Ho fatto girare, grazie.

Il ministro Giovanna Melandri ha risposto alla lettera della 23enne fiorentina che avevo fatto pubblicare (la lettera) sull’orrido Giornale e su questo blog molto civile.
La riporto.
Probabilmente se il Ministro avesse letto la qualità, costruttività e raffinatezza dei commenti messi da alcuni di voi su Macchianera avrebbe risposto direttamente qui. Andateveli un po’ a rileggere. Vi anticipo che la Melandri, diversamente da alcuni di voi, non ha scritto che ho strumentalizzato una malata, non ha parlato di me e non ha detto che la fiorentina me la volevo solo fare. Siccome sono un libertario ma anche un cretino, lascio i commenti aperti anche ‘stavolta.


Cari amici,

ho letto con attenzione la lettera della giovane 23enne fiorentina che avete pubblicato domenica scorsa. La vostra lettrice racconta di essere stata anoressica e bulimica e ribadisce, giustamente, che i disturbi del comportamento alimentare sono malattie psichiatriche, dinanzi alle quali una legge rischia di essere inutile e inefficace.

Provo a rispondere a questa affermazione con tre semplici precisazioni.

1) Sottoscrivo pienamente l’osservazione della vostra lettrice: i disturbi alimentari sono malattie psichiatriche complesse e multifattoriali, una vera e propria epidemia che solo nel nostro Paese coinvolge quasi tre milioni di persone, soprattutto giovani donne. Non ci sono scorciatoie, insomma, e proprio per questo, la nostra azione è solo un piccolo tassello di un intervento più complessivo.

C’è una grande sfida educativa che coinvolge la scuola e le famiglie. E c’è l’impegno del ministro della Salute Livia Turco, che si sta già attivando per elaborare risposte a questa emergenza. Certamente, una delle priorità è quella di rafforzare il circuito dei centri di cura pubblici e convenzionati, in particolare delle strutture residenziali come quelle di Todi e Chiaromonte – solo per citare due pratiche di «buona sanità» sparse sul nostro territorio.

2) Il Governo non è intervenuto con nessuna «legge contro l’anoressia». Il provvedimento a cui la ragazza fa riferimento è il Manifesto di autoregolamentazione della moda italiana contro l’anoressia, che il nuovo Ministero per le Politiche giovanili ha firmato lo scorso 22 dicembre insieme a Camera Nazionale della Moda italiana e Alta Roma. Si tratta di una sorta di «carta dei principi» di cui, su sollecitazione del Ministero, il mondo della Moda italiana ha voluto dotarsi, impegnandosi in un’importante operazione di responsabilità sociale di impresa. E sono d’accordo con la vostra giovane lettrice: noi abbiamo fatto solo una piccola cosa. Ma attenti a negarne l’utilità.
Molte diete fai-da-te iniziano con l’ossessione di entrare in un vestito o di assomigliare ai modelli proposti dalle passerelle o dalle copertine dei giornali. Tutti gli esperti riconoscono l’esistenza di fattori socio-culturali fortissimi legati all’insorgenza di queste patologie. Se è vero, quindi, che queste malattie nascono da storie personali difficili e da sofferenze profonde, è vero anche che i modelli sbagliati possono essere, in molti casi, la scintilla che fa cadere le ragazze nella botola dell’autolesionismo e dell’autodistruttività.

3) In nessun punto il Manifesto proibisce alle taglie 38 e alle modelle con Indice di Massa Corporea inferiore a 18 di sfilare. A differenza di quello che scrive la giovane ragazza toscana, infatti, abbiamo scelto una strada diversa da quella spagnola, nella convinzione (maturata insieme agli esperti) che un disturbo alimentare non possa essere diagnosticato con una tabella o con un’operazione fatta alla calcolatrice. Peraltro, non sempre un IMC superiore ai 18 può escludere la presenza di un disturbo alimentare come la bulimia, che consente spesso di rimanere normopeso. Ecco perché la richiesta di un certificato medico in grado di escludere la presenza di un disturbo alimentare conclamato ci è sembrata la strada più seria da percorrere.

Aggiungo solo, per dovere di cronaca, che a fronte della lettera che voi avete pubblicato, al nostro Ministero ne sono arrivate decine, in questi mesi, di ragazze e di famiglie che ci ringraziavano per aver raggiunto, con questa campagna, già un primo, importante risultato: aver squarciato il velo della vergogna e del silenzio di chi vive queste malattie e aver offerto un primissimo segnale di attenzione istituzionale verso un problema che da tempo la politica aveva dimenticato.

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50 Commenti

  1. Complimenti per il suo impegno Facci. E complimenti al ministro per la risposta, ha centrato e chiarito molto bene (a mio sommesso avviso) il problema. Sarebbe bello se i mezzi di informazione dedicassero più spazio al giornalismo di inchiesta che professionisti come lei saprebbero ottimamente svolgere: nel caso dei disturbi alimentari qui trattati, oltre a spiegare cosa si fa o cosa si potrebbe fare per curare la patologia, si dovrebbe spiegare meglio anche quali sono le cause di tale patologia. Rivolgendosi soprattutto ai genitori e ai futuri genitori. Forse, ma posso sbagliare, era questo che la ragazza autrice della lettera voleva comunicarci.

  2. Facci, questo suo stupore per il tenore dei commenti mi stupisce.

    Ma come, la fuori c’è un mondo che letteralmente esubera di persone che, seppur zavorrate da una faccia e un nome, insozzano, sfregiano, disturbano, molestano, se ne fregano, e lei trova strano che qui quelle stesse persone, protette dall’anonimato e senza altri freni se non quelli chiaramente insufficienti del loro senso etico, lascino messaggi teppistici, offensivi e provocatori? Io mi stupisco, devo dire, che questo tipo di commenti non siano molti di più.

