Non fate Casini

C’è qualche cosa che si muove fra le pieghe della ricostruzione politica italiana: e si chiama Centro. Ma nessuno ne parla. Non il Governo, non la destra, non la sinistra. Quotidiani e notiziari nemmeno a pensarci. E’ del 12 luglio l’enorme meeting, cui tutte le più alte cariche della Prima Repubblica hanno partecipato, nel quale l’attuale Presidente della Camera, l’onorevole Pierferdinando Casini, sferzava gli ex Dc a buttarsi, di nuovo, in politica. Una politica proattiva, questa volta. L’occasione era la presentazione di un libro che, guarda caso, trattava proprio del crollo della DC (“Il certo e il negato. Un’autobiografia politica” – Antonio Gava). Ma chi si è spinto più in là di tutti è De Michelis: “Dico ai miei amici in questa sala di rifare la Dc perché questo Paese non è più stato governato dal ’93 ed è necessario tornare a fare politica”. Già scrissi, a suo tempo, che le cose si stavano mettendo in assetto perfetto per il grande ritorno della Balena Bianca, ma oggi c’è qualche elemento in più per propendere ulteriormente sulla realizzabilità della cosa.


Dopo dieci anni di vita politica il partito-azienda nato dalla mente e dagli uomini marketing di Silvio Berlusconi, comincia a mostrare il fianco. Si sgretola e si perde nell’illogica ed anomala propensione che ha questa nazione a convergere su posizioni non necessariamente comuni ma che quantomeno portino a “qualche cosa”. Che piuttosto che niente, è meglio piuttosto, come continua a ricordarci il vice ministro Giulio Tremonti. Quando dicono che gli italiani sono ingovernabili è una mezza verità, quando invece dicono che gli italiani sono inaffidabili la verità è completa. Per questo, e per questo solo, Forza Italia sta perdendo. Perché è rigida, perché studiata a tavolino. L’Italia, e gli italiani, cambiano con un fare giolittiano imperscrutabile; il marketing (seppure assoluto e perfetto) che ha dato i natali a FI non può fare altrettanto. Vai tu a capire che di punto in bianco sarebbe tornata la voglia di Forlani. Il Presidente Operaio, a quel punto, non basta più: lo capirebbe un bambino, non servono lauree in comunicazione. Tra gli altri motivi c’è il suo uomo simbolo, e fondatore, e padre: Silvio Berlusconi. Uno cui si perdona (o si prescrive, dipende) un po’ tutto. Dalle corna nelle fotografie alle sparate al Parlamento Europeo (dando del nazista ad un parlamentare tedesco), dall’inettitudine al falso in bilancio; ma a lungo andare (anche se probabilmente del tutto inconsciamente), anche la somma di questi piccoli-medi-grandi “fa lo stesso” comincia ad avere il suo peso. L’asse Follini-Casini lo sa.

La questione viene posta sui temi dell’alternanza bipolare, ma in realtà è più spinosa. I vertici politici, con immancabili ammicamenti trasversali, capiscono che in ballo non c’è più il solo declino di FI e della Casa delle Libertà, a vantaggio di un nuovo governo di Centro Sinistra. La percezione del disfacimento del sistema polarizzato è fortissima. E se in molti se ne preoccupano, altrettanti rialzano la testa, ché il loro tempo è tornato. E questo anche la sinistra lo sa. La domanda è, dunque, se ci si stia o meno avviando lungo la strada che ci porterà ad un Governo di Unità Nazionale? Ebbene la risposta, nel mio vaticinare, è sì. E’ che ancora non so quando. Chiaro che il Presidente della Repubblica Ciampi sarebbe d’accordo, e così le anime del centro finalmente unite (magari non proprio nei fatti, ma di certo negli intenti). A ruota le ali più moderate della sinistra e simmetricamente quelle della destra. Tutto si muove.
Non che fosse necessariamente pilotata ma la gaffe dei colonnelli senza testa di An, gioca guardacaso un assist (per buona fede diciamo “inconsapevole”) d’oro a questo futuribile nuovo assetto. D’altra parte Rifondazione Coumunista s’è data un gran da fare per costruirsi un’identità istituzionale e di governo; addirittura (quel che poi fece perdere il mio voto) il suo segretario Fausto Bertinotti prese questa primavera posizioni realtiviste nei confronti della religione. Una mano di bianco per credersi più puliti. Fatto salvo che ancora hanno da mettere a posto qualche sassolino nella scarpa che va sotto il nome di corrente trotzkista. Il ritorno a Roma Ladrona, invece, non potrà essere sopportato dalla Lega Nord su questo non ci sono dubbi. E verrà eliminata; come ogni motore, anche questo, ha il suo scarto. Requiem per Umberto Bossi e ridimensionamento delle ampolle magiche che tracimano acqua del Po. Infine Prodi. Romano Prodi è un vuoto a perdere, è uno che paradossalmente è troppo avanti, politicamente. E’ uomo dotto che ragiona con meccanismi europei, l’Italia non è pronta. Non lo è stata e non lo sarà ancora per un bel po’. Io non lo stimo, sia detto per inciso ma non riconoscergli quel che vale sarebbe sciocco. Credo che nemmeno i suoi lo stimino. Mi sembra che sia stata per loro la scelta ragionevole, forse quella obbligata: perché Veltroni lo sa che è impresentabile, e così Dalema, salvo poi affermare che Romano Prodi sia leader incontrastato e amato. Exusatio non petita.

