La crisalide di Cristo

Gesù e il bruco“Che settimana!” ha sospirato Emma un sabato sera, reduce dalla sua Prima Confessione. “Un giorno ho musica, l’altro lezione di teatro, ieri pomeriggio da Sara, oggi un sacramento…”
Roberto ed io ci siamo guardati in faccia, smarriti, perfino un po’ scandalizzati da quell’agenda candidamente blasfema, in cui mondarsi dai propri peccati davanti a Dio, giocare a Solo con l’amica e suonare il flauto sono sullo stesso piano. Ci siamo guardati, smarriti. Abbiamo creato un mostro? Peggio ancora, stiamo creando l’ennesima ragazzina superimpegnata e superficiale? Tutto comincia un giorno di novembre, quando Emma mi chiede di poter frequentare le lezioni di catechismo…


I genitori le avevano lasciato libertà di scelta: Roberto ed io, pur cresciuti nella religione cattolica, non siamo praticanti, crediamo a modo nostro, fra dubbi e incoerenze, tipo quella di far battezzare tutte e tre le nostre figlie malgrado le nostre perplessità sul battesimo degli infanti (condivise peraltro da gente ben più religiosa di noi).
Fra gli impegni presi quel giorno, c’era quello di crescere le nostre figlie nella religione cattolica. E qui sta il punto. Io non vorrei che le mie figlie crescessero in una religione. Preferirei che fosse la religione a crescere in loro. Nei bambini il sentimento religioso si coltiva coltivando le loro emozioni, i loro pensieri. Un fiore, un’immagine, una musica possono avvicinarli a Dio molto meglio di una vignetta con Adamo ed Eva da colorare.
Per dire: in Emma, che è tutt’altro che una mistica, la voglia di catechismo è nata dopo essersi profondamente commossa cantando un salmo nel coro della cappella della scuola. Poi, a dottrina, ha trovato delle brave e volenterose signore che le hanno spiegato che Gesù è come il bruco, che sembra morto ma poi invece rinasce e vola in cielo. Più che il vangelo, sembra “A Bug’s Life” della Pixar.
Ed Emma che credeva che la religione fosse una cosa seria.
Quando va a messa, la liturgia è troppo difficile da capire, ma Dio le parla attraverso l’architettura della chiesa, le immagini dei santi, la potenza dei simboli. Fra i quali ci sono il pesce e l’agnello, ma sicuramente non il bruco. “Crescere nella religione”, forse, significa solo entrare a far parte di un’organizzazione. Che a sei anni ti chiama all’oratorio per fare gli angioletti di pongo, a sette ti fa colorare le schede sulla Bibbia, a otto ti insegna a inginocchiarti davanti a un confessionale ad enumerare peccati inventati. Forse ti insegnerebbe anche qualcosa di più, se le catechiste non dovessero passare metà della lezione a chiedere silenzio e attenzione ai tuoi iperattivi compagni.
Ma poveri bimbi, cosa vuoi mai pretendere, devono sfogarsi. Dopo catechismo hanno scuola di calcio. E Dio perdona, l’allenatore no.

Da “Insieme“, mensile Rcs. (tutti i testi di Lia Celi sono su Bendix)




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20 Commenti

  1. Una cosa sono i bisogni dell’anima, la fede, la ricerca di risposte che non si esauriscano nelle domande, un’altra è la religione cattolica, il catechismo, la necessità di creare una comunità religiosa nella quale le regole e la disciplina sono quelle umanamente riconosciute.
    Il catechismo dei bambini serve solo a creargli un contesto familiare nel quale poi, da adulti, potranno trovare le risposte che la Chiesa ha preparato per loro.
    Per questo forse ho fatto le tue stesse scelte già sapendo che la mancanza di una continuità tra ciò che ascolta a catechismo e ciò che ascolta a casa, finirà per allontanare mia figlia dalla Chiesa.
    Io comunque, per chiarezza, le ho detto che se diventa ciellina o velina la disconosco.

