The Classifica 57 – Il Paese rettale

“Grazie and goodnight”

(Alessio Vinci, concludendo Matrix) (oh yeah)

Nella classifica FIMI succedono troppe cose per eclatare un solo nome a protagonista (anche se a Marco Carta due colpi di ippocastano sarebbe giusto tirarglieli – in simpatia). Ma il dato principale è che nessuno dei nomi grandi e piccoli passati da Sanremo precede la raccolta di Antonello Venditti. Indi, il maggior risultato ottenuto dal festival di Bonolis non è stato far vendere i dischi. Bensì consegnare a Mediaset la principale produzione Rai incaprettata e con una palla da tennis in bocca.

Perché se Mina, dopo averci fatto sdegnosamente ciao ciao con la manina dalla Svizzera, è solo al n.2, non è un gran risultato. Se migliaia di amichette di Maria spendono i soldi per votare Marco Carta ma poi non comprano il suo tremendo album, non è un gran risultato. Se Marco Masini, con la sua invettiva tartufata, entra solo al n.6 dietro a Tiziano Ferro (n.4) e Nek (n.5) non è un gran risultato. Se la gente sentendo la voce nobile e le parole altrettanto nobili di Annie Lennox (n.7) non si precipita a comprare la sua raccolta, non è un gran risultato. Se i Gemelli DiVersi sono al n.8, non è un gran risultato – ma in questo caso, per le facoltà auditive nazionali. Se parecchi sottoevoluti hanno votato Povia, ma poi si sono guardati bene dal comprare il suo puzzolente disco, non è un gran risultato. Comunque con quei pochi nuovi ingressi, dalla top 10 escono dei bei nomi (Bruce Springsteen, Negramaro, Jovanotti) e dei brutti nomi (Biagio Antonacci), epperò tengono botta il fantasma dei Sanremi passati (Laura Pausini, n.9) e la vera spina nel fianco della cosca Defilippica: The Giusy, che con un programma molto meno seguito di quello di Canale 5, è diventata fenomeno discografico – laddove Carta, tra la vittoria ad Amici e la vittoria a Sanremo e l’onnipresenza nelle tv del Duce, ancor non ci è riuscito. Ma andiamo a passo zampettante a scoprire dove stanno in classifica gli altri divi della amata kerm-s (… che lo so, che volete sapere di Povia e del suo disco unto e schifoso).

Al n.13 c’è la vincitrice dei pronostici Snai, Dolcenera. Ecco, lei è proprio una cui un piazzamento a Sanremo avrebbe davvero cambiato la vita, anche se alle radio il suo pezzo piaciucchia. Al n.14, Patty Pravo. Un po’ bassa. Ma tra LA Mina e LA Patty Pravo, si sa per chi batte maggiormente il cuore gayo. Un altro nome festivaliero è al n.19 ed è Saaaaaaaal Da Vinciiii! Il big (ehm) che Gigi D’Alessio ha sponsorizzato con una discrezione degna di Er Mutanda precede il disgustoso disco di Povia – non che io l’abbia sentito. Perché se dovessi per isbaglio metterlo su un lettore, mi basterebbe la porcata di canzone che sapete per farmi mollare tutto, andare dal furbino e fare quello che i gay sono troppo civili per fare, ovvero prendergli le orecchie e allacciargliele sulla faccia come fosse una scarpa da ginnastica. Mi ritorna il buonumore con Arisa, al n.22! Il disco di Arisa lo sto sentendo mentre vi scrivo. E mi viene spesso da guardare in camera verso di voi come Eddie Murphy in Una poltrona per due: dire che è sconcertante è dir poco. Un tipo importante che l’ha conosciuta mi ha detto: “Mi chiedevo: ci fa o ci è? Ora posso dirlo: ci è”. Domani la vedo, vi saprò dire. Casomai, se avete domande da farle, mettetele nei commenti. Al n.24, Karima! Altra amica di Amici, forse era nei patti che vincesse lei, poi è arrivata Arisa con la sua posa da pensionato davanti ai lavori in corso, e il pubblico si è giocoforza identificato. In generale, è stato interessante vedere Arisa vincere con la performance meno drammatica e televisiva di sempre, in barba proprio alla scuola di Amici e di X Factor, dove il pezzo “emoziona” la giuria a seconda di quanto il cantante risulta credibile mentre si sbraccia. Al n.26, parlando di gente che interpreta le canzoni con sobrietà e misura, Loredana Bertè e Ivana Spagna, ovvero Lola & Angiolina, ovvero le due grandi escluse dalla kerm-s. Coppia ben assortita, giammai ebbi a sentire due cantanti invocare altrettante volte la maggiore divinità cattolica con scopi diversi, la prima su youtube, la seconda di persona in un’intervista durante la quale mi ha detto che Gente come noi le era venuta direttamente da Dio (il che potrebbe giustificare alcune delle osservazioni della Bertè su Nostro Signore).

