Non parla inglese. Non vede. Non sente.

Covnuto e mazziato, come in quel pvovevbio siciliano.

Il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella giornata di ieri ha ricevuto un doppio due di picche dalle principali banche italiane, Unicredit e Intesa, che hanno detto definitivamente no ai Tremonti-Bond.

Invece di congratularsi con Profumo e Passera per aver reperito sul mercato privato i soldi necessari a rimpinguare il patrimonio (Unicredit farà un aumento di capitale di almeno 4 miliardi sottoscritto per lo più dalle Fondazioni bancarie presenti nell’azionariato), Tremonti ha fatto l’offeso e ha rilanciato con i sui slogan autunno/inverno per la crisi 2009/2010: “non è uno sgarbo al governo ma alle imprese”, “se gli istituti continuano a far soldi con la finanza stanno solo preparando la prossima crisi”, “a far soldi con la finanza sono buoni tutti”, “pensate che sia giusto che il mondo sia governato dai banchieri?”.

Le grida tremontiane hanno un senso quando han senso, non quando non ce l’hanno. Ci spiegasse perché se le banche si fanno rinforzare dai propri azionisti (a condizioni di mercato migliori della sua invenzione) questo non andrebbe bene, quando tutte le altre istituzioni (il Fondo Monetario Internazionale oggi, per esempio) dicono che è la strada migliore da seguire. Oltre a essere la più etica. Gli azionisti han guadagnato quando le cose andavano bene, mettano le mani ai loro portafogli (e non in quelli dei contribuenti), quando le cose vanno male.

Il punto è che quando Tremonti grida lo fa per il suo mestiere primario (il politico) e non per il secondo lavoro (ministro della repubblica). Tanto più le grida sono alte, maggiore è la possibilità che gli elettori sentano fischiare nelle orecchie che la causa della crisi industriale italiana è colpa della speculazione bancaria, che non è vero. Più di quanto sia colpa della miopia della politica economica degli ultimi anni (Tremonti incluso), della burocrazia, di tasse e contributi, dei capitali assorbiti dal debito statale.

Ma Giulio ha già trovato il modo di consolarsi in terra straniera (per un leghista come lui): il ministro infatti preme l’accelleratore sulla creazione della Banca del Mezzogiorno, la Banca del Sud: perché “il Sud italiano è l’unica regione dell’Europa che non ha una banca autoctona”. E lui ha già pensato il logo: “in questa banca non si parla inglese e i soldi che depositate restano in questa banca”.

E’ vero, il Sud non ha una banca con la targa regionale, a meno di non considerare Zurigo una succursale oltre frontiera.

Avremo quindi una nuova banca che non parla inglese. Che non vede. Che non sente.

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14 Commenti

  1. da quanto avevo capito, i soldi dei Tremonti Bond non erano tanto dei contribuenti quanto dei prestiti a caro prezzo, e quindi Intesa-Sanpaolo e Unicredit hanno appunto pensato bene di trovarseli a costo inferiore.

    Secondo me è per quello che Tvemonti è incazzato: sperava in un gettito interessante di interessi, gettito che non ci sarà.

  2. “i soldi dei Tremonti Bond non erano tanto dei contribuenti quanto dei prestiti a caro prezzo”
    Magari mi sfugge qualcosa, ma non capisco proprio in che modo avrebbero potuto non esser dei contribuenti.

  3. @mau

    i Tremonti bond sono debito subordinato. in poche parole debito che le banche, in caso di fallimento, sarebbero costrette a rimborsare solo dopo aver rimborsato tutti gli altri debiti. per questo vengono equiparati a mezzi di rischio, a metà tra il capitale e le obbligazioni sul mercato.

    nella peggiore delle ipotesi (il fallimento) i contribuenti ci rimetterebbero tutto l’ammontare dei tremonti bond.

    nella migliore delle ipotesi (le banche restituiscono i bond) lo stato dovrebbe cmq reperirli sul mercato tramite indebitamento, sottraendo i fondi ad altri usi, e comunque gli interessi chiesti alle banche (piu del 7%) le banche dovrebbero richiederli alle imprese a cui li prestano vanificando un po’ il principio dell’aiuto alle PMI.

