Mac Pride

L’orgoglio di essere Mac. L’orgoglio di usare i computer di Apple, di avere un iPod, di far parte dell’élite. L’orgoglio di essere diverso. Me ne sono reso conto la prima volta cinque anni fa, partecipando al primo MacWorld (all’epoca si scriveva così, con la W in maiuscolo), quando è arrivato il momento di fare “outing”.

A San Francisco, alle sette del mattino davanti al Moscone Center, il centro congressi più grande della California settentrionale intitolato al sindaco pro-gay ucciso da un pazzo reazionario negli anni Settanta, aspettando di entrare per assistere all’evento più surreale del mondo della tecnologia, cioè la “messa cantata” di Steve Jobs, co-fondatore e carismatico comandante di Apple, guardando duemila altri pazzi in coda dall’alba come me mentre la skyline di San Francisco ti regala attimi mozzafiato con i gabbiani che volano attraverso un cielo terso e punteggiato di grattacieli colorati, mi sono sentito orgoglioso della mia diversità. I miei fratelli di Mac mi hanno fatto perdere timori e timidezze, ho trovato finalmente il coraggio di pensare che quel piccolo miracolo della tecnologia portatile tutto bianco che riposava nel mio zainetto fosse qualcosa di più che non due chili e spiccioli di tecnologia, un sofisticato ed elegante strumento di comunicazione. Era un segno, uno stigma, e forse anche un tatuaggio dello spirito. Era me, e io in qualche modo volevo essere lui.


Non è un caso se proprio San Francisco ha visto nascere e crescere la cultura legata a due arcobaleni. Il primo è quello della bandiera colorata, l’icona del movimento gay, che campeggia all’inizio di Castro, il quartiere altrettanto gay appollaiato sulla collina centrale della città, vicino a Twin Peaks, proprio in cima a Market Street. Elegante, rilassato, alterna negozi di articoli gay e sex toys a dolci caffetterie e ristoranti esclusivi. Le coppie che camminano per le strade sono educate, upper class, spesso conservatrici, e straordinariamente speculari. Lei è una donna e anche lui lo è, almeno da un punto di vista strettamente biologico. Lui è un uomo e anche lei lo è, sempre da un punto di vista strettamente biologico. Le differenze sono altre: di genere, di carattere, di attitudine, di gusti, di passioni. Quelle di sesso non contano più, ovvero si invertono – per usare un termine che il Ventennio italiano avrebbe tramutato in stigma dell’identità e preferenza sessuale “sbagliata” – e si ricombinano in un mix variato, dinamico, strutturato in maniera alternativa. Come un arcobaleno, appunto, porta con sé molti più colori che non i due fondamentali tramite i quali la biologia ci ha abituato a perpetuare la specie.

L’altro arcobaleno, anarchico e disordinato, visto che la sequenza non rispetta quella naturale della teoria del colore, era disegnato fino a pochi anni fa sulla superficie della mela stilizzata e morsicata che per molto tempo ha reso il logo di Apple uno dei più famosi al mondo. Com’è nata l’idea della mela, perché proprio Apple come nome, sono misteri che la sera davanti a un fuoco informatico gli appassionati si sussurrano cercando di fornire paradossali e surreali interpretazioni o riferendo di verità nascoste e straordinarie teorie del sospetto per iniziati. Non conosciamo la verità, forse neanche i protagonisti la conoscono, però l’idea di un frutto della tentazione finalmente addentato, l’idea di un arcobaleno anarchico, l’idea dello stile unito alla leggerezza di chi vuole pensare in maniera differente, vivere rompendo gli schemi grigi di una vita banale e impiegatizia fanno parte dell’immaginario, sono quelli che hanno scavato la mente di migliaia di appassionati.

