Lettere di Aldo Moro dalla “Prigione del Popolo” /5

Il memoriale Aldo Moro

21) A Sereno Freato

(non recapitata)

Carissimo Freato,
la mia allucinante vicenda mi ha dato l’impressione di essere rimasto senza amici. So che non è così, anche se alcuni (o tanti) che potevano, non si sono adoperati. Mi pare così assurdo non si sia accettato uno scambio che non pregiudicava niente, dovendo gli scambiati lasciare l’Italia. Ma non voglio fare lamentele ed accetto da Dio il mio destino. Ma il problema non è mio, ma di una famiglia di cui Lei, così buono ed affettuoso per tanti anni, conosce tutte le complessità. Non posso quindi che ritornare a Lei, pur sapendo che Ella è preso da cose più grandi di queste, per pregarla, insieme con Rana, di guidare, consigliare, aiutare questa famiglia. Ho mille preoccupazioni, ma in cima c’è la non buona salute di mia moglie e la sorte dell’amatissimo Luca con le difficoltà che Ella conosce. Mi affido a Dio ed agli uomini cari come Lei. Chi l’avrebbe detto? E vi era chi progettava, mentre io non progettavo. Dio sa che cosa darei solo per aiutare i miei e basta. Quanto costa lo spettacolo di una apparente grandezza. Aiuti dunque i miei, caro Freato, con la sua immensa bontà. E stia certo di aver fatto la scelta migliore, che io, purtroppo, non ho fatto.
La benedico, insieme ai suoi e l’abbraccio con tutto il cuore
Suo Aldo Moro

Dott. Sereno Freato
Via S. Valentino 21


22) Messaggio

(non recapitata)

prego la cortesia della stampa di voler telefonare questo messaggio a casa mia (3379308)

Famiglia Moro

Stringendomi con tanto affetto a voi vi prego darmi cortese tramite stampa urgenti notizie famiglia et familiari, dettagliando se ricevute mie notizie. Rassicuratemi incidente ferroviario Bologna. Abbraccio forte. Non tardate.
Aldo


23) A Eleonora Moro

(non recapitata)

Genesi 44-29 segg.
“e se mi togliete anche questo, e se gli avviene qualche disgrazia, voi farete scendere la mia canizie con dolore nel soggiorno dei morti. Or dunque, quando giungerò da mio padre, tuo servitore, se il fanciullo, all’anima del quale è legata, non è con noi, avverrà che, come avrà veduto che il fanciullo non c’è, egli morrà e i tuoi servitori avranno fatto scendere con cordoglio la canizie del tuo servitore nostro padre nel soggiorno dei morti. …Perché come farei a risalire da mio padre senz’aver meco il fanciullo? Ah, ch’io non vegga il dolore che ne verrebbe a mio padre.”
Così Luca lontano fa scendere la mia canizie con dolore nel soggiorno dei morti.

Mia dolcissima Noretta,
ti mando alcune lettere da distribuire che vorrei proprio arrivassero come mi è stato promesso. Aggiungo due testamenti che ho già mandato, ma che temo possono non essere arrivati. Uno è il mio lascito ad Anna della mia quota di condominio al terzo piano. L’altro è un lascito a Luca, il mio archivio che, come esecutori testamentari il Sen. Spadolini ed il Dott. Guerzoni dovrebbero opportunamente alienare ad Istituto o Biblioteca, preferibilmente italiani, per costituire una piccola rendita per il piccolo, al quale va la mia infinita tenerezza.
Carissima, vorrei avere la fede che avete tu e la nonna, per immaginare i cori degli angeli che mi conducono dalla terra al cielo. Ma io sono molto più rozzo. Ho solo capito in questi giorni che vuol dire che bisogna aggiungere la propria sofferenza alla sofferenza di Gesù Cristo per la salvezza del mondo. Il Papa forse questa mia sofferenza non l’ha capita. E sembra, d’altro canto, impossibile che di tanti amici non una voce si sia levata.
Pacatamente direi a Cossiga che sono stato ucciso tre volte, per insufficiente protezione, per rifiuto della trattativa, per la politica inconcludente, ma che in questi giorni ha eccitato l’animo di coloro che mi detengono. Salvi dovrebbe ripensare all’inutilità di questo lavoro e del mio sacrificio. Ma ormai è fatta. Mi è stato promesso che restituiranno il corpo ed alcuni ricordi. Speriamo che si possa. E voi siate forti e pregate per me che ne ho tanto bisogno. Tutto è così strano. Ma Iddio mi dia la forza di arrivare fino in fondo e mi faccia rivedere poi i tanto dolci visi che ho tanto amato ed ai quali darei qualunque cosa per essere ancora vicino. Ma non ho, purtroppo, tutto quello che dovrei dare. Così fosse possibile. Dopo si vedrà l’assurdità di tutto questo. Ed ora dolcissima sposa, ti abbraccio forte con tutto il cuore e stringo con te i nostri figli e i nipoti amatissimi, sperando di restare con voi così per sempre. Un tenerissimo bacio.
Aldo