Al n.31, un’altra ospite di prestigggio (anvedi): Katy Perry. Dopo aver fatto vedere la sottoveste nerazzurra, sale dal n.34 al n.31. Tutto qui. C’è da dire che l’ennesimo tentativo di Bonolis di creare simpatia attorno alla sua squadra arriva in tempi quanto mai sconsigliati. Al n.33 c’è, assai floppeggiante, Tricarico, del cui disco vorrei dire un gran bene. No, davvero! Però non ho tempo. L’elenco è ancora lungo. Tanto per dire, al n.35 c’è Malika Ayane, nuova protetta di Caterina Caselli, che proprio non decolla. Beh, sta pur sempre davanti ad Alexia (n.69) e Mario Lavezzi (n.70). Che ci fanno sempre appaiati, anche in classifica, incatenati per le caviglie come galeotti? Strana questa cosa, no? Oppure ognuno degli acquirenti di lei si è detto “Ehi! Mi è d’uopo avere anche il disco di lui!”. Sentite, non chiedetelo a me, io sto andando dritto e stolido verso il n.75, dove vi sciorino Simona Molinari, altra giovane virgulta; alle sue spalle, gli ultimi big che hanno pubblicato dischi, ovvero Nicki Nicolai e Stefano Di Battista, quelli col pezzo “carino”, n.82. Infine, poco più giù, incatenate per le caviglie pure loro, le due figlie d’arte che si sono prese a merluzzi in faccia via carta stampata, ovvero Chiara Canzian (n.85) e Irene Fornaciari (n.86). Il fatto che abbiano venduto praticamente lo stesso numero di dischi è curioso e preoccupante – forse ci sono in giro diversi di serial killer di figlie di cantanti. Non molti, comunque, vista la posizione in classifica.

A conti fatti, abbiamo due partecipanti alla gara in top 10 (Carta e Gemelli DiVersi). Altri 4 tra il n.10 e il n.20. Altri 4, più i giovani, sotto il n.20. Non hanno pubblicato album Afterhours, Fausto Leali, Francesco Renga, Iva Zanicchi, Albano, e soprattutto Pupo, Paolo Belli e Yossou N’Dour.

Tutto ciò considerato, io dico qui ed ora, contro il dato orgoglione dei megaascolti di Bonolis, che il Festival di Sanremo conferma di non avere più senso se non quello di sondaggio sul Paese Reale. La cui lettura è facile: è un Paese abbastanza pitecantropo da votare Povia, ma furbetto quanto lui quando si tratta di comprargli il disco. Ma potrà sempre mandarne le copie invendute in Darfur.

(Visited 160 times, 1 visits today)

43 Commenti

  1. Ma Sanremo è una COMPETIZIONE canora o una vetrina o un banchetto d’esposizione al mercato?

    Secondo me è solo una competizione.

    E io la competizione quest’anno l’ho seguita, tutta, per la prima volta in 23 anni di vita.

    Ma con il cavolo che compro quei disci.
    Non devo guardare sanremo per sapere quali sono le novità discografiche che ci sono e che possono interessarmi.

  2. Eccirisiamo: prima l’estinzione dell’orrido Biagio a botte di lavabo, ora due colpi di ippocastano all’orrido Carta. Mad, la vuoi smettere di farmi ridere davanti al computer, che mi prendono per scema?
    Ma veniamo al dunque.
    Non vedendo kerm-s di nessun tipo.
    Sapendo che faccia ha (aveva) la Defilippa solo per aver mangiato nella stessa trattoria (col cameriere che faceva “visto chi c’abbiamo… eh?”).
    Avendo capito dalle play list radiofoniche obbligatorie che non mi sono persa niente.
    Tutto ciò premesso, i miei figli (8 e 11) all’ascolto della canzone di Arisa hanno sentenziato che neanche una cover dei MF&GG’S potrebbe dare un po’ di dignità a un pezzo come quello. Diglielo, quando la vedi.

