The Classifica 35. Per il Texas, e per miss Lily

Parma, la città dove i vigili vogliono capire una volta per tutte se i negri hanno il ritmo nel sangue (tirandoglielo fuori). La Borsa più pazza del mondo. La vignetta di Biani. Paul Newman. La Granbassi da Santoro. Destra e sinistra che non dialogano più come una volta. Mourinho.

Tutto un rutilare di segni dei tempi. Come? Cosa c’entra tutto ciò con Paolo Conte al n.1? Mango al n.3? I Queen al n.6? Ora ve lo spiego. Il debutto discografico di Conte è del 1974. Quello dei Queen, del 1973, quello di Mango, del 1976. In quel periodo, Santoro si laurea in filosofia. Due anni dopo, nel 1978, il 15enne José Mourinho abbandona il calcio “per mancanza di talento” (ops) (…lo dice wikipedia). Capite dove voglio arrivare? Continuo. Nel 1976 Paul Newman si presta alla demolizione del mito del west (Buffalo Bill e gli indiani), nel 1977 alla demolizione del mito dello sport professionistico (Colpo secco). Poi. Parma. Nel 1978 Rosi fonda Parmacotto, che in tre decenni arriva a 40 milioni di vaschette di prosciutto l’anno. A fine anni 70, la città arriva al massimo numero di abitanti: 179mila. Negli anni 80 e 90 calano fino ai 163mila del 2001. Oggi sono di nuovo 178mila, come negli anni 70. Veniamo a Mauro Biani. Disegna una pistola in mano a un disoccupato. Uhm. Gasparri dice che non si può fare. Perché “In un paese in cui violenza e terrorismo hanno una drammatica storia e forse radici non completamente recise, si scherzi su tutto, ma non con le armi e le pistole puntate” (…scherzare? E chi sta scherzando, Maurì?)

Insomma, devo arrivare anche alla recessione? A destra e sinistra con la bava alla bocca? A David Gilmour all’11mo posto con un live?

Live che peraltro i fans dei Pink Floyd hanno comprato per la presenza di Richard Wright (…perché Gilmour, l’amico, non lo cacciò dal gruppo come Roger Waters, oh no!, ma non per questo ha mai pensato a dei tour sotto il nome Gilmour-Wright, oh no!). Insomma, adesso avrete capito dove vado a parare: gli anni 70 ci sono di nuovo addosso. Stanno trovando la loro strada: nella “lotta di classe all’Isola dei Famosi” (cfr. Simona Ventura), nella dispersione di ogni cosa in gruppuscoli e collettivi e cellule (basta ribattezzarli “nicchie”), nell’Inter sopravanzata dalla Lazio in testa alla classifica – come ai tempi di Maestrelli.

Che ne è invece dei decenni successivi? Dagli anni 80 ai contemporanei? Oh, ci sono anche loro, nelle new entries della settimana. Solo che stanno bassi. Vediamo: Katy Perry. La vaccona di I kissed a girl regina delle charts anglosassoni (…e in effetti, quasi solo quelle) ha pubblicato l’album – presentato a Milano chez Dolce & Gabbana. Esordio al 23mo posto. Ed è pure troppo: il disco non somiglia al singolo scemo: è cantautorale e premestruale come una Alanis Morissette sgasata, gli acquirenti saranno rimasti spiazzati. Poi: i Calexico, 32mi. Ok, qui mi sbilancio: so che hanno i loro estimatori, ma io personalmente li trovo noiosi come il morbillo. Ahò, non guardatemi così, ho detto “personalmente”. Non basta neanche questo? Allora mettiamola così: questo pezzo non è critica, è satira. E adesso come la mettiamo? Volete ancora attaccare briga?

(…Sì? Grande! Ma dopo, nei commenti) (ci vediamo lì) (intanto torno alle altre nuove uscite)

Gli Enigma. Sì, qui la penso come voi. Puah! Anni 80, fatti e finiti. Al 36mo posto.