  2. anche io ho fatto le vostre stesse scelte , ma con la certezza quasi matematica che l’abbandono della Chiesa da parte di mia figlia avverrà dopo i 6 anni di Catechismo fra Comunione e Cresima .
    Nonostante questo però penso che tutto quello che ha ascoltato in questi anni e che ascolterà nei prossimi , le fornirà uno strumento per un abbandono razionale e non per un rifiuto a priori .

  3. Lavaggio del cervello, puro e semplice. Insegnale piuttosto la bellezza della natura che non ha bisogno del pensiero magico per apparire in tutta la sua maestosità.

  4. io ebbi (soffrii) la continuità fra ciò che ascoltavo a catechismo e ciò che sentivo a casa. Per me fu una ricetta infallibile per avvertire puzza di chiuso e di plagio, e rifiutarmi di bazzicare per sempre la chiesa, fosse anche con i piedi in avanti.
    Nei maschi (non escludo le femmine, ma non mi esprimo) una bella botta a gesùgiuseppemaria arriva dalla sessuofobia clericale. Se quando prendi le mosse della tua vita futura, ti dicono subito che non va bene tacchinare le tipe, capisci che quel club non fa per te, o viceversa.

  5. Esatto Noss, è un vero lavaggio del cervello…
    Del resto come diceva J. De Maistre “dateceli dai cinque ai dieci anni e saranno nostri per sempre”

    Ciò spiega l’attenzione quasi maniacale nei confronti degli infanti, ovviamente dovuta alle maggiori possibilità di manipolazione rispetto agli adulti.

    Anche se in seguito molti si allontaneranno dalla chiesa perché alla fine siamo pur sempre esseri raziocinanti, chi più e chi meno, si sentiranno sempre cattolici.
    E così verseranno l’8 per mille, faranno offerte alle messe a Pasqua e Natale, ecc. ecc. E proprio come voi, battezzeranno i propri figli e li manderanno al catechismo, alimentando il circolo virtuoso (per la sopravvivenza dell chiesa) vizioso (per la libertà umana)

  6. Otto anni per indottrinarli, una vita per liberarsi (parzialmente) dei sensi di colpa che vengono inculcati.
    Lasciate perdere, ci sono “club”, come dice Piti, altrettanto educativi e senz’altro meno dannosi per la psiche.

