13 Commenti

  1. Veramente, da educatore e studioso delle relazioni umane, sono sempre affascinato da quanto il “punto di vista” (lasciando perdere, se c’è, la malafede) sia qualcosa di assoluto, più di qualsivoglia accezione di “verità”. Ecco, didatticamente parlando, l’esempio eccellente dei commenti alla vigna qua sopra. Addirittura la “signoramia” trasformata in “ricca signora ebrea” (gulp). La vigna parla di intolleranze quotidiane, radici che hanno spesso alimentato e “legittimato” persecuzioni storiche come quella degli ebrei e degli zingari. Invece il tutto viene risolto con un pre-giudizio (si è letto il post e “l’esperienza” del Porrajmos?) immaginifico degno del miglior revisionista-negazionista. Sì, perché si nega alla propria intelligenza di andare al di là della propria personalissima “barriera architettonica”.

  2. quanto tempo ci hai messo a scrivere questo commento così perfettino?
    sappi che ti rispondo di getto:
    gli sventurati protagonisti dell’olocausto sono tre: ebrei, zingari e omosessuali.
    la signora dice: noi quei due protagonisti non li ricordiamo.
    dunque, lei ricorda solo gli ebrei…
    e perché mai…?
    e perchè l’hai disegnata ricca?
    e perché le hai fatto un così bel nasino?
    e sopratutto: perché nel giorno del ricordo disegni una vignetta in cui il ricordo di 5 milioni di ebrei morti viene visto nell’unica luce negativa possibile?

  3. Eh si, ce l’ha proprio scritto in fronte che è un’ebrea: è ricca (perché solo le ebree hanno gioielli), ha il naso pronunciato (perché solo le ebree lo hanno così), parla a sproposito nella giornata dedicata alla memoria.
    Ammazza, i punti di vista! :D

  4. Grandioso. A. stai facendo di tutto per continuare la “didattica” sopraccitata , confermando il tuo pregiudizio, mostrando una delle “qualità” precipue del negazionista: negare l’evidenza propugnando tesi al limite tra l’incredibile e il verosimile, che, nell’occasione, spulcia particolari improbabili e allucinazioni (in senso metaforico, non penso tu sia schizofrenico davvero eh). Tipo, nel caso, “la luce negativa” (perché si ricordano anche 500.000 zingari uccisi?), “ebrea” (o l’equazione ricca═ebrea) o meglio ancora: il “naso adunco” (!) da “manifesto della razza”… Vorrei che riflettessi che continua ad essere il tuo punto di vista (malato o meno, decidilo tu). Sempre metaforicamente parlando, chi soffre di paranoia e di allucinazioni, può, ad es., asserire ad un coinquilino che in una stanza ci sono microspie che lo seguono. Il coinquilino può rassicurarlo, fino agli estremi, financo distruggendo la stanza mattone per mattone, dimostrandogli che no, non ce ne sono. L’altro continuerà a credere il contrario, magari cominciando a parlare di telecamere che lo riprendono da sotto il pavimento…
    Un’ultima cosa, i perseguitati e deportati non furono “solo” ebrei, zingari e omosessuali, ma anche testimoni di geova, disabili, prigionieri politici, che già se fai una piccola ricerchina su Wikipedia:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto trovi qualche numero. Nella fattispecie, l’argomento “genocidio zingari” dovrebbe suscitare un qualche interesse anche solo per il fatto che la persecuzione degli zingari in epoca nazista risulta essere l’unica, ovviamente con quella ebraica, dettata da motivazioni esclusivamente razziali.
    p.s. per quanto riguarda il tempo della risposta, solitamente è equivalente alle mie visite su Macchianera e alla mia eventuale voglia di rispondere. Ripeto, io lavoro e faccio ricerca sulle relazioni umane e in questo caso, ti assicuro, siamo all’A B C (volendo perfino scomodare il DSM IV).

  5. Che tristezza che metti, Biani. Dico sul serio. E come dev’essere triste, la vita dell’educatore e studioso di relazioni umane. Te l’ho già detto: disegna, va’. Dopotutto, la pubblicità è l’anima del commercio. Ma risparmiaci almeno lo squallore della didascalia. E assumiti la responsabilità delle tue idee fino in fondo.

  6. Scrivi cose prive di senso
    (negazionista…spulcia particolari improbabili e allucinazioni…)

    e tenti di difenderti inventandoti uno scudo di bontà (“io mi ricordo anche di testimoni di geova, disabili, prigionieri politici…”)

    ma niente riesce a coprire la vignetta, ed il fatto che gli stereotipi sull’argomento sono tutti dentro di essa

  7. Scusate, sono nuova ma non ho potuto fare a meno di intervenire.

    C’è bisogno di contrapporre un genocidio all’altro? Non è che citando o ricordando quello degli zingari, o dei tdG, si tolga qualcosa al valore della shoà. Al contrario, la si rende ancora + spaventosa. Ma che dite???

    Lo stesso Moni Ovadia in tanti suoi spettacoli lo ribadisce e non ha mai smesso di ricordare che fu uno sterminio totale, assoluto di ogni “diverso” fuori standard ariano. Dagli handicappati ai prigionieri politici, ai religiosi d’ogni fatta, ai criminali (nei lager, il triangolo rosa sulla divisa indicava i gay, quello rosso i comunisti, quello nero i delinquenti, la stella di David gialla gli ebrei… e via così). Perché siete saltati addosso a Biani in questo modo?

    Io sono ebrea e non ho mai, mai e poi mai immaginato, neppure per un attimo, che la tipa della vignetta lo fosse!!! E che? Cosa vuol dire “ricca ebrea”? Forse che abbiamo un marchio di fabbrica addosso per distinguerci dagli altri?
    Ma fatemi il piacere!

    Questa vignetta mi è piaciuta, è giustissima. Mi è sembrata, invece, la perfetta caricatura (molto amara e ironica) della solita persona qualsiasi, normalissima ma sotto sotto un po’razzista, che s’irrita ogni volta che si tratta di sentir parlare di zingari od extracomunitari. Tutto qui. Non si può neanche + scherzare su questo, adesso?

    Che senso ha questa squallida guerra fra morti ammazzati, sollevata solo perché è stato frainteso il senso della vignetta? Io non vi capisco proprio. Guardate che se i revisionisti rialzano la testa e la gente inizia a stufarsi degli anniversari, a essere insofferente, a volte è proprio per colpa di gente come voi.

    Voi che sparate a zero senza un minimo di riflessione, vi prendete maledettamente sul serio nel vostro sdegno peloso e non capite che di certe commemorazioni NON bisogna fare dei monumenti d’ipocrisia retorica. E soprattutto, che non bisogna limitarsi a fare le facce tristi di circostanza solo per un giorno all’anno (della serie: “che palle, anche quest’anno Schindler e Auschwitz alla tv… ‘sta giornata della memoria!!!”)

    Detto questo, shalom a tutti.
    Senza rancore,

    Noemi

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