Volontè di potenza

Michele Brambilla aveva ragione, sul Giornale di ieri: nelle campagne contro la discriminazione dell’omosessualità c’è rimasto ben poco di choccante. Il messaggio è passato, e certa ostentazione del gay nella società ha talvolta le sembianze più di una strategia di marketing che di una campagna civile. Il problema è che negli anfratti più retrivi del nostro centrodestra, a mio personale avviso, permangono delle posture ideologiche che certe campagne continuano a giustificarle.
Nello stesso giorno in cui il vicedirettore del Giornale Michele Brambilla faceva osservazioni savie e prudenti, infatti, i giornali riportavano dichiarazioni allucinanti come la seguente di Luca Volontè dell’Udc: «Far credere che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata, è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico e sociale».
Ma fuorviante e vergognoso è solo Volontè, e beninteso sarebbero anche fattacci suoi e nondimeno dei vari Massimo Polledri (Lega) e Isabella Bertolini (Forza Italia) che sugli stessi giornali intanto biascicavano concetti similari pur di dire qualcosa: il problema è che qualcuno potrebbe pensare che l?opinione di tutto il centrodestra corrisponda a quella.

Il nostro bipolarismo infatti è ancora giovane e imperfetto, non è ancora chiaro che in uno stesso schieramento possano convivere idee assai diverse come per esempio accade negli Usa tra i democratici e i repubblicani: da noi il primo che parla rischia di sembrare un portavoce. Nel caso delle affermazioni di Volontè, peraltro, non si tratta di idee come tante che si possano discutere: sono solo fantasmi seppelliti dalla Storia, dal liberalismo, dal metodo sperimentale, sono retroguardie di una religiosità retriva e ideologica che non ha nulla che spartire con la pratica cattolica di milioni di italiani.
L’Occidente, la scienza, l?Organizzazione mondiale della sanità e la schiacciante maggioranza degli elettori di centrodestra (cattolici compresi) mi risulta che abbiano assodato e accettato, da tempo, che l’omosessuale non sia un malato da curare, e tantomeno un patologico anormale.
Mi vergogno persino a doverle ribadire, certe cose. Mi vergogno che un parlamentare della repubblica possa negare che l?omosessualità abbia base biologica esattamente come lo pensavano i nazisti e mi vergogno che possa pensare che gli omosessuali debbano curarsi come gli alcolisti anonimi. Mi vergogno che costoro possano spacciare come «scientifici» gli scritti di ex pastori evangelici come Andy Comiskey o quelli di Joseph Nicolosì, recentemente pubblicato in Italia con la postfazione del direttore di Radio Maria.

Oh, certo, in Italia c’è la libertà di opinione: ma con la scusa delle libere opinioni, di questo passo, vedremo dibattiti in par condicio anche con chi sostiene che il Sole giri attorno alla Terra, mentre altri ribadiranno che le donne hanno il cervello più piccolo e che i bambini schizofrenici dovremmo riportarli dall’esorcista.
Mi fece immensamente piacere che proprio sul Giornale, tempo fa, Paolo Guzzanti abbia voluto rimettere qualche puntino sulle i proprio su questo tema: gli omosessuali esistono come esistono i mancini, è una questione cromosomica, esistono anche tra gli animali, è un fattore naturale e non psicologico, punto, ripunto e strapunto. Tutto questo è acclarato, e almeno su questo non c’è nessuna discussione da fare, nulla da dimostrare.
L’aspetto più avvilente infatti è il nostro rischiare di ritrovarsi, ora, in un dibattito che appare vecchio almeno di trent’anni.
Sappiamo tutti che cos’è successo: c’è stato l’11 settembre, le guerre, il confronto tra civiltà, le discussioni sulla Costituzione europea, sulle nostre radici, sul relativismo, c’è stato il referendum sulla procreazione assistita, c’è stato l’afflato spirituale seguito alla morte di Giovanni Paolo II: e nelle more di tutto questo c’è stata, e c’è, la tentazione di riappropriarsi di un pensiero forte che divenga fortilizio d’Occidente. E benissimo. Il problema è che pure, mimetizzato e ambiguo, ha parimenti rialzato il capo un neo-relativismo cattolico che ora approfitta della libera circolazione delle idee per cercare di riproporne anche di vergognose, e con ciò sta riesumando e riverniciando ideologie che si pensavano confinate nelle catacombe dell’Occidente.
Una di queste, appunto, è che l’omosessualità sia una condizione patologica senza base genetica, una forma mentis.
Ebbene: certi manifesti della Regione Toscana, col neonato omosessuale in primo piano, non entusiasmano neanche me. I Gay Pride mi sembrano baracconate controproducenti. L’autocompiacimento gay, in certe professioni, mi infastidisce non poco. Ma agli eterni cacciatori di streghe, a coloro ossia che vorrebbero confinare milioni di omosessuali nei ghetti della patologia, auguro che possano patire per almeno tre secondi le sofferenze che gli omosessuali, esattamente come i cristiani, hanno patito per millenni.

(Il Giornale – 25 ottobre 2007)

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50 Commenti

  1. Tra le varie cose di cui vergognarsi c’è l’imperituro scambio di battute,( piuttosto un monologo), che la Mussolini ebbe con Luxuria, da Vespa.
    Una pagina veramente squallida, con i soliti slogan da camerata alla sagra della porchetta.
    L’unica signora – e lo dico senza ironia- fu Luxuria.
    Le discriminazioni, di qualsiasi tipo, ed in qualsiasi epoca, sono un orribile ‘patrimonio’ umano, raramente condivisibili e ‘compatibili’.
    E trasmettibili, appunto.

  2. Sig Facci,
    ha solo dimenticato che su questo tema e anche con queste argomentazioni la destra ha fatto una campagna politica unitaria. Ha già dimenticato il family day? Il popolo della destra e qualcuno anche di sinistra a marciare soprattutto contro le unioni omosessuali con uno spirito spesso da inquisizione. La prego non faccia gli Italiani meglio di quel che sono.

  3. Mi pregio di ricordare che il bigotto Volontè è quello che propose di boicottare l’azienda di telecomunicazioni (Vodafone, mi pare) che si faceva pubblicità con lo spot della Chiatti che fuggiva dall’altare delle proprie nozze per farsi un giro in moto, un bagno e (suppongo) una trombata) con Muccino jr.: il pio Volontè sosteneva che lo spot mettesse in qualche modo la famiglia in ridicolo. Però, le idee di Volontè, più o meno, sono patrimonio (ehm) di una parte cospicua del pensiero dell’Italia profonda, provinciale, gretta e ottusa. Lì dove pesca una discreta parte di voti il centrodestra, per inciso. Che evidentemente sputa nel piatto dove lo eleggono.