  7. Cinema Sperimentale???: Cinema 2.0: Nokia chiede al pubblico di non fare (solo) il pubblico
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    A partire da lunedì 28 maggio 2007 sarà on line su http://www.playthelab.it NseriesLovesCinema, il primo progetto nato dalla convergenza tra diversi media e strumenti di comunicazione che vedrà gli spettatori partecipare attivamente allo sviluppo e realizzazione della storia come autori o come attori.
    Collegandosi al laboratorio creativo http://www.playthelab.it si potrà accedere alla prima traccia da seguire per
    partecipare come autori o come attori all’episodio iniziale di “Tigri di carta”, l’unico serial movie interamente realizzato dali utenti.
    Un serial-movie, in 14 episodi della durata di 3 minuti ciascuno, che fonde il cinema con il fumetto.
    Due grandi attori italiani come Alessandro Haber e Rocco Papaleo saranno i protagonisti di questo serial che nasce sotto il segno del noir e porterà il pubblico in un mondo tanto surreale da essere reale. Sarà solo grazie ai contributi che gli spettatori vorranno fornire sia in qualità di autori che di attori che la storia prenderà vita nella sua forma più completa e finale. Il serial sarà coprodotto con On my Own di Roberto Cicutto e Luigi Musini, già fondatori della Mikado ed in collaborazione con Medusa Multicinema.
    Il risultato finale sarà una contaminazione di stili e tecniche: in fase di lavorazione del serial, alcune
    ambientazioni fotografate con il multimedia computer Nokia N95 o filmate con il Nokia N93i, saranno trattate in post produzione e integrate con il girato realizzato con la tecnica Chroma key che, inserendo gli attori in un ambiente costituito unicamente da un fondale verde, permette di ottenere effetti speciali di grande suggestione che imprimeranno al serial-movie un tono da Graphic Novel.
    Il fumetto diventa così uno degli elementi fondamentali nella realizzazione di questa sperimentazione e per questo Nokia Nseries non poteva che coinvolgere due grandi protagonisti di questo mondo. A “guidare” tutti i partecipanti sul sito http://www.playthelab.it , che da anni si è avvalso della partecipazione di alcuni grandi protagonisti del cinema internazionale tra i quali Terry Gilliam, Wim Wenders, Ferzan Ozpetek, Valeria Golino , ci saranno infatti Lorenzo Bartoli, autore del famosissimo fumetto cult John Doe, e Daniel Zezelj, visionario e poetico illustratore nonché autore di famosissime “graphic novels” per il New York Times Book Review, la DC Comics e non solo.
    A partire dal 28 di maggio su http://www.playthelab.it i due fumettisti, ogni 15 giorni, forniranno agli aspirtanti attori o sceneggiatori una nuova traccia per la realizzazione di ogni singolo episodio. Le tracce saranno sintetizzate anche in un’illustrazione che aiuterà a sviluppare la trama o a scegliere il personaggio per cui candidarsi. Per ciascun episodio, ogni 15 giorni durante i quali sarà favorito lo scambio e l’interazione tra i partecipanti al progetto, la Giuria artistica composta da Haber, Papaleo, Bartoli, Zezelj ed il regista del serial Dario Cioni selezionerà un autore e due attori che saranno invitati sul set a fine settembre per partecipare alla realizzazione del serial movie.
    NseriesLovesCinema è la nuova sfida per coinvolgere attivamente il grande pubblico nel quotidiano processo di convergenza, commistione e contaminazione tra le diverse forme di comunicazione che sta delineando i nuovi modelli di creatività, a dimostrazione delle grandi potenzialità espressive dei multimedia computer Nseries. Lo spettatore può partecipare a tutte le fasi della lavorazione, dalla stesura della trama al casting, fino alla presenza virtuale o reale per i più fortunati sul set.
    Gli aspiranti “protagonisti” potranno candidarsi sul sito http://www.playthelab.it o presentandosi presso lo stand Nokia Nseries che accompagnerà tutte le tappe del Cinetour oltre che alcuni dei più importanti Festival di Cinema italiani.

  8. Ah sì Joe Tempesta? e quali sono, parlamene, raccontami di questi club dove non c’è un minimo di spirito di gruppo, di elite, di “noi”, di autoreferenzialità, tutte che cose che evidentemente per qualcuno vengono associate immediatamente a “setta” e per qualcun altro immediatamente a Chiesa Cattolica e basta. Parlami di questi mitici circoli dove ognuno può esprimere le proprie idee senza “subire” pressioni da parte della maggioranza (del gruppo si intende) e soprattutto qualcuno mi risponda: ma se dopo 8 anni di inevitabile indottrinamento psicologico da parte della Chiesa (inteso in senso generico, giacchè è inutile in questa sede fare dei distinguo) e dei suoi derivati, sono così tanti quelli che rinunciano ad essa, per sempre a quanto pare, DOVE DIAVOLO E’ QUESTA PRESSANTE E PRESENTE COERCIZIONE PSICOLOGICA? Dove è? nell’8 per 1000? ma nessuno ti obbliga a versarlo alla chiesa.
    O forse mi sbaglio, forse …. forse …. solo perchè frequento messa, cerco di vivere certi insegnamenti, desidero una educazione per i miei figli di un tipo piuttosto che un altro …desidero fare in modo che parte dei miei sudati guadagni vadano a qualcuno che apprezzo….. forse sono stato PLAGIATO!!!!!! AIUTATEMI!!!!

    Alfio

  9. No, Alfio, non sei plagiato, fai solo finta di non capire. E questo prova che sei stato plagiato.

  10. Diciamo che al momento la Chiesa Cattolica è uno dei pochi “club” con alla testa un uomo solo, dichiaratamente vergine, che ti dice come devi comportarti nella tua vita sessuale e matrimoniale. Un uomo solo i cui dettami non sono discutibili o sindacabili, essendo il suddetto uomo solo “vicario in Terra” di un altro uomo (dicono) solo, morto in croce un paio di millenni fa.

