La tariffa è minima, e l’onestà?

L’ordine degli avvocati afferma: «Nel caso in cui l’avvocato concluda patti che prevedano un compenso inferiore al minimo tariffario esso può risultare in contrasto con gli artt. 5 e 43 c.II del codice deontologico in quanto il compenso irrisorio, non adeguato, al di sotto della soglia ritenuta minima, lede la dignità dell’avvocato» (fonte www.corriere.it)

L’abolizione della tariffa minima lederebbe quindi la dignità degli avvocati, come anche l’utilizzo di “mezzi disdicevoli” per farsi pubblciità (“mezzi disdicevoli” come la pubblicità su quotidiani e tv, mica le inserzioni sui giornalini porno). Non capisco: il tenere in semischiavitù, senza soldi e senza ferie, un esercito di giovani praticanti invece onora i bravi professionisti e ne moltiplica il prestigio?

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18 Commenti

  1. qui a Milano, metà degli Avv.ti già concorda con i clienti tariffe inferiori al minimo. Voglio proprio vedere l’ordine che li sanziona tutti quanti!

  2. Lo stato di semischiavitù serve ai praticanti per imparare per bene qual’è il livello di dignità che si richiede ad un avvocato.

  3. La cosa veramente “disdicevole”, quella che “lede la dignità dell’avvocato”, è il potersi permettere uno sciopero di dieci giorni le cui conseguenze ricadono esclusivamente sui clienti, e non sugli avvocati. Come mai i metalmeccanici scioperano per massimo 24 ore e gli avvocati scioperano una settimana? Perchè gli operai rinunciano a giorni di paga, agli avvocati – presto o tardi – la parcella arriva sempre..

  4. Al di là di queste considerazioni, tutte giustissime, si dovrebbe trovare il coraggio di arrivare se non all’abolizione almeno ad una riforma radicale di un istituto anacronistico come quello degli ordini professionali – tutti quanti – che oggi servono esclusivamente per sbarrare l’accesso a determinate professioni, relegando spesso persone capaci al ruolo di semplici prestatori d’opera mentre il “professionista iscritto all’albo” riscuote onori e onorari…

  5. Sono un ingegnere elettronico bresciano, libero professionista, iscritto all’albo; toccato dal decreto Bersani sostanzialmente quanto gli avvocati.
    Se pensassi di applicare il tariffario per le mie prestazioni professionali non potrei assolutamente trovare clientela (si viaggia su cifre che sono all’incirca, e nei casi più favorevoli, intorno alla metà di quanto preveda il tariffario). Tipicamente, alla fine di una attività, ci si ritrova ad aver lavorato per cifre corrispondenti ai 2/5 di quanto normato. D’altronde a prezzi più alti non esiste la domanda, su questo territorio.

    La qualità del lavoro svolto è misurabile dalla soddisfazione del cliente; lo stesso vale per gli avvocati: entrambi i mestieri infatti sono valutabili (e remunerati) su una base tangibile:

    – nel mio caso la valutazione viene fatta in termini di tempo (e materiale) impiegati per la soluzione di un problema; poche volte (o mai) è legata al vantaggio economico complessivo che il cliente ottiene grazie alla soluzione del problema stesso (d’altra parte il cliente decide di risolvere il problema proprio per ottenerne un risparmio)
    – nel caso dell’avvocato la valutazione è (quasi sempre) legata al vantaggio economico ottenuto dal proprio cliente a danno di un altro cliente di un altro avvocato; poco importa relativamente ai metodi utilizzati per ottenere il risultato.

    D’altra parte (come realmente dice un amico, affermato professionista forense) l’avvocato si fa prezzolare per convincere un giudice della veridicità delle balle che il cliente vuole raccontate.

  6. Ach… Avvocaten..

    Come alcuni di Voi già sanno, in passato ho avuto qualche problemino di relazione con gli appartenti alla categoria forense, quelli che comunemente vengono definiti “Avvocati”. Ora, pur essendo certo che qualcuno onesto ed in gamba ci sia,…

  7. Sono anch’io un libero professionista iscritto a un albo. Per giunta ho votato per questo governo. Sono d’accordo che gli attuali ordini professionali sono profondamente da rinnovare.
    Ma non da eliminare.

