Rivoluzionari col posto fisso

Ho davanti agli occhi i risultati di un sondaggio condotto dalla società di Renato Mannheimmer, che la dice lunga sulla voglia di futuro e di riscatto di chi vive in questo Paese.

Ad un campione rappresentativo di italiani è stato chiesto se preferiscono un lavoro sicuro ma meno redditizio ad uno meno sicuro ma con prospettive di reddito più interessanti.

Ebbene, il 71% del campione preferisce il lavoro sicuro e meno redditizio (contro il 59% del 2001); guardando il dettaglio delle risposte in funzione della composizione per età del campione “ci si trova di fronte ad un Paese in buona misura – non del tutto, per fortuna – senza età e senza voglia di futuro. Le opinioni dei meno giovani sembrano indistinguibili da quelle dei più giovani e quelle di questi ultimi visibilmente passive ed arrendevoli”.

A parte la dovuta considerazione sul fatto che nel contesto attuale esistano ancora “lavori sicuri”, mi chiedo che cosa spinge la maggior parte degli italiani a pensarla in questo modo.

Probabilmente sbaglierò io, ma mi illudo ancora che con un po’ di capacità, una forte volontà e qualche buona idea ci si possa ritagliare uno spazio lavorativo fatto di cose che si fanno con piacere e con passione, e che, anche accettando solo in minima parte i necessari compromessi imposti dalla convivenza sociale, si possa aspirare ad una condizione lavorativa appagante sia dal punto di vista umano che cerebrale.

Eh, sì… perché ho constatato di persona che non è per niente una questione economica: ho avuto il lavoro sicuro anche io, e ne sono scappato perchè il mio cervello si spegneva piano piano entrando in azienda ogni mattina e la mia voglia di fare scompariva appena seduto dietro alla scrivania, annullando progressivamente in giornate simili una all’altra l’unicità della mia persona e della mia esistenza.

Non credo che rimpiangerò mai la mia scelta: meglio una vita da precario che lobotomizzato col posto fisso.

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20 Commenti

  1. Hai detto bene cannoball, i futuri possibili sono caduti insieme al muro di Berlino creando una situazione di disagio che non è tipica solo del nostro paese ma riguarda più o meno tutti i paesi occidentali e il loro modello di vita che per altri motivi ora andiamo difendendo con le unghie e con i denti.
    Personalmente sono piuttosto pessimista e non vedo soluzioni a portata di mano o almeno non per quelli della mia generazione imprigionati in un ruolo di transizione tra un’epoca che pare aver provato e poi progressivamente scartato ogni soluzione e un futuro nel quale non resta che fare qualche passo indietro per trovare dove e perchè abbiamo sbagliato. Sempre ammesso, ovviamente, che il resto del mondo che preme alle nostre porte ci conceda il tempo necessario per riacquistare quella dignità che abbiamo perduto e che non riguarda la nostra identità culturale, ma la nostra capacità di credere ancora nel futuro.

  2. Io ho un lavoro poco sicuro e senza prospettive di reddito. (Della serie: mi piace ma non ci camperò) Quindi scusa se avrei risposto “posto fisso” e mi sarei messo alla scrivania a fare i disegnini tutto il giorno su un bloc notes

  3. Io Milton? ma lol, grazie. son dipendente statale, mica libprof. grazie a quelli come Milton posso praticamente fare un 10% di quello che fa lui per praticamente la stessa quantita’ di denaro in tasca a fine mese (mhh, forse io un po’ di piu’). Vedo passare a lavorare parecchie tipologie di lavoratori e i liberi professionisti sono di parecchie spanne migliori di qualsiasi dipendente, professionalmente piu’ preparati colti e propositivi. Dal loro punto di vista e’ effettivamente essere lobotomizzati sprecando tanto tempo della vita facendo un lavoro che non piace, e sono daccordo anch’io che se non la svangassi con 6 ore scarse al giorno di cazzeggio farei il libero professionista. Non e’ un problema di poterselo permettere, e’ un problema di scelte, i dipendenti ancora si possono permettere dei lussi che secondo me Milton se li e’ sognati per anni per arrivare a potersi permettere 2 figli. Non capisco perche’ per il lavoratore dipendente il potersi permettere dei figli sia un diritto e per il libero professionista debba essere un lusso.