I Mogwai. So di gente che pensa che si siano sciolti a metà anni 90. In effetti è vero, i Mogwai sono quel tipo di gruppo che avrebbe dovuto sciogliersi a metà anni 90, per testimoniare la fine di un’epoca. Poi vabbè, che si siano formati DOPO la metà degli anni ’90 è un dettaglio per oligofrenici. Guardate, non c’è niente di più insopportabile dei nozionisti. Non è così che si fa critica musicale. Comunque, i Mogwai sono 47mi. E gli va molto meglio che ai Kings Of Leon. 75mi, non so se mi spiego. Che vi devo dire, a me, personalmente, il disco è piaciuto. Ma va così. Dietro di loro i Thievery Corporation, con tutti i loro bzz bonk unz piripi piripi al numero 79. Chissà chi cavolo li ha comprati. Se c’è un gruppo dance per nerds scaricatori di porte (di connessione), sono loro.

Insomma, lo vedete da voi: gli anni 70 battono i decenni successivi 4 a zero. Anche senza meritarselo. Perché andiamo, gente, il disco dei Queen è proprio imbarazzante. Quello di Mango volendo non è neanche male, come pop italiano, ma sono cover, e per di più quasi tutte degli anni 70. Di quello di Paolo Conte che ha tolto ai Metallica il primato in classifica (dopo una sola settimana. Ora sono secondi), poi, potete proprio fare a meno. Non è deludente come Elegia, ma è come guardare il Paul Newman di La vita a modo mio o Le parole che non ti ho detto, capite cosa intendo? Sui titoli di coda, vi ritroverete un po’ contriti, con una faccia un po’ così, un’espressione un po’ così.

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24 Commenti

  1. madeddu è un genio,

    ma hands off alanis morissette

    la donna più eccitante dell’emisfero boreale

  2. no scusa, i mogway al 47mo posto? se ne vendono pochini di dischi in italia, eh? oppure i fan del post-rock (un po’ sgasato anch’esso) sono ormai legione. (ma non credo)

  3. Amico che dire…e poi ci troveremo come le star a bar del whisky al roxy bar….o no? Aspetto tue sui Negrita….max delusion dell’anno (ho già postato nell’articolo della settimana scorsa che sono identici ad Immanuel….)

  4. Bel blog, complimenti per la passata blog fest.
    Se vi va, visitate il mio blog letterario, aperto a chiunque voglia esprimere la propria creatività!

  5. Madeddu, smettero’ di leggere The Classifica se non mi dici tre nomi tre di gente che ti piace.
    Due, non meno di due.
    Uno, almeno uno, dimmi uno che non ti fa cacare.
    Ti prego Madeddu, il tuo outing.

  6. Adoro Vasco, il Liga ed anche Lorenzo … ma mi impressiona pensare che spopolino anche a scuola (media) di mio figlio.
    La musica non doveva essere un fatto generazionale?

  7. Madeddu ha già dichiarato che gli piace molto Amen dei Baustelle. E mi sembra di ricordare che anche su Viva la vida dei Coldplay non avesse espresso un giudizio negativo.

  8. Tantecose, ma non capisci ? A me piace tutto. Ora fammi diventare lirico: come il gourmet, faccio questo lavoro perché mi piace mangiare tutto, in dosi maggiori o minori, in circostanze e momenti e luoghi diversi. E’ vero che non concepisco la religione, l’essere fan al punto di dire che i Led Zeppelin non hanno fatto roba trascurabile, che Neil Young non abbia fatto disastri, che i Depeche Mode non siano adorabilmente prevedibili, che i Massive Attack non sono andati a mosche più spesso di quanto avrei voluto, che i Nine Inch Nails non abbiano sguazzato giocondi nei loro abissi, o che il prossimo disco dei Kaiser Chiefs non sia deludente. E per contro farei veramente fatica a dirti chi non mi piace in toto, chi non ha dato al mondo almeno un pezzo che mi abbia portato da qualche parte, perché viene sempre il momento in cui un pezzo di Robbie Williams è più catartico di uno dei Radiohead, e forse persino il momento in cui Tiromancino ti fa vedere qualcosa che Battiato non può mostrarti (…ma per colpa di Battiato, sia chiaro). Parlavo con il Maestro Riefoli (in arte Raf) la settimana scorsa, mi ha detto che un giornalista del Mucchio conosce tutte le sue canzoni. Ma non lo ammetterebbe mai nemmeno sotto tortura. Ecco, questi sono i critici che ci siamo meritati, quelli che non capiscono che l’unica dieta possibile è quella onnivora. E ora vado a dimostrartelo col seguente assolo, sulle note della top 10 di questa settimana.