    A ciò si aggiunga il fatto che la lettera della ragazza è risultata facilmente riconducibile a un personaggio a quanto pare noto e discusso fra i bloggers: e il mondo dei blog è, anche, un grande, autoreferenzialissimo pollaio. Una ragione in più per trovare un po’ immotivato il suo stupore.

    Venendo alla sostanza della questione, devo dire che questo uno-due è stato, per me, di una certa utilità informativa: infatti apprendo che non si tratta di una legge, ma di un codice di autoregolamentazione che prevede la necessità di un certificato medico per le modelle che attesti la non sofferenza di disturbi dell’alimentazione.

    Ora, che io non lo sapessi è abbastanza normale: mi interesso ai problemi del mondo, ma essendo questi piuttosto numerosi non riesco a seguirli tutti con pari approfondimento – e i disturbi dell’alimentazione rientrano nel novero di quelli cui ho dedicato scarsa attenzione.

    Quello che mi allibisce un po’ è che né la ragazza – che pure, con la sua lettera, sembra dar prova di seguire col massimo interesse una materia che la riguarda così da vicino – né lei, che è giornalista e che evidentemente si occupa anche di queste cose, ne foste informati.

    Superficiali voi o comunicativamente incapace il ministro?

  3. Bisognerebbe chiedersi da quale giornale la giovane 23enne fiorentina abbia appreso queste notizie evidentemente distorte. Perché fra legge e autoregolamentazione c’è molta differenza, come fra IMC e certificato medico. Bisognerebbe informarsi meglio prima di sparare a zero. Anche se infondo, grazie al ministro Melandri, in questo modo un po’ di chiarezza è stata fatta.

  4. I pollitici, e che vi devo dire. Se io seguo un argomento con interesse, non mi faccio un’opinione in base a un titolo o a un articolo, ma cerco di approfondire. Tanto più se son pratico di internet.

    Per dire, apro Google, inserisco le stringhe melandri + legge + anoressia, e il secondo risultato che trovo (il primo è la lettera della giovane fiorentina) è un articolo del Corriere della Sera del 24 novembre 2006 così intitolato: “Anoressia, Melandri: un codice per la moda
    Nel forum di Corriere.it, il ministro ha lanciato la proposta di un codice di autoregolamentazione per modelle, stilisti e comunicatori”.

    Poco sotto, un articolo di Repubblica.it del 10 novembre 2006 che, nel primo paragrafo, contiene il seguente virgolettato del ministro: “Non voglio vietare nulla, le imposizioni non servono – precisa il ministro Melandri – e, non a caso, non ho nessuna intenzione di riprodurre in Italia l’iniziativa della Spagna che trovo eccessivamente statalista. La strada giusta è quella di chiedere la collaborazione degli stilisti e lavorare insieme a una iniziativa comune”.

    Boh.

  5. Su 107 commenti che ha ricevuto il post “Fate Girare” fino ad ora nessuno ha sollevato il minimo dubbio che quanto scritto nella lettera a proposito della cosiddetta legge sulle modelle fosse vero, e cioè che quella della Melandri si trattasse proprio di una legge e che la discriminante fosse l’indice di massa corporea e non un certificato.
    Quindi se dobbiamo dire che qualcuno è stato superficiale, lo siamo stati tutti quanti.

    L’autoregolamentazione, comunque, mi pare una gran fesseria demagogica. Un certificato per dire che non si soffre di disturbi alimentari è del tutto inutile. Non me ne intendo e ben vengano le smentite, ma mi pare molto difficile per un medico riuscire a stabilire in modo certo che una persona sia anoressica o ancora più difficile dire se sia bulimica (lo dice anche il Ministro mi pare).
    D’altra parte chiunque abbia frequentato un impianto sportivo a livello amatoriale sa quanto non sia affatto complicato farsi fare un certificato di sana e robusta costituzione senza nemmeno vedere il medico (“Pronto, Dottore? Mi serve il certificato per la piscina”. “Ok, passi a prenderlo domani”. Click ).
    Quindi, le modelle magre magre rimarranno le stesse, anoressiche o no, solo che avranno il certificato che le classifica ufficialmente sane.
    E poi, la stessa Dandyna nel suo intervento di dicembre su questo blog parlava delle diete spietate che vengono imposte alle ragazzine che fanno danza classica. Per quelle nessun certificato, signora Ministro?
    Per limitare un danno, meglio far poco che nulla, sono d’accordo. Ma certamente è meglio nulla della demagogia.

  6. Egregio Luca Carlucci, io ho un pelo così e non ho motivato alcun “stupore”. Visti i commenti sono solito attirarmi, so meglio di chiunque come funzioni qui come altrove. Io infatti non mi stupisco: io combatto, condanno, talvolta insulto. Lei dice che è inutile? Io penso di no.
    In secondo luogo, posto che per la millesima volta ripeto che su internet non si trova proprio tutto, c’è una bella differenza tra reperire informazione o crearla. Io tendo a crearla. E’ come se uno scrivesse una canzone e gli rispondessero che in giro ce ne sono già.
    Nel caso in specie, le informazioni in possesso o non in possesso della testimone (la fiorentina 23enne) avevano il valore aggiunto del conoscere in prima persona il tema e il dolore di cui parlava.
    In conclusione, e scusate se mi ripeto, qui nell’ordine abbiamo una testimonianza diretta, la risposta di un ministro, molte opinioni vostre e praticamente nessuna mia, o quasi.
    Non mi stupisco (figurarsi) che ci sia chi poi in sostanza ha detto che questa cosa non si doveva praticamente fare, che è stata un’operazione sbagliata, più altre cose inopinatamente da deficienti della coaca internettiana. Tuttavia non mi sono ancora stancatto di meramente rilevarlo. Coi toni e la passione che mi paiono e piacciono.

  7. La Melandri ha dato una risposta chiara ma non completamente soddisfacente.
    Come faccio a perdere 3 kg, entro il 16 febbraio, (senza ovviamente cadere nel vortice dell’anoressia) per rientrare in un abito da sera ormai troppo stretto?