  3. Dimenticavo.
    Non posso commentare Povia come vorrei perchè rischio che mi leggano i bambini. Ma dal tuo azzeccatissimo titolo direi che le kerm-s servono a provare lo stato di salute del paese. Solo che invece di prendergli il polso, adoperano il termometro.

  4. Guarda che i dischi di Povia in Darfur se li magnano con la fame arretrata che c’hanno, quindi mandiamoci direttamente lui, il furbettissimo, colà.

  5. Ih hi ih, non vedevo l’ ora che venisse il fatidico momento in cui Madeddu avrebbe dovuto sbrigare la pratica “Carta&SanRemo”. Ad ogni modo, attenzione a fare certe dichiarazioni, se ti prendono di mira con i loro contenuti, le Cartine ti stonano. L’ ultimo a passare sotto il loro rullo compressore è stato Linus.

    Però nell’ analisi, terrei a puntualizzare, si considerano solo gli album, con tutto quello che comporta. Con le varie classifiche di singoli, es.
    fimi.it/classifiche_digital.php
    le cose son un po’ diverse.
    Non è che “gli Album” son ancora meno paese reale di Sanremo?

    Qualcuno sa se è reperibile una classifica della media dei passaggi radio?
    Stando ai limitati dati in mio possesso, gira voce vada alla grandissima Malika Ayane (la mia vincitrice) seguita da Dolcenera.

  6. facendo una banale semplificazione.. marco carta, povia, sal da vinci = berlusconi, il vaticano, la camorra

  7. Dunque, nell’ordine:
    @Nardino, Sanremo vorrebbe essere un po’ tutte le cose che hai scritto, competizione e vetrina. Quello che finisce per essere secondo me, l’ho scritto alla fine: una specie di foto musicale di un paesone di 60 milioni di persone, non tutte “avanti” come vorremmo. Neanche i fans di Mino Reitano guardavano Sanremo per vedere le novità discografiche – sai cosa gli fregava a loro degli Afterhours. Al suo meglio Sanremo è stato un goffo rito unificante per tutta la penisola, quasi come la nazionale di calcio del 1982. Ma di questi tempi, nè l’uno nè l’altra possono bastare.

    @fran: io credo che in Arisa abbia giocato tantissimo il contrasto con tutto il resto, il sapore retrò del suo brano (fondamentale il cameo di Lelio Luttazzi), difficile da cogliere da due teneri virgulti, ma che oltre a spiazzare tutti i più grandi (me compreso, lo ammetto) ha fatto rimarcare quanto si somigliassero gli epicissimi e gorgheggianti pezzi delle altri giovani cantantesse.

    @valero: ci ho pensato un po’, non posso negarlo. Ma alla fine credo che abbiano un valore. Non mi dispiace del tutto il fatto che siano stati il primo gruppo italiano a “fare” San Siro. Poteva andare peggio.

    @Jack Skellington: banale ma tranchant…

    @Kluz: eccellente rilievo. Sono andato a vedermi le classifiche dei download, according to iTunes e according to FIMI, nonché l’airplay (according to Musiwave). E rimirandole ho avuto la sensazione che ognuna mi desse ulteriori, differenti Italie. Con indicibile arroganza ho poi optato di nuovo per la classifica FIMI, perché (questo discorso magari lo riprenderò nelle prossime TheClassifiche) comincio a non accettare più l’obiezione generazionale, ovvero che sotto i 40 anni non si comprino dischi ma si scarichi tutto aggratis. I Tokio Hotel e i Jonas Brothers, come i Negramaro e la Giusy e Marco Carta arrivano alti in top 10 , ognuno nella misura in cui i loro potenziali acquirenti li desiderano acquistare. Se i Franz Ferdinand o i Killers, Beyoncé o Katy Perry, che dovrebbero rappresentare gusti altrettanto gggiovani, arrancano, questo per me è comunque significativo, vuol dire che non superano una certa soglia che invece riescono a superare i nomi succitati o i Coldplay o i Linkin Park. Britney è popolarissima ma la devozione è un’altra cosa, ed è quella, che porta a spendere la paghetta – o una percentuale dello stipendio del call center.

