Come un gol uomo

Signore e signorine che state per gettarvi nel turbine delle notti bolognesi, sfidando i lupi cattivi che si annidano negli androni deserti e nelle strade buie, lasciate nell’armadio gli abitini sottoveste e i tank top alla moda e indossate l’unico capo d’abbigliamento che vi garantisce il diritto all’incolumità fisica: la casacca del Bologna.
Magari non vi proteggerà dagli stupratori, ma almeno, in caso di violenza, farà scattare come un sol uomo i politici locali di ogni colore. Miracolo possibile solo quando sono in gioco i sacri colori rossoblù, com’è successo l’altro ieri a Palazzo d’Accursio, quando, nel tempo record di otto minuti otto, consiglieri di destra e sinistra hanno sfornato e firmato un ordine del giorno unitario per protestare contro il rigore negato al Bologna contro il Brescia nella partita del 19 maggio. Episodio che, recita il documento, “ha riproposto in maniera traumatica l’immagine di un calcio iniquo“.
Capito? Sono rimasti traumatizzati dall’iniquità, addirittura. Tutti quanti, dai Ds a Forza Italia. Manco l’arbitro li avesse violentati sotto casa. Perché anche uno stupro è traumatico, e pure iniquo. E suscita ondate di sdegno fra i politici, ma disgraziatamente il moto ondoso non supera mai forza 3, quando sono in gioco le sorti delle cittadine bolognesi. Solo le sorti del Bologna Football Club riescono a scatenare marosi di indignazione cosí alti e potenti da travolgere gli steccati ideologici e gli interessi di bottega. Bene: preso atto che si ha a che fare con degli squilibrati privi di senso della realtà, e che le elezioni sono ancora lontane, non ci resta che sollecitare l’attenzione dei politici sull’allarme stupri toccando la loro corda più sensibile: presentando cioè le violenze sessuali come soperchierie inflitte allo squadrone di casa.
Quando le donne umiliate e violate riusciranno a suscitare la stessa unanime e trepida solidarietà che circonda i ragazzi di Arrigoni, forse a Palazzo d’Accursio si supereranno i distinguo e le diffidenze dietro cui si trincerano i partiti quando si parla di sicurezza.
Dunque, signore e signorine, da oggi mettete da parte l’estetica e fate della casacca rossoblù la divisa delle vostre serate. E se, dio non voglia, doveste denunciare molestie o episodi di violenza, non dimenticate mai di precisare che a) il bruto era vestito con maglia e calzoncini neri e portava un fischietto appeso al collo e, soprattutto che b) il rigore c’era, eccome se c’era.

Da Epolis-Bologna. (tutti i testi di Lia Celi sono su Bendix)


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3 Commenti

  1. detto che il rifgore c’era perchè c’era il fallo

    Grassilli, ti abbraccerei, per l’ironica indignazione di questo post

    comunque, la società civile che esprime i politici non è da meno: hai letto del tassista che ieri ha fatto a botte per salvare una ragazza da una aggressione, mentre 80 persone nei baretti attorno a piazza malpighi non faceva una piega, esclusa una punkabbestia, che voleva slegare il cane contro l’aspirante stupratore?

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