Il mio arcobaleno, quella mattina, era il secondo, ma valeva quanto e più del primo, almeno simbolicamente. La fratellanza del Mac, quel giorno lontano, stava liberando pulsioni represse per un decennio, aprendo la strada a un nuovo tipo di dimensione esistenziale dell’informatica. Grazie a lei, grazie alla lunga coda davanti all’entrata della salone principale del Moscone Center, il mio piccolo mondo personale era cambiato per sempre. E come me anche quello di migliaia di altri, negli anni precedenti o in quelli che ho potuto testimoniare successivamente. Martedì scorso, in coda davanti alla solita porta a vetri, circondato da volti americani, asiatici e di tutta Europa, chi con lo zainetto, chi in maniche di camicia e chi nel suo giaccone sintetico, cercavo negli occhi dei miei vicini più giovani lo stesso lampo, la stessa espressione che penso di aver avuto io quella volta. Ne ho trovate tante, altre ne ho solo forse immaginate, parecchie sono andate perse o magari ben nascoste dietro visi alieni e incomprensibili. Ma le cose sono cambiate anche per me.

Tra il 1989 e il 1992 la passione per il Mac, il computer appena scoperto in un’era che non vede nessun tipo di passione che non sia solipsistica e totalmente autoreferenziale, si consumava giocando con le prime funzionalità “evolute” ma “facili” e al tempo stesso “potenti” di un mondo che fino a poco prima era stato diviso tra macchine economiche ed incredibilmente facili e divertenti da usare – i microcomputer come il Commodore 64 o lo ZX Spectrum – e quelli potenti ma impossibili e complicati, come i primi Pc. Mac no. Mac era il sogno americano in una piccola scatola grigia con il piccolo monitor integrato. Era l’alieno che la madre americana di una mia compagna di scuola teneva sul tavolo di legno della sua enorme cucina rustica del cascinale ristrutturato sulle colline fiorentine, era il sogno di una macchina piccola e potente, raffinata e indomabile, che ti sceglieva anziché farsi scegliere. E mi aveva in qualche modo scelto, anche se non me ne rendevo ancora conto.

In questi giorni, la centesima volta a San Francisco, la centesima volta di corsa per tre isolati attraverso Union Square, un pezzo di Market Street, poi giù per la Third Street sino all’angolo con il Moscone, in ritardo come al solito per l’apertura della sala stampa, con un paio di articoli da scrivere per il quotidiano in Italia come al solito in chiusura, mi sono reso conto di quanto sia cambiato tutto in un tempo che sarebbe più che normale nella vita “biologica” di tutti noi ma che, in termini di evoluzione tecnologica, è un’era geologica, un abisso. Il Nokia Umts che funziona in roaming anche con la banda larga, il navigatore satellitare TomTom aggiunto con la ricevente Gps senza fili grande come una scatola di fiammiferi da cucina per quando prendi la macchina noleggiata via Internet dall’Italia, la scheda senza fili del mio PowerBook, l’onnipresente connessione senza fili dappertutto, le persone che incrocio sul marciapiede chi con le cuffie bianche di un iPod, chi con l’auricolare Bluetooth e chi a scrutare la posta elettronica appena arrivata nello schermo del suo Blackberry. Quattro anni fa tutto questo non era possibile, o solo a tratti e forse per caso o per sbaglio.