    Credo ci siano club con leadership più ragionevoli.

  11. A 16 anni molleranno la Chiesa? Fu proprio a quell’età, o poco dopo, che cominciai a capire che tutto l’indottrinamento che avevo ricevuto, quello che cercavano di inculcarmi i miei genitori, le cose scritte sui giornali e riviste che leggevo per far parte del gruppo, quello che mi raccontavano a scuola non era sufficiente per spiegare la realtà.
    E quindi tornai nella Chiesa Cattolica, abbandonando tutti quei falsi e spocchiosi maestri che, nonostante tutta la loro cultura (o forse proprio a causa di questo) non mi sapevano spiegare il senso della vita.

  12. Meno male che c’è Piti che ne sa una più degli altri. E giudica ancehe più degli altri.

    In ogni caso anche tu hai ricevuto un’educazione e quindi secondo il uo ragionam,ento sei stato plagiato.
    Ricordatene
    Alfio

  13. Alfio, credo che la quantità dei miei giudizi sia circa pari alla tua.
    Quanto al plagio da me subito, beh, ti dirò che in effetti di certe scorie si fa una gran fatica a liberarsi e tuttora noto -e me ne dolgo- che l’educazione cattolica riemerge: infatti, checchè Gesù dica di non giudicare per non essere giudicati, come tu stesso ammetti per me, io giudico e mi dico che non va bene.

    Però, io tutto questo lo sento e lo capisco.
    Tu non dai questa impressione. Uno che nega ilpotere di condizionameto delle coscienze nei bambini è uno che l’ha subito tanto forte che troppo gli duole ammetterlo.

  14. Scusa Piti ma nei miei due commenti che hai letto dove esattamente avrei giudicato?
    Piti tu non solo giudichi molto più di me, almeno secondo l’unica cosa che possiamo confrontare cioè i commenti, ma credi già di aver capito tutto e questo fa di te un individuo con una gran dose di presunzione. Io infatti mi permettevo di rispondere a cose dette come credo ancora si possa fare. Come hai giustamente ripreso dal mio commento io ho solo fatto notare che qualunque gruppo e qualunque genitore e qualunque persona crea inevitabilmente degli effetti (giacchè condizionamento forse è un termine abusato oggi, un po’ come razzismo) sulla psiche di qualcuno. io non ho negato di aver subito degli effetti dall’educazione ricevuta, e per fortuna!, ti ho solo gentilmente ricordato che chiunque ne riceve, anche chi ha avuto genitori che credevano di non avergliene inculcata. forse più che preoccuparsi delle etichette da dare all’educazione sarebbe meglio interrogarsi sulla qualità di questa. In effetti io ribadivo semplicemente che trovo un po’ di parte dire che solo l’educazione cattolica sia coercizione quando in realtà qualunque tipo di educazione è coercizione un qualche misura. e trovo molto di parte e anche un po’ in malafede fare finta che ciò non sia vero.
    Alfio

  15. Alfio, intanto basti citare il tuo sarcasmo circa il mio saperne una più degli altri (sottinteso: ti giudico NON saperne una più degli altri).

    Quanto al merito (e sorvolo i toni, che in fatto di presunzione non temono i miei, lasciati servire), non sono d’accordo sul fatto che ogni educazione sia uguale in termini di coercizione. Forse fatichi a realizzarlo. E siccome l’educazione religisa che io ho ricevuto, e purtroppo! è non meno densa di quella che è toccata a te, so di cosa parlo, conosco i confronti con l’educazione che vedevo ricevere ai miei coetanei, consoco la fatica di non dico riprogrammarsi ma anche solo di tentare di farlo.

    L’educazione religiosa è ben più pervasiva, ponendosi fuori sopra e oltre ogni altro valore, di una educazione generica. Non rompere le palle al figlio, ragazzo, perchè tromba le sue brave fanciulline è un po’ meno pervasivo che rompergliele, non trovi. Lascire libero un bambino di andare in chiesa o a dottrina è un po’ più pervasivo che proporgli la cosa come inevitabile.