    Il mio è un appello urgente.

    Fatelo girare!

  8. Facci, la ringrazio per la risposta.

    Capisco la sua posizione in merito ai commentatori teppistelli, anche se mi permetto di dubitare che essa sia produttiva. Nel senso, se una delle tante nullità che si aggirano sulla rete scrive la solita ignominia offensiva nascosta dall’anonimato, e lei, che è personaggio noto e in vista, la degna della sua attenzione anche solo per rampognarla, temo che la suddetta nullità si sentirà pavlovianamente rinforzata nel suo comportamento piuttosto che scoraggiata.

    Per quanto riguarda il nodo dell’informazione le sottopongo questo dubbio. La lettera della ragazza, in quanto testimonianza in prima persona del peculiare disagio di un’anoressica/bulimica, era senza dubbio informazione. Per quel che riguarda l’operato del ministro, che era il presupposto che motivava la lettera stessa, essa invece era disinformativa.

    Il dubbio è questo: aver pubblicato la lettera così com’è (senza precisare cioè subito che il ministro non farà una legge, e che la sua azione non riguarderà l’IMC) non comporta il rischio che i lettori del Giornale, o di questo blog, che hanno letto la lettera ma che, per un motivo o l’altro, non leggeranno la replica della Melandri ne escano disinformati?

    E’ un dubbio lecito?

  9. Il rischio di uscire disinformati da un “iter di raccolta di informazioni” è la regola, non è un rischio. E’ impossibile la conoscenza di ogni dato di una questione riguardante più oggetti e soggetti. E’ una regola della comunicazione. E per altro questa regola è quella che dovrebbe farci desistere dal credere alcunchè ci venga raccontato, che la fonte sia nostra nonna o il Resto del Carlino o la CNN.

  10. Seingalt, posso dirti una cosa dal profondo del cuore? Mi fai profondamente schifo.
    Se c’è una cosa “da farsi” è farti chiudere, in una clinica a vita per povericristi.

  11. Medo, mi perdoni, ma dire che l’informazione – così come per altro quasiasi altro atto comunicativo – è sempre passibile di incompletezza, frodi e fallacia è dire il vero ma è anche spaventosamente lapalissiano.

    E sempre sulla scia di Lapalisse, e per scongiurare tentazioni qualunquiste, direi che val la pena menzionare il fatto che l’informazione, così come la comunicazione in generale, se è fatta bene, con onestà e accuratezza, ha buone probabilità di essere efficace e funzionare. Lo dimostra il fatto, non proprio secondario, che gli aggregati sociali umani persistono a scambiarsi informazioni, ad ereditarne moli gigantesche dal passato, a crearne e trasmetterne di nuove, e a metterle, bene o male, a frutto.

  12. Joe Tempesta, ti cito “D’altra parte chiunque abbia frequentato un impianto sportivo a livello amatoriale sa quanto non sia affatto complicato farsi fare un certificato di sana e robusta costituzione senza nemmeno vedere il medico (“Pronto, Dottore? Mi serve il certificato per la piscina”. “Ok, passi a prenderlo domani”. Click ). ”
    Chi è piu’ superficiale secondo te, il medico che ti dice “passa a prendere il certificato” oppure l’atleta che pretende di avere il certificato per l’attività sportiva senza nemmeno essere visitato????
    Ma lo sapete signori miei che l’attività sportiva non puo’ essere svolta da chiunque e che esiste una branca della medicina (con la relativa specializzazione universitaria post laurea) che si chiama appunto “Medicina dello Sport” che si occupa appunto di stabilire chi è idoneo e chi non lo è (oppure, molto spesso, chi lo è ma solo dopo aver fatto accertamenti diagnostici?).
    La Medicina dello sport è una medicina preventiva, che come dice il nome a differenza della medicina “curativa” previene i problemi. Vi pare poco? Perchè vi fate fare il certificato per l’attività sportiva da un medico non specialista? Se avete un eczema andate forse dal neurologo? Se vi fa male l’orecchio andate dal dermatologo? Il medico sportivo valuta il vostro peso, l’altezza, pressione, vi ausculta il cuore, vi fa una spirometria (per valutare la capacità polmonare) e se necessario anche il test da sforzo. Se il medico poi lo ritiene necessario vi prescrive altri esami …
    Il bello è che il paziente, anzichè esserti grato (grazie dottore che mi ha consigliato questo esame, magari così prevengo di crepare in campo) ti considera un rompiballe e uno che gli fa spendere soldi per niente (salvo poi se crepa in campo dare la colpa al medico che gli ha dato l’idoneità).
    Questi siete voi signori miei, mi dispiace dirlo …

  13. Mi pare che la risposta della ministra sia stata chiarificatrice per quasi tutti noi che abbiamo continuato a parlare di legge, quando tale non è. Verranno potenziati i centri di cura, ben venga. Se alla fine il risulatato è stato questo si possono anche “sopportare” i commentatori dalla cazzata facile: Basta ignorarli

  14. @JoeTempesta
    Il certificato di “sana e robusta costituzione” con la sola telefonata al Medico ?
    Ma dai, per quel certificato basta guardarsi Italia1 il Venerdi sera e lo ottieni in automatico. Anzi, ti danno pure di resto quello per rientrare a scuola dopo un’ assenza di 4 giorni .

    olà

  15. Due cazzate, sommate, non fanno una cosa giusta.

    Se Facci ha dato risalto alla lettera di una persona ammalata, strumentalizzandola E questa lettera conteneva imprecisioni sulla legge Melandri (che il vero estensore dell’articolo avrebbe dovuto verificare), Facci ha commesso no. 2 cazzate.

    Poi ha fatto una cosa giusta: ha pubblicato la replica della Melandri.

    Mi aspetto già la replica: ma come, verificare? Un giornalista che verifica? In Italia non si fa, perché dovrebbe cominciare Facci?

