Il DNA di Enzo Baldoni

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La proposta per Ciampi: una medaglia d’oro a Baldoni al valor civile
(dal blog di P. Scaccia)
Forse ora gli amici riusciranno finalmente ad organizzare quella festa che Enzo Baldoni si augurava in caso di morte. Niente cerimonie funebri, niente lacrime – aveva detto. Ma un funerale fatto di canti, balli, bevute e risate in suo onore. Le fredde e impersonali analisi scientifiche confermano che quel frammento osseo e’ compatibile con il Dna del giornalista ucciso un anno fa in Iraq. La salma di Enzo pero’ e’ ancora in quella martoriata terra, probabilmente custodita proprio da chi lo ha ucciso nell’estremo tentativo di barattare quei poveri resti con denaro o altri benefici. Maurizio Scelli, commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, lo aveva promesso alla vedova del giornalista: riportare in Italia il corpo di Enzo era un imperativo categorico, un impegno personale verso la famiglia Baldoni, duramente provata da un omicidio che resta ancora oscuro a distanza di un anno.


Non e’ infatti credibile la richiesta che fu avanzata dai rapitori (l’Esercito islamico in Iraq) all’Italia di ritirare le proprie truppe entro 48 ore, pena appunto l’assassinio del giornalista. Tantomeno puo’ essere ritenuto vero quanto i sequestratori avrebbero riferito al reporter francese Christian Chesnot (prigioniero per mesi) che Baldoni era stato ucciso perchè non diceva la verità. Ora si apre la fase piu’ lunga, delicata e penosa. Quella della trattativa per far restituire alla pieta’ della famiglia quel corpo in avanzato stato di decomposizione. Un mucchietto d’ossa su cui consentire all’anziano padre di piangere per la sorte di un figlio che gia’ molte volte aveva esorcizzato i suoi incontri con la morte (in Colombia ed altrove) con una risata e la consapevolezza di avere una gran fortuna nel dribblarla. Ben venga dunque la proposta avanzata da Enrico Deaglio, il direttore di “Diario” (il settimanale a cui collaborava Baldoni), che chiede al presidente Ciampi di conferire ad Enzo una medaglia al valore civile. “Perche’ – spiega Deaglio – l’ultima sua azione (l’organizzazione di un convoglio della Croce Rossa durante il quale e’ stato rapito) e’ stata probabilmente la migliore azione che gli italiani abbiano fatto in tutta la guerra irachena”. Enzo Nucci (inviato Tg3) (da Articolo 21)
L’appello e’ condiviso anche dall’associazione Articolo 21 che ha lanciato una raccolta di firme attraverso internet. Tra le firme raccolte quelle di Federico Orlando, Enzo Biagi, Paolo Serventi Longhi, Roberto Morrione, Antonio Di Bella, Pino Scaccia, Gianni Barbacetto, Ferdinando Pellegrini, Barbara Scaramucci, Giovanna Botteri, Maria Cuffaro, Roberto Reale.
Per sottoscrivere l’appello

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2 Commenti

  1. Omicidio oscuro a distanza di un anno, mucchietto d’ossa ancora là e la sensazione che non ci si sia voluti occupare molto di lui, né da ostaggio né da morto.

  2. Forse non si e’ fatto in tempo. E adesso l’impegno e’ di riportarlo, finalmente, a casa. Quel che resta (poco) del suo corpo, ma soprattutto quel che resta (moltissimo) del suo spirito.

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