Aborti da prima pagina

update. https://www.youtube.com/watch?v=NuIYuAU2A8c

Filippo Facci su Libero del 22 gennaio 2009

E’ difficile spiegare la vergogna personale che ho provato ieri nel leggere «La vera storia di Emma» pubblicata in prima pagina su Libero, perché il mio non è propriamente un dissenso: non si tratta di opporre una «opinione» a un’altra, non c’entra il giochino stucchevole del pro & contro, il libero pensiero, la democrazia eccetera. Io penso, sinceramente, che certa roba non dovrebbe trovare dignità di pubblicazione e basta, tantomeno in un giornale che ospita, pure, opinioni molto diverse e tra queste le mie. Tremo all’idea che questo genere di giornalismo possa far parte della prossima campagna elettorale per le regionali, come lo stesso articolo auspica: per poi magari, Libero e dintorni,  accusare altri di fomentare odio.      

L’articolo di Andrea Morigi oltretutto non è neanche un’«opinione» confinabile come tale: era un articolo, e apriva il giornale. Per scoprire che cosa? Che «la candidata del Pd» Emma Bonino (candidata della Lista Bonino-Pannella, a esser precisi) «praticava aborti e se ne vantava», «ha una storia personale dimenticata», «negli anni ’70 aspirava feti con la pompa delle biciclette e li gettava nella spazzatura», dopodiché il linguaggio si fa definitivamente messianico e si ritrae il mostro, la Bonino, «curva nell’atto di strappare la vita a un bambino», «uccidere il figlio che portavano in grembo», perpetrare «eccidi di milioni di italiani che l’anagrafe non ha potuto nemmeno registrare, tanto mica votano».

Il linguaggio è quello sentimentalistico e asseverativo di chi dubbi non ne ha, e non c’è legge o dibattito o scienza che possano sfumarlo: «bambino» e «figlio in grembo» – che sarebbero il feto entro i 90 giorni di vita – sono termini che hanno già deciso anche per noi, i quali dobbiamo solo valutare se stare dalla parte «della vita» o dalla parte degli «assassini». Io e qualche milione d’italiani, probabilmente, non ci sogneremmo mai di spiegare agli altri dove cominci o finisca la vita: ma dovremmo accettare di farcelo imporre da Andrea Morigi e dalle convinzioni religiose – neanche politiche – di chi si richiama alla «scienza» solo quando serve. Ecco, vorrei sapere se questa è la posizione di Libero.

Ho scritto «assassini» perché il mio collega, nell’incredibile modo che segue, giunge ad auspicare la ventura strategia politica del centrodestra: siccome – scrive – nel 1976 Marco Pannella e Adele Faccio ed Emma Bonino querelarono il direttore di «Studi cattolici» che li aveva definiti «assassini», e però questo direttore fu assolto, ciò costituisce «un precedente giuridico importante che consentirà al centrodestra di propagandare liberamente la verità anche durante la prossima campagna elettorale, toghe rosse permettendo».

Riassunto. Il centrodestra dovrebbe passare i prossimi mesi a dare di assassina a Emma Bonino in virtù di una sentenza del ’76, e di passaggio dovrebbe giocoforza farlo – aggiungo io  – anche nei confronti di chiunque «istiga gli assassini» nel nostro Paese: ossia l’85 per cento degli italiani che sono favorevoli alla Legge 194, equamente divisi tra destra e sinistra. Occhio però ai giudici comunisti. Berlusconi prenda nota.

Io non ho nessuna particolare voglia di difendere Emma Bonino: è uno di quei radicali che trentacinque anni fa praticò la disobbedienza civile sull’aborto (autodenunciandosi) e contribuì all’introduzione del divorzio e dell’interruzione di gravidanza già presenti in tutti gli altri Paesi occidentali, sto parlando di quegli aborti legalizzati che in Italia calano anno dopo anno e che calerebbero anche di più, se certi ipocriti non impedissero che le ignoranti e le immigrate, coloro cioè che abortiscono in maggioranza, fossero raggiunte da un campagna sulla contraccezione che i vari «teocon» e «teodem» vedono come il demonio.

