Leo sarei preoccupato: chi lo sostiene non lo legge, chi lo critica invece si.

  36. Famo a capirci. Il mostruoso saccheggio al museo di Baghdad di cui abbiamo letto qualche centinaio di articoli nelle settimane scorse (170 mila pezzi rubati), alla luce delle nuove notizie (solo 33 i pezzi mancanti), secondo voi, e dico a voi con e a voi senza cognome, c’è stato o no? Pregasi rispondere con un “sì” o con un “no”.

  37. Sì o no, come ai processi. Brrr….. Sì, c’è stato, perché nessuno ha difeso il Museo e chiunque era libero di entrare. Oppure, se preferisci: no, non c’è stato, perché la maggior parte dei pezzi erano già stati messi al riparo dagli iracheni (dagli iracheni), e sono scomparsi *solo* una trentina di pezzi famosi e tremila reperti comunque trafficabili al mercato nero. Ho riassunto correttamente gli articoli da te lincati?

  38. No, hai riassunto male. I tremila reperti non sono buoni per essere esposti in un museo (questo dicono gli articoli alla lettera). Quelli che mancano sono 33. E chissà che non vengano ritrovati. Sono d’accordo con luca sofri, voglio vincere 4 a 0, specie se la squadra avversaria ha fatto davvero 4 autogol. Per vedere alla moviola il quarto gol, leggetevi il Guardian, il notorio organi di Rummy. O qui http://www.guardian.co.uk/Iraq/Story/0,2763,974193,00.html o più comodamente nella come sempre corretta sintesi che trovate su Camillo. Vi dice che, creduloni, avete creduto a un fascista.

  39. E invece ho tradotto proprio bene: i tremila non sono buoni da esporre, ma vanno benissimo al mercato nero, come si evince da http://www.nytimes.com/2003/05/06/international/worldspecial/06MUSE.html (da te lincato un mese fa). Continuo a divertirmi. Ieri hai lincato un pezzo in cui Danny George diceva che i furti al Museo erano una “Tragedy”. E io l’ho fatto presente. E oggi, furbacchione, mi segnali un pezzo del Guardian (che non essenso il quotidiano di Rumsfield, è la Bibbia), dove c’è un tuo collega un po’ infervorato che dà del collaborazionista proprio a Danny George. Il tutto sulla base di quali prove? Nessuna. Domani probabilmente George smentirà. O forse no. Forse è davvero un collaborazionista. Forse invece no. Ma tu non lo sai, non lo puoi sapere: stai solo bleffando, come al solito. Vuoi capire una volta buona che io non ho mai preso come oro colato nessuno, né te, né la Repubblica (il cui pezzo “cialtrone” di Mastrogiacomo era molto più corretto dei tuoi), e nemmeno George, anzi, che se ho citato George è solo perché tu me lo hai fatto leggere? Sono un credulone perché leggo gli articoli che mi proponi tu? Già lo sospettavo.
    Ribadisco che sono il primo a essere contento se il saccheggio al Museo non c’è stato, così sono contento del fatto che stai smettendo di di scrivere titoletti brevi e scorretti e stai citando pezzi sempre più lunghi in inglese, nella speranza (tuttora vana) di essere preso sul serio; non metto più in discussione l’entità dei danni (che ci sono, lo dice anche il tuo Guardian: “There was some looting and damage to a small number of galleries and storerooms, and that is grievous enough”). Bensì metto in discussione (1) la condotta dell’esercito USA nell’occasione, e tu mi sembra che fossi d’accordo; (2) la tua condotta di bloggatore d’informazione. Sai, anche se per miracolo domani al Museo di Bagdad si materializzasse tutto il centro storico di Ur dei Caldei, questo non ti restituirebbe la buona fede, una volta che l’hai persa. E con questo direi che è tutto: o ne vuoi ancora? Meglio di no, davvero. Il consiglio è sempre il solito: lasciami perdere. Ignorami. Non rivoltare la frittata sempre, diventa immangiabile. In bocca al lupo.

