The Classifica 20. La Festivalbara

Nessuna new entry in una top 10 in cui i migliori bronci di Ligabue tengono botta al n.1, seguiti da Jovanotti che risupera Vasco Rossi. Lasciano l’eletta decina il live di Max Pezzali e – dopo 38 settimane – Amy Winehouse; vi rientrano Gianna Nannini (n.10) e Giovanni Allevi (n.8), col penultimo disco Joy. Di Allevi discetteremo tra sette giorni, perché azzardo l’ipotesi che lunedì il suo nuovo Evolution faccia il colpaccio e debutti al n.1 in luogo dei Coldplay. Prevedendo i commentari turgidamente musicalretorici che tale sorpresina provocherebbe, tifo Coldplay nonostante Viva la vida sia l’accompagnamento ideale per il vostro prossimo picnic al cimitero. E rimandando il confronto alla settimana in cui verificheremo l’audace ipotesi, vi trattengo al cimitero per una prece dedicata a una cara e caramellosa istituzione che sta morendo senza tanto chiasso: il Festivalbar.

Le due compilation sono già in vendita. E le case discografiche ci vanno giù piatto: la Warner che pubblica quella blu, apre il cd con – putacaso – il suo big bamboo, il Miticoliga, mentre la EMI che pubblica quella rossa fa putacaso lo stesso col proprio big bamboo, il Miticovasco. La Warner riesce a ficcarci dentro a muso duro anche Anema e core di Pino Daniele; la EMI schiera qualche giovane scommessa in più, ma intanto non si tratta di cd doppi come a inizio decennio, evidentemente c’è crisi sia economica che di canzonette, nonché – eccoci al punto – di marchio. Perché forse non ci avete fatto caso, ma in tv, segnatamente sulla rete giovane e lucignola del Presidente e Padrone Di Noi Tutti, del Festivalbar non si parla. Andrea Salvetti figlio di cotanto Vittorio aveva annunciato tre date: 11 giugno, 2 luglio e 5 settembre. Senza dire dove e come. La settimana scorsa, ha ammesso che la prima delle tre date è saltata, ma sul sito ufficiale ha rintuzzato “le critiche maligne, quelle che vogliono assolutamente evidenziare una crisi che non esiste. Festivalbar, come tutte le manifestazioni storiche, ha i suoi periodi di alti e bassi, ma ci sono persone che provano gusto ad evidenziare solo gli aspetti negativi”.

Siccome non c’è cuore sensibile che non sia ferito dall’accusa di malignità, diciamo che non è colpa di nessuno: è il pop scanzonato che non fa più grandi numeri, e coi “tormentoni” ci si baloccano solo i giornalisti. Ci voleva una generazione di babbioni, alla quale chi scrive appartiene implacabilmente, per andare in visibilio per Tracy Spencer e Sandy Marton, e per incollarsi alla tv a guardare le pantomime di coloro che non vedeva mai né su Mtv né dal vivo. In più, l’idea che le canzoni vengano “gettonate” nel jukebox è straziante: la gente non spende un euro per il download, figuriamoci 50 cent per sentirla al barre. Il Festivalbar era un evento, spakkava & rullava, ma ora non è niente di speciale, proprio come TRL di Mtv. E d’altronde un po’ i Salvetti se la sono cercata, la loro soggezione alle majors era tale che negli ultimi anni c’era una pletora di vincitori (“una forma di provola non si nega a nessuno”, ironizzava Salvetti sr.) in categorie ad hoc un po’ sospette: negli ultimi tre anni, i Negramaro sono stati premiati in tre categorie diverse: “Vincitori assoluti”, “Rivelazione italiana”, “Best Performer”. Quest’anno sarebbe sicuramente arrivato qualcosina tipo “Miglior risultato a San Siro senza arbitri a favore”. Categorie inventate per spartire la torta in modo che il Miticovasco e il Miticoliga non bisticciassero (…tanto per fare malignamente due nomi. Ma sia chiaro, loro sono immensi poeti aldisopradituttociò).

E con il cuore gonfio di lagrime davanti alla Festivalbara, concludiamo rilevando che la più alta nuova entrata è una raccolta, quella di Fiorella Mannoia, al n.23. Il che spiega la spatafiata sul Festivalbar, mica potevo menare il torrone a lungo sulle raccolte e sul fatto che nella top 20 ce n’è 11, come dire che la gente si fida solo se vede scritto “The best of” (…idea per The Walter: un partito che si chiami “The best of Sinistra’s”).