Più in generale, Emma Bonino è stata uno di quei pazzi – Pannella per togliere il divorzio e l’aborto dalla clandestinità, Tortora per accorgerci che la giustizia fa schifo, Berlusconi per portare la tv privata in Italia  e non solo quella, Craxi per modernizzare il Paese – di cui ogni tanto abbiamo bisogno per compensare il perenne ritardo della politica nei confronti della società reale.C’entra qualcosa, quella Bonino anni Settanta, con la sua facoltà di saper governare il Lazio? Niente.

E mi fermo qui, a dispetto della tentazione di dire ancora molto su certe campagne del centrodestra che se ne fottono delle opinioni effettive degli elettori di centrodestra.

Una sola postilla. Non mi si dica che l’attacco personale a Emma Bonino è giustificato dalla necessità di evidenziare la sua distanza dall’elettorato cattolico: da una parte perché non c’è niente che non sapessimo già – nessuna storia scabrosa e dimenticata, voglio dire – e dall’altra perché un sondaggista che mi dica che in Italia esista un «voto cattolico» dipendente dai temi etici, da anni, io lo devo ancora trovare. A meno di intendere la Lista «Aborto, no grazie» che due anni fa prese lo 0,37 per cento, meno della Svp di Siegfried Brugger.

Maurizio Belpietro su Libero del 22 gennaio 2009

Si, lo ammetto: ieri ho sbagliato.La prima pagina sulla Bonino non andava bene: sotto al titolo principale avrei dovuto pubblicare la fotografia di Emma mentre trafficava tra le gambe di una donna e la aiutava ad abortire con una pompa di bicicletta, e invece non l`ho fatto. Non ho avuto lo stomaco. Ho pensato ai lettori che ogni mattina vanno all`edicola e a cui già dispensiamo quotidianamente lo schifo della politica e mi sono chiesto: ce la faranno a reggere un`immagine così forte in prima? Mi sono risposto di no: meglio non urtare le coscienze, preferibile pubblicarla dentro, in una pagina interna. Errore: le coscienze le ho urtate comunque, ma quelle di chi preferisce rimuovere, come il nostro Filippo Facci. Il quale non vuole che si ricordi il passato della leader radicale. Vorrebbe ci limitassimo a dire che è una militante impegnata nella difesa dei diritti civili e nulla più.

Al massimo che ha fatto la commissaria della Ue. Meglio non ripescare le vecchie storie, le provocazioni, le foto mentre pratica un aborto, immagini posate da pubblicarsi sul settimanale Oggi, a corredo di un`inchiesta dal significativo occhiello: come orientarsi nella giungla dei consultori familiari. Quella vecchia istantanea dimenticata nell`archivio della memoria, risale a 35 anni fa, quando la Bonino, all`epoca sconosciuta, coordinava il Cisa, centro informazioni per la sterilizzazione e l`aborto. In realtà, più che distribuire informazioni in quelle stanze si praticavano aborti. A volte le operatrici lavoravano anche a domicilio, cercando di concentrare quattro o cinque interruzioni per casa. Nel 1976 stimarono di averne fatti più di l0mila: erano gli anni della battaglia per la liberazione della donna, degli slogan sulla proprietà dell`utero e sulla propaganda della vasecto- mia come metodo per non avere figli.

La candidata alla Regione Lazio era in prima fila in quella campagna. Non solo teorizzava l`aborto libero e gratis, ma lo praticava pure. In un`ampia intervista alla sorella della Fallaci, spiegò che per liberarsi del feto bastava poco. «Ci vorrebbe l`aspiratore elettrico», raccontava, «senonché costa un mucchio di quattrini e pesa trasportarlo per fare aborti nelle case». Per risparmiare dunque la Bonino usava un sistema più rudimentale: una pompa di bicicletta con la valvola rovesciata e un barattolo di vetro tipo quelli da marmellata. Si spaventano le donne vedendo questa attrezzatura poco professionale? chiese la giornalista. E l`intervistata a rispondere che no, alle donne importava un fico secco: «Anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate che contribuiscono a sdrammatizzare la faccenda». Andava fiera la Bonino di quel che faceva, tanto da autodenunciarsi alla procura di Firenze e farsi arrestare dopo la latitanza. Voleva creare un caso, far discutere e costringere la politica a depenalizzare l`aborto, liberando le donne. La vicenda ebbe lunghi strascichi giudiziari. I pm indagarono Emma e altri esponenti radicali per associazione per delinquere aggravata e per aborto, ma la Camera dei deputati, cui nel frattempo era entrata a far parte, negò l`autorizzazione a procedere e lo stesso fece anche anni dopo, nel 1990, quando Pier Luigi Vigna ripresentò la richiesta.