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    scassamento di minchia ehh, non e’ che per commentare bisogna far sta’ vita…
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    Io Milton? ma lol, grazie. son dipendente statale, mica libprof. grazie a quelli come Milton posso praticamente fare un 10% di quello che fa lui per praticamente la stessa quantita’ di denaro in tasca a fine mese (mhh, forse io un po’ di piu’). Vedo passare a lavorare parecchie tipologie di lavoratori e i liberi professionisti sono di parecchie spanne migliori di qualsiasi dipendente, professionalmente piu’ preparati colti e propositivi. Dal loro punto di vista e’ effettivamente essere lobotomizzati sprecando tanto tempo della vita facendo un lavoro che non piace, e sono daccordo anch’io che se non la svangassi con 6 ore scarse al giorno di cazzeggio farei il libero professionista. Non e’ un problema di poterselo permettere, e’ un problema di scelte, i dipendenti ancora si possono permettere dei lussi che secondo me Milton se li e’ sognati per anni per arrivare a potersi permettere 2 figli. Non capisco perche’ per il lavoratore dipendente il potersi permettere dei figli sia un diritto e per il libero professionista debba essere un lusso.

  6. Bello leggere i vostri commenti…

    I miei mi hanno lasciato 5 appartamenti a Milano… guadagno più di Milton e del Dipendente statale messi insieme e non ho mai lavoarto un minuto nella mia vita…

    Ora sto in Portogallo a fare surf. Salutatemi tutti lì da voi…

  7. evidentemente, a parte i soldi, qualcosa ti manca, qualcosa che neanche i tuoi hanno saputo lasciarti e che di sicuro tu non saprai trovare.. se sei fortunato non te ne accorgerai neanche.
    ti auguro tanta fortuna!

  8. Come fai a fare surf e insieme leggere e commentare qui ? Hai il surf cablato ? WiFi ?
    A parte gli scherzi,
    e credo fosse uno scherzo (che se non ci scherzi su sta ‘roba, davvero, meglio che entri in banca col passamontagna e la beretta. O peggio),
    a parte che ‘campione rappresentativo’ sono cazzate ed i sondaggi sono cazzate e persino certe statistiche sono cazzate quando capita chi le usa per sostenere cazzate (tipo che il morso di serpente è la terza causa di morte tra quelli che fan surf in portogallo),
    forse Milton Duff non ha torto: non è solo questione di culo, ‘con un po’ di capacità, una forte volontà e qualche buona idea’ (e magari pure un po’ di coraggio e un pizzico di buon senso e non esistono più le mezze stagioni, signora mia) chiunque ce la può fare.
    Per dire: uno può mollare il figlio sul fuoco e il latte che piange con una forte volontà…

    Io non quoto vis (come si fa a quotare una che chiede ‘meglio scopare tanto e bene o poco e male’ ? :))) ma quoto giulia: uno dovrebbe avere il diritto di fare quel che (ragionevolmente) vuole fare.
    E dovrebbero esserci abbastanza risorse per permetterglielo.
    E l’unico lato tragico di questa altrimenti divertente questione è che ci sono, quelle risorse…

  9. Sapu la questione non è come si fa a chidere una cazzata, ma come si fa a rispondere seriamente ad una cazzata.

  10. Il problema casa è una bella tegola.
    caro Milton, “odio i mutui” cosa significa?
    che hai avuto la fortuna di sposare/incontrare uno/a con la casa di famiglia? O hai un affitto “vintage”? Bella fortuna.
    Sono stato precario per anni, ed ora sono un impiegato pubblico a stipendio di gran lunga sotto la media nazionale (in uffici come il mio si può non applicare il ccnl ee.ll.) dei miei pari. Mi occupo della gestione di circa 180 risorse umane, e mi spacco la schiena, anche se dietro una scrivania, per 40 ore settimanali e € 1.250,00 al mese.
    Ecco, un mutuo di 30 anni, un figlio piccolo, e un po’ di alimentazione biologica, flat adsl, abbonamento a 2 riviste settimanali, vestiti solo a saldo, una settimana di vacanza all’anno, ed eccomi appena appena a fine mese.
    Mi hanno offerto di lavorare come consulente per una società. Dovrei aprire la partita IVA e rinunciare al mio posto fisso, ma guadagnerei il triplo di oggi.
    Cosa faccio? Mi sa che mi tengo il posto fisso.
    O no?