  4. Articolo bello e coraggioso. Temo però che ci sia del vero in quel che dice Gian Carlo: l’idea che l’omosessualità sia qualcosa da curare è purtroppo più diffusa di quanto si pensi.

    Per questo l’atteggiamento di tanti politici è grave, in quanto questo è uno dei casi in cui davvero la politica potrebbe fungere da elemento “civilizzante”.

  5. mettiamo le i sotto i puntini.
    non tutto ciò che NON è innato è patologico. ok?
    nemmeno tutto ciò che NON è innato è frutto di una scelta. ok? ché sennò il fenotipo (che una volta era tanto liberal!) lo buttiamo via in maniera strumentale.
    d’altra parte, i vari Volonté che sostengono la non-scientificità dell’origine genetica dell’omosessualità, più che dire un falso tacciono strumentalmente il fatto che vi sono studiosi per i quali la componente ambientale è determinante per l’esito di ciò che è scritto nel dna.
    infine: il bipolarismo italiano è vago però tutti sanno che certe posizioni sono trasversali e, non solo non raccolgono l’unanimità di una parte, ma si ritrovano anche dall’altra. tra queste posizioni ci sono quelle fondate su un cattolicesimo bigotto.
    (cmq per il resto son d’accordo :D)

  6. Concordo con FF, circa l’uso e l’abuso dell’opinione che diventa, quando non smascherata da fatti e dati inopinabili, verità.
    Non farà piacere a FF ma cito, perchè calzante con quanto postato dall’ FF medesimo, la pag.57 de “La scomparsa dei fatti” di Travaglio paragrafo “L’intervistite e l’opinionite” o “La parola all’inesperto” o pag 62 “la religione catodica”.
    Non ho altro da aggiungere vostro onore

  7. Al solito concordo. Soprattutto sul fatto che è una polemica vecchia e se mi permettete irrilevante. La Chiesa ha il diritto di dire quello che gli pare, di condannare chi vuole e di fissare le sue regole, ma cosa c’entrano i politici. Uno stato laico non può tollerare che un cittadino venga privato di diritti basilari per quello che fa nel suo letto. Questo lo trovo immorale, fosse anche che la causa dell’omosessualità non fosse genetica ma comportamentale cose importa; cosa cambia è un dato di fatto e gente pagata per amministrare il Paese dovrebbe avere altre priorità.

  8. Gentile Facci,
    mi può indicare su quale rivista scientifica (i.e. basata sul meccanismo del peer-review e non edita dalla Regione Toscana) si trova lo studio che “acclara” in maniera tale che “non c’è nulla da dimostrare” l’orgine genetica dell’omosessualità?
    Se gentilmente mi indica -come si fa per gli articoli scientifici- titolo della rivista, volume e pagina.
    Attendo con impazienza (e credo invano)…

  9. No.
    Io non indico niente.
    Primo: io sono una fonte e sono pagato per quello che scrivo. Se lo faccio su questo blog è per diletto, e non sono al servizio di anonimi che hanno il cognome dal calciatore.
    Secondo: io sono nella normalità, voi stronzi invece siete dei nazisti oscurantisti: siete voi che dovete dimostrare le vostre cazzate.
    Mi limito, per gli altri, per la gente normale, a elencare le tappe basiche di un percorso di civiltà:

    1954: l’omosessualità viene depenalizzata in Inghilterra (in privato tra adulti consenzienti dalla commissione Wolfenden della camera dei lord).
    1973: abolita dal manuale diagnostico statistico dei disturbi psichiatrici dell’associazione americana degli psichiatri (dsm-iii).
    1987: ricondotta nell’ambito delle varianti non patologiche dell’orientamento sessuale.
    1987: depennata anche come entità diagnostica, la restante categoria di “omosessualità egodistonica” (quella non desiderata e che crea disagio).
    • 1993 cancellazione dell’oms organizzazione mondiale della sanità: veniva così compiuto un grosso passo in avanti sul tema della definizione della salute sessuale.

    Nel 1974 del resto l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) aveva stabilito che “la salute sessuale risulta dall’integrazione degli aspetti somatici affettivi, intellettivi e sociali dell’essere sessuato che consentono la valorizzazione della personalità, della comunicazione e dell’amore”.

  10. potremmo chiedere a schustenberg di indicarci quali fonti dicano il contrario …

  11. Aspetta. Ci sono due concetti che si confondono e se t’incazzi non ci si capisce più niente.

    A) L’omosessualità è genetica? (secondo me, no).
    B) L’omosessualità è una malattia? (secondo me, nemmeno).

    Non tutto ciò che è genetico è una malattia: per esempio, tu sei biondo e nessuno vuole curarti per questo.

    Il tizio col nome da calciatore, se ho capito bene, ti ha chiesto una pezza per l’asserzione A, perché in effetti tu la dai per scontata.

    Non è mica un equivoco da poco, eh. C’è fior di femministe che insiste tantissimo sul concetto della scelta di genere. La pubblicità della Regione Toscana si presta a una lettura rozzissima: poverino, non è colpa sua se è nato gay. Questa è omofobia mascherata da politically correct.

  12. Banale sarebbe ricordare a Facci l’uso della genetica che fecero proprio gli stronzi nazisti.

    Caro Facci, ci rifletta su ancora un minuto: è un argomento inutile e irrilevante quello dell’origine dell’omosessualità, come anche Leo faceva notare.
    Inutile -intendo- ai fini del rispetto, tolleranza ecc. ecc.
    Dal punto di vista scientifico per affermare un origine genetica delll’omosessualità, bisognerebbe che qualcuno trovasse -chessò- un gene dell’omosessualità.
    Se ce l’hai sei gay se no no. Tale scoperta, a quanto mi risulta, non è ancora stata fatta. Chiedevo appunto al Facci lumi a tal riguardo con un tono ironico -non lo nascondo- che riservo a chi, abituato ai toni della politica e della perpetua polemica e non alla ricerca scientifica, confonde la scienza con il fondamentalismo e si trasforma in un inconsapevole e goffo mullah.

  13. Scusate il mio pressappochismo, ma che differenza fa se un omosessuale è tale perché c’è il tal gene nel tal cromosoma che indica che preferisca persone dello stesso sesso, oppure che a un certo punto abbia scelto che vuole esserlo?
    Anche perché ho come l’impressione che dire che l’omosessualità sia genetica sia leggermente riduttivo: la bisessualità lo è altrettanto? L’eterosessualità curiosa? Quelli che amano i trans (non so come si dice)? Il sadomasochismo? Quelli che amano il sesso di gruppo? Eccetera eccetera.
    Voglio dire: chi se ne frega di chi uno si porta a letto o di cosa fa con i suoi organi genitali tra persone consenzienti?
    Non sarebbe stata più efficace una bella foto di un ragazzo (o di una ragazza – non bambini però…) con un cartello sul petto (come piacciono a Pannella) con scritto “Omosessuale” e un altro (vestito da prete sarebbe stato il massimo) che dice “embè?”.