Infine i saluti: escono dalla top 100 parecchi nomi riveribili: Mika dopo una permanenza di 66 settimane ed Enrico Ruggeri dopo 5 (…gli rinnoviamo l’invito ad andare in tv un po’ più spesso). Laura Pausini dopo 82 settimane e Meg dopo 7, Rihanna dopo 53 e Moby dopo 10, i Portishead dopo 6 e Usher dopo 2. Infine Silvia Mezzanotte: dopo essere entrata al n.37 la settimana scorsa, se n’è già tornata nel giardino del bene e del male (…hohoho).

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6 Commenti

  1. ci salutano i Portishead con un bel disco e arriva l’estate. La voglia di “sole cuore e amore” stride con i coldplay, che hanno prodotto un disco sicuramente superiore agli ultimi, inutili e ridondanti.
    Oh, settimana prossima, anzi due, dovremmo vedere i sigur ros (anche se chi ha ascoltato non è convintissimo).

    Certo è che i peggiori sigu ros a Liga&Vasco danno comunque 6-0 6-0.

    Su Allevi aspetto tante chiacchiere di improvvisati musicofili.

    Ma la M’annoia?

  2. Magari una nenia dei Sigur (sgrat) Ròs al posto dell’inno di Mameli.

    via Brodoprimordiale

  3. E vabbè, io mi ricordo che una volta il festivalbar era una bella manifestazione che durava tutta l’estate, nelle piazze, negli stadi e anche in ampi spazi aperti e “aggratis”, ora se ne fanno a forza 4 serate e poi si scopre improvvisamente che il vincitore o i vincitori sono spesso quelli che vengino inseriti negli spot pubblicitari…
    ad maiora…

  4. Il Festivalbar, qualora fosse defunto, era imbarazzante da alcuni anni. Praticamente mesmerizzato.

    1. Nel senso che ormai resisteva solo come trasmissione TV nuda e cruda, tipo quei cosi del sabato verso l’ora di pranzo con le classifiche (?), l’ex velina e i presentatori ex- gggiovani e i collegamenti all’ex-top of the pops. Però nessun reale collegamento alla Realtà.
    2. Nel senso che come trasmissione TV viveva di smutandate (nel senso di upskirt) e di comparsate e di miticinegramaro e di mitichevibrazioni e di fenomenidahoballatounasolaestate (chi ricorda le Tatu?).
    3. Nel senso che le versioni anni ’80 e primi ’90 (quelle di noi babbioni….) al confronto parevano Vudstok (nel senso di Vudstok, ridente cittadina della Crimea).
    No insomma Cecchetto e quei tipi là e Vittorione (RIP) almeno davano quel che di effimero e importasega che oggi non c’è più.
    E, soprattutto, non c’erano iutiub e maispeis dove ti smartelli qualsiasi minchione o qualsiasi zoccoletta dalla mattina alla sera.
    Insomma ho passato i 40 e si sente, fanculo.

  5. Anche io seguivo la musica anni 80 e 90, ma ho continuato a seguirla anche dopo. La musica in se sta vivendo un momento disastroso, il festivalbar ha sempre proposto il meglio di quello che veniva trasmesso e spinto nell’estate /barra/ periodo estivo. La musica degli ultimi anni non porta molto di nuovo purtroppo, la tv degli ultimi 5 anni è ancora peggio. Di tutto cuore non mi sento di puntare il dito sul festivalbar, che è stata ed è una rete che pesca il meglio di quello che viene proposto in un periodo dell’anno. Anche le compilation sono in effetti un ottimo specchio della musica di questo periodo, ben poco di buono è rimasto fuori dalla blu e dalla rossa, vedremo anche sul palco del festivalbar sicuramente tutto questo. Speriamo che la musica di dia una svegliata, che il modo di fare televisione si dia una svegliata, che la gente la smetta di ascoltare immondezza e quindi anche i gruppi e i solisti tornino a fare cose migliori. Mi è sempre piaciuto il festivalbar, perchè in ogni caso riesce a tirare fuori il meglio da quello che c’è in estate.

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