Il maratoneta

Luca CoscioniSe tu fossi qui davanti a me, non potresti sentire la mia voce. Nove anni fa sono stato colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica. E’ una malattia neuromuscolare oggi incurabile, che rende chi ne è colpito paralitico e incapace di parlare con la propria voce. Oggi, grazie alla scienza, posso di nuovo comunicare. Impiego mediamente 30 secondi per scrivere una parola, che poi verrà letta dal sintetizzatore vocale del computer grazie al quale posso parlare, esprimermi. In una parola, vivere. Le parole per me sono divenute una risorsa scarsa. Devo distillarle una per una, come una cosa preziosa. Eppure, ce ne sono mille che vorrei urlare. Per dare a migliaia di persone come me una speranza. Perché la ricerca che potrebbe salvarci non si fermi. C’era un tempo per i miracoli della fede. C’è un tempo per i miracoli della scienza. Un giorno il mio medico potrà, lo spero, dirmi: “Prova ad alzarti, perché forse cammini”. Il fatto è che non ho molto tempo, non abbiamo molto tempo. E, tra una lacrima e un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà. Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca scientifica. Ma non possono aspettare. Non possono aspettare le scuse di uno dei prossimi papi”.

(Luca Coscioni, 16/7/1967 – 20/2/2006)
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13 Commenti

  1. Credo sia utile segnalare la sezione di Stampa Alternativa dalla quale è possibile leggere (grazia ad una condivisione sotto licenza Creative Commons) tutta l’opera:

    http://www.stampalternativa.it/liberacultura/index.php?p=7

    Per aiutare chi, come me per esempio, ha seguito poco Coscioni, e ora magari vuole capirci di più di un uomo e di una battaglia che hanno riscosso comunque tanta ammairazione e tanti consensi.

  2. Avrei amato che, in vita, avessero messo in luce quanto Coscioni avesse fatto del suo corpo il medium del suo messaggio, in senso quasi opposto di come lo fece Woityla. Invece, come sempre in Italia, la commozione pelosa del “morto e buono”.
    R.I.P.

  3. Un saluto a Luca. Ho conosciuto Luca Coscioni ad una manifestazione ad Orvieto. Il primo pensiero incazzato e disperato all’indomani del fallimento referendario ando’ a lui e al figlio di un mio amico gravemente ammalato.
    M.

  4. la scienza ci può forse prolungare la vita, ma alla fine dobbiamo comunque mollare. Meglio pertanto non fidarsi della scienza più del necessario. Perchè è comunque gestita gente che vuole fare soldi. Le malattie “ricche” (quelle che si sviluppano nei paesi abbienti) sono combattute, quelle “povere” (endemiche dei paesi africani oppure quelle di “nicchia”) non meritano investimenti nella ricerca…

  5. E quindi? Quanto è per te il “necessario” entro cui fidarsi della scienza? Cosa vuol dire “alla fine dobbiamo comunque mollare”, che è giusto vietare la ricerca perchè gli scienziati hanno alti stipendi e le cause farmaceutiche grandi profitti, tanto la gente come Coscioni è destinata a morire?

  6. Alberto, il fatto che le malattie “povere” non siano combattute, non è un buon motivo per smettere di combattere quelle “ricche”.

  7. alberto, capisco che alla fine dobbiamo comunque mollare, ma se mi sta arrivando in testa un vaso di fiori io comunque a scansarmi.

  8. Luca e Paolo, alle Iene, stanno leggendo in questo momento le parole di Luca Coscioni che anche Gianluca ha riportato.

  9. E ‘Luca e Paolo’ alle iene non potevano svegliarsi prima???
    O aspettavano proprio questo?!!??!
    CHE SCHIFO!

  10. Luca e Paolo hanno parlato di referendum , hanno intervistato Pannella in campagna referendaria, hanno detto che vorrebbero la Bonino presidente della repubblica, e hanno letto in tv, solo loro, ciò che scriveva Luca Coscioni.
    Informati,testa di cazzo.

  11. Ciao,io sono una ragazza ammalata da 6 anni di una malattia tutt’ora sconosciuta ai madici,come può alberto dire che prima o poi bisogna comunque mollare?!Per me e per le persone come me, mollare significa perdere qualsiasi speranza di poter guarire o per lo meno di poter migliorare la nostra vita.

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