  14. Dunque. PEr la verità, FAcci NON ha scritto che l’omosessuaità ha base genetica. Ha scritto che ” l’omosessualità ” è un fatto naturale” E vorrei vedere cosa c’è da dimostrare, in questo. L’omosessualità esiste, esiste da migliaia di anni ed è anche allegramente praticata da molti animali. Per cui, si può dire che è ” naturale” , giusto?

    Poi, verso la fine , Facci ha scritto “ciò sta riesumando e riverniciando ideologie che si pensavano confinate nelle catacombe dell’Occidente.
    Una di queste, appunto, è che l’omosessualità sia una condizione patologica senza base genetica, una forma mentis. ”

    Ovvero, lui contesta che non ci possa essere base genetica, non scrive che è ” acclarato ” che invece ci sia. E ci sono diversi studi a ipotizzare questa possibilità. No, questa possibilità non è stata ancora certificata. AD ogni modo, non c’è niente tra quanto scritto da Facci che non si possa sostenere alla luce della scoperte scientifiche.

    Per quanto riguarda il manifesto. Io non credo che voglia dire che l’omosessualità è ” genetica ” per forza di cose. Cioè, forse è la lettura più evidente. Però, si può leggere anhe come un modo di fare passare il concetto che ogni tot numero di nuovi nati una certa percentuale , in una misura più o meno variabile, sarà omosessuale. Mi sembra un modo per invitare le persone ad acettare prima di tutto l’esistenza e poi la ” naturalità” di questo dato.

  15. io credo che di campagne ci sia ancora bisogno..il fatto è che dovrebbero essere mirate, cioè qual è il target? il target sono coloro che ancora discriminano gli omosessuali e che li vedono come una minaccia alla famiglia e a chissà cos’altro, giusto? quindi l’immagine di un neonato può creare in queste persone solo ulteriori polemiche e alimentare l’immagine degli omosessuali come eccentrici
    penso che mia nonna avrebbe meno difficoltà ad invitare a pranzo il mio compagno secchione e occhialuto piuttosto che un travestito..poi magari dopo averlo conosciuto il mio compagno potrebbe venire a cena travestito a sua volta..

  16. Forse una differenza c’è: se l’omosessualità è una scelta come tale io posso giudicarla. Una volta giudicata posso lottare perchè venga rispettata, o adirittura diffusa o anche combattuta. Posso lottare affinchè lo Stato non la sostenga, affinchè al Regione non spenda i miei soldi per campagne di sensibilizzazione, affinche i miei figli non imparino a scuola che è una scelta giusta e da stimolare. O posso invece lottare per il contrario. O siamo diventati tanto integralisticamente laici da non poter avere opinioni diverse, tanto fintamente liberisti da dare dello stronzo a chiunque si allontani dal Pensiero Unico?

  17. Io sono frocio e sono mancino. Non so se lo sono dalla nascita o se lo sono diventato poi, ma francamente mi interessa poco. Quello di cui sono sicuro è che non ho deciso io di essere né frocio né mancino.
    I mancini danno molto meno nell’occhio dei froci, di solito: non rompono le palle per avere gli stessi diritti degli ambidestri, non fanno i Mancini Pride, e non ostentano l’uso della mano sinistra. Però difficilmente i mancini vengono coperti di insulti o malmenati dai compagni a scuola, o presi a botte in pieno centro città, o ammazzati nei parchi di notte come ancora succede ai froci in questo Paese (e già ci è andata relativamente bene, perché se sei frocio in Medio Oriente ti mettono in galera, ti lapidano o ti impiccano, ma non divago).
    Possiamo anche continuare a discettare sulle concause della frociaggine tirando in ballo la genetica, Freud e Raffaella Carrà all’infinito: è un appassionante passatempo per tutti.
    Il punto però è proprio quello che Leo considera “omofobia mascherata da politically correct”: no, non è colpa mia se sono gay o mancino, ma se entrambe le condizioni fossero socialmente irrilevanti non ci sarebbe bisogno di una campagna contro la discriminazione e l’intolleranza, Volonté non si strapperebbe i capelli gridando alla strumentalizzazione dei marmocchi, la Mussolini avrebbe un’occasione in meno per dare aria alla bocca, Grillini e l’Arcigay non griderebbero al “miracolo toscano”, Facci non avrebbe scritto questo post, Leo e io non avremmo commentato, e nessuno avrebbe fatto un plissé.
    Nascere froci, diventarlo con la pubertà o per il papà assente, poco cambia: non scegli tu di esserlo.
    E visto che siamo cittadini di serie B se ci è andata bene e che rischiamo la pelle se ci è andata male, frocio è ancora sinonimo di sfigato, per ora. Poi c’è sempre chi sta peggio, ovvio.
    Cominciamo a considerare i gay alla stregua dei mancini, se possibile a cercare di evitare che si suicidino a 13 anni o a fare in modo che possano almeno veder morire il compagno in ospedale. Poi riparliamo della genetica, di Freud e della Carrà per quanto volete.

  18. per MJ:
    “gli omosessuali esistono come esistono i mancini, è una questione cromosomica…Tutto questo è acclarato, e almeno su questo non c’è nessuna discussione da fare, nulla da dimostrare. “.
    Questa affermazione, contenuta nel pezzo di Facci, è quella a cui mi riferivo e da cui è nata la mia domanda ecc. ecc.
    Mi sembra che affermi perentoriamente l’origine genetica di tale inclinazione.
    O no?

  19. Vero, schustenberg. Mi era sfuggito quel piccolo passo prima del ” naturale”.Anche se, insomma, non è che sia così perentorio, se vogliamo. Ma te lo concedo. Ma non è sbagliato dire che l’omosesualità nasca da un” gene gay” perchè effettivamente s’è scoperta una relazione tra un gene, il cromosoma x e l’omosessualità e ci sono delle ricerche per stabilire come e in che modo contribuisca alla formazione della tendenza omosessuale. E rimane che ci sono state molte ricerche che hanno ipotizzato una base biologica , genetica, per l’omosessualità. Anche se l’ipotesi più possibile è che si tratta di una combinazione di fattori tra origine genetica e influenza ambientale e familiare. Certo, come ho detto, niente di certificato da tutto il mondo scientifico. Ma insomma, nemmeno niente che sia campato in aria. Per dire, anche lo scienziato Richard Dawkins ha scritto sul tema.

  20. Non mi sembra di essermi mai tirato indietro da una discussione, se ne reputavo il caso. Ma all’amico Wrustel, per il suo modo di porsi e per le sue domandine del cazzo, ho solo da dire: dicci che cazzo vuoi. Dicci la tua, e non rompere i coglioni. Non girarci intorno. Dimostrami di essere diverso da quello che penso.