    Per riepilogare il giro. Lo stato può indebitarsi a lungo a circa il 4% (oggi), presta i soldi alle banche al 7,5% incorporando il rischio fallimento delle stesse. Ma dato che oggi il mercato sembre credere alle banche quanto allo stato, le banche preferiscono fare da sole.

  4. Veramente oggi lo Stato si indebita ad assai meno del 4%. Va poi detto che non bisogna cadere nel tranello del pensare che quel 7% debba ricadere sulle imprese. I Tremonti Bond sono sì strumenti di debito subordinato, ma nei bilanci hanno una funzione di strumenti assimilati a capitale che servono unicamente a consolidare i ratio patrimoniali, non ad iniettare liquidità nel sistema. In effetti le imprese prenditrici di quel 7% di tasso ne pagherebbero, quale maggior costo del denaro, una parte minuscola grosso modo pari al coefficiente di solvibilità (7%, circa) moltiplicato per il coefficiente di ponderazione del prestito, moltiplicato per la quota di patrimonio di vigilanza rappresentata da Trmonti Bond. In pratica parliamo di qualche scarso basis point: 2 o 3, 5 nel caso peggiore di scuola.

  5. @mfisk.

    4% è il tasso di riferimento per indebitamento a lungo-termine (10 anni) per i BTP, oggi.

    Riguardo a quello che dici forse hai ragione ma dato che i soldi di Tremonti servono a fornire base patrimoniale, equivale a dire che dovrebbero “liberare” la creazione di nuova base monetaria per finanziare le imprese. Quindi alla fine comunque per aumentare la liquidità nel sistema.

  6. non ha senso discutere le dichiarazioni di Tremonti, mi rendo conto che è il ministro dell’Economia, ma è ovvio che l’uomo reciti da anni qualsiasi parte occorra o pensi utile a prescindere dai provvedimenti che poi prende nella realtà

    il suo farsi critico della finanza e dell globalizzazione è pura ipocrisia, in quella veste è solamente ridicolo e azzera quel patrimonio di credibilità che dovrebbe curare prima del resto, invece non gli crede nessuno, nemmeno tra i suoi

    con la finanza dominata dal sentiment, un governo a credibilità zero non se lo può permettere nessun paese al mondo e paradossalmente Tremonti è proprio uno di quelli più responsabili di questa mancanza di credibilità

  7. L’errore è pensare che la crisi che stiamo vivendo sia dovuta alla scarsa liquidità del sistema. Secondo me è il contrario: la crisi finanziaria nasce dalla troppa liquidità nel sistema finanziario mondiale. Girano troppi soldi, ci sono utili vergognosi accantonati di qua e di là, lo dimostra anche la facilità con cui le fondazioni (che, a mio modo di vedere , sono serbatoi che vengono creati sempre da chi guadagna troppo.) sono intervenuti con cifre esorbitanti.
    E lo dimostra la facilità con cui si piazzavano i titoli spazzatura: bastava appioppare una tripla A alla carta da culo e ne piazzavano per miliardi di dollari.
    Insomma, la finanza è già ripartita, perchè è liquida, è ricca e paffuta. Anche troppo.
    Quella che langue, è l’economia reale. Quello che non va è che si fanno le cose dove un operaio costa 60 dollari al mese e si vendono dove non si produce piu’ perchè un operaio costa 2000 euro.
    Si generano capitali immensi (quanti soldi gestisce il fondo sovrano cinese?) , ma si impoveriscono le masse dei paesi industrializzati, che per ora sono l’unico vero giacimento di allocchi consumatori.
    I ricconi globali hanno troppi soldi e troppe merci da vendere, mentre i consumatori occidentali hanno ormai sempre più debiti e sempre meno lavoro.
    Il sistema non puo’ stabilizzarsi finchè non si raggiungerà un livello di benessere e di consumi decente anche in Cina e in India. Questo sarà collegato anche ad un aumento del costo del lavoro in quei paesi, e allora la bilancia tornerà in equilibrio , ecologia a parte, naturalmente.