La mia passione del Mac è rimasta costante, forse si è un po’ andata maturando, di sicuro è stata un conforto in un momento di accelerazione e insicurezza costanti. Nella ricerca continua di una nuova identità post trauma, dopo l’11 settembre, la crisi, la deriva dei valori, l’ubriacatura di governi che non governano e di guerre che sono tali solo in televisione (altrimenti si chiamerebbero massacri e scuoterebbero ancora qualche coscienza residuale) hanno scavato un solco profondo, prodotto dei traumi, introdotto delle sindromi psicotiche nella vita di tutti i giorni. Adesso rimane solo la ricerca di un conforto. Guardo la Lincoln nera con le antenne radio quadruple e i vetri oscurati allontanarsi con l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, appena uscito dal Moscone Center: l’uomo che poteva sconfiggere Bush ma è rimasto legato al palo della sua sconfinata e fanciullesca improntitudine. Fa il consulente, ha un posto nel consiglio di amministrazione di Apple, gioca ancora con la tecnologia come suo padre aveva giocato con il sistema viario statunitense costruendone le arterie portanti, pensando di essere lui quello che ha costruito le autostrade digitali dell’informazione. Lui è il sogno che è diventato vita normale, un po’ ingrassata e imbiancata, senza più brivido e senza più traguardi da poter tagliare. Il mio nuovo PowerBook nel solito zainetto è la confortante dimostrazione che la vita non procede per terremoti ma che qualcosa di conosciuto e amico rimane sempre a portare conforto. Il nero che fuma accanto al bidone della spazzatura che tra poco svuoterà nel suo furgoncino per raccogliere l’immondizia, infine, ha un colore antico e non cambierà mai, perlomeno fino a che ci sarò ancora io. Chissà se succede anche a chi fa outing con i colori del primo arcobaleno di provare col passare degli anni un orgoglio diverso, più maturo e forse appesantito dall’avanzare del tempo, di certo più confortante e poi – alla fine – desiderare un compagno che ti rendi conto non è quello con cui vorresti vivere, bensì colui senza il quale non puoi vivere. Chissà. E’ l’orgoglio di essere Mac?

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50 Commenti

  1. Alla quarta riga mi sono assopito. Qualcuno mi fa una sintesi di questo delirio mac-taliban? Grazie.
    E poi chi e’ sto Antonio Dini?

  2. Clap, clap, clap. E ripeto: CLAP, CLAP, CLAP. In piedi, ovviamente, in una solitaria standing ovation. Non ho l’onore di vivere l’orgoglio Mac, ma ho avuto l’onore di leggere 10000 battute di autentica bravura. Ed è stato un vero piacere.

  3. Da fan impazzito di Macintosh, ribadisco che di ritorno da San Francisco è sempre meglio non rivendicare nessuna orgogliosa diversità.

  4. Mha.. Quando ho iniziato a usare il 386 con windows 3.1 e pagemaker, parlavano tutti del Mac col processore risc.. “Ah, il processore motorola..Altro che quel cesso di Intel.. AHAHAH!! ..” E ora ? Tutto uguale, no !? Mac ora è solo un marchio, un logo e l’immagine riflessa di cio’ che era Jobs negli anni ’80 . Il mac è un pc costoso,e basta. E se devo rimpiangere qualcosa, quello è il mio Amiga 500, che dava la polvere a tutti . (Comunque bel pezzo.. Il fratello di Dino Dini ?)

  5. Mah … che toni accesi. Bravo quanto ti pare, ma tanta lunghezza e radioso fanatismo sono un cazzotto allo stomaco, sopratutto per chi è abbastanza indifferente ai pc color lavatrice …
    Di Kick Off2 fanno ancora tornei, nevvero?

  6. Mha..Sembra di sì.. A dir la verità io ho sempre preferito sensible soccer, pero’ (vedi che alla fine PES o FIFA.. non s’inventa niente di nuovo .. E’ il dualismo che accende i cuori..win VS mac .. amiga vs atari) . Mi è tornata voglia ! Googlo alla ricerca di un emulatore Amiga !

  7. Bello, mi ha ricordato l’ atmosfera che ho vissuto dieci anni fa in una vacanza californiana, nonché una lettura adolescenziale: Il Piano Infinito.

  8. Ci deve essere anche della roba buona da fumare a San Francisco, se uno può scrivere un pippone di questo genere tra l’epico e l’intimista su un computer.
    Un computer che, va detto, non ha nulla più degli altri se non quella melina.

