TheClassifica 24032004 – Tutti giù per Serra

In questi 15 giorni, Wrecking ball di Bruce Springsteen è andato al n.1 come previsto. Esaurito l’assalto dei fan, è sceso al n.2, dove si trova tra Lucio Dalla (12000 lune, triplo cd a 18-20 euro) e Lucio Dalla (Caro amico ti scrivo, raccolta frettolosa e singola – manca Anna e Marco, per dire. Però, anche se contiene 37 canzoni in meno dell’altro, costa 8-10 euro, e poi ha il titolo DEFINITIVO). Completano la top 10 Adele (disco uscito 60 settimane fa), Tiziano Ferro, Celentano. Poi tre nomi relativamente più freschi (One Direction, Emma, Arisa), infine Dallamericaruso al n.10.
Forse dovrei parlare di Springsteen, ma mi sono già espresso quivi (http://www.rollingstonemagazine.it/musica/notizie/fallito-e-invidioso-del-mito-e-delle-ragioni-di-critica/49541) e non mi andava di ammannirvi una replica. Non sono mica un satellitare Rai.
(magari vi faccio la sintesi alla fine)
Giacché – malgrado i miei strali – Adriano Celentano è rientrato in top 10, volevo sottoporvi due cose. Intanto, questo video Rai, Celentano con David Bowie, nel 1999. https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=paPWlphXY8U
Saltate pure la mediocre Thursday’s child e andate all’impari confronto. E mentre l’imbarazzo cresce in voi, occhieggiate questa frase del Figlio della Foca: “Tra artisti alla pari, c’è una stima reciproca che ti obbliga non solo a riflettere quando magari non condividi il pensiero dell’altro, ma anche ad espandere una certa elasticità nell’accettazione di un’idea che non sempre è tua”. Gli eletti del club esclusivo cui si riferisce il cantante spesso presente nei programmi di Michele Santoro (che lo sdoganano a sinistra) sono CapireBattiato e Jovanotti, che hanno collaborato al suo disco, sdoganandolo a sinistra. L’intervistatore è Michele Serra, che ha collaborato alle sue trasmissioni, sdoganandolo a sinistra.
Ora. Michele Serra.

Ultimamente sbertucciato per un articolo su Twitter che invece a me non è spiaciuto. Per quello, lo salvo. Contrariamente a Cosa sarà di Dalla, lo vado a salvare poi lo butto nel mare.

Va bene aver preso, come autore, parte dei fantastiliardi erogati puntualmente dalla Rai a Celentano per i suoi show. Va bene far parte, come Vincenzo Mollica, del club esclusivo di quelli che possono intervistare lui e non Claudia Mori. Però che dopo la raccapricciante, ingiustificabile, miserabile, disgustibonda performance di Celentano a Sanremo, Serra abbia trovato il coraggio da leone di scrivere:

“Nella baraonda sanremese ogni parola affoga, quella televisiva e quella della post-produzione giornalistica, che della tivù è pateticamente gregaria. Salverei, potendo, alcune delle (troppe) parole pronunciate da un uomo anziano (e non rifatto), che ha denunciato l’assurda brevità della vita, indicando come unica consolazione il Paradiso e la compagnia degli angeli. Saranno cinquant’anni, con l’eccezione di un paio di letture dantesche, che nessuno parlava di vita eterna in prima serata. Di tutto si è sempre cianciato, soprattutto di poderose stronzate, avendo competenze anche inferiori di quelle di Adriano Celentano: ma senza sollevare altrettanto scandalo. Curioso che la Chiesa—suoi uomini o sue propaggini — non abbia colto la novità. Vero è che ogni clero teme, più di Satana, chi predica senza avere la patente, violando il contratto di concessione esclusiva chele gerarchie religiose vantano con l’Eterno”.