Per paradosso della sorte la sua carriera politica non sarebbe mai cominciata senza quell`immunità parlamentare contro cui la leader radicale si scaglia anche oggi, sostenendo che chi la chiede vuole garantirsi l`impunità. Ma di tutto questo non si deve parlare. Secondo Facci e tanti altri soloni della politica e del giornalismo finto indipendente, certa «roba non dovrebbe trovare dignità di pubblicazione», perché quel che uno ha fatto negli anni Settanta non ha nulla a che fare con quel che farà. Negli Stati Uniti, se qualcuno si candida a fare il governatore di uno Stato, lo rivoltano come un calzino e raccontano perfino se ha fumato uno spinello quando aveva 18 anni e frequentava l`università, ricostruendo tutto, ma proprio tutto, del suo passato. L`articolo di Libero sulla Bonino dunque non è né un attacco personale né un`offensiva contro la legge 194. E solo informazione: so che è difficile capirlo. Ancor di più so che è difficile praticarla.

Segue l’articolo incriminato.

Andrea Morigi per Libero del 21 gennaio 2009

Aborti, non parole. Gli elettori laziali possono sciogliere i loro eventuali dubbi: Emma Bonino mantiene le promesse elettorali. Lo testimonia la sua storia personale, anche quella dimenticata nei ritratti ufficiali, che ora la esaltano come paladina dei diritti umani. Solo raramente invece spunta una fotografia, pubblicata da Oggi nel 1975, che la ritrae curva davanti a una donna a gambe divaricate nell’atto – vero o messo in scena per il servizio – di strappare la vita a un bambino. Ma l’attuale candidata radicale, appoggiata dal Pd alla presidenza della Regione Lazio, a quei tempi, combatteva una battaglia per il «diritto a una maternità scelta», dirà nel 2006 a Grazia. Da militante radicale, agiva, infilando il tubo di una pompa da bicicletta nell’utero delle donne che si rivolgevano a lei per uccidere il figlio che portavano in grembo. Era l’attuale vicepresidente del Senato ad aspirare personalmente il «contenuto dell’utero». Poi lo depositava in un vaso da marmellata.

È lei stessa a ricostruire il macabro procedimento, tralasciando soltanto un particolare: i feti finivano fra i rifiuti. A Neera Fallaci, di Oggi, confidava però la propria e altrui indifferenza: «Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate». Le aveva insegnato a riderci sopra Adele Faccio, con cui nel 1974 aveva fondato a Milano il Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto, che vanta il record di 10.141 aborti procurati, all’epoca clandestinamente, cioè contro la legge che li considerava infanticidi. La Bonino finì anche in galera per qualche giorno, autodenunciandosi. Siccome – allora come oggi – le leggi venivano fatte e disfatte dai magistrati, se la cavò con un’assoluzione che le spalancò le porte del Parlamento, anticipando politicamente la legge 194 del 1978, che ha stabilito le regole per la cosiddetta interruzione di gravidanza. Attualmente si sopprimono circa oltre 120mila l’anno. In trentadue anni di vigenza, senza contare gli eccidi compiuti con mezzi di fortuna, sono milioni gli italiani che l’anagrafe non ha nemmeno potuto registrare. Tanto, mica votano. Eppure, da qualche giorno, la Bonino si mostra tranquilla anche a proposito dei suoi rapporti con il Vaticano: «Sia sui carcerati che sugli immigrati e i malati, il mio rapporto con le associazioni cattoliche è sempre stato ottimo », rispondeva l’altro ieri a Maurizio Belpietro, a Mattino Cinque, dicendosi sicura che «i cattolici, come tutti, ragioneranno sulle candidature, sui percorsi di vita, sui programmi».