  8. Gli afterhours hanno pubblicato un album : ” Il paese reale” che contiene 19 canzoni di gruppi rock indipendente (giusto per usare una definizione odiosa, ma allo stato delle cose è così; non avendo gli stessi after, al momento, una casa major alle spalle!)

    Non rientrano e rientreranno, forse, nella classifica fimi perchè la distribuzione è affidata al circuito fnac (7 negozi in alcune citta’ italiane + internet)

  9. @Gianluca: grazie grazie per averlo ricordato!

    Agnelli & soci ci hanno messo la faccia (e in certa misura anche il culo) per conto di tanti altri, della “scena” tutta, se credete che ce ne sia una.

    Iniziativa questa, che a prescindere dal giudizio sui 18 nomi inclusi nel cd, mi sembra più che lodevole.

  10. domanda
    se un etero puo diventare gay
    perche un gay nn puo diventare etero?

    nn siate razzisti ,povero povia

  11. @Espertume: non sono partito da posizioni preconcette su Povia. Dopo aver sentito il testo e visto la disgustosa messinscena a torta nuziale durante la canzone e letto i cartelli imbecilli, ho la certezza che l’intera operazione sia stata un pretesto. Tanto valeva che cantasse “Roma, Roma vaffanculo” e poi dicesse “L’ho sentito dire, non è una posizione che prendo” e infine comparisse col cartello “Ognuno ha la sua verità”, oppure “Ci prendiamo troppo sul serio”. forse non hai visto la disgustosa messinscena che ha accompagnato la canzone

    @Gianluca: non è che non lo sapessi. Ho semplicemente detto che non hanno pubblicato un album. Già che ci sono però aggiungo una riflessione di Nek (…riflessione di Nek è un concetto un po’ forte). Ovvero: “Questi sputano su Sanremo per tutta la vita, poi però ci vengono per farsi vedere”. E aggiungo: poi rimangono fuori un po’ snobisticamente dalla compilation con gli altri pupazzi.
    Ehi, l’ho sentito dire, non è una posizione che prendo. -)

  12. Madeddu, 2 curiosità:
    1) Ma ‘sto disco di Arisa, ti piace o no? Ché non si capisce.
    2) Perchè l’astio secolare nei confronti di Biagio Antonacci? Non che non se lo meriti, beninteso, ma c’è chi se lo merita anche più di lui, volendo stare a guardare. C’è qualcosa che dovremmo sapere?

  13. effettivamente la torta me la son persa……mi sembra ,in generale,troppo rumore per nulla

  14. Per Paolo:
    scusami per la segnalazione del cd ” Il Paese reale”.
    Agnelli non ha mai sputato su San Remo, anche perchè appartiene ad un mondo musicale diverso ed anche perchè gli afterhours hanno mantenuto e fortificato il loro progetto lontano da quella vetrina. Han realizzato il Tora Tora e si son mantenuti sempre in una posizione di alternativa riconoscendo, pero’, in tutte le interviste fatte la natura e l’esistenza di San Remo e cio’ che rappresenta per tutti i musicisti(il famoso baraccone in cui dentro è triste starne fuori è una prigione).
    Poi è vero andare a san remo ha significato mettersi in vetrina e promuovere un progetto collettivo. Non ci vedo nulla di male. Non partecipano alla compilation perchè non avendo casa discografica se lo possono permettere. Ora sono indipendenti e ci sono andati come tali.
    Nek è improponibile come cantante, di sicuro è davvero molto triste come osservatore e commentatore delle cose che gli capitano attorno!

  15. nek è per caso quel canzonettista fine anni ’90 dai testi sbrodolosi e musicalmente inutile?ma è ancora vivo?l’ha poi trovata sta Laura?

  16. Nek è quel cantante che ha introdotto un particolare nel modo di cantare, l’ansimare ansiogeno, che sta a rivelare quanto lo sconvolgono incontrollabilmente le dolenti verità proferite nelle parole che egli medesimo va cantando.

    Ansimare ansiogeno ripreso e perfezionato da Tziano Ferro, che lo porta a un livello canoro e testuale superiore.