    Ma che domande. Perché ce l’ho con lui ;-)

  16. Onlythetruth e gli altri: guardate che io sono d’accordo con voi. Il certificato, fatto dopo una visita che magari comprenda ECG a riposo e sotto sforzo, serve affinché giocando a calcetto uno invece di tirare una punizione non tiri il calzino.
    Chiariamo: non ho detto che è bene, ho detto che capita.

  17. Caro Carlucci, anzitutto la ringrazio per aver attentamente definito, nella prima parte del suo ultimo commento, la posizione del commentatore Leo.
    In seconda battuta Le rispondo che quello che Lei scrive, secondo me, può valere per degli articoli, non per delle lettere. Oddio, anche le lettere sono poi soggette a rettifiche o precisazioni o querele, ma ogni lettera in particolare contiene una parzialità e potenzialmente degli errori, ma alla fine la pubblichi o non la pubblichi, anche perchè firmata e nel caso indirizzata direttamente al Ministro Melandri. L’ideale sarebbe poter sempre pubblicare lettera e replica simultaneamente, ma nel caso il Giornale – cui io ho girato la lettera della 23 enne, null’altro – ha preferito aspettare una reazione del ministro anzichè contattarla direttamente. Forse per scarsa consuetudine con la medesima.

  18. Facci, umilmente chiedo:
    Il Giornale pubblica normalmente lettere in prima pagina? Io credo di no, ma se è la prassi del vostro quotidiano, chiedo scusa.
    Se non li pubblica, ma stavolta lo ha fatto, è perché questa lettera in realtà è un pezzo: un pezzo col tuo nome (tu stesso hai ammesso che l’idea è stata tua).

    In questo pezzo, invece di dare informazioni su una legge, tu hai profittato di una ragazza di 23 anni con un problema grave per sparlare un po’ di questa legge. La ragazza non aveva capito bene com’era fatta la legge, e tu non ti sei neanche premurato di correggerla. Probabilmente non hai fatto nessun tipo di controllo.

    Se uno te lo fa notare, tu sei prontissimo a nasconderti dietro la povera ragazza: ma certo, non avevi il dovere di controllare le informazioni, come no. Hai solo pubblicato una “testimonianza”. Qualsiasi cazzata ha il diritto d’asilo sulla prima di un giornale, purché sia una “testimonianza”.

    Se domani ti scrive un eroinomane che parla dei suoi problemi e poi accusa la Turco di voler ridurre il metadone nei Sert, tu la pubblichi in prima? Magari ci pensi un po’, fai un controllo. Beh, stavolta non l’hai fatto.

    Sono convinto che cazzate così se ne facciano venti al giorno, sui giornali italiani. Di buono tu hai che cerchi il confronto. Di cattivo è che poi il confronto ti serve solo ad insultare gente che non conosci.

  19. Caro Facci
    più che a rettifiche, precisazioni o querele postpubblicazione, pensavo a una semplice verifica prepubblicazione. Non ho poi ancora capito se lei, al momento di passare la lettera al giornale, già sapeva che il ministro non parlava di leggi etc, oppure se l’ha appreso, come me, con la replica.

    Va beh, sia come sia, credo d’essermi fatto un’idea su come sono andate le cose, ed è già qualcosa, e di questo la ringrazio. Adesso la lascio alle sue scaramucce bloggistiche, che vedo stanno ricominciando rigogliose, e a cui comincio a pensare che lei sia in certo qual modo affezionato :-)

  20. Non mi permetterei di distogliere la tenzone dialettica se Lei per primo non avesse menzionato lo spot, in merito a Confronti, su Rai2.L’ho vista e sinceramente mi è sembrato un pò in difficoltà..ho notato spesso che non Le si permetteva di esprimersi compiutamente;mi sbaglio? E mi perdoni,non ho compreso l ultima battuta in video,quella su Sgarbi e Pannella..intendeva essere ironico?

  21. Leo non ne imbrocca una. Mai.
    Allora: il Giornale pubblica normalmente lettere in prima pagina? Sì. Lo fa abbastanza spesso: anonime o di ragazze o ragazzi sconosciuti su un determinato problema. Possono non essere pubblicate, esserlo all’interno, esserlo nella rubrica del lettori, se il direttore ritiene, anche in prima pagina. E’ quello che è accaduto.
    Nel caso in specie, io l’ho ricevuta via email e mi esortava non a pubblicarla, ma a dire a chi di competenza (giornalisti, ministri) che il problema eccetera eccetera. Era diretta a me assai più che alla Melandri. Ho pensato di non essere l’interlocutore adatto e di girarla a colei che era diretta: il Ministro. Allora ho proposto all’autrice di pubblicarla. Lei (io non sapevo chi in particolare fosse, c’era comunque nome e cognome) si è mostrata titubante e un po’ spaventata. Dopo un po’ ha rilanciato dicendo che piuttosto accettava un’intervista. A me non pareva il caso. Allora io ho preso la lettera, l’ho resa anonima, ho eliminato qualsiasi riferimento alla mia persona (nel testo pubblicato sul Giornale non c’è nessun riferimento a me, nè la mia firma da nessuna parte) e l’ho inviata a un paio di persone ai vertici del Giornale dicendo che mi sembrava degna di nota. Poi non me ne sono più curato. Il mio nome non è mai apparso.
    Un giorno, anzi una sera, parlando al telefono col direttore, ho chiesto che fine avesse fatto la lettera e lui mi ha risposto che era sulla prima pagina quel giorno stesso, sicchè ho fatto anche una figura di cazzo. Allora ho ripreso la lettera – quella originale, coi riferimenti a me, che secondo me era più adatta a un blog – e l’ho postata su Macchianera.
    Quando il Ministro ha risposto ho postato la risposta.
    Ho fatto il postino.
    In tutto questo non ho espresso neanche una mezza opinione. E – lo dico perchè sono pagato ad articolo – non ho guadagnato una lira.
    Il risultato finale è che la ragazza ha relativamente avuto soddisfazione, un ministro ha avuto occasione di spiegare il suo punto di vista e chi ha letto, almeno 230mila persone solo sul Giornale, può darsi che ne abbia capito più di prima.
    Se non aggiungo una parola, Leo, è perchè non mi va di strumentalizzare un ragazzo malato.