Fra i cristiani che con lei non intrattengono buoni rapporti, vi è Cesare Cavalleri, che sul mensile che dirige, Studi Cattolici, nell’ottobre 1976 scrive che Marco Pannella, Adele Faccio ed Emma Bonino, istigatori dell’aborto, sono «oggettivamente assassini», in quanto «chi pratica l’aborto è un assassino, e chi istiga gli assassini o con loro collabora si macchia moralmente dello stesso delitto». I tre lo querelano, e il 7 luglio 1980 il Tribunale di Milano lo assolve perché «il fatto non costituisce reato ». Un precedente giuridico importante, che consentirà al centrodestra di propagandare liberamente la verità anche durante la prossima campagna elettorale, toghe rosse permettendo. Del resto, della libertà d’opinione, la Bonino si è fatta sempre fatta paladina. In occasione del FamilyDay, il 12 maggio 2007, si era unita alla contro-manifestazione di piazza Navona, Coraggio Laico, indetta per ricordare la vittoria referendaria per il divorzio. In effetti Romano Prodi, il cattolico adulto, l’aveva nominata ministro per il commercio internazionale e le politiche europee. E anche per questo si era inimicato la Santa Sede e l’elettorato cattolico.

Non ne tenne conto nemmeno Silvio Berlusconi quando, da presidente del Consiglio, nel 1995 la nominò commissario europeo. Subito dopo, caduto il suo primo governo, lasciò le chiavi di Palazzo Chigi a Lamberto Dini

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46 Commenti

  1. Scusate l’OP….
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  2. …per portare la tv privata in italia c’è anche FRANCESCO DI STEFANO,quello al quale il tuo padrone e i suoi complici del pd,in contrasto con la sentenza europea,non gli permettono di fare una sana concorrenza nonostante le concessioni di frequenza dal 1999…
    se devi dirle le cose dille tutte,c’è anche gente informata,non legge solo l’ignorante a cui puoi fare credere che esistono le “toghe rosse”,alibi frequente di chi continua a delinquere nell’impunità grazie a falsari del tuo stampo che continuano a ripetere “toghe rosse” : da che mondo è mondo la magistratutra è NERA,e reazionaria.
    Studia.

  3. Facci, ma non ti dà un fastidio bestia essere trattato come un cretino dal tuo direttore (che oltretutto usa degli argomenti a dir poco vacui)?

  4. ecco, uno comincia a leggere, sembra una articolo condivisibile e poi c’infili Craxi tra ” pazzi ….di cui ogni tanto abbiamo bisogno per compensare il perenne ritardo della politica nei confronti della società reale”

    non ci siamo, Craxi non ha fatto null del genere, anche se lo ripeti da giorni, Craxi al più ha firmato il Concordato e un sacco di cambiali che ci ha lasciato in eredità, altro che colare, Craxi è diventato famoso perché ha svuotato

  5. Ma pensa te!? Ma quello stesso Facci che nel suo grandissimo scoop “Vi raccontiamo la vera storia di Beppe Grillo”, ritiene giusto raccontare del figlio di Grillo nato con problemi motori???

    Quel Facci li’? ….Ma perfavore!

  6. vorrei ricordare a chi se lo è dimenticato che quando i radicali aiutavano le donne ad abortire mediante aspirazione, pratica molto meno invasiva del raschiamento,
    esistevano altre due possibilità, o rivolgersi privatamente ad un ginecologo per la modica somma di L. 200.000 (parlo del 1973/74, esperienza personale) oppure affidarsi a qualche mammana rischiando la vita. Vedete un pò voi.

  7. Ma se i Facci invece di scrivere sempre per la banda di replicanti prezzolati di Roy Batty trovassero una sedia al Fatto…

    Anche quando scrivono contro, va bene. Allora in Italia magari ci sarebbe un giornale da leggere senza menate di trincea e caxxi vari..

  8. Il discorso di Facci sarebbe condivisibile se egli non usasse questi stessi
    metodi contro Travaglio e Di Pietro

  9. In settimana si sono incontrati Berlusca e Ruini; l’articolo ne è una conseguenza? Probabile, ma anche no: i proprietari di Libero sono gli Angelucci, ras della sanità nel Lazio e non solo, che immagino vedano come il fumo negli occhi l’eventuale elezione della Bonino. Cuius regio, eius religio. Angelucci ordina e i bastardelli intonano le preghiere di liberazione dal demonio.
    La funzione di Facci è di fare l’eco all’articolo di un giornale che comprano in pochi (150mila?) e, considerando l’analfabetismo di ritorno, leggono ancora meno.
    Puro marketing.
    E’ da una vita che si utilizza questa tecnica.

  10. E non è la prima volta.
    Ormai è storia lo scazzo che ci fu al Giornale, sempre direttore Belpietro, con Mario Giordano e lo stesso Belpietro. Allora l’oggetto del contendere, se vogliamo chiamarlo così, era la grazia a Sofri.