    Spariamo pure sugli avvocati e le loro tariffe minime. Perché non facciamo lo stesso con i giornalisti italiani, o i nostri parlamentari che sono in assoluto i più pagati al mondo (14mila euro al mese – il doppio degli inglesi e dei tedeschi)?
    Intanto la situazione all’estero dove gli ordini hanno meno importanza non è tanto migliore. Credo che pochi sappiano cosa sia il mondo degli avvocati o degli ingegneri in UK o negli USA.

    All’interno di questa guerra santa contro i liberi professionisti, tutti attaccano in modo demagogico il problema dal lato più facile (le tariffe professionali, che sono di fatto già liberate da anni), ma evitano accuratamente di toccare i due punti più gravi che stanno alla base del problema.

    Il primo è la delirante situazione dell’amministrazione pubblica con cui un professionista deve avere a che fare tutti i giorni. Nel mio lavoro mi scontro giornalmente con leggi assurde e complicate e farraginose, uffici disorganizzati e personale pubblico impreparato e incapace, regolamenti e prassi applicative che cambiano di settimana in settimana senza alcuna logica o preavviso.
    La totale mancanza di certezza su tempi, procedure, criteri di applicazione e interpretazione (certo, in Italia le leggi sono così complicate che si interpretano) e su responsabilità fa sì che tempi e costi si allunghino, spesso in modo totalmente assurdo e incontrollabile.
    Qui le tariffe minime non c’entrano niente. Chi paga per tutto questo? Il professionista o il cliente? E’ colpa mia, devo pagare io?
    Se si vuole davvero che i professionisti costino meno, perché invece non si riforma la macchina pubblica e si riscrivono migliaia di leggi per rendere le cose più semplici e chiare, con costi minori per tutti?

    Secondo punto: in Italia è difficile farsi pagare una parcella a lavoro finito. Già le contrattazioni sono normali, inoltre i pagamenti a sessanta / novanta / centoventi giorni esistono solo in Italia, e sono un’aberrazione del sistema. Ma spesso c’è chi aprofitta di un sistema civile e legale totalmente bloccato per non pagare il professionista, che comunque ha fatto il suo mestiere. Se eliminano gli ordini e un tariffario di base sia chiaro che togliamo una delle ultime difese contro chi non ti paga. Allora datemi un’alternativa: un sistema legale civile che funziona. Ma da noi una causa civile dura più che nella Russia di Putin. Con l’aggravante che poi l’agenzia delle entrate non ci crede se gli dico che un cliente non mi ha pagato, e mi chiede lo stesso tasse non pagate per migliaia di euro (vita vissuta).

    E’ facile rinnovare solo un parte del sistema (i professionisti e le tariffe) e lasciare le altre come sono. Io lavoro volentierissimo con le regole americane e tedesche, perché lavorerei meglio e guadagnerei molto di più (anche questa vita vissuta). Ma allora voglio avere un’amministrazione pubblica e un sistema di regole che funziona allo stesso modo. Altrimenti è pura demagogia, vendetta sociale, e anche un po’ volgare.

  8. Di avvocati e tariffe minime

    Un bel post provocatorio su Macchianera dal titolo La tariffa è minima, e l’onestà?
    In mezzo agli sfondi con foto di donne più o meno vestite (che scarico sistematicamente), ogni tanto anche qualche cosa di interessante.

  9. Low resolution:

    Con un ANCHE al posto dell’invece, i tuoi suggerimenti sarebbero condivisibili. Ma quando il commento a un atto è “perché INVECE non si fa [inserire suggerimento a piacere]” è il classico commento che molti italiani fanno quando si va a toccare un loro interesse personale.

    Per quanto riguarda le fatture non pagate e le tasse da pagare, il mio commercialista quando mi manda la parcella ci scrive sopra “la presente bozza non costituisce fattura. La fattura verrà emessa all’atto del pagamento ai sensi dell’art n° 6 D.P.R. 26/10/1972 n° 633”.
    Prova un po’ a informarti (non ho idea di cosa sia quel Dpr), è possibile che possa servire anche a te.