  17. @Gianluca: io però fossi stato in loro, alla raccolta sanremese avrei partecipato. Così mi è sembrato snobismo. E poi cosa pensano, che chi li segue da tempo dirà: “Ah, ecco, sono sia sulla compilation di rock indipendente che sulla Festivalraccolta, quindi penso che prenderò la seconda, che c’è anche Sal Da Vinci!”
    Al contrario, così hanno lasciato il progetto incompleto, chi li ignorava prima continuerà a ignorarli ora. E allora?

    @Dani: faccio fatica a spiegarlo, il cd di Arisa è un disco che sicuramente non è per me, e forse per nessuno di noi qui (mi allargo). Forse è un disco veramente mainstream, ma in modo transgenerazionale, contiene tantissima Orietta Berti e Rosanna Fratello, poi di colpo si aggiorna e diventa Giorgia e la Pausini. Ci sono tiritere sulla mamma e sulla famiglia che fanno accapponare i denti – poi di botto, quasi stridenti, dei cambi di passo, di voce e anche di registro nei testi, dalla provincia anni 60 a quella anni 00 (e tutti sappiamo quanto è cambiata, la provincia italiana).

    Comunque su una cosa mi sbilancio: non condivido molto di quello che il fidanzato/paroliere scrive, ma è terribilmente bravo con la metrica e ha un gusto per la parola molto raro.

    Quanto ad Antonacci, le sue canzoni mi sono insopportabili sostanzialmente a causa del pathos vocale che affoga ogni pezzo come una tonnellata di salsina agrodolce muffosissima, e per la prevedibilità assoluta dei brani – un giorno cercherò di analizzare i primi trenta secondi delle sue canzoni secondo la teoria dei frattali.

    @Piti sei una carogna! Comunque non saprei dire se l’abbia introdotto lui. So però che come vocalità è più irritante Antonacci, non c’è proprio partita…

  18. convido le osservazioni del barman su arisa, e sui testi delle canzoni. che, nonostante i contenuti tra il finto-ingenuo, il reazionario e il qualunquista, hanno delle qualità non comuni, in primis un gusto per la concretezza, la nitidezza dei concetti e la semplicità delle parole che davvero non ha niente a che vedere con le banalità dei vari biagioantonacci.
    però lei mi sembra un personaggio così tremendamente finto, con quegli occhialoni da nerd, i vestiti anni 30, la voce e i toni da demente..

  19. dnute, grazie, e anche al sommo madeddu.

    Ma se interessa il topic “ansimare ansiogeno”, ascoltare la conduttrice del tg3 dell sette di sera, Maria Cuffaro (quella vestita di nero con l’aria di brava nei preliminari).
    Ascoltatela senza guardarla, le immagini e i pensieri preparatori alle pippa vi distrarrebbero. Guardate il muro o il battutino di aglio che preparate per la cena. Ansima come Nek, Tiziano Ferro, Hanibal the Cannibal e un asmatico durante il taglio del fieno messi insieme.

  20. aggiungo però che le tiritere sulla mamma e la famiglia più che “anni 60” mi sembrano in realtà molto “anni 2000”. i testi di arisa hanno radici ben piantate nel presente: perché insistono molto sulla mancanza di ideali, sulla perdita delle grandi illusioni, sull’arte di accontentarsi di ciò che è intimo, familiare, non troppo lontano (il ragazzo, la mamma, il matrimonio..) senza contestare nulla e senza pretendere troppo. arisa (l’immagine che di lei ci danno i testi) mi sembra l’esponente perfetta di un’italia “piccolo borghese” e provinciale, disillusa, conscia della crisi ma ancorata alle proprie piccole speranze..

  21. è un ritratto di come l’Italia è sempre stata.

    Giorgio Bocca scrisse che mentre 100.000 persone scendevano in piazza per ribaltare la società e lottare per un mondo migliore, un milione andava ai funerali di padre Pio.

    Purtroppo.

  22. Madeddu, sugli afterhours c’hai ragione un casino, cioè così sembra moretti quando fa “mi si nota di più se vengo e me ne sto da parte”, se lo scopo dell’operazione era la visibilità restare fuori dalla compilation non ha senso.

    Ps Non trattarmi male la compaesana Arisa che qui tutti ne vanno pazzi.