  11. Uccidere il figlio non gradito è il peggior delitto che si possa commettere ed il modo più vigliacco di disimpegnarsi. Perchè se non si ci può permettere di allevare un figlio non si affida a coppie sterili, che farebbero di tutto per un figlio anche se non generato da loro? L’aborto non è una conquista sociale, è peggio di una bestialità. Si era più civili quando si affidavano i neonati non desiderati alla Sacra Rota.
    Genova, 24 Gennaio 2010 Aldo

  12. Aldo, la sacra rota è quella per annullare i matrimoni, con l’aborto non centra proprio una sega.
    E’ comunque la degna conclusione di un commento del cazzo…

  13. aldo, una volta gli ignoranti avevano pudore di parlare di cose di cui non sapevano. Poi siete stati sdoganati.

    Toglimi una curiosità sul funzionamento del tuo modo di pensare.

    Quando scrivi di qualcosa che non sai, non ti si accende una scrittina interiore? Una scrittina sul tuo display cerebrale, che dice: Rischio di dire delle cazzate, perchè cito cose senza averne cognizione?

    Non ti hanno mai scoraggiato a parlare di cose che non sai?

    La mamma, la maestra, i professori se sei andato oltre la quinta elementare, sul lavoro, nessuno ti ha mai fatto notare che quando si parla di qualcosa bisogna possedere le nozioni di base, se nosi deve tacere? Non hai mai notato in altri che brutta figura facevano quando partivano in tromba a dire questo e quello e poi veniva fuori che le cose non stavano così?

    Aldo, mi interessa sinceramente: spiegami come funzionate, voi ignoranti saccenti.

    Siete un problema sociale, vorrei capire meglio-

  14. La stessa indignazione e rabbia ho provato io, quando alla televisione si è parlato dell’articolo di questo cosidetto giornalista, non pronuncio nemmeno il nome, non ne vale la pena, su Emma Bonino. Voglio anch’io ricordare che la legge sull’aborto è legale, perchè circa l’80% di italiani, ha voluto che sia così. Io stessa sono favorevole, anche se non l’ho votata, al tempo non avevo ancora diciott’anni, comumnque ho usufruito e non ne sono affatto pentita di questa legge, quindi come la Bonino sono anch’io un’assassina. Voglio ricordare a tutti,che le donne da tempi immemorabili hanno praticato l’ aborto. Molte, troppe sono morte, per i tanti aborti clandestini fatti da medici compiacenti o dalle cosiddette mammane. E’ proprio grazie alla 194, se ora non si rischia piu’ la vita.

  15. la Sacra Rota è ormai una fabbrica di divorzi, la ruota era invece un dispositivo rotante che permetteva di abbandonare gli infanti nei conventi mantenendo l’anonimato e offrendo ai bambini la sicurezza di non morire di freddo all’esterno

    Questa singolare confusione di un fan della chiesa mi sembra paradigmatica, ai fedeli non occorre sapere, basta conformarsi agli slogan e a discorsi orecchiati malamente senza curarsi troppo del loro significato.

    Un’adesione un po’ troppo acritica perché possa avere qualsiasi valore, c’è poco da gloriarsi di seguaci del genere

  16. no, RGV, secondo me non basta: Libero da sempre fa campagne del genere, è un giornale pericoloso, inquina il discorso pubblico. e se ci lavora dovrebbe saperlo, invece di far finta di cascare dal pero.
    poi, oltre alle cose giuste, l’articolo contiene alcune inesattezze, ma lasciamo perdere

  17. troppe sono state le donne,nei decenni precedenti(ed anche , nei secoli)favorevoli all’aborto per varie e ragioni -E questa legge (194) è “SACROSANTA” Al contrario , senza questo dirittto ,milioni di donne ,sono-morte,-tutte a causa di medici compiacenti ,che ufficialmente si dicono contrari-Ma nel loro retrobottega offrivano e offrono ancora oggi aborti di feti anche di 18 settimane -tanti aborti clandestini fatti da medici compiacenti o da mammane. E’ proprio grazie alla 194, se oggi non si rischia piu’ la vita.Tutto il resto, è solo frutto di ignoranza,specialmente fra le Extracomunitarie che non sono addentro ai meccanismi e della legge e dei loro diritti-Facci,ti farei rimanere “incinto” per poi provare che significa abortire,seppur con consapevolezza ma DOVER Abortire-con tutte le conseguenze psicologiche che ti trascini appresso per anni e anni-Facile farsi pubblicita’ sulla pelle degli altri vero? specie su quella delle donne-pezzo di M,grande come una casa!!

