Brasile: gli squadroni della morte


Per l’immagine si ringrazia PeaceReporter.


Per il Brasile democratico di Lula, che ha ereditato un pesante sottostrato di corruzione ed inefficienza giudiziara, il problema dei cosiddetti squadroni della morte è una delle priorità sulla via della completa liberazione da un passato drammatico.

Chi sono gli squadroni della morte? In larga parte elementi della polizia locale e vigilantes: la loro scia di sangue è visibile soprattutto nelle aree più povere del Brasile e travolge indiscriminatamente criminali e civili innocenti. Il loro vero obiettivo è quello di "pulire" la società da soggetti ritenuti "indesiderabili" e, a dimostrazione di ciò, da alcune indagini è emerso che spesso le vittime sono di colore o omosessuali, quando non meninos de rua colpevoli di non pagare il biglietto dell’autobus: in questi casi la pallottola in fronte è spesso preceduta da abusi sessuali.
Colpiti dalla violenza anche i contadini senza terra, uniti nel magnifico e storico Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra per il quale Aleida Guevara ha riservato parole appassionate in occasione del vertice delle Americhe a Mar del Plata (fonte: Global Project).

Dall’impietoso rapporto del 1998 (The Silent War / *.pdf da 140KB) curato dall’organizzazione non governativa cattolica Jubilee Action, poco è cambiato ed il rapporto annuale di Amnesty International pubblicato tre anni più tardi non annunciava certo un’inversione di tendenza che di fatto non è avvenuta: è di pochi giorni fa la dichiarazione del parlamentare del Partido dos Trabalhadores Luiz Couto che ho raccolto dal quotidiano Correio da Paraíba:

Capita frequentemente che i commercianti di un quartiere contattino i gruppi di sterminio incaricandoli di eliminare ragazzi accusati di piccoli furti.
Altre vittime preferenziali sono i "difensori pubblici", i sindacalisti, i contadini e alcuni imprenditori.
(Luiz Couto, PT)

La relazione finale di 600 pagine presentata da una Commissione d’inchiesta porta alla luce, tra le altre angherie, le numerose e impunite retate avvenute tra il 1999 e il 2002 a Timbaúba, al fine di uccidere 31 bambini e 6 adolescenti i cui corpi furono bruciati.

La situazione è critica (soprattutto in alcuni stati quali Bahia, Espirito Santo e Rio de Janeiro) e va probabilmente al di là delle possibilità politiche di Lula e Couto, circondati da corruzione ed ostacolati a più riprese nei tentativi di riforma del sistema: perché, si è detto, gli squadroni della morte sono fatti da "uomini di stato" e spesso beneficiano della copertura di personalità politiche e di mandanti criminali.

La sconfitta del fronte del al recente referendum sulle armi che ne chiedeva il divieto di commercio, è un riflesso di tale realtà e delle quotidiane preoccupazioni del popolo brasiliano: infatti, se la percentuale mondiale di morti per colpi d’arma da fuoco è del 2,8% in tutto il mondo, nel solo Brasile raggiunge l’11%.

Ma all’orizzonte non c’è solo pessimismo e quadro tetro della realtà: nelle scorse ore, una massiccia operazione nel nord del Mato Grosso ha portato all’arresto di latifondisti occupanti le terre originarie dei Tupi-Kawahib. I capi d’accusa sono "genocidio" e "formazione di squadroni della morte".

Un primo passo verso la piena libertà.

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4 Commenti

  1. Fai benissimo a ricordare questi problemi.
    Un po’ perchè l’arrivo di Lula ha dato l’impressione che magicamente tutti i drammi del Brasile fossero scomparsi all’improvviso.
    Un po’ perchè il nostro senso di colpa non deve mai cessare di infastidirci la vista!

  2. Le attività degli squadroni della morte, invero, sono anche legate al traffico di organi, soprattutto di bambini. I corpi vengono bruciati, dopo, anche per estinguere le tracce di questa redditizia attività.

  3. spero che oggi 7 luglio 2006 qualcosa sia cambiato, mi auguro che sia diminuito anche il commercio sessuale di minori e i morti per mano di questi reietti.

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