  10. Fa piacere vedere tanta solidarietà verso una delle caste miliardarie di questo Paese. Non tutti gli avvocati sono miliardari? Sarà, però tutti gli avvocati sono parte della casta. E se sei fuori puoi anche laurearti a pieni voti ma stai tranquillo che nella casta non entri.

  11. Sono un giovane avvocato, non ho una barca ne’ milioni in banca, sono agli inizi e come tanti miei colleghi giovani e senza cognome lavoro tre volte di piu’ per riuscire ad arrivare a fine mese in attivo.
    Questo mondo non e’ tutto rose e fiori come sembra da fuori: non e’ il titolo che automaticamente ti manda nell’olimpo dei miliardari, e se non hai uno studio gia’ avviato a volte campi peggio del metalmeccanico che almeno la pensione la vedra’ un giorno.
    Sul decreto bersani in alcuni punti (vedi pubblicita’) sono d’accordo, su altri (vedi tagli sui minimi) non tanto: i clienti quando vengono da te gia’ pensano che li vuoi fregare e quando gli fai vedere la parcella gli sembra sempre troppo alta per quello che fai (e poi sono gli stessi che dal medico lasciano senza fiatare centinaia di euro per 10 minuti di consulto senza nemmeno spogliarsi). Le tariffe minime mi permettevano di giustificare al cliente un lavoro che io ho svolto nel migliore dei modi e che per il valore aggiunto che do’ vale quella cifra.
    Io ho studiato una vita per fare questo lavoro, sono preparata, mi aggiorno continuamente e cerco di fare sempre l’interesse del mio cliente; non mi aspetto di fare soldi facili solo perche’ sono diventata avvocato, ma ho diritto ad essere ben remunerata per il lavoro che svolgo.
    Sinceramente sono stanca di questo generalismo tipicamente italiano dove tutti gli avvocati sono ladri e miliardari, i giornalisti sono tutti raccomandandati e non pagano lo stadio, i viaggi etc. etc.
    Forse se il decreto bersani fosse stato frutto di una preventiva concertazione e di un altro tipo di legiferazione (dove stava tutta questa necessita’ ed urgenza faccio fatica a capirlo ancora)si sarebbe arrivati agli stessi risultati (=liberalizzazione) con meno problemi. E premetto che non sono una elettrice di centro destra.
    Solo un opinione

    marianna mangone

  12. “… ma ho diritto ad essere ben remunerata per il lavoro che svolgo.”

    Il giovane ingegnere (non ammanicato) convive con la legge della domanda e dell’offerta.
    Il periodo dei diritti è finito da un pezzo; questo rimane solo per alcuni baroni che, purtroppo, costituiscono l’ossatura dell’Ordine (ingegneri civili).

  13. Sembra di essere nel blog di Beppe Grillo. Becero qualunquismo, ignoranza e populismo a grandi palate messe sul ventilatore.

    Quello dei minimi tariffari è un clamoroso falso problema. Perché quasi nessun’ordine lo fa più rispettare da anni. Perfino negli appalti pubblici si scrive espressamente di sconti dal 40% al 60% sul tariffario dei professionisti.

    L’ordine degli avvocati di Milano ha fatto come al solito una pessima figura. Il tariffario “minimo” è cazzata, ma un tariffario di riferimento è necessario.

    Ma qui si sparano cazzate sui professionisti miliardari (forse parliamo dei giornalisti?). Questa discussione è meno interessante e più volgare e più becera delle tette e dei culi dei post che seguono e precedono.

  14. LR non è obbligato a leggere ciò che, a quanto pare, gli fa schifo. Quindi arrivederci.

    Da utente voglio solo fare una considerazione: tempo fa sono stato all’ordine avvocati di Brescia per sapere se la tariffa che un avv mi aveva fatto era proporzionata: l’impiegata (avvocato anch’essa) mi ha chiesto sessanta euro per dirmi che sì, era proporzionata, ma se avessi voluto la certificazione scritta avrei dovuto sborsare almeno 150 euri (ed ha sottolineato ALMENO). Non so se è un modo di fare dell’albo di Bs, ma a me sembra un atteggiamento mafioso…
    ciao

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