  18. Alcuni di quelli che commentano Facci sono semplicemente repressi e invidiosi. A prescindere da quello che scrive. Questi falliti credono di illuminare il popolo con commenti alteri e inutili, si atteggiano a pseudo scribacchini tolleranti e aperti per poi perdere le staffe e l’aplomb appena qualcuno si “permette” di dissentire. Ecco, l’aplomb, sapete dove ve lo dovete ficcare? Almeno qualche soddisfazione nella vita ce l’avrete.

  19. Vi ricordo che il signor Facci è ancora a libro paga di Silvio Berlusconi, a meno che non offra gratis i suoi servigi a quell’ accozzaglia di santi e di puttane che prende il nome di Mattino 5

  20. Facci, prova a ricordare al tuo direttore che il vostro padrone ha sulla coscienza un aborto al 7° mese, il che non gli ha mai impedito non solo di candidarsi, ma anche di fare il difensore della famiglia, nell’allegro consenso di tutte le gerarchie vaticane.

  21. “In america gli si rivolta tutta la vita come un calzino…”. Ma in america un singolo politico non possiede mica 5 reti televisive su 6, su non scherziamo, magari si rivoltano le vite degli altri politici (Marrazzo docet) mentre il padroncino si difende a colpi di “così fan tutti”.

  22. Facci per una volta sono d’accordo con te.

    Non capisco però se questa tua reazione sia dovuta allo stile o al merito.
    Perchè stile di giornalismo non è cosi raro su Libero e il Giornale (anche su altri se vogliamo, ma loro sono il top).

    Sulla risposta di Belpietro.
    Beh, io vorrei trovare uno che mi spiegasse:
    – Dove Berlusconi ha trovato i soldi per costruire Milano2.
    – La vera storia della legge Mammì.
    – Se Craxi diceva velatamente che tutti pagavano tangenti, allora Finivest com’era messa?
    – Perchè per Berlusconi, Mangano era un eroe?
    ecc, ecc

    ciao,
    diego

  23. “””E non dico altro
    Ha promesso innanzitutto “trasparenza”, e ha detto che, se vincerà la corsa alla Presidenza della Regione, istituirà “non solo l’anagrafe [tributaria] pubblica degli eletti […] ma anche quella dei nominati e quella sulla sanità, per esempio di tutti gli appalti”, e insomma pare che abbia intenzione di consentire “una maggiore capacità di controllo da parte dei cittadini”, per esempio, sulle convenzioni tra la sanità pubblica e quella privata. In pratica, tra la Regione Lazio e l’impero degli Angelucci (case di cura, laboratori clinici, centri diagnostici, ecc.).
    È bastato questo perché Libero e il Riformista le sparassero addosso a palle incatenate.

    Scandalizzarci? “La politica è anche rappresentanza di interessi”, come dar torto a Jimmomo? “Non ci scandalizziamo”, dunque. E però prendiamo atto che Maurizio Belpietro e Antonio Polito scendono in campo in rappresentanza di interessi che sarebbero minacciati dalla sola “trasparenza”.
    Tutto lineare, nel primo caso. Almeno in apparenza. In difesa di Dio, Patria e Famiglia (in favore di Renata Polverini, che li ha nel programma, e contro Emma Bonino, che è un’abortista della prim’ora, una transnazionale senza campanile e un’incallita bestemmiatrice), Libero si trova naturaliter in difesa degli interessi del suo editore. Rammenta al mondo chi fosse la Bonino 35 anni fa, dandole l’opportunità di dichiarare che 35 anni dopo ella ne va ancora più fiera, e tutto quadra. In apparenza.
    Col Riformista, invece, saremmo all’infortunio. Un minuto prima che parlasse di “trasparenza”, Emma Bonino era una “novità” e una “opportunità”; un minuto dopo, “la rosa della candidatura di Emma rivela tutte le sue spine”. Apparentemente sembrerebbe che il direttore del Riformista abbia fatto retromarcia per non essere inculato a sangue dal suo editore, del quale sarebbe servilmente succubo.
    Incredibile a dirsi, è Marco Pannella a fugare questo odioso sospetto e a motivare la solerte sollecitudine di Polito in forza di sue antiche “dimestichezze con la famiglia Angelucci”: “Il direttore del Riformista – ha detto – è cresciuto con uno dei figli di Angelucci a Castellammare […] In quegli anni [presumibilmente ai tempi in cui Polito, che ne è originario, ancora vi abitava] un figlio di Angelucci – come dire – operava a Castellammare di Stabia. E dunque trovo più normale, e meno grave, più comprensibile la cosa di Polito che la corresponsabilità ideologica di quell’altro [Belpietro]”.