24) A Eleonora Moro
Mia dolcissima Noretta,
credo di essere giunto all’estremo delle mie possibilità e di essere sul punto, salvo un miracolo, di chiudere questa mia esperienza umana. Gli ultimi tentativi, per i quali mi ero ripromesso di scriverti, sono falliti. Il rincrudimento della repressione, del tutto inutile, ha appesantito la situazione. Non sembra ci sia via di uscita. Mi resta misterioso, perché è stata scelta questa strada rovinosa, che condanna me e priva di un punto di riferimento e di equilibrio. Già ora si vede che vuol dire non avere persona capace di riflettere. Questo dico, senza polemica, come semplice riflessione storica. Ora vorrei abbracciarti tanto e dirti tutta la dolcezza che provo, pur mescolata a cose amarissime, per avere avuto il dono di una vita con te, così ricca di amore e di intesa profonda. Dio sa quanto avrei sperato di accompagnarvi ancora un poco, di dare custodia ed aiuto all’amatissimo Luca, di aiutare tutti a superare le prove del duro cammino. Ho tentato tutto ed ora sia fatta la volontà di Dio, credo di tornare a voi in un’altra forma. Non mi so immaginare onorato da chi mi ha condannato. Ma fa tu, con spirito cristiano e senso di opportunità. Vi ho affidato a Freato e Rana per ogni necessità ed ho fiducia che Iddio vi aiuti. Tu curati e cerca di essere più tranquilla che puoi. Ci rivedremo. Ci ritroveremo. Ci riameremo. Ho scritto a tutti per Luca, perché siano impegnati per lui. A te debbo dire grazie, infinite grazie, per tutto l’amore che mi hai dato. Amore un po’ geloso che mi faceva innervosire, quando ti vedevo sprofondata in un libro. Ma amore autentico che resterà. Io pregherò per te e tu per me. Che Iddio aiuti la cara famiglia. In estate, al mare, fatti fare compagnia dalla famiglia di Riccioni per te e per il piccolo. Ho lasciato il mio archivio a Luca da vendere tramite il Sen. Spadolini e il Dott. Guerzoni per costituire un piccolo peculio che lo aiuti a mantenersi nella vita. Ho dimenticato di dire, ma tu dillo a Guerzoni che per le foto i familiari e gli esecutori testamentari scelgano quelle che vale la pena di conservare alla famiglia. Nel magnetofono più grande, che è nel mio studio, ci sono già raccolte vocette di Luca trasferite da quello tascabile. Si può mano a mano trasferire e completare. Le bobine sono in camera nostra; film e foto sulla scrivania dello studio. Vorrei, come piccolo ricordo, che il biro della mia vestaglia da giorno andasse a Luca che lo amava (e il portacenere a Giovanni), un altro pennarello marrone nel comò a Giovanni, un biro uguale al primo sulla chiffonière ad Agnese, mentre Fida e Anna e tu potreste scegliere in quel mobile quel che volete. Sentite Manzari, vedi di fare testamento. lo ne ho mandati due che spero siano arrivati e rinvierò in copia. Non mancare di fare e far fare la vaccinazione antinfluenzale, se viene la russa. Fatti seguire da Giovanni anche come amico. Tramite Rana fa controllare la stabilità del tetto sulla nostra stanza e cura che il gas sia chiuso la sera. (Agnese). Per la tomba di Torrita almeno nell’immediato c’è il rischio di sicurezza. Forse converrebbe allogare altrove, […] stesso o nella chiesa con speciale permesso. Forse, per ora: consigliati con Freato. Chissà quante cose ho dimenticato. State più uniti che potete e tenete unite anche le mie cose con voi, perché sono vostro. Ho pregato molto La Pira. Spero che mi aiuti in altro modo.
Ringrazio tutti, tutti i parenti ed amici con grande affetto. Che Iddio ci aiuti. Ricordati che sei stata la cosa più importante della mia vita. Ricordatemi discretamente a Luca con qualche foto e qualche descrizione, che non si senta del tutto senza nonno. E poi che sia felice e non faccia i miei errori generosi ed ingenui.
Ti abbraccio forte forte e ti benedico dal profondo del cuore. A nonna un bacio, nella forma che troverai.
Aldo


25) A Papa Paolo VI

(recapitata tramite Don Mennini alla S.ra Moro
che a lui la riaffida per recapitarla in Vaticano.)