  9. “in un’era che non vede nessun tipo di passione che non sia solipsistica e totalmente autoreferenziale”… lui si è evoluto in un feticista sociale. E’ pur sempre un’evoluzione, però mi comunica tristezza. E’ “orgoglioso”. Fa “outing”.

    (Ma se io sono triste e lui felice, avrà ragione lui).

  10. Oh ma com’è che tutti quelli che hanno un Mac sono “Think Different” ma dicono tutti le stesse cose ?
    (quelle delle pubblicità Apple)
    AHHHH Il marketing …. che strumento meraviglioso per fottere la mente convincendoti che sei “Un meraviglioso fiocco di neve , unico , puro ed irripetibile”.

  11. I discorsi sul computer “che non ha niente in più degli altri” (a parte che è falso da ogni puto di vista) mi fanno venire in mente i discorsi che facevo con la colf romena.
    Le chiedevo se avesse mai visto il mare e rispondeva che sì, diceva che era mare a tutti gli effetti: aveva le spiagge, l’acqua, i pesci, le barche. Era il Mar Nero.
    E probabilmente, sinchè non si immergerà seriamente nel Mediterraneo, continuerà a pensare che il mare è il mare.

  12. La superiorità morale degli utenti Macè messa in crisi dalla scalata Intel: Mela Z, compagni!

  13. F.F. trovo semplicemente ridicolo il fanatismo dei machisti, sedicenti membri di una “élite” formata da chi vuol pagare di più una cosa solo perché è Apple Outside. Nessuna differenza con quelli che comprano le Nike Silver a 300mila lire, per dire.

    Carina comunque la metafora del mare. Per restare in tema mi ci sono tuffato più di una volta, in codesto Mediterraneo, e purtroppo ogni tanto mi tocca continuare a farlo (per lavoro). Sicché sarà anche meglio del Mar Nero, ma codesto mare, se Mediterraneo ha da essere, mi pare sia l’Adriatico di Marina di Ravenna, ecco.

  14. Quanto rocicano sti piccisti…!
    Ancora a dire che il mac è più costoso poi… ahahaha!
    Divertente!
    In quanto ai virus che non esistono poi, è tutta un’altra vita rispetto agli sfortunati costretti a mille verifiche ad invio.

  15. Ma è vero che comprandolo negli USA ci si ritrova con tutte le spine e le cose varie non adattate per il nostro sistema?

  16. HerbertSimone a guardarla bene il discorso sui virus e i Mac è lo stesso che fa quello che compra il Califfone invece dell’Honda SH perché così non corre il rischio che qualcuno glielo rubi…

  17. F.F.: grazie, in effetti talvolta mi capita di essere felice ma difficilmente per via del computer (mac, wintel, linux o quel che sia) :-)

  18. Candido Antonio, se esiste un post (a maggior ragione perché lirico e appassionato) che non ha nessun senso pubblicare su Macchianera, be’, è questo.

  19. Che bello..Un flame su Mac e Piccì come ai bei tempi.. Con Facci come guest !! .. Il Mac l’ho usato in uffico dal ’92 al ’95.. Ma ho consumato i polpastrelli sull’Amiga.. E l’Amiga, Signori, era DAVVERO anni avanti. E non solo per i giochi (anzi). E son felice. Perchè ho avuto la fortuna di poterlo “usare” . I piccì son sempre stati scatolotti senz’anima. E ora anche il Mactel.

  20. in effetti non ha granchè senso pubblicare post come questo perchè gli utenti pc non capiscono e reagiscono come se l’esistenza stessa di qualcuno che usi cose diverse dalle loro sia sintomo di devianza, mentre i mac user annuiscono, si fanno venire i lucciconi agli occhi e ti invidiano per non essere al MacWorld. (grazie Antonio! :P )

  21. Sono anche io pro Mac per svariati motivi e non sono assolutamente qui a commentare per dire “perchè” è o non è superiore.
    Io mi ci trovo meglio e credo di avere abbondante esperienza tecnologica per decidere vantaggi e svantaggi nei vari contesti.
    Detto questo, volevo sottolineare quanto scritto qualche commento sopra: il vero computer con il rapporto “visione futura”/”tecnologia attuale” più alto di sempre è e sarà l’Amiga!
    (In realtà era Atari, ma è più un argomento da technoromanzo).

