Il nostro obiettivo

bush775.jpg“Il nostro obiettivo immediato su fronti come l’Iraq, l’Afganistan, o qualsiasi altro, è catturare o uccidere terroristi. Questo è il nostro obiettivo immediato. Perché abbiamo preso questa decisione, vedete: lotteremo contro questi nemici nei loro Paesi, e in tutto il mondo, e in questo modo non li dovremo affrontare qui, a casa”.

George Bush, il 4 luglio, a Charleston (West Virginia)

Pane al pane, vino al vino.

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27 Commenti

  1. Bravo George,
    infatti dopo Spagna & Inghilterra il prox. attacco sarà ancora fuori casa tua, e purtroppo ho un brutto presentimento su dove… ;(

  2. Mi piacerebbe, caro Leonardo, avere delle informazioni sul numero di attentati sventati grazie agli interventi in Iraq e in Afghanistan. Inoltre, la politica particolarmente permissiva dell’Unione Europea in fatto di immigrazione e di “multiculturalismo” (vedasi Olanda e Van Gogh per i risultati) ci espone molto più degli Stati Uniti, perché i terroristi noi ce li abbiamo già nelle città e protetti da simpatici imam.

  3. Cavolo eccoci:
    AMERICA X
    SPAGNA X
    INGHILTERRA X

    Manchiamo solo noi. Ora io mi sto domandando da molto tempo il perché. Dopo avere valutato alcune possibilità mi sono detta che quello che può avere spinto i terroristi a non indirizzarsi ancora verso di noi è stata solo la paura di essere dielgiati con considerazioni del tipo “se in Italia!Troppo facile!”. Solo che adesso mi sento stretta come in una morsa di un serial killer collettivo che sta cancellando punto dopo punto tutte le sue vittime designate.
    Cazzo ma chi e come posso spiegarlo che IO questa guerra NON LA VOLEVO?

  4. Forse (e speriamo) perché noi non siamo nessuno, non contiamo nulla, non rappresentiamo niente.

  5. Mi piacerebbe che anche l’Italia avesse la stessa determinazione a combattere il terrorismo che ha l’America. Bush ha ragione.

  6. Leonardo carissimo, da quant’è che ti preparavi questo post? Soddisfatto della tua sagacia?

  7. Chiaro. La principale preoccupazione di quelli come Laura2 non è la la rivolta contro il ricatto dei terroristi o la barbarie di questi atti.
    Il primo pensiero è subito quello di pararsi il culo vigliaccamente: “io non c’entro!! per favore ammazzate solo quelli che hanno votato Berlusconi!!”.

    Ecco, io sono sempre stato contrario alla guerra in Iraq, che considero una risposta sbagliata ad un problema reale. Non ho nemmeno votato per il governo che l’ha appoggiata. Però è il governo del MIO paese, democraticamente eletto, e ne rispetto la decisione e me ne assumo la responsabilità. Anche se devo prendere spesso treni, aerei e quant’altro.

    E di fronte a questi attacchi la sola cosa che mi viene in mente da dire ai terroristi non è piagnucolare e dire “ammazzate gli altri e non me”, ma: maledetti, non mi fate paura, e qualsiasi sia la vostra causa questi atti la infangano per sempre, e il governo del mio paese avrà tutto il mio appoggio quando si tratterà di combattervi con ogni mezzo.

  8. scusate, non so perché ho scritto “laura2”, in realtà mi rivolgevo a La Sposa.

  9. Ho voluto scrivere di una senzione reale, se vuoi poco riflettuta, poco “politica”. Un’impressione semplice da condividere in un momento poco razionale per molti.
    Se volessi potrei autocritacarmi partendo anche solo da una semplice considerazione: cosa ha di diverso Madrid da Roma? New York da Napoli? Io che non mai sentito questa identità così nazionalistica, anche se mi trovo a vivere in un periodo storico in cui anche ai calciatori è richiesto di cantare l’inno nazionale, non solo. Io stessa mi difendo in questo piccolo fazzoletto di terra che è l’Italia sperando che non mi vengano a ficcare una bomba nel culo.
    Insomma, non voglio essere polemica, anche se a differenza di quello che scrivi non me la sento prorio di condividere una decisione sbagliata presa dal mio governo, così come a suo tempo non condividevo la posizione assunta da D’Alema nella guerra in Kossovo. Non mi sento di condividere una “responsabilità comune” in una ipocrita e falsa democrazia come questa. E questo al di là delle mie paure e dei mi piagnucolamenti.

