Dobbiamo parlare

Forse ci siamo capiti male.


Lo so, uso parole che non conosco e a volte mi contraddico. Quando la settimana scorsa mi hai chiesto cosa voglio da te, credo di aver detto dei figli. Anzi, per la precisione ti ho implorato di lasciare la tua fidanzata e di sposarmi il prima possibile in quella chiesetta che quando finalmente l’hai vista ti è piaciuta tanto.

Abbiamo deciso per settembre.

Ti comunico che è già settembre da tre giorni e la tua fidanzata stamattina ha chiamato per sapere se il vostro opossum si è ripreso dall’indigestione di crocchette rinforzate alle vitamine. Ho risposto io perché credevo che fossi tu, invece era lei, così ho dovuto fingermi la signora delle pulizie. Ha chiesto dell’opossum e di te e per un attimo avrei voluto dirle di noi.

Invece ho fatto come fai tu.

Le ho riservato solo una parte della verità, perché ci credesse meglio. Le ho annunciato che Despota è morto annegato nel suo stesso vomito. In realtà ha vomitato e basta, adesso è sul termosifone che dorme. O è morto, vediamo? No, dorme.

Comunque, il punto è che volevo farle sapere di noi.

Ma non volevo che lo sapesse da me, quindi ho continuato a fingermi la signora delle pulizie. Mi ha chiesto dov’eri e con l’inflessione peruviana della protagonista di quel telefilm, come si chiama mi scappa il nome, le ho risposto che eri a letto con me. Cioè, testualmente: segnore y segnora estan escopandos en el cuarto o qualcosa del genere. Lei si è messa a urlare e poi ha riattaccato.

Ma veniamo al dunque.

La tua fidanzata ha problemi di comprensione minima, renditene conto. Come fa a non accorgersi che tu ami me e non lei. Voglio dire, non ci vuole molto: l’hai lasciata, giusto? E allora perché continua a chiamare? Cosa vuole, ancora, da te. Anzi, da noi.

Anzi, scusa: da te.

Hai fatto bene, come dici tu, a risparmiarle i dettagli trascurabili. Perché farla soffrire inutilmente raccontandole di questi sette lunghi anni trascorsi nell’inganno? In fondo, però, potevi anche dirglielo, poverina. L’ho capito, sai, che non gliel’hai detto.

Le capisco le cose, io.

A me, tesoro, certe cose non serve che me le dici: io le so già di mio. Chiamala intuizione femminile, se vuoi. Una specie di percezione extrasensoriale improvvisa, hai presente la fitta alla milza? O il dolore intercostale? Stessa cosa: tu cerchi di tenermi nascosto qualcosa e la rivelazione mi folgora all’istante ovunque io sia, anche a chilometri di distanza.

Ecco, idiota. Non è così.

Quando pensavi di dirmelo che vi sposate alle quattro di oggi pomeriggio? Beh, ormai me l’ha detto lei. Ha detto anche di ricordarti il passaporto, prima di sapere dell’opossum e di noi. Ti odio. Veramente, ti detesto. A volte mi chiedo perché sono così stupida da credere a tutte le stronzate che mi dici. Una per tutte, quella dei figli. Quando per un attimo, la settimana scorsa, ho creduto di volere dei figli da te, tu hai detto che ti bastano quelli che hai già.

Naturalmente scherzavi. Scherzavi, vero?

Tu hai dei figli tuoi e me lo dici così, dopo cinque anni, come se niente fosse. Saranno già grandi, immagino, oppure vivono con la loro madre biologica su un altro pianeta? Si sono opposti con tutte le loro forze al tuo secondo matrimonio, almeno? Se è veramente il secondo.

Guarda, non voglio neanche saperlo.

Lasciami nella mia beata ignoranza, come diceva quell’attrice in quel film, quello con Walter Matthau dove la figlia si chiude in bagno perché non vuole sposarsi. Come cazzo si chiama quel maledetto film?