    Che poi il Mac e l’Amiga fossero parenti abbastanza stretti, è un altro discorso. :)

    “Kickstart 1.3 – Workbench 1.3”

  22. L’unico che ci azzecca in pieno è Diddy.

    Anche il nostro illustre prof. di Marketing Industriale ama portarvi d’esempio machisti. Ammetto il design geniale, ma il resto…

  23. Il punto è che il macintoshiano medio parla del proprio mac come parla della propria fidanzata dopo averci fatto l’amore.
    Chi ha un pc ne parla come un poveraccio a cui la ragazza ha appena fatto le corna.
    Ci sarà pur un motivo, no?

  24. Non è che il mac-user sia fanatico, è che chi non ne ha provato uno s’è perso qualcosa. Per pigrizia intellettuale.
    Nel mac tutto è bello, o almeno cerca di esserlo: se abbasso le luci il monitor abbassa la luminosità, le letterine della tastiera siilluminano d’azzuro: se riduco una finestra, viene assorbita con fluidità in una mianutara del dock. Secondariamente non ho mai avuto un virus o un crash di sistema negli ultimi 5 anni.
    Saluti.

  25. Carmelo parla per te! Per restare nella metafora la mia ragazza è onestissima e bellissima ed è la stessa da anni. Solo che ogni tanto le rifaccio le tette come voglio io senza andare dal chirurgo plastico.
    Tu la devi cambiare…

  26. Ne ho incontrata molta di gente che sostiene che il mac sia un pc costoso.
    Molti di loro di informatica non capiscono un’acca, molti di loro sono quelli che ti chiamano per sistemargli il pc perche` e` lento, perche` sono pieni di virus o perche` quell’hardware che hanno appena comprato non e` compatibile con windows vista.
    Io ho la necessita` di usare un pc per del software che non funziona con il mac, e il piacere di usare un mac.
    Non si pianta mai, non c’e` nessun bisogno di driver, praticamente non esistono virus, il core e` BSD… Mi dispiace un po’ per il passaggio ad Intel, preferisco la filosofia risc, soprattutto per i lavori che il mac fa meglio. ma ormai gli intel sono degli ibridi ben progettati. E la ibm come al solito si fa sfuggire le cose di mano.
    E` stupido ingaggiare una lotta mac vs pc.
    Chi non ha mai usato il mac non puo` dire niente. E soprattutto, non ci ferite mica noi utenti mac. a dirci che non comprerete mai un mac. noi siamo felici se non li comprate, i mac. visti i presupposti.

  27. Munkypot: non avrei saputo usare parole migliori!
    A me sto post ha quasi commosso… e anche il mio powerbook concorda!

  28. Un po’ trionfale, come tono, è vero. Ma questo non toglie che mi ha fatto sentire tutta l’invidia di non esserci stato. Beato te, Antò.

  29. Ho sempre usato il pc, da quando avevo circa 10 anni, mi ricordo che il mio primo pc era un 8086 da 10mhz con 20mb di hardisk, 512kb di ram e dischetti da 5″1/4.Da quel momento ho sempre usato il pc. l’hanno scorso ho avuto la fortuna di approcciarmi al mac. e onestamente non ci sono paragoni. il mac è un computer fatto per chi con il computer ha qualcosa da farci. il mac non è adatto a tutti e non è adatto a tutto. semplicemente nel suo campo è il migliore. l’os è un sistema facile da usare intuitivo e bello da vedere, l’architettura interna del mac è studiata nei minimi particolari, non c’è un cavo fuori posto e anche i flussi di aria sono incanalati per non avere dispersioni. il mac è nel suo genere unico e chi lo usa (per un motivo vero, non per navigare su internet giocarci o guardar film) se ne innamora perchè è un computer che ti viene incontro e ti fa vedere quanto usare un computer sia facile è veloce.