  22. non capisco bene. Un giornalista fa pubblicare su un giornale una lettera di una ragazza anoressica, critica a proposito di una recente iniziativa del governo in fatto di anoressia. La lettera contiene delle evidenti imprecisioni (ma è una lettera, non l’articolo di un giornalista!) ciononostante mi sembra rifletta abbastanza fedelmente un “messaggio” (che è anche luogo comune) passato riguardo all’anoressia a seguito dell’iniziativa del governo (o perlomeno della parte che ha ricevuto più eco giornalistica).
    La Ministra competente risponde puntualizzando e precisando.

    Ora mi spiegate come si fa a dedurre da tutto questo che in realtà il nocciolo della storia è un giornalista senza scrupoli che ha strumentalizzato la ragazza anoressica autrice della lettera per farsi pubblicità e poi portarsela a letto?

    Siccome sono un po’ tardo nella comprensione vi pregherei di riportare per esteso tutti i passaggi della argomentazione.

  23. Chi ha vistto Facci ieri sera alla TV? Ha cercato tutto il tempo di stuzzicare Travaglio, che oltre a essere piu’ bravo di lui e’ pure piu’ figo – e tra le due cose mi sa che e’ questa che gli pesa di piu’ :=)

  24. Per chiarezza:
    – Non ho mai detto (io) che Facci voleva portarsi a letto eccetera. Fatti suoi.
    – Pensavo che il pezzo su Macchianera rispecchiasse quello in prima pagina sul Giornale. Se non è così, le cose stanno in un modo diverso. Continua ad essere un modo discutibile, secondo me, di parlare di leggi e di anoressia.
    – Facci continua a fingere di non capire che in questione, qui, non ci sono le “sue opinioni”. Il problema appunto è usare le opinioni di persone malate. Lui stesso ammette che con quella lettera in prima pagina non ci ha fatto una buona figura. Ok, la stronzata l’ha fatta qualcun altro.
    – Se poi una lettera contiene informazioni imprecise, questo “qualcun altro” (il direttore?) avrebbe dovuto verificarlo.

  25. L’arte di sapere tacere al momento giusto non è roba tua, Leo. Ma almeno non costringere me e intervenire perchè ti sei inventato cose che non ho mai detto ho scritto.

    “Lui stesso ammette che con quella lettera in prima pagina non ci ha fatto una buona figura. Ok, la stronzata l’ha fatta qualcun altro”.

    Ma dove? Ma chi? Ma quale stronzata?
    E poi pianta la con ‘sta cosa che i malati non devono parlare od opinare, che suona veramente brutto.

  26. Facci, t’ho visto ieri sera a Confronti. Bella la difesa di Pannella e la battuta sulla Yespica professionista; un po’ meno la tua acconciatura.

    P.S.: questo commento è chiaramente della categoria “si commenta me e non il post” di cui ti lamenti spesso.

  27. Chissà se sia più deleteria l’anoressia o un malsano protagonismo sacrificato sull’altare della carta stampata per l’onore di terzi.

  28. “ho chiesto che fine avesse fatto la lettera e lui mi ha risposto che era sulla prima pagina quel giorno stesso”

    Leo, a me era sembrato chiaro (poi rettifichi Facci se così non è) che la figura di cazzo stia nel fatto che non sapeva che c’era sulla prima pagina del Giornale. Non so eh, poi magari non ho capito io.

  29. Detesto dar ragione a Facci ma quando è nel giusto è onesto riconoscerglielo, in effetti perchè un malato non dovrebbe parlare sulla sua malattia Leo?

  30. Dovrei rileggere quello che scrivo (è sempre pieno di errori) e sopravalutare la possibilità che io non sia chiaro, o che gli altri comunque non capiscano.
    Sì, circa la ‘figura’ mi riferivo chiaramente – pensavo – al fatto che avevo chiesto al direttore del Giornale su cui scrivo, per telefono, delle notizie su una lettera che era in prima pagina quel giorno stesso, prima pagina che avevo mostrato così di non aver neppure guardato. Sarà che era domenica, e io la domenica cerco di non leggere niente.

  31. >>3) In nessun punto il Manifesto proibisce alle taglie 38 e alle modelle con Indice di Massa Corporea inferiore a 18 di sfilare. A differenza di quello che scrive la giovane ragazza toscana.

    falsissimo!!a roma è stato vietato di sfilare ad una modella cinese xiuli gao perché di taglia 38. la notizia l’ha riportata la repubblica venerdì 26 gennaio.

  32. Niente da dire sulla sua condotta in questa storia. Il problema di fondo è che questa accuratezza e delicatezza quel suo Giornale normalmente la vede col cannocchiale e l’unica cosa che interessa loro è di coprire di merda la sinistra e in generale chiunque dia fastidio al suo padrone. E per questo vi siete più volte dimostrati disposti a calpestare qualsiasi cadavere. Non si lamenti tanto della cialtroneria dei blog, visto che il suo Giornale ha contribuito così grandemente a rendere sporco e laido il linguaggio su pagina scritta.
    Quanto alle 230mila persone non mi faccia ridere: copie stampate in surplus e buttate gratuitamente in giro tra hotel, stazioni e direttamente cassonetti, tanto per dichiarare tirature gonfiate e rubarsi i nostri soldi…
    Se vuole farsi voler bene provi a imporre queste modalità di elementare correttezza a tutto il suo Giornale.