Non dirmelo, fa lo stesso. Tanto non ti crederei.

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28 Commenti

  1. uhm, dovrei prima cercare in google che significa refuso e non ho voglia neanche di fare quello.

  2. bhe, che avete??
    come storia per una fiction ci sta!! Io metterei vittoria mezzogiorno nella parte dell’amante, lui lo farei interpretare da lo cascio, la fidanzata ingenua e frustrante in procinto di sposarsi con i suoi ideali la farei interpretare da violante placido….
    perchè una storia del genere è da borghesi “medi”!!
    perchè invece di “lui” non ci mettiamo una lei??
    duetto saffico!

  3. ma quello non è un refuso vero e proprio! in breve tempo gli anni sarebbero diventati tre e andando avanti nel tempo, ci scommetto, avrebbe perfino cancellato tutto il resto. Lui chi? mai conosciuto!

  4. mi dispiace, ma ho vinto io! :)
    E nella mia risposta c’è un refuso, messo apposta per la tua gaiezza.

  5. nn so se mi fa piu’ rabbia che ci siano uomini cosi’ o che ci siano donne cosi’…

  6. hem…

    refùso: refùso

    s. m., errore tipografico, spec. quello dovuto allo scambio o all’omissione di lettere o di segni nella composizione (p.e. “fetrile”, “tornèro”, “suola”, in luogo di “fertile”, “tornerò”, “scuola”).

    http://www.sapere.it

  7. quando le donne dicono “dobbiamo parlare”, in genere aprono la bocca e tappano le orecchie.
    mai una volta che dicano: devo ascoltare.

    è proprio così, è congenito. sono creature adorabili, ma assolutamente incapaci di ascoltare.

    usare il plurale vuol dire io parlo tu ascolti, poi tu parli io ascolto. ma poi è sempre un io parlo tu ascolti, tu parli io ti interrrompo e poi io parlo e tu ascolti e poi tu parli e io ti interrompo, in un loop infinito…

  8. fose gara gigì era meglio se lo usavi pure te google.. ho perso mezzora (sul lavoro) a cercare un errore di battitura che non esisteva.

  9. ogni tanto la realtà supera la fantasia.Riporto un commento strappato tempo fa al commentario del blog di Enrico Brizzi:

    “Mi viene in mente la mazzata surreale che precipitò sulla mia testa quando un’ ex-fidanzata, dopo diversi mesi di litigate culminate nella scoperta di un tradimento a mio danno, disse:” Non venirmi a raccontare che eri felice con me…”( 23:54, 25 ottobre, 2006)

  10. http://www.dagospia.it
    REVISIONISMI – VIOLANTE VOLA E SVOLTA SUL GIUSTIZIALISMO DI IERI: “SBAGLIAMMO, CRAXI CAPRO ESPIATORIO SULL’ALTARE DEL CODICE PENALE” – SAGGIO DEL DEPUTATO DS: IL PD NASCERÀ SANO SE AMMETTIAMO DI AVER CRIMINALIZZATO I SOCIALISTI…
    Quanto spazio posso avere su questo blog, da non blogger, nè giornalista professionista, nè politologa, per rispondere virtualmente e personalmente a questo articolo uscito oggi su Repubblica, e ripotato da Dago?
    Spero che ne abbia facoltà, la eserciti.

  11. Una volta lessi una lettera inviata al mio ex da una sua amante. Gli scriveva che era un bastardo a non dirmi di loro due, a far sì che continuassi a vivere nella menzogna. Aggiungeva che le facevo pena e che mai si sarebbe voluta trovare nella mia posizione.
    La poverina non immaginava che potessi sapere già tutto, che mentre lei vedeva lui io avevo avuto già un paio di amanti che, infine, a lasciare il mio fidanzato ero stata io. L’idiozia non sta in chi viene preso in giro senza saperlo, ma in chi presume di non poter essere mai ingannato e, più di tutti, in chi mente.