  23. l’idea afterhours era dare visibilita’ ad una scena diversa da quella che passa nei media ufficiali (ma che è pulsante e viva sul territorio), non partecipare ad una compilation che compreranno in pochi..

    oltretutto ci sono in preparazione diversi progetti legati all’uscita di questo raccolta di brani e oltretutto non hanno etichetta ufficiale dietro, dopo la rottura con la universal…

    quindi faranno bene quel che ritengono più utile per loro!!!

  24. @piti: forse l’italia è sempre stata questa. ciononostante il minimalismo “rinunciatario” di arisa, il suo concreto accontentarsi delle piccole cose e dei piccoli sogni, mi sembra una tendenza (non del tutto negativa, in fondo) destinata a manifestarsi soprattutto in tempi come questi (c’è-la-crisi).

  25. jack, non saprei dire.

    In fondo quando nei primi anni ’70, quando si parlava di crisi, inflazione, il kippur, il terrorismo, le trame nere, la liretta, i cantautori cd “impegnati” (aaargh, l’ho detto) andavo fortissimo, mentre il riflusso (gastrico) al privato avvenne in coincidenza con l’inizio del turbocapitalismo edonista reaganiano.

    Illusorio e ipocrita, d’accordo, ma questo è un altro paio di maniche, come dice la Venere di Milo

  26. Bravo Jack. Grazie Piti!
    Mad: forse, avendo adorato il grande Lelio quando ero piccolina, sono solo gelosa di questa fenomena sanremese…

  27. Il siparietto sui bestemmioni delle due pittoresche è d’alta scuola.
    Su Sanremo bisogna ammettere che sei l’unica persona che è riuscito ad utilizzarlo, almeno due risate amare ce le hai fatte fare.
    Anche se non hai potuto sparare le cartucce d’uopo sul “nulla assoluto” giustamente segnalato da fabrizio 26265 al n°30.
    Mai, nemmeno all’Eurofestival dove pure hanno avuto i Lordi, si era visto un trio così mal assortito e privo di rispetto.

  28. @Fabrizio: qui mi hai preso fuori dai pali, ma la colpa non è solo del portiere. Vado a produrmi in una verbosissima autodifesa:

    1) la Sony mi ha ampiamente sensibilizzato su Tricarico e Dolcenera nonché su Mina. Nessun vaghissimo (ancorché disperato) tentativo di “spingere” i Tre Amigos. Nè tampoco mi hanno fatto avere il disco. Non sapevo proprio della sua esistenza.

    2) sul sito di Paolo Belli non c’è notizia del disco, nè su quello di Pupo, la cui discografia è ferma al disco del 2007 con Capone & Bungt Bangt. Non perché i siti non siano aggiornati: sul sito di Pupo scopro ad esempio che dall’altra sera è il nuovo presentatore dei Raccomandati, cosa che pare premergli più del nuovo cd.
    (…la contemplazione della discografia di Pupo comunque vale una visita al sito).

    3) il disco è un EP. Un solo pezzo di PB@Y, più cinque vecchi pezzi della Nazionale Cantanti, tra i quali Si può daaaare di più. Il che comunque non basterebbe a tenerlo fuori dalla classifica FIMI, che ultimamente accetta anche gli EP (vedi il primo di Giusy Ferreri, proprio della Sony). Tra l’altro, questa cosa degli EP è doppiamente ambigua, perché Nek (Warner) ha pubblicato due versioni del suo album, una a prezzo pieno, e una a 9 euro con sei pezzi. Mi sa proprio che il suo piazzamento in classifica è la sommatoria delle vendite di due prodotti diversi.
    Visto peraltro che un EP costa quanto costavano gli ultimi cd singoli, questo apre scenari interessanti: basterà un tormentone più 5 riempitivi per avere l’album più venduto e ottenere il titolo sui giornali.
    (…mi pongo molti più interrogativi io sulla hit parade italiana di tutti gli altri giornalisti messi assieme. Quando uno è discepolo dello Sproloquio, si aggrappa a tutto)

  29. “(….la contemplazione della discografia di pupo comunque vale una visita al sito)” ….ma allora dillo,vuoi proprio farci piangere….echeccazzo….

  30. @Paolo: la tua autodifesa è molto esauriente, neanche il catalogo online della Sony riporta l’esistenza dell’EP di PB&N che poi non è comparso nella classifica dei primi 100 dischi Fimi-Nielsen. Io mi sono accorto della sua esistenza perché mi è arrivato in negozio.
    La domanda a questo punto è: perchè la Sony ha buttato dei soldi in un prodotto che non figura in nessuna strategia di marketing a parte il festival?

