Rai dire gol

Dovrei parlare dei mondiali, me ne rendo conto. E lo farei, davvero, se fossi riuscito a vedere anche solo una partita. A mia discolpa posso dire di averci messo tutte le migliori intenzioni, e di essermi adeguatamente preparato. In occasione del primo incontro dell’Italia stavo partecipando ad un’importante riunione, interrotta per consentire ai convenuti di poter assistere alla partita. Al fischio d’inizio, sullo schermo gigante, là dove dovevano apparire i volti della beota gioventù azzurra con letterine a carico che ci rappresenta in Giappone, buio. Eppure eravamo muniti di tutto l’occorrente: proiettore, decoder satellitare e, in spregio alla miseria, regolare abbonamento non pirata. Regolare sarà pure stato regolare, ma di certo era quello sbagliato. Perché, nel frattempo, malgrado la partita fosse trasmessa dalla Rai, metà nazione si stava godendo le prodezze di Totti e Vieri perfettamente in chiaro sul satellite, utilizzando il GoldBox di Tele+. Brancolava nel buio solo chi, come noi, si era affidato al tostapane che Stream spaccia per decoder. La Rai, infatti, ha acquistato i diritti di trasmissione degli incontri del mondiale solo per il territorio italiano, e oscurare il satellite è l’unico modo possibile per far sì che il segnale non valichi i confini. È una regola ferrea che la tv di stato non può violare. A meno che non si tratti di coccolare gli utenti di Tele+, che, a voler essere maliziosi, ha in concessione tutti i canali tematici a pagamento della Rai. Occhio per occhio, dente per dente: 600.000 abbonati a Stream, colpevole di rifornirsi presso Mediaset, hanno da oggi un legittimo motivo per desiderare di essere iniziati alle gioie della pirateria e dell’evasione del canone.

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