  12. assurdità:
    credere e credere e credere e crederci perchè si ama e perchè ci si sente dalla parte intoccabile dell’amore, della coppia inafferrabile, scudata, protetta e ammirabile, nel palcoscenico del “nostro grande amore bello” e cadere dal palco in cui si sta facendo un commuovente soliloquo, perchè qualcuno, (il co-protagonista) ti dice: amore, tutto quello che ti ho detto negli ultimi anni non è vero, ti ho sempre mentito ed eccola, l’epifania, la rivelazione e non è un racconto, è solo tanta merda da spalare nel parterre.

  13. Be’, hai raccontanto praticamente la storia di una mia conoscente: lei era naturalmente l’ altra, entrata di tacco in una storia di 4 anni, altri 7 anni in trio. Ogni mese lui stava per lasciare la fidanzata, ormai non c’ era più niente, non l’ amava, gli faceva schifo anche farci sesso, manco le parlava, ma e le famiglie, e mia mamma cosa direbbe, e così via.
    Ha saputo che il fedifrago si sarebbe sposato la settimana dopo da una sua cliente (lei è parrucchiera), zia della sposa.
    L’ ha ricercata dopo sposato, solita storia, mi fa schifo ecc. ecc., e dopo qualche mese la moglie era incinta.
    Pare che non si sentano più.
    Pare però, io non mi fido molto.

  14. Caro F. Volevo dirti quello che non ti ho mai detto. Non perchè non potessi ma perchè ogni volta che ti ho davanti ho quasi paura di rovinare l’atmosfera che a volte ci avvolge.
    Da quando ti conosco quello che mi ha colpito, devastato, distrutto è il fatto che sei il mio specchio. Non avrei mai pensato di trovare una persona UGUALE a me… Ho sempre pensato che tutto ciò che si diceva al riguardo fossero delle immense cazzate. Invece è vero. Esiste la nostra metà! E ho paura, come te del resto di manifestare il mio amore per te. Vorrei avvolgerti con la dolcezza che tu desideri, con le attenzioni che tu cerchi… ma entrambi sappiamo che non è possibile. troppo perfetti e incasinati per stare insieme. Ti desidero ogni giorno, ma tu più di me riesci a soffocare questa sensazione. Sappiamo benissimo che se stessimo assieme sarebbe sempre bel tempo, sarebbe sempre come viggiare in bonaccia…. Ti amo tesoro mio. Ma te lo posso dire solo con le carezze rubate mentre mi saluti appena entri a lavoro.

  15. Che palle che siete, tutti lì, a piccolo-borgheseggiare insieme appassionatamente. C’avrete pure 40anni (forse no, molti di voi non ancora) però pensate che tutto il mondo giri intorno alla fedeltà all’O-NES-TA’, parole con cui vi riempite le bocche ben pasciute… ma vaffanculo! La vita è altrove! La vita è passione che ti fa perdere la testa, è voglia di trombare in cucina con l’amante mentre la moglie è di là che discetta con i parenti, è sentire il cuore battere furiosamente mentrele scansi le mutandine e la sbatti contro il muro, in piedi, ansimando come animali sudati, chissene strasbatte il cazzo della coerenza, della correttezza, della ragione, portatevele nei vostri tumuli imbiancati!

  16. Non dire al vento che parto, che poi viene e mi scombina i pensieri ma va a dirgli che scappo.
    Digli che sto ferma su quel letto fa mentre piove e lui fuma e mente.
    Dì al vento di non tornare a dirmi cosa fa, se si pente o ha smesso, se ha chiuso i vetri del suo cuore o se non li ha mai aperti.
    Digli che lo sto osservando, mentre si aggiusta i capelli e prende la giacca per un altro addio.
    Digli che non mi fa piu male e che finalmente, di amarlo, ho smesso.

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