  10. Ho voluto scrivere di una senzione reale, se vuoi poco riflettuta, poco “politica”. Un’impressione semplice da condividere in un momento poco razionale per molti.
    Se volessi potrei autocritacarmi partendo anche solo da una semplice considerazione: cosa ha di diverso Madrid da Roma? New York da Napoli? Io che non mai sentito questa identità così nazionalistica, anche se mi trovo a vivere in un periodo storico in cui anche ai calciatori è richiesto di cantare l’inno nazionale, non solo. Io stessa mi difendo in questo piccolo fazzoletto di terra che è l’Italia sperando che non mi vengano a ficcare una bomba nel culo.
    Insomma, non voglio essere polemica, anche se a differenza di quello che scrivi non me la sento prorio di condividere una decisione sbagliata presa dal mio governo, così come a suo tempo non condividevo la posizione assunta da D’Alema nella guerra in Kossovo. Non mi sento di condividere una “responsabilità comune” in una democrazia come questa. E questo al di là delle mie paure e dei mi piagnucolamenti.

    P.S.Mi chiamo Laura

  11. Ho ascoltato in diretta il discorso di Tony Blair alla GB e mi ha colpito in particolare un passaggio. Non ho una trascrizione esatta ma il senso e’ il seguente: non permetteremo che il terrorismo modifichi in alcun modo i principi fondamentali della nostra civilta’. Sono felice che lo abbia ribadito, e sarebbe utile lo facesse anche colui che, in quel momento, era al suo fianco, Giorgino.
    Ieri un tribunale statunitense ha condannato alla prigione (quella vera) una famosa giornalista del New York Times, Judith Miller, per essersi rifiutata di rivelare il nome della fonte, un agente della CIA, che aveva rivelato alcuni retroscena della caccia alle fantomatiche armi di distruzione di massa in Iraq. In barba ai piu’ elementari principi a difesa della liberta’ di stampa e della stessa costituzione americana (non lo dico io, fatevi un giro sui siti dei piu’ famosi quotidiani e periodici statunitensi).
    Giorgino sta usando il terrorismo internazionale a proprio uso e consumo, e Londra peggiorera’ la situzione.
    Il terrorismo vince quando la paura ci spinge ad accettare che si abdichi ai nostri principi civili fondamentali. Qui non si scherza piu’. Quando Macchianera tiro’ il famoso pesce di maggio riuscivo ancora a ridere, ora mi riesce difficile. I Biagi-Luttazzi-Santoro-S.Guzzanti oggi non vengono allontanati dalla TV, vengono messi in galera.

  12. «È importante che i terroristi capiscano che la nostra determinazione a difendere i nostri valori e il nostro modo di vivere è più grande della loro determinazione a causare la distruzione e la morte di vittime innocenti nel desiderio di imporre l’estremismo al mondo. Qualsiasi cosa facciano, siamo determinati a fare in modo che non riescano mai a distruggere quello che ci è caro in questo paese e nelle altre nazioni civilizzate del mondo». (Tony Blair, July 7th 2005)

    «It is important however that those engaged in terrorism realise that our determination to defend our values and our way of life is greater than their determination to cause death and destruction to innocent people in a desire to impose extremism on the world. Whatever they do, it is our determination that they will never succeed in destroying what we hold dear in this country and in other civilised nations throughout the world». (Tony Blair, July 7th 2005)

  13. Continuiamo a curare la ferita dell’undici settembre asportando lembi di carne che infettano sempre più l’organismo.
    Sempre più cattivi, sempre più aggressivi, sempre più incazzati.
    Finirà che sconfiggere un batterio amputeremo tutti gli arti.
    E quello si fortifica sempre più….

  14. Tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre

    CASSO.. NON LO VOGLIAMO PROPRIO CAPIRE!

  15. Senza avere nemmeno il bilancio delle vittime definitivo stiamo già qui a scannarci tra pacifisti e attivisti.
    “Sobrietà” è una parola e un concetto che noi italiani non assimileremo mai.

  16. Leonardo,grazie per questo tuo brillante sfoggio di intelligenza.Che da oggi entrerà a far parte della lista di cose di cui potrò fare tranquillamente a meno.

  17. Mamma come sono permalosi i fan di George.

    Eppure la frase di Bush è tanto chiara e lineare.

    Adesso va a finire che la colpa è di chi la cita e non di chi la dice.

  18. Finora l’unico ad acchiappare davvero terroristi e’ stato Zapatero (dopo che Aznar aveva cercato di proteggerli). Quando l’America comincerà a combattere i terroristi – invece di usarli come pretesto per farsi i cazzacci suoi – sara’ sempre tardi.

  19. Cannonball, mi sa che la vicenda di Judith Miller non ti è molto chiara. Un ex ambasciatore americano, Wilson, andò in Niger su richiesta di Cheney per verificare se Saddam avesse effettivamente acquistato uranio. Niente acquisto, anche se il rais ci aveva provato. Ma Wilson criticò l’amministrazione Bush per le pressioni che questa avrebbe esercitato sulla Cia, affinché confermasse la veridicità del rapporto sul Niger. Il columnist Novak rivelò che la consorte di Wilson, Valery Plume, altri non era che un agente operativo della Cia. Rivelare l’identità di un agente Cia è un reato federale. I giornalisti Cooper del Time magazine e Judith Miller del NYT sono stati inquisiti perchè, dopo aver fatto a loro volta il nome dell’agente – ma la Miller non ha mai scritto un aricolo sulla Plume – quando ormai era già noto, si sono rifiutati di rivelare le fonti. Cooper ha parlato, scampando alla galera, perchè la sua fonte lo ha liberato dall’impegno della segretezza, la Miller non ha parlato e c’è finita, in galera. Anche qualche giudice Usa ama la ribalta.