    Restituito l’onore a Polito, resta una domanda: che cazzo ci faceva uno dei figli di Angelucci a Castellammare? Conoscendo un po’ il lessico di Pannella, quel suo “operava” mi ha lasciato intendere che si trattasse di questioni di cuore: è probabile – mi sono detto – che il figlio di Angelucci cresciuto a Castellammare con Polito avesse una fidanzata da quelle parti. Non restava che farci un salto per scoprire se fosse vero, eventualmente per sapere chi fosse la ragazza.
    Me lo sono risparmiato facendo un giro di telefonate e, a meno che non mi abbiano dato informazioni errate, ho scoperto che Pannella ha ragione: “in quegli anni” un Angelucci jr. era fidanzato con una ragazza di Castellammare. E non dico altro.”””””

    http://malvino.ilcannocchiale.it/post/2425375.html

  24. Non so se e’ gia’ stato detto ma l’articolo di Facci e’ del gennaio 2010, non 2009.

  25. Una delle prime volte in cui mi trovo quasi d’accordo con Facci, la 2a volta oggi (per l’articoletto sul “cambio di rotta” di Radio2).
    Non mi trovo d’accordo sugli esempi di Berlusconi e Craxi (definiti “importatore di tv private” e “modernizzatore”) : un po’ come se il fine “nobile” giustificasse i mezzi ignobili…

  26. a lorenzo :
    forse come dici tu non sono informato,ma a differenza tua io non ho i paraocchi.

  27. Dall’articolo di FF:

    “Il linguaggio è quello sentimentalistico e asseverativo di chi dubbi non ne ha, e non c’è legge o dibattito o scienza che possano sfumarlo: «bambino» e «figlio in grembo» – che sarebbero il feto entro i 90 giorni di vita – sono termini che hanno già deciso anche per noi”.

    È vero esattamente il contrario: mediante il termine “feto” si vuole diversificare e rendere “neutra” una vita umana; si vuole, in altre parole, tentare di incorniciare l’uccisione di una persona nell’ambito di un fenomeno che, soltanto in termini linguistici, ha tutti i connotati del politicamente corretto e che perciò diviene socialmente accettabile. Sintesi del ragionamento: se il feto non è un bambino, ucciderlo non è un omicidio. Analisi della sintesi: se cambio una parola con un’altra, ho risolto un complesso problema etico attraverso una semplice sostituzione lessicale. Morale: si tratta esclusivamente di una questione di nomenclatura, quasi che la faccenda abbia natura formale, puramente “estetica”, basta appiccicare qualche etichetta (feto su bambino) e ci si può lasciare ogni dubbio alle spalle.

    “Io e qualche milione d’italiani, probabilmente, non ci sogneremmo mai di spiegare agli altri dove cominci o finisca la vita”.

    Nulla questio sul fatto che quella spiegazione, ammesso e non concesso si possa dare in modo inequivoco, sia alquanto complicata (uno zigote è un essere umano o no? Boh..), ma non quando si tratta di un bambino di 90 giorni: quello, feto o bambino, chiamalo pure come ti pare, è un essere umano e se FF, insieme a qualche milione di italiani, non lo capisce è un problema solo suo.

    “E mi fermo qui, a dispetto della tentazione di dire ancora molto su certe campagne del centrodestra che se ne fottono delle opinioni effettive degli elettori di centrodestra”.

    Qua sembra di sentire un “repubblicones” qualunque, quando sostiene che gli elettori del Cav non condividono i disinvolti comportamenti sessuali del nano di Arcore: oltre a ricordare, in merito, che di siffatte tesi ne abbiamo “d’avanzo”, giova ripetere che se davvero gli elettori di centrodestra non sopportano “certe campagne del centrodestra”, basta che decidano di non dare più il voto a quella coalizione, proprio in ragione della citate campagne. Se ciò avvenisse, di sicuro il centrodestra la smetterebbe con quelle campagne. Ergo: se dopo anni non la smette, vuol dire che le suddette campagne non turbano troppo gli elettori di centrodestra.