    (sei pronto?) (o pronta?)

    Dunque. Paolo Conte. Si può vivere senza? Si può non fare un monumento a chi ha scritto Boogie e Hemingway, mioddio, con l’inizio in cui bofonchia e poi sembra chiedersi cosa parla a fare (“Forse un giorno meglio vi spiegherò”), e fa parlare la musica.
    E al secondo posto, i Metallica, che se un uomo è capace di rimanere indifferente quando irrompe la batteria in Enter sandman, tanto vale che doni gli organi.
    Terzo, Mango! E non cito Oro (troppo facile, il seguito mogolliano di Dio mio no), non cito Nella mia città, ma cito il Mango discendente: “Io passerei tra le tue dita, ci passerei tutta la vita” (usala con una tipa – tanto non la conosce – e sta a vedere).
    Al quarto posto, la Giusy. Possiamo non dirci Giusyani? Con quella fotografia dell’Italia del precariato (“Forse è anche stata un po’ colpa mia credere fosse per l’eternità”), con quella voce che fa di Bang bang (canzone scema se ce n’è una) un pezzo autenticamente dolente?
    Quinto, Jovanotti. Anche qui: voglio la vita facile, voglio citare Lorenzo 1992? No, dannazione, perché io l’ho salutato genio già quando proclamava “E il basso pompa, e il basso pompa, speriamo che la casa, che non si rompa”.
    Sesti, i Queen. A loro ho visto fare (in tv al Live Aid) una cosa che dal vivo ho visto succedere solo una volta (con gli Eurythmics a Imola), ovvero arrivare in punta di piedi, e poi portarsi a casa uno stadio intero. Non posso dire di amare i Queen, ma perbacco se li ho comprati i loro dischi, e poi chi di voi non avrebbe voluto vederli dal vivo una volta e dare di matto un pezzo dopo l’altro fino a QUEI due colpi di grancassa più battito di mani più Buddyyou’reaboymakeabignoiseplayin’inthestreet…
    Settimi i Coldplay. Eh, no, andiamo, questo è IL gruppo del decennio, quello stato di smarrimento perenne, quella sensazione che la vita moderna sia un crescendo che non porta a niente come nelle progressioni di Clocks o Viva la vida, quella fatale ammissione del giovane uomo contemporaneo: “I know I’m dead on the surface, but I’m screaming underneath”.
    Ottavo Biagio Antonacci. Ugh. Ok, bastardi, volete il gioco pesante? E io vi dico che Non so più a chi credere è uno sfogo così babbione e disarmante da esser sincero, ed è un peccato che Antonacci non sia morto dopo averla cantata, ma in fondo se dalla radio ti viene a dire che “La verità è che nessuno ti regala niente, che devi sempre lavorare duro, e stare attento a non uscire dal giro, dal giro, dal giro” beh, ti viene da dirgli “Eh, insomma, ci sei passato anche tu, Biagione” (e subito dopo aggiungere: “…E non dovevi uscirne”).
    Al nono posto Ligabue. Ora è facile dire che ci ha obnubilato i maroni come del resto tutti gli interisti dell’emisfero – ma chi di voi c’era quando è arrivato a colpi di Bambolina e Barracuda e di Bar Mario? Chi tra voi all’epoca non ha sgranato gli occhi? E quando poi ci ha detto che “Le scarpe nel deserto pesan sempre un po’ di più”, non vi siete sentiti nella Valle della morte con lui? E quando ha brontolato che c’era “ancora bumba per noi”, non avete detto: “Ma sì!” Beh, io l’ho detto.
    E al decimo posto, lui. Eros. Ora: secondo voi Morgan avrebbe scritto tutte quelle minchiate sul suo mal di testa e sulle altre forme di vita se fosse stato in grado di scrivere un solo pezzo come Amarti è l’immenso? Oh, no, a ME non la dà a bere.