  30. Tre ani fa esatti, su questo blog si parlava della stessa cosa. Commentai:

    “Non ho mai visto un maccaro (e da grafico ne vedo tanti) che non fosse un evangelista convinto. E’il marketing o qualcosa che si sprigiona dalle confezioni della Apple quando le apri? un gas?”

    Leggendo il (bello) articolo di Dini, dopo tre anni e altrettanti keynote, ho la certezza che si tratti di gas. Però, visti gli effetti, vorrei sapere: mica ne farebbe girare un po’ ?

    Sono pure disposto a prendere un MacBook Pro.
    Con ketchup, grazie.

  31. “I Macchisti stanno molto meno male di come stanno veramente”.

    (e io la intendo proprio così)

    Chi non fosse d’ accordo e volesse avere un contraddittorio con me ne uscirebbe con le ossa rotte.

  32. il logo della mela è nato perchè jobs, dopo una serata passata a cercare un simbolo per il suo nuovo pc, dichiarò: se entro questa sera non troviamo un’idea vincente, il simbolo della nostra società sarà una banale mela…

  33. Dario, se inizi col MacBook inizi in un periodo un po’ strano. Io stesso ho iniziato da poco, ma mi ritengo fortunato ad avere uno degli ultimi PPC. Un mac intel e` ancora un incognita.
    Probabilmente e` un gas, hai ragione.
    Ma non ti e` mai capitato di provare una cosa talmente bella e talmente funzionale e “talmente talmente” da volerla consigliare agli altri?
    Vai a dire ad un musicista di usare un pc per registrare, e chiedigli se esiste qualcosa al livello di ProTools o di Logic per PC.
    Chiedi ad un montaggista se esiste qualcosa allo stesso livello di Final Cut.
    Ora c’e` anche Aperture per i fotografi.
    Photoshop va be, c’e` anche per PC ma e` stato un errore.
    Dreamweaver lo stesso ma va be, sicuramente questi ultimi due programmi sono piu` usati e richiedevano la portabilita` su PC.
    Certo che se devi scrivere testi o fare fatture o roba simile chi te lo fa fare di prenderti un mac.
    Ti prendi un pc qualsiasi ti ci fai mettere windows e office e sei a posto.
    E lo paghi molto meno di un mac.
    Ma se invece dovesse servirti un portatile?
    Gli ultimi portatili x86 escludendo i vaio e qualche altra rarita` li hai visti?
    Li chiameresti portatili?
    Pesano 200 chili hanno un’autonomia da far ridere che fai prima a lasciarli su una scrivania attaccati all’alimentatore.
    E poi diciamocelo, sono brutti.
    Il mac vince su tutta la linea, e nessuno mi paga per dirlo. E` semplicemente una verita` assoluta.
    Poi ovviamente le verita` assolute sono opinabili, se no non continueremmo a litigare per stupide questioni come mac-pc intel-amd intel-ppc democrazia-terrorismo (ah no scusa questa non vale sono la stessa cosa) ecc ecc ecc.
    Il racconto del post era splendido. Gli utenti mac “se vojono bbene” e` una grande comunita` dove tutti aiutano tutti, e dove oltre l’informatica ogni tanto trovi anche del sociale.
    Rileggiti il post pensando che si parli di pc e non di mac e ti accorgi che diventa una barzelletta.
    Peace and Apple.

  34. Io il primo mac l’ho comprato un mese fa.

    Dopo un decennio sano di Windows, partendo dal Workbench dell’Amiga presa per giocare a Jaguar a 11 anni, non è stato facile passare al Mac: è stato facilissimo.