  21. Come qualsiasi persona che conosca un minimino di genetica sa, le malattie o le mutazioni “monogeniche” o mendeliane (ovvero, quelle che dipendono dall’alterazione di un solo gene) sono pochissime rispetto al totale delle mutazioni (nel senso lato del termine, intendendo dalla malattia al colore dei capelli…qualsiasi cosa che abbia una espressione a livello di fenotipo, ovvero, per i non addetti, di quello che poi si vede nella persona).
    La maggior parte delle mutazioni e’ multigenica.

    Pertanto, ha veramente senso stare a dire “ma dove e’ il gene dell’omosessualita’”?
    Io non conosco il “gene dei capelli biondi”, ma non metto in dubbio che siano ereditari…

    Comunque, in effetti, gli studi sul “gene dell’omosessualita’” esistono. E’ uno studio iniziato nel 2000 che si focalizzava sul recettore centrale (dove per centrale intendo cerebrale) per gli androgeni, che nell’omosessuale maschio sarebbe modificato (il che spiegherebbe anche la tendenza media del gay maschio ad amare di piu’ la moda, le cose piu’ colorate, di meno la violenza e via discorrendo).

  22. se invertiamo l’onere della prova pure nelle scoperte scientifiche a qualcuno potrebbe venire in mente che il diventare esponenti UDC(con ciò che ne consegue:manicheismo,fanatismo,fariseismo,simonia,sordità)potrebbe avere basi genetiche(il problema è che magari per questi la cosa è pure un vanto)

  23. Io penso che l’omosessualità sia il risultato di una serie di fattori, tra i quali alcuni sono sicuramente ambientali e altri potrebbero anche essere genetici (ma la certezza scientifica ancora non c’è).

    Questo, ripeto, è quel che penso io: e se la pensate diversamente, pace.

    Quello che mi preoccupa, sia nel manifesto della regione Toscana che nello sfogo di Paolo Colonna, è la necessità di fare una specie di apologia dell’omosessualità: “non prendetevela con noi, se siamo omosessuali non è mica perché lo abbiamo scelto”. Mi sembra un messaggio sbagliato. Non credo che nei famosi Paesi civili l’omosessualità si difenda in questo modo.

    Ho detto apologia, ma c’è una parola più chiara: scusa. “Scusateci se siamo gay, non è mica colpa nostra. Siamo nati così, cosa volete farci”. Ripeto, mi sembra il messaggio sbagliato. L’omosessualità non è una scelta, ma nemmeno una sindrome. Se continuiamo a presentarla come sindrome, va a finire che qualcuno pretenderà di curarvi.

  24. Il Foglio, pur con differenze, dice quello che in parte dice Leo.

    ***

    L’intenzione dell’amministrazione to-
    scana che ha diffuso un manifesto
    in cui è raffigurato un neonato con la
    scritta “homosexual” sul braccio pro-
    babilmente era buona. Gli ideatori del
    messaggio intendevano dire che un
    omosessuale “che colpa ne ha se è nato
    così?” con l’obiettivo di contrastare ten-
    denze omofobiche. Spesso, però, le buo-
    ne intenzioni fanno la fine che si sa. Il
    manifesto allude, neppure troppo su-
    bliminalmente, a un carattere innato e
    quindi sostanzialmente genetico dell’o-
    mosessualità, che peraltro non è affatto
    dimostrato scientificamente. Il determi-
    nismo genetico, che non è un effetto del-
    la scienza ma una sua estrapolazione in-
    debita, è una pericolosa tendenza che si
    sta diffondendo a macchia d’olio, e in
    particolare quando è applicato a interi
    aggregati umani, può produrre effetti
    devastanti. Che si tratti di ebrei, defini-
    ti magari “più intelligenti”, o di africani
    considerati nel modo opposto, si finisce
    con l’esprimere considerazioni di tipo
    razzista, con l’autorità riflessa da verità
    scientifiche che in realtà non c’entrano
    niente. Nel caso specifico dell’omoses-
    sualità, come in molti altri, si interferi-
    sce con la sfera del giudizio etico, che in
    nessun caso spetta alla scienza. Far in-
    tendere che l’omosessualità è da tolle-
    rare perché genetica significa anche al-
    ludere a una sua inaccettabilità nel ca-
    so fosse invece conseguenza di scelte
    comportamentali. Naturalmente nessu-
    no è oggi in grado di determinare le
    cause dell’orientamento sessuale delle
    persone, e così viene quasi naturale, di
    fronte a questioni irrisolvibili, ricorre-
    re alla facile e illusoria semplificazione
    del determinismo genetico. Anche chi
    lo fa con “buone” intenzioni dovrebbe
    pensare alle conseguenze. Che cosa ca-
    piterebbe se ci si convincesse per esem-
    pio che la pedofilia ha origini geneti-
    che? Dal determinismo alla selezione il
    passo è tremendamente breve. Appli-
    carlo a intere categorie, poi, può sfocia-
    re nella discriminazione, nel razzismo e
    nella persecuzione. E’ già capitato, co-
    me sappiamo, e anche il razzismo aveva
    la pretesa di appoggiarsi su basi scien-
    tifiche e genetiche.

  25. Non mi pare che vi fossero intenzioni apologetiche in Colonna né che parlasse di scelte più o meno consapevoli.
    Ha semplicemente descritto, in modo realistico, ciò che significa essere omosessuale (soprattutto in Italia, aggiungerei) e dei riscontri sociali che questo comporta.
    Quanto di negativo e spiacevole un omosessuale riceve nell’ “incontro con la società” è di misura nettamente maggiore al fastidio che per alcuni egli può rappresentare.
    E l’ostentazione della propria gaytà spesso nasce proprio dal risentimento silenzioso che un ricchione (lo preferisco a frocio, se scelgo un tono rispettosamente confidenziale)avverte quando entra in una stanza, in un vagone di treno,in un negozio.
    Credo che il discorso si muovesse su un puro piano di realismo, senza odor di vittimismo.
    Le conseguenze estreme, poi, di queste discriminazioni sono sotto gli occhi di tutti e vanno ribadite.Sempre.
    Se non fosse altro per impedire a borghesotte tinte male(dalla cassiera alla parlamentare), di sputare frasi vergognose e dense di cattiveria gratuita.
    La condizione di chi vive una diversità, apparente o camuffata, ostentata o non dichiarata, visibile o introiettata, genetica o comportamentale,fisica o spirituale, va sempre rispettata perchè è l’epilogo di un percorso, spesso doloroso e mai finito, durante il quale noi che oggi guardiamo manco c’eravamo.