  11. Vis, ho tentato di mettere uno smiley quando ho fatto riferimento alla tua domanda: spero che il tuo commento non fosse riferito a quella parte di quello che ho scritto ;)
    (anche perchè non ho capito se davvero la scelta era tra tanto+bene e poco+male. Cioè, avrebbe senso tanto+male e poco+bene, ma magari vado a cercarmelo quel post e continuo lì ammesso che)
    Se invece è riferita al resto, ecco, non ho capito ancora: ‘seriamente’ è riferito ai contenuti (e quindi no ironia o paradossi et similia) o ai toni (non si scherza sui soldi per il mutuo e la spesa) ?
    In entrambi i casi rivendico il diritto a non esser seri, perchè ‘seriamente’ bisognerebbe andar per banche e altri luoghi armati e coperti a riprendersi il maltolto…

  12. AllyAlly, scusa: son stato brusco e quello che volevo dire è passato in secondo piano.

    Credo che Milton si riferisce al fatto che la stragrande maggioranza del campione intervistato abbia come aspettativa fin da giovane l’avere un posto fisso. Ora, se per posto fisso prendiamo l’accezione peggiore, ovvero l’idea di non doversi sbattere troppo e portare a casa comunque uno stipendio, credo che il ragionamento dell’autore sia condivisibile.

    Com’è possibile da ragazzo sognare un posto come cassiere in banca? E se questa è la maggiore aspettativa da subito, cos’altro mai potrai diventare? Quantomeno bisognerebbe sognare di diventare il fondatore della più grande banca del mondo … e chissamai che provandoci almeno si diventa direttore delle casse.

    Non parlo di chi si spacca la schiena tutto il giorno ed ha diritto al sacrosanto posto fisso, ma di chi si gratta la pancia dietro un posto inamovibile magari con stipendi da dirigente.

    Il problema è che anche chi può tentare di cambiare le cose non lo fa, col risultato che i nostri figli avranno i nostri stessi capi.

  13. Sapu, io invece di mettere lo smiley in fondo al mio commento mi sono dimenticata, rimedio adesso:-)
    (comunque era riferita alla prima parte del tuo commento e all’assurdità della domanda che era posta esattamente come l’ho scritta e che proprio per la sua ovvietà ha tratto in inganno alcuni, come è capitato a te, mentre ha convinto altri a spiegarmi altri seriamente sul perchè era meglio bene e tanto piuttosto che poco e male. La cosa è lunga e complessa e qui effettivamente non è il caso di continuare, tanto il pot è roba talmente vecchia che non esiste neanche più).

  14. “I veri eroi sono quelli che provano a essere liberi con 1.000 euro al mese.” Emmanuelle Seigner

    Via Velvet di oggi, tanto per citare la fonte anche se è di carta. Lo stavo leggendo in bagno, comunque.

  15. Benissimo, vis :)))
    ah, btw io avrei scelto poco+male !
    Già lavori 10-12 ore al giorno per il mutuo e quelle cose lì, ci manca pure di buttar via anche i 10 minuti per trombare.
    O magari addirittura 15, ci son quelle che pretendono anche i preliminari…

  16. Benissimo, vis :)))
    ah, btw io avrei scelto poco+male !
    Già lavori 10-12 ore al giorno per il mutuo e quelle cose lì, ci manca pure di buttar via anche i 10 minuti per trombare.
    O magari addirittura 15, ci son quelle che pretendono anche i preliminari…

  17. il populismo della seigner mi consola un sacco.. pensare che avevo un così bel ricordo di lei in “bitter moon”..

  18. @ Mario IO spero in un fenomeno di autocombustione.Spero che ti sposi e che tua moglie ti chieda il divorzio(e quindi la metà di ciò che possiedi);p ovviamente stò ironizzando,proprio come hai fatto tu!

  19. Capisco i mutui, le tasse, i figli e tutto il resto.
    Questo lo capisco perchè è la realtà dei fatti, però non mi si venga a dire che nel pubblico impiego non si viene lobotomizzati.
    Il problema cmq non dovrebbe essere tra lavoro sicuro e lavoro insicuro, ma tra lavoro lobotomizzante e non.
    Purtroppo quasi sempre lavoro fisso = lavoro lobotomizzante = impiego pubblico.
    Il perchè di questo bisognerebbe chiederlo a chi questo lavoro svolge, ma la risposta mi sembra ovvia.

  20. A me sembra conservatore e di ristretto respiro questo post. Come affermo nel trackback (se arriva) la voglia di cambiamento è qualcosa che è molto miope ridurre a lavoro e soldi.
    Nel mio piccolo, aspiro al posto fisso, ed è il mondo che vorrei cambiare (e qualcosa in questo senso faccio, non mi lamento solo su un blog)

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