Cartolina preventiva

Villa Emilia - Donoratico (LI)Questo è un post ciclico, che si ripete, anno dopo anno.
E ogni anno serve a dire che sto partendo per le vacanze.
Ogni anno lo scrivo il giorno prima di partire, perché poi ci si dedica alle valige e, soprattutto, all’identificazione di tutti i trasformatori/alimentatori/adattatori necessari per fare funzionare le (poche) diavolerie elettroniche che mi porto dietro: un cellulare, un iPod, un Pc portatile che alla fine resta quasi sempre spento, una macchina fotografica.
Ogni anno, per tutto il periodo in cui sono via, non scrivo sul blog. Feci una sola eccezione, il giorno in cui morì Enzo Baldoni, e un titolo apparso su “Libero” del giorno prima, ancora più stronzo della media naturale che mantengono i titoli di “Libero“, mi aveva fatto sbottare. Dò una sbirciata a MacchiaLight, di tanto in tanto. Se ho proprio voglia di dire qualcosa, magari provo Twitter e tento di ricredermi sulla sua inutilità.
Ogni anno anticipo quel che farò e non ci crederete, ma riesco sempre a non rispettare le previsioni.
Ogni anno dico che mi godrò la Toscana, il mare, il sole, il cibo, l’aria buona, e una delle più belle ed estese pinete d’Italia. E questo invece lo faccio per davvero.
Ogni anno metto il link per vedere via satellite il posto in cui vado. Chi fosse curioso lo trova qui o qui Clicca qui per aprire con Google Earth (per vederlo allo stesso modo, ma nella magnificenza di Google Earth).
Ogni anno dico che leggerò un sacco di libri (sia di carta che in formato e-book: ci tengo a specificarlo per gli schizzinosi), e va a finire che non mi bastano mai. Allora inizio a leggere cazzate che trovo sulle bancarelle. Per dire: lo scorso anno mi sono letto i primi due libri di Moccia. Davvero. Volevo capire. Lui, e tutti i fan di 3MSC. Io non ci credevo, a quello che leggevo. E parlo sia dei contenuti che proprio della costruzione logica delle frasi. Mi dicevo: li leggo per poi scrivere un post, quando torno. Poi uno torna e non ci ha più voglia di perdere tempo per scrivere di Moccia.
Ogni anno dico che mi manca la cucina di Filippo Volpi, e continua ad essere vero. Mi consola sapere che dopo che la sua Locanda Menabuoi è finita soffocata dalle pizzerie al trancio sull’Aurelia e dalle sagre paesane che servono fritto misto congelato, che, volendo, si possono tornare a gustare le sue creazioni. Solo in un altro posto. Però quest’anno forse riesco a provare “La Pineta” di Bibbona, col fido EmmeBi e una buona compagnia. E magari anche, che so, un Gambero Rosso, che è un peccato averlo lì a sette chilometri e non esserci mai andati (non che uno non voglia: è che in genere va prenotato con un anticipo di qualche era geologica).
Ogni anno riempio tonnellate di schede di memoria di foto, poi non mi resta il tempo per selezionarle. Alcune di quelle dello scorso anno sono sparse su Flickr, altre si trovano in un album su Picasa. E le belle – che io ricordi – sono rimaste fuori da una selezione che sarebbe durata fino alla pensione. Prima o poi.
Negli ultimi due anni ci sono andato da solo. Quest’anno no.

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15 Commenti

  1. Per Mantellini: non sono riuscita ad inviare un commento sul tuo blog, quindi ti ringrazio da qui. Un abbraccio a tutta la famiglia. A presto, Ilaria.

  2. E un ti si vole in Toscana,
    trombino…..

    (chissà se ,tra le altre, cederai alla tentazione di fare una capatina alla spiagge bianche Solvay. )

  3. Ci si vi vede al La Pineta – cena prenotata nel mesozoico – spero almeno che per quella sera riuscirai a separarti dalla macchina fotografica.

  4. Non ci farai mica lo scherzo di lasciarci tutto il mese di agosto senza sapere chi ha vinto la “Diecina” della settimana! non credo di poterlo sopportare.
    Va bene, va bene, sparisco in un zot!

  5. Neri, ma la tua conzone preferita non era e vi odio voi romani, io vi odio tutti quanti,
    brutta banda di ruffiani e di intriganti,
    cammuffati bene o male, da intellettuali e santi,
    io vi odio a voi romani tutti quanti.
    Sono in Italia. Se ci riesco, passo dalle parti di Livorno.

  6. Speriamo che la persona che sarà con il Neri lo convinca a non fare più foto di tramonti su Villa Sorriso…:-)

  7. … ma come fa a non fracassarsi i coglioni ad andare tutti gli anni nello stesso posto? Con tutti i posti che ci sono nel mondo? (parere personale e opinabilissimo, sia chiaro!)

  8. Il bello è che io alla Pineta da Lazzeri ci vado da decenni, e manco sapevo che fosse un buon ristorante, tanto che mi sono stupito a vederlo recensito prima su Viaggi di Repubblica, poi su un inserto del Corriere, poi, poi, poi, fino ad arrivare qua (e ogni volta ho pensato: sarà proprio lui?).

    La mia modalità di utilizzo del posto è la seguente: si parte da Cecina Mare in bicicletta, si entra nella pineta, si fanno alcuni chilometri (non ricordo se cinque o sette), si esce dalla pineta, si fa un pezzettino di pericoloso sterrato, si lascia la bici praticamente sulla spiaggia, si entra al bar, si prende un caffè, una schiaccina, una bibita o un gelato, ci si porta sulla veranda che affaccia sul mare, si legge il giornale, si rimonta in bici e si torna a casa in tempo per il pranzo.

    Vista la qualità non degna di nota dei panini preparati per i bagnanti (il bar e il ristorante sono quelli del piccolo stabilimento balneare, e servono pure l’affollata spiaggia libera lì accanto), mai avrei pensato che ci si mangiasse qualcosa di decente. Se ne impara sempre una nuova.

    Per dire, proprio a Bibbona ci ho fatto la cena di nozze (quella per i parenti toscani), ma da un’altra parte.

    E tanto per fare lo sborone: a San Vincenzo vive uno di questi parenti, un cugino primo di mio padre, la cui moglie cucina benissimo, e lo sapevo. Ma l’estate scorsa li abbiamo sentiti e la sera prima avevano avuto Pierangelini a cena!

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