  26. Leo, il claim della campagna è proprio quello: “L’orientamento sessuale NON è una scelta”.
    Tutti si stanno concentrando sulla questione genetica, ma in fin dei conti che il bambinello sia già gay o lo stia per diventare da lì a pochi anni non è che cambia poi molto: NON lo decide lui. Questa è una campagna contro le discriminazioni di genere, con il patrocinio del ministero delle Pari opportunità.
    Non so se ti è sfuggito, ma il fatto che la scritta sulla fascetta sia “homosexuel” in francese è un indizio: l’immagine del neonato gay è stata realizzata dalla fondazione canadese Emergence, organismo che si batte contro la discriminazione di genere, e ceduta gratuitamente alla Toscana, come è spiegato chiaramente sull’articolo del Corriere (non so se Macchianera gradisce i link nei commenti, lo recuperi dall’ultimo post sul mio blog, se vuoi). Quel messaggio che non ti piace è stato pensato proprio in uno di quei famosi Paesi civili dove non pensi che l’omosessualità si difenda in questo modo, e spero che almeno qui siamo tutti d’accordo sul fatto che i gay in Canada se la passino un po’ meglio dal punto di vista civile di quelli italiani.
    Voglio ribadire ancora soltanto questo. Essere gay oggi in Italia (ma non solo) è ancora una SFIGA. Se non lo fosse non ci sarebbe nessun bisogno di QUALUNQUE campagna contro l’omofobia e la discriminazione per i gay, e non soltanto di questa in particolare che non ti piace. Il problema non sussisterebbe, esattamente come a nessuno verrebbe in mente di fare una campagna analoga per i mancini.
    Secondo me sbagli di grosso a considerare questa campagna “omofobia mascherata da politically correct”. Anzi, permettimi: è una minchiata. Te lo dice uno che ti ritiene una persona intelligente, che legge spesso il tuo blog e che spesso è d’accordo con te su tante altre questioni. Però mi viene in mente un altro tuo post di qualche tempo fa e comincio a pensare che purtroppo sui gay non ne azzecchi una, e me ne dispiaccio non poco.
    Qui nessuno sta chiedendo scusa proprio di niente, e di sindrome stai parlando solo tu. Si dice soltanto che essere gay non è una scelta, quindi non è reversibile: quello, piuttosto, è un messaggio pericoloso, e guarda caso è proprio quanto sta cercando di far passare la chiesa cattolica. L’omosessualità come scelta sbagliata, come peccato contro natura, come volontà di andare contro la morale comune e i valori tradizionali.
    Questa campagna, forse in modo non esattamente gradevole (ma perché dovrebbe esserlo, poi?) sta dicendo proprio il contrario.

  27. lo sfogo di Paolo Colonna secondo me non serviva a scusarsi della sua omosessualità, serviva a far notare come già questa discussione sia una forma elegante e discreta di discriminazione.
    il post di Facci era ottimisticamente partito da qualche anno più avanti…

  28. Ci tengo ancora a precisare – come unico gay dichiarato intervenuto finora qui, almeno se non mi sono perso qualche commento – che ovviamente parlo solo per me. Come potete facilmente immaginare, della campagna non solo stanno praticamente parlando tutti i blog gay (date un’occhiata all’aggregatore di blog LGBT italiani GayToday, se volete), ma un po’ tutti gli intellettuali omo più o meno noti, e neanche siamo tutti d’accordo. La posizione di Vattimo, tanto per dirne uno, mi pare vicina a quella di Leo: considera la campagna eccessiva e potenzialmente controproducente. Nemmeno lui arriva a considerarla “omofobia travestita da p.c.”, però.

  29. Facci, sei sicuro che quelle di Volonté siano posizioni folkloristiche e di scarso peso? Fini non ha forse dichiarato in passato che un omosessuale non dovrebbe poter insegnare in una scuola? Quando il centrodestra ha fatto quadrato per negare il riconoscimento di ogni forma di diritti alle famiglie omosessuali, quali sono i politici di quella parte che si sono opposti?
    Fa piacere sapere che sul Giornale scrivono persone che hanno dell’omosessualità una concezione moderna. Forse sarà anche vero che la schiacciante maggioranza degli elettori del centrodestra condivide tale concezione (personalmente ho qualche dubbio in proposito, e ho dei dubbi persino sugli elettori di centrosinistra). Ma i politici no. Tanto è vero che, quando gente come Volonté parla, nessuno a destra gli risponde per le rime.

  30. Partiamo dalle cose su cui sono d’accordo. Sono d’accordo sul fatto che Volontè dica delle gran cazzate, e sono d’accordo ovviamente sul fatto che chi è omosessuale debba essere rispettato dalla società così come chiunque altro.

    Purtroppo però vi sono alcune questioni che è impossibile affrontare in maniera “oggettiva” perchè quando ci si prova si è schiacciati dal politically correct, anzi meglio dal philosophically correct.

    Quando Watson ha affermato che i neri fossero meno intelligenti dei bianchi (cosa che personalmente ritengo non vera, soprattutto perchè il QI misurabile rispecchia solo una parte infinitesima della capacità mentali complessive di un individuo), gli è stato replicato certo anche nel merito, ma più che altro le risposte sono state del tenore “una cosa così non si dice e basta”. Perchè non si dice? Perchè ovviamente affermare che una razza o un genere ha un’ intelligenza inferiore sarebbe pericoloso, anzi distruttivo, per il concetto fondamentale dell’ uguaglianza universale di tutti gli uomini.

    Tralasciamo il fatto che le polemiche sarebbero state enormemente minori, o forse nulle, se Watson avesse invece affermato che i neri (o, per dire, le donne) sono più intelligenti: questo è un semplice fatto contingente, presente, dovuto ai “rapporti di forza” presenti (e passati) tra generi e razze.

    Torniamo all’omosessualità. In questo caso succede la stessa cosa. Affermare che l’omosessualità è una malattia avrebbe delle implicazioni discriminative.

    E’ anche per questo motivo, anche per necessità filosofico politica, che l’OMS e le altre organizzazioni psichiatriche escludono l’omosessualità dalle patologie, non per ragioni strettamente e puramente scientifiche (non sto giudicando se sia giusto o sbagliato così).
    Nel DSM-IV tutte, dico TUTTE, le deviazioni dell’orientamento sessuale sono classificate come parafilie (patologiche) TRANNE l’omosessualità.

    Eppure l’omosessualità impedisce la riproduzione. Se fossimo tutti omosessuali ci estingueremmo nell’arco di una generazione. E anche se mi sforzo, mi riesce difficile trovare un criterio che da solo indichi più efficacemente di questo, diciamo, non una patologia, ma sicuramente una condizione di “anormalità negativa” (negativa da un punto di vista “genetico” direbbe Dawkins, non certo morale).

    E’ esattamente la stessa cosa che succede, per esempio, per chi è affetto da ritardi mentali o fisici: hanno degli svantaggi rispetto alle persone sane, ma oggi la società li chiama “diversamente abili” perchè si ritiene che il termine “disabile” porti con sè tendenze discriminatorie.