  31. update:
    nella classifica Fimi-Nielsen il trio PB&N compare nella classifica delle compilation all’ottavo posto, giusto sopra high school musical 3, non mi sembra malaccio.
    Però solo conoscendo il numero di copie vendute si potrebbe sapere a quale posizione della classifica degli artisti sarebbe entrato.

  32. @Fabrizio: nelle COMPILATION ???
    PS
    Nel frattempo i tre sono in copertina su Musica&Dischi, il più glorioso degli “specializzati” italiani. Gosh.

  33. Vabbé, in questo momento in Italia, le “compilation” non sono esattamente la categoria più competitiva di questo mondo.
    fimi.it/classifiche_compilation.php
    Mi ha però strappato un sorriso:
    Pupo, in un intervista ai telegiornali, ha dichiarato che “Youssou ha dimostrato di non essere un razzista perchè ha cantato con noi”.

  34. Caro Madeddu,
    Non ci conosciamo e la cosa penso che sia reciprocamente positiva, io sono me tu sei tu.
    Mi imbatto sui tuoi commenti festivalieri e noto un grande assente…Il se fosse come tu vorresti che fosse o come io intendo che tu vorresti che fosse.
    Come spesso accade nelle critiche si critica il tavolo apparecchiato, senza domandarci come sarebbe la tavola senza quell’orrenda tovaglia a quadretti.

    Se è vero che chi ha conquistato i voti a san remo non sta rendendo tanto quanto sarebbe “giusto” aspettarci … mi domando quanto segue: e se a san remo non fossero andati quanto avrebbero venduto i CARTA, i Povia, i Da Vinci? O ancora se san remo non ci fosse stato?

    Per me chi ha votato san remo (al netto dei call center) ha catalizzato i voti di una parte di chi va a comprare i dischi, ma soprattutto a catalizzato l’apprezzamento di chi la TV la guarda…
    I due universi non sono coincidenti, anzi spesso sono alternativi (chi ascolta tanta musica, guarda poco la tv).
    Ma San Remo e Xfactor e Amici servono a fare del pubblico TV un potenziale pubblico di Musica… e chi sa mai che un 16enne che ascolta Carta oggi, domani non sia un cultore degli After Hours o di Tricarico…

    Good luck

    Memedesimo

    Thanks

  35. Signor semedesimo, se posso intromettermi.

    “e chi sa mai che un 16enne che ascolta Carta oggi, domani non sia un cultore degli After Hours o di Tricarico…”

    Vabbè che il progresso va avanti a piccoli passi, ma insomma. A Bob Dylan o ai Rolling Stones (per restare sul facile) quando ci si arriva?

  36. Egregio diamonddog,
    Si intrometta pure, ci mancherebbe…
    Alla sua domanda risponderei:
    Magari mai…ma stiamo parlando di qualcuno che oggi ascolta Carta … dai su, gli ultimi miracoli li hanno fatti più di 2.000 anni fa (almeno gli ultimi miracoli che sono apparsi sui più importanti articoli di stampa specializzata).

  37. Veramente Marco Carta ha raggiunto il doppio disco di platino (150.000 copie) in meno di 4 mesi , fa sold out a tutti i suoi concerti ed ottiene premi e riconoscimenti in continuazione . Il suo “discorso” è totalmente infondato …ma se si sente realizzato cosi’ …

  38. @Alessio: ammetto che non si capiva benissimo dal testo, ma all’epoca in cui è stato scritto questo articolo l’album del vincitore di Sanremo aveva debuttato al n.3 in classifica, un risultato molto basso, che lo vedeva alle spalle di una non freschissima raccolta di Venditti e di un disco orrendo di Mina. Quindi il mio “discorso” in quel frangente era totalmente fondato… e nel farlo mi sono sentito realizzatissimo… Dopo quella settimana, ho notato che Marco Carta è stato ospite praticamente di tutte le trasmissioni di Canale 5, e forse ha anche presentato il Tg5 (se lo guardassi, potrei essere preciso in merito). E quando Canale 5 ci si mette di bell’impegno, porta al governo i personaggi e i dischi più imbarazzanti.

I commenti sono bloccati.