Nel frattempo, con il passare dei giorni, l’Udc si fa sotto. Spinge, strattona, infilza e stocca. Come un cavallo da domare cerca di disarcionare chi lo monta. Il premier, Silvio Berlusconi, non è esattamente felice. Perché il deputato a cascare per terra fra la polvere e il fango è proprio lui. “Ma dove vogliono andare?” si chiede e ci chiede a mezzo stampa. In realtà non si sa, se non in parte. Poiché se c’è una certezza, una sola, è quella che Casini, Follini (anche Fini, e tutti quelli che fanno rima con “ini”, evidentemente) non ne possono più. Se lo devono levare dai piedi, ma non è semplice. Sarà per questo che continua a sbraitare a lanciare accuse e poi ritrattare. La miglior difesa è l’attacco, onorevole Berlusconi, questo (almeno questo) l’abbiamo imparato, nel tempo.

[continuerà… oh si che continuerà]

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4 Commenti

  1. Questa eventualità “mi” è diventata certezza quando Rutelli ha fatto l’exploit astensionista prima del referendum… in effetti i segnali ci sono tutti e vengono confermati continuamente (vedi polemiche di follini, per esempio)

  2. uhm… il fiume Po’? -con l’apostrofo o l’accento- non lo scrive neanche Bossi ;-)
    e il CDU, ora lo scrivono al contrario :-)
    cmq, al grande centr’one fatto dai centr’ini non credo.
    ciao

  3. ehehe. è agosto anche per me, non rompetemi i coglioni con i typo :D

    per l’UDC in effetti c’era qualche cosa che non mi suonava.. ahah

  4. Be mi pare normale con il vuoto lasciato
    dagli amici della ghigliottona e giustiziona
    trovati ora sporchi di farina…

    il tempo è una brutta bestia vero?
    a cavallo bisogna saperci andare
    e le galere toccano a tutti
    prima o poi
    anche a chi e abituato a puntare il dito indice

    nn sono stati capaci di presentare nulla che nn avesse la polvere di via delle botteghe
    -da almeno 25 anni nelle tasche
    per essere garantito buono
    e amico…

    ho ancora nelle orecchie il grido
    di “ora tocca a me” al passaggio di testimone
    (e di poltrona e cassa) del lungo piemontese
    somigliante ad un furente picchio impagliato

    è amico di tutti ora…

    invece di formare e fare politica
    sono stati capaci di

    formare
    (a loro utilità certo)
    degli incapaci(era questa l utilita)
    intolleranti
    presuntuosi
    mascherati pero dietro le gonne larghe
    della pace dell amicizia e di Hemp
    oltre qualche raccolto e qualche semina
    nulla …
    lo spazio per la discussione era
    gia chiuso prima di iniziare e per chi nn lo avesse capito
    le assemblee si trasformavano prima di inziare
    in deliri alcolici ed altro
    cosi tutto finiva li
    e la politica?
    e la discussione?
    e per quelle persone( molte credo )
    capaci
    che hanno lasciato nn solo l anima sopra a ideali
    a quelli calci in culo
    è chiaro
    arrivano i caruso e i casarini
    a chiudere il becco
    a chi volesse parlare
    loro hanno loro la palma della protesta
    e chi non è d’accordo con loro
    è un fascio

    ora vedo relitti camminare per strada
    svuotati di ogni compassione
    sono diventati manager musicali e teatrali
    gestiscono eventi culturali
    nn fanno piu i disobbedienti ora vogliono anche loro la torta
    bella piena e dolce

    stanno aspettando momenti i d’oro
    per poter fare i soliti progettini
    che assicuravano tanti soldini
    pero sempre agli stessi

    e poi chi se ne frega che sia prodi
    o il babau la sinistra deve vincere
    se no
    ragazzi niente progettini
    ….

    come dice vico, la storia ha i suoi ricorsi
    qualcuno dovra scendere da cavallo
    cavaliere o no
    per lasciare il posto
    a chi a cavallo ci sa stare un po di piu

    cosa dovevo vedere
    e cosa mi aspetta ancora

    ma almeno nn desidero sentire lacrime di coccodrillo
    l’ occasione l’ avete avuta
    e nella vita ce n’è una sola…

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