Ballando con il diavolo

Sottotitolo: come un “comunista” commenterebbe un’innocente foto su Flickr. Con Henry Kissinger. [*]

Mi domandavo, avendo bene a mente la scarsa priorità della domanda (e quindi l’ancor più scarsa priorità della risposta): può un cittadino di sinistra (o di centro-sinistra che dir si voglia), un cittadino che fa Politica, un cittadino che è Sottosegretario agli Affari Esteri, dico, può mettere in bacheca una sua foto con Henry Kissinger? No, ripeto: Henry Kissinger.

Per potere, può. E sia lodato Iddio. Però, meglio, c’è da anderne fieri?
Onestamente non so se Gianni Vernetti vada fiero di quella foto, e gli riconosco l’attenuante d’aver fatto una faccia un po’ stizzita al momento dello scatto (qui si scherza, è ovvio); però di solito Flickr funziona così: le foto migliori, ad insidacabile giudizio di chi le carica, finiscono on-line; le altre rimangono nella digitale, in polaroid, sui negativi.

Adesso: va da sé che Gianni Vernetti sia una persona competente, e nel ruolo di responsabile delle Relazioni Internazionali per la Margherita mi pare d’aver capito sia molto vicino (o qualcosa in più) a quei popoli del Lontano Oriente troppo spesso lasciati soli: certo, sarebbe da definire cosa significhi stare a fianco di un popolo, e con la stessa onestà di prima mi sentirei di sottoscrivere più le parole di Gino Stada che non quelle moderate (?) di Vernetti; mi rimane poi da leggere nella giusta chiave un pensiero un po’ spiazzante dello stesso Vernetti: "Credo che i problemi di Asti, Alessandria o della periferia torinese siano importanti quanto il conflitto mediorientale": ma si parlava di interdipendenze, di globalizzazione, e quindi può starci, se uno vuole.
Aggiungo, trascurabilmente: se tutti quelli in Parlamento avessero un blog come G.V. di certo non sarebbe un’Italia migliore, ma di certo più divertente e un po’ meno ingessata. E quella del fotoblog di un Sottosegretario è comunque un’esperienza degna di un qualche merito.

Però, ritornando ad Henry Kissinger, oggetto di una foto che forse era meglio rimanesse in polaroid: mi auguro che Vernetti – dovendo curare le Relazioni Internazionali per uno dei principali partiti del centrosinistra – legga anche LATINOAMERICA. Cito la rivista di Gianni Minà vuoi perché è una delle poche in Italia a parlare del Plan Condor, vuoi perché sottomano ho proprio l’ultimo numero e posso così permettermi una citazione.

Giannino, un fondamentalista liberale, quando chiede “sanzioni immediate” contro la Bolivia, colpevole di attuare il programma di governo sancito da un referendum popolare, forse non sa di condividere lo stesso concetto di democrazia che aveva Henry Kissinger quando, organizzando il colpo di stato in Cile, affermò: «Non vedo la ragione per cui un paese debba diventare comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo».

(Gennaro Carotenuto, LATINOAMERICA, pg.121)

È storia il "coinvolgimento" di Kissinger nel colpo di Stato che portò al potere Augusto Pinochet; questo articolo di Irene Panozzo per Lettera22 rende bene l’idea di cosa fosse il Cile di Allende per Washington: se faceva paura la Revolución in una piccola isola del Caribe, figuriamoci il Cile.
Vale il prezzo The Pinochet File: A Declassified Dossier on Atrocity and Accountability di Peter Kornbluh, colpevolmente orfano di una versione italiana (o così m’è parso).
E ancora, si diceva, il Plan Condor: un pezzo di storia che andrebbe affrontato nelle scuole, per iniziare. Non so, poi, se Vernetti abbia avuto modo di leggere il bel libro di Stella CalloniLos Años del Lobo – che mi ha segnalato Gennaro (e lo ringrazio qui pubblicamente), ma immagino di sì. Come presumo abbia letto qualcosa del paraguayano Martin Almada, che non faccio fatica a definire il massimo esperto sulla Operazione Condor.

Bene: Vernetti è persona competente, ma quella foto con Henry Kissinger non l’ho proprio capita, non m’è proprio piaciuta. Sempre che ci fosse qualcosa da capire, sempre che ci fosse qualcosa di piacevole.


Postilla: il sottotitolo è lì per far capire – a quei pochi che ne avessero bisogno – che l’indignazione non arriva per una foto, per quanto questa possa apparirmi bizzarra.

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3 Commenti

  1. Ma in fondo la margherita non è altro che l’udc con un altro nome. però purtroppo, in un paese come il nostro, senza quei voti oggi non ci sarebbe il centro-sinistra (molto centro e poca sinistra) al governo.

  2. Se si vuole capire l’America, è anche utile scambiare quattro chiacchere con Henry Kissinger. Vivessi là con buone probabilità militerei nei Democrats, non certo nel partito di Kissinger.
    L’incontro, al quale ha partecipato anche Rutelli, è stato invece molto utile per comprendere il punto di vista di un repubblicani tradizionale sui principali temi della politica estera globale.
    Usciti da Kissinger siano stati da George Soros e poi al congresso ad incontrare i New Democrats un gruppo di 70 deputati democratici “centristi”.
    Last: sono appena stato a Kabul e Gino Strada è un grandissimo medico di certo, ma quando sostiene che sarebbe meglio che tutti i soldati stranieri se ne tornassero a casa sbaglia terribilmente. Senza l’ONU, la NATO e l’Europa, quel paese sprofonderebbe nuovamente nel cupo regime talebano. Cari saluti.

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