    Non sono un fanatico, li ho sempre visti i mac nelle vetrine dei negozi e in qualche internet cafè, era più belli sì, ma non li avevo mai visti all’opera e per me era solo più cari dei pc.

    Mi è bastato poterne provare uno seriamente, per un mesetto, e il confronto è imbarazzante per qualsiasi pc.

    Il mio iBook è bianco, molto grazioso direbbero alcuni, a me onestamente mancano i tasti blu scuro del vecchio toshiba che non si sporcano appena gli cade su un po’ di cenere.

    Sono pragmatico, niente fanatismi.

    I computer apple, almeno quelli che ci sono ora, sono meglio dei Pc, secondo me.

    Però, per cortesia, non potrebbero semplicemente restare dei computer e non degli oggetti di culto e conseguente odio immotivato di tutti gli altri?

    Questa divisione ideologica è odiosa e immotivata.

    Facciamo uno sforzo tutti, cominciando da “noi” Mac User, per evitare che qualche utente windows con la paresi alle mani per consentirgli un rapido utilizzo della combinazione “ctrl+alt+canc” si senta frustrato ed infastidito dall’orgoglio, un po’ pacchiano, di quanti sono così felici di avere un mac da non riuscire a trattenere la propria gioia?

    Ok, ho toppato anche io.

    Ah, una nota per l’autore: se il portatile che hai nello zainetto è tutto bianco com’è che parli sempre di Powerbook?

  35. Ho usato un Mac per un anno e 3 mesi in ufficio… G3, e allora non erano mica cazzatelle visto quello che costavano.
    Dopo un anno e 3 mesi di fermi macchina, crash continui e riparazioni hardware su 3/4 della flotta, e si parla di 20 e qualcosa pezzi, il nostro sistemista ha detto “BASTA! Da domani cambio tutto con PC” (non-redmond-based, ovviamente).
    Salutati altri 40 mila euro, da allora lavoriamo splendidamente.

    [I 20 G3 li abbiamo venduti, e abbiamo saputo che anche l’acquirente dopo 6 mesi li ha abbandonati insieme ad almeno altrettanti di loro proprietà]

  36. Dio come siete bellini! Mi fate quasi tenerezza.
    La cosa più simpatica è quando dite che chi parla male del mac o non capisce nulla di computer, o non l’ha mai provato.
    Immodestamente, non faccio parte di nessuna delle due categorie, e il Mac continua a non piacermi. Come la mettiamo?

  37. Joe, oltrepassando l’evidente tracotanza e il sarcasmo spicciolo che permea il tuo commento (senza offese, uso gli stessi tuoi toni quando commento qualcosa che mi infastidisce, e` solo una puntualizzazione non un attacco), nessuno ti da` torto. Non metto in dubbio le tue conoscenze informatiche, e sarebbero stupidi i “io ne so piu` di te” ecc ecc. Ognuno conosce quello che deve conoscere e va bene.
    Hai provato un mac, non ti ha soddisfatto e non ti piace. Mi pare giusto, nessuno ti obbliga a comprarlo. O forse come Romance hai avuto esperienze negative con la Mela (che pure ci sono, capita anche a me che qualcosa si blocchi nel mac… ma con una frequenza ridicola).
    Giustamente se non lo consideri un prodotto valido nessuno ti obbliga a comprarlo.
    La differenza e` che il mac ha una comunita` (una comunita` dove siamo tutti bellini bellini, giuro!) e un modo di vivere questo microcosmo Apple (detta cosi` sa un po’ di geek) del tutto particolare.
    Dio come siamo bellini noi user Apple, e chi se ne vergogna, anzi!
    Sono 2 apparecchi elettronici, continua a sembrarmi stupido lanciarsi frecciatine contro alla “gne` gne` e` piu bello il mio”.
    Io mi trovo bene col mac, bestemmio davanti al pc perche` ogni 2 minuti qualcosa va storto e se non fosse che mi serve un misero software che esiste solo per windows avrei preso il pc e ci avrei messo linux. tanto per tenerlo su.
    e avrei messo sulla scrivania un bel imac. sai che scena.
    tu invece del mac non te ne fai niente, non ti piace e non te lo compri. non ci vedo niente di apocalittico. tutto qua.