  33. Ma va là, cretino. Capito qual il problema di fondo? Che la lettera è stata pubblicata sul Giornale. Ma che sai tu? Che ne sai di me e se sono come tu descrivi? Non ne sai un cazzo. ovvio. Arrivi qui e alzi l’anonimo ditino e poi te ne torni nel tuo nulla. Quanto alle “copie stampate in surplus e buttate gratuitamente in giro tra hotel, stazioni e direttamente cassonetti, tanto per dichiarare tirature gonfiate e rubarsi i nostri soldi”, sei ubriaqco o probabilmente confondi il Giornale con Libero, visto che le cose che dici le ha segnalate Report che tu probabilmente hai visto facendo un ministrone. Anche perchè coi “vostri soldi” il Giornale c’entra niente, visto che, diversamente da Libero, non accede ai fondi dell’editoria.

  34. Beh, Facci, in quella puntata di Report le cose non stavano proprio così:

    (MAURIZIO BELPIETRO-DIRETTORE “IL GIORNALE”
    Che ognuno fa le scelte che desidera, io credo che un giornale che denuncia gli sprechi poi
    possa mettersi a prendere dei soldi dalla Pubblica Amministrazione a fondo perduto,
    prendendoli poi prima come Movimento Monarchico e poi come cooperativa costituita ad hoc.
    AUTORE
    Per prendere finanziamenti?
    MAURIZIO BELPIETRO-DIRETTORE “IL GIORNALE”
    E certo.
    AUTORE (VOCE FUORI CAMPO)
    Esattamente la stessa cosa che ha fatto Il Roma, che però a Napoli viene venduto proprio
    abbinato al Giornale di Belpietro.
    UOMO 4
    Quando si prende Il Roma si ha sempre Il giornale in omaggio sempre ad un euro solo)

    Tornando a quello che diceva Cinzia: certo che un malato può parlare della sua malattia.
    Ma non sempre quel che dice è importante e merita la ribalta. Usare la lettera di una persona che sta male per fare un po’ di campagna anti-melandri non è molto elegante, io trovo.

    Rifaccio l’esempio di poco prima: se soffro di calcoli alla colecisti e scrivo al Giornale che le patatine fritte non c’entrano, giustamente Belpietro non mi mette in prima pagina.

    Ma una ragazza che scrive di avere l’anoressia, e che le riviste patinate non c’entrano, in prima pagina ci va.
    (E se quello che scrive sulla legge non è preciso, chi se ne frega: tanto è solo una “testimonianza”).
    Poi basta, sto ripetendo sempre la stessa cosa.

  35. Se l’intento del Giornale, Leo, era quello di fare campagna anti Melandri credo che la risposta della Ministra abbia chiuso la bocca a tutti Giornale compreso. Se la lettera della ragazza Fiorentina è servita ad attirare l’attenzione (come, mi pare, sia in realtà accaduto) ma soprattutto a chiarire la confusione che noi tutti (o quasi tutti) avevamo sulla vera natura di questo intervento ministeriale va bene; che poi il Giornale usi vari modi e mezzi per attaccare l’operato di questo governo tout court senza entrare nel merito è chiaro e limpido e concordo con te. Permettimi di dire però che i calcoli alla colecisti hanno ben altro impatto psicologico ed emotivo dell’anoressia, di anoressia purtroppo spesso si muore ed è di difficile cura per i calcoli alla colecisti esistono cure per guarire.

  36. Ora, che si faccia pure il santino delle lettere di fiorentina e Melandri non si può proprio leggere. La prima ci avrebbe aperto gli occhi su un fatto fondamentale, come la natura dell’intervento ministeriale e la seconda avrebbe chiuso la bocca a tutti….
    Non mi è piaciuto il modo di trattare il tema, ma ora siamo arrivati al ridicolo.
    Qui c’era una risposta di un ministro che ha un po’ lusingato la vanità del giornalista. Nulla di male. L’”operazione” ha avuto successo.
    Nell’altro post avevamo una lettera come tante e come ne riceve lo stesso ministro. Di provenienza discutibile.
    Mi spiace rimarcare questa cosa, ma è strano che la ragazza sia prima spaventata dinanzi alla prospettiva che si inviasse la sua lettera al Giornale e poi addirittura pretenda di essere intervistata. E nel frattempo lì il post è diventato una chat.
    Questo la Melandri non poteva saperlo. Ma a lei in fondo poco importa, perché dal canto suo ha colto l’opportunità per far propaganda del suo inutile codice virtuoso.
    La sostanza della risposta del ministro è poca cosa. Altro che chiudere la bocca a tutti.
    A parte questioni marginali su palestre, occidentalizzazioni, danni di TV e moda, strumentalizzazioni di malati, quadretti esplicativi di lettere ricevute, nessuno ha preso in considerazione le uniche parole utili quanto ovvie che ha scritto: che i disturbi alimentari sono malattie psichiatriche complesse e che il problema implica la responsabilità di scuola e famiglie.

  37. Virginia, perdonami: chiudi la bocca a tutti tu, allora? Non mi pare siano certo mancati i commenti al post iniziale, dove si rimarcava appunto quell’aspetto specifico (e importantissimo) del problema. Ho letto male io?

    Sono la sola a pensare che Filippo abbia agito in buona fede? Che abbia mandato avanti prima di tutto il suo istinto di giornalista e poi il resto (come mi par di capire, e scusate il tentativo un po’presuntuoso d’interpretazione autentica, lui poi faccia + spesso di quanto voi pensiate)?

    Perché cazzo, quando ci si limita ad esporre un caso (senza la pretesa di farne un santino) qui si sente sempre l’esigenza di scomodare una dietrologia da due lire, + o meno gretta?