Io di fronte a queste cose mi sento come D’Annunzio al contrario: lui con tardo esibizionismo andò verso i banchi parlamentari della sinistra dicendo “Vado verso la vita”; io mi alzo e vado verso la destra dicendo “Preferisco la morte” – salvo poi sbattere contro Gasparri, cioè lo stato neurovegetativo, e cambiare idea.
(però ultimamente comincio a ricredermi su Gasparri) (come dice wikipedia – mica un pistola, oh – la realizzazione della Vacuità del Sé della persona è il nirvana) (e nulla più di Gasparri si avvicina al mio concetto di annullamento)

Ciò mi riporta a Bruce Springsteen. Perché sapete, anche se parecchi fan hanno scritto indignati che gli ho toccato il santino “per fare quello fuori dal coro” o “per guadagnare notorietà”, io non è che viva bene gli insulti – mi manca quella componente lì sgarbiana. Il fatto è che
(…e qui come promesso arriva la sintesi del pezzo incriminato pubblicatomi dalla testata fighetta)
il Boss per un sacco di gente rappresenta l’amico leale, il padre che avremmo voluto, il marito dei sogni, l’eroe generoso che dà tutto se stesso nei concerti, il rocker che garantisce un ordine musicale uguale a se stesso come gli sceriffi dei vecchi western che tutelavano i vecchi cari valori del rock. Sostanzialmente, il leader ideale di una sinistra coraggiosa.

Sbaglio?

Bruce Springsteen, diceva lo slogan del sig. Landau tanti anni fa, era il futuro del rock. La profezia si è avverata: oggi ci ritroviamo con tanto rock moralista, consolatorio e musicalmente privo di genio. E’ pieno di buona volontà, questo sì, e indicibilmente generoso nonché sano (perché oggi le rockstar, a differenza delle popstar, non sono più vittima di overdose). E’ convinto di poter dare una mano a capire il mondo, con le parole di speranza di una grande chiesa veltroniana che va da CapireBattiato a Jovanotti, da Celentano a Springsteen ma NON include, come testimonia il video sopralinkato, David Bowie, giacché quegli non è un membro del pensoso club, giacché quegli fa l’artista e non si presta a fare il guru, giacché di questi siamo pieni, così come di creatività siamo veramente pieni – ma di artisti ultimamente siamo drammaticamente a corto.

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7 Commenti

  1. E, mentre la Juve zerozereggia (50° min) coll’Inter, penso: Bruff è come il gioco della Juve: buona circolazione di palla, giocatori ben posizionati, tanto impegno, tanta volontà. Però ci manca Messi, il guizzo. O Ibrahimovic, il guitto.

    (però il fatto che i rocker non si facciano più le pere non è mica una mala cosa, sai, a me i miliardari drughé mi avevano un po’ rotto, e Gene Simmons ci ha dimostrato che si può fare buon rockenroll anche da sobri, ma senza loden però, colla faccia truccata, ma hai ragione in fondo, ridateci i Sex Pistols e gli altri, però più giovani, grazie)

  2. Con il nick che mi porto dietro che dire oltre che son commosso come un vitellino?
    Solo per fini divulgativi ho postato in ogni dove la penosa intervista di Celentano a cui tu ti riferisci, per cercare di far capire a tutti quelli che potevo che l’arte non ha niente a che fare con la demagogia.
    E, permettimi, aggiungo che anche il caro estinto Boss, ormai non fa altro che demagogia.
    Non è la bruttezza delle canzoni che spiazza.
    E’ che prima (quando lo amavamo, noi vecchi aspiranti rockettari) ci parlava di sere nate storte, di strade vuote e di una faticosissima ricerca di umanità. Adesso ci fa i pistolotti moralisti. E neanche se componesse una nuova Thunder Road, musicalmente parlando, ci piacerebbe più abbinata a questi discorsi da pensionato che sta facendo adesso. Con tutto il rispetto per i pensionati veri che, forse, sono un filo più incazzosi di lui.
    Daviddino, per tornare all’arte, magari sono anni che ci ammorba con canzoni inutili dopo i fasti del passato. Ma almeno non ci ha mai segato gli zebidei con queste tematiche celentaniche.
    La distanza tra il Boss e Celentano, ormai, è veramente sottile.

  3. Dove sono i fans di Michele Serra? Aspettavo un florilegio di “SEI RIDICOLOOOOOOO”, e invece no. Vabbé, faccio io. Madeddu, tu con quel cognome osi ridicolizzare il Michele nazionale? Sei solo invidioso.

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