Alla stampa, da parte di Aldo Moro, con preghiera di cortese urgente trasmissione all’augusto Destinatario e molte grazie

A S.S. Paolo VI
Città del Vaticano

In quest’ora tanto difficile mi permetto di rivolgermi con vivo rispetto e profonda speranza alla Santità vostra, affinché con altissima autorità morale e cristiano spirito umanitario voglia intercedere presso le competenti autorità governative italiane per un’equa soluzione del problema dello scambio dei prigionieri politici e la mia restituzione alla famiglia, per le cui necessità assai gravi sono indispensabili la mia presenza ed assistenza. Solo la Santità Vostra può porre di fronte alle esigenze dello Stato, comprensibili nel loro ordine le ragioni morali e il diritto alla vita.
Con profonda gratitudine, speranza e devoto ossequio
dev.mo Aldo Moro

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11 Commenti

  1. Senza dubbio tra le lettere piú struggenti che mai mi sia capitato di leggere; sarebbe bello se un giorno le si potesse studiare a scuola.
    PS: Mi è sempre sfuggito il motivo per cui non recapitarono la lettera con il riferimento alla Genesi.

  2. Concordo con Fabrizio, è al livello di certe “Lettere di condannati a morte della Resistenza”.
    I brigatisti volevano colpire il simbolo, ma qui emerge prepotentemente l’uomo. Non so proprio dove abbiano trovato il coraggio di assassinarlo.
    Grazie Neri, comunque.

  3. Ritengo che la sua frase:
    “Quanto costa lo spettacolo di una apparente grandezza”
    sia una sintesi micidiale di tutto il decadimento di questa epoca, ed è oggi ancor più tristemente attuale di allora.

  4. D’accordo.
    Moro riusciva ad essere ermeticamente prolisso. Parlava e scriveva senza fine, ma sempre con concetti finissimi ed ermetici. Sicuramente un personaggio scomodo per chi gestiva il potere.

  5. Comunque, i brigatisti ci devono ancora dire come facevano a sapere in anticipo dove sarebbe passato Moro la mattina della strage/sequestro, visto che per motivi di sicurezza il tragitto variava ogni giorno, era deciso di giorno in giorno ed era noto solo a pochissimi, alla centrale operativa e/o al ministero.
    E che dire del quinto uomo, che tutti (non solo i brigatisti) dicevano che non esisteva, e poi per magia e’ spuntato fuori Maccari e tutti hanno detto “ah, si, ce lo eravamo dimenticati!”.
    E che dire delle audizioni di Maccari in Commissione Stragi quando ha riferito, prima di morire, che certa alta borghesia romana faceva a gara per averlo a cena, ma nomi e cognomi degli altoborghesi non sono mai stati fatti(o chiesti)? Brigatisti, parlate, parlate che il muro di berlino e’ caduto da un pezzo! PS: scusate per il fuoritema.

  6. Guido, non sei affatto fuori tema.
    Ci sono molti argomenti su cui gli ex brigatisti (quelli che presero parte all’azione) protrebbero fare chiarezza. Moretti, per dirne uno.

  7. Guido, ci sono due filoni di pensiero.
    Uno semplicistico: coprono alcune persone che ce l’hanno fatta a rimanere fuori dal caso Moro giuridicamente, perchè tutti quelli che ne sono stati toccati si sono presi l’ergastolo. Morucci accenna spesso alle persone coinvolte in Toscana; i radicali dicono che Senzani potesse essere il cervello dell’interrogatorio, come poi fu per altri sequestri. Eppoi i due sulla moto a Via Fani.
    L’altra, sposata dal senatore Flamini, che ha fatto la somma di tutte le incongruenze nei vari racconti, prima su tutti quella riguardo a Via Caetani.
    Quello che però è molto interessante per me, non è solo quello che non hanno detto i brigatisti. È quello che non ha detto Cossiga, o quello che ha detto anni dopo. Interessante è il doppio ritrovamento di via Montenevoso. Interessanti sono i giri a vuoto della polizia e dei servizi. Perchè in questo caso si tratta di organismi dello Stato.
    Insomma, che non parla Moretti, o che si tenga i propri segreti, fa parte di una sua logica brigatista da lui mai rinnegata. Che invece le informazioni ce le neghi lo Stato, è una cosa un po’ più pesante..

  8. Certo, sarebbe bello se Cossiga parlasse, ma non lo fara` mai. Per lui, la macchietta del vecchio eccentrico irascibile funziona sempre.
    Ad esempio trovo interessante che, quando Pellegrino (presidente Commissione Stragi) parlo’ di area di contiguita’ (una certa alta borghesia salottiera che coccolava i brigatisti), si levo’ un coro rabbioso contro di lui, sia da destra che da sinistra. Code di paglia? Abbiamo punzecchiato qualcuno che adesso fa il direttore/opinionista/tuttologo?
    Intendo dire che ancora oggi si potrebbero esplorare (giudiziariamente o con una commissione: ce ne sono tante…) aree mai scandagliate finora, seguendo semplicemente la logica.

  9. beh che dire del caso moro di sicuro le brigate non agirono di loro intento ma comandate da un dio supremo che aveva contatti solo con mario moretti….. il memoriale di aldo moro potrebbe risolvere piu di un problema………i misteri politici di questa repubblica prima o poi vengono fuori tutt al piu bisogna aspettare la fine dei giorni di qualche grande politico che ai tempi di moro faceva il suo portaborsa dopo chi sa potrà parlare senza nessuna remora………………………………………………………………………………….

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