    Ma più si va avanti e più le basi genetiche/chimiche dell’omosessualità saranno chiarite. Secondo una teoria attuale essa potrebbe essere legata a dinamiche ormonali fetali, forse accompagnate da basi genetiche.

    E se dopodomani, come molto probabilmente accadrà, si potesse determinare con una semplice analisi il futuro orientamento sessuale del feto? E magari con una semplice pillola (o qualcosa del genere) impedire che esso diventi omosessuale, allora quanti genitori sceglieranno di lasciare che il proprio figlio diventi omosessuale?

  31. Murmur,. il tuo commento mi sembra un tantino furbetto. Dici e non dici. E’ come se tu suggerissi indirettamente. Prima di tutto, tu scrivi

    “E’ anche per questo motivo, anche per necessità filosofico politica, che l’OMS e le altre organizzazioni psichiatriche escludono l’omosessualità dalle patologie, non per ragioni strettamente e puramente scientifiche (non sto giudicando se sia giusto o sbagliato così”

    Un momento. Vuoi forse dirmi che PRIMA che l’OMS declassificasse l’omosessualità era PROVATO che l’omosessualità sia una malattia? Oppure, come penso io, era comunemente ACCETTATO che fosse condiderata tale e poi, negli anni, si è semplicemente preso atto che non ci sono le basi per dichiararla tale? LO so che negli anni passati si riteneva l’omosessualità una patologia, anche molti psicanalisti la consideravano tale. Ma vuoi indicarmi gli studi scientifici che PROVAVANo che lo fosse? SEcondo me, si è partito dall’idea , inculcacata dalla tradizione e dalle credenze, che lo fosse, e si è poi proceduto su questa strada. Tranne poi prendere atto che era discriminatorio. E secondo me, questo succederà anche alle altre ” deviazioni ” sessuali.

    Poi. Per quanto riguarda la possibilità di riproduzione degli omosessuali. In verità, sarebbe impossibilità all’interno della coppia omo, non impossibilità vera e propria. Comunque. Anche questo non dovrebbe essere considerato ” anormale”.Vedo che hai citato Dawkins. E’ stato chiesto a Dawkins che senso avrebbe, allora, nella natura darwinista, l’individuo omosessuale. E Dawkins ha risposto che probabilmente( semplifico MOLTO rozzamente) l’individuo omosessuale ha senso PROPRIO per rafforzare la specie, in quanto la sua ” debolezza ” procreativa servirebbe a meglio selezionare la forza procreativa degli individui etero. Ripeto, semplifico MOLTO rozzamente. Del resto , se qualcuno vuole saperne di più, basta che ricerchi un po’.
    Insomma, tu sembri insinuare che l’omosessualità in fondo non sia così ” normale” che si sia ” scelto ” di considearla tale, ma solo per scelta opportunistica. Mentre invece secondo me era arbitrario che lo fosse considerato prima.

    Per finire, il dubbio sulla possibilità di ” scegliere ” che il proprio figlio non sia omosessuale. Immagino che tutti quelli che considerano l’omosessualità sia una patolgia FORSE sceglieranno di ” raddrizzarlo”. D’altra parte, in genere sono gli stessi che parlano di ” intoccabilità ” degli embrini-feti, quindi in teroria dovrebbero laasciarli stare, no?
    Seriamente, il problema POTREBBE porsi. MA è così’ lontano nel tempo che mi sembra solo un modo per creare confusione.

    P.S. L’articolo del Foglio mi sembra proprio la solita tirata contro la selezione geneica, e il determinismo, e etc…Parte in un modo poi va a finire alle solite cose. Senza contare la ” sottile ” assciazione tra pedofilia e omosessualità.

  32. Caro Facci,
    Ti ho fatto oggetto di un piccolo esperimento. Da tempo sospetto che spari panzane allo scopo di depistare, confonderci e ridurci più meno come te quando ti fai vedere di prima mattina da Omnibus, ancora mezzo sbronzo, subissato dai lapsus, vomitandoci il tuo inconscio in diretta tv. Non solo ci vuoi rincoglioniti, ma ci offri un modello da seguire. Grazie, davvero generoso.

    Lo spunto per l’esperimento l’ho preso da una tua certa dichiarazione avvenuta in seguito al caso Grillo. Tu allora hai detto che Grillo preparava il suo sbarco in politica, uno scoop lo definisti, come quello dell’altro giorno da 8 e mezzo riguardo De Magistris, il magistrato psicotico. Ferrara allora ti ha sbugiardato incredulo (o forse invidioso dalla tua facci-a tosta). Il caro ciccio sa di avere a che fare con un venditore di fumo, ma noi altri non abbiamo i mezzi di Ferrara, nel nostro piccolo siamo costretti a lenti e macchinosi esperimenti. Ebbene, l’esperimento come si suol dire ha precipitato e giace inerte nel tubiccino annerito: dov’è sto benedetto partitino, questa scesa in campo? Da nessuna parte perché il tuo unico compito è seminare la sfiducia attraverso la più vecchia delle ideologie: coloro i quali aggrediscono il potere, voglio il potere e ne sono fatalmete attratti. Probabilmente sia vero, ma se dobbiamo farci guidare dalle generalizzazioni che ci propini, potremmo anche addurre che colui che abbaia appena sente un qualsiasi rumore nel buio della notte non è un giornalista, bensí un cane. Sono incazzato con te, ma non perché sei di destra (di questi tempi ci sono difetti ben peggiori) , ma perché sei spregiudicato.

    A proposito 8 e mezzo mi ha fatto ripropormi un po’ l’argomento della par conditio, forse perché ci vai spesso. Premetto che da sempre mi e parso un falso problema che parte dalla costatazione che siamo tutti rincretiniti. Indi il problema è chi la pensa cosi, non la par conditio. Cmq, la questione all’interno di 8 e mezzo non è più l’esistenza fisica del contradditorio, ma il coeficente intelettivo del medesimo. Quando ci troviamo in una situazione in cui il rapporto è 90 (Ferrara come Bush?) a 65 (La Armenni di sicuro non oltre Medioman!), cosa dovremmo fare? Mandarci Prodi per coprire il gap di 25 punti?
    Che Volontè sia penoso e indegno di quel nome lo sanno persino i pargoli: l’idiozia non è di destra o di sinistra. A chi si pone il problema dell’omossessualità come legata a fattori ambientali direi che tutto e legato a fattori ambientali, anche la tendenza all’onanismo. Il problema sono le insinuazioni che ci sono dietro questo genere di “puntualizzazioni”.
    Chiedo scusa x il mio italiano, ma italiano non sono.