    Del resto, non si spiegherebbe l’ossessione millenaria e giunta fino a noi, di prenderli piccoli, da parte della Chiesa. La quale nega nei fatti quanto tu sostieni conle parole: prendere uno da piccolo e picchiare metaforicamente duro sul fronte dell’educazione relogiosa lascia tracce indelebili.

    Io, se una fortuna ho avuto, è stata quella di trovarmi in un ambiente a tenuta stagna, ma suo malgrado: mio nonno era un bestemmiatore di genio e di cuore, i miei coetanei erano figli di più o meno allegri qualunquisti, e la mia adolescenza -datata anni ’70- si svolse in un’epoca meno bacchettona, dogmatica e di arroganza clericale di quella odierna.

    No, più ci penso e più hai torto.

  16. Lascire libero un bambino di andare in chiesa o a dottrina è un po’ più pervasivo che proporgli la cosa come inevitabile.
    errata corrige: volevo dire “è un po’ MENO pervasivo…”

    altra errata corrige
    “trovarmi in un ambiente NON a tenuta stagna”

  17. Forse i tuoi erano più dogmatici e di vedute strette dei miei: a me veramente nessuno mi ha mai rotto le palle perchè trombavo le fanciulline…e ora … orrore!
    allora non sono coerente perchè non sono rimasto vergine al matrimonio?
    lasciamo stare tanto prima o poi arriveremo a questo se proseguiamo la conversazione.
    In ogni caso vorrei tranquillizzarti: grazie a dio, quello che il tuo simpatico nonno bestemmiava, e personalmente non ci vedo molto genio in questo, andare a catechismo è come andare a scuola: impari delle cose, ma se poi non le pratichi te le dimentichi. Io se ho un rammarico è forse quello di aver privilegiato l’aspetto “rituale” su quello “meditativo”, che sto riscoprendo da pochi anni a ormai 30 anni suonati.
    io non credo che tu possa giudicare che HO TORTO. CAPITO??? sei arrogante, e tormentato, molto più di me. mettiti il cuore in pace. se fossimo amici sono sicuro che riusciremmo a discuterne meglio, così come faccio con le persone che la pensano diversamente da me e che non per questo mi danno “torto” su una questione, ribadisco del tutto personale. in bocca al lupo. (senza sarcasmo te lo assicuro).

    Alfio

  18. SOsTITUISCE IL PRECEDENTE

    Forse i tuoi erano più dogmatici e di vedute strette dei miei: a me veramente nessuno mi ha mai rotto le palle perchè trombavo le fanciulline…e ora … orrore!
    allora non sono coerente perchè non sono rimasto vergine al matrimonio?
    lasciamo stare tanto prima o poi arriveremo a questo se proseguiamo la conversazione.
    In ogni caso vorrei tranquillizzarti: grazie a dio, quello che il tuo simpatico nonno bestemmiava, e personalmente non ci vedo molto genio in questo, andare a catechismo è come andare a scuola: impari delle cose, ma se poi non le pratichi te le dimentichi. Io se ho un rammarico è forse quello di aver privilegiato l’aspetto “rituale” su quello “meditativo”, che sto riscoprendo da pochi anni a ormai 30 anni suonati.
    io non credo che tu possa giudicare che HO TORTO. CAPITO??? sei arrogante, e tormentato, molto più di me. mettiti il cuore in pace. se fossimo amici sono sicuro che riusciremmo a discuterne meglio, così come faccio con le persone che la pensano diversamente da me e che non per questo mi danno “torto” su una questione, ribadisco del tutto personale.
    Ah un’ultima cosa: è probabile che l’educazione religiosa sia venuta prima di molti “valori” che a quanto pare tu ritieni sorti dal nulla.

    Ho percepito del dolore nelle tue parole e di questo me ne dispiaccio. (senza sarcasmo te lo assicuro).
    In bocca al lupo per tutto.

    Se ti va di approfondire la mia mail è theflying@yahoo.it

    Alfio

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