  8. Scusa per off-topic Jonkind, ma volevo richiamare tutti sulla manifestazione di domani sulla Libertà di stampa.

    Rinnovo l’appello a tutti quelli che vogliono come cittadini tentare di riscattare l’immagine del nostro Paese, a se stessi, a l’Italia stessa ed al mondo. Il nostro Paese non è tutto ciò che appare, non si è tutto lasciato annichilire, ammannire, incantare, depauperare, svilire, offendere dai valori che propalano dalla visione del premier, dal suo approccio narcisistico al mondo.

    Domani, sabato 3 Ottobre, alle ore 15.30, a Piazza del Popolo a Roma, ci sarà, la manifestazione sulla Libertà di Stampa promossa dalla FNSI. Partecipiamo tutti. E’ un appuntamento importantissimo per tutti noi ed il nostro Paese.
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    Questo è il finale dell’articolo di Curzio Maltese relativamente alla partecipazione della D?Addario di ieri ad Annozero, e a quello che la sua partecipazione ha sveltato degli scenari di cartapesta che animano il mondo di B.

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    Tutte vestite, truccate, pagate uguali, costrette poverine a vedere il filmato celebrativo, convocate dallo stesso sogno di una celebrità qualsiasi ottenuta in qualsiasi modo. Al di là della politica, delle inchieste, dello stesso caso Berlusconi, è come se le parole di Patrizia facessero cadere un sipario e mostrassero quello che c’è dietro l’Italia visibile e vista in questi decenni, dietro l’eterno spettacolo televisivo, dietro tutte le domeniche in, tutti i talk show, tutti i grandi fratelli di questi anni, la finta allegria, il falso successo. Un mondo di solitudine, di vuoto, d’infinito squallore.
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    Questo invece è l’articolo di saviano che si richiama a tutte le persone di buon senso, destra e sinistra, per accogliere l’appello sulla libertà di stampa.
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    di ROBERTO SAVIANOCosa vuol dire
    libertà di stampa

    Rinnovo l’appello a tutti quelli che vogliono come cittadini tentare di riscattare l’immagine del nostro Paese, a se stessi, a l’Italia stessa ed al mondo. Il nostro Paese non è tutto ciò che appare, non si è tutto lasciato annichilire, ammannire, incantare, depauperare, svilire, offendere dai valori che propalano dalla visione del premier, dal suo approccio narcisistico al mondo.

    Domani, sabato 3 Ottobre, alle ore 15.30, a Piazza del Popolo a Roma, ci sarà, la manifestazione sulla Libertà di Stampa promossa dalla FNSI. Partecipiamo tutti. E’ un appuntamento importantissimo per tutti noi ed il nostro Paese.

  9. Parlerei di libertà di stampa solo se venisse meno la carta e santa pazienza… ” Ci spiegasse perchè….” ?!
    Viva l’Italia.

  10. peccato solo per la sparizione della manifestazione contro la riforma dell’istruzione, che ci sarà, ma che ovviamente avrà solo quel che resta dell’attenzione dell’informazione che domani si occuperà d’informazione

  11. @Jonkind: occhio a non confondere base patrimoniale e liquidità. La base patrimoniale è quella che consente alle banche di indebitarsi sul mercato e pertanto di raccogliere liquidità, ma il costo del patrimonio e della raccolta sono (e devono essere) molto diversi fra loro. Avevo a suo tempo scritto una serie di pipponi sui Tremonti Bond (e sulla struttura patrimoniale dei bilanci delle banche) in occasione del loro annuncio: metto il link se a qualcuno potesse interessare: http://nonsoabbastanza.blogspot.com/2009/03/tremonti-bond.html

  12. Il fatto che prendere soldi dal mercato sia meno costoso dei Tremonti Bond è tutto da verificare, un investitore che mette soldi in Intesa o Unicredit adesso si aspetta di essere remunerato adeguatamente, probabilmente assai più del tasso dei T-Bond.
    Poi non prenderli può essere una buona scelta per mille altri motivi, ma non raccontiamo la favola del risparmio per favore…

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