  40. E invece ho tradotto proprio bene: i tremila non sono buoni da esporre, ma vanno benissimo al mercato nero, almeno, questo si evince da http://www.nytimes.com/2003/05/06/international/worldspecial/06MUSE.html (da te lincato un mese fa). Continuo a divertirmi. Ieri hai lincato un pezzo in cui Danny George diceva che i furti al Museo erano una “Tragedy”. E io l’ho fatto presente. E oggi, furbacchione, mi segnali un pezzo del Guardian (che non essendo il quotidiano di Rumsfield, è la Bibbia), dove c’è un tuo collega un po’ infervorato che dà del collaborazionista proprio a Danny George. Il tutto sulla base di quali prove? Nessuna. Domani probabilmente George smentirà. O forse no. Forse è davvero un collaborazionista. Forse invece no. Ma tu non lo sai, non lo puoi sapere: stai solo bleffando, come al solito. Vuoi capire una volta buona che io non ho mai preso come oro colato nessuno, né te, né la Repubblica (il cui pezzo “cialtrone” di Mastrogiacomo era molto più corretto dei tuoi), e nemmeno George, anzi, che se ho citato George è solo perché tu me lo hai fatto leggere? Sono un credulone perché leggo gli articoli che mi proponi tu? Già lo sospettavo.
    Ribadisco che sono il primo a essere contento se il saccheggio al Museo non c’è stato, così sono contento del fatto che stai smettendo di di scrivere titoletti brevi e scorretti e stai citando pezzi sempre più lunghi in inglese, nella speranza (tuttora vana) di essere preso sul serio; non metto più in discussione l’entità dei danni (che ci sono, lo dice anche il tuo Guardian: “There was some looting and damage to a small number of galleries and storerooms, and that is grievous enough”). Bensì metto in discussione (1) la condotta dell’esercito USA nell’occasione, e tu mi sembra che fossi d’accordo; (2) la tua condotta di bloggatore d’informazione. Sai, anche se per miracolo domani al Museo di Bagdad si materializzasse tutto il centro storico di Ur dei Caldei, questo non ti restituirebbe la buona fede, una volta che l’hai persa. E con questo direi che è tutto: o ne vuoi ancora? Meglio di no, davvero. Il consiglio è sempre il solito: lasciami perdere, non sono pane per i tuoi denti. Ignorami. Non rivoltare la frittata sempre, diventa immangiabile. In bocca al lupo.

  41. E invece ho tradotto proprio bene: i tremila non sono buoni da esporre, ma vanno benissimo al mercato nero, almeno, questo si evince da http://www.nytimes.com/2003/05/06/international/worldspecial/06MUSE.html (da te lincato un mese fa). Continuo a divertirmi. Ieri hai lincato un pezzo in cui Danny George diceva che i furti al Museo erano una “Tragedy”. E io l’ho fatto presente. E oggi, furbacchione, mi segnali un pezzo del Guardian (che non essendo il quotidiano di Rumsfield, è la Bibbia), dove c’è un tuo collega un po’ infervorato che dà del collaborazionista proprio a Danny George. Il tutto sulla base di quali prove? Nessuna. Domani probabilmente George smentirà. O forse no. Forse è davvero un collaborazionista. Forse invece no. Ma tu non lo sai, non lo puoi sapere: stai solo bleffando, come al solito. Vuoi capire una volta buona che io non ho mai preso come oro colato nessuno, né te, né la Repubblica (il cui pezzo “cialtrone” di Mastrogiacomo era molto più corretto dei tuoi), e nemmeno George, anzi, che se ho citato George è solo perché tu me lo hai fatto leggere? Sono un credulone perché leggo gli articoli che mi proponi tu? Già lo sospettavo.
    Ribadisco che sono il primo a essere contento se il saccheggio al Museo non c’è stato, così sono contento del fatto che stai smettendo di di scrivere titoletti brevi e scorretti e stai citando pezzi sempre più lunghi in inglese, nella speranza (tuttora vana) di essere preso sul serio; non metto più in discussione l’entità dei danni (che ci sono, lo dice anche il tuo Guardian: “There was some looting and damage to a small number of galleries and storerooms, and that is grievous enough”). Bensì metto in discussione (1) la condotta dell’esercito USA nell’occasione, e tu mi sembra che fossi d’accordo; (2) la tua condotta di bloggatore d’informazione. Sai, anche se per miracolo domani al Museo di Bagdad si materializzasse tutto il centro storico di Ur dei Caldei, questo non ti restituirebbe la buona fede, una volta che l’hai persa. E con questo direi che è tutto: o ne vuoi ancora? Meglio di no, davvero. Il consiglio è sempre il solito: lasciami perdere, non sono pane per i tuoi denti. Ignorami. Non rivoltare la frittata sempre, diventa immangiabile. In bocca al lupo.

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