    “…la Lista «Aborto, no grazie» che due anni fa prese lo 0,37 per cento”.

    La ragione di quella sconfitta elettorale non risiede, evidentemente, nel fatto che gli italiani sono in maggioranza favorevoli all’aborto (cosa, peraltro, ben possibile, anche se sarebbe più opportuno dire che la maggioranza di essi è favorevole alla sua depenalizzazione), ma nell’esclusività contenutistica della proposta politica di Ferrara. Spiego il concetto con un esempio: gli italiani hanno a cuore l’ambiente, ma per questo votano un partito che si occupa unicamente di quel problema (i Verdi, non per caso, sono fuori dal Parlamento).

  28. Polito ha avuto ed ha una storia d’ammore con D’Alema. Di chi sia figlio D’Alema decidetelo voi. Belpietro invece ama segretamente Travaglio, ed espia questa sua colpa dandosi corpo ed anima a uomini di dubbia moralità.

  29. Alessandro, gli italiani hanno votato e sostenuto una legge che regolasse l’aborto, il parlmaneto non si è limitato alla epenalizzazione e la 194 negli anni ha sempre goduto i un consenso marmoreo, alla faccia di chi grida assassina a chi abortisce e poi magari prati ca aborti in nero, non è in causa la depenalizzazione (che non vuol dir nulla, non aggiunge e non toglie nulla, vuol solo ribaire che chi scrive lo ritiene un reato), ma la regolazione migliore possibile di una pratica che non piace a nessuno, nemmeno alle donne che vi ricorrono

    quanto al fatto che gli elettori del centrodestra siano difficilmente turbabili dalle iniziative dei loro rappresentanti politici è un fatto che, ancora, ha poco a che fare con l’aborto

    questi non fanno una piega nemmeno di fronte a condanne per mafia, direi che le loro aspettative sul piano etico tendano a zero, sempre che non si parli di musulmani, zingari e negri, l’unico argomento che sembra attizzare davvero quell’elettorato oltre allo sbocco contro i fantomatici “comunisti”

  30. Fatemi capire. Premetto che non me ne può fregare di meno ma, secondo voi, è giornalismo dedicare le prime pagine dei quotidiani per oltre un mese a un gossip fatto da escort e zoccole autoreferenzianti mentre è becerume raccontare che la candidata a una delle regioni più importanti del paese si sollazzasse con l’esercizio abusivo della professione medica??? Forse è il caso di mettersi d’accordo su cosa sia importante e cosa no.
    Saluti

  31. Beh, se le zoccole ricevevano candidature politiche in cambio di prestazioni sessuali mi sembra lecito parlarne

  32. ” Belpietro invece ama segretamente Travaglio…”

    Questa sembra una battuta ma è vera.

  33. Marco, in 2 parole: il “gossip fatto da escort e zoccole autoreferenzianti” (che poi autoref. non sono, ci sono foto e testimonianze) riguarda il premier e ha risvolti politici evidenti – oltre al fatto che non ci piace che uno vada a puttane, magari coi soldi nostri, e poi faccia la morale familista al paese. La Bonino, invece di “sollazzarsi con l’esercizio abusivo della professione medica”, si autodenunciava proprio per far finire quell'”esercizio abusivo”.
    Non mi sembra così difficile da capire. A meno di non farselo spiegare da Libero

  34. ho letto la risposta di Belpietro al “risentimento ” di FF…
    Belpietro intende dare una lezione di giornalismo a FF, ma fa ridere quando chiosa facendo l’esempio degli Usa, proprio lui che credo non abbia mai neppure provato a “pensare” di rivoltare come un calzino il passato di, uno a caso, Berlusconi, che si è candidato a diventare primo ministro, addirittura.
    Quando Belpietro sarà libero di fatto allora potrà parlare.

  35. Caro Eternauta, si vede che è meglio avere il paraocchi. Almeno non si corre il rischio di scrivere, ancora oggi, nel gennaio 2010, che al maiuscolo “FRANCESCO DI STEFANO… in contrasto con la sentenza europea, non permettono di fare una sana concorrenza nonostante le concessioni”.

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