    Saluti a tutti, anche a Facci

  33. Caro Facci, quello che Lei si rifiuta pervicacemente di capire è che lo scopo del mio intervento era segnalare una falsità del suo pezzo. Che si parlasse di omosessuali, di sedie a dondolo o di dinosauri, una balla rimane una balla. Quando poi la balla è dovuta ad ignoranza, ci si rifiuta di ammetterlo e si insulta l’interlocutore…beh, ecco a voi il mullah Facci!

  34. Sono d’accordo con Leo. Il messaggio che passa da quella campagna è un tantino fuorviante e soprattutto non aggiunge nulla al discorso del rispetto umano, e vorrei dire dell’amore, nei confronti di chicchessia. Il messaggio è: si nasce così. Punto. O peggio ancora: che ci vuoi fare, poverini, nascono così. Poi si può parlare anche di sfumature, certo, ma chiedete alla gente che cosa pensa di fronte a quei cartelli.
    Pertanto rimango molto scettico perchè, considerando la potenziale falsità del messaggio stesso, o quanto meno la sua non dimostrabilità attuale (cosa non da poco!), il risultato è controproducente. Si è parlato di “confondere le idee”. Beh, questa campagna ci sta riuscendo.

  35. Chiedo scuse a tutti per la mia incontinenza, ma ora mi aspetta il più lungo silenzio.

    Come se l’aereo in cui viaggio stesse precipitando.

    Se qualcuno vuole il mio nome+cognome x querella, glielo lascio alla hostess

  36. questo chiamare in causa la natura a sostegno dei pregiudizi degli uomini è una cosa insopportabile. oltre che totalmente ingiustificata

  37. La campagna non dice esattamente: “gay si nasce”. Il claim è: “l’omosessualità non è una scelta”. Non è la stessa cosa.
    Purtroppo la foto scelta fa immediatamente pensare ai piselli di Mendel, e forse sarebbe stato meglio far vedere un bimbo un po’ più cresciuto a scuola con la stessa fascetta. Questo è l’errore, secondo me. Su quella foto qualche riserva ce l’ho anch’io. Il claim, però, mi piace assai. È diretto, reale, e non lo considero affatto apologetico.
    La campagna è diretta principalmente agli eterosessuali, ovviamente. In particolare a chi non si è mai posto il problema del perché qualcuno è omosessuale. Chi è gay lo sa benissimo, di non aver deciso un bel giorno di saltare addosso al postino, al compagno di banco, o al collega. Così, tanto per.
    Non capisco davvero come si possa pensare che sia possibile scegliere di essere gay senza ignorare il presente, la storia, e le conseguenze di questa convinzione, che mi paiono altrettanto gravi e pericolose delle implicazioni del determinismo genetico.
    Secondo voi era libero di scegliere di non essere frocio il ragazzo che si è buttato dal balcone a Torino mesi fa perché non sopportava più quanto gli si daceva pesare la sua omosessualità? E degli omosessuali sbattuti in galera, torturati, lapidati o impiccati in Medio Oriente che mi dite? Non gli converrebbe cambiare idea, pur di restare vivi? tanto per restare a due esempi recenti, eh.
    Perché anche pensando al passato, se fossi nato in un Paese europeo una sessantina di anni fa probabilmente non avrei deciso un bel giorno che mi piace il pisello, se qualcuno mi avesse avvertito che rischiavo di diventare una saponetta.
    Ripeto ancora: se fossimo liberi di scegliere chi ce lo fa fare, tutto considerato?

  38. se i ricercatori continueranno a sprecare neuroni e risorse per indagare falsi problemi cercando improbabili algoritmi genetici relativi agli orientamenti sessuali non dovranno lamentarsi qualora gli tagliassero tutti i fondi.Pensassero a risolvere sul serio la piaga dei tumori(teoricamente debellati dal 1956),magari le persone non ci morirebbero in mano.Per stare più in tema mi viene in mente che le affermazioni sul genere,”ho un mucchio di amici gay”,usate per puntualizzare una posizione critica discriminino subliminalmente e non giovino alla causa.Di sicuro gli sforzi vanno rivolti ad evitare che un adolescente talmente coraggioso da manifestare la propria natura sia costretto a fare i conti con un ostracismo che sfiora l’istigazione al suicidio.Tolleranza mille mila sui costumi

    p.s. un bel po di mesi fa si suicidò un famoso sindacalista del sud,gay.Il sinistro cordoglio ipocrita che circondò l’avvenimento non rese un grande servizio al tema dell’uguaglianza

  39. Che quello che afferma un Volontè ancora lo pensano milioni di incivili ed ignoranti, l’ha già detto qualcuno ?
    Volontè è uno degli effetti, non la causa.
    Se per assurdo il nostro dovesse svegliarsi domani ritrovandosi un cervello all’interno del cranio e smettesse di dire le cose che dice ce ne sarebbero altri prontissimi a prendere il suo posto…

  40. Il messaggio del poster è uno, solo, chiaro e semplice: l’omosessualità NON è una scelta. Ogni altra interpretazione è pura aria fritta (se ne legge fin troppa su il Giornale…)
    Qualcuno giustamente si può chiedere perchè sia così fondamentale far passare questo banale (in quanto ovvio) messaggio.
    Benissimo, questo qualcuno dovrebbe leggersi il quotidiano dei vescovi, l’Avvenire, che non usa mai il termine “orientamento omosessuale”, ma bensì “scelta omosessuale”. Nell’ottica catto-talebana del peccato come ribellione alla legge naturale(?) tramite il libero arbitrio, la SCELTA omosessuale significa: “ti stai ribellando VOLONTARIAMENTE al volere di Dio, brutto frocio! Sei destinato a bruciare negli inferi, come ha dichiarato San Paolo.”

    Quindi carissimi post-illuministi, per favore scendete dal pero… affermare: “che sia una scelta o meno, non fa alcuna differenza”, vale solo per i vostri neuroni illuminati, non per la stragrande maggioranza del popolo italico, che se non ragina come Volontè, mantiene ugualmente un odioso atteggiamento omofobico, farcito da elucubrazioni tipo: “non ho nulla contro i gay”, “io vi tollero” (che significa: evito di prendervi a calci in culo), “ognuno può fare ciò che vuole, se si nasconde per bene in casa”.

    Ai finocchi non serve la “tolleranza” (termine odioso!), bensì lo stesso trattamento riservato ai mancini.

  41. “che sia una scelta o meno, non fa alcuna differenza” è vero non solo per i post-illuministi sul pero, ma anche per la stragrande maggioranza del popolo italico.
    che non credo proprio che il motivo reale che alimenta l’atteggiamento omofobico abbia a che fare con la genetica.

    anzi. invece di discutere sulle cause dell’omosessualità, si dovrebbe discutere sulle cause dell’omofobia. secondo me sarebbe molto più utile e costruttivo

  42. nel senso, invece di giocare in difesa, come dice qualcuno – pur continuando a farlo, dopo aver scambiato i termini – ribaltare davvero la prospettiva.

