Help me get my feet back on the ground

Chiede aiuto. Non è poi così infamante. Pensateci e chiedete aiuto. Stamane Platinette diceva che lei non conoscerà il calcio ma conosce i falli e non si spiegava come è che di calcio debbano sempre e solo parlare quelli che “loro lo conoscono”.


Chiedete aiuto a chi non ne sa niente. Può essere utile, credo. Perché, è vero, in molti non hanno idea di ogni problematica (sociale, politica, economica) che sta dietro al sub-stato Calcio, ma potrebbe anche essere un bene. Potrebbe aiutare a ragionare in modo un po’ differente. Vedete, di recente ho fatto un trasloco; nella casa vecchia a fare con me gli scatoloni ho sempre portato qualcuno, un amico, uno che mi dicesse: “no, questo lo butti via e basta, me ne fotto dei mille motivi che te lo farebbero ricoprire, inscatolare e trattenere per altri cento anni; è un cazzo di coccio rotto-prendipolvere e tu lo butti”. Ecco.

Ora, io mi approccio alla questione come di consueto con il solito odio di chi, alle volte, nemmeno ha voglia di sentire le ragioni però è anche vero che certe cose sono davvero inspiegabili. O meglio, inspiegabile sarebbe come s’è fatto a sopportare, ritenere normali – diaciamo, determinate cose. Tipo: il tifo organizzato prende le mazze e spacca una macchina o ammazzano un poliziotto. Dice, sai è nell’economia del sistema Calcio. Ah si? Beh allora nell’economia di una conversazione ci sono i rutti. E in quella di un reality show ci sono le bestemmie (di fatti). Se per qualcuno tutto questo è normale perché lui sì che di calcio ne sa, beh allora ci sarebbe bisogno di chi non ne sa nulla. Uno che se gli danno la parola mezzo secondo vede di scolpire a caratteri cubitali che “no, non è normale che nell’economia di uno sport la gente muoia per una pietrata che ti spappola il fegato, salvo il fatto che lo sport in questione non sia tirare pietre all’addome di un poliziotto.” E uno, procediamo. I treni speciali. I treni speciali? Ma li pagano? O Trenitalia li mette a disposizione e se sì, perché? Non è normale nemmeno questo. Poi. Razzi e petardi e motorini in curva. Semplicemente no. Ma non serve fare una piccola congrega di premi Nobel per capirlo, mi sbaglio? Lo stadio è un posto all’interno del quale si radunano una marea di persone l’una accanto all’altra? Vi pare normale accendere dei petardi? Lo fareste in casa vostra? Ditemi di sì, ditemi che il vostro buon senso vi farebbe accendere un fumogeno nel bagno di casa vostra mentre vi lavate i denti.

Tutto questo, fra le altre cose, so che aggiunge un certo grado di mascolinità al gioco del pallone e che in molti senza poter dare del “figlio di troia” a qualcuno si sentirebbero decisamente evirati, colpiti nel profondo, privati del pelo necessario per potersi vantare di questo o quell’altro. Ma non è più ammissibile. E se uno come Matarrese non percepisce lo squallore che trasuda dalle parole che ha detto, se è vero che il calcio non si può fermare, se me lo dimostra – Matarrese – che il calcio non si può fermare, allora, anzicché arrendermi ed a braccia alzate arretrare accettando la sconfitta, ancora di più avrei ragione io e ci sarebbe davvero bisogno di qualcuno che non sa nulla del giocodelpallone. Uno che ti guardi, abbozzi un sorriso, aggrotti la fronte e con fare strafottente ti dia del paranoico, ti consigli un ottimo Prozac in dose consona alla patologia e poi ti aiuti ad imparare a memoria una semplice frase: il calcio si deve poter fermare, l’acqua potabile no, il calcio si. Coglione.

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9 Commenti

  1. Sono d’accordo completamente ma ciò che mi chiedo un coglione come matarrese cosa ne sa di calcio? di calcio vero intendo

  2. non so nulla di calcio, non mi è mai piaciuto, ne interessato, da sempre. Di fronte alla mia ignoranza e alle mie lamentele per i passati eccessi mi hanno sempre risposto che non capivo, che è un bellissimo gioco/sport, che c’è tutta una “poesia” .. Il mio dubbio che in realtà fosse solo una squallida storia di soldi, che non ha niente a che fare con lo sport, è stato purtroppo confermato.

  3. il calcio è un bellissimo sport.
    il calcio può essere vera poesia.
    matarrese è un coglione, così come quelli che egli rappresenta.
    i dirigenti delle società di calcio sono stati la rovina di questo sport.
    riprendere a giocare alle condizioni poste dal governo mi pare un enorme passo avanti rispetto all’inerzia dimostrata sino ad oggi, visto che ci saranno quattro stadi in regola in italia.

  4. se matarrese non fosse il buzzurro semianalfabeta e afasico che è, se usasse la lingia italiana non dico con la padronanza doverosa per chi appartiene alla classe dirigente di un Paese occidentale, ma anche solo come un medio studente di seconda superiore

    avrebbe causato meno scompiglio con le sue affermazioni

    secondo me, più dei concetti, è trucido il modo in cui le dice, ma, poveraccio, non è colpa sua, è che parlava in una lingua straniera che conosce a malapena

    e che ci si ritrovi un cavernicolo del genere in cima alla terza industria nazionale, parole sue, è il sintomo di cosa sia l’Italia

  5. Completamente d’accordo, s.f., uno sguardo esterno e un consiglio in effetti possono sempre servire: smettila di scrivere idiozie e banalità sui blog.

  6. Per la maggior parte dell’intervento, concordo e annuisco. Ma in qualità di infoiato del pallone, mi permetto di completare quanto hai scritto con un’osservazione: il calcio si è prestato, per la sua popolarità e per caratteristiche antropologiche, ad accogliere certi comportamenti ma non li ha inventati, così come il cosiddetto bullismo ha trovato nella scuola un buon terreno ma non credo che fosse nel programma didattico. Il calcio muove le masse, e si sa, le masse non capiscono un masso. Nessuno accenderebbe un fumogeno nel bagno di casa SUA mentre lava i denti, ma ho visto fare cose simili nei bagni del liceo o nei bagni della caserma, essendo stato uno degli ultimi eroi a fare il militare. Peraltro, a capodanno il calcio è fermo eppure vedi padri e madri di famiglia tirare petardi ad altezza d’uomo. Inoltre, i comportamenti primitivi e furibondi che circondano il calcio non sono un’esclusiva italiana, ma li ritrovi in tutto il pianeta, dalla Francia al Messico, dalla Grecia al Camerun. Quanto a Matarrese, non è che una conferma che un fenomeno di massa attrae una percentuale di imbecilli opportunisti che non fa che rispecchiare fedelmente la percentuale di imbecilli opportunisti espressa dal Paese reale. Sicché, non limitiamoci agli imbecilli del calcio: invochiamo una consulenza obiettiva e neutrale anche per aiutarci con gli imbecilli al potere.

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