  38. Ingaggio periodicamente un simpatico duello con un’amica mac-user. È ormai quasi una consuetudine dopo ogni keynote. Ovviamente io sostengo la fazione anti-mac, un po’ per convinzione, un po’ per invidia. L’invidia di utente che con Windows ci si trova benissimo ma che non disdegnerebbe una puntatina in casa Apple.

    Che siano macchine con le quali “installare” un feeling strepitoso non ci sono dubbi. C’è chi si innamora della propria vecchia Fiat 500 e chi si affeziona al proprio computer. Io sono affezionato al mio Sony Vaio.

    Le discussioni davanti a un camino sono un appuntamento fisso per chiunque abbia una passione che vive come seconda pelle: chi usa Mac parlerà della vita segreta di Jobs, chi è chitarrista passerà ore a disquisire sulla marca migliore delle corde da utilizzare, chi è cinefilo elencherà con attenzione tutte i cameo dell’attore/regista preferito.

    Per quel che riguarda l’articolo posso solo complimentarmi con l’autore: un bellissimo pezzo di sentimento (personale) e d’affetto (professionale). L’abilità di inseguire il concetto e stuzzicare la fantasia. Continuerò a seguirla, sig. Dini, su macitynet.it e nelle sue incursioni sul podcast di Macchianera.

  39. Munkypot, puoi pure rinfoderare la spada, nessuno ti ha sfidato :-)
    Ho detto solo due cose, tra i commenti (ma come sono permalosi ‘sti macchisti eh…): che il pezzo sembra scritto da un fanatico del Sai Baba; e che tutta questa lirica per un pezzo di plastica pieno di circuiti mi pare sprecata. Tutto qui, puoi star tranquillo.
    Poi, si può essere d’accordo o no, per carità, c’è chi compra la Stilo e chi compra la Focus e persino chi compra la Golf: l’ultimo mio commento prendeva per il culo chi sostiene che se a uno non piace il Mac è perché o non ci capisce nulla di computer o non l’ha mai provato.

  40. Hahahah, ma figurati, quale spada… mai sfoderata io e mai pensato l’avessi sfoderata tu, e` sempre bello un sano dialogo, penso concorderai con me :)
    Si, il pezzo sembra scritto da un fanatico, senza dubbio. Anzi leverei il sembra, molti utenti mac sono fanatici, io in primis.
    E per il secondo motivo, io la penso come te al 100% . Hai pienamente ragione a sostenere che a qualcuno puo` non piacere il mac e questo giustamente non vuol dire ne` che non capisce niente di internett (scusa la citazione ma mi e` venuta spontanea) o che non l’ha mai provato.

    Per Limone:
    “Che siano macchine con le quali “installare” un feeling strepitoso non ci sono dubbi. C’è chi si innamora della propria vecchia Fiat 500 e chi si affeziona al proprio computer. Io sono affezionato al mio Sony Vaio.”
    Va be il sony vaio almeno e` piu` carino dei portatili “medi” :)

  41. Joe, lodevole il tuo impegno ma a nessuno importa come la pensi, o meglio, nessuno t’ha chiesto niente. S’è capito, non ti piace il Mac: chissenefrega.

  42. Ecco, sì. Il VAIO è davvero un piccì con design curato bene. “Dentro” non lo conosco, ma conoscendo la sony non penso cuocia le bruschette..( http://www.zeusnews.it/allegati/004553-toasted.mov ) Ecco, probabilmente la Sony è l’unica che abbia dato un’impronta personale alle sue macchine. Ma non penso vedrò mai i “VaioUsers” ..

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