  43. ” mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo articolo”

    Cirdan, è necessario pensarne qualcosa? No, perchè io , come dire, desisterei..

  44. L’intervista linkata da Cirdan è interessante. Spogliata di alcune affermazioni eccessivamente condizionate dalla fede del dottor Nicolosi, che lo porta a dare giudizi non accettabili, sottopone un punto di vista in parte condivisibile.
    “Un orientamento omosessuale non è mai una scelta. Uno stile di vita omosessuale può essere una scelta, ma non l’orientamento. La condizione sembra svilupparsi come risultato delle relazioni familiari, delle vicissitudini della vita e, in alcuni casi, c’è una predisposizione genetica o un’influenza sullo sviluppo prenatale, che può distorcere la successiva identificazione sessuale della persona.”
    E’ abbastanza simile alla tesi di Leo o del Foglio, anche se la esplicita più nettamente. Che cos’altro vuol dire tutto ciò se non che “omosessuali si diventa”? È una possibilità che va accolta senza tutte quelle certezze impositive come quelle trasmesse dal manifesto della Regione Toscana: ci si nasce e basta. Quindi adeguatevi.
    Io non ho tutte queste certezze di chi mi impone un postulato simile. Se “i padri della moderna psicologia – Freud, Jung e Adler – consideravano l’omosessualità un disordine dello sviluppo” presterei ascolto anche a questa possibilità. Senza però farne una certezza assoluta. Anche perché il concetto di normalità non viene sancito dalla scienza, quella stessa scienza che oggi suggerisce che l’intelligenza sia anche funzione del colore della pelle.
    Il fatto che io sia costretta a non giudicare l’omosessualità per evitare di essere tacciata come omofobica o peggio è metodologicamente discutibile. Se l’amore è l’amore e massima libertà all’orientamento sessuale di tutti, perché allora dovrei disprezzare l’amore di un pedofilo verso un bambino?
    Insomma, quello che per me è intollerabile sono le certezze sulla questione, soprattutto se molti omosessuali avvertono la loro condizione come un disagio.

  45. ” Anche perché il concetto di normalità non viene sancito dalla scienza, quella stessa scienza che oggi suggerisce che l’intelligenza sia anche funzione del colore della pelle.”

    Virginia, ma che ca**o dici? La ” Scienza” ? UNO scienziato. UNO, non la ” Scienza” . CApisci la differenza ? Non c’è niente da fare, non c’è il coraggio di manifestare apertamente la propria avversione, o paura, bisogna aggrapparsi a qualcosa. In questo caso, si cita Freud, Jung, dicendo che se loro consideravano l’omosessualità una malattia ” bisogna ” ponderare, diamine. Il Punto è che l’omosessialità non è stata più classificata tra le malattie perchè si è scoperto che non c’erano appigli medici per farlo. Non c’era il motivo, punto. E adesso mi venite a dire, sì, però, non si può affermare con certezza che non lo sia? Ma per piacere. E poi, ancora una volta quell’insinuazione sottile , quell’equiparazione tra omosessulaità e pedofilia…

  46. Per Pep:
    1) in luglio ho scritto che Grillo sarebbe sceso in politica ed è quello che ha fatto, per ora coi ‘bollini’ e poi vedremo;
    2) lunedì invece ho detto che De Magistris era indagato a Salerno ed è quello che hanno scritto due quotidiani questa mattina.

  47. C’è una scena fantastica del film C’è post@ per te. Quando Meg Ryan è alla cassa di un supermercato e per pagare ha solo la carta di credito. Ma ha sbagliato coda ed è il giorno del Ringraziamento. Poi arriva Tom Hanks per dirimere la questione.
    “Toc toc”
    “Chi è?”
    “Un amico”…

  48. @MJ:

    Tu sei convinta del fatto che una determinata condizione si possa classificare con certezza assoluta come malattia o come non malattia, bianco o nero. Io non credo affatto che sia sempre così, e questo di solito vale tanto più per le condizioni mentali/psichiatriche. Per questo c’è in realtà amplissimo potere discrezionale da parte delle associazioni degli psichiatri nel decidere in un senso o nell’altro, e questo potere discrezionale alla fine ha di solito un significato politico.

    Secondo l’APA, due persone adulte e consenzienti che riescono a provare piacere sessuale esclusivamente tramite pratiche sadomaso, sono malate, deviate, patologiche. Ma due omosessuali non lo sono. Ora, mi spieghi qual’è la differenza tra le due situazioni? Ti ricordo che “sadomaso” non vuol dire per forza picchiare il partner (tra l’altro dal mio punto di vista questa è una precisazione inutile) ma anche solo semplicemente legarlo e pratiche simili.
    E’ per questo che dico che l’esclusione dell’omosessualità dalle parafilie ha principalmente o forse esclusivamente una motivazione politica, sociale (probabilmente giusta dato lo scopo anti-discriminatorio, ma non era questo il mio punto) e non prettamente “scientifica”, e questo credo sia innegabile.

    Un’altra cosa politicamente scorretta che nessuno dice è che alla fine è meglio, è preferibile (insomma mettila come vuoi) essere eterosessuali piuttosto che omosessuali. Per quali motivi dirai? Te ne do uno: perchè un eterosessuale può avere figli naturali con la persona che ama. E se è vero che avere figli non è l’aspirazione suprema di ogni persona, è anche vero che essa è l'”attività” umana fondamentale che continua a farci esistere.
    Per questo se è vero che, come sembra sia, dinamiche ormonali anomale siano alla base o contribuiscano allo sviluppo dell’ omosessualità, non ci vedo nulla di male se un genitore corregga (sì, corregga) tale condizione.

    Allo stesso modo in cui è preferibile, per altri e (molto) più o (molto) meno importanti motivi, essere belli piuttosto che brutti, o essere sani piuttosto che avere la trisomia 21.

    E’ ovvio che nessun paladino dei diritti civili dirà mai una cosa del genere sull’omosessualità, proprio per il potenziale contenuto discriminatorio, ma alla fine resta un dato di fatto.

    Poi, ci sono ovviamente delle irriducibilità tra noi sulle quali è inutile discutere, ché non ci si troverà mai d’accordo: tu dici che una condizione che porti a una infecondità pratica non debba necessariamente essere considerata anormale (in senso negativo, non in senso di “diversità”), io dico di sì.

    Tu dici che l’omosessuale è malato allo 0% e il pedofilo al 100%, io non la penso così.
    Dico un’altra cosa politicamente scorretta: io provo pena per quel pedofilo che in vita sua non ha mai toccato un bambino e mai lo farà, e si riduce a scaricare le foto da Internet. Pur essendo io consapevole del male che in tal modo egli contribuisce a creare.

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