Elogio del bravo

-E’ malato di protagonismo
-Ma cosa vuole fare quello lì? Ma dove vuole andare? Se ne stia tranquillo, no?
-Ha idee bizzarre, per essere gentili…
-Ma chi si crede di essere?
-Pallone gonfiato
-Vuole fare la superstar
-Troppo giovane, stia al suo posto
-No, ha qualcosa che non mi convince…
-Sono perplesso. Sarà anche in gamba, ma… è gestibile?
-Non ha diplomazia.
-Eh, peccato che… polarizza (in ambiente vaticano, espressione molto usata)
-Ha fatto due cosette e adesso si crede chissachì…
-Ma cosa vuole fare, pensa di diventare uno grande?
-Gli interessa solo fare carriera.
-Cosa ne sa lui, che è appena arrivato? Stia umile e impari (da noi, off course)
-No, tiene posizioni troppo elitarie.
-E’ un… “faso tuto mi” (variante veneta)
-Ma io lo conosco bene quello, non è mica il personaggio che vende.
-Si, se la tiri meno…
-Sai che ho saputo che… (e si inventa a piacere…)

Ok. Ok. Tutte domande giuste e ben piazzate. Solo un dubbio: e se fosse davvero uno bravo e noi semplicemente invidiosi?
I bravi che se la tirano sanno innervosire. I mediocri che però tentato di fermarli sono davvero insopportabili.

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