  20. Non sapevo se scrivere qualcosa su questi attentati di Londra sul mio blog.
    Questa mattina l’ho fatto. Sinceramente?
    sono stanco, sono stanco di tutti questi casini.
    Lasciateci vivere in pace e tranquillità.
    Io la guerra non la volevo ma poco inporta quello che penso io. Voglio poter crescere il mio bimbo in santa pace.

  21. Manuel, purtroppo il mondo è pieno di gente che vorrebbe crescere i propri bimbi in santa pace, ma la santa pace tua non coincide con la santa pace altrui.

  22. mi permetto di citare in modo massiccio un articolo di D’Avanzo (http://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/esteri/londrametro3/davami5/davami5.html), che sicuramente sa spiegarsi meglio di me.

    “Quest’idea di “Guerra al Terrore”, che trascura la caotica asimmetricità del nuovo terrorismo, è figlia della Guerra fredda, come da anni osservano analisti e studiosi di diversa estrazione e cultura (per dire qualche nome, Ray Close, che fu capo della Cia in Arabia Saudita; Robert Clarke, che fu capo del controterrorismo con tre diversi presidenti americani; studiosi del mondo arabo come, appunto, Gilles Kepel).

    In questa interpretazione, Osama Bin Laden è la reincarnazione di Lenin e Al Qaeda la riedizione dei gruppi terroristici degli Anni Settanta e Ottanta sostenuti dal Kgb. Questa visione del mondo dominata dal pensiero strategico del secondo Novecento, sotto la spinta dell’influente radicalismo neoconservatore, trasforma la guerra al terrorismo in “Quarta guerra mondiale” (Norman Podhoretz). Converte il violento scontro con il moderno Islam radicale in “guerra ideologica quanto la Guerra fredda” (Richard Perle).

    Sono interpretazioni che spingono il lavoro dell’intelligence, più che alla caccia dei terroristi o di Osama Bin Laden, verso la ricerca dei link dello jihadismo con i rogue States, gli “Stati Canaglia”. Tempo, risorse e intelligenze sono impiegati per afferrare i presunti legacci che stringono Al Qaeda all’Iraq, all’Iran, alla Siria e non a “penetrare” le comunità della diaspora islamica in Occidente; raccogliere informazioni; pianificare “attacchi continui su singoli obiettivi preventivamente isolati con operazioni silenziose e chirurgiche facendo attenzione a non diffondere l’infezione” (Fabio Mini).

    L’intelligence, a qualsiasi latitudine, annusano l’aria che tira. C’è un'”ideologia” che pretende di “spiegare e prevedere il corso della storia” e che tutti i dati, le evidenze, le analisi che non si adattano alla “teoria” saranno negate o ignorate o addirittura sanzionate. I servizi segreti si adeguano. Nascono in questo clima le manipolazioni che precedono l’invasione dell’Iraq con la fabbricazione delle false prove degli arsenali di armi di distruzione di massa nelle mani di Saddam Hussein.

    Matura in questo contesto politico-ideologico, per gli uomini dell’intelligence, il gioco chiamato “la risposta è giusta”. Se non confermi la convinzione che è l'”asse del Male” il pilastro del terrorismo islamico sei fuori, vai a casa (i più integri e indipendenti sono tornati a casa). Con distorsioni istituzionali grottesche: dei tre capi della Cia che si sono avvicendati a Bagdad, il secondo sarebbe stato sostituito “per aver fatto un rapporto obiettivo sulla forza degli insorti” (Philip S. Golub). È così che la “guerra al terrorismo” è diventata (lo abbiamo patito anche in Italia) “guerra psicologica” risolta più a condizionare il “consumo politico interno”, a orientare le opinioni pubbliche nazionali sulla necessità di occupare l’Iraq, che a prevedere le trasformazioni del terrorismo jihadista in casa, a Londonistan, nei ghetti del South Side di Chicago, a Little Egypt di Jersey City, nella Kleine Instambul berlinese o in un barrio di Madrid.

    Dove accidenti era l’intelligence, dunque? Era dove ce l’aveva mandata la politica. In Iraq e dintorni”.

  23. Dov’è pane al pane? Non mi risultano tra le vittime Bush o Blair…
    Chi è più “civile”? chi ammazza occidentali inermi o chi ammazza arabi inermi? Chi ha iniziato? Chi se lo ricorda… Non è pane al pane, è merda, di qualità.
    E ci passano i galantuomini come me e Ahmed, se permettete (chi è Ahmed? Un galantuomo, come me).
    Un saluto
    Piero da Cagliari, Terra

  24. Prima o poi dovremo anche considerare quella piccola percentuale di mussulmani moderati, quella piccola anomalia, che, si dice,si narra, esista davvero.

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