    …Orbene, ho finito.
    Non sarò stato ottimo, ma abbondante di sicuro.
    D’altro canto, maccarone, mi provochi!

  9. “Maccarone mi provochi!” alle 2.20 di notte? Questo ci spiega tante cose.

  10. Gli anni 80 li odio. Incondizionatamente. Anzi, no. Salvo i Queen. Salviamo anche un po’ di U2 dai. E che diavolo gli album dei Metallica e dei Megadeth li butto? E tanta altra roba?

    Facciamo così: salviamo il rock e buttiamo tutto il pop anni 80 e non parliamone più.

  11. Non ve ne frega una beata, ma vi dico che io mi ribalto ancora, 37 anni dopo, quando qualcuno, meglio se Bob, sente che sta bussando alle porte del paradiso.
    Quando toccherà a me di bussare, mettetela su, per favore.

    E se quello stronzo di prince mollasse su youtube, uscirei ogni giorno sotto la pioggia viola.

    E diciamolo, in un mondo che non ci vuole più (in quell’atmosfera vuota, di chi parla in un tubo), saranno stati i lenti alla settimana bianca a folgaria, ma mioddìo, i peli sulle braccia

  12. – Limo: non mi provocare anche tu! Non costringermi a tirare fuori le magie che persino il pop anni 80 ha saputo dare, perché ci sono già stati sin troppi revival.
    – Brizzina: il titolo è per Paul Newman: The life and times of Judge Roy Bean”, stranamente tradotto con “L’uomo dai sette capestri”.
    – Piti: come si vede che non frequenti i critici musicali quelli veri. La persona cui tu alludi non va chiamata “Bob”. Quelli Che Ne Capiscono dicono: “Mr. Zimmermann”.

  13. Madeddu, contrabbandare Eros è veramente degno del filibustire che sei. Sdoganare il principe ogni epoca del cattivo gusto è operazione talmente improbabile che un virtuoso come te non può non provarci. Ma arrenditi all’evidenza: Eros ha senso solo quando rovina le partite della nazionale cantanti comportandosi come il poù antipatico dei venezia e minacciando di portare via il pallone se fanno giocare Barbarossa.
    Sei stato bravissimo, comunque. Mi rendo conto ora che mi hai fatto passare sotto il naso Biagione senza che me ne rendessi conto…

  14. effettivamente non bazzico critici musicali e riconsco che non capisco nulla di musica. però mi piace leggerti, anche come diceva zappa, parlare dimusica è come suonare di architettura (o qualcosa del genere).

    Sospettavo però che indicare il menestrello (va meglio? :-)) con il suo vero nome facesse fino.

    Fino a dove non saprei, ma fino

  15. …Cattivo gusto? Cosa? COSA???? Calmami le rapide del cuore. Perché ci si trova sempre più soli a questa età non sai… non sai – ma quante corse ma quanti voli,
    andare avanti senz’arrivare mai. E dove siamo stati, cosa siamo poi: confinanti di cuore, solo che ognuno sta dietro gli steccati degli orgogli suoi. Sto pensando a te. Sto pensando a noi.
    (Sì Lorenzo, sto pensando a te, sto pensando a noi)
    PS
    Dedicato a tutti quelli che sono allo sbando.

  16. Ho appena chiesto un’ingiunzione al tribunale. Non puoi pensarmi a meno di 200 metri, ricordatene. Stalker che non sei altro.
    Perchè questa può anche non essere una pipa, ma la merda è merda. Il post moderno è finito. E lo sai anche tu. Altrimenti andresti in giro con dei polsini da tennis verdi fluorescenti come negli anni ’80.

  17. Definire “Musica è” come disco “prog” mi trova perfettamente d’accordo. Non ho mai sentito “Musica è”, ma detesto il prog.

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