    Cosa ha mai fatto, lui, se non limitarsi a suggerire la pubblicazione di un dato di cronaca, cui ha deciso di concedere il beneficio della sincerità (a proprio rischio di verifica, e qui non metto in dubbio che possa averla fatta, ci mancherebbe. Questo, almeno, concedeteglielo. E non è affatto strano che un’anoressica oscilli fra richiesta di protagonismo e timore del confronto, del resto. Chiunque abbia avuto a che fare con una persona che ne soffra, lo sa bene).
    Ha posto un’utile provocazione, direi. Dove sta il problema?

    E’una questione di stile, oltre che di contenuto: se non l’avete proprio capita, è affar vostro e non suo. Non credo francamente necessiti di tali mezzucci per lusingare la propria vanità, visto che non è un oscuro corsivista di provincia a caccia di notorietà spicciola. Almeno, più di quanto non l’abbia fatto la stessa Melandri intervenendo in prima persona (o facendosi vedere sempre a rimorchio della nazionale vincitrice dei mondiali…). Un giornalista molto + schierato, con meno scrupoli e assai meno stile, avrebbe potuto invece:

    a) mantenere ogni riferimento alla sua persona nella lettera destinata al Giornale, aggiungendovi un po’di veleno demagogico, del tipo “Esclusivo! Vera anoressica mi ha scritto, e io mi straccio le vesti per lei: ecco cosa propone il ministro, e lei le contesta. Solita inefficienza di quei lavativi di sinistra” e via banalizzando.
    b) intervistare in un secondo momento la ragazzina, confezionando un bel pistolotto moralistico finto-scandalo ad arte stile “inchiestona (????) di Striscia la notizia”
    c) sbrodolare uno di quei bei corsivetti paternalistici e insopportabili di sx del tipo: “Vedi, Cara anoressica, lasciami spiegare: ti sbagli di grosso, tu, credimi. C’è sempre chi non perde occasione per montare contro la Melandri delle campagne denigratorie, maramaldi! Tant’è vero che quando lei era ministro X, ha fatto colà e adesso si sta attivando per risolvere tutto. Ti garantisco che il tuo vero problema è che il governo precedente non ha fatto proprio nulla per quelle come te. Ma lascia fare a noi, da oggi cambierà, vedrai…”

    Guardate, io in ben altri post non sono stata certo tenera con Filippo, ma quel ch’è giusto, è giusto. Vivaddio, dov’è questa tanto strombazzata strumentalizzazione? Sul fatto che lui scriva per una testata antigoverno? O che una “povera anoressica” non debba farsi sentire, pena il tacciarla di protagonismo spinto? Ma per favore!!!

    Io ragiono per paradosso e credo che lui, invece, abbia volutamente lasciato l’esposizione del problema così come veniva posta dalla ragazza, senza provvedere a rettifiche, commenti o chiarimenti di suo, proprio per evitarne ogni strumentalizzazione ulteriore, guardate un po’. E ha infine lasciato – giustamente – che fosse la stessa Melandri a risponderle. Mi pare che costei l’abbia fatto con un minimo di criterio e chiarezza, pur con tutti i suoi limiti, ministeriali e non (per quanto poco, chapeau se servirà a far muovere qualcosa… Virginia, avresti preferito forse che la ignorasse o le dicesse: “Stronza, è un problema medico tutto tuo?” Cosa doveva fare, scusa?).

    Tornando all’autore: avrebbe potuto fare un cavallo di battaglia della risposta, e zittire tutti, a buon diritto. Invece, si è limitato a ritrasmettercela senza enfasi retorica o commentini qualunquisti del menga… (quando s’incazza per il tenore di certi commenti, non lo biasimo). Un minimo.

    Se volete aggredirlo per partito preso, ammettetelo, almeno. Ma non nascondetevi dietro a un dito.

    Un’ultima cosa: volete davvero la strumentalizzazione, lo sciacallaggio della cronaca, lo sfruttamento degli innocenti? Leggetevi la campagna riprovevole che fece Luigi Bacialli, ex direttore, solo alcuni mesi fa sul Gazzettino: fu quello che s’inventò il Monabomber e che considerava il giornale un feudo personale. Allora, pubblicò le foto di un feto di 9 mesi, ammazzato nel ventre di sua madre ( la poveretta morì pure lei, di botte) e rivestito per l’occasione. E soprattutto, pubblicò quotidianamente suoi commenti pelosi – che si limitarono al periodo in cui rialzarono le tirature, naturalmente -. Adesso, i parenti di lei, dopo tanta e indegna sovraesposizione, lamentano di “essere stati dimenticati dal giornale (!!!)”, che per fortuna nel frattempo ha cambiato direttore e linea editoriale. La redazione lo sconfessò, in entrambi i casi, contestandolo apertamente.
    Leggete. E poi, inorridite. Sul serio.

    Buona giornata a tutti

  38. Cara Anvedichejedi, forse non sono stata chiara. Io non mi permetto di fare alcun commento personale nei confronti di FF, che leggo e che penso non abbia alcun bisogno di percorrere le alternative a), b) e c) che hai citato. E proprio perché non ne ha bisogno, penso che abbia tutti i mezzi per trattare, come ha già fatto, l’argomento dell’anoressia e quindi la proposta Melandri come farebbe un editorialista di un quotidiano a larga diffusione. Semplicemente esprimendo il suo pensiero e documentandolo, come peraltro lui fa per ogni altro tema. Non faccio alcuna dietrologia, né sporgo accuse ridicole di strumentalizzazione di ragazze malate.
    Ho anche fatto una distinzione fra richiesta di attenzione e bisogno di un palcoscenico, a costo di sembrare una che fa le pulci. Perché mi pareva che la provocazione giornalistica, come la chiami tu, rischiava di essere banalizzata dalla sospetta identità della ragazza. Se ti rileggi anche tu i commenti, dopo i primi, noterai la piega che ha poi preso la cosa.
    Quanto poi alla risposta della Melandri (della quale qualcuno ha fatto un santino), che evidentemente ha fatto piacere a FF (e in questo non trovo alcun motivo di critica), penso non smuova un bel niente perché già a monte la sua proposta è poca cosa. E non vedo quale chiarezza fondamentale abbia mai potuto fare.
    Io non posso decidere l’evoluzione dei commenti, ma avrei preferito che si parlasse delle responsabilità che si possono attribuire a questa malattia. Che a mio modo di vedere, sono in primis in capo alla famiglia e alla scuola.
    Per il resto, sei libera di pensare che i miei siano commenti da due lire.

  39. Sono costretto a un solo chiarimento: non è vero che la ragazza – che non è Dandyna – mi abbia chiesto un’intervista come opzione. Sono io che ho capito male una sua frase, dopo che le avevo proposto di pubblicare la sua lettera. Questa di lei frase: “Senti non lo so. Se hai in mente un articolo, mi vuoi fare qualche domanda, ci sto. Ma non voglio scombussolare troppo il mio precario equilibrio”. Intendeva rispondere a delle domande per aiutarmi a fare un eventuale articolo mio, dove lei non comparisse, non uscire allo scoperto e farsi intervistare. Ho capito male io, ed è colpa mia. La sua lettera, a me, mi sollecitava a occuparmi del tema e a parlare, “tu che puoi”, con chi di dovere. Quando le ho proposto la pubblicazione è andata nel panico e sono io che ho forzato le cose, pur beninteso levando il suo nome e cognome. Altro che ricerca del palcoscenico. Io di palcoscenici ne ho già abbastanza, una volta tanto che non l’ho cercato (non esprimendo neppure il mio parere sul tema) guarda che canaio. Di poveracci, in molti casi. Continuo a non capire perchè non chiudo i commenti.
    Per il resto, dico a Virginia, ma che vuoi che abbia “lusingato la vanità del giornalista” la risposta della Melandri. Come se per parlare con un ministro – non tutti, quasi tutti – non mi bastasse alzare il telefono. Veramente: ti giuro che professionalmente ho altre soddisfazioni. La Melandri.
    Infine: non so come dire, io in tutta ‘sta storia mi sono limitato a segnalare la cosa al direttore del mio Giornale, depurandola del mio nome. Non mi sono mai sognato di occuparmene direttamente, sennò avrei avuto altre fonti a cui attingere. E’ tutto così semplice. Ripeto: ho fatto il postino.

    La ragazza dopo il canaio mi ha scritto nuovamente. Ecco due estratti.

    “Mi hai presa alla sprovvista. Pensavo non mi avresti neppure risposto. Quello che ti ho scritto lo sento davvero, anche se c’è troppa enfasi, non è così che mi sarei rivolta a un ministro. Ho scritto a te perché mi sei sembrato uno che poteva raccogliere il messaggio senza sentimentalismi inutili.
    Ma come ho detto temo molto i “contatti”.
    Certo, a volte ho voglia di uscire un po’ allo scoperto, dire cosa mi passa per la testa. Fanno girare le palle questi servizi dei tg, dove sembra che stiano per salvare orde di anime perse. Ma non l’hanno mai vista una malata vera che dice loro come vanno veramente le cose”.

    “Mi accorgo che la mia lettera aveva bisogno di alcune precisazioni. Come si legge oggi in un commento su Il Giornale e come ha detto la Melandri pochi giorni fa da Costanzo, il provvedimento non intende “imporre per legge un canone estetico”. Il Ministro dice che piuttosto consentirà all’Italia di avere un ruolo responsabilizzante verso gli stilisti e i criteri da loro imposti. Caspita. Saremo rassicurati dello stato di salute delle ragazze in passerella grazie a un certificato medico. Ecco, non saprei. Moltissime ragazze (io fra queste) riescono a gestire segretamente i propri disturbi alimentari nell’ambito della famiglia, con gli amici, i colleghi. Spesso anche per anni. Combinano tutti i loro casini e nessuno se ne avvede. Certo è stressante, ma non particolarmente complicato: immagino
    che per il certificato sarà sufficiente dichiarare che si mangia
    regolarmente e non si rimette”.
    Il rappresentante dell’ASSEM, ospite con il Ministro da Costanzo, ha poi fatto notare – a ragione – la difficoltà pratica di gestire i
    certificati di migliaia di modelle in eventi che durano pochi giorni.Non so se hai visto la suddetta trasmissione di Costanzo (scusa non ricordo neppure il nome, l’ho vista perché un’amica me l’ha registrata). Anche se secondo me Costanzo pigia sempre un po’ troppo il pedale del patetico, in nessuno degli interventi telefonici di ragazze affette da DCA è stata incolpata la moda. Una, lo ricordo bene, ha detto “la moda entra poco in casa mia, semmai ho sentito di più l’influenza dei modelli televisivi”.

    “Io non ho niente a che fare con la ragazza che si firma “Dandyna”. Ci ho messo un bel po’ anche a capire che certi commentatori alludevano a lei. Se gestissi un blog (come ho visto fa questa ragazza) non avrei avuto motivo di scrivere a un giornalista.
    Ho firmato la mail con nome e cognome – veri – e se hai bisogno ti trasmetto anche copia di un documento.
    Se ti sono sembrata non del tutto soddisfatta di come sono
    andate le cose, è perché i commenti su Macchianera mi hanno toccata, sebbene fossi coperta dall’anonimato. Purtroppo son fatta di vetro soffiato, che ci vuoi fare. So che non è colpa tua, e sono mortificata per gli attacchi gratuiti che ti sono stati rivolti.
    Non sento minimamente di essere stata strumentalizzata, dal momento che sono stata io a premere il tasto di invio e a far sentire la mia voce. Anche se ti confesso d’aver poi pensato che sarebbe stato meglio (per me) tacere”.

    ***

    Sarete contenti.

  40. Facci, mah, io non ti capisco proprio.
    Se è così fragile, secondo me potevi evitare di ri-citarla così. Mi sembra evidente che si tratti